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Numero 4-2004 - Aifm

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AggiornamentoALCUNI RECENTI SVILUPPIDELLA RADIOBIOLOGIA CELLULARERILEVANTI PER LA RADIOPROTEZIONE (*)Mauro BelliDipartimento di Tecnologie e Salute, Istituto Superiore di Sanità e INFN-Roma1Gruppo Collegato Sanità, Viale Regina Elena 299, 00161 RomaINTRODUZIONELa protezione dagli effetti nocivi prodottidalle radiazioni ionizzanti si basa su unaserie di azioni che possono essere riassuntedalla seguente sequenza: a) valutazione delledosi ricevute dalle persone, anche attraversoopportuni modelli metabolici ed ambientali;b) valutazione degli effetti associati alle dosiricevute; c) implementazione di pratiche diprevenzione e di intervento.Il presente lavoro è focalizzato sul contributodella radiobiologia alla valutazionedegli effetti citati al punto b) e alle possibilifuture implicazioni dei recenti sviluppi delleconoscenze in questo settore.GLI EFFETTI DELLE RADIAZIONI E L’E-VOLUZIONE DEI CRITERI DI RADIOPRO-TEZIONEIl quadro concettuale che fa da contornoalle azioni suddette ha visto una continua,seppure lenta, evoluzione nel corso della storiadella radioprotezione che, è bene sottolineare,è iniziata solamente da poco più di unsecolo.Per lungo tempo dopo la scoperta deiraggi X e della radioattività naturale e artificiale,vi fu una diffusa convinzione che idanni per la salute fossero dovuti al superamentodi certe dosi soglia, e che le esposizionia basse dosi e a bassi ratei di dose non fosserodannosi, ma anzi potessero essere benefichee stimolatrici per la salute.Ciò si riflesse nei criteri e negli standarddi radioprotezione, tant’è che le raccomandazioniemanate nel 1934 dall’IXRPC(International X-Ray and Radium ProtectionCommittee, formato nel 1928, che in seguitodarà luogo all’ICRP), stabilirono che “Undersatisfactory working conditions a person innormal health can tolerate exposure to X-raysto an extent of about 0.2 roentgens per day”,con ciò ammettendo il concetto di sogliasicura. Di fatto, nei primi sessant’anni laradioprotezione ebbe come obiettivo quellodi mantenere le esposizioni dei singoli individuial di sotto dei valori di soglia.Negli anni ’50 questi criteri furono drasticamenterivoluzionati dalla considerazionedi possibili effetti ereditari (allora chiamatigenetici) a seguito del fall-out dei test termonuclearima, soprattutto, dai risultati del follow-updei sopravvissuti alle esplosioni atomichedi Hiroshima e Nagasaki (Life SpanStudy, LSS). In effetti, le conseguenze di questeesplosioni cambiarono radicalmente lapercezione delle persone comuni nei riguardidelle radiazioni ionizzanti, che passarono dasimbolo di progresso a simbolo di distruzionee di morte. Esse cambiarono anche gliapprocci della radioprotezione. La constatazioneche le radiazioni possono causareeffetti somatici tardivi come la leucemia e itumori solidi spostò l’accento dagli effettiereditari (effetti invero mai evidenziati sullepersone, ma previsti dagli studi su sistemianimali) a quelli somatici tumorali. Cosìcome gli studi di Müller sugli effetti ereditariradioindotti in Drosophila melanogaster(moscerino della frutta) indicavano che essierano dovuti a mutazioni nelle cellule germinali,si ritenne che anche alla base della cancerogenesiradioindotta vi fossero eventi dimutazione nelle cellule somatiche.Si affermò poi l’idea che anche la mutazionein una sola cellula di una persona puòindurre una leucemia in essa, e ciò suggerì(*) Lavoro basato sulla relazione di apertura del Convegno Nazionale AIRP (Verona 16-18 settembre <strong>2004</strong>).300 Fisica in Medicina - 4/<strong>2004</strong>

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