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NEWS N. 26 - The Venice International Foundation

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<strong>The</strong> <strong>Venice</strong> Internationl <strong>Foundation</strong>[130] Progetto per dispositivoscenotecnico di palcoscenico mobile aspinta idraulica tratto dall’Album.rettamente fissati a bracchette intela. Il tipo di montaggio, le dimensionie la qualità dei disegnicontenuti rendono lo stato conservativodell’album pessimo.Molti sono i danni di tipo meccanicooltre a strappi e lacune.Pesanti piegature hanno segnatole fibre dei supporti spezzandole,molto è lo sporco diffuso e variesono le macchie presenti suisupporti. Considerato il tipo di montaggio, assolutamente non idoneoalla conservazione, si prevede lo scioglimento della miscellaneae il distacco di ogni disegno dalle bracchette. Ogni disegno, a restauroultimato, verrà inserito singolarmente in un bifoglio per laconservazione con al suo esterno il numero di inventario.Il fondo dei disegni preparatori per tessili del Museo di PalazzoFortuny è costituito da oltre mille esemplari. Realizzati nell’arco diquarant’anni di attività nel campo della moda e della decorazione,rappresentano un vero “dizionario”ornamentale del linguaggiodi Fortuny e sono indispensabiliper comprendere il significatodella sua ricerca. Il loro statoconservativo risulta fatiscente:polvere e sporco superficiale; ingiallimentie biscottature dei [131] Uno disegno preparatorio.supporti; lacune e strappi diffusianche molto profondi; nastro adesivo con relative vetrificazionidei supporti primari; presenza di polvere di colore bianco(gesso/talco) migrata anche sui pigmenti; pigmenti parzialmentespolveranti e migrati anche oltre il tratto.La Porta Tiepolo di Ca’ RezzonicoFILIPPO PEDROCCOIn procinto di cedere il palazzo al Comune di Venezia nel 1935,l’ultimo proprietario di Ca’ Rezzonico, il conte Lionello Hirschelde Minerbi, smontava e vendeva al commendator Loewi i“battenti dipinti e laccati” che, stando a Lorenzetti, “ornavano originariamentele porte dell’ala destra del primo piano nobile di Ca’Rezzonico”. È sempre Lorenzetti a precisare come gli esemplaripassassero dalle mani dell’antiquario a “una collezione privata d’America”,tutti, tranne uno, dono “munifico” offerto dal Loewi alleGallerie dell’Accademia di Venezia,poi concesso in deposito a Ca’ Rezzoniconel 1936.Smagliante reliquia ancora in situdell’originario arredo del celebre palazzosul Canal Grande, rimane, così,un’unica porta, decorata su entrambi[132] Particolare del verso della portalaccata di Ca’ Rezzonico.[133-134] La porta laccata e decorata suentrambi i lati conservata nella Sala degliArazzi a Ca’ Rezzonico: a sinistra la partevisibile al pubblico e, in basso, il recto.i lati, a solitario testimone della superbainfilata di battenti in “laccaveneziana” ricordata dalle fonti.Ma quante erano queste porte edov’erano ubicate con esattezza?Un primo indizio è offerto da Morazzoniche, nella sua opera del 1954sui mobili veneziani laccati, presenta,accanto a quella di Ca’ Rezzonico,altre due porte. Le vecchie fotografiedi cui si avvale, scattate quando ipezzi si trovavano ancora nel palazzo,consentono una prima precisazione: i battentierano senz’altro distribuiti in stanze diverse,due, per lo meno. Una delle porte rese noteda Morazzoni entrò successivamente a farparte della collezione Patino, ove risultavaessercene un’altra. In legno di abete laccato,per misure e apparato ornamentale a c h i n o i s e -ries galleggianti su liquidi isolotti, esse sonodecisamente accostabili all’esemplare di Ca’Rezzonico. Identica è l’organizzazione dellanarrazione entro duplici specchiature, sinuosamentescontornate da cornici applicate inlegno dolce dorato, increspate da ariose r o -cailles. Con uguali movenze prorompentighirlande policrome a nastri intrecciati cingonol’intera composizione modulandone anche l’intelaiatura.Si era ipotizzata una dislocazione delle quattro porte improntataal criterio della “perfetta simmetria”. L’ala destra del primo pianodel palazzo si articola in quattro stanze tra loro comunicanti. Lasolenne sequenza è conchiusa, alle estremità opposte, dalla sala dell’AllegoriaNuziale, che si affaccia sul grandioso Salone da Ballo eda quella del Trono, che si trova invece in angolo fra il rio di SanBarnaba e il Canal Grande.Stando così le cose, sembrava plausibile che la doppia porta laccatasi trovasse fra la sala dei Pastelli e quella degli Arazzi, ossia inmezzo agli altri due battenti, che chiudevano, armoniosamente, lasequenza. All’interno di siffatta configurazione la presenza di unaquarta porta poteva risultare d’intralcio alla pacifica risoluzione delproblema, a meno di non prevederne la collocazione fra la secondae la terza sala, analogamente all’esemplare di Ca’ Rezzonico, secondoun sistema di doppie porte, non inconsueto a Venezia.Due erano le “camere alla chinese” di Ca’ Rezzonico: le attualisale dei Pastelli e degli Arazzi. L’infilata era aperta proprio dallaporta rimasta nel palazzo. Più precisamente era il battente non visibilenell’attuale disposizione museale, a inaugurare l’imponenteteoria, conclusa, al capo opposto, da un esemplare smembrato indue parti, una delle quali – che si affacciava sulla sala del Trono –è ora conservato a Chicago.Prende corpo così la suggestiva ipotesi dell’esistenza di un complessoornamentale omogeneo, una sorta di strabiliante, raffinatissi-30

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