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Basilica di S. Eustorgio - Sant'Eustorgio

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Dalla cellula al seminario, alla decisione <strong>di</strong> donarsi agli ultimi della terra.Domenica, 22 ottobre 2006, inoccasione della giornata de<strong>di</strong>cataalle Missioni, abbiamo ascoltatoun’interessante testimonianza in<strong>Basilica</strong>.L’ha rilasciata Piero Masolo, 28anni, che ci ha contagiato con ilsuo entusiasmo per la vita nelleMissioni e per la strada che staper intraprendere.iero è una vecchia conoscenzaPdella basilica <strong>di</strong> Sant’<strong>Eustorgio</strong>,in quanto è stato battezzato da piccinoda don PiGi, appena arrivatocome nuovo parroco, intimo amico<strong>di</strong> suo padre.Dopo questo episo<strong>di</strong>o le strade <strong>di</strong>Piero e <strong>di</strong> Sant’<strong>Eustorgio</strong> si <strong>di</strong>vidono,ma solo temporaneamente.All’età <strong>di</strong> 19 anni, infatti, Piero è invitatoda un’amica ad andare unadomenica alla messa delle 11.Il ragazzo, da sempre cattolico praticante,nell’assistere alla celebrazionerimane “folgorato”. Due sonole cose, in particolare, che lo colpiscono:la presenza dei giovani festantiin basilica e la gioia deipresenti, che caratterizza la liturgia.Piero rimane colpito a tal punto daquella partecipazione che la domenicasuccessiva decide <strong>di</strong> ritornaree poi l’altra ancora e quella successiva<strong>di</strong> nuovo. È così che il giovaneè invitato a partecipare a una cellula,dalla quale non si staccherà piùse non per seguire la chiamata delSignore, che arriverà più tar<strong>di</strong>.Dalla cellulaalla vocazioneINCONTRO CON PIERO MASOLOIl suo ingresso in cellula el’assiduità nel frequentarla gli fannopercepire una realtà a cui è semprestato sensibile, ma che proprio conil cammino <strong>di</strong> cellula si rivelerà benpresto una priorità. Nasce, infatti,nel suo cuore il desiderio <strong>di</strong> mettersia <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> coloro che hannobisogno.Dopo aver frequentato la cellulaper tre anni circa, studente iscrittoal terzo anno della facoltà <strong>di</strong> Architettura,Piero, una notte, nel Suddell’In<strong>di</strong>a, in missione appunto, si èsentito rivolgere la domanda:“Pensi che potrebbe essere la tuavita questa, definitivamente?”.Chiunque gli avesse fatto quelladomanda non avrebbe potuto sentirsirispondere un “Sì” più convinto,determinato e deciso <strong>di</strong> quello<strong>di</strong> Piero.Da questo momento la sensazioneabituale che gli mancasse semprequalcosa da cercare, svanisce persostituirsi a una realtà <strong>di</strong> pace e <strong>di</strong>sod<strong>di</strong>sfazione mai provate prima.Ecco cosa mancava alla sua vita:l’adesione totale e incon<strong>di</strong>zionata aGesù e al progetto che ha per lui.Al ritorno dall’In<strong>di</strong>a un momentoimportante è stato quello in cui hadovuto affrontare i genitori e comunicareloro che il loro unico figliolonon sarebbe <strong>di</strong>ventato un brillantearchitetto, ma un sacerdote missionarioche si occupa degli ultimi, dei<strong>di</strong>menticati, degli abbandonati, dei<strong>di</strong>seredati.Il papà notaio e la mamma archeologahanno minimizzato le sue pa-1414

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