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Frascati, periferie lasciate sole - Il Caffè

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14ACQUA n. 200 - dal 26 agosto all’8 settembre 2010Acqualatina e Acea Ato 2, non hanno mai applicato gli “sconti” in bolletta per i disservizi. E i Sindaci stanno a guardareAcqua, dovrebbero ridare i soldi agli utentiNon fanno ciò che devono per migliorare impiantie servizi, ma staccano l’acqua senza avviso e senzanecessario mandato del giudice... anche a chi paga<strong>Il</strong>aria ProiettiL'acqua è un bene pubblico, un dirittoumano. Lo è, o almeno dovrebbeesserlo, il suo accesso da parte dellapopolazione. Storica è la dichiarazione,giunta alla fine dello scorso mesedi luglio, dell'Assemblea generale delleNazioni Unite che, con 122 voti favorevoli,nessun contrario e 41 astensioni,ha decretato che “l'accesso aun'acqua potabile pulita e di qualità, ea installazioni sanitarie di base, è undiritto dell'uomo, indispensabile peril godimento pieno del diritto alla vita”.Eppure, anche nelle nazioni ricche,non sempre l'accesso all'acquada parte dei cittadini è garantito. Dauna parte c'è Acea, dall'altra Acqualatina,che da un lato non fanno quelloche dovrebbero per sistemare reti,impianti e servizi, ma dall'altra staccanol'acqua magari senza preavvisoe persino facendosi scortare da guardiaarmata (succede in provincia di43,5milioniDI EURO LE PENALI CHE ACEAATO 2 E ACQUALATINADOVREBBERO PAGAREAGLI UTENTILatina) e senza sentire le ragioni dell’utentedavanti al giducie, come prevedela legge e come in qualunquerapporto tra fornitore e cliente. Però,per le loro carenze nella qualità delservizio, entrambe le Spa dovrebberodare agli utenti la bellezza di oltre43,5 milioni di euro. Ma se la cavanoa modo loro, con l'aiuto dei politici locali,che fanno finta di niente, ma hannogravissime responsabilità, a cominciaredai Sindaci. Chi sono i verimorosi?I Sindaci hanno bloccato i rimborsi, anziché tutelare i cittadiniAgli utenti di Acqualatinaspetterebbero 23, 5 milioni di euroAcqualatina avrebbe dovutocompiere investimenti, per acqua,fognature e depurazione,per 146 milioni di euro entro il 2008,ma allo stesso anno risultavano compiuteopere soltanto per la metà diquesta cifra. Secondo il piano degli investimenti,rivisto poi nel 2006, le opere,al 2009, avrebbero dovuto raggiungere100,8 milioni di euro di spesa,ma, ahinoi, il gestore non ce l'ha fattacomunque e gli investimenti per migliorareil servizio ai cittadini ammontavano,al 2009, a 90,5 milioni. C'è poiun altro dato, si chiama parametroMall, un valore che misura la qualità del servizioin tutti i suoi aspetti e che tiene contodella qualità dell'acqua fornita e della depurazione,del numero dei reclami, dei contenziosi,delle interruzioni della fornitura, degliinvestimenti realizzati e del giudizio di meritoassegnato dal Garante regionale, il presuntotutore dei diritti degli utenti. Se il Mall valeuno, vuol dire che il gestore ha raggiuntotutti gli impegni e i livelli di servizio previstie quindi gli vanno riconosciuti in tariffa tuttii costi operativi sopportati. Se il Mall è inferiorea uno, va invece applicata una penale algestore e la tariffa, dunque la bolletta, diminuiscein proporzione. Per il primo trienniodi gestione Acqualatina, dal 2003 al 2005, ilMall era stato imposto pari ad uno, per permettereal gestore di avviare il servizio, senzadover incorrere in penali. Dal 2006 in poisi sarebbe però dovuto calcolare questo valore,con tutte le conseguenze del caso, maproprio in quell'anno, con la revisione delAPRILIA, INVECE DI DEPURARE INQUINA<strong>Il</strong> depuratore di via del Campo porta salmonella.I rimborsi (non dati) derivano pure da simili carenzecontratto a tutto svantaggio dei cittadini, datata14 luglio, i Sindaci del comprensorio deciserodi bloccare il Mall ancora per un po' ditempo, e precisamente fino al 2011. Fino all'annoprossimo Acqualatina può dunquecontinuare a fare ciò che vuole, senza "sconti"per gli utenti e senza alcuna penale. Ossiasoldi da restituire agli utenti che, dai calcolidel Comitato Acqua Pubblica Aprilia sullabase dei dati pubblicati sul rapporto di gestione,dal 2006 al 2009 ammonta a 23 milionie 500mila euro. A conti fatti, in sei anni, dal2003 al 2009, Acqualatina si è tenuta ben 100milioni di euro, poco più di 70 per gli investimentinon realizzati e oltre 23 per le penalinon pagate. <strong>Il</strong> tutto, è bene ricordarlo, conl'avallo di Sindaci ed amministrazioni comunaliobbedienti e passivi.È in regola, ma gli staccano l’acqua lo stesso e senza preavvisoAsilo (che paga) lasciato a seccoIgestori idrici stanno procedendo ormai datempo a distacchi delle utenze senza informarei cittadini, e senza chiedere il necessarioparere ad un Giudice. Vi sono diversezone dove l'acqua che esce dai rubinettidelle case scarseggia in termini di qualità (adesempio per arsenico, fluoro, vanadio) equantità (basti pensare ai piani alti di Apriliae Latina o a Velletri ed altre zone dei Castellicon l'acqua razionata).E poi depuratori insufficienti che addiritturainquinano e scarichi irregolari. Gli investimentifatti sono il più delle volte al di sotto diquelli previsti. Eppure, tecnici delle due societàsi scagliano contro i cittadini, staccano leutenze, a volte anche di notte, e senza preavvisopersino a chi non è moroso. Emblematicoil recentissimo caso di un asilo ad Apriliain pieno agosto: gli hanno staccato l'acquasenza avvisare, nonostante avesse pagato.L’utente poi non ha potuto portare le fatturepagate in visione agli impiegati della società,visto che gli uffici della Spa idrica erano chiusiper ferie in quei giorni. Non mandano in vacanza,invece, le pattuglie di idraulici staccacontatoricon guardia armata al seguito.Molti investimenti previsti ma mai realizzati. <strong>Il</strong> caso VelletriAcea Ato 2: 20 milioni di euromai rimborsati agli utentiAi Castelli le cosenon vanno meglio,anche se di approfondimentie voci sullagrave situazione non sembranoesservene molte, acominciare dai politici.Molto attento, invece, ilComitato Acqua PubblicaVelletri che denuncia unascarsa informazione sugliinterventi fatti da AceaAto2, su quelli ancora darealizzare e sulla qualitàdell'acqua, così come ilmancato monitoraggio deirisultati ottenuti a seguitodella realizzazione delleopere. Al 2008 nella cittadinacastellana, emblemadella assurda gestione privatistica del serivizioidrico, era stato realizzato un nuovo pozzo,per una spesa complessiva di 950mila euro,e il collegamento dal pozzo San Pietro, giàesistente, a via dei Fienili per un importo di10mila euro. Era previsto il collegamento aldepuratore per gli scarichi di alcune zone dellacittà, per 3 milioni di euro, ma nulla di fatto;era prevista la rimozione di arsenico, vanadioe fluoro in alcune zone in cui la concentrazioneè particolarmente elevata, «ma nonsi ha alcuna notizia sull'intervento» tuona ilComitato; è in corso la potabilizzazione dell'acquanella zona 167 (intervento previsto entroal fine del 2009) e in quella del camposportivo, ma ciò che occorre realmente, chiedeil Comitato Acqua Pubblica, è il rifacimentodella rete idrica di Velletri. Dagli unici datidiffusi dal Comune, nel maggio del 2010 (nonostanteuna mozione votata nel febbraio del2009 impegnasse l'Amministrazione a diffonderei dati mensilmente), alcuni parametrisembrano addirittura essere peggiorati: aquesto punto ci si chiede a cosa siano servitii lavori eseguiti finora. Stesso discorso perl'acqua a singhiozzo e che continua a mancarein diverse zone della cittadina, e per il depuratore,che può coprire un massimo di36.700 abitanti equivalenti, calcolati considerandoanche la portata di scuole, ristoranti,uffici e negozi, ossia di tutte quelle attivitàche prevedono l'utilizzo di acqua e bagni,quindi fognature, anche da parte di personenon residenti nella cittadina. <strong>Il</strong> calcolo è semplicee la situazione lampante è a dir poco disastrosa.Ai 53mila residenti di Velletri, vannoaggiunti i non residenti (circa un migliaio dicarabinieri della Scuola marescialli, tra i 2 e i3.000 ragazzi che frequentano le scuole, unmigliaio di appartamenti nuovi, pronti per laCASTELLI: RINCARI, ARSENICO E BUGIEA Velletri chiedono azioni concrete ai politiciconsegna che ospiteranno circa 3.000 persone).Per un totale che raggiungerà nell'immediatofuturo, considerato anche il fenomenomigratorio dalla Capitale verso i Castelli, quota60mila. «Serve un atto di responsabilità daparte dell'Amministrazione comunale» fapresente il Comitato, che chiede una moratoriasulle nuove costruzioni: «bisogna bloccarele concessioni edilizie, fino a quando l'interarete non verrà ristrutturata e adeguata alleesigenze della città». Se così non fosse, la situazionesembra destinata ad esplodere nelgiro di pochi anni. Ma Acea sembra non curarsene.Anche di fronte al monito del Presidentedella Provincia di Roma Nicola Zingarettiche contestualmente all'approvazionedell'ultimo bilancio, a fronte di un utile di oltre40 milioni di euro, aveva chiesto al gestoredi impiegarne 20, ma solo come anticipo,poi gli sarebbero stati restituiti, per affrontarel'emergenza idrica. Secco il no dell'Acea,che non ha neanche fornito, dal 2008 in poi, leinformazioni necessarie per calcolare l'efficienzadel servizio. Se per Acqualatina esistonoi dati per calcolare il Mall, ossia per saperequanto il gestore dovrebbe rimborsare agliutenti per disservizi e carenze, anche se il parametroresta bloccato fino al 2011, Acea, chedovrebbe calcolare la tariffa in base a questoparametro, non fornisce i dati dal 2008. A farela simulazione del Mall ci ha pensato inquesto caso la Segreteria Tecnica Operativadell'Ambito idrico: Acea dovrebbe pagare agliutenti, riducendo le bollette, una penale paria 20 milioni di euro.I.P.

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