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Allegato pdf: Notiziario agosto 2013 - Fondazione Laudato Si

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Angelo Ongerl’editoriale 5L’AMORE VIOLENTATOGli episodi di violenza, spesso mortale, nei rapportidi coppia, non possono più essere consideratifenomeni legati a casualità individuali perchéhanno raggiunto una proporzione tale daevidenziare una patologia sociale tragicamenteseria. “Ci sono da che mondo è mondo”, diconoi qualunquisti. “Sono inevitabili”, dicono gliscettici. Sono convinto che non c’è nulla di maleche non sia evitabile.<strong>Si</strong> parla soprattutto di femminicidio. Premessoche è vero che sono quasi sempre le donne apagare, in realtà il fenomeno non può essere ridottoa una questione femminile. Non solo perchénon si possono dimenticare i bambini uccisi(fisicamente e/o moralmente), ma soprattuttoperché la patologia che produce le violenze èalimentata da una cultura (o da una non-cultura)che chiama in causa anche le donne.Quando leggo, e mi capita spesso, cronache cheparlano di amore possessivo (una contraddizionein termini plateali) mi convinco sempre piùche nella nostra società c’è un deficit culturalesu un tema come l’amore, che peraltro governatutte le relazioni interpersonali di qualsiasigenere. A partire da una ignoranza radicata sullasessualità. Nonostante i diffusi sbracamenti,il sesso è rimasto un tabù. È praticato a livelloginnico in quantità industriali, ma il senso di unasessualità che coinvolga nel profondo il corpo elo spirito fa fatica a prendere quota perché nessunone parla.Quanto all’amore, l’uso e l’abuso del vocabolofanno emergere una serie di pregiudizi e diluoghi comuni davvero impressionante. Durantel’ultimo festival di Sanremo Luciana Littizzettoha declamato un inno all’amore, a tuttigli amori. Ha detto che se uno ti dà una sberlanon è amore. Concetto facile da capire. Tuttaviamolte violenze (non solo fisiche, ma anche morali,spesso più dolorose e più subdole di quellefisiche) sono “spiegate” come istinti incontrollatid’amore. Come è possibile? Provo a dire lamia. La prima riflessione che mi viene in menteè che il confine fra l’amore e la violenza è forseil confine più sottile da immaginare perché attingealle ragioni più profonde della vita e delrapporto con gli altri. Non si parla spesso diodio-amore? È l’abisso che chiama l’abisso.Ma non esiste un amore, che sia veramentetale, possessivo. L’amore è solo oblativo, cioèun dono. È facile accomunare la parola amorecon l’idea di essere amati. In realtà l’unica dimensionevera dell’amore è legata all’amare enon all’essere amati. Ancora: l’amore non puòessere una questione di coppia o di famiglia. Èuno stile di vita. Certo è materialmente impossibileamare tutti e quindi un legame profondopuò maturare solo con un numero ristretto dipersone, ma l’amore vero è un sentimento chenon può essere coniugato con il risentimento, opeggio con l’odio, verso l’altro, verso tutti glialtri, verso chiunque altro.

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