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La radioattività atmosferica di fondo.Monitoraggio tramite radiosondaggi a Vigna di Valle05/07/2011 -AbstractThis paper deals with the radioactivity measurement <strong>in</strong> the atmosphere performed <strong>in</strong> Italy by the Air ForceMeteorological Service. A brief history ofsuch activity is followed by the <strong>in</strong>strumentation description currently<strong>in</strong> use at ReSMA (Vigna di Valle – Rome) and by the monitor<strong>in</strong>g activity details referred to the last three years.Introduzione e cenni storiciIl Reparto di Sperimentazioni di Meteorologia <strong>Aeronautica</strong> (ReSMA) ed è un organo del Servizio Meteorologicodell’<strong>Aeronautica</strong> <strong>Militare</strong> <strong>Italiana</strong> che, <strong>in</strong>sieme ad altre attività d’istituto, è preposto alla gestione,all’accentramento, al controllo di qualità ed alla elaborazione delle misure di alcuni parametri atmosfericidetti “speciali”, <strong>in</strong> quanto legati al monitoraggio della composizione chimico-fisica dell’atmosfera ed allecaratteristiche del sistema climatico nel suo complesso. Tra questi parametri rientra la misura dellaradioattività di fondo dell’atmosfera, sebbene non ancora <strong>in</strong>serita <strong>in</strong> nessuna componente specifica delprogramma di Veglia Atmosferica Globale (GAW), promosso dall’Organizzazione Mondiale per la Meteorologia(WMO) [1].L’<strong>in</strong>teresse per la misura della radioattività dell’aria da parte dell’<strong>Aeronautica</strong> <strong>Militare</strong> ha orig<strong>in</strong>e nel 1961, nelquadro della convenzione stipulata tra il Centro Nazionale delle Ricerche (CNR) ed il M<strong>in</strong>istero della Difesa-<strong>Aeronautica</strong>. Tale convenzione prevedeva la costituzione di un Gruppo Nazionale di Misura della Radioattivitàdell’Aria (GNMRA), avvenuto nel 1964 <strong>in</strong> seguito ad un accordo tra CENFAM (Centro Nazionale per la Fisicadell’Atmosfera e la Meteorologia, denom<strong>in</strong>ato <strong>in</strong> seguito IFA – Istituto di Fisica dell’Atmosfera) e ITAV(Ispettorato delle Telecomunicazioni e dell’Assistenza al Volo) con il compito di effettuare ed analizzaremisure sistematiche globali di radioattività dell’aria. L’utilizzo di tali dati era duplice: un primo aspetto eralegato alla sorveglianza di tipo sanitario, il secondo era rivolto all’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e del moto delle masse d’aria dalla


stratosfera agli strati più bassi, utilizzando la radioattività come tracciante naturale. Il monitoraggio dellaradioattività veniva effettuato tramite raccoglitori di particolato atmosferico a terra situati presso alcunestazioni dell’A.M. (tra cui l’OSSMA di Vigna di Valle, l’attuale ReSMA) e tramite il lancio di radiosondesperimentali dotate di contatori Geiger-Müller. Il lancio di tali sonde avveniva solo <strong>in</strong> concomitanza diesperimenti nucleari <strong>in</strong> atmosfera (es. S<strong>in</strong>kiang – C<strong>in</strong>a, nel 1967). Il GNMRA cont<strong>in</strong>uò ad operare, così come fucreato, s<strong>in</strong>o al 1979; successivamente l’attività prosegui con il solo personale dell’IFA, sebbene le stazionidell’A.M. abbiano cont<strong>in</strong>uato ad effettuare i prelievi di particolato atmosferico f<strong>in</strong>o alla f<strong>in</strong>e degli anni 90,<strong>in</strong>viandoli ai preposti laboratori di analisi [2, 3].Sotto l’<strong>in</strong>iziativa diretta del ReSMA il monitoraggio della radioattività atmosferica riprese nel 1997, a partiredal quale, si è svolta una campagna biennale di misure, effettuata da sei stazioni distribuite uniformementesul territorio nazionale, attraverso aerosondaggi equipaggiati da contatori Geiger-Müller [4]. Tale attività èstata poi completamente accentrata presso il ReSMA, dove sono stati effettuati aerosondaggi completi disensore per la radioattività di ultima generazione f<strong>in</strong>o a tutto il 2010, consentendo la valutazione dei profiliatmosferici verticali relativi alla radiazione beta ed alla radiazione gamma.Il monitoraggio della radiazione beta e gamma <strong>in</strong> atmosfera, l’<strong>in</strong>dividuazione di profili di riferimento e dellefluttuazioni riconducibili a fenomeni naturali, risulta di notevole importanza ai f<strong>in</strong>i della riduzione del rischiodi diffusione di falsi allarmi di tipo nucleare. Inoltre nel caso di rilevazione di valori anomali di radioattività,l’osservazione dell’altezza ed del movimento degli strati atmosferici contam<strong>in</strong>ati, consentirebbe diprevederne lo spostamento ed il fall-out, quest’ultimo riconducibile prevalentemente al trasporto con leprecipitazioni. Scopo di questo lavoro è quello di presentare quanto osservato mediante l’attività dimonitoraggio della radioattività atmosferica di fondo f<strong>in</strong>ora svolta.Radioattività della materia (Richiami di fisica)La radioattività è un fenomeno peculiare delle caratteristiche costitutive della materia. E’ per questo che sipuò rilevare la sua manifestazione <strong>in</strong> tutto ciò che ci circonda: aria, acqua, terra, stelle, oggetti, esseri viventie nei nostri stessi corpi. La materia con cui siamo a contatto, diretto o <strong>in</strong>diretto, é costituita da atomi, lamaggior parte dei quali sono considerati stabili e non radioattivi ed altri <strong>in</strong>stabili e qu<strong>in</strong>di radioattivi. Unatomo consiste <strong>in</strong> un nucleo estremamente piccolo di carica positiva, circondato da una nuvola di elettroni dicarica negativa. All'<strong>in</strong>terno dell'atomo, il nucleo é costituito da protoni carichi positivamente e da neutroniprivi di carica e perciò neutri (come dice il loro stesso nome). Negli atomi stabili non radiativi, il numero diprotoni (carichi positivamente) é uguale al numero di elettroni (carichi negativamente), così che l'atomo éelettricamente neutro. Un atomo che, oltre al numero fisso di protoni del nucleo che lo caratterizza, possiedeun numero non uguale di neutroni viene identificato come isotopo di quell’elemento. Oltre agli isotopi dasempre presenti <strong>in</strong> natura (isotopi naturali), esistono oggi un gran numero di isotopi artificiali, cioè prodottidall'uomo. Gli isotopi presenti <strong>in</strong> natura sono quasi tutti stabili. Tuttavia, alcuni isotopi naturali, e quasi tuttigli isotopi artificiali, presentano nuclei <strong>in</strong>stabili, a causa di un eccesso di protoni e/o di neutroni. Tale<strong>in</strong>stabilità provoca la trasformazione spontanea <strong>in</strong> altri isotopi, accompagnata da emissione di radiazioniionizzanti. In presenza di questo fenomeno si parla di isotopi radioattivi. La trasformazione di un atomoradioattivo porta alla produzione di un altro atomo, che può essere anch'esso radioattivo oppure stabile. Essaé normalmente conosciuta come “decadimento” e, a seconda dei casi, può completarsi <strong>in</strong> tempi estremamentebrevi o estremamente lunghi (tempo di vita media). Col trascorrere dei millenni, la maggior parte deglielementi naturali radioattivi, attraverso il processo di decadimento, hanno cessato di essere tali. Tuttavia,esistono ancora oggi <strong>in</strong> natura alcuni isotopi radioattivi, e non é cessato l'apporto esterno di radioattivitàprodotto dal bombardamento di raggi cosmici a cui siamo tuttora sottoposti. Ecco perché tutto quello che cicirconda é "naturalmente" radioattivo. Esistono tre diversi tipi di decadimenti radioattivi, che si differenzianoil base alla particella emessa, dunque <strong>in</strong> base alla radiazione prodotta:Radiazione Alfa: riguarda emissioni di nuclei di elio (due protoni + due neutroni), da parte di atomi nei cu<strong>in</strong>uclei sono generalmente contenute quantità eccessive di protoni e neutroni. Ciò che rimane è un atomo dalcui nucleo mancheranno, ovviamente, due protoni e due neutroni rispetto a quello orig<strong>in</strong>ario. Tale elemento


potrà rimanere un isotopo ancora <strong>in</strong>stabile o raggiungere la stabilità. Le radiazioni alfa, per loro natura, sonopoco penetranti e possono essere completamente bloccate da un semplice foglio di carta o dalla pelle.Radiazione Beta: consiste nell’emissione di elettroni da parte di atomi nei cui nuclei sono contenute quantitàeccessive di neutroni. In particolare, uno dei neutroni del nucleo si dis<strong>in</strong>tegra <strong>in</strong> un protone e nell’elettroneche viene emesso assieme ad un neutr<strong>in</strong>o (beta +) o ad un ant<strong>in</strong>eutr<strong>in</strong>o (beta -). Tale dis<strong>in</strong>tegrazionetrasforma l’atomo <strong>in</strong>teressato <strong>in</strong> un isotopo con un protone (<strong>in</strong> più) che ha preso il posto di un neutrone (<strong>in</strong>meno) all’<strong>in</strong>terno del suo nucleo. Le radiazioni beta sono più penetranti di quelle alfa, ma possono esserecompletamente bloccate da piccoli spessori di materiali metallici (ad esempio, pochi millimetri di allum<strong>in</strong>io).Radiazione Gamma: a differenza delle radiazioni alfa e beta, che sono di tipo corpuscolare e dotate di carica(positiva le alfa, negativa le beta), la radiazione gamma risulta essere l’emissione di un’onda elettromagnetica(fotone) molto più energetica della luce o dei raggi X. Spesso la radiazione gamma accompagna unaradiazione alfa o una radiazione beta. Infatti, dopo l'emissione alfa o beta, il nucleo, ancora eccitato per losquilibrio energetico subito, si libera rapidamente del surplus di energia attraverso l'emissione di unaradiazione gamma tale da fargli raggiungere una situazione di equilibrio. Al contrario delle radiazioni alfa ebeta, la grande energia contenuta nelle radiazioni gamma le rende molto penetranti, e per bloccarleoccorrono rilevanti spessori di materiali ad elevata densità come il piombo.I meccanismi di <strong>in</strong>terazione delle suddette radiazioni con la materia sono diversi a seconda del tipo diradiazione, della sua energia e delle caratteristiche del materiale attraversato. Ne segue una diversa capacitàdi penetrazione dei vari tipi di radiazioni nei vari materiali. Sostanzialmente la radiazione <strong>in</strong>teragisce con lamateria trasferendo ad essa energia attraverso ionizzazioni ed eccitazioni degli atomi e delle molecole delmezzo attraversato.Fig. 1 - Schema della capacità di penetrazione delle radiazioni Alfa, Beta e GammaIn atmosfera, la radioattività ha tre fonti pr<strong>in</strong>cipali: raggi cosmici, radioattività atmosferica naturale,radioattività prodotta da attività umane.Le prime due fonti costituiscono la radioattività atmosferica di fondo che viene rilevata <strong>in</strong> ogniradiosondaggio; una fonte artificiale può generarne variazioni anche notevoli. Mediamente, al livello delsuolo, l’<strong>in</strong>tensità della radiazione naturale varia da 0.025 a 0.09 µGy/h, cresce con l’altezza f<strong>in</strong>o araggiungere valori compresi tra 5 e 8 µGy/h per poi tornare a decrescere [5, 6, 7].Unità di misura della radioattivitàNel Sistema Internazionale (SI) l’unità di misura dell’<strong>in</strong>tensità della radiazione è il “Grays per ora” (Gy/h), doveil “Gray”, espressione di una forza su una massa (Joule/Kg), è l’unità di misura della dose di radiazioneassorbita dalla materia se sottoposta a radiazione ionizzante. La misura della radioattività <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di Gy/h,riferendosi alla quantità di energia assorbita dalla materia, presc<strong>in</strong>de dalla valutazione degli effetti che taleenergia determ<strong>in</strong>a su di essa. A tale scopo è stato def<strong>in</strong>ito il fattore RBE (Relative Biological Effectiveness) che,


moltiplicato per la quantità di dose assorbita, fornisce una nuova unità di misura: il Sievert (Sv), detta “doseequivalente assorbita” (1 Sv = 1 Gy*RBE). Il fattore RBE varia a seconda del tipo di radiazione: per raggigamma, raggi X e raggi beta il fattore RBE risulta pari ad 1, mentre per particelle alfa il fattore può assumereun valore compreso tra 10 e 20. Un’altra unità di misura della radioattività del SI che non tiene conto nédell’energia, né dei suoi effetti sulla materia, è il Becquerel (Bq), ovvero il numero di decadimenti al secondo.Lo strumento più comune per misurare il numero di eventi ionizzanti <strong>in</strong> un volume è il contatore Geiger-Müller (GM). Esso tuttavia non può misurare l’energia delle particelle rilevate, né la quantità di carica da esseprodotte. Dunque, <strong>in</strong> generale, risulta improprio riferire una misura effettuata da un contatore GM ad una<strong>in</strong>tensità di dose di esposizione (o di esposizione equivalente) assorbita. Tuttavia <strong>in</strong> laboratorio si possonodeterm<strong>in</strong>are delle curve sperimentali di equivalenza riferendosi ad un elemento specifico, come ad esempio ilCesio 137. La misura ottenuta con un contatore GM può essere <strong>in</strong>vece riferita ad un equivalente valore <strong>in</strong>Becquerel, se è nota la sensibilità del contatore. Tale sensibilità dipende <strong>in</strong> modo proporzionale dal volumedel sensore e dalla trasparenza delle sue pareti.Metodologia della misuraLa misura della radioattività atmosferica, eseguita presso ilReSMA <strong>in</strong> località Vigna di Valle (42°06’ N, 12°06’E), è stata effettuata tramite radiosonde RS92 SPG Vaisala (misura dei parametri standard: temperatura,umidità, pressione, direzione e velocità del vento), <strong>in</strong>tegrate da uno specifico sensore (NSS921), costituito dadue tubi Geiger-Muller (G-M). Il primo misura solo la radiazione gamma, mentre l’altro misura sia la gammache la beta (> 0.25 MeV). La radiazione che attraversa le pareti del tubo, <strong>in</strong>teragisce con il gas <strong>in</strong> essocontenuto producendo particelle ionizzate che vengono rilevate <strong>in</strong> base alle piccole scariche elettriche daesse prodotte ed opportunamente amplificate. Il livello di radiazione è fornito dal numero di particelleionizzate, rilevate al secondo (count per second - cps) [8, 9].La sonda completa di sensore per la radioattività viene rilasciata <strong>in</strong> atmosfera agganciata ad un pallone dilattice biodegradabile gonfiato con una quantità di elio sufficiente a far salire il tutto ad una velocitàapprossimativamente costante pari a 5 m/s. A terra il sistema DigiCORA III MW 21 permette la ricezione el’elaborazione dei dati. Un andamento tipico del profilo verticale beta e gamma è illustrato <strong>in</strong> fig. 2. Il graficoproposto mostra <strong>in</strong> tempo reale le misure di temperatura, radiazione gamma e radiazione beta, effettuatedella sonda lanciata alle ore 13:00 del 15 dicembre 2010. Nello specifico caso, tale aerosondaggio raggiunsel’altezza massima di 33.750 metri (6 hPA) <strong>in</strong> 6836 secondi.


Fig. 2 - Sondaggio del 15-12-2010 (ore 13:00): profili verticali di temperatura, radiazione gamma eradiazione beta, ottenuti <strong>in</strong> tempo reale dal sistema Digicora III MW 21.Analisi dei datiNei radiosondaggi effettuati dal 2006 al 2010, l’altezza massima raggiunta <strong>in</strong> atmosfera dalla radiosonda èstata di 34.200 metri (sondaggio del 12 ottobre 2010); mediamente l’altezza raggiunta dagli altri sondaggipresi <strong>in</strong> esame è pari a 30.000 metri.Dai dati raccolti ed analizzati si è potuto constatare che la radiazione beta raggiunge il suo massimo <strong>in</strong>tornoai 5 cps, mentre quella di tipo gamma ha il suo massimo <strong>in</strong>torno ai 10 cps. Entrambi i massimi siraggiungono ad una quota compresa tra i 15 Km ed i 22 Km. Tali profili verticali,<strong>in</strong> base alla curvasperimentale di relazione tra cps e Gy/h (riferita al Cesio 137) fornita dalla Vaisala, risultano consistenti conla distribuzione della radiazione naturale di fondo prevalentemente orig<strong>in</strong>ata dai raggi cosmici [8].Il contributo più <strong>in</strong>gente dei raggi cosmici che, dallo spazio attraversano l’atmosfera, dipende dall’altitud<strong>in</strong>e<strong>in</strong> ragione delle due componenti denom<strong>in</strong>ate radiazione primaria e secondaria. La radiazione cosmicaprimaria è costituita da particelle di carica positiva emesse dai corpi stellari, <strong>in</strong> gran parte protoni e positroni(elettroni con carica positiva), dirette verso la terra percorrendo traiettorie più o meno lunghe a secondadell’energia a disposizione. In prossimità della terra esse sono soggette all'azione deviante del campomagnetico terrestre il quale permette solo a quelle dotate di elevata energia di giungere al livello del suolo. Iraggi cosmici secondari sono generati dall'<strong>in</strong>terazione di quelli primari con l'atmosfera terrestre. Gli urti tra leparticelle ad alta energia e gli atomi presenti nell'aria, producono sciami di radiazioni secondarie (mesoni,elettroni, fotoni, protoni e neutroni). A loro volta le nuove particelle possono creare altre radiazioni cosicchéda un s<strong>in</strong>golo raggio primario si può formare uno sciame di milioni di particelle secondarie. I raggi cosmiciprimari vengono quasi totalmente assorbiti nello strato più alto dell'atmosfera dove, a causa della bassissimadensità dell’aria, la moltitud<strong>in</strong>e di particelle, sebbene altamente energetiche, hanno a disposizione pochemolecole con cui collidere per produrre radiazione ionizzata. Intorno ai 20 km dal livello del mare, i raggicosmici sono quasi <strong>in</strong>teramente di natura secondaria. La dose generata dai raggi cosmici aumenta qu<strong>in</strong>didall'estremo limite dell'atmosfera f<strong>in</strong>o a raggiungere un massimo <strong>in</strong>torno alla quota di 20 km, (dove siottimizza l’<strong>in</strong>terazione dovuta alla presenza di particelle energetiche e la densità di molecole ionizzabili)dovuto alla crescita della componente secondaria pur considerando la suddetta dim<strong>in</strong>uzione di <strong>in</strong>tensità della


adiazione primaria. Sotto i 20 km anche le particelle secondarie subiscono una progressiva attenuazione sia<strong>in</strong> numero che <strong>in</strong> energia e, pur aumentando la presenza di molecole ionizzabili, la dose decresce.In fig. 3 sono rappresentati i profili verticali della radiazione beta (l<strong>in</strong>ee tratteggiate) e della radiazionegamma (l<strong>in</strong>ee cont<strong>in</strong>ue) rilevati <strong>in</strong> sei sondaggi effettuati tra il 2008 ed il 2010. In tale grafico l’atmosfera èstata suddivisa <strong>in</strong> strati di spessore pari a 80 metri e, per ogni strato, è stato riportato il valore mediano <strong>in</strong>esso calcolato, relativamente ai due tipi di radiazione. Tale operazione ha permesso di rappresentare tutti isondaggi rispetto ad un unico asse verticale, nonché di migliorare la leggibilità del grafico stesso. L’uso dellamediana, anziché della media, permette di avere, <strong>in</strong> ogni strato, una statistica robusta.Fig. 3 – Profili verticali della radiazione beta (l<strong>in</strong>ee tratteggiate) e della radiazione gamma (l<strong>in</strong>ee cont<strong>in</strong>ue)rilevati <strong>in</strong> alcuni sondaggi effettuati tra il 2008 ed il 2010.ConclusioniI sondaggi atmosferici effettuati a Vigna di Valle dal 2008 al 2010 evidenziano un andamento molto regolaree stabile della radioattività atmosferica di fondo. Le differenze tra le misure ottenute nei vari sondaggirisultano essere di entità m<strong>in</strong>ima e pertanto i profili verticali della radiazione, f<strong>in</strong>ora acquisiti, possono essereutilizzati per def<strong>in</strong>ire un profilo medio di riferimento rappresentativo della radiazione atmosferica di fondo ditipo beta e gamma. Un monitoraggio cont<strong>in</strong>uo di suddetti parametri, grazie al confronto con il profilo diriferimento, consentirebbe una tempestiva valutazione del rischio nucleare e delle sue eventuali ricadute sullapopolazione.R<strong>in</strong>graziamentiPer le preziose <strong>in</strong>formazioni di carattere storico citate nel primo paragrafo, gli autori desiderano r<strong>in</strong>graziare ilSig. Luigi Spadacenta, membro del Servizio Meteorologico dell’<strong>Aeronautica</strong> <strong>Militare</strong>.Reparto di Sperimentazioni di Meteorologia <strong>Aeronautica</strong>PDC: Cap. Vergari Stefania (vergari@meteoam.it)


to contct: vergari@meteoam.ifoti@meteoam.itBibliografia[1] http://www.wmo.<strong>in</strong>t/pages/prog/arep/gaw/gaw_home_en.html[2] Pavesi B. e al., “Il pulviscolo atmosferico <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>ante e tracciante: <strong>in</strong>dirizzi, metodi di lavoro e risultati dialcune <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i sperimentali”. Rivista di Meteorologia <strong>Aeronautica</strong>, Vol. XXXV, N.4 (1975).[3] Dietrich E. e al., “Radioattività atmosferica: cenni di misure ed analisi effettuate <strong>in</strong> Italia negli ultimi 25anni”. Atti del convegno sulle attività di sorveglianza dell’<strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento atmosferico <strong>in</strong> Italia. <strong>Aeronautica</strong><strong>Militare</strong>, OSSMA, Vigna di Valle (1984).[4] Giannoccolo S. e al., “Contributo al monitoraggio del sistema climatico ad allo studio dell’atmosfera”.Rivista di Meteorologia <strong>Aeronautica</strong> - Sommario Climatologico, Anno 59°, supplemento ai NN. 3-4 (1999).[5] Hodgson P. E. & al., Introductory Nuclear Physics. Clarendon Press, 1997.[6] Knoll G. F., Radiation Detection and Measurement. John Wiley & Sons, 2010.[7] Turner J. E., Atoms, Radiation, and Radiation Protection. Wiley-VCH, 2007.[8] Vaisala, Radioactivity Sound<strong>in</strong>g with Digital Vaisala Radiosonde RS92 - USER'S GUIDE. Ref. CodeM210616EN-A, 2006.[9] Vaisala, User’s Guide for RS92 SGP Radiosondes. Ref. Code M210295en-A, June 2003.Autore : Magg. Foti F., Cap. Vergari S., M.llo Pascucci L.

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