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Abbasso la repubblica borghese abbasso la sua costituzione

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ABBASSO LA REPUBBLICA BORGHESE ABBASSO LASUA COSTITUZIONEIntroduzioneVi chiederete perché proporre un testo del primo dopoguerra; può forseun articolo vecchio di oltre cinquant’anni aiutarci a conoscere meglio <strong>la</strong>società contemporanea? Evidentemente, se abbiamo deciso dipubblicarlo, <strong>la</strong> nostra risposta è si. La convinzione da cui partiamo è cheanche il lettore, nel corso del<strong>la</strong> <strong>sua</strong> esplorazione del testo, avrà modo dicogliere <strong>la</strong> fondatezza del<strong>la</strong> nostra ipotesi.Il tema principale dell’articolo, da noi ripescato nel mare magnum deitesti del<strong>la</strong> sinistra, ruota intorno al<strong>la</strong> fase costitutiva dell’attuale Statoitaliano post-fascista. E’idea generalizzata che <strong>la</strong> <strong>costituzione</strong> delloStato italiano, “che si vuole nato dal<strong>la</strong> resistenza, fondato sul <strong>la</strong>voro esul<strong>la</strong> presunta uguaglianza giuridica dei cittadini, sia un testo moltoavanzato; per questo motivo <strong>la</strong> <strong>sua</strong> piena realizzazione renderebbel’Italia un paese migliore e più giusto”.Nell'’articolo del 1947 è demistificata all’origine una tale visione fasul<strong>la</strong>e stucchevole, attraverso il disve<strong>la</strong>mento del carattere intrinsecod’impostura e inganno sociale ce<strong>la</strong>ti dietro <strong>la</strong> novel<strong>la</strong> <strong>costituzione</strong>democratica.Come sempre una mezza verità (l’Italia è una <strong>repubblica</strong> fondata sul<strong>la</strong>voro), ha lo stesso effetto illusionistico di una bugia intera. Infatti ilnostro articolo del 1947 ricorda che bisogna aggiungere il terminesa<strong>la</strong>riato al <strong>la</strong>voro neutro e angelicato, su cui i padri costituentivolevano fondare <strong>la</strong> nuova republichetta italica. Si tratta solo di unasemplice definizione, eppure essa fa <strong>la</strong> differenza, poiché il diavolo sinasconde nei dettagli, e quel piccolo dettaglio ci sve<strong>la</strong> <strong>la</strong> naturaschiavistica del nuovo stato democratico costituzionale, sorto incontinuità d’amorosi sensi con il precedente Stato fascista totalitario.Al<strong>la</strong> fine di quell’articolo, in un sussulto di disgusto e di rabbia, sistigmatizza l’ipocrisia di una Costituzione che sbandiera <strong>la</strong> tute<strong>la</strong> dei“diritti del cittadino”, consentendo al contempo <strong>la</strong> schiavitù del cittadinoproletario, destinato a vivere di <strong>la</strong>voro sa<strong>la</strong>riato se non vuole crepare difame. I regimi schiavistici che hanno preceduto l’attuale società<strong>borghese</strong>, invece, non avvertivano l’esigenza di abbellire con vuote eipocrite formule giuridiche l’inferno in cui si consumava <strong>la</strong> vita delle


c<strong>la</strong>ssi subordinate. Lo schiavo sapeva d’essere tale, non s’illudevad’avere uguali diritti di fronte al<strong>la</strong> legge fatta dai suoi padroni, e quindialmeno <strong>la</strong> corretta percezione del<strong>la</strong> <strong>sua</strong> condizione d’inferiorità socialenon gli era sottratta dai suoi sfruttatori. Certamente esistevano delleideologie miranti a giustificare <strong>la</strong> servitù di <strong>la</strong>rghi strati sociali,nondimeno <strong>la</strong> condizione di servitù era definita come tale e nonedulcorata con <strong>la</strong> triste favo<strong>la</strong> del libero scambio fra forza-<strong>la</strong>voro esa<strong>la</strong>rio. Molto illuminante, in questo senso, è <strong>la</strong> descrizione marxistadelle forme mentali assunte dai rapporti sociali, all’interno del modo diproduzione feudale,”Qui, invece dell'uomo indipendente, troviamo chetutti sono dipendenti: servi del<strong>la</strong> gleba e padroni, vassalli e signorifeudali, <strong>la</strong>ici e preti. La dipendenza personale caratterizza tanto irapporti sociali del<strong>la</strong> produzione materiale, quanto le sfere di vita su diessa edificate. Ma proprio perché rapporti personali di dipendenzacostituiscono il fondamento sociale dato, <strong>la</strong>vori e prodotti non hannobisogno di assumere una figura fantastica differente dal<strong>la</strong> loro realtà: sirisolvono nell'ingranaggio del<strong>la</strong> società come servizi in natura eprestazioni in natura. La forma naturale del <strong>la</strong>voro, <strong>la</strong> <strong>sua</strong>partico<strong>la</strong>rità, è qui <strong>la</strong> <strong>sua</strong> forma sociale immediata, e non <strong>la</strong> <strong>sua</strong>generalità, come avviene sul<strong>la</strong> base del<strong>la</strong> produzione di merci. Lacorvée si misura col tempo, proprio come il <strong>la</strong>voro produttore di merci,ma ogni servo del<strong>la</strong> gleba sa che quel che egli aliena al servizio del suopadrone è una quantità determinata del<strong>la</strong> <strong>sua</strong> forza-<strong>la</strong>voro personale.La decima che si deve fornire al prete è più evidente del<strong>la</strong> benedizionedel prete. Quindi, qualunque sia il giudizio che si voglia dare dellemaschere nelle quali gli uomini si presentano l'uno all'altro in quelteatro, i rapporti sociali delle persone appaiono in ogni modo comeloro rapporti personali, e non sono travestiti da rapporti sociali dellecose, dei prodotti del <strong>la</strong>voro”. Marx: Il Capitale: il carattere di feticciodel<strong>la</strong> merce e il suo arcano.Il modo di produzione feudale, dunque, proprio essendo una forma didominio personale dell’uomo sull’uomo non ha ce<strong>la</strong>to, e non potevace<strong>la</strong>re, i rapporti sociali reali fra le persone sotto <strong>la</strong> parvenza illusoria dirapporti sociali delle cose (come avviene nel modo di produzioneattuale). Ogni servo del<strong>la</strong> gleba sa quel che egli aliena al servizio delsuo padrone, scrive Marx, diversamente da quello che accade almoderno schiavo sa<strong>la</strong>riato nel teatro sociale contemporaneo. Mercecontro merce, <strong>la</strong>voro contro sa<strong>la</strong>rio: questa è <strong>la</strong> recita che trova


appresentazione sul palco del libero mercato, ma una volta tolta <strong>la</strong>maschera e il trucco, <strong>la</strong> recita si sve<strong>la</strong> per quello che è: un modo diproduzione fondato sull’alienazione capitalistica del <strong>la</strong>voro; e quindisul<strong>la</strong> produzione di merci in cui è incorporata <strong>la</strong> preziosa sostanzavalorificante, il <strong>la</strong>voro, e quel<strong>la</strong> parte ancora più preziosa: il plus<strong>la</strong>voro/plus-valore,ossessivamente desiderata dal capitale, così come unamante desidera incessantemente l’oggetto del suo amore perduto. Checosa aggiungere, il nostro odierno partitaccio, il partito democratico, haimpostato un intera campagna propagandistica sul motto “<strong>la</strong>voro,<strong>la</strong>voro, <strong>la</strong>voro”, e poiché il lupo perde il pelo ma non il vizio, anche gliattuali epigoni del vecchio e abbietto partito stalinista, dimenticano dispecificare che in questa società capitalistica non di <strong>la</strong>voro in generale sitratta, ma di un ben preciso tipo di <strong>la</strong>voro, definito - guarda caso - con ilnome di sa<strong>la</strong>riato. Il capitale ha bisogno di ritornare a macinare profitti,e quindi il <strong>la</strong>voratore prossimo venturo, cui il partitaccio democraticoassicura insistentemente ‘<strong>la</strong>voro, <strong>la</strong>voro, <strong>la</strong>voro’, marcia gioiosamenteverso un futuro in cui dovrà sgobbare sempre di più in cambio di minoridiritti e retribuzioni inferiori al passato. L’Europa ci ha promosso,dichiara con zelo petu<strong>la</strong>nte il caro presidente del consiglio Letta,possiamo quindi esultare di soddisfazione insieme ai milioni didisoccupati, ai precari, e agli anziani privi d’assistenza sanitaria cheformano, insieme ai pochi privilegiati di questo regime demente,l’attuale società italiana erede del<strong>la</strong> <strong>costituzione</strong> fondata sul <strong>la</strong>voro. Ilpresidente Napolitano, un tempo fiero e convinto esponente delpartitaccio stalinista, continua imperterrito ad invocare come un discorotto le riforme necessarie al ri<strong>la</strong>ncio dell’economia nazionale e alsuperamento dell’emergenza <strong>la</strong>voro. Quanta solerzia e sincerapreoccupazione in quelle a<strong>la</strong>te parole.Ci permettiamo di tradurre per i poveri di comprendonio - e anche dispirito – il senso autentico delle argute e <strong>la</strong>crimevoli esortazioniquirinalizie: il presidente Napolitano chiede al par<strong>la</strong>mento di lubrificaree razionalizzare rapidamente il meccanismo dello sfruttamentocapitalistico, al fine di consentire al<strong>la</strong> borghesia di ritornare a macinareprofitti. Nell’arco di tempo che va dal<strong>la</strong> fondazione costituzionaledell’attuale repubblichetta all’attuale momento politico-economico pocoè cambiato nel<strong>la</strong> sostanza dei rapporti sociali, <strong>la</strong> conservazione del<strong>la</strong>voro schiavistico è sempre al centro dei nobili sentimenti dei padridel<strong>la</strong> patria, e noi siamo sempre più convinti del vecchio motto ‘il lupo


perde il pelo ma non il vizio’. Il capitale, vero proprio ‘lupus in fabu<strong>la</strong>’,tira i fili dei vari burattini che si affannano a servirlo con zelo dai piùalti scranni istituzionali a più umili incarichi sbirreschi, e infine <strong>la</strong> gioiadel padrone si riflette sempre negli occhi adoranti dei suoi servisciocchi.PROMETEORIVISTA MENSILE DEL PARTITO COMUNISTA INTERNAZIONALISTAArticolo apparso nel 1947Il dibattito sul<strong>la</strong> <strong>costituzione</strong> del<strong>la</strong> <strong>repubblica</strong> italiana è stato già definitocome un compromesso tra ideologie diverse e contrastanti. La sottile malignitàdi Nitti 1 ha distribuito al<strong>la</strong> massa dei suoi tanto più giovani colleghi unaautorevole patente di asinità, scherzando sul<strong>la</strong> combine di morale cristiana edialettica marxista. Non meno ovviamente si risponde che <strong>la</strong> politica non è chel’arte del compromesso, che il problema dell’oggi non è che politica –politique d’abord – e che le questioni di principio erano di moda trent’anni fa.Oggi tutti quelli che di politica fanno professione le considerano fuori corso, esi sentono ad ogni passo anche vecchi militanti di sinistra chiedere con ariastanca di raffinati: non vorrete mica fare tra le masse questioni di teoria?!Lasciamo dunque per un momento da parte le dottrine e il chiaro assuntoche quel<strong>la</strong> religiosa e quel<strong>la</strong> socialista sono incompatibili. Segnano solo uninnegabile punto di vantaggio a questo riguardo che i cristiani e i credenti ingenere sono in grado di vantare sui sedicenti marxisti. Chi segue un sistemareligioso è dualista, ossia pone su due piani e in due mondi distinti i fatti dellospirito e quelli del mondo materiale. Sui dogmi oggetto di fede non transige, epuò benissimo tenerli salvi ed indenni nel settore spirituale e teorico mentre famercati nel campo degli atti pratici, dei fatti interessi materiali. Questovantaggio sta al<strong>la</strong> base del<strong>la</strong> grande forza storica del<strong>la</strong> Chiesa, duttile evolubile nel<strong>la</strong> <strong>sua</strong> politica e nel<strong>la</strong> <strong>sua</strong> attività sociale, rigidissima sui capisaldidel<strong>la</strong> teologia. Quindi il cristiano, che come militante politico addiviene almiscuglio di opposte direttive nelle questioni dello stato terreno, e dei rapportitra le c<strong>la</strong>ssi e i partiti, non tradisce i suoi principi, o almeno non è corretto adammettere di averne subordinato il rispetto a questiono di bassa convenienza.Così non è per il marxista, il cui sistema si basa sul<strong>la</strong> direttiva delleideologie dallo stesso mondo materiale in cui si svolgono i fatti, e i rapporti1 Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia, più volteministro.


degli interessi che divengono forze reali. Questi non possiede una comodacassaforte dove riporre, mentre fa commercio di fatto con i propri avversari nelcampo pratico, una intatta dottrina. Quando i delegati degli opposti partiti edelle opposte c<strong>la</strong>ssi trafficano tra loro e convergono su un accordo intermedioalle loro posizioni di partenza, chi segue o dice di seguire il materialismostorico non ha il diritto di contestare che sia avvenuto il “commercio diprincipi” rimproverato da Marx ed Engels ai programmi socialdemocratici 2 .Poiché al<strong>la</strong> pratica, al<strong>la</strong> effettiva meccanica del<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione, non può noncorrispondere nei cervelli, una eguale frammistione e contaminazione delleopinioni.&&&procuriamo dunque di vedere alcune delle questioni più notevoli su cui sidiscute a proposito del<strong>la</strong> nuova <strong>costituzione</strong>, senza sfondare <strong>la</strong> porta aperta chei testi di compromesso che vengono fuori dal<strong>la</strong> discussione, e meglio dal<strong>la</strong>manovra, sono dal punto di vista teorico semplicemente pietosi nel<strong>la</strong> sostanzacome nel<strong>la</strong> forma; ma attenendoci ai rapporti concreti e al gioco delle forzestoriche.Vi è <strong>la</strong> questione del<strong>la</strong> <strong>la</strong>icità dello stato, ridotta al cavillo di menzionare omeno in un articolo del<strong>la</strong> <strong>costituzione</strong> il patto tra l’Italia e il Papato stipu<strong>la</strong>toda Mussolini 3 , che però tutti d’accordo nel volere rispettato.Nul<strong>la</strong> di più esatto, storicamente, che dichiarare chiusa <strong>la</strong> questioneromana, e nul<strong>la</strong> di più vano e sterile che il voler risuscitare su di questo puntoil vecchio schieramento dei blocchi anticlericali secondo il metodo che isocialisti marxisti già liquidarono prima del 1914 rompendo<strong>la</strong> con le ideologiee <strong>la</strong> politica del<strong>la</strong> borghesia massonica. A tal proposito entrambi i partitisocialisti hanno dimostrata <strong>la</strong> stessa vuotaggine, ed il contenuto veramentereazionario e di estrema destra di tutto lo schieramento, che condividono con igruppetti <strong>repubblica</strong>ni e consimili, e qualche cadavere di liberale.La questione è storicamente superata su sca<strong>la</strong> sociale se si considera <strong>la</strong>generale evoluzione del capitalismo e del<strong>la</strong> Chiesa, e soprattutto su sca<strong>la</strong>locale se si pone mente alle vicende dello stato italiano.La rivoluzione <strong>borghese</strong> che instaurò <strong>la</strong> democrazia trovò come ostacolo edavversario di prima forza <strong>la</strong> chiesa, in quanto <strong>la</strong> organizzazione,l’inquadramento gerarchico di questa, e <strong>la</strong> stessa <strong>sua</strong> vasta funzioneeconomica, facevano blocco con il regime delle aristocrazie feudali. La dura2 La Critica del Programma di Gotha (1875) è in sostanza <strong>la</strong> critica delle posizioni<strong>la</strong>ssalliane.3 Patti Lateranensi è il nome con cui sono noti gli accordi di mutuo riconoscimentotra il Regno d'Italia e <strong>la</strong> Santa Sede sottoscritti l'11 febbraio 1929


lotta economica e sociale si rifletté in una lotta ideologica, sicché <strong>la</strong> filosofia<strong>borghese</strong> fu antireligiosa e <strong>la</strong> politica del<strong>la</strong> vittoriosa e giovane c<strong>la</strong>ssecapitalista fu antichiesastica. I tentativi di restaurazione del vecchio regimetrovarono solidale <strong>la</strong> chiesa, e quindi tutte le misure del<strong>la</strong> borghesia nelrafforzare le proprie conquiste di c<strong>la</strong>sse furono decisamente anticlericali.Tuttavia quando il clero comprese che non era più possibile evitaresocialmente il trionfo del capitalismo, esso cessò di scomunicarlo, e ovunquesi affiancò, in un processo più o meno complicato nei dettagli, al nuovo cetoprivilegiato. Il contrasto teorico tra <strong>la</strong> religione e i fondamenti del<strong>la</strong> economiae del<strong>la</strong> politica <strong>borghese</strong> prima si sbiadì, poi scomparve, come riflesso del<strong>la</strong>alleanza tra gli stati maggiori del capitale e del<strong>la</strong> chiesa. Non staremo ariportare <strong>la</strong> dimostrazione, esatta, che non vi è contrasto tra l’etica e il dirittocapitalistico ed una visione fideistica.La c<strong>la</strong>sse operaia, alleata rivoluzionaria del<strong>la</strong> borghesia nascente fu a lungotrascinata sullo s<strong>la</strong>ncio di un giacobismo letterario e retorico, e il succo del<strong>la</strong>politica massonica fu di fare di questo mangiapretismo un diversivo al<strong>la</strong> lottadi c<strong>la</strong>sse ed una maschera al vero obiettivo che <strong>la</strong> politica proletaria, una voltauscita di minorità ed acquistato un moto storico autonomo, trovavanell’abbattimento del privilegio economico e sociale.In Italia tale svolgimento ebbe ben noti aspetti partico<strong>la</strong>ri. Lo statonazionale non si era formato nel periodo pre<strong>borghese</strong>, e tra le cause vi era ilfatto che in Italia aveva <strong>la</strong> massima chiesa a base mondiale. La giovaneborghesia unitaria fu tremendamente antipapale e anticattolica: nel 1848 nonesitò ad espellere il papa da Roma, nel 1870 fece quel che tutti sappiamo 4 .La chiesa cattolica fu costretta a compiere in Italia al rallentatore <strong>la</strong> <strong>sua</strong>manovra storica generale di benedire l’avvento dei regimi capitalistici econciliarsi con essi. Da Cavour a Mussolini, finalmente ci arrivò come in tuttigli altri paesi aveva fatto.Una volta di più si dimostrò il carattere del metodo cattolico. Il fascismonei suoi dubbi abbozzi ideologici era inaccettabile nel<strong>la</strong> dottrina per il tentativodi spostare su nuovi miti, con <strong>la</strong> <strong>sua</strong> mistica del<strong>la</strong> nazione e dello stato, i valorireligiosi, cosa che fece poi più radicalmente in Germania. Ma <strong>la</strong> <strong>sua</strong> politicapratica offrì <strong>la</strong> possibilità di consolidare negli istituti presenti l’influenzadell’inquadramento chiesastico, e convenne subito approfittarne. La meccanicafascista e quel<strong>la</strong> cattolica nell’ordine economico sociale conducono infatti aduna stessa prassi conservatrice, e questo era il punto sostanziale.Questo status quo non dà fastidio al<strong>la</strong> attuale repubblichetta il cuiriformismo e progressismo è avviato dal<strong>la</strong> storia sul<strong>la</strong> stessa strada.4 Concilio Vaticano I, il ventesimo ecumenico, che si apre l'8 dicembre 1869, in cui siproc<strong>la</strong>ma l'autenticità del<strong>la</strong> dottrina cattolica e l'infallibilità del papa.


Ma come potrebbe l’attuale governo italiano, senza vera sovranità e senzaforza materiale, più o meno delegato o tollerato dalle grandi forze mondiali,permettersi in questo campo novità ed iniziative? Evidentemente nel nuovoclima storico susseguono a due guerre mondiali, in cui l’organismo <strong>borghese</strong>dirigente italiano si è misurato e si è rotto le costole per sempre, non sitarderebbe ad avere una nuova legge internazionale delle guarentigie, analogaa quel<strong>la</strong> nazionale del 1870 sorta dal<strong>la</strong> rego<strong>la</strong>zione unitaria dei rapporti tra ivari stati e regioni cattoliche del<strong>la</strong> peniso<strong>la</strong> con il Vaticano. Questo porrebbepiù quale un pari contraente di fronte all’Italia, come nel<strong>la</strong> puerile finzione delfamoso articolo 7, ma in un piano superiore.Nel<strong>la</strong> moderna fase totalitaria del capitalismo è facile prevedere unarego<strong>la</strong>zione pianificata mondiale anche del fattore religioso. Al fiancodell’ONU vedremo probabilmente una U.C.O. (United ChurchesOrganisation).La Chiesa di Roma non si trova a control<strong>la</strong>re <strong>la</strong> maggioranza dei credentinelle più potenti nazioni del mondo, America, Inghilterra, Russia. Essa nonpuò non aspirare ad una funzione unitaria cristiana. Nel<strong>la</strong> <strong>sua</strong> azione politicachiama oggi i partiti che inspira “democratici cristiani”, “cristiani sociali”,“popo<strong>la</strong>ri”, mai “cattolici”. Con ciò al solito non elude <strong>la</strong> <strong>sua</strong> dottrina, poiché<strong>la</strong> riforma fu questione di dogma e di rito, ma l’etica sociale può essere <strong>la</strong>stessa per tutti i cristiani, se non per tutti i religiosi. Quindi gli abbozzi che siebbero dopo l’altra guerra per una Chiesa unitaria avranno a ripetersi, sottonuova forma, e già si par<strong>la</strong> di una Internazionale cristiana. Un grande paese inmaggioranza cattolico, <strong>la</strong> Francia, che sembrava qualche decennio faguadagnato all’ateismo militante, ha visto sorgere dal nul<strong>la</strong> un potente partitocattolico.Nel<strong>la</strong> nostra visione marxista noi consideriamo invece storicamente che lechiese riformate sorsero in corrispondenza di una adesione anticipata delfideismo al mondo <strong>borghese</strong> che nasceva, ed oggi <strong>la</strong> Chiesa di Romaconciliandosi col regime mondiale del Capitale si mette al passo con queiprecursori. L’ultimo atto di questo svolto storico furono i patti del Laterano.Meravigliarsi che lo Statuto del<strong>la</strong> Repubblica sia più legato al Vaticano diquello del<strong>la</strong> Monarchia è ingenuo. La questione sa di rancido, e in ciò Togliattiha ragione.Lo slogan liberale del <strong>la</strong>icismo fa ridere. Di individui <strong>la</strong>ici si poteva par<strong>la</strong>requando tutta <strong>la</strong> società era control<strong>la</strong>ta da una gerarchia religiosa e i chiericierano in potere di convalidare non solo gli atti politici e giuridici ma anchequelli sco<strong>la</strong>stici e culturali, monopolizzando tali funzioni in un inquadramentostabile e cristallizzato. Tentando di agire fuori di questi rigidi schemi e dirompere il conformismo feroce, ben facevano opera <strong>la</strong>ica Dante, gli umanisti


del Rinascimento, Galileo 5 , Vico 6 , Bruno 7 , Telesio 8 , Campanel<strong>la</strong> 9 , benché diessi alcuni fossero frati. Il primo <strong>la</strong>ico, nel mondo d’occidente, fu Cristo,contro il chiericume degli scribi e dei farisei. Laico dovette essere Cavour e<strong>la</strong>ico lo Stato Albertino 10 , poiché non potevano procedere se non spezzando ipoteri di diritto divino nel<strong>la</strong> peniso<strong>la</strong>, le investiture di Roma e le manomorte.Oggi che il Sil<strong>la</strong>bo più non tuona contro l’economia ufficiale capitalista e ildiritto romano-napoleonico, sotto lo stesso conformista si muovono tutti quelliche, pur vantando intenti riformatori e progressivi non meglio identificati, nonsono schierati in una lotta istituzionale dall’esterno per rovesciare edinfrangere autorità e gerarchia di un ordine costituito.Lo stesso fatto di scrivere una <strong>costituzione</strong> in cento è sintomo di una fase diconformismo. Quando storicamente le costituzioni ebbero una ragione ed uncontenuto, esse seguivano ad una lotta rivoluzionaria, ne erano il riflesso, <strong>la</strong>loro stesura fu rapida e diritta nelle fiamme dell’azione. Sancirono come cartee dichiarazioni di una nuova c<strong>la</strong>sse vincente princìpi in contrasto stridente colpassato, un gruppo omogeneo le affermò e proc<strong>la</strong>mò con ideologie a netticontorni. In epoca successiva le costituzioni “concessive” dei principisegnarono <strong>la</strong> presa di atto di una irrevocabile situazione rivoluzionaria, anche<strong>la</strong>ddove <strong>la</strong> lotta non era stata così aperta e vittoriosa.Oggi tutti quei signori di Montecitorio sono allo stesso grado conformisti.Chierici tutti. Voci “<strong>la</strong>iche” nel senso storico non se ne sono, lì dentro, sentite.Una complicità da congrega li associa, nei loro urti, intrighi e complotti.Nell’atteggiamento dei “comunisti” al<strong>la</strong> Costituente non è grave dunque losmantel<strong>la</strong>mento delle tesi che uno stato <strong>borghese</strong> e democratico-par<strong>la</strong>mentarecome questa povera Italietta possa ben stare sotto le ali del<strong>la</strong> Chiesa,constatazione storica del ponte gettato tra il regime capitalistico e <strong>la</strong> religione.Il grave è <strong>la</strong> pretesa di gettare un altro e ben diverso ponte tra i regimi proletari5 Galileo Galilei è stato un fisico, filosofo, astronomo e matematico italiano,considerato il padre del<strong>la</strong> scienza moderna.6 Giambattista Vico filosofo, storico e giurista italiano.7 Giordano Bruno, filosofo, scrittore e frate domenicano italiano.8 Bernardino Telesio, filosofo e naturalista italiano, iniziatore del<strong>la</strong> nuova filosofiadel<strong>la</strong> natura rinascimentale.9 Tommaso Campanel<strong>la</strong>, filosofo, teologo, poeta e frate domenicano italiano.10 Statuto del Regno o Statuto Fondamentale del<strong>la</strong> Monarchia di Savoia 4 marzo1848, adottato dal Regno sardo-piemontese il 17 marzo 1861, con <strong>la</strong> fondazione delRegno d'Italia, divenne <strong>la</strong> carta fondamentale del<strong>la</strong> nuova Italia unita e rimaseformalmente tale, pur con modifiche, fino al biennio 1944-1946 quando, consuccessivi decreti legis<strong>la</strong>tivi, fu adottato un regime costituzionale transitorio validofino all'entrata in vigore del<strong>la</strong> Costituzione del<strong>la</strong> Repubblica Italiana.


socialisti e il fideismo. Qui <strong>la</strong> rinnegazione del marxismo si ripete e siriconferma.Ne avremo un solo esempio storico ed è <strong>la</strong> Russia. Ivi non solo vi sarebbelibertà di coscienza religiosa (e quale mai posto nel materialismo dialetticotrovano i termini “libertà”, “coscienza”, e <strong>la</strong> loro corre<strong>la</strong>zione?), ma <strong>la</strong> stessaChiesa, avendo rinunziato al<strong>la</strong> difesa del vecchio Regime Zarista di cui eraalleata, viene oggi ammessa dallo Stato, e <strong>la</strong> <strong>sua</strong> propaganda ha col<strong>la</strong>borato inguerra con quel<strong>la</strong> nazionale nello spingere le masse militari al<strong>la</strong> lotta.La questione è di una portata imponente. Essa presenta due conclusioni: oquel<strong>la</strong> di Togliatti che <strong>la</strong> religione e il socialismo non sono in antitesi, o l’altrache siamo in presenza di una nuova prova che il regime di Mosca non ha piùcarattere socialista e proletario. Comunque un’altra verità pacifica è che al finedi <strong>la</strong>nciare milioni di esseri umani nel mattatoio bellico <strong>la</strong> fede nell’oltretombaè un fattore prezioso.Poiché tutti i politici e i giornalisti stanno a chiedersi che cosa pensa il capodei comunisti italiani quando li sorprende – ci vuole poco – colle sue mosse ele sue tesi, ci proveremo a illuminarli col dire che egli, nel raggio del futuropraticamente indagabile dal<strong>la</strong> <strong>sua</strong> mente concreta, si chiede se <strong>la</strong> interchiesamondiale di domani sarà o meno un monopolio e un possente atout del bloccooccidentale. Nel<strong>la</strong> gara a chi potrà con successo maggiore sfruttare <strong>la</strong> vogadell’odio al fascismo e al nazismo, si inserisce un’altra gara, vecchia quanto <strong>la</strong>storia umana, a chi potrà meglio utilizzare, per <strong>la</strong> <strong>sua</strong> bandiera di commercio edi guerra, <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>rità del buon Dio. Purtroppo il cumulo del<strong>la</strong> sagacia del<strong>la</strong>romana curia e del<strong>la</strong> tenacia del pestifero puritanesimo anglosassone ci fannovedere <strong>la</strong> bi<strong>la</strong>ncia pendere dal <strong>la</strong>to opposto a quello palmiresco. Togliatti siinduce a fare un po’ di credito a Dio, De Gasperi avval<strong>la</strong> <strong>la</strong> cambialetta, macon <strong>la</strong> comoda reservatio mentalis che Dio non paga il sabato… Si troverà poisempre un Calosso 11 per credere che ad essere fatto fesso è stato il prete.&&&Troppi spunti offrirebbe nei suoi innumeri e malconnessi articoli il progettodi <strong>costituzione</strong>, e il suo rabberciamento col metodo par<strong>la</strong>mentare, che più chemai mostra di essere putrescente.Si è voluto dare un contenuto comune a tutti i gruppi del presente aggregatopolitico, derivati, come si deve far credere al grosso pubblico,dall’abbattimento del fascismo, trovando una nota, una almeno, accettabile pertutti. Se andiamo in senso contrario al<strong>la</strong> “stato<strong>la</strong>tria” fascista, non ci resta chefare leva sull’Individuo, e sul<strong>la</strong> sacra ed invio<strong>la</strong>bile dignità del<strong>la</strong> personaumana. E dall’altra parte abbozzare al<strong>la</strong> meglio un decentramento burocratico11 Nel 1946 fu eletto deputato al<strong>la</strong> Costituente nelle liste del PSIUP. Nel 1948 fu elettoal<strong>la</strong> Camera dei deputati.


col<strong>la</strong> creazione di altri organi parassitari e confusionisti – se non camorristici –quali saranno le amministrazioni regionali. Temi tutti che si presentano asuggestive illustrazioni.Lasciamo <strong>la</strong> teoria. Mentre le realtà di oggi più che mai dimostrano <strong>la</strong>caratteristica saliente nello irretire, nel soffocare quel povero individuo, quel<strong>la</strong>disgraziata persona, nelle strette senza complimenti dei centri organizzati,mentre gli stessi Stati minori perdono ogni residuo di funzione autonoma intutti i campi ad opera delle pressioni e dei brutali interventi dei grossi mostristatali (vedi per ultimo episodio il colpo di tallone in Grecia e Turchia), qui cicorbelliamo col ricostruire cartaceamente <strong>la</strong> <strong>la</strong>cerata libertà del singolo e del<strong>la</strong>regione.Su quei princìpi “sacri e invio<strong>la</strong>bili” convengono nel nirvana conformisticotutte le multicolori ideologie rappresentate a Montecitorio: trascendentalisti cuioccorre dare all’individuo il libero arbitrio (poiché altrimenti come farebbedopo morto andare all’inferno?); immanentisti che, dal<strong>la</strong> libertà dell’IO diattuarsi nel<strong>la</strong> eticità dello Stato, debbono derivare <strong>la</strong> facoltà di disporre vuoidel proprio patrimonio vuoi del proprio <strong>la</strong>voro, ossia <strong>la</strong> libertà di comprare e divendere tempo umano; materialisti e positivisti che, avendo tra tutti fatto uninforme pasticcio di marxismo, da un <strong>la</strong>to col più volgare cinismo, dall’altrocol<strong>la</strong> più <strong>la</strong>crimogena fi<strong>la</strong>ntropia, non sapevano quale paro<strong>la</strong> più comoda del<strong>la</strong>libertà potesse indurre gli elettori a fare <strong>la</strong> estrema fesseria di designarli aprendere il posto dei gerarchi di Mussolini.Quando una cosa è divenuta sacra e invio<strong>la</strong>bile per tutti, in quanto inquattrocento discorsi non uno tenta di intaccar<strong>la</strong>, questa è <strong>la</strong> prova certa che sene fregano tutti nel<strong>la</strong> stessa suprema misura. Vada questo finale conforto alcittadino elettore che si paga a prezzo da borsa nera <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> cartacostituzionale.&&&Vi è il piatto forte nel contenuto economico e sociale del<strong>la</strong> <strong>costituzione</strong><strong>repubblica</strong>na. Si fa il passo audace di menzionare qua e là insieme al cittadinoanche il <strong>la</strong>voratore. Abbiamo una <strong>repubblica</strong> fondata sul <strong>la</strong>voro, o sui<strong>la</strong>voratori? L’uno e l’altro, in quanto tutti gli stati borghesi odierni sonofondati sullo sfruttamento sia del <strong>la</strong>voro che dei <strong>la</strong>voratori da parte delcapitale. Come le fondazioni sopportano il peso dell’edificio, così i <strong>la</strong>voratoriitaliani tengono sulle spalle il peso di questa <strong>repubblica</strong> fallimentare.Le espressioni letterali sono state felici. La più comoda era stata purtropposfruttata dai fascisti: l’Italia è una <strong>repubblica</strong> sociale.Anche questa evoluzione di attitudini è perfettamente consona a tutto losviluppo del ciclo <strong>borghese</strong>. Angli inizi <strong>la</strong> mentalità e l’ordinamentodemocratico non tollerano che si parli di <strong>la</strong>voratore e non di cittadino, diquestione sociale e non politica. Il cittadino può credere di essere uguale a tutti


gli altri, il <strong>la</strong>voratore capisce di essere uno schiavo. La politica del Capitale èuguaglianza di diritti, <strong>la</strong> <strong>sua</strong> sociologia è lo sfruttamento.Ma in un secolo <strong>la</strong> difensiva <strong>borghese</strong> ha avuto agio di cambiare i suoifronti polemici. Riformismo prima, fascismo dopo, hanno portato sul<strong>la</strong> scenale misure sociali ed il <strong>la</strong>voro. Non riportiamo qui questa dimostrazione, che èal centro di tutto il nostro compito di analisi e di ricerca 12 .Il liberale e il giacobino puro non esistono più. Il sindacato economicoproibito nel<strong>la</strong> prassi iniziale del<strong>la</strong> rivoluzione <strong>borghese</strong> viene prima ammesso,poi corrotto, poi inquadrato nello stato. Il gioco delle iniziative economicheche all’inizio deve per sacro canone (versione diretta di quello sgonfione del<strong>la</strong>invio<strong>la</strong>bilità del<strong>la</strong> persona) essere incontrol<strong>la</strong>to, vede interventi sempre più fittie diretti del potere politico, in nome dell’interesse sociale!Ma al mondo <strong>borghese</strong> liberale puro e social interventista, contrapponiamo,noi socialisti conseguenti, una idealizzazione, una mistica, una demagogia del<strong>la</strong>voro e del <strong>la</strong>voratore? Mai più. Ecco un altro punto che merita di esserechiarito e liberato da ostinate incrostazioni.Quando gli schiavi lottarono per emanciparsi, proposero una <strong>repubblica</strong> dischiavi? Gli operai oggi lottano per una società senza sa<strong>la</strong>riati.È fare filosofia definire il <strong>la</strong>voro come attività umana generale sul<strong>la</strong> naturasenza dedurne subito l’analisi dei diversi rapporti sociali in cui il <strong>la</strong>voro stessosi inquadra. La lotta proletaria non tende ad esaltare ma a diminuire ildispendio di <strong>la</strong>voro, e si basa sulle enormi risorse del<strong>la</strong> tecnica odierna peravanzare verso una società senza sforzi <strong>la</strong>vorativi imposti, in cui <strong>la</strong>presentazione di ciascuno si farà allo stesso titolo con cui si esplica ogni altraattività, abbattendo progressivamente <strong>la</strong> barriera tra atti di produzione e diconsumo, di fatica e di godimento.Non per nul<strong>la</strong> i regimi fascisti par<strong>la</strong>no <strong>la</strong>rgamente di <strong>la</strong>voro, e <strong>la</strong> cartamussoliniana si chiamò carta del <strong>la</strong>voro. La stessa falsa demagogia guida <strong>la</strong>prassi “sociale” dei modernissimi regimi. Dove essi, tutti, scrivono esigenzesociali noi leggiamo: esigenze borghesi di c<strong>la</strong>sse.La c<strong>la</strong>sse operaia non può considerare come una <strong>sua</strong> conquista l’enunciatoche nelle istituzioni entra il <strong>la</strong>voratore.Il programma di trapasso dei comunisti tra l’epoca capitalista e quel<strong>la</strong>socialista non è una <strong>repubblica</strong> in cui i borghesi ammettono i <strong>la</strong>voratori, mauna <strong>repubblica</strong> da cui i <strong>la</strong>voratori espellono i borghesi, in attesa di espellerlidal<strong>la</strong> società, per costruire una società fondata non sul <strong>la</strong>voro, ma sul consumo.12 Si consigliano le letture: Tesi del<strong>la</strong> Sinistra - Ciclo storico dell’economiacapitalistica. Ciclo storico del dominio politico del<strong>la</strong> borghesia . Per internet metterei link.


Il postu<strong>la</strong>to politico del<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse operaia non è il trovare un posto nello statocostituzionale presente, in quanto i posticini vi sono solo “per quelli diemembri del<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse dominante che ogni tanti anni gli operai possonoscegliere a rappresentarli” (Marx).Il suo postu<strong>la</strong>to sociale non è nemmeno di trovare un posto nel<strong>la</strong> gestionedell’azienda. Nemmeno <strong>la</strong> fabbrica è l’ideale cui tendono le conquiste delsocialismo. Se Fourier 13 chiamò capitalistiche ergastoli mitigati, Marx,ricordando le inglesi “case di terrore” per i poveri, dice che questo ideale sirealizzò nel<strong>la</strong> manifattura <strong>borghese</strong>, e il suo nome fu: “fabbrica”! 14Tutto il riformismo moderno sul<strong>la</strong> tecnica produttiva non cessa di avere ascopo il prodotto e non il <strong>la</strong>voratore; forse non tutti sanno che le recentissimefabbriche di motori in America si fanno senza finestre perché il pulviscoloatmosferico disturba le <strong>la</strong>vorazioni meccaniche di precisione, e occorre unambiente condizionato per temperatura, umidità etc. Da ergastolo a tomba.Quanto ai metodi russi di ultra <strong>la</strong>voro viene anche a mente un passo diMarx: “A Londra lo stratagemma che si usa nelle fabbriche per <strong>la</strong> costruzionedi macchine è che il capitalista sceglie come capo operaio un uomo di granforza fisica e sollecito nel <strong>la</strong>voro. Gli paga tutti i trimestri e ad altre epoche unsa<strong>la</strong>rio supplementare, a patto che esso faccia tutto il suo possibile pereccitare i suoi col<strong>la</strong>boratori, i quali non ricevono che il sa<strong>la</strong>rio ordinario, agareggiare di zelo con lui…” 15 .Basta col fare sgobbare, basta con lo spingere le masse coi metodi chederivano da quelli che si applicano agli schiavi, se non al bestiame da <strong>la</strong>voro eda macello. Al quale, tuttavia, non si imponeva nel<strong>la</strong> <strong>costituzione</strong> di credersisacro e invio<strong>la</strong>bile, né risuscitabile dopo essere stato mangiato.13Charles Fourier filosofo francese, che ispirò <strong>la</strong> fondazione del<strong>la</strong> comunitàsocialista utopista14 Bang<strong>la</strong>desh, il <strong>la</strong>voro che uccide - pessime condizioni di <strong>la</strong>voro: lunghi turni – 12ore sono <strong>la</strong> norma, per un sa<strong>la</strong>rio medio di 30 euro al mese – contatto prolungato,senza adeguata protezione con sostanze tossiche, aerazione e illuminazioneinsufficienti, attrezzi e processi di <strong>la</strong>voro pericolosi.15 Marx: Il Capitale, I, IV, 3.

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