che pratichiamo dal 1958 ha oggi un nome - Camera di Commercio ...
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Rivista<br />
la Anno 101 - n. 10 - Ottobre 2010<br />
15 ottobre 2010: sotto il Gottardo<br />
Cadrà l’ultimo <strong>di</strong>aframma
E<strong>di</strong>toriale<br />
E<strong>di</strong> Giangi Cretti<br />
La storia, pardon: la Storia si ripete. Nel caso specifi co dopo 125 anni, e lo fa in grande. Tutto merito<br />
dei potenti mezzi, nel frattempo, affi nati <strong>dal</strong>la tecnologia. Nel 1882 il buco scavato misurava 15 km. Oggi<br />
quello <strong>che</strong> si completerà il prossimo 15 ottobre (ed entrerà in f<strong>un</strong>zione nel 2017) è l<strong>un</strong>go 57 km e 72 metri:<br />
<strong>un</strong> primato da Guiness. Destinato a durare: quello del Brennero si fermerà a 55 km.<br />
La galleria <strong>di</strong> base del Gottardo permetterà <strong>di</strong> trasformare la trasversale alpina in <strong>un</strong>a ferrovia <strong>di</strong> pianura, l<strong>un</strong>go<br />
la quale i convogli potranno sfrecciare ad <strong>un</strong>a velocità <strong>di</strong> 250 km/h. Un’operazione resa possibile da quella <strong>che</strong><br />
potremmo defi nire la riproduzione plastica <strong>di</strong> <strong>un</strong> ossimoro: superare la montagna sottopassandola.<br />
Ness<strong>un</strong>o può ignorare l’importanza <strong>che</strong> per l’economia <strong>di</strong> <strong>un</strong>a nazione rivestono reti infrastrutturali effi cienti e ben<br />
f<strong>un</strong>zionanti. In Svizzera la costruzione della Nuova ferrovia transalpina (NFTA o NEAT, <strong>dal</strong>l’acronimo tedesco) è in<br />
chiusura del secolo scorso. Il suo completamento costituisce <strong>un</strong>a pietra miliare tanto per il traffi co passeggeri –<br />
Milano e Zurigo <strong>di</strong>steranno poco più <strong>di</strong> 2 ore e mezza <strong>di</strong> treno – quanto per l’attuazione della politica<br />
<strong>di</strong> trasferimento del traffi co merci <strong>dal</strong>la strada alla rotaia.<br />
La galleria <strong>di</strong> base del Lötschberg, l’altro elemento chiave della NFTA, è stata inaugurata nel 2007. Da Berna è<br />
ora possibile raggi<strong>un</strong>gere Milano in 3 ore, <strong>un</strong>a in meno <strong>di</strong> prima. Sull’asse del San Gottardo, invece, i lavori sono<br />
ancora in corso: oltre <strong>che</strong> nel traforo principale si sta scavando an<strong>che</strong> più a sud, sotto il Monte Ceneri,<br />
tra Bellinzona e Lugano. Ancora sospesa la realizzazione della galleria sotto lo Zimmerberg fra Zurigo e Zugo,<br />
<strong>che</strong> ridurrà <strong>di</strong> altri 10’ la durata del viaggio.<br />
Se in terra d’Elvezia, la prospettiva è ben delineata, i fi nanziamenti garantiti e i tempi certi: si potrebbe ad<strong>di</strong>rittura<br />
terminare entro 2016, qual<strong>che</strong> perplessità permane sul versante italiano. E questo nonostante le assicurazioni<br />
formulate an<strong>che</strong> recentemente <strong>dal</strong> ministro Matteoli e <strong>dal</strong> viceministro Castelli in <strong>un</strong> convegno de<strong>di</strong>cato,<br />
opport<strong>un</strong>amente promosso <strong>dal</strong>l’onorevole Narducci e <strong>dal</strong> senatore Mi<strong>che</strong>loni. (ve<strong>di</strong> pag. 19 e seguenti).<br />
L’impressione ancora dominante è <strong>che</strong> in Italia non ci sia piena consapevolezza <strong>di</strong> cosa signifi chi concretamente<br />
l’apertura della galleria <strong>di</strong> base del San Gottardo: in termini <strong>di</strong> opport<strong>un</strong>ità economica e, soprattutto, <strong>di</strong> impegno<br />
realizzativo.<br />
A parole quest’impressione viene fugata: si loda pubblicamente la politica svizzera dei trasporti e si evidenzia<br />
quanto sensato e necessario sia <strong>dal</strong> profi lo ambientale il trasferimento delle merci <strong>dal</strong>la strada alla ferrovia; si<br />
<strong>di</strong>chiara <strong>che</strong> i collegamenti, le rampe d’accesso e i terminal intermo<strong>dal</strong>i saranno adeguati alla nuova mole <strong>di</strong><br />
traffi co, i colli <strong>di</strong> bottiglia evitati; a giusta ragione si evidenziata la ferma intenzione <strong>di</strong> aumentare la capacità della<br />
Gallarate-Rho, e si ricorda il nuovo collegamento Lugano – Mendrisio – Varese – Malpensa (con il raccordo Arcisate-Stabio),<br />
i cui lavori sono già in corso. Parallelamente, si ammette <strong>che</strong> dovrà essere completato<br />
il quadruplicamento della linea Chiasso-Monza su <strong>un</strong>a tratta <strong>di</strong> 37 chilometri e al contempo si sottolinea<br />
l’importanza strategica della linea Novara-Bellinzona l<strong>un</strong>go il Lago Maggiore.<br />
Nei fatti: i tempi non sono ancora noti e i fi nanziamenti sostanzialmente auspicati.<br />
Ps: Il 15 ottobre 2010 il primo ad attraversare il passaggio <strong>che</strong> si aprirà da sud a nord sarà <strong>un</strong> minatore<br />
austriaco, <strong>che</strong>, transitando sotto il Gottardo (Santo protettore dei passi) si porterà con sé <strong>un</strong>a statuetta raffi gurante<br />
Santa Barbara protettrice, tra gli altri, dei minatori.<br />
Non esistono dati certi sulla vita <strong>di</strong> questa donna <strong>che</strong>, stando al racconto più <strong>di</strong>ffuso, pare visse nel III secolo dopo Cristo.<br />
Convertitasi alla fede cristiana in giovane età, venne den<strong>un</strong>ciata <strong>dal</strong> padre, <strong>che</strong> per or<strong>di</strong>ne del<br />
magistrato romano la decapitò. Era il 4 <strong>di</strong>cembre dell’anno 306. La leggenda narra <strong>che</strong> subito dopo l’esecuzione l’uomo<br />
venne colpito da <strong>un</strong> fulmine. Da allora è invocata contro la morte improvvisa per fuoco. Non a caso<br />
gli esplosivi ed i luoghi dove sono conservati vengono generalmente chiamati “santabarbara”.<br />
Come detto, è patrona dei minatori, degli addetti alla preparazione e custo<strong>di</strong>a degli esplosivi e, più in generale, <strong>di</strong> chi<strong>un</strong>que<br />
rischi <strong>di</strong> morire <strong>di</strong> morte violenta e improvvisa. È an<strong>che</strong> la protettrice dei geologi, dei lavoratori nelle attività minerarie<br />
e petrolifere, degli architetti, degli artisti sommersi e dei campanari, nonché <strong>di</strong> torri e fortezze.<br />
gcretti@cci.ch<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
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la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
15<br />
25<br />
48<br />
66<br />
PRIMO<br />
PIANO<br />
S<br />
Sommario<br />
E<strong>di</strong>toriale 1<br />
Eletti due nuovi Consiglieri federali 15<br />
Confederazione elvetica<br />
Dalla crisi economica la Svizzera uscirà rafforzata 17<br />
Lo afferma <strong>un</strong>o stu<strong>di</strong>o del Cre<strong>di</strong>t Suisse<br />
L’ultimo <strong>di</strong>aframma 19<br />
15 ottobre 2010 Galleria <strong>di</strong> base del San Gottardo<br />
Per non perdere il treno delle opport<strong>un</strong>ità 21<br />
A Roma <strong>un</strong> convegno sulle nuove trasversali alpine Italia -Svizzera<br />
Più merci trasportate attraverso l’arco alpino 27<br />
La ferrovia registra il maggior incremento<br />
La XIX Convention mon<strong>di</strong>ale <strong>di</strong> Assocamerestero 29<br />
Dal 23 al 27 ottobre a Parma<br />
Dallo scudo fi scale ter ai rapporti 34<br />
tra la svizzera e l’Italia: rifl essioni<br />
INCONTRI «Il privilegio <strong>di</strong> essere donna 45<br />
Donne in carriera: Veronica Maya<br />
CULTURA L’Italia e la Svizzera sotto l’Impero napoleonico<br />
Nella ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità italiana<br />
49<br />
Operativo il progetto multime<strong>di</strong>ale per raccontare<br />
ai ragazzi 150 anni <strong>di</strong> storia com<strong>un</strong>e<br />
Italia-Svizzera<br />
52<br />
RUBRICHE<br />
Marianne Werefkin (Tula 1860 – Ascona 1938) 59<br />
Maestri e amici <strong>dal</strong>la Russia<br />
Nell’ambito del ‘Ticino a Mosca.<br />
Economic Forum & Cultural Discoveries’<br />
The Filmmakers’ Filmmaker 60<br />
Ripensando alla retrospettiva <strong>di</strong> Ernst Lubitsch<br />
Una vera Diva! 66<br />
Incontro con Cecilia Bartoli<br />
In breve 4<br />
Itali<strong>che</strong> 7<br />
Europee 9<br />
Internazionali 11<br />
Oltrefrontiera 13<br />
Benchmark 31<br />
Burocrati<strong>che</strong> 32<br />
Angolo Fiscale 39<br />
Angolo legale 41<br />
Convenzioni Internazionali 42<br />
L’elefante invisibile 47<br />
Scaffale 55<br />
Carnet 56<br />
Sequenze 63<br />
Diapason 65<br />
Convivio 72<br />
Motori 77<br />
Starbene 80<br />
In copertina: Il 15 ottobre 2010 tra Faido e Sedr<strong>un</strong> cadrà l’ultimo <strong>di</strong>aframma della galleria <strong>di</strong> base del San Gottardo,<br />
il tubo più l<strong>un</strong>go del mondo con i suoi 57 chilometri <strong>di</strong> ferrovia.
DOLCE VITA AWiMu: il nuovo museo del vino al castello <strong>di</strong> Barolo 68<br />
E<strong>di</strong>tore: <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> Italiana per la Svizzera<br />
Direttore - Giangi CRETTI<br />
Comitato <strong>di</strong> Redazione<br />
L. ATTANASIO, G.M. BONADA, A.G. LOTTI,<br />
C. NICOLETTI, S. SGUAITAMATTI<br />
Gastronomia: esperienze <strong>di</strong> formazione 71<br />
Il sapore <strong>di</strong> “Umami” rinchiuso in bottiglia 72<br />
La passata <strong>di</strong> pomodor<br />
Automotonews 78<br />
IL MONDO SMAU Milano: Fieramilanocity, 20 - 22 ottobre 84<br />
IN I FIE RA Innovazione tecnologica per il business<br />
IL MONDO<br />
IN CAMERA<br />
Collaboratori<br />
Ph. BERNASCONI, C. BIANCHI PORRO, M. CALDERAN,<br />
G. CANTONI, M. CARACCIOLO DI BRIENZA, V. CESARI LUSSO,<br />
P. COMUZZI, L. CORTESE, D. COSENTINO, A. CROSTI,<br />
L. D’ALESSANDRO, M. DIORIO, T. GATANI, G. GUERRA, F. Macrì,<br />
G. MERZ, A. ORSI, G. SORGE, N. TANZI, I. WEDEL<br />
Servizi camerali 96<br />
BIOTECH 2010: Milano 26 - 28 ottobre 85<br />
La forza della ricerca<br />
FIERACAVALLI: Verona, 4 - 7 novembre 86<br />
Riferimento del panorama equestre mon<strong>di</strong>ale<br />
SAIE 2010: Bologna 27-30 ottobre 87<br />
International Buil<strong>di</strong>ng Exhibition<br />
GOTHA: Parma, 6 - 14 novembre 88<br />
10ª mostra internazionale d’antiquariato<br />
Un’arte fondamentale per tramandare il passato 90<br />
Restauratori Liguri a Bauen & Modernisieren<br />
Iniziati il nuovo corso per sommellier<br />
Consegnati i <strong>di</strong>plomi 2010<br />
Sosta in autogrill e trovi Parma 91<br />
In Svizzera <strong>dal</strong> 20 ottobre al 19 <strong>di</strong>cembre 2010<br />
Il biomed oltre la Ferrari e l’aceto balsamico<br />
Dal 29 novembre all’1° <strong>di</strong>cembre 2010 in delegazione a Modena<br />
Le città d’arte dell’Emilia Romagna in <strong>un</strong> workshop a Lugano 92<br />
Switadvice: la nuova guida per le piccole imprese<br />
Lucania bella scoperta 93<br />
Contatti commerciali 94<br />
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Stampa Perio<strong>di</strong>ca Italiana). Aderente alla FUSIE (Federazione<br />
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Appare 11 volte l’anno.<br />
68<br />
72<br />
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la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
3
4<br />
In breve<br />
Bahnhofstrasse 13 a strada<br />
più cara al mondo<br />
La Fifth Avenue newyor<strong>che</strong>se rimane la strada più cara al<br />
mondo, almeno stando all’ammontare dagli affi tti richiesti<br />
per <strong>un</strong> negozio: oltre 180.000 franchi al mese, pari a<br />
21.610 franchi annui al metro quadrato.<br />
Al secondo posto fi gura la Causeway Bay <strong>di</strong> Hong Kong,<br />
al terzo il quartiere Ginza a Tokyo, mentre Zurigo piazza la<br />
sua Bahnhofstrasse al 13° rango (8.002 franchi all’anno<br />
per metro quadrato).<br />
L’arteria dello shopping sulla Limmat è quinta in Europa,<br />
come risulta <strong>dal</strong>la ricerca effettuata a scadenza annuale<br />
<strong>dal</strong>la società <strong>di</strong> consulenza internazionale Cushman & Wakefi<br />
eld e <strong>dal</strong>l’azienda immobiliare elvetica SPG Intercity.<br />
In vetta nel Vecchio continente - e in forte progressione<br />
rispetto all’anno scorso, (+19%) - si trova la New Bond<br />
Street <strong>di</strong> Londra (settima al mondo). In calo, per contro,<br />
gli C<strong>ha</strong>mps Elysées <strong>di</strong> Parigi (decima al mondo), <strong>che</strong> precedono<br />
la via Monte Napoleone <strong>di</strong> Milano.<br />
Oltre a Zurigo le città svizzere rilevate nello stu<strong>di</strong>o sono<br />
Ginevra (la Rue du Rhône è 42a), Berna (65a con Marktgasse/<br />
Spitalgasse) e Basilea (Freiestrasse, 70° posto).<br />
Svizzeri: popolo <strong>di</strong> lettori<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
Oslo, Zurigo e Ginevra<br />
le città più care al mondo<br />
Oslo, Zurigo e Ginevra sono le città più care del mondo. È<br />
quanto in<strong>di</strong>ca <strong>un</strong>o stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> UBS denominato Prezzi e salari<br />
<strong>che</strong> <strong>ha</strong> preso in considerazione 73 città sparse per il mondo.<br />
La capitale norvegese Oslo si conferma an<strong>che</strong> quest’anno<br />
come la città più cara del mondo, ma solo se non si considerano<br />
nel paniere an<strong>che</strong> gli affi tti. Comprendendo an<strong>che</strong><br />
questa voce è New York a conquistare la vetta della<br />
classifi ca. Dietro Oslo, nella classifi ca si sono piazzate<br />
Zurigo e Ginevra.<br />
Chi vuole <strong>un</strong>a busta paga pesante, farà bene a trasferirsi<br />
a Zurigo (prima in classifi ca), a Copenaghen o a Ginevra,<br />
rispettivamente seconda e terza. La Svizzera, in particolare,<br />
risulta essere il Paese più conveniente sia al lordo<br />
<strong>che</strong> al netto delle tasse. Dalla combinazione tra le due<br />
classifi <strong>che</strong> <strong>di</strong> prezzi e salari, lo stu<strong>di</strong>o ricava forse il dato<br />
sul potere d’acquisto interno.<br />
Al primo posto si piazza Zurigo, seguita da Sydney e<br />
Miami. Fanalini <strong>di</strong> coda sono Manila, Nairobi e Giacarta.<br />
Con i loro salari, i lavoratori <strong>di</strong> Oslo faticano con il livello<br />
dei prezzi: nella classifi ca del potere d’acquisto, infatti, la<br />
città norvegese scivola in 26. posizione.<br />
Il 97% degli svizzeri legge i giornali, l’81% si <strong>di</strong>chiara lettore <strong>di</strong> libri, il<br />
79% ama le riviste, mentre solo <strong>un</strong> quinto passa il tempo con i fumetti.<br />
Lo <strong>di</strong>mostra la quarta parte dell’indagine «Le attività culturali in Svizzera<br />
2008», pubblicata <strong>dal</strong>l’Uffi cio federale <strong>di</strong> statistica (UST). Rispetto al resto<br />
dell’Europa gli svizzeri si <strong>di</strong>mostrano <strong>un</strong> popolo <strong>di</strong> lettori: secondo <strong>un</strong>o stu<strong>di</strong>o<br />
del 2002 gli europei <strong>che</strong> leggono il giornale sono infatti l’87%, an<strong>che</strong><br />
se al nord del continente si legge più <strong>che</strong> al sud. In Svizzera si leggono<br />
inoltre il 10% <strong>di</strong> libri in più, esattamente lo stesso dato rilevato in Germania,<br />
dove sono però preferite le riviste (87%). Secondo l’indagine dell’UST il 70%<br />
degli svizzeri legge il giornale tutti i giorni: al 73% della Svizzera tedesca<br />
corrisponde il 65% del Canton Ticino. Gli uomini leggono più regolarmente i<br />
giornali rispetto alle donne, mentre gli over 45 leggono più frequentemente<br />
dei giovani. Le donne leggono più libri degli uomini, soprattutto quelle sotto i<br />
30 anni, istruite, con <strong>un</strong> buon tenore <strong>di</strong> vita e <strong>che</strong> abitano in città. Gli svizzeri<br />
<strong>di</strong> nascita leggono inoltre più frequentemente degli immigrati.
La Fiat si fa in due<br />
Aprendo l’assemblea straor<strong>di</strong>naria degli azionisti Fiat, lo<br />
scorso 16 settembre, il presidente John Elkam <strong>ha</strong> parlato<br />
<strong>di</strong> assemblea storica per il Lingotto da cui nasceranno<br />
“due Fiat forti, ambiziose, con persone pronte a realizzare<br />
gli obiettivi”.<br />
L’assemblea è stata convocata per deliberare sullo spinoff,<br />
ovvero la scissione dell’attività dell’auto. Elkann <strong>ha</strong><br />
ricordato come <strong>dal</strong>lo scorporo nascano <strong>un</strong>a Fiat <strong>che</strong> con<br />
l’accordo con la Chrysler si é molto rafforzata e la Fiat Industrial<br />
meno conosciuta <strong>che</strong> però nei settori in cui opera<br />
è <strong>un</strong>a delle società più grosse con 60mila <strong>di</strong>pendenti, 70<br />
stabilimenti, <strong>un</strong> fatturato <strong>di</strong> 30 miliar<strong>di</strong>. “In Fiat non abbiamo<br />
paura del futuro e vogliamo costruirlo”, <strong>ha</strong> <strong>di</strong>chiarato<br />
il presidente Elkam.<br />
Le due società nate <strong>dal</strong>la scissione, <strong>ha</strong> spiegato<br />
l’amministratore delegato Sergio Marchionne, “avranno<br />
maggiori libertà <strong>di</strong> azione an<strong>che</strong> nel caso maturino possibilità<br />
<strong>di</strong> stringere alleanze”. Marchionne <strong>ha</strong> an<strong>che</strong> spiegato<br />
<strong>che</strong> Fiat e Fiat Industrial inizieranno ad operare con <strong>un</strong><br />
indebitamento netto industriale pari a 2,5 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro<br />
per ogn<strong>un</strong>o dei due gruppi visto <strong>che</strong> il target attuale del<br />
Gruppo Fiat per il 2010 è superiore a 5 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro.<br />
All’assemblea degli azionisti Fiat non <strong>ha</strong> partecipato l’ex<br />
presidente del gruppo e attuale consigliere <strong>di</strong> amministrazione,<br />
Luca Cordero <strong>di</strong> Montezemolo, in quanto era<br />
impegnato in In<strong>di</strong>a con la Ferrari.<br />
La compagine azionaria della Fiat è formata da Exor, <strong>che</strong><br />
detiene <strong>un</strong>a quota del 30,42%, Capital Research 4,77%,<br />
Blackrock 2,83%, Norges Bank al 2,02%. Le azioni proprie<br />
detenute <strong>dal</strong> gruppo sono pari al 3,23%.<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
5
Consumo combinato: 14,7 l/100 km (4.2), 15,7 l/100 km (4.7) I Emissioni <strong>di</strong> CO : 345 g/km (4.2), 365 g/km (4.7)<br />
2<br />
Categoria d’efficienza energetica G I Emissioni <strong>di</strong> CO <strong>di</strong> tutte le vetture in ven<strong>di</strong>ta in Svizzera: 204 g/km<br />
2<br />
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ITALICHE<br />
<strong>di</strong> Corrado Bianchi Porro<br />
Il ministro del Tesoro italiano, Giulio Tremonti <strong>ha</strong> illustrato<br />
agli operatori economici, nel corso del suo intervento<br />
al Workshop Ambrosetti, le novità <strong>che</strong> emergono <strong>oggi</strong> in<br />
Europa dopo la crisi greca. In tutti i Paesi c’è <strong>un</strong>a nuova<br />
politica <strong>di</strong> bilancio, <strong>ha</strong> spiegato. Niente sarà d<strong>un</strong>que più<br />
come prima. Non si può più continuare a produrre maggiori<br />
defi cit e d<strong>un</strong>que, tradotto in Prodotto interno lordo,<br />
creare più debito <strong>che</strong> ric<strong>che</strong>zza. Vi saranno magari politi<strong>che</strong><br />
<strong>di</strong>verse da Paese a Paese, con <strong>un</strong>a cifra e <strong>un</strong>a marcatura<br />
ideologica più o meno forte, ma tutti concordano.<br />
Alc<strong>un</strong>i parleranno <strong>di</strong> austerità, altri <strong>di</strong> responsabilità. Ma<br />
c’è la consapevolezza <strong>di</strong> fondo non <strong>di</strong> non poter fare lo<br />
sviluppo con il debito, perché è proprio il debito a ridurre<br />
lo sviluppo.<br />
La linea <strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplina interna sarà alla base del nuovo<br />
Patto <strong>di</strong> stabilità e <strong>di</strong> crescita, <strong>di</strong>ce Tremonti. È la pietra<br />
angolare <strong>di</strong> quei passaggi storici <strong>che</strong> <strong>ha</strong>nno costruito<br />
l’Europa. Il patto si basa su tre principi <strong>di</strong> base. In primo<br />
luogo, la sorveglianza non sarà più limitata ai soli debiti<br />
pubblici <strong>che</strong> sono certo rilevanti, ma an<strong>che</strong> a quelli privati.<br />
Tutti, per tanti anni, abbiamo sempre in<strong>di</strong>cato il debito<br />
pubblico come il vero pericolo. Ma la crisi <strong>che</strong> è iniziata<br />
negli Usa, è partita <strong>dal</strong> debito privato. In secondo luogo<br />
il nuovo Patto pone sanzioni per chi sgarra e qui vi è forse<br />
il p<strong>un</strong>to più <strong>di</strong>ffi cile da articolare, perché le resistenze<br />
possono essere forti. In terzo luogo, la visione <strong>di</strong> bilancio<br />
non sarà più <strong>un</strong>a semplice formalità da com<strong>un</strong>icare a Bruxelles.<br />
L’esame dell’Ecofi n sarà la piattaforma <strong>di</strong> base per<br />
la costruzione europea. A tutti i Paesi sarà richiesta <strong>un</strong>a<br />
politica <strong>di</strong> serietà.<br />
Non è d<strong>un</strong>que vero <strong>che</strong> per l’Italia l’emergenza continui o<br />
fi nisca. Per noi non c’è <strong>un</strong>’emergenza, <strong>ha</strong> precisato Giulio<br />
Tremonti. Ma c’è l’esigenza <strong>di</strong> cambiare registro. Di<br />
re<strong>di</strong>gere non solo in forma retorica, ma politica, il nostro<br />
programma <strong>di</strong> riforme. Non è vero, come si sente <strong>di</strong>re,<br />
<strong>che</strong> all’Italia “serva <strong>un</strong>a politica industriale”. L’ultima volta<br />
<strong>che</strong> è stata adottata negli anni Settanta, si commentò<br />
<strong>che</strong> la moda e l’arredamento fossero settori maturi: questo<br />
per <strong>di</strong>re della l<strong>un</strong>gimiranza <strong>di</strong> <strong>un</strong>a certa pianifi cazione<br />
industriale. Inviterei d<strong>un</strong>que ad essere <strong>un</strong> po’ meno<br />
<strong>di</strong>alettici e meno superfi ciali in queste <strong>di</strong>scussioni. Serve<br />
<strong>un</strong> ministro, ma se an<strong>che</strong> c’è <strong>un</strong> ministro, l’in<strong>di</strong>rizzo lo<br />
deve dare tutto il Governo, tutto il Parlamento, tutto il<br />
Paese. Naturalmente non vuol <strong>di</strong>re <strong>che</strong> serva il consenso<br />
preventivo, altrimenti c’è il blocco, ma il progetto lo<br />
si deve <strong>di</strong>scutere. E benvenute le idee in più rispetto a<br />
quelle in meno. Naturalmente sarebbe interessante <strong>che</strong><br />
il tono non fosse tra Guelfi e Ghibellini. Dobbiamo essere<br />
all’altezza del tempo non semplice <strong>che</strong> abbiamo davanti.<br />
Non c’è d<strong>un</strong>que <strong>un</strong>’emergenza, ma <strong>un</strong>’esigenza per l’Italia<br />
Niente sarà d<strong>un</strong>que<br />
più come prima<br />
<strong>di</strong> cambiare. Vorrei <strong>che</strong> ci fosse la prospettiva <strong>di</strong> bene<br />
com<strong>un</strong>e per i prossimi <strong>di</strong>eci anni: non <strong>di</strong> questo governo<br />
ma <strong>di</strong> questo Paese. Non siamo fatalisti, <strong>ha</strong> aggi<strong>un</strong>to. Un<br />
fatalista potrebbe <strong>di</strong>re <strong>che</strong> l’Italia <strong>ha</strong> <strong>un</strong>a certa esperienza<br />
storica <strong>di</strong> declino, perché per noi il declino inizia col<br />
quinto secolo con l’Impero romano. Potremmo an<strong>che</strong> <strong>di</strong>re<br />
<strong>che</strong> il nostro Pil è sottovalutato <strong>dal</strong>l’evasione, maggiore<br />
<strong>di</strong> quanto risalti <strong>dal</strong>le statisti<strong>che</strong>. Potremmo <strong>di</strong>re come<br />
in passato <strong>che</strong> la svalutazione potrebbe aiutarci, perché<br />
siamo pur sempre la seconda offi cina d’Europa <strong>di</strong>etro<br />
la Germania e quin<strong>di</strong> quando la Germania va, an<strong>di</strong>amo<br />
an<strong>che</strong> noi. Man mano <strong>che</strong> la ripresa si consoliderà, indubbiamente<br />
f<strong>un</strong>zioneranno meglio i nostri settori della<br />
casa e del lusso. Ma noi dobbiamo guardare avanti in<br />
modo organico. Oggi la competizione nel mondo è tra<br />
giganti e chi <strong>ha</strong> colossi industriali può parlare coi suoi<br />
simili. La Germania <strong>ha</strong> questo straor<strong>di</strong>nario successo perché<br />
<strong>ha</strong> <strong>di</strong>eci colossi industriali <strong>che</strong> si siedono al tavolo.<br />
Noi abbiamo <strong>un</strong>a <strong>di</strong>mensione miniaturizzata, straor<strong>di</strong>naria<br />
<strong>di</strong> me<strong>di</strong>e e piccole imprese. È <strong>di</strong>ffi cile per <strong>un</strong> gigante<br />
sedersi con noi. Bisogna costruire delle reti è vero, ma<br />
i <strong>di</strong>stretti non li fa il Governo. Ci dev’essere <strong>un</strong>o sforzo<br />
com<strong>un</strong>e dell’economia.<br />
Per l’estero, <strong>ha</strong> in<strong>di</strong>cato Tremonti, non possiamo andare<br />
avanti con <strong>un</strong>a pluralità infi nita <strong>di</strong> operatori occasionali.<br />
Occorre poi mo<strong>di</strong>fi care le regole, <strong>un</strong> p<strong>un</strong>to fondamentale<br />
per il nostro sviluppo. Credo <strong>che</strong> nella Costituzione dobbiamo<br />
introdurre il principio <strong>che</strong> tutto sia libero tranne ciò<br />
<strong>che</strong> è espressamente vietato, sovvertendo <strong>un</strong>’architettura<br />
<strong>che</strong> rende tutto vietato tranne ciò <strong>che</strong> è graziosamente<br />
permesso.<br />
C’è poi la questione del federalismo <strong>che</strong> è <strong>un</strong> po’ <strong>di</strong>versa<br />
nel sud. La questione del sud è <strong>un</strong>a questione nazionale<br />
e non la somma <strong>di</strong> questioni regionali. C’è <strong>un</strong> drammatico<br />
problema <strong>di</strong> classe <strong>di</strong>rigente. Tutti sottolineano <strong>che</strong> l’Italia<br />
cresce poco nel Pil. Ma an<strong>che</strong> perché siamo in concorrenza<br />
con Paesi <strong>che</strong> <strong>ha</strong>nno il nucleare. Nel calcolo del Pil<br />
bisogna mettere dentro in negativo il costo dell’energia<br />
importata. Siamo l’<strong>un</strong>ico Paese del G-8 CHE importa tutta<br />
l’energia.<br />
Infi ne, sul tema capitale e lavoro, la <strong>di</strong>scussione <strong>ha</strong> preso<br />
connotazioni surreali. Dobbiamo fare come la Germania,<br />
si <strong>di</strong>ce. Conosciamo il problema della produttività,<br />
ma sappiamo an<strong>che</strong> <strong>che</strong> il nostro Pil è fatto da aziende<br />
con meno <strong>di</strong> 100 addetti mentre la Germania è già <strong>un</strong>a<br />
“coinè”, <strong>un</strong>’<strong>un</strong>ione <strong>di</strong> rapporto tra capitale e lavoro. La<br />
grande <strong>di</strong>scussione non è d<strong>un</strong>que tra modello tedesco<br />
o inglese, ma caso mai sul tipo <strong>di</strong> modello economico<br />
mentre l’Ocse suggerisce ancora opere e investimenti<br />
pubblici.<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
7
EUROPEE<br />
<strong>di</strong> Philippe Bernasconi<br />
E per fort<strong>un</strong>a <strong>che</strong> con la nuova Costituzione e i nuovi<br />
organi istituzionali l’Unione europea avrebbe dovuto<br />
essere più <strong>un</strong>ita e coesa. Sono bastate alc<strong>un</strong>e migliaia<br />
<strong>di</strong> rom per (ri)portare a galla tutta la fragilità e l’incoerenza<br />
<strong>che</strong> contrad<strong>di</strong>stingue questa fase <strong>di</strong> storia europea.<br />
Proprio nel momento in cui – forse mai come<br />
prima – servirebbe fare quadrato attorno a <strong>un</strong> modello<br />
e a <strong>un</strong> ideale per uscire defi nitivamente <strong>dal</strong>le acque<br />
limacciose <strong>di</strong> <strong>un</strong>a crisi economica <strong>che</strong> non vuole saperne<br />
<strong>di</strong> farsi da parte.<br />
Il Consiglio straor<strong>di</strong>nario dei capi <strong>di</strong> Stato e <strong>di</strong> governo<br />
dell’Unione <strong>di</strong> metà settembre avrebbe dovuto essere<br />
de<strong>di</strong>cato alla <strong>di</strong>ffi cile situazione economica <strong>che</strong><br />
attanaglia <strong>un</strong>a parte importante <strong>di</strong> Europa e invece i<br />
27 <strong>ha</strong>nno dovuto occuparsi <strong>di</strong> <strong>un</strong>a questione per certi<br />
versi minore, ma <strong>che</strong> in queste settimane <strong>ha</strong> preso il<br />
sopravvento. I rom. Una minoranza <strong>di</strong> <strong>un</strong>a minoranza,<br />
<strong>di</strong> origine romena ma non solo, <strong>che</strong> la Franca <strong>di</strong> Nicolas<br />
Sarkozy <strong>ha</strong> deciso <strong>di</strong> rispe<strong>di</strong>re a casa propria.<br />
Non preoccupandosi <strong>di</strong> <strong>un</strong>o dei capi sal<strong>di</strong> dell’Unione,<br />
ovvero la libera circolazione delle persone (<strong>che</strong> dovrebbe<br />
permettere ai citta<strong>di</strong>ni degli Stati membri <strong>di</strong><br />
muoversi liberamente all’interno dei confi ni com<strong>un</strong>itari)<br />
e – aspetto forse ancora più grave – non preoccupandosi<br />
del fatto <strong>che</strong> a casa loro i rom vengono spesso<br />
trattati non propriamente in modo civile.<br />
Una minoranza <strong>di</strong> <strong>un</strong>a minoranza, app<strong>un</strong>to, <strong>che</strong> ness<strong>un</strong>o<br />
vorrebbe tra i pie<strong>di</strong>, ma <strong>che</strong> esiste e <strong>che</strong> non<br />
può essere nascosta. Un modo <strong>un</strong> po’ troppo semplice<br />
per risolvere il problema. Ma il presidente francese (in<br />
preoccupante calo <strong>di</strong> consensi) <strong>ha</strong> deciso <strong>di</strong> affrontare<br />
<strong>di</strong> petto il tema della sicurezza e dell’illegalità. E lo<br />
<strong>ha</strong> fatto in solitaria, senza minimamente coinvolgere<br />
le istanze europee preposte ad affrontare questo tipo<br />
<strong>di</strong> problemati<strong>che</strong>. Ciò <strong>che</strong> non dovrebbe avvenire in<br />
<strong>un</strong>’<strong>un</strong>ione <strong>di</strong> Stati <strong>che</strong> si è dotata <strong>di</strong> regole (tra cui,<br />
come detto, la libera circolazione delle persone) e<br />
istituzioni com<strong>un</strong>i. La questione, semmai ce ne fosse<br />
stato il motivo, andava affrontata <strong>di</strong>versamente, coinvolgendo<br />
preventivamente la Commissione europea e<br />
gli altri Stati membri (in primis chi, come la Romania,<br />
avrebbe dovuto (ri)accogliere chi sarebbe stato espulso<br />
da Parigi). Ma tant’è. Tra minacce <strong>di</strong> sanzioni e rifi uti<br />
<strong>di</strong> fare passi in<strong>di</strong>etro (“Continueremo a smantellare<br />
L’<strong>un</strong>ità <strong>che</strong> non c’è<br />
tutti i campi illegali senza guardare chi li occupa: non<br />
vogliamo <strong>che</strong> intere famiglie vivano in bidonville. È <strong>un</strong>a<br />
con<strong>di</strong>zione non degna dell’Europa e della Francia”, <strong>ha</strong><br />
tuonato Sarkozy al termine del vertice <strong>di</strong> Bruxelles) i<br />
27 sono stati costretti a rinviare ad ottobre le trattative<br />
sulle sanzioni per le violazione del Patto <strong>di</strong> stabilità<br />
e sull’introduzione <strong>di</strong> <strong>un</strong>a tassa sulle transazioni fi nanziarie<br />
e <strong>di</strong> <strong>un</strong> prelievo sulle ban<strong>che</strong>.<br />
Peccato, perché è proprio <strong>di</strong> nuove regole e <strong>di</strong> nuovi<br />
p<strong>un</strong>ti fermi in materia economica <strong>di</strong> cui l’Europa avrebbe<br />
bisogno in questo momento. Da <strong>un</strong>a parte vi sono<br />
le nuove regole del Comitato <strong>di</strong> Basilea sulla vigilanza<br />
bancaria, <strong>che</strong> nei prossimi anni imporranno al sistema<br />
fi nanziario internazionale <strong>un</strong>a maggiore capitalizzazione<br />
per evitare nuove drammati<strong>che</strong> crisi (come quella<br />
del 2007/2008). Dall’altra, vi sono segnali non proprio<br />
confortanti sullo stato dell’economia mon<strong>di</strong>ale. Se negli<br />
Stati Uniti il timore <strong>di</strong> <strong>un</strong> ritorno della recessione<br />
(il famoso e temuto scenario a W) e lo spettro della<br />
defl azione sono tutt’altro <strong>che</strong> remoti, in Europa la<br />
sola Germania sembra al riparo da brutte sorprese,<br />
mentre per gli altri Paesi la fi ne del t<strong>un</strong>nel buio della<br />
recessione sembra essere ancora lontana. Ecco <strong>che</strong><br />
allora bisognerebbe stu<strong>di</strong>are e adottare tutti insieme<br />
nuove strategie. Perché, se la leva degli stimoli fi scali<br />
e monetari (applicata in dosi massicce nella prima<br />
fase della crisi) <strong>ha</strong> prodotto dei frutti, ora non può più<br />
essere replicata, visti i danni da sovraindebitamento<br />
<strong>che</strong> <strong>ha</strong> prodotto in molti Stati. Che fare allora? È <strong>di</strong> questo<br />
<strong>che</strong> i capi <strong>di</strong> Stato e <strong>di</strong> governo dei 27 dovrebbe<br />
<strong>di</strong>scutere urgentemente. Adottare nuove e più severe<br />
regole, affi nché il passato non abbia a ripetersi (con il<br />
rischio però <strong>che</strong> ciò per molti rappresenti la mazzata<br />
defi nitiva) oppure insistere con la spesa pubblica e tutto<br />
ciò <strong>che</strong> ne consegue (con il rischio an<strong>che</strong> qui <strong>che</strong><br />
molti vengano affossati dai debiti)?<br />
Un bel <strong>di</strong>lemma, non c’è <strong>che</strong> <strong>di</strong>re. Che per essere affrontato<br />
avrebbe bisogno <strong>di</strong> <strong>un</strong>’Europa più <strong>un</strong>ita <strong>che</strong><br />
mai, come lo stesso presidente della Commissione<br />
europea <strong>ha</strong> recentemente avuto modo <strong>di</strong> sottolineare<br />
in <strong>un</strong>’intervista al Corriere della Sera: “I problemi non si<br />
risolveranno fi nché ogni nazione non vedrà il progetto<br />
europeo come il suo progetto. Bisogna <strong>di</strong>fendere gli<br />
interessi dell’Europa”. Come dargli torto.<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
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INTERNAZIONALI<br />
<strong>di</strong> Mi<strong>che</strong>le<br />
Caracciolo <strong>di</strong> Brienza<br />
Ogni sei secon<strong>di</strong> <strong>un</strong> bambino muore per qual<strong>che</strong> malattia<br />
legata alla malnutrizione.<br />
Secondo dati della FAO (Food and Agricultural Organisation)<br />
<strong>di</strong>ffusi a metà settembre, sono circa 925 milioni<br />
le persone colpite da malnutrizione. Nel 2009 avevano<br />
superato il miliardo per poi calare del 9,6% nel 2010.<br />
Questa riduzione è stata senz’altro favorita <strong>dal</strong> calo dei<br />
prezzi delle derrate agricole, dopo i massimi del 2008<br />
e <strong>dal</strong>la crescita economica <strong>di</strong> Cina e In<strong>di</strong>a <strong>che</strong> contano<br />
il 40% del totale dei malnutriti. Nonostante questi dati<br />
positivi, il fl agello della fame è ben lontano <strong>dal</strong>l’essere<br />
sra<strong>di</strong>cato.<br />
La fame cronica o la malnutrizione è lo stato in cui <strong>un</strong>a<br />
parte consistente della popolazione mon<strong>di</strong>ale si trova.<br />
Può essere defi nita come la mancanza <strong>di</strong> accesso ad<br />
<strong>un</strong>a quantità suffi ciente <strong>di</strong> alimenti nutritivi <strong>che</strong> permetta<br />
<strong>di</strong> avere <strong>un</strong>o sviluppo fi sico e psicologico normale, <strong>di</strong><br />
essere in buona salute e <strong>di</strong> avere <strong>un</strong>a vita attiva. Il fabbisogno<br />
giornaliero corrisponde a circa 1’800 calorie,<br />
variando poi a seconda del genere e dell’età. Come si<br />
arriva a misurare la malnutrizione?<br />
Per avere <strong>un</strong>a stima del numero <strong>di</strong> persone <strong>che</strong> non<br />
riescono a sod<strong>di</strong>sfare il loro fabbisogno energetico giornaliero<br />
la FAO considera la produzione agricola <strong>di</strong> <strong>un</strong><br />
Paese, le sue importazioni <strong>di</strong> derrate e la composizione<br />
demografi ca del paese in termini <strong>di</strong> età e <strong>di</strong> genere. Si<br />
tratta <strong>di</strong> stime utili per avere <strong>un</strong> dato illustrativo <strong>di</strong> <strong>un</strong><br />
fe<strong>nome</strong>no preoccupante.<br />
A Roma nel 1996 i rappresentanti degli Stati si erano<br />
impegnati a ridurre della metà il numero <strong>di</strong> persone malnutrite<br />
entro il 2015. Il summit mon<strong>di</strong>ale dell’alimentazione<br />
<strong>ha</strong> stabilito questo obiettivo ambizioso <strong>che</strong> prendeva<br />
come riferimento i circa 850 milioni <strong>di</strong> malnutriti<br />
stimati nel 1990-92 per arrivare d<strong>un</strong>que a 425 milioni<br />
nel 2015. Per gli Obiettivi del millennio per lo sviluppo,<br />
meglio conosciuti come Millenium Development Goals,<br />
le Nazioni Unite invece <strong>di</strong> considerare <strong>un</strong> dato assoluto<br />
<strong>ha</strong>nno abilmente scelto <strong>un</strong>a percentuale. Il primo obiettivo<br />
del millennio, infatti, è <strong>di</strong> ridurre della metà la percentuale<br />
<strong>di</strong> persone malnutrite tra il 1990 e il 2015.<br />
Questo obiettivo è così subor<strong>di</strong>nato alla <strong>di</strong>mensione della<br />
popolazione mon<strong>di</strong>ale. Dal 20% <strong>di</strong> malnutriti del 1990<br />
si dovrebbe arrivare al 10% della popolazione mon<strong>di</strong>ale<br />
nel 2015. Tuttavia, a meno <strong>di</strong> cinque anni <strong>dal</strong> traguardo i<br />
malnutriti restano il 16% della popolazione mon<strong>di</strong>ale.<br />
Bangladesh, Cina, Repubblica Democratica del Congo,<br />
La fame: <strong>un</strong> male<br />
su scala planetaria<br />
Etiopia, In<strong>di</strong>a, Indonesia e Pakistan sono sette Paesi <strong>che</strong><br />
<strong>ha</strong>nno in aggregato ben due terzi <strong>di</strong> tutti i malnutriti del<br />
pianeta. La regione con il maggior numero <strong>di</strong> persone<br />
<strong>che</strong> soffrono <strong>di</strong> malnutrizione è l’Asia con circa 578 milioni.<br />
Invece, l’Africa Sub sa<strong>ha</strong>riana <strong>ha</strong> il 30% della sua<br />
popolazione, pari a circa 239 milioni, con problemi <strong>di</strong><br />
malnutrizione.<br />
Ci sono tanti rime<strong>di</strong> <strong>che</strong> sono in atto sia su scala mon<strong>di</strong>ale<br />
sia a livello locale. Un esempio al riguardo è la<br />
creazione e la gestione femminile delle ban<strong>che</strong> del grano<br />
in Niger in modo da permettere ai piccoli agricoltori<br />
<strong>di</strong> prendere a prestito le sementi durante la semina e<br />
restituire <strong>un</strong> quantitativo maggiore dopo il raccolto. Ciò<br />
permette a questi agricoltori <strong>di</strong> concentrarsi sui loro terreni<br />
per sopravvivere.<br />
È <strong>un</strong> esperimento <strong>che</strong> <strong>ha</strong> dato ottimi risultati e <strong>ha</strong> evitato<br />
agli agricoltori <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare braccianti salariati e <strong>di</strong> vendere<br />
i loro capi <strong>di</strong> bestiame per coprire il loro fabbisogno<br />
alimentare e <strong>di</strong> sementi. Un altro esempio straor<strong>di</strong>nario<br />
è quello <strong>di</strong> Danone in Bangladesh. Nella città <strong>di</strong> Bogra al<br />
nord del paese la Danone <strong>ha</strong> aperto <strong>un</strong> piccolo stabilimento<br />
per produrre yogurt ultranutriente per il mercato<br />
locale. Un vasetto copre circa <strong>un</strong> terzo del fabbisogno<br />
<strong>di</strong> minerali e <strong>di</strong> vitamine <strong>di</strong> <strong>un</strong> bambino. La Danone è <strong>un</strong>a<br />
delle più gran<strong>di</strong> multinazionali francesi e fattura circa 21<br />
miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> dollari all’anno e questo stabilimento <strong>di</strong> Bogra<br />
produce <strong>un</strong> millesimo <strong>di</strong> <strong>un</strong> me<strong>di</strong>o stabilimento Danone,<br />
ciononostante <strong>ha</strong> stimolato alc<strong>un</strong>e soluzioni utili nel<br />
processo produttivo come, ad esempio, l’uso <strong>di</strong> enzimi<br />
durante il trasporto del latte per mantenerlo fresco dato<br />
<strong>che</strong> manca la refrigerazione.<br />
Allo stato attuale il pianeta è in grado <strong>di</strong> produrre abbastanza<br />
da nutrire tutti i suoi abitanti, ma il problema<br />
rimane la <strong>di</strong>stribuzione delle eccedenze. Sempre secondo<br />
dati della FAO, malgrado il calo <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> grano<br />
in Russia per via degli incen<strong>di</strong>, la raccolta cerealicola<br />
mon<strong>di</strong>ale per il 2010 è stata la terza <strong>di</strong> tutti i tempi e le<br />
riserve sono elevate. I dati resi noti a metà settembre<br />
<strong>dal</strong>la FAO, <strong>dal</strong>l’IFAD (International F<strong>un</strong>d for Agricultural<br />
Development) e <strong>dal</strong> WFP (World Food Program) <strong>ha</strong>nno la<br />
f<strong>un</strong>zione <strong>di</strong> sollecitare l’azione congi<strong>un</strong>ta degli Stati e <strong>di</strong><br />
mobilitare l’opinione pubblica mon<strong>di</strong>ale. A tal proposito<br />
si segnala il sito www.1billionh<strong>un</strong>gry.org dove è possibile<br />
aderire ad <strong>un</strong>a petizione per sensibilizzare i governi<br />
su questo problema. Le adesioni raccolte sinora sono<br />
più <strong>di</strong> 800’000 e si vuole arrivare a <strong>un</strong> milione.<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
11
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OLTREFRONTIERA<br />
<strong>di</strong> Fabrizio Macrì<br />
Dopo le recenti <strong>di</strong>chiarazioni del Governatore della Banca<br />
d’Italia Draghi <strong>che</strong>, a fronte della lentezza con cui<br />
l’industria italiana sembra cogliere i benefi ci della ripresina<br />
in atto, <strong>ha</strong> in<strong>di</strong>cato all’Italia il modello economico<br />
tedesco come ricetta per uscire <strong>dal</strong>la crisi, si è scatenato<br />
sulla stampa italiana <strong>un</strong> interessante <strong>di</strong>battito <strong>che</strong><br />
ci aiuta a comparare l’economia italiana in particolare<br />
a quella tedesca. Molti articoli, a seconda dell’orientamento<br />
politico della testata, si affannano a demitizzare<br />
il modello tedesco, affermando la sua inapplicabilità nel<br />
contesto economico-politico italiano, altri in<strong>di</strong>viduano<br />
delle caratteristi<strong>che</strong> esportabili del capitalismo renano<br />
a sud delle Alpi. Certi del fatto <strong>che</strong> <strong>dal</strong>l’osservazione <strong>di</strong><br />
chi ottiene risultati migliori dei nostri ci sia solo da imparare,<br />
preferiamo prestare orecchio ai secon<strong>di</strong>.<br />
Emergono da <strong>un</strong> lato alc<strong>un</strong>i tratti fondamentali <strong>che</strong> <strong>di</strong>fferenziano<br />
il modello tedesco da quello italiano ed a cui il<br />
nostro Paese potrebbe ispirarsi, e <strong>dal</strong>l’altro alc<strong>un</strong>i tratti<br />
com<strong>un</strong>i sui quali fare leva per <strong>un</strong> rilancio strategico della<br />
nostra industria a rimorchio <strong>di</strong> quella tedesca sui mercati<br />
internazionali.<br />
Sostanzialmente la Germania <strong>ha</strong> costruito nel dopoguerra<br />
e con tratti <strong>di</strong>versi an<strong>che</strong> dopo l’<strong>un</strong>ifi cazione, <strong>un</strong><br />
modello economico nel quale pianifi cazione strategica<br />
industriale e strategia politica <strong>di</strong> sviluppo del Paese<br />
coincidono. Coincidono perché <strong>di</strong> fronte ai cambiamenti<br />
strutturali cui l’economia tedesca è stata chiamata più<br />
volte dopo la caduta del Muro, sindacati, imprese e<br />
Governo <strong>ha</strong>nno sempre trovato <strong>un</strong> accordo sulle linee<br />
strategi<strong>che</strong> per gli anni a venire.<br />
Dopo la caduta del Muro ed il rafforzamento del Marco,<br />
la Germania <strong>ha</strong> dovuto affrontare <strong>un</strong>a crescente minaccia<br />
competitiva <strong>che</strong> l’<strong>ha</strong> costretta a cambiamenti strutturali<br />
determinati da tre bussole fondamentali:<br />
- l’aumento della competitività dell’industria tedesca sui<br />
mercati esteri tramite delocalizzazioni, fusioni e ristrutturazioni<br />
del proprio apparato manifatturiero;<br />
- la riforma del generoso stato sociale tedesco <strong>che</strong> ê<br />
stato snellito ed <strong>ha</strong> consentito <strong>di</strong> ridurre il carico fi scale<br />
sulle imprese;<br />
- l’introduzione del Kurzarbeit (o part- time) <strong>che</strong> <strong>ha</strong> consentito<br />
alle imprese la necessaria fl essibilità <strong>di</strong> ridurre<br />
l’orario <strong>di</strong> lavoro in presenza <strong>di</strong> meno or<strong>di</strong>ni per poi<br />
aumentarlo nuovamente alla ripresa congi<strong>un</strong>turale.<br />
Questi ultimi due elementi <strong>ha</strong>nno consentito <strong>di</strong> non indebolire<br />
eccessivamente la domanda interna, decisivo<br />
fattore <strong>di</strong> stabilità e sviluppo an<strong>che</strong> per <strong>un</strong> Paese fortemente<br />
orientato alle esportazioni come la Germania.<br />
In sostanza le tre parti sociali si sono sedute attorno ad<br />
Modelli a confronto<br />
<strong>un</strong> tavolo ed <strong>ha</strong>nno sacrifi cato ciasc<strong>un</strong>a degli interessi<br />
<strong>di</strong> parte in <strong>nome</strong> del com<strong>un</strong>e interessa nazionale: i sindacati<br />
<strong>ha</strong>nno accettato <strong>di</strong> legare i salari agli aumenti<br />
<strong>di</strong> produttività ed <strong>ha</strong>nno consentito l’introduzione <strong>di</strong> elementi<br />
<strong>di</strong> fl essibilità legata all’orario <strong>di</strong> lavoro, le imprese<br />
<strong>dal</strong> canto loro <strong>ha</strong>nno preferito ridurre l’orario invece <strong>che</strong><br />
licenziare ed <strong>ha</strong>nno investito in formazione ed innovazione<br />
a fronte <strong>di</strong> delocalizzazioni <strong>che</strong> negli anni ‘90 <strong>ha</strong>nno<br />
generato com<strong>un</strong>que <strong>un</strong> aumento strutturale della <strong>di</strong>soccupazione<br />
soprattutto nei settori a basso valore aggi<strong>un</strong>to,<br />
il Governo <strong>ha</strong> riformato lo stato sociale, snellendolo<br />
per ridurre i costi ed il carico contributivo sulle imprese<br />
ed <strong>ha</strong> investito molto nella competitività del sistema paese<br />
facendo della Germania <strong>un</strong> target molto ambito per<br />
gli investitori esteri.<br />
L’Italia ê il secondo paese manifatturiero ed esportatore<br />
d’Europa, ma non <strong>ha</strong> vissuto negli anni ’90 la stagione <strong>di</strong><br />
riforme strutturali dell’economia e del sistema <strong>di</strong> welfare<br />
<strong>che</strong> <strong>ha</strong> caratterizzato la Germania, si sono succeduti<br />
interventi scoor<strong>di</strong>nati e spora<strong>di</strong>ci sul mercato del lavoro<br />
<strong>che</strong> <strong>ha</strong>nno eliminato <strong>di</strong>ritti dei lavoratori meno garantiti,<br />
generato <strong>un</strong> aumento delle tensioni sociali ed in questa<br />
fase <strong>di</strong> depressione, an<strong>che</strong> <strong>un</strong> esponenziale aumento<br />
della <strong>di</strong>soccupazione giovanile. Nonostante <strong>un</strong> aumento<br />
della spesa pubblica <strong>che</strong> pesa sul debito più alto<br />
d’Europa, latitano inoltre gli investimenti in formazione,<br />
ricerca e sviluppo, mancano gli interventi <strong>di</strong> politica industriale,<br />
a sostegno <strong>di</strong> settori strategici su cui p<strong>un</strong>tare<br />
per lo sviluppo futuro e nulla <strong>di</strong> risolutivo si ê fatto per<br />
affrontare i mali <strong>che</strong> allontanano gli investitori esteri <strong>dal</strong><br />
nostro territorio: criminalità, carico fi scale, burocrazia,<br />
qualità dei servizi pubblici. Come già in questa Rubrica<br />
abbiamo avuto modo <strong>di</strong> rilevare insomma, manca <strong>un</strong>a<br />
visione strategica dell’Italia del futuro da con<strong>di</strong>videre tra<br />
Governo e Parti Sociali, prevalgono interessi particolari<br />
ed in<strong>di</strong>viduali o prese <strong>di</strong> posizione astratte ed ideologi<strong>che</strong><br />
<strong>che</strong> portano solo vantaggi nel brevissimo termine:<br />
<strong>un</strong> noto giornalista italiano <strong>ha</strong> recentemente paragonato<br />
il Paese ad <strong>un</strong>o “specchio rotto”.<br />
Proprio in <strong>un</strong>’ottica <strong>di</strong> strategia futura, emerge <strong>dal</strong>la quoti<strong>di</strong>ana<br />
comparazione tra Italia e Germania sulla stampa<br />
italiana <strong>di</strong> questi giorni <strong>un</strong>’in<strong>di</strong>cazione strategica interessante:<br />
l’invito agli industriali italiani a legarsi in modo<br />
sistemico all’industria tedesca. Infatti , dopo la graduale<br />
scomparsa della nostra grande industria, con la notevole<br />
eccezione della FIAT, l’economia italiana si caratterizza<br />
sempre più come subfornitrice dei colossi industriali<br />
tedeschi <strong>che</strong> in virtù della loro <strong>di</strong>mensione potrebbero<br />
dare ai nostri me<strong>di</strong> e piccoli impren<strong>di</strong>tori visione e accesso<br />
seppure in<strong>di</strong>retti ai gran<strong>di</strong> mercati internazionali.<br />
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Sono Simonetta Sommaruga a Jo<strong>ha</strong>nn Schneider<br />
Amman i due nuovi consiglieri federali<br />
<strong>che</strong> sostituiscono i <strong>di</strong>missionari Moritz Leuenberger<br />
e Hans-Rudolf Merz. Il governo<br />
svizzero, per la prima volta, avrà così <strong>un</strong>a maggioranza<br />
femminile, con quattro donne su sette seggi.<br />
Simonetta Sommaruga, consigliera agli Stati bernese,<br />
è stata eletta <strong>dal</strong>l’assemblea federale al quarto<br />
turno. In lizza, assieme a lei, era rimasto solo il<br />
can<strong>di</strong>dato dell’Unione democratica <strong>di</strong> centro Jean-<br />
François Rime. Jo<strong>ha</strong>nn Schneider Amman, impren<strong>di</strong>tore<br />
e consigliere nazionale, pure lui bernese, è<br />
stato eletto al quinto turno. An<strong>che</strong> in questo caso<br />
Jean-François Rime è riuscito a mantenersi in corsa<br />
fi no all’ultima tornata, ma <strong>ha</strong> poi dovuto cedere il<br />
passo. Rivolgendosi al parlamento la Sommaruga <strong>ha</strong><br />
affermato <strong>che</strong> “dobbiamo garantire a tutti, soprattutto<br />
ai più deboli, <strong>un</strong>a vita degna e lavorare assieme<br />
per rispondere alle attese dei citta<strong>di</strong>ni”.<br />
Dopo aver ringraziato nelle quattro lingue nazionali<br />
l’assemblea federale per l’elezione, la Sommaruga <strong>ha</strong><br />
riba<strong>di</strong>to l’importanza del rispetto <strong>di</strong> tutte le minoranze<br />
- an<strong>che</strong> degli avversari politici - per mantenere<br />
la coesione interna del Paese. Per la consigliera agli<br />
Stati è importante p<strong>un</strong>tare sul <strong>di</strong>alogo per la ricerca<br />
<strong>di</strong> soluzioni con<strong>di</strong>vise. “Solo assieme possiamo<br />
rispondere alle attese della popolazione”, <strong>ha</strong> concluso<br />
la “senatrice”. Dal canto suo, Schneider-Ammann<br />
<strong>ha</strong> detto <strong>che</strong> “le future generazioni, devono avere le<br />
Confederazione elvetica<br />
Eletti due nuovi Consiglieri Federali<br />
Per la prima volta il governo svizzero,<br />
senza in alc<strong>un</strong> modo fare ricorso alle “quote<br />
rosa”, <strong>ha</strong> <strong>un</strong>a maggioranza femminile.<br />
Con l’elezione <strong>di</strong> Simonetta Sommaruga<br />
e Jo<strong>ha</strong>nn Schneider-Ammann al posto dei<br />
<strong>di</strong>missionari Moritz Leuenberger e Hans-<br />
Rudolf Merz, infatti, 4 membri su 7 sono<br />
donne. In attesa delle elezioni del prossimo<br />
anno, invariata resta invece la composizione<br />
partitica<br />
IL RIMPASTO<br />
In seguito all’elezione dei due nuovi consiglieri federali<br />
si è proceduto an<strong>che</strong> ad <strong>un</strong>a ri<strong>di</strong>stribuzione dei Dicasteri<br />
<strong>che</strong> risultano così assegnati:<br />
Dipartimento <strong>di</strong> giustizia e polizia: Simonetta Sommaruga<br />
(PS). Supplente: Eveline Widmer-Schlumpf<br />
(PBD).<br />
Dipartimento dell’economia: Jo<strong>ha</strong>nn Schneider-Ammann<br />
(PLR). Supplente Doris Leut<strong>ha</strong>rd (PPD).<br />
Dipartimento delle fi nanze: Eveline Widmer-<br />
Schlumpf. Supplente: Mi<strong>che</strong>line Calmy-Rey (PS).<br />
stesse possibilità <strong>che</strong><br />
abbiamo avuto noi”.<br />
“Le scelte del futuro<br />
richiedono <strong>un</strong>a guida<br />
sicura e da parte<br />
mia sono certo <strong>di</strong><br />
poter investire tutta<br />
la mia energia in<br />
favore della concordanza”,<br />
<strong>ha</strong> aggi<strong>un</strong>to.<br />
“Se riusciamo a riaffermare<br />
i valori della<br />
nostra società aper- I due nuovi consiglieri federali.<br />
ta, avremo successo”.<br />
“Sappiamo <strong>che</strong> siamo europei nel cuore dell’Europa”.<br />
“Solo i rapporti <strong>di</strong> buon vicinato potranno contribuire<br />
alla sicurezza della Confederazione”.<br />
*Nata il 14 maggio 1960 a Zugo, Simonetta Sommaruga è ticinese<br />
<strong>di</strong> origine (Lugano) ma <strong>ha</strong> sempre vissuto oltre San Gottardo:<br />
suo padre era impiegato alla Lonza, nel canton Argovia.<br />
Dopo la maturità al ginnasio <strong>di</strong> Immensee (Svitto), Sommaruga<br />
<strong>ha</strong> stu<strong>di</strong>ato pianoforte a Lucerna, in California e a Roma. Dal<br />
1988 al 1991 <strong>ha</strong> stu<strong>di</strong>ato inglese all’Università <strong>di</strong> Friborgo. La<br />
sua attività politica l’<strong>ha</strong> iniziata nei ranghi del Partito socialista<br />
nel 1981 venendo eletta giovanissima nel Gran Consiglio<br />
bernese <strong>che</strong> lascerà nel 1990. A partire <strong>dal</strong> 1993, e fi no al<br />
1999, <strong>ha</strong> svolto l’attività <strong>di</strong> responsabile della Fondazione per<br />
la protezione dei consumatori, ruolo <strong>che</strong> l’<strong>ha</strong> fatta conoscere al<br />
grande pubblico. Nel 1999 viene eletta per il Partito socialista<br />
al Consiglio Nazionale e <strong>dal</strong> 2003 è consigliera agli Stati per<br />
il canton Berna. Dal 1998 al 2005 è stata an<strong>che</strong> m<strong>un</strong>ipale a<br />
Köniz. Simonetta Sommaruga è sposata con lo scrittore Lukas<br />
Hartmann e vive a Spiegel bei Bern.<br />
*Jo<strong>ha</strong>nn Schneider Ammann è nato nel 1952 a Sumiswald ed<br />
è citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Hasle Bei Burgdorf, pur vivendo a Langent<strong>ha</strong>l.<br />
Dopo <strong>un</strong> master in Business Administration ottenuto a Parigi, è<br />
entrato come capoprogetto nell’industria Oerlikon Bührle alla<br />
fi ne degli anni 70. In seguito è entrato nei consigli <strong>di</strong> amministrazione<br />
<strong>di</strong> Mikron e Swatch e fa parte <strong>di</strong> Swissmem,l’isituzione<br />
<strong>che</strong> tutela gli interessi dell’industria metalmeccanica svizzera.<br />
Dal 1999 siede sugli scranni del Consiglio Nazionale ed <strong>ha</strong><br />
ottenuto la rielezione nel 2003 e nel 2007.<br />
Dipartimento dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia<br />
e delle com<strong>un</strong>icazioni: Doris Leut<strong>ha</strong>rd.<br />
Supplente: Ueli Maurer (UDC).<br />
Dipartimento federale degli affari esteri:<br />
Mi<strong>che</strong>line Calmy- Rey. Supplente:<br />
Di<strong>di</strong>er Burk<strong>ha</strong>lter (PLR).<br />
Dipartimento dell’interno: Di<strong>di</strong>er Burk<strong>ha</strong>lter.<br />
Supplente: Simonetta Sommaruga.<br />
Dipartimento della <strong>di</strong>fesa, della protezione della<br />
popolazione e dello sport: Ueli Maurer.<br />
Supplente: Jo<strong>ha</strong>nn Schneider-Ammann.<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
15
Lo afferma <strong>un</strong>o stu<strong>di</strong>o del Cre<strong>di</strong>t Suisse<br />
Dalla crisi economica la Svizzera<br />
uscirà rafforzata<br />
L’economia svizzera risulta vincente: non solo si è<br />
risvegliata <strong>dal</strong>lo stato letargico degli anni Novanta,<br />
ma dovrebbe uscire ad<strong>di</strong>rittura rafforzata <strong>dal</strong>la<br />
pesante crisi fi nanziaria ed economica mon<strong>di</strong>ale.<br />
È quanto rivela <strong>un</strong> nuovo stu<strong>di</strong>o del Cre<strong>di</strong>t Suisse<br />
presentato a Zurigo, in cui sono stati analizzati<br />
dati strutturali <strong>dal</strong> 1998 al 2008. Gli esperti della<br />
banca ritengono <strong>che</strong> in futuro la Svizzera avrà il<br />
potenziale per reggere la competizione internazionale<br />
sul l<strong>un</strong>go periodo.<br />
Gli esperti della grande banca rilevano <strong>che</strong> negli<br />
ultimi cinquant’anni vi è stata <strong>un</strong>a forte terziarizzazione<br />
dell’economia svizzera, ossia lo<br />
spostamento costante delle attività economi<strong>che</strong><br />
<strong>dal</strong> settore industriale a quello dei servizi.<br />
Dal 1965 il numero <strong>di</strong> posti <strong>di</strong> lavoro nel settore<br />
terziario è aumentato <strong>di</strong> 2,5 volte, mentre<br />
quello del secondario è <strong>di</strong>minuito <strong>di</strong> <strong>un</strong> terzo.<br />
Seppur più lentamente, la terziarizzazione è<br />
proseguita an<strong>che</strong> tra il 2005 e il 2008, quando<br />
l’industria era tornata a crescere vigorosamente.<br />
L’analisi del periodo 1995-2008 mostra poi come<br />
nelle fasi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffi coltà economica le imprese abbiano<br />
aumentato la delocalizzazione <strong>di</strong> posti <strong>di</strong><br />
lavoro <strong>dal</strong>la Svizzera all’estero. La stessa cosa,<br />
secondo gli economisti del Cs è accaduto an<strong>che</strong><br />
durante la recente recessione. Un’altra evoluzione<br />
strutturale osservata è la concentrazione delle imprese:<br />
ad esempio, il 3% delle aziende del comparto<br />
fi nanziario occupa il 76% degli impiegati <strong>di</strong><br />
tutto il settore, mentre nell’e<strong>di</strong>lizia, mercato caratterizzato<br />
da basse barriere all’ingresso, il tasso<br />
scende al 37% degli occupati. Complessivamente,<br />
nel periodo analizzato vi è stato <strong>un</strong> lieve calo e tra<br />
i settori si è verifi cato <strong>un</strong> certo livellamento.<br />
Il decennio esaminato è pure stato caratterizzato<br />
da <strong>un</strong> boom degli agglomerati urbani. A contribuire<br />
alla crescita dell’occupazione sono stati soprattutto<br />
i settori <strong>che</strong> operano con fi liali (servizi<br />
fi nanziari, trasporti, posta e telecom<strong>un</strong>icazioni) e<br />
<strong>che</strong> <strong>ha</strong>nno ridotto la loro presenza nelle città. La<br />
tendenza <strong>ha</strong> riguardato complessivamente circa<br />
due terzi <strong>di</strong> tutti i settori, con <strong>un</strong> picco particolarmente<br />
alto nell’industria <strong>di</strong> p<strong>un</strong>ta, dove si è notata<br />
<strong>un</strong>a vera e propria fuga verso la campagna.<br />
La fi lializzazione (quota <strong>di</strong> occupati in aziende<br />
multisede) in Svizzera ammonta al 45%, ma con<br />
gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenze a seconda del comparto. Le fi -<br />
liali <strong>di</strong> <strong>un</strong>’azienda sono normalmente abbastanza<br />
vicine tra loro e la tendenza ad aprirne <strong>di</strong> nuo-<br />
Quello farmaceutico resta il settore industriale <strong>di</strong> gran l<strong>un</strong>ga<br />
più importante<br />
ve scende proporzionalmente alla <strong>di</strong>stanza <strong>dal</strong>la<br />
sede centrale. Tuttavia, il 65% <strong>di</strong> tutte le aziende<br />
multisede <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> fi liali al <strong>di</strong> fuori del proprio<br />
mercato locale e quasi <strong>un</strong> quinto tenta an<strong>che</strong> il<br />
balzo verso <strong>un</strong>a regione linguistica <strong>di</strong>versa.<br />
Berna, in quanto centro amministrativo, è la città<br />
economicamente più connessa. Zurigo invece è<br />
molto ben collegata con città me<strong>di</strong>e e gran<strong>di</strong>, mentre<br />
lo è meno con regioni a carattere più rurale.<br />
Secondo gli economisti del Cre<strong>di</strong>t Suisse la Svizzera<br />
<strong>ha</strong> attualmente <strong>un</strong>’opport<strong>un</strong>ità <strong>un</strong>ica per<br />
posizionarsi come modello d’avanguar<strong>di</strong>a nella<br />
competizione internazionale. Il crescente debito<br />
pubblico e il cambiamento demografi co stanno<br />
tenendo sotto pressione i tra<strong>di</strong>zionali partner<br />
commerciali. Al contempo, i Paesi emergenti e i<br />
loro ceti me<strong>di</strong> sono attratti in modo irresistibile dai<br />
prodotti e servizi «Swiss made».<br />
Vista la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> personale altamente qualifi<br />
cato e le buone con<strong>di</strong>zioni complessive, nei<br />
prossimi <strong>di</strong>eci anni, ad avviso degli esperti della<br />
banca, la Svizzera <strong>di</strong>venterà la sede <strong>di</strong> <strong>un</strong> numero<br />
ancor più consistente <strong>di</strong> aziende internazionali.<br />
Attorno a queste si formerà <strong>un</strong> nucleo <strong>di</strong> fornitori<br />
<strong>di</strong> servizi per le imprese e specialisti informatici,<br />
<strong>che</strong> insieme al settore fi nanziario ancora forte daranno<br />
vita all’ulteriore crescita del settore terziario.<br />
Nel settore secondario, l’industria <strong>di</strong> p<strong>un</strong>ta continuerà<br />
a specializzarsi sulle attività ingegneristi<strong>che</strong><br />
e sullo sviluppo. Per gli alti salari e il franco sempre<br />
forte la produzione effettiva verrà sempre più<br />
<strong>di</strong>slocata all’estero. Il settore industriale più importante<br />
in assoluto resterà quello farmaceutico.<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
17
15 ottobre 2010 Galleria <strong>di</strong> base del San Gottardo<br />
Cadrà l’ultimo <strong>di</strong>aframma<br />
Il 15 ottobre 2010 le perforatrici faranno cadere<br />
l’ultimo <strong>di</strong>aframma del tubo est della galleria<br />
<strong>di</strong> base del San Gottardo: praticamente<br />
a <strong>un</strong><strong>di</strong>ci anni <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza <strong>dal</strong> primo colpo <strong>di</strong><br />
piccone, il 4 novembre 1999. Alla fi ne del 2017<br />
i primi treni merci e passeggeri sfrecceranno nel<br />
t<strong>un</strong>nel ad oltre 200 chilometri orari, alleggerendo<br />
così il traffi co stra<strong>dal</strong>e e accorciando notevolmente<br />
le <strong>di</strong>stanze.<br />
La caduta dell’ultimo <strong>di</strong>aframma, <strong>che</strong> segna <strong>un</strong>a<br />
tappa decisiva dell’imponente progetto ferroviario,<br />
è <strong>un</strong>a pietra miliare nella storia <strong>di</strong> questo traforo<br />
<strong>di</strong> rilevanza europea. Traforo <strong>che</strong> collegherà<br />
Erstfeld (Uri) a Bo<strong>di</strong>o (Ticino) e con i suoi 57’072<br />
metri rappresenterà la galleria ferroviaria più l<strong>un</strong>ga<br />
al mondo.<br />
Venerdì 15 ottobre 2010, verso le ore 14.00, la<br />
fresa meccanica proveniente da Faido verrà avviata<br />
per scavare gli ultimi metri <strong>di</strong> roccia in <strong>di</strong>rezione<br />
<strong>di</strong> Sedr<strong>un</strong>. I minatori, <strong>un</strong> piccolo gruppo <strong>di</strong> 16<br />
persone <strong>di</strong> turno in quel momento, guidati da <strong>un</strong><br />
minatore austriaco <strong>che</strong> porterà con <strong>un</strong>a statua <strong>di</strong><br />
Santa Barbara, loro santa protettrice, attraverserà il<br />
breve passaggio <strong>che</strong> <strong>un</strong>irà i due bracci del t<strong>un</strong>nel.<br />
Presenti an<strong>che</strong> alc<strong>un</strong>i ospiti, tra i quali il Ministro<br />
dei trasporti Moritz Leuenberger, <strong>che</strong> potranno vivere<br />
<strong>di</strong>rettamente sul posto la caduta del <strong>di</strong>aframma<br />
principale. Il pubblico potrà assistere all’even-<br />
to grazie alla sua trasmissione in <strong>di</strong>retta sulle tre<br />
reti della televisione svizzera.<br />
Naturalmente, la caduta dell’ultimo <strong>di</strong>aframma nel<br />
tubo est non signifi ca <strong>che</strong> i lavori <strong>di</strong> costruzione della<br />
galleria termineranno in tempi brevi. Nel tubo ovest,<br />
dove restano ancora alc<strong>un</strong>i chilometri da scavare,<br />
l’ultima parete cadrà probabilmente in primavera.<br />
Poi sarà necessario preparare il t<strong>un</strong>nel per la posa<br />
dell’infrastruttura ferroviaria (cavi, binari, impianti<br />
<strong>di</strong> com<strong>un</strong>icazione e sicurezza). A Biasca è già<br />
operativo il centro <strong>che</strong> si occupa dell’installazione<br />
della tecnica ferroviaria al portale sud e nel tubo<br />
ovest. Nel 2011 si procederà an<strong>che</strong> da nord. Vista<br />
la straor<strong>di</strong>naria l<strong>un</strong>ghezza del traforo, saranno necessari<br />
<strong>di</strong>versi anni per completare i lavori.<br />
Come anticipato, l’apertura della galleria al traffi<br />
co ferroviario regolare è prevista per il 2017.<br />
La galleria ferroviaria del San Gottardo si iscrive<br />
nel progetto globale della nuova ferrovia transalpina<br />
(NFTA) il cui obiettivo è quello <strong>di</strong> migliorare, in<br />
modo effi cace e sostenibile, il trasporto attraverso<br />
le Alpi per rispondere al considerevole aumento<br />
del traffi co l<strong>un</strong>go l’asse nord-sud.<br />
Come la galleria <strong>di</strong> base del Lötschberg, aperta<br />
nel 2007, an<strong>che</strong> quella del Gottardo potrà essere<br />
percorsa dai treni ad alta velocità e potrà essere<br />
utilizzata sia per il trasporto passeggeri <strong>che</strong> per il<br />
trasporto merci.<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
19
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A Roma <strong>un</strong> convegno sulle nuove trasversali alpine Italia-Svizzera<br />
Per non perdere il treno<br />
delle opport<strong>un</strong>ità<br />
Trasferire gran parte del traffi co transalpino<br />
<strong>dal</strong>la strada alla rotaia: è questo l’obiettivo<br />
della Nuova Ferrovia Transalpina (NFTA),<br />
l’opera <strong>di</strong> modernizzazione ferroviaria<br />
più imponente mai realizzata in Svizzera, Paese<br />
<strong>di</strong> transito proprio al centro dell’Europa, nelle cui<br />
strette vallate si ri<strong>un</strong>iscono i fl ussi <strong>di</strong> traffi co e <strong>di</strong><br />
merci <strong>che</strong> scorrono tra l’Europa settentrionale e<br />
l’Italia. Le opere principali della NFTA sono due<br />
gallerie base: quella del San Gottardo, <strong>che</strong> verrà<br />
inaugurata nel 2017, <strong>che</strong> con i suoi 57 chilometri<br />
sarà la più l<strong>un</strong>ga al modo, collegando Erstfeld,<br />
nel Cantone <strong>di</strong> Uri, a Bo<strong>di</strong>o, nel Cantone del Ticino.<br />
Altra grande opera è la galleria <strong>di</strong> Lötschberg,<br />
già inaugurata nel 2007 e l<strong>un</strong>ga 34,6 chilometri,<br />
elemento centrale dell’asse “Lötschberg – Sem-<br />
pione”. Un progetto “epocale” <strong>che</strong> rende l’Italia,<br />
grazie alla sua posizione geografi ca, <strong>un</strong> “alleato<br />
fondamentale” della Confederazione elvetica.<br />
Di tutto questo si è parlato, lo scorso 21 settembre<br />
a Roma, nella sala del Mappamondo a Palazzo<br />
Montecitorio, nel corso del convegno “I collegamenti<br />
ferroviari nord sud e le nuove trasversali alpine<br />
nel quadro delle politi<strong>che</strong> infrastrutturali Italia<br />
- Svizzera”. Un incontro promosso - sotto l’egida<br />
delle Commissioni Affari esteri della <strong>Camera</strong><br />
dei Deputati e del Senato della Repubblica, della<br />
Commissione Trasporti della <strong>Camera</strong> dei Deputati<br />
e della Commissione Lavori pubblici, com<strong>un</strong>icazioni<br />
del Senato della Repubblica - <strong>dal</strong>l’Onorevole<br />
Franco Narducci e <strong>dal</strong> Senatore Clau<strong>di</strong>o<br />
Mi<strong>che</strong>loni, entrambi parlamenterai eletti nella<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
21
22<br />
circoscrizione estero, ripartizione Europa, con residenza<br />
in Svizzera, con l’obiettivo <strong>di</strong> sensibilizzare<br />
il Governo italiano a cogliere questa grande<br />
opport<strong>un</strong>ità per l’economia e il turismo, procedendo<br />
in tempi utili con adeguati investimenti.<br />
Il convegno è entrato subito nel vivo con l’intervento<br />
del presidente della Commissione Esteri<br />
della <strong>Camera</strong> Stefano Stefani <strong>che</strong> <strong>ha</strong> precisato<br />
come la soppressione dei collegamenti notturni<br />
transfrontalieri fra Italia e Svizzera sia legata an<strong>che</strong><br />
ad esigenze <strong>di</strong> risparmio. “È <strong>un</strong> dato <strong>di</strong> fatto<br />
– <strong>ha</strong> ricordato Stefani - <strong>che</strong> l’Italia è ben al <strong>di</strong> sotto<br />
della me<strong>di</strong>a europea per quanto riguarda la percentuale<br />
delle merci <strong>che</strong> viaggiano su rotaia:siamo<br />
al 10% a fronte <strong>di</strong> <strong>un</strong>a me<strong>di</strong>a europea del 17%<br />
(in Svizzera si raggi<strong>un</strong>go p<strong>un</strong>te del 65% - ndr).<br />
Dovremo affrontare questa situazione, senza ban<strong>di</strong>re<br />
guerre <strong>di</strong> religione, ma al tempo stesso aspirando<br />
all’inversione <strong>di</strong> tendenza alla luce delle<br />
compatibilità ambientali <strong>che</strong> ormai comportano<br />
ripercussioni non più trascurabili an<strong>che</strong> sotto il<br />
profi lo economico. Guar<strong>di</strong>amo quin<strong>di</strong> con molto<br />
interesse ai nuovi assetti ferroviari transalpini – <strong>ha</strong><br />
aggi<strong>un</strong>to Stefani - <strong>che</strong> secondo i calcoli delle autorità<br />
svizzere potrebbero <strong>di</strong>mezzare il transito<br />
annuo degli autocarri”.<br />
Dopo l’intervento del senatore del Pdl Giampaolo<br />
Bettamio, <strong>che</strong> <strong>ha</strong> portato i saluti del presidente<br />
della Commissione Esteri del Senato Lamberto<br />
Dini ed <strong>ha</strong> sottolineato l’esigenza <strong>di</strong> rispettare gli<br />
accor<strong>di</strong> presi <strong>dal</strong>l’Italia per la creazione delle infrastrutture<br />
necessarie al f<strong>un</strong>zionamento del corridoio<br />
ferroviario Genova – Rotterdam, l’ambasciatore<br />
della Svizzera in Italia Bernar<strong>di</strong>no Regazzoni<br />
<strong>ha</strong> spiegato come la costruzione della nuova trasversale<br />
transalpina rappresenti <strong>un</strong> progetto infrastrutturale<br />
<strong>di</strong> respiro europeo e <strong>un</strong> investimento<br />
per il futuro dell’Italia e della Svizzera. “Non per<strong>di</strong>amo<br />
questo treno. – <strong>ha</strong> proseguito Regazzoni<br />
dopo aver ricordato <strong>che</strong> l’ultimo <strong>di</strong>aframma della<br />
galleria est del traforo ferroviario del Gottardo<br />
verrà abbattuto il 15 ottobre prossimo - Auguro<br />
a tutti <strong>di</strong> avere lo slancio necessario per cogliere<br />
l’occasione storica <strong>di</strong> mettere in atto tutte le decisioni<br />
opport<strong>un</strong>e in vista del potenziamento della<br />
rete ferroviaria europea, per farne <strong>un</strong>o strumento<br />
all’altezza delle esigenze del XXI secolo”.<br />
Contribuire al progresso del continente<br />
“La trasversale transalpina – <strong>ha</strong> affermato il vice<br />
presidente della Commissione Esteri della <strong>Camera</strong><br />
Franco Narducci <strong>che</strong> <strong>ha</strong> moderato la prima parte<br />
dell’incontro - è motivo <strong>di</strong> orgoglio an<strong>che</strong> per<br />
noi italiani. 150 anni fa quando la Svizzera avviò<br />
questo grande progetto infrastrutturale, per dotarsi<br />
<strong>di</strong> quella <strong>che</strong> è forse la migliore rete ferroviaria<br />
al mondo, sono stati migliaia i citta<strong>di</strong>ni italiani <strong>che</strong><br />
<strong>ha</strong>nno lavorato per la costruzione <strong>di</strong> queste gran<strong>di</strong><br />
gallerie. Questo <strong>ha</strong> rafforzato lo spirito <strong>di</strong> amicizia<br />
<strong>che</strong> tra<strong>di</strong>zionalmente lega l’Italia alla Svizzera e<br />
<strong>che</strong> continuerà a dare gran<strong>di</strong> frutti. Non possiamo<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
Una veduta aerea del cantiere <strong>di</strong> Bo<strong>di</strong>o.<br />
poi <strong>di</strong>menticare – <strong>ha</strong> aggi<strong>un</strong>to Narducci - <strong>che</strong> <strong>oggi</strong><br />
il territorio elvetico ospita la com<strong>un</strong>ità straniera<br />
più grande d’Europa. 520.000 italiani <strong>che</strong> vivono<br />
e contribuiscono al benessere della Svizzera<br />
e dell’Italia, basta pensare al turismo <strong>di</strong> ritorno”.<br />
Narducci <strong>ha</strong> poi sottolineato come la costruzione<br />
dei nuovi corridoi ferroviari rappresenti <strong>un</strong>’opport<strong>un</strong>ità<br />
<strong>di</strong> sviluppo per il sistema turistico ed economico<br />
dell’Italia ed <strong>ha</strong> auspicato il ripristino, al<br />
fi ne <strong>di</strong> rilanciare il turismo del fi ne settimana, dei<br />
treni <strong>di</strong>retti fra la Svizzera e le nostre città d’arte.<br />
Dal canto suo il ministro alle Infrastrutture e ai
Trasporti Altero Matteoli <strong>ha</strong> evidenziato come il<br />
com<strong>un</strong>e denominatore della strategia organica<br />
<strong>che</strong> caratterizza i rapporti fra Italia e Svizzera<br />
vada ricercato nella <strong>di</strong>fesa della mo<strong>dal</strong>ità ferroviaria<br />
per il trasporto <strong>di</strong> merci e passeggeri.<br />
“Tutte gli interventi fi nalizzati al potenziamento<br />
della rete ferroviaria in vista del completamento<br />
del corridoi del San Gottardo – <strong>ha</strong> poi precisato<br />
Matteoli - sono all’interno del programma delle<br />
infrastrutture strategi<strong>che</strong> dell’Italia. Questo programma<br />
<strong>ha</strong> reso possibile la cantierizzazione <strong>di</strong><br />
opere in sette anni per <strong>un</strong> valore globale <strong>di</strong> 68<br />
miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro. Ritengo tutto questo <strong>un</strong>a testimonianza<br />
dell’impegno dell’Italia a corrispondere<br />
concretamente al rilevante sforzo compiuto <strong>dal</strong>la<br />
Svizzera per privilegiare la mo<strong>dal</strong>ità ferroviaria”.<br />
Un impegno <strong>che</strong>, per il ministro, va incontro a<br />
quattro <strong>di</strong>stinte fi nalità; la <strong>di</strong>fesa dell’ambiente, il<br />
contenimento dei consumi energetici, la fl ui<strong>di</strong>fi -<br />
cazione dei transiti e l’interoperatività delle reti.<br />
“Svizzera ed Italia – <strong>ha</strong> concluso Matteoli - con<br />
la realizzazione delle nuove infrastrutture garantiranno<br />
in modo <strong>di</strong>retto la libera circolazione delle<br />
persone e delle merci, consentendo ai mercati del<br />
nord del centro e dell’Europa del sud <strong>di</strong> interagire<br />
f<strong>un</strong>zionalmente, contribuendo in maniera signifi -<br />
cativa al progresso del continente”.<br />
Da segnalare an<strong>che</strong> l’intervento del presidente<br />
della Commissione Trasporti della <strong>Camera</strong> Mario<br />
Valducci <strong>che</strong> <strong>ha</strong> ricordato come lo scioglimento<br />
della società Cisalpino, compartecipata <strong>dal</strong>le<br />
ferrovie italiane e svizzere, abbia evidenziato il<br />
rischio <strong>di</strong> <strong>un</strong>a riduzione nell’imme<strong>di</strong>ato dei collegamenti<br />
ferroviari da e per la Svizzera. Un auspicio<br />
a velocizzare la creazione delle infrastrutture<br />
in Italia, utili alla nuova trasversale alpina, è<br />
invece gi<strong>un</strong>to <strong>dal</strong> presidente della Commissione<br />
Lavori Pubblici e Com<strong>un</strong>icazione del Senato Luigi<br />
Grillo <strong>che</strong> <strong>ha</strong> an<strong>che</strong> posto in evidenza l’esigenza<br />
<strong>di</strong> nuovi investimenti su Genova e su gli altri gran<strong>di</strong><br />
porti italiani.<br />
Un sforzo inutile se non si adeguano<br />
le rampe d’accesso<br />
“Sinora - <strong>ha</strong> p<strong>un</strong>tualizzato Filippo Lombar<strong>di</strong>, consigliere<br />
agli Stati e vice presidente della Delegazione<br />
<strong>di</strong> Vigilanza NFTA - la Svizzera <strong>ha</strong> fi nanziato<br />
da sola le sue gran<strong>di</strong> opere <strong>che</strong> sono spettacolari,<br />
ma da sole non bastano. Spetta infatti ai paesi<br />
vicini il compito <strong>di</strong> realizzare e <strong>di</strong>mensionare le<br />
rampe d’accesso <strong>che</strong> conducono alle trasversali<br />
alpine e la creazione dei terminali interno<strong>dal</strong>i per<br />
integrare i trasporti su gomma. Occorre inoltre <strong>un</strong><br />
cambiamento <strong>di</strong> mentalità nell’organizzazione<br />
della logistica e nella politica dei trasporti”.<br />
Nel suo intervento il <strong>di</strong>rettore dell’Uffi cio Federale<br />
dei Trasporti Peter Fuglistaler, si è detto fi ducioso<br />
sull’azione <strong>di</strong> adeguamento delle infrastrutture<br />
poste in essere <strong>dal</strong>l’Italia. Gli <strong>ha</strong> fatto eco Mi<strong>che</strong>le<br />
Mario Elia, del gruppo Ferrovie dello Stato, <strong>che</strong> <strong>ha</strong><br />
sottolineato come l’Italia grazie alla rete dell’alta<br />
velocità già operante, stia lavorando per portare<br />
i benefi ci del nuovo collegamento transalpino<br />
fi no alle regioni meri<strong>di</strong>onali. Dal canto suo Werner<br />
Wildener delle Ferrovie federali svizzere <strong>ha</strong><br />
ricordato il forte aumento del traffi co merci <strong>dal</strong>la<br />
Germania verso il territorio elvetico. Una crescita<br />
<strong>che</strong> <strong>di</strong>verrà esponenziale con l’apertura del nuovo<br />
traforo del Gottardo.<br />
Dopo la rifl essione del presidente della <strong>di</strong>rezione<br />
Alp Transit Gottardo Sa, Renzo Simoni <strong>che</strong><br />
<strong>ha</strong> evidenziato come il nuovo traforo ferroviario<br />
consentirà <strong>di</strong> ridurre a due ore e quaranta il tem-<br />
la Rivista<br />
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24<br />
Il Consigliere agli Stati Filippo Lombar<strong>di</strong>.<br />
po <strong>di</strong> percorrenza dei treni fra Milano e Zurigo,<br />
Marco Borradori, capo del Dipartimento Trasporti<br />
del Canton Ticino <strong>che</strong> <strong>ha</strong> sostenuto la necessitä <strong>di</strong><br />
far ricadere i vantaggi delle future trasversali alpine<br />
in ambito regionale. “Abbiamo ideato insieme<br />
alla Regione Lombar<strong>di</strong>a la ferrovia Lugano - Mendrisio<br />
- Varese – Malpensa, <strong>che</strong> avrà lo scopo <strong>di</strong><br />
collegare il Ticino a Malpensa e <strong>che</strong> permetterà a<br />
tutti questi frontalieri <strong>di</strong> venire con il treno, evitare<br />
il traffi co, e portare la loro competenza senza<br />
appesantire il carico sulle nostre strade e il ocneguente<br />
negativo impatto ambientale. A tal fi ne, il<br />
consigliere <strong>di</strong> Stato ticinese <strong>ha</strong> riba<strong>di</strong>to quanto sia<br />
importante l’attiva collaborazione con l’Italia.<br />
L’interesse del Paese prevalga<br />
su quello delle parti<br />
“Su questi temi, - <strong>ha</strong> affermato il senatore Clau<strong>di</strong>o<br />
Mi<strong>che</strong>loni, introducendo il <strong>di</strong>battito della seconda<br />
parte dei lavori - al fi ne <strong>di</strong> consentire <strong>che</strong> le<br />
opere infrastrutturali vengano completate, dobbiamo<br />
avere <strong>un</strong>a visione <strong>che</strong> guar<strong>di</strong> all’interesse<br />
del paese e non a quello delle parti politi<strong>che</strong> <strong>di</strong><br />
appartenenza. Dobbiamo quin<strong>di</strong> aiutare il ministro<br />
Matteoli a realizzare queste opere perché, in<br />
momenti <strong>di</strong> grave crisi, i <strong>di</strong>casteri <strong>di</strong> competenza<br />
<strong>ha</strong>nno <strong>di</strong>ffi coltà a recepire le risorse necessarie”.<br />
Per quanto riguarda la soppressione dei treni fra<br />
Italia e Svizzera, <strong>che</strong> <strong>ha</strong> provocato numerose proteste<br />
dei viaggiatori e certamente non favorito i<br />
fl ussi turistici, Mi<strong>che</strong>loni <strong>ha</strong> sottolineato come la<br />
questione non possa essere circoscritta ad <strong>un</strong> <strong>di</strong>scorso<br />
statistico, ma sia necessario “<strong>un</strong>o sguardo<br />
della politica” <strong>che</strong> insieme alle ferrovie consenta<br />
“<strong>di</strong> trovare <strong>un</strong>’intesa per eventuali interventi”.<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
Il viceministro Roberto Castelli.<br />
An<strong>che</strong> il deputato del Pd Gianni Farina, intervenendo<br />
nel <strong>di</strong>battito, <strong>ha</strong> evidenziato come a<br />
tutt’<strong>oggi</strong> i collegamenti fra l’Italia e la Svizzera<br />
siano insuffi cienti. Una situazione <strong>di</strong>ffi cile <strong>che</strong>, a<br />
suo <strong>di</strong>re, non è all’altezza dei due gran<strong>di</strong> paesi.<br />
“La galleria del Gottardo – <strong>ha</strong> poi precisato Farina<br />
– più <strong>di</strong> <strong>un</strong>a grande opera svizzera è <strong>un</strong>a grande<br />
opera europea. Il collegamento fra i due mari del<br />
nord e del sud, tramite il corridoio Rotterdam -<br />
Genova, è <strong>un</strong> sogno <strong>che</strong> viene da lontano e si sta<br />
realizzando. Va, però, programmata per tempo, in<br />
vista della data del 2017, la realizzazione delle<br />
infrastrutture necessarie”.<br />
“I costi della f<strong>un</strong>zione sociale delle ferrovie - <strong>ha</strong><br />
spiegato il vice ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti<br />
Roberto Castelli ritornando sulla questione<br />
dei treni soppressi - se li devono caricare lo stato e<br />
le regioni attraverso i contratti <strong>di</strong> servizio”. Quando<br />
determinati collegamenti comportano per<strong>di</strong>te<br />
- e quelli soppressi in per<strong>di</strong>ta lo sono altrimenti<br />
sarebbero stati rilevati da altri – ben sapendo <strong>che</strong><br />
<strong>oggi</strong> le ferrovie non posso permettersi <strong>di</strong> operare<br />
rimettendoci, spetta allo Stato valutare se sia opport<strong>un</strong>o<br />
sostenere alc<strong>un</strong>i specifi ci collegamenti,<br />
<strong>che</strong> assumono <strong>un</strong>a rilevanza <strong>dal</strong> p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista sociale.<br />
Su questo si rilanci la <strong>di</strong>scussione politica.<br />
Concludendo i lavori Il vice ministro castelli,<br />
dopo aver sottolineato la piena fi ducia del Governo<br />
nei vertici delle ferrovie italiane, <strong>ha</strong> riba<strong>di</strong>to<br />
l’impegno del governo a garantire le capacità<br />
infrastrutturali per garantire la piena f<strong>un</strong>zionalità<br />
delle rampe d’accesso a sud in tempo utile per<br />
evitare i tanto temuti “colli <strong>di</strong> bottiglia”. Salutando<br />
<strong>ha</strong> poi ann<strong>un</strong>ciato l’avvio <strong>di</strong> <strong>un</strong>o stu<strong>di</strong>o per la<br />
creazione <strong>di</strong> <strong>un</strong> collegamento fl uviale a fi ni turistici<br />
fra Locarno e Milano.
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inten<strong>di</strong>tori.
Più merci trasportate<br />
attraverso l’arco alpino<br />
La ferrovia registra il maggior incremento<br />
Il traffi co merci attraverso le Alpi è aumentato<br />
nei primi sei mesi dell’anno sia sulla<br />
rotaia sia sulla strada. Stando a <strong>un</strong> com<strong>un</strong>icato<br />
del Dipartimento federale dei<br />
trasporti (DATEC), questa crescita, <strong>che</strong> segna<br />
il ritorno in forze della ferrovia, si spiega quasi<br />
esclusivamente con la ripresa congi<strong>un</strong>turale.<br />
Da gennaio a fi ne giugno, il volume totale delle<br />
merci trasportate è cresciuto del 13,2% rispetto<br />
al primo semestre del 2009, raggi<strong>un</strong>gendo quota<br />
19,2 milioni <strong>di</strong> tonnellate, <strong>di</strong> cui 12 milioni per la<br />
ferrovia e 7,2 per la strada.<br />
Questa cifra resta tuttavia inferiore del 9,4% al<br />
volume record del primo semestre del 2008.<br />
Per quanto riguarda i veicoli pesanti, il numero dei<br />
tragitti percorsi è aumentato del 7,4%, raggi<strong>un</strong>gendo<br />
quota 621.000. Le quantità <strong>di</strong> merci trasportate<br />
su strada sono aumentate dell’8,1%, ossia <strong>di</strong> 0,5<br />
milioni <strong>di</strong> tonnellate nette.<br />
Rotaie col vento in poppa<br />
Ma è soprattutto sul fronte ferroviario, particolarmente<br />
colpito <strong>dal</strong>la crisi, <strong>che</strong> si è registrata la crescita<br />
più signifi cativa: +1,7 milioni <strong>di</strong> tonnellate<br />
(+16,5%). Questo incremento si è fatto più consistente<br />
nel corso dei mesi (+12,6% nel primo trimestre;<br />
+20,3% nel secondo).<br />
Questi forti tassi <strong>di</strong> crescita riguardano soprattutto<br />
il trasporto combinato non accompagnato, sostenuto<br />
fi nanziariamente <strong>dal</strong>la Confederazione.<br />
La crescita sarebbe stata ancora maggiore se non<br />
fosse stata frenata <strong>dal</strong>la carenza <strong>di</strong> materiale rotabile,<br />
in particolare a causa <strong>di</strong> esigenze più elevate.<br />
Con <strong>un</strong>a proporzione del 38% del traffi co transalpino<br />
il trasporto combinato non accompagnato è<br />
migliore rispetto al periodo antecedente la crisi<br />
economica. Sul mercato sono approdati tre nuovi<br />
T<strong>un</strong>nel del Lötschberg<br />
«TRAGHETTATE» DAL 1960 40 MILIONI DI AUTOMOBILI<br />
operatori. Sono stati aperti sei nuovi collegamenti,<br />
principalmente con il Belgio e il settentrione della<br />
Francia. Sono invece stati soppressi due collegamenti<br />
con la Scan<strong>di</strong>navia.<br />
È aumentato an<strong>che</strong>, ma in misura minore, il trasporto<br />
con vagoni completi (TVC). La strada viaggiante<br />
<strong>ha</strong> registrato <strong>un</strong>’evoluzione ancora più debole.<br />
Sforzi necessari<br />
Se la parte della ferrovia (62,4%) rispetto alla strada<br />
<strong>ha</strong> ricuperato terreno, avvicinandosi alle cifre<br />
antecedenti la crisi economica, si è però ancora<br />
l<strong>un</strong>gi <strong>dal</strong>l’aver raggi<strong>un</strong>to i risultati voluti. A me<strong>di</strong>o<br />
termine (2019) si prevedono infatti solo ancora<br />
650.000 tragitti <strong>di</strong> autocarri l’anno. Attualmente<br />
si è a quota 621.000, ma per sei mesi soltanto.<br />
Il DATEC rileva <strong>che</strong>, per raggi<strong>un</strong>gere l’obiettivo,<br />
occorrono ulteriori sforzi.<br />
Uno strumento in quest’ambito è costituito <strong>dal</strong>l’introduzione<br />
<strong>di</strong> <strong>un</strong>a borsa del transito alpino. La<br />
Svizzera è stata incaricata da tutti i Paesi alpini<br />
<strong>di</strong> elaborare, entro il 2011, <strong>un</strong> concetto <strong>di</strong> gestione<br />
del traffi co attraverso le regioni sensibili delle<br />
Alpi. L’apertura, presumibilmente nel 2017, della<br />
galleria ferroviaria <strong>di</strong> base del San Gottardo dovrebbe<br />
ulteriormente incrementare la competitività<br />
della ferrovia rispetto al trasporto stra<strong>dal</strong>e.<br />
La linea <strong>di</strong> trasporto auto su rotaia del Lötschberg <strong>ha</strong> festeggiato lo scorso 17 settembre il 40 milionesimo veicolo<br />
caricato, <strong>un</strong> traguardo <strong>che</strong>, secondo il com<strong>un</strong>icato della società <strong>di</strong> trasporti BLS reso noto ieri, sottolinea l’importanza<br />
del servizio. «La cifra <strong>di</strong> 40 milioni <strong>di</strong> clienti <strong>di</strong>mostra chiaramente l’importanza del servizio <strong>di</strong> carico auto<br />
per la regione, sia per i Cantoni Vallese e Berna sia per l’asse nord-sud via Sempione», <strong>ha</strong> <strong>di</strong>chiarato Thomas Stupp,<br />
responsabile del trasporto persone della BLS. ll 40 milionesimo automobilista, proveniente <strong>dal</strong> Canton Grigioni, è<br />
stato premiato con <strong>un</strong> buono per <strong>un</strong> weekend benessere a Leukerbad (VS). Il servizio <strong>di</strong> trasporto auto del Lötschberg<br />
esiste <strong>dal</strong> 1960. Da allora praticamente ogni anno il numero <strong>di</strong> veicoli trasportati è cresciuto.<br />
Al momento sono in servizio otto treni, <strong>che</strong> nelle ore <strong>di</strong> p<strong>un</strong>ta garantiscono <strong>un</strong>a partenza ogni sette minuti e mezzo.<br />
Nell’ultimo anno la BLS <strong>ha</strong> trasportato 1,3 milioni <strong>di</strong> vetture.<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
27
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subsi<strong>di</strong>aries in the U.S. and other co<strong>un</strong>tries. All other trade names are trademarks or registered trademarks of their respective holders.
Dal 23 al 27 ottobre, il meglio della tra<strong>di</strong>zione<br />
agroalimentare parmense incontra<br />
le Camere <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> Italiane <strong>di</strong><br />
tutto il mondo. Sarà infatti quest’anno la<br />
<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> <strong>di</strong> Parma ad ospitare la XIX<br />
Convention mon<strong>di</strong>ale delle Camere <strong>di</strong> commercio<br />
italiane all’estero (CCIE), evento <strong>di</strong> richiamo internazionale<br />
organizzato in collaborazione con Unioncamere<br />
e Assocamerestero, <strong>che</strong> rad<strong>un</strong>erà i rappresentanti<br />
delle 75 CCIE presenti nei 5 continenti.<br />
“Made in Italy: il valore dell’autenticità tra storia e<br />
innovazione” sarà il tema intorno a cui si confronteranno<br />
quest’anno sistema camerale, soggetti della<br />
promozione e imprese del territorio. In particolare,<br />
vista la location prescelta, l’attenzione sarà rivolta al<br />
tema dell’agroalimentare. Parma, infatti, rappresenta,<br />
infatti, la città simbolo della nostra ricca tra<strong>di</strong>zione<br />
enogastronomica, sia per la varietà e la qualità delle<br />
produzioni tipi<strong>che</strong>, sia per la presenza <strong>di</strong> alc<strong>un</strong>e<br />
delle aree espositive e dei saloni più importanti del<br />
settore a livello mon<strong>di</strong>ale come “Parma Fiere” e<br />
“Cibus”, ma soprattutto in quanto sede permanente<br />
dell’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare.<br />
Il programma della Convention prevede - oltre alle<br />
sessioni <strong>di</strong> lavoro riservate ai rappresentanti delle<br />
CCIE - an<strong>che</strong> momenti pubblici, aperti alla partecipazione<br />
<strong>di</strong> istituzioni, enti, imprese e citta<strong>di</strong>ni,<br />
<strong>che</strong> si terranno nelle giornate del 25 e 26 ottobre.<br />
All’agroalimentare sarà quin<strong>di</strong> de<strong>di</strong>cato il convegno<br />
<strong>di</strong> apertura della Convention, in programma l<strong>un</strong>edì 25<br />
ottobre. Si affronteranno, in particolare, gli aspetti economici<br />
ma soprattutto gli strumenti strategici per l’affermazione<br />
dell’agroalimentare italiano sui mercati esteri.<br />
Martedì 26 ottobre sarà la giornata <strong>che</strong> le imprese<br />
avranno a <strong>di</strong>sposizione per incontrare in<strong>di</strong>vidualmente<br />
i rappresentanti e gli esperti delle CCIE per sottoporre<br />
tutti i quesiti utili per affrontare al meglio <strong>un</strong> nuovo<br />
mercato ovvero per consolidarvi la propria presenza.<br />
Come <strong>ha</strong> tenuto a sottolineare lo stesso Presidente<br />
<strong>di</strong> Assocamerestero, Augusto Strianese, “il <strong>di</strong>alogo<br />
<strong>di</strong>retto tra le Camere e il tessuto impren<strong>di</strong>toriale<br />
Dal 23 al 27 ottobre a Parma<br />
La XIX Convention mon<strong>di</strong>ale <strong>di</strong><br />
Assocamerestero<br />
“Made in Italy: il valore dell’autenticità tra<br />
storia e innovazione” sarà il tema intorno a cui<br />
si confronteranno sistema camerale, soggetti<br />
della promozione e imprese del territorio. Focus<br />
dell’evento: l’agroalimentare<br />
Il centro storico <strong>di</strong> Parma: il capoluogo emiliano è città d’arte e <strong>di</strong><br />
musica, ricca <strong>di</strong> testimonianze dell’antico splendore nobiliare.<br />
della provincia <strong>di</strong> Parma <strong>che</strong> la Convention intende<br />
consolidare, permetterà <strong>di</strong> defi nire nuove politi<strong>che</strong><br />
promozionali tarate sulle esigenze reali del territorio,<br />
rafforzando la sua immagine all’estero e dando così<br />
ulteriore concretezza all’impegno della rete camerale<br />
perché <strong>un</strong>a maggiore e strutturata presenza all’estero<br />
possa essere sempre più <strong>un</strong> volano per lo sviluppo<br />
locale e, in generale, dell’intero Sistema Paese”.<br />
“Le Camere <strong>di</strong> commercio italiane - <strong>ha</strong> <strong>di</strong>chiarato da<br />
parte sua Ferruccio Dardanello, Presidente <strong>di</strong> Unioncamere<br />
- sono vicine alle imprese dove più serve: nei<br />
territori <strong>di</strong> origine, dove lavoriamo per la tracciabilità, il<br />
riconoscimento delle produzioni <strong>di</strong> qualità e i marchi;<br />
nei mercati <strong>di</strong> sbocco, dove aiutiamo migliaia <strong>di</strong> piccoli<br />
operatori a costruire le loro reti <strong>di</strong> business. E questo<br />
grazie allo stretto raccordo con le 75 Camere <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong><br />
Italiane all’Estero, avamposto fondamentale<br />
della promotion italiana nel mondo, con cui stiamo<br />
sviluppando innovative linee progettuali congi<strong>un</strong>te”.<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
29
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Lavoro per la televisione svizzera da <strong>un</strong>a quin<strong>di</strong>cina d’anni,<br />
e per <strong>un</strong>a serie <strong>di</strong> casualità mi è capitato fi n <strong>dal</strong>l’inizio<br />
<strong>di</strong> occuparmi delle sue vicende stori<strong>che</strong>. Quin<strong>di</strong>ci anni<br />
possono sembrare pochi o <strong>un</strong>’eternità: nel mondo della<br />
televisione sono stati l’equivalente <strong>di</strong> <strong>un</strong>’era geologica. È<br />
cambiato tutto così in fretta come mai prima, nean<strong>che</strong><br />
nei momenti delle gran<strong>di</strong> rivoluzioni del passato, come il<br />
passaggio <strong>dal</strong> bianco e nero al colore, la nascita delle tv<br />
private o l’inizio delle trasmissioni via satellite.<br />
Ovviamente, per <strong>un</strong> mass-me<strong>di</strong>um elettronico come la tv,<br />
la chiave più <strong>di</strong>retta per raccontare l’evoluzione sarebbe,<br />
app<strong>un</strong>to, quella tecnologica.<br />
Ma <strong>di</strong> quello si sa ormai quasi tutto: il modo in cui è cambiata<br />
e cambia la televisione ce lo raccontano i giornali<br />
(e la ra<strong>di</strong>o, e la tv stessa) giorno dopo giorno, quoti<strong>di</strong>anamente.<br />
C’è, invece, <strong>un</strong> altro aspetto nella vicenda della<br />
nostra tv <strong>che</strong> sempre più mi sembra illuminante sul senso<br />
profondo dei cambiamenti <strong>che</strong> abbiamo vissuto e <strong>che</strong> ancora<br />
viviamo.<br />
La storia <strong>che</strong> vorrei raccontare prende le mosse con i<br />
“primi vagiti” <strong>di</strong> quella <strong>che</strong> allora si chiamava TSI. Non i<br />
primissimi: la televisione della Svizzera italiana era nata<br />
infatti nel <strong>1958</strong>, quando <strong>un</strong> gruppetto <strong>di</strong> avventurieri cominciò<br />
a trasmettere per po<strong>che</strong> ore al giorno dagli stu<strong>di</strong><br />
zurighesi della già collaudata tv svizzero tedesca (a Lugano<br />
si sarebbe trasferita solo nel 1961, in <strong>un</strong>a vecchia<br />
rimessa dei tram a Para<strong>di</strong>so). Rispetto alla tv italiana la<br />
<strong>di</strong>fferenza era <strong>un</strong> abisso: la RAI era “ricca” e dotata <strong>di</strong><br />
professionalità collaudate, la TSI <strong>un</strong> manipolo <strong>di</strong> giovani<br />
nuovi del mestiere con scarsi mezzi a <strong>di</strong>sposizione.<br />
Però c’era qualcosa, in quella <strong>che</strong> oltre frontiera chiamavano<br />
“la Svizzera”, <strong>che</strong> la RAI non aveva. Una certa ingenua<br />
fres<strong>che</strong>zza, <strong>che</strong> permetteva per esempio <strong>di</strong> parlare<br />
delle vicende italiane senza i fi ltri e le veline della politica<br />
e della lottizzazione. “Quelli <strong>di</strong>cono le cose come stanno”<br />
si cominciò a pensare in Italia. E così per <strong>un</strong> po’ <strong>di</strong> gente,<br />
a ridosso della frontiera – in Lombar<strong>di</strong>a, in Piemonte – “la<br />
Svizzera” cominciò ad essere l’alternativa al primo e al<br />
secondo canale.<br />
Poi venne il Sessantotto, e fu davvero <strong>un</strong>a rivoluzione. Ma<br />
non parlo delle rivolte studentes<strong>che</strong> e del maggio francese:<br />
nel 1968 la tv svizzera cominciò a trasmettere a<br />
colori.<br />
Chi c’era in quegli anni se la ricorderà, la polemica <strong>che</strong> in<br />
Italia occupò a l<strong>un</strong>go tg e giornali: Pal o Secam? Erano le<br />
sigle <strong>di</strong> due sistemi <strong>di</strong>versi <strong>di</strong> co<strong>di</strong>fi ca tv a colori. A Roma<br />
Quel Sessantotto svizzero<br />
<strong>che</strong> fece arrabbiare Roma<br />
e appassionare gli italiani<br />
non riuscivano a scegliere. In realtà il governo era orientato<br />
per il sistema francese, il Secam. Ma si trovò davanti<br />
a <strong>un</strong> fatto inaspettato: l<strong>un</strong>go la penisola, da nord a sud,<br />
in pochi mesi era nata <strong>un</strong>a rete <strong>di</strong> ripetitori tv. Una rete<br />
fi nanziata da Gr<strong>un</strong><strong>di</strong>g e Philips, <strong>che</strong> così riuscirono a vendere<br />
centinaia <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> tv-color alle famiglie italiane.<br />
Per vedere cosa? La TSI, naturalmente. Che aveva scelto<br />
l’altro sistema, il tedesco Pal. E così la Rai e il governo <strong>di</strong><br />
Roma furono costretti a fare marcia in<strong>di</strong>etro, e a optare<br />
per il Pal.<br />
Senza il doppiopetto ingessato d’obbligo a viale Mazzini,<br />
le elezioni, la campagna sul <strong>di</strong>vorzio, i gran<strong>di</strong> avvenimenti<br />
internazionali avevano <strong>un</strong> altro sapore. E così avvenne<br />
<strong>che</strong> certe sere la TSI fosse seguita da <strong>di</strong>versi milioni <strong>di</strong><br />
italiani…<br />
Fermiamo l’immagine su questo fotogramma – anzi: “frame”,<br />
per <strong>di</strong>rla in gergo televisivo. Su questo, non a caso:<br />
da anni, infatti, da quando vedere la tv svizzera in Italia è<br />
<strong>di</strong>ventato sempre più <strong>di</strong>ffi cile (e per i più impossibile), ci<br />
sono continuamente telespettatori italiani <strong>che</strong> protestano<br />
perché vorrebbero tornare a vederla. C’è chi pensa<br />
a <strong>un</strong>a congiura anti-elvetica, ci sono petizioni, interrogazioni<br />
parlamentari, lettere ai giornali. Vorrebbero tornare<br />
a quegli anni.<br />
In realtà, il motivo principale dell’impossibilità, <strong>oggi</strong>, <strong>di</strong> tornare<br />
a quel passato, a quel frame, non <strong>ha</strong> a <strong>che</strong> fare con<br />
la politica. Il motivo è <strong>un</strong> altro, e il suo <strong>nome</strong> è: mercato<br />
dei <strong>di</strong>ritti televisivi.<br />
Quella svizzera, in confronto ai colossi-concorrenti italiani,<br />
è <strong>un</strong>a minuscola tv. Si è calcolato <strong>che</strong> RAI e Me<strong>di</strong>aset<br />
esaurirebbero l’equivalente del suo budget annuale in <strong>un</strong>a<br />
decina <strong>di</strong> giorni. La (<strong>oggi</strong>) RSI può permettersi <strong>di</strong> trasmettere<br />
fi lm, serie tv e gran<strong>di</strong> eventi sportivi solo perché ne<br />
acquista i <strong>di</strong>ritti sulla base <strong>di</strong> <strong>un</strong> pubblico potenziale piccolo<br />
quanto la Svizzera <strong>che</strong> parla italiano. Se dovesse<br />
trasmettere in tutta l’Italia, e quin<strong>di</strong> acquistare i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong><br />
trasmissione sulla base <strong>di</strong> <strong>un</strong>a popolazione <strong>di</strong> 60 milioni<br />
<strong>di</strong> persone, dovrebbe raddoppiare o triplicare il suo budget.<br />
Fantascienza pura.<br />
Ecco perché quando il mondo <strong>ha</strong> cominciato a cambiare,<br />
a orientare tutte le sue scelte sulla base delle leggi<br />
del mercato, la TSI è sparita dagli s<strong>che</strong>rmi italiani. E<br />
<strong>oggi</strong>, come prevede la legislazione europea, <strong>ha</strong> il <strong>di</strong>ritto<br />
<strong>di</strong> “sforare” appena oltre il confi ne, e non oltre.<br />
Era bella, quell’epoca. Ma era <strong>un</strong>’altra epoca. Alc<strong>un</strong>e<br />
ere geologi<strong>che</strong> fa.<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
31
32<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
BUROCRATICHE<br />
<strong>di</strong> Manuela Cipollone<br />
Ness<strong>un</strong>a pausa estiva per la Gazzetta Uffi ciale,<br />
<strong>che</strong> an<strong>che</strong> nei mesi in cui il Legislatore<br />
è in vacanza sancisce l’entrata in vigore dei<br />
provve<strong>di</strong>menti più vari. Forse <strong>un</strong>’occasione<br />
per mettersi in pari, visto <strong>che</strong> siamo <strong>un</strong>o dei<br />
Paesi <strong>che</strong> produce più leggi al mondo, con<br />
buona pace del ministro Calderoli. Ma in Gazzetta<br />
non troviamo solo leggi e decreti.<br />
Così, se a ridosso <strong>di</strong> Ferragosto è stata pubblicata<br />
la legge 126/2010 sulla “proroga degli<br />
interventi <strong>di</strong> cooperazione allo sviluppo e a<br />
sostegno dei processi <strong>di</strong> pace, <strong>di</strong> stabilizzazione<br />
e delle missioni internazionali delle Forze<br />
armate e <strong>di</strong> polizia”, lo è stata, nello stesso<br />
periodo, an<strong>che</strong> la circolare del Ministero<br />
dello sviluppo economico sull’”Accordo per<br />
l’internazionalizzazione del sistema fi eristico<br />
italiano”, fi rmato il 28 maggio scorso.<br />
Prevenire e contrastare la frode fi scale<br />
La circolare illustra le mo<strong>dal</strong>ità <strong>di</strong> presentazione <strong>di</strong> idee<br />
progettuali, da realizzare nel 2011, volte a favorire l’internazionalizzazione<br />
del sistema fi eristico italiano, a valere<br />
sui fon<strong>di</strong> 2010 del Piano Promozionale Ice de<strong>di</strong>cati<br />
agli accor<strong>di</strong> e alle altre intese bilaterali per <strong>un</strong> importo<br />
pari a 2 milioni <strong>di</strong> euro.<br />
Sempre in agosto è stato pubblicato il decreto del Ministero<br />
dell’economia e delle fi nanze <strong>che</strong> <strong>ha</strong> stabilito l’obbligo<br />
<strong>di</strong> com<strong>un</strong>icazione delle operazioni intercorse con<br />
soggetti ubicati in Paesi a fi scalità privilegiata, quelli della<br />
cosiddetta “black list”. Il decreto muove, tra l’altro, <strong>dal</strong>la<br />
necessità <strong>di</strong> “prevenire e contrastare i fe<strong>nome</strong>ni a particolare<br />
rischio <strong>di</strong> frode fi scale” e, quin<strong>di</strong>, “<strong>di</strong> estendere<br />
l’obbligo <strong>di</strong> com<strong>un</strong>icazione <strong>di</strong> cui all’art. 1, comma 1 del<br />
decreto-legge 25 marzo 2010, n. 40, per le prestazioni<br />
<strong>di</strong> servizi <strong>che</strong> non si considerano effettuate nel territorio<br />
dello Stato agli effetti dell’imposta sul valore aggi<strong>un</strong>to e<br />
<strong>che</strong> sono rese o ricevute nei confronti <strong>di</strong> soggetti passivi<br />
aventi sede, residenza o domicilio nei Paesi cosiddetti<br />
black list”. Nella premessa al provve<strong>di</strong>mento si ricono-<br />
Internazionalizzazione<br />
del sistema fi eristico<br />
Pac<strong>che</strong>tto normativo<br />
autotrasporto<br />
sce an<strong>che</strong> “l’opport<strong>un</strong>ità <strong>di</strong> stabilire <strong>un</strong> <strong>di</strong>fferimento dei<br />
termini per la com<strong>un</strong>icazione delle operazioni effettuate<br />
nei mesi <strong>di</strong> luglio ed agosto 2010 in modo da fornire agli<br />
operatori <strong>un</strong> periodo <strong>di</strong> tempo idoneo ad assicurare il<br />
necessario adeguamento, an<strong>che</strong> tecnologico, connesso<br />
ai nuovi obblighi tributari”<br />
Il decreto stabilisce, all’articolo 1, le esclusioni territoriali<br />
<strong>dal</strong>l’obbligo <strong>di</strong> com<strong>un</strong>icazione le operazioni realizzate a<br />
Cipro, Malta e Corea del Sud e, all’articolo 2, le attività<br />
con le quali si realizzano operazioni esenti ai fi ni dell’imposta<br />
sul valore aggi<strong>un</strong>to. L’articolo 3 elenca invece i<br />
settori in cui l’obbligo <strong>di</strong> com<strong>un</strong>icazione è esteso (prestazioni<br />
<strong>di</strong> servizi <strong>che</strong> non si considerano effettuate nel<br />
territorio dello Stato agli effetti dell’imposta sul valore<br />
aggi<strong>un</strong>to e <strong>che</strong> sono rese o ricevute nei confronti <strong>di</strong> operatori<br />
economici aventi sede, residenza o domicilio nei<br />
Paesi cosiddetti black list).<br />
Con la pubblicazione dell’11 agosto è entrata in vigore<br />
an<strong>che</strong> la legge 127/2010 contenente il pac<strong>che</strong>tto normativo<br />
autotrasporto. Tra le <strong>di</strong>sposizioni previste, alc<strong>un</strong>e<br />
<strong>ha</strong>nno effetto imme<strong>di</strong>ato, altre entreranno in vigore l’anno<br />
prossimo. Tra le prime la regolamentazione dei pallets;<br />
la corresponsabilità; il DURC alla stipula del contratto; i<br />
tempi massimi <strong>di</strong> pagamento. Diversa la tempistica per i<br />
costi minimi <strong>di</strong> esercizio: si <strong>ha</strong> tempo fi no al 12 maggio<br />
2011 per stipulare gli accor<strong>di</strong> volontari <strong>di</strong> settore. L’Osservatorio<br />
avrà quin<strong>di</strong> altri 30 giorni (quin<strong>di</strong> entro il 12<br />
giugno 2011) per stilare i parametri. Solo <strong>dal</strong> 13 giugno<br />
2011, in assenza <strong>di</strong> questi atti, si appli<strong>che</strong>ranno i costi<br />
minimi ai contratti scritti; l’azione <strong>di</strong>retta, per il pagamento<br />
del corrispettivo dovuto all’effettivo vettore, decorre<br />
<strong>dal</strong> 12 agosto 2011 (<strong>un</strong> anno dopo l’entrata in vigore<br />
della legge). Affi nché sia applicato l’indennizzo per il superamento<br />
dei tempi <strong>di</strong> attesa al carico o allo scarico<br />
della merce occorre invece <strong>un</strong>a determinazione dell’Osservatorio<br />
accompagnata da <strong>un</strong>o specifi co decreto <strong>di</strong>rigenziale<br />
del ministero alle Infrastrutture e Trasporti.<br />
Del 31 agosto, invece, il com<strong>un</strong>icato del Ministero degli<br />
Esteri con cui si rende noto <strong>che</strong> il 20 aprile (!) è stato<br />
depositato presso il Segretariato generale del Consiglio<br />
dell’Unione europea lo strumento <strong>di</strong> ratifi ca dell’Accordo<br />
<strong>di</strong> cooperazione tra la Com<strong>un</strong>ità europea e i suoi Stati<br />
membri, da <strong>un</strong> lato, e la Confederazione Svizzera, <strong>dal</strong>l’altro,<br />
per lottare contro la frode e ogni altra attività illecita
<strong>che</strong> leda i loro interessi fi nanziari, con atto fi nale, processo<br />
verbale e <strong>di</strong>chiarazioni. La legge <strong>di</strong> ratifi ca dell’Accordo<br />
era stata emanata il 3 <strong>di</strong>cembre 2009.<br />
Tra i provve<strong>di</strong>menti pubblicati il 4 settembre an<strong>che</strong> le <strong>di</strong>verse<br />
com<strong>un</strong>icazioni della Farnesina sulla recente chiusura<br />
delle se<strong>di</strong> consolari a Kyoto (Giappone) Mulhouse (Francia),<br />
Coira (Svizzera), Bruxelles e Genk (Belgio).<br />
Pagamento <strong>di</strong>fferito dei <strong>di</strong>ritti doganali<br />
Il 6 settembre è stato pubblicato il decreto con cui il Ministero<br />
<strong>di</strong> Tremonti <strong>ha</strong> fi ssato i tassi <strong>di</strong> interesse per il pagamento<br />
<strong>di</strong>fferito dei <strong>di</strong>ritti doganali per il periodo 13 luglio<br />
2010 - 12 gennaio 2011. Emanato dopo parere della Banca<br />
d’Italia, si stabilisce, nell’<strong>un</strong>ico articolo <strong>che</strong> compone il<br />
testo, <strong>che</strong> il saggio <strong>di</strong> interesse per il pagamento <strong>di</strong>fferito<br />
effettuato oltre il periodo <strong>di</strong> giorni trenta è stabilito nella<br />
misura del 0,731 per cento annuo per il periodo <strong>dal</strong> 13<br />
luglio 2010 al 12 gennaio 2011.<br />
Il giorno successivo è entrato in vigore il “Piano straor<strong>di</strong>nario<br />
contro le mafi e” approvato all’<strong>un</strong>animità <strong>dal</strong> Senato<br />
lo scorso 3 agosto. Il Piano prevede la redazione del co<strong>di</strong>ce<br />
delle leggi antimafi a e delle misure <strong>di</strong> prevenzione,<br />
nonché il potenziamento delle misure <strong>di</strong>rette a contrastare<br />
l’infi ltrazione della criminalità nel settore degli appalti pubblici.<br />
Tra le novità an<strong>che</strong> la previsione della tracciabilità<br />
me<strong>di</strong>ante conti correnti de<strong>di</strong>cati, dei pagamenti <strong>di</strong> tutti<br />
gli appalti pubblici per lavori, servizi e forniture. D’ora in<br />
avanti, poi, tutti i contratti pubblici dovranno prevedere, a<br />
pena <strong>di</strong> nullità assoluta, <strong>un</strong>’apposita clausola con la quale<br />
i fornitori assumono gli obblighi <strong>di</strong> tracciabilità dei fl ussi<br />
fi nanziari. Pubblicata an<strong>che</strong> la Direttiva del Presidente del<br />
Consiglio sul “Ruolo dei f<strong>un</strong>zionari internazionali <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza<br />
italiana” emanata il 2 agosto scorso. Vi si prevede<br />
<strong>un</strong> <strong>di</strong>alogo sempre più stretto con i circa 5mila f<strong>un</strong>zionari<br />
italiani <strong>che</strong> prestano servizio nelle Organizzazioni internazionali,<br />
il riconoscimento dell’importanza del loro ruolo per<br />
l’immagine del Paese e il sostegno complessivo da parte<br />
del Sistema Italia tramite il coor<strong>di</strong>namento esercitato <strong>dal</strong>la<br />
Farnesina. Obiettivo principale della nuova <strong>di</strong>rettiva è<br />
quello <strong>di</strong> incrementare, in quantità e qualità, la presenza<br />
<strong>di</strong> f<strong>un</strong>zionari italiani presso le organizzazioni internazionali:<br />
ciò signifi ca an<strong>che</strong> e soprattutto p<strong>un</strong>tare sulla formazione,<br />
per sviluppare le specifi <strong>che</strong> professionalità richieste<br />
<strong>dal</strong>le Organizzazioni, ma an<strong>che</strong> più informazione rivolta ai<br />
potenziali interessati. Quanto alle amministrazioni, <strong>dal</strong>la <strong>di</strong>rettiva<br />
sono chiamate a contribuire, agevolando la messa<br />
a <strong>di</strong>sposizione dei propri f<strong>un</strong>zionari - tramite il <strong>di</strong>stacco, il<br />
collocamento fuori ruolo, la mobilità volontaria - e valorizzando<br />
l’opport<strong>un</strong>ità <strong>di</strong> crescita professionale all’estero nel<br />
loro percorso <strong>di</strong> carriera.<br />
Il 9 settembre, infi ne, sono stati pubblicati due <strong>di</strong>stinti decreti<br />
dei ministri Frattini e Gelmini in cui si <strong>di</strong>spone l’applicazione<br />
della riforma della scuola superiore – cosiddetta<br />
“Riforma Gelmini” – an<strong>che</strong> alle scuole italiane all’estero,<br />
statali e paritarie. I decreti riguardano gli istituti tecnici <strong>di</strong><br />
Ad<strong>di</strong>s Abeba ed Asmara e i Licei <strong>di</strong> Ad<strong>di</strong>s Abeba, Asmara,<br />
Atene, Barcellona, Istanbul, Madrid e Parigi.<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
33
Dallo scudo fi scale ter ai rapporti<br />
tra la svizzera e l’Italia: rifl essioni<br />
Negli ultimi tempi si è manifestata qual<strong>che</strong><br />
frizione nei rapporti tra la Confederazione<br />
elvetica e l’Italia, an<strong>che</strong> in forme<br />
abbastanza inusuali, nel contesto<br />
dei rapporti <strong>di</strong> natura fi nanziaria: ciò a causa <strong>di</strong><br />
<strong>un</strong>a serie <strong>di</strong> situazioni <strong>che</strong> <strong>ha</strong>nno visto i due Paesi<br />
su fronti contrapposti. La ormai defi nitiva chiusura<br />
1 della manovra <strong>di</strong> rientro dei capitali verso<br />
l’Italia, <strong>che</strong> il Ministro Tremonti <strong>ha</strong> posto in essere,<br />
consente <strong>di</strong> volgere <strong>un</strong>o sguardo panoramico al<br />
recente passato e <strong>di</strong> formulare alc<strong>un</strong>e considerazioni<br />
<strong>di</strong> fondo. Dato <strong>che</strong> proprio questa manovra<br />
<strong>ha</strong> costituito o è stata vissuta come fattore <strong>di</strong> tensione,<br />
inizio questo articolo <strong>dal</strong>l’esame della medesima,<br />
in particolare per gli effetti “pratici” <strong>che</strong><br />
<strong>ha</strong> avuto nei rapporti con la Confederazione elvetica.<br />
Perché nasce il terzo “scudo fi scale”?<br />
Quali sono le ragioni <strong>che</strong> possono avere indotto<br />
il Governo italiano a varare il terzo “scudo fi scale”?<br />
In primo luogo certamente <strong>ha</strong> giocato <strong>un</strong> ruolo<br />
fondamentale l’esigenza <strong>di</strong> introitare imposte<br />
straor<strong>di</strong>narie, non incassabili per altre vie, in particolare<br />
in <strong>un</strong>a fase recessiva <strong>di</strong> ampia portata ,<br />
obbiettivo <strong>che</strong> , come si vedrà successivamente, è<br />
stato raggi<strong>un</strong>to.<br />
Ha inoltre infl uito la necessità <strong>di</strong> rimettere nel ciclo<br />
produttivo del Paese <strong>un</strong> fl usso rilevante <strong>di</strong> capitali,<br />
giacenti all’estero, probabilmente “esportati” in<br />
contrasto alla normativa fi scale e valutaria, <strong>di</strong> fatto<br />
“non produttivi” per il sistema economico italiano,<br />
e <strong>di</strong> particolare rilevanza in <strong>un</strong>a fase recessiva<br />
profonda: an<strong>che</strong> in questo caso i risultati ottenuti<br />
sono stati in linea con il “target”. Una domanda<br />
34 la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
<strong>di</strong> Alberto Crosti*<br />
nasce spontanea: non era possibile per il Governo<br />
italiano attuare interventi <strong>di</strong> recupero della base<br />
imponibile erosa, senza dovere ricorrere ad <strong>un</strong>a<br />
specie <strong>di</strong> “amnistia” fi scale molto ampia, pesantemente<br />
contrastata <strong>dal</strong>l‘opposizione politica 2 ?<br />
Personalmente sono dell’opinione <strong>che</strong> <strong>un</strong>’azione<br />
<strong>di</strong> lotta all’evasione, pur condotta in modo effi -<br />
ciente e veloce , requisiti quest’ultimi non facilmente<br />
rispettabili nell’ attuale contesto giuri<strong>di</strong>cofi<br />
scale italiano, non avrebbe ottenuto non solo i<br />
medesimi rilevanti risultati, ma non si sarebbe<br />
1 Il 30 Aprile 2010 è l’ultimo giorno entro il quale potere usufruire della manovra <strong>di</strong> rientro dei capitali.<br />
2 Se il giu<strong>di</strong>zio sull a manovra si limita agli aspetti “tecnici” , il medesimo non può <strong>che</strong> essere positivo. Se però lo si estende agli<br />
aspetti “etici”, forse qual<strong>che</strong> critica non è del tutto ingiustifi cata.
nean<strong>che</strong> avvicinata agli stessi né come importi<br />
né soprattutto come tempi <strong>di</strong> incasso delle imposte.<br />
La manovra in esame si rivolge solo alle<br />
persone fi si<strong>che</strong>, chiedeva loro <strong>un</strong> 5% 3 a titolo <strong>di</strong><br />
imposta straor<strong>di</strong>naria sul valore dei beni situati<br />
all’estero ed usciti in modo “illegale” 4 . I beni in<br />
certi casi potevano restare all’estero, o rientrare<br />
fi sicamente in Italia. In cambio concedeva <strong>un</strong>a<br />
larga serie <strong>di</strong> “amnistie”, qualifi candosi quin<strong>di</strong><br />
come “tombale”.<br />
Come la Svizzera <strong>ha</strong> vissuto<br />
lo scudo fi scale “ter”?<br />
I capitali dei contribuenti italiani, <strong>che</strong> in qual<strong>che</strong><br />
modo volevano sottrarsi all’imposizione in Italia,<br />
si sono in<strong>di</strong>rizzati nel tempo verso vari Stati: da<br />
<strong>un</strong> p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista strettamente statistico la Svizzera<br />
però <strong>ha</strong> sempre fatto la parte del ”leone”, dato <strong>che</strong><br />
risulta essere il Paese <strong>che</strong> detiene la gran parte dei<br />
capitali dei contribuenti italiani qualifi cabili come<br />
illegalmente usciti.<br />
Questa situazione <strong>ha</strong> indotto, erroneamente a mio<br />
modo <strong>di</strong> vedere, l’opinione pubblica svizzera a<br />
ritenere <strong>che</strong> lo “scudo ter” fosse <strong>di</strong> fatto <strong>un</strong>a manovra<br />
“contro la Svizzera”. A questa errata chiave<br />
<strong>di</strong> lettura, occorre ammetterlo, <strong>ha</strong> contribuito molto<br />
probabilmente e an<strong>che</strong> sensibilmente lo stesso<br />
Ministro Tremonti: il fatto <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarare più <strong>di</strong><br />
<strong>un</strong>a volta <strong>che</strong> la sua manovra mirava ad aprire la<br />
“caverna <strong>di</strong> Alì Baba”, facendo chiaramente capire<br />
<strong>che</strong> la caverna si situava nella vicina Svizzera,<br />
non <strong>ha</strong> certamente favorito <strong>un</strong>’interpretazione più<br />
serena e corretta della manovra in questione!<br />
Ma <strong>un</strong>’ulteriore problematica <strong>ha</strong> convinto gli svizzeri<br />
<strong>che</strong> il Ministro Tremonti volesse colpire in<br />
particolare la Confederazione: ci si riferisce alla<br />
“querelle” annosa, tuttora in corso , sulla applicazione<br />
da parte della Svizzera della cosiddetta<br />
“euroritenuta”.<br />
L’annosa “querelle” sull’euroritenuta:<br />
torti e ragioni<br />
Perché è in essere questa <strong>di</strong>atriba? Un accordo<br />
siglato tra la Confederazione e la UE, e ratifi cato<br />
poi dai vari Stati della UE, consente da <strong>un</strong> lato<br />
alla Svizzera <strong>di</strong> godere <strong>di</strong> alc<strong>un</strong>e Direttive europee<br />
5 , <strong>che</strong> ad esempio le permettono <strong>di</strong> continuare<br />
a giocare <strong>un</strong> ruolo fi nanziario rilevante pur non<br />
facendo parte dell’UE, <strong>dal</strong>l’altro, però, la Svizzera<br />
si impegna a trattenere alla fonte su <strong>un</strong>a serie <strong>di</strong><br />
red<strong>di</strong>ti, percepiti da soggetti facenti parte dell’UE,<br />
<strong>un</strong>a ritenuta <strong>che</strong> viene poi parzialmente riversata<br />
(<strong>un</strong> quarto rimane alla Svizzera) allo Stato in cui<br />
il benefi ciario dei red<strong>di</strong>ti, persona fi sica, è fi scalmente<br />
residente 6 .<br />
In attesa <strong>che</strong> sul segreto bancario si alzi defi nitivamente<br />
il velo, la Svizzera, insieme ad altri Stati 7 ,<br />
3 L’aliquota è aumentata al 6% a fronte <strong>di</strong> <strong>un</strong>a prima proroga dei termini <strong>dal</strong> 1° gennaio al 28 febbraio 2010, ed al 7% <strong>dal</strong> 1°<br />
marzo 2010 al 30 aprile 2010, ultima data valida per potere usufruire dello “scudo fi scale”.<br />
4 Il concetto <strong>di</strong> “illegale” è vasto: include per esempio attivi derivanti <strong>dal</strong> riciclaggio <strong>di</strong> “denaro sporco”, così come la semplice<br />
mancata compilazione d’<strong>un</strong> quadro ( RW ) della <strong>di</strong>chiarazione dei red<strong>di</strong>ti (Modello UNICO PF).<br />
5 L’ Europa, prima <strong>di</strong> pervenire all’accordo con la Svizzera, aveva emanato tre importanti Direttive, tese ad armonizzare la fi scalità<br />
in ambito europeo:<br />
- la Direttiva Madre – Figlia n. 90/435/CE<br />
- la Direttiva “interessi – royalties” n. 2003/49/CE<br />
- la Direttiva sul risparmio n. 2003/48/CE<br />
Di queste tre Direttive quella <strong>che</strong> assume <strong>un</strong>a maggiore rilevanza ai fi ni della presente analisi è l’ultima (Direttiva sul risparmio n.<br />
2003/48/CE ). L’esigenza <strong>di</strong> emanare la Direttiva in questione nasce <strong>dal</strong>la constatazione <strong>che</strong> i red<strong>di</strong>ti da risparmio, sotto forma <strong>di</strong><br />
interessi su cre<strong>di</strong>ti, costituiscono red<strong>di</strong>ti imponibili in tutti gli Stati membri dell’ UE. Fatta questa premessa, si è ritenuto corretto<br />
fare in modo <strong>che</strong> i red<strong>di</strong>ti corrisposti in <strong>un</strong>o dei vari Stati dell’ UE siano tassati in capo al benefi ciario effettivo persona fi sica in<br />
accordo alla normativa fi scale dello Stato <strong>di</strong> residenza fi scale del medesimo benefi ciario, in<strong>di</strong>pendentemente <strong>dal</strong> luogo <strong>di</strong> percezione.<br />
Lo strumento me<strong>di</strong>ante il quale attuare questo s<strong>che</strong>ma <strong>di</strong> tassazione è la com<strong>un</strong>icazione <strong>che</strong> ciasc<strong>un</strong> Stato, tramite la<br />
sua Amministrazione, effettua nei confronti dello Stato (= Amministrazione fi scale) al quale appartiene il benefi ciario effettivo:<br />
l’assolvimento <strong>di</strong> questa formalità permette all’ agente pagatore <strong>di</strong> non applicare la “euro ritenuta” alla fonte. A sua volta il benefi<br />
ciario dovrà <strong>di</strong>chiarare questi red<strong>di</strong>ti nella sua <strong>di</strong>chiarazione fi scale, sapendo <strong>che</strong> la sua Amministrazione è a conoscenza dei<br />
medesimi.<br />
La Direttiva si caratterizza in sintesi per i seguenti aspetti :<br />
- in primo luogo si rivolge solo a soggetti persone fi si<strong>che</strong><br />
- la medesima trova la sua applicazione quando il benefi ciario degli interessi appartiene ad <strong>un</strong>o Stato dell’ U.E. <strong>di</strong>verso da<br />
quello, sempre appartenente all’ U.E., erogatore degli interessi.<br />
- l’ agente pagatore, così viene defi nito il soggetto erogante gli interessi, deve com<strong>un</strong>icare le informazioni sul benefi ciario<br />
all’autorità competente del suo Stato (stato dell’agente pagatore)<br />
- l’ Amministrazione fi nanziaria dello Stato del soggetto pagante deve a sua volta trasferire alle Amministrazioni dei vari soggetti<br />
benefi ciari le informazioni acquisite<br />
- ness<strong>un</strong>a ritenuta alla fonte viene applicata sugli interessi in uscita.<br />
6 L’ accordo in questione non si limita però a quanto già descritto, ma estende alla Confederazione svizzera le misure equivalenti<br />
ai regimi previsti sia <strong>dal</strong>la Direttiva n. 90/435/CEE del 23 Luglio 1990 (Direttiva Madri – Figlie) sia <strong>dal</strong>la Direttiva n. 2003/49/<br />
CE del 3 Giugno 2003 (Direttiva Interessi – Royalties). Quin<strong>di</strong> l’ Accordo raggi<strong>un</strong>to <strong>ha</strong> <strong>un</strong>a natura “omnicomprensiva”, tramite il<br />
quale praticamente la Confederazione elvetica è stata assimilata ai paesi facenti parte dell’ UE. (continua ➟)<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
35
ministro dell’economia Giulio Tremonti.<br />
36<br />
e fi no ad <strong>un</strong>a certa data prosegue con questa ritenuta<br />
ma, salvo casi molto particolari e ben regolamentati,<br />
mantiene <strong>di</strong> fatto il segreto bancario.<br />
Ma cosa è successo effettivamente nel corso degli<br />
anni? L’Unione europea <strong>ha</strong> mosso alla Svizzera alc<strong>un</strong>e<br />
criti<strong>che</strong> pesanti su vari aspetti sia della vera<br />
e propria gestione dell’euroritenuta, sia sulle strutture<br />
societarie svizzere <strong>che</strong> godono <strong>di</strong> <strong>un</strong> livello <strong>di</strong><br />
tassazione basso 8 . Sotto accusa in primo luogo è<br />
il fl usso dell’euroritenuta giu<strong>di</strong>cato da alc<strong>un</strong>i Mi-<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
nistri (in primo luogo il nostro Ministro Tremonti,<br />
ed a ruota l’ormai ex collega tedesco, Peter Steinbrück)<br />
molto basso rispetto a quello <strong>che</strong> avrebbe<br />
dovuto essere.<br />
Per capire cosa è esattamente avvenuto, è necessario<br />
rifarsi alla Direttiva Europea sul risparmio<br />
(2003/48/CE), <strong>che</strong> a sua volta <strong>ha</strong> originato l’Accordo<br />
tra la Confederazione elvetica e l’UE, la quale è<br />
nata con alc<strong>un</strong>i limiti evidenti:<br />
- in primo luogo prevedeva la sua applicazione<br />
alle sole persone fi si<strong>che</strong>, scelta questa imposta<br />
da alc<strong>un</strong>i Paesi europei <strong>che</strong> non gra<strong>di</strong>vano <strong>un</strong><br />
allargamento an<strong>che</strong> ai soggetti persone giuri<strong>di</strong><strong>che</strong>,<br />
se non rinviando “sine <strong>di</strong>e” l’abolizione del<br />
segreto bancario 9<br />
- quin<strong>di</strong>, limitava l’assoggettamento solo ad alc<strong>un</strong>i<br />
red<strong>di</strong>ti (interessi) e non venivano presi in<br />
considerazione altri red<strong>di</strong>ti mobiliari<br />
- infi ne, la Direttiva non impe<strong>di</strong>va l’utilizzo <strong>di</strong> società<br />
“s<strong>che</strong>rmo” al fi ne <strong>di</strong> evitare l’assoggettamento<br />
alla ritenuta<br />
Ne consegue quin<strong>di</strong> <strong>che</strong> già la Direttiva nasce con<br />
<strong>un</strong>a larga falla, problema <strong>che</strong> ovviamente non solo<br />
si è riproposto, ma si è ampliato notevolmente, nel<br />
passaggio <strong>dal</strong>la Direttiva all’Accordo tra la Confederazione<br />
elvetica e l’UE.<br />
Dal canto suo l’Amministrazione fi nanziaria elvetica<br />
<strong>ha</strong> precisato l’irrilevanza, ai fi ni dell’euroritenuta<br />
della posizione dei soci persone fi si<strong>che</strong> <strong>di</strong><br />
soggetti giuri<strong>di</strong>ci 10 , pur essendo “l’agente pagatore”<br />
(ad esempio <strong>un</strong>a Banca) a conoscenza <strong>che</strong><br />
l’effettivo benefi ciario è <strong>un</strong>a persona fi sica, come<br />
tale assoggettabile all’euroritenuta.<br />
La falla, come affermato già presente al momento<br />
Occorre però segnalare <strong>che</strong> l’intestazione dell’Accordo fa esclusivo riferimento alla Direttiva n. 2003/48/CE, quella cioè relativa<br />
al risparmio. Buona parte del testo è de<strong>di</strong>cato per l’app<strong>un</strong>to al risparmio, mentre l’art. 15 è de<strong>di</strong>cato all’ estensione alla Confederazione<br />
elvetica sia della Direttiva “Madre-Figlia”, sia della Direttiva “Interessi e royalties”.<br />
L’ accordo tra l’Unione europea e la Confederazione elvetica si caratterizza per essere <strong>di</strong> fatto <strong>un</strong>o scambio <strong>di</strong> “prestazioni”:<br />
- da <strong>un</strong> lato la Svizzera:<br />
- recepisce l’obbligo <strong>di</strong> inviare le informazioni sui benefi ciari <strong>di</strong> interessi<br />
- si impegna inoltre ad aderire allo scambio <strong>di</strong> informazioni, limitatamente alle persone fi si<strong>che</strong> ed agli interessi da loro percepiti<br />
in Svizzera<br />
- <strong>dal</strong>l’altro però in cambio ottiene <strong>di</strong> essere trattata alla pari degli Stati appartenenti all’Unione europea, potendo usufruire<br />
delle misure equivalenti a quelle previste <strong>dal</strong>le Direttive europee in precedenza citate per i soggetti societari (Direttiva Madre<br />
– Figlia e Direttiva “interessi e royalties”).<br />
Quin<strong>di</strong> trattasi in sostanza <strong>di</strong> <strong>un</strong> vero e proprio “do ut des”: la Svizzera “cede” sui rapporti con soggetti benefi ciari <strong>di</strong> interessi<br />
in Svizzera, ma in compenso vede il suo ruolo <strong>di</strong> centro fi nanziario notevolmente rivalutato, grazie al fatto <strong>che</strong> i <strong>di</strong>viden<strong>di</strong> in<br />
entrata verso le società elveti<strong>che</strong> sono esenti da ritenute alla fonte (ovviamente a certe con<strong>di</strong>zioni).<br />
In effetti l’ impegno allo scambio <strong>di</strong> informazioni è, per lo meno nella fase transitoria, sospeso o per lo meno attenuato, dato<br />
<strong>che</strong>, in relazione ai soggetti persone fi si<strong>che</strong> benefi ciari <strong>di</strong> interessi <strong>di</strong> provenienza da parte <strong>di</strong> agenti pagatori elvetici, è stato<br />
concesso alla Svizzera il ricorso alla procedura prevista per alc<strong>un</strong>i paesi europei (Belgio, Lussemburgo ed Austria): l’applicazione<br />
della “euro ritenuta”, con le stesse aliquote e con le stesse scadenze previste per i citati Paesi, momentaneamente<br />
sostituisce lo scambio <strong>di</strong> informativa. La “euro ritenuta” prevede le seguenti aliquote:<br />
- <strong>dal</strong> 1° luglio 2005 al 30 Giugno 2008: 15%<br />
- <strong>dal</strong> 1° luglio 2008 al 30 giugno 2011: 20%<br />
- <strong>dal</strong> 1° luglio 2011 : 35%
della nascita della Direttiva, <strong>di</strong>venta, nei rapporti<br />
con la Confederazione elvetica, <strong>un</strong>a vera e propria<br />
voragine, <strong>che</strong> si è andata sempre <strong>di</strong> più ampliando<br />
an<strong>che</strong> in conseguenza <strong>di</strong> nuove possibilità offerte<br />
alla clientela, quali il trasferimento dei fon<strong>di</strong> da<br />
<strong>un</strong>a banca svizzera ad <strong>un</strong>a sua fi liale “off-shore”,<br />
soluzione <strong>che</strong> permette <strong>di</strong> bypassare la ritenuta,<br />
pur rimanendo i fon<strong>di</strong> intestati ad <strong>un</strong> soggetto<br />
persona fi sica. Lecito è porsi <strong>un</strong>a domanda: veramente<br />
la Svizzera, sia a livello <strong>di</strong> Istituzioni, sia a<br />
livello del sistema bancario nella sua globalità, <strong>ha</strong><br />
aggirato l’Accordo con i vari Stati Europei?<br />
Due potrebbero essere le conclusioni:<br />
- se dobbiamo tenere in considerazione le posizioni<br />
sia del Ministro Tremonti sia quelle <strong>di</strong> Peter<br />
Steinbrück, la risposta è senz’altro positiva<br />
- se però, come è corretto, vengono prese in conto<br />
an<strong>che</strong> le argomentazioni a <strong>di</strong>fesa della Svizzera, si<br />
perverrebbe a conclusioni <strong>di</strong>verse. Infatti:<br />
- l’Accordo non può <strong>che</strong> rifl ettere la Direttiva: i<br />
“germi” per indebolire il meccanismo dell’euroritenuta<br />
erano contenuti in essa, e <strong>di</strong> questa situazione<br />
non si poteva non essere a conoscenza al<br />
momento <strong>di</strong> estendere alla Svizzera le Direttive<br />
europee, in particolare quella sul risparmio<br />
- la Confederazione elvetica non può apportare,<br />
<strong>di</strong> sua spontanea volontà, mo<strong>di</strong>fi <strong>che</strong> all’Accordo<br />
senza <strong>che</strong> venga prima mo<strong>di</strong>fi cata la Direttiva<br />
- le Istituzioni fi nanziarie elveti<strong>che</strong> <strong>ha</strong>nno ricevuto<br />
<strong>di</strong>rettive molto precise sul modo <strong>di</strong> comportarsi<br />
da parte della loro Amministrazione Finanziaria:<br />
quin<strong>di</strong> non possono applicare l’euroritenuta a<br />
fronte <strong>di</strong> situazioni sulle quali l’Amministrazione<br />
fi nanziaria si è pron<strong>un</strong>ciata negativamente in<br />
modo chiaro e categorico.<br />
Ma allora quali sarebbero i reali motivi per i qua-<br />
li il Ministro Tremonti da<br />
parecchio tempo conduce<br />
<strong>un</strong>a campagna contro<br />
il comportamento <strong>che</strong> la<br />
Svizzera avrebbe tenuto<br />
nella gestione dell’euroritenuta?<br />
Riteniamo <strong>che</strong><br />
Tremonti in<strong>di</strong>vidui nel<br />
comportamento operativo<br />
delle Istituzioni fi nanziarie<br />
elveti<strong>che</strong> <strong>un</strong> aggiramento<br />
dell’Accordo, <strong>che</strong> si attuerebbe<br />
semplicemente<br />
offrendo alla clientela italiana,<br />
o com<strong>un</strong>que europea,<br />
<strong>un</strong>‘alternativa al semplice<br />
deposito bancario ,<br />
sui cui interessi si applica<br />
l’euroritenuta. L’alternativa<br />
proposta consente <strong>di</strong><br />
non versare il 20% <strong>di</strong> ritenuta<br />
sugli interessi! Ma<br />
qual è questa alternativa?<br />
Ad esempio, la creazione<br />
<strong>di</strong> <strong>un</strong>o s<strong>che</strong>rmo societario,<br />
magari basato a Panama!<br />
L’ex ministro<br />
delle fi nanze tedesco<br />
Peter Steinbrück.<br />
Oppure, ancora più semplice, l’apertura <strong>di</strong> <strong>un</strong><br />
conto presso <strong>un</strong>a fi liale “off-shore” della Banca.<br />
Proprio questo pres<strong>un</strong>to comportamento operativo<br />
induce alc<strong>un</strong>i Paesi europei a premere, affi nché<br />
si arrivi ad <strong>un</strong>a revisione della Direttiva sul Risparmio,<br />
e, come conseguenza, an<strong>che</strong> dell’Accordo,<br />
con il chiaro intento <strong>di</strong> allargare la sua sfera <strong>di</strong> applicazione<br />
ai soggetti giuri<strong>di</strong>ci: così facendo “les<br />
milliers de sociétés offshore dans des pays comme<br />
le Panama” 11 perderebbero il loro appeal per i residenti<br />
fi scali dell’UE, italiani in particolare, con<br />
attivi in Svizzera 12 .<br />
7 Gli Stati sono: Belgio, Austria e Lussemburgo (UE) – extra Ue sono: Andorra, il Principato <strong>di</strong> Monaco, *Dottore San Marino, Commercialista<br />
Liechtenstein.<br />
Inoltre la scadenza in questione è il 30 Giugno 2013: successivamente dovrebbe venire eliminata e Revisore la “euro ritenuta” contabile ed al in suo Milano posto<br />
cadrebbe il segreto bancario. Di fatto la Svizzera dovrebbe comportarsi come si comporta ad esempio la Francia: segnalazione all’<br />
Amministrazione Centrale <strong>di</strong> Parigi dei dati del benefi ciario <strong>di</strong> interessi e quin<strong>di</strong> segnalazione da Parigi a Roma dei medesimi, con<br />
totale “<strong>di</strong>sclosure” del soggetto benefi ciario<br />
8 Il riferimento è in particolare alle società “hol<strong>di</strong>ng”<br />
9 Il riferimento è al Belgio, Austria, Lussemburgo <strong>che</strong> posero il veto sulla estensione alle persone giuri<strong>di</strong><strong>che</strong> dell’ applicazione<br />
della “euro ritenuta”<br />
10 Istruzioni del 29 Febbraio 2008, al p<strong>un</strong>to 76<br />
11 Chi <strong>ha</strong> pron<strong>un</strong>ciato questa frase? In data 3 Novembre 2009 il Prof. Avvocato Paolo Bernasconi, già Procuratore Generale per<br />
il Canton Ticino, <strong>ha</strong> rilasciato <strong>un</strong> ‘intervista avente come oggetto “les causes du <strong>di</strong>fférend fi scal qui oppose la Suisse à l’ Italie”.<br />
Alla domanda del giornalista: “Vous avez parlé de «guérre», et on a effectivement l’impression de se trouver en plein confl it fi scal.<br />
Comment en est-on arrivé là?», l’ Avvocato Bernasconi <strong>ha</strong> risposto nel seguente modo :<br />
“La Suisse a violé de façon systématique et organisée le traité sur l’impôt à la source avec l’Union européenne, entré en vigueur en<br />
2005. Elle n’a payé que 5% environ des redevances qu’elle aurait dû verser. Pour permettre à leurs clients d’éc<strong>ha</strong>pper à l’impôt à<br />
la source, les banques ont créé des milliers de sociétés offshore dans des pays comme le Panama. Et l’Administration fédérale des<br />
contributions a laissé faire, alors que tout le monde le savait. Nous en payons maintenant le prix, car des pays comme l’Allemagne<br />
ou l’Italie sont furieux, ce qui est compréhensible. La situation n’est pas sans rappeler celle d’UBS face au fi sc américain ».<br />
L’ affermazione molto netta e accusatoria nei confronti del sistema “Svizzera”, fatta da <strong>un</strong> esponente del mondo professionale elvetico,<br />
con <strong>un</strong> passato nella Magistratura, costituisce <strong>un</strong> importante “assist” a <strong>di</strong>chiarazioni, analoghe nella sostanza, ma ovviamente<br />
esposte in modo “politicamente” più corretto, rilasciate <strong>dal</strong> nostro Ministro delle Finanze in più occasioni<br />
12 Cfr. su questi aspetti cfr. Marco BERNASCONI – Donatella FERRARI, Euroritenuta al vaglio <strong>di</strong> Tremonti, www.fi sco supsi.ch.<br />
Inoltre, per <strong>un</strong>a approfon<strong>di</strong>ta analisi sulla proposta <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fi ca della Direttiva “risparmio” cfr. Carla GALASSI, Direttiva risparmio:<br />
criticità e proposte <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fi ca, YIN Report 1/2010. Incontro IFA <strong>di</strong> Milano 18 Gennaio 2010.<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
37
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ANGOLO FISCALE<br />
<strong>di</strong> Tiziana Marenco<br />
La nuova or<strong>di</strong>nanza sull’assistenza<br />
amministrativa in materia <strong>di</strong><br />
convenzioni internazionali sulla<br />
doppia imposizione<br />
Entra in vigore il 1° ottobre 2010 la nuova Or<strong>di</strong>nanza, approvata<br />
<strong>dal</strong> Consiglio federale nella recente seduta del 1°<br />
settembre 2010, sull’assistenza amministrativa in materia<br />
<strong>di</strong> convenzioni sulla doppia imposizione.<br />
Nei prossimi mesi entreranno in vigore le nuove <strong>di</strong>sposizioni<br />
convenzionali negoziate <strong>dal</strong>la Svizzera a seguito della decisione<br />
del Consiglio federale del 13 marzo 2009 <strong>di</strong> adottare<br />
lo standard OCSE in materia <strong>di</strong> assistenza amministrativa<br />
fi scale. L’Or<strong>di</strong>nanza mira da <strong>un</strong>a parte a defi nire in maniera<br />
generale la procedura applicabile alle domande <strong>di</strong> assistenza<br />
presentate da <strong>un</strong>o stato sulla base <strong>di</strong> queste nuove convenzioni,<br />
e d’altra parte a defi nire secondo il <strong>di</strong>ritto svizzero<br />
questioni <strong>che</strong> la convenzione OCSE non regola esplicitamente.<br />
Vista la portata materiale delle <strong>di</strong>sposizioni dell’Or<strong>di</strong>nanza,<br />
è prevista in tempi brevi la sua trasformazione in legge<br />
per sod<strong>di</strong>sfare il principio costituzionale della legalità.<br />
L’Or<strong>di</strong>nanza precisa, senza alc<strong>un</strong> impatto materiale sulle<br />
<strong>di</strong>sposizioni delle Convenzioni, <strong>che</strong> assistenza viene prestata<br />
solo su esplicita richiesta <strong>di</strong> <strong>un</strong>o stato. La Svizzera non<br />
applica infatti né lo scambio automatico <strong>di</strong> informazioni né<br />
quello spontaneo.<br />
Di particolare interesse sono le <strong>di</strong>sposizioni degli articoli 4<br />
e 5 dell’Or<strong>di</strong>nanza, <strong>che</strong> regolano lo scambio <strong>di</strong> informazioni<br />
necessarie all’applicazione <strong>di</strong> <strong>un</strong>a Convenzione e <strong>di</strong> quelle<br />
rilevanti per l’applicazione del <strong>di</strong>ritto interno <strong>di</strong> <strong>un</strong>o stato<br />
estero.<br />
Lo scambio delle informazioni necessarie all’applicazione <strong>di</strong><br />
<strong>un</strong>a Convenzione avviene in maniera relativamente semplice,<br />
trattasi infatti <strong>un</strong>icamente <strong>di</strong> informazioni ottenibili an<strong>che</strong><br />
secondo il <strong>di</strong>ritto svizzero. Per queste informazioni non sono<br />
permesse misure coercitive nei confronti del contribuente o<br />
del detentore delle informazioni. Più articolata è invece la <strong>di</strong>sposizione<br />
<strong>che</strong> regola lo scambio <strong>di</strong> quelle informazioni <strong>che</strong><br />
lo stato rogante richiede per poter applicare il suo <strong>di</strong>ritto<br />
interno, in particolare an<strong>che</strong> quelle atte a colpire l’evasione<br />
fi scale:<br />
– Come già secondo la prassi applicata sinora, queste<br />
richieste <strong>di</strong> assistenza amministrativa sono sottoposte<br />
ad <strong>un</strong> esame preliminare da parte dell’Amministrazione<br />
Federale delle Contribuzioni (AFC). Domande contrarie<br />
all’”Ordre Public” svizzero o, più in generale, al principio<br />
della buona fede, vengono respinte <strong>dal</strong>l’AFC. Lo stesso<br />
è previsto per richieste <strong>che</strong> si basano su informazioni<br />
procacciate <strong>dal</strong>lo stato rogante o a questo trasmesse<br />
perpetrando atti p<strong>un</strong>ibili secondo il <strong>di</strong>ritto svizzero.<br />
Quest’ultima <strong>di</strong>sposizione costituisce <strong>un</strong>a reazione alle<br />
recenti polemi<strong>che</strong> scatenate, in particolare in Germania<br />
e Francia, <strong>dal</strong>l’acquisto, utilizzo e trasmissione da parte<br />
<strong>di</strong> autorità statali <strong>di</strong> dati bancari rubati.<br />
– L’AFC apre <strong>un</strong>a procedura <strong>di</strong> assistenza amministrativa<br />
se l’autorità rogante è competente e la richiesta sod<strong>di</strong>sfa<br />
i seguenti requisiti:<br />
– La richiesta permette <strong>di</strong> identifi care senza possibilità <strong>di</strong><br />
dubbio la persona (contribuente) toccata <strong>dal</strong>la procedura;<br />
– La richiesta permette <strong>di</strong> identifi care senza possibilità <strong>di</strong><br />
dubbio il detentore delle informazioni richieste;<br />
– La domanda contiene la descrizione delle informazioni richieste<br />
e la forma nella quale esse devono venir fornite;<br />
– La richiesta menziona lo scopo <strong>di</strong> natura fi scale per il<br />
quale le informazioni vengono richieste e i motivi per i<br />
quali si ritiene <strong>che</strong> le stesse siano rilevanti ai fi ni fi scali<br />
precitati;<br />
– La richiesta precisa il periodo fi scale per il quale le informazioni<br />
vengono richieste;<br />
– Lo stato rogante conferma <strong>di</strong> aver esaurito le fonti <strong>di</strong><br />
informazioni interne prima <strong>di</strong> far capo alla domanda presentata<br />
nel nostro paese.<br />
– L’AFC si riserva <strong>di</strong> non aprire la procedura <strong>di</strong> assistenza<br />
amministrativa se la domanda costituisce <strong>un</strong>a “fi shing expe<strong>di</strong>tion”<br />
(ricerca illecita <strong>di</strong> prove) o se la domanda non<br />
riguarda esclusivamente informazioni <strong>che</strong> ricadono nel<br />
campo <strong>di</strong> applicazione della Convenzione.<br />
L’Or<strong>di</strong>nanza stabilisce inoltre <strong>che</strong> qualora le informazioni<br />
debbano essere richieste al contribuente o a terzi <strong>che</strong> ne<br />
sono in possesso, tali informazioni possono essere procacciate<br />
solo con le misure previste <strong>dal</strong> <strong>di</strong>ritto svizzero o <strong>dal</strong>la<br />
Convenzione stessa. L’Or<strong>di</strong>nanza enumera esaustivamente<br />
le misure coercitive permesse nel caso <strong>di</strong> assistenza amministrativa<br />
per applicazione del <strong>di</strong>ritto interno dello stato<br />
rogante, e più precisamente: la perquisizione, il sequestro <strong>di</strong><br />
oggetti e documenti, la citazione <strong>di</strong> testimoni in casi <strong>di</strong> frode<br />
fi scale e evasione aggravata. A queste misure si applicano<br />
per rinvio le norme della procedura amministrativa penale.<br />
Se il contribuente e tutte le persone toccate <strong>dal</strong>le informazioni<br />
si <strong>di</strong>chiarano d’accordo a trasmettere le stesse allo<br />
stato rogante, è applicabile <strong>un</strong>a procedura semplifi cata. In<br />
tutti gli altri casi l’AFC emette <strong>un</strong>a decisione formale <strong>che</strong> può<br />
essere impugnata, con effetto sospensivo, davanti al Trib<strong>un</strong>ale<br />
Federale Amministrativo da tutte le persone toccate.<br />
marenco@marenco-law.com<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
39
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ANGOLO LEGALE<br />
<strong>di</strong> Massimo Calderan<br />
L’Italia e la Svizzera <strong>ha</strong>nno mercati <strong>di</strong> lavoro e sistemi<br />
giuslavoristici molto <strong>di</strong>versi. An<strong>che</strong> per quanto riguarda<br />
lo scioglimento del contratto <strong>di</strong> lavoro, partendo da <strong>un</strong>a<br />
base com<strong>un</strong>e, si trovano delle <strong>di</strong>fferenze essenziali.<br />
In Italia come in Svizzera è possibile recedere <strong>un</strong>ilateralmente<br />
<strong>dal</strong> contratto <strong>di</strong> lavoro (licenziamento da parte del<br />
datore <strong>di</strong> lavoro, <strong>di</strong>missioni da parte del lavoratore).<br />
In Svizzera, rispettando il termine <strong>di</strong> preavviso, entrambe<br />
le parti possono recedere <strong>dal</strong> contratto essenzialmente<br />
senza <strong>un</strong>a causa specifi ca. Il salario ed i contributi sociali<br />
sono dovuti an<strong>che</strong> qualora al lavoratore non venga più<br />
chiesto <strong>di</strong> lavorare nel periodo <strong>di</strong> preavviso. E’ abusivo<br />
il licenziamento per motivi <strong>che</strong> non sono degni <strong>di</strong> protezione,<br />
ad esempio perché il lavoratore fa valere in buona<br />
fede pretese derivanti <strong>dal</strong> rapporto <strong>di</strong> lavoro o per il legittimo<br />
esercizio <strong>di</strong> <strong>un</strong>’attività sindacale; il licenziamento<br />
rimane valido, ma il datore <strong>di</strong> lavoro deve versare al lavoratore<br />
<strong>un</strong>’indennità <strong>che</strong> non può superare le sei mensilità.<br />
Soltanto quando il licenziamento è dato in cosiddetti<br />
“tempi inopport<strong>un</strong>i”, ad esempio durante la gravidanza e<br />
nelle se<strong>di</strong>ci settimane dopo il parto o nei perio<strong>di</strong> in cui il<br />
lavoratore non può lavorare causa malattia o infort<strong>un</strong>io<br />
non imputabili a lui, il licenziamento è nullo.<br />
Per “causa grave” ad esempio, <strong>un</strong> furto ai danni del datore<br />
<strong>di</strong> lavoro, il rapporto <strong>di</strong> lavoro può essere <strong>di</strong>sdetto<br />
da entrambe le parti con effetto imme<strong>di</strong>ato. L’interpretazione<br />
della giurisprudenza è molto restrittiva. Se vi sono<br />
dubbi circa la gravità della causa, il licenziamento dovrà<br />
essere preceduto da <strong>un</strong> ammonimento in forma scritta,<br />
ad esempio, in caso <strong>di</strong> mancato rispetto degli orari <strong>di</strong><br />
lavoro. Il lavoratore licenziato con effetto imme<strong>di</strong>ato senza<br />
<strong>un</strong>a causa grave <strong>ha</strong> <strong>di</strong>ritto al salario ed ai contributi<br />
sociali per il periodo <strong>di</strong> preavviso, oltre ad <strong>un</strong>’indennità<br />
fi no a sei mensilità.<br />
In Italia, quando a terminare il rapporto <strong>di</strong> lavoro è il datore<br />
<strong>di</strong> lavoro, vi deve essere in ogni caso <strong>un</strong> motivo:<br />
<strong>un</strong> giustifi cato motivo soggettivo, <strong>un</strong> giustifi cato motivo<br />
oggettivo o <strong>un</strong>a giusta causa. L’interpretazione della giurisprudenza<br />
è decisamente restrittiva.<br />
Nel caso <strong>di</strong> “giusta causa”, il datore <strong>di</strong> lavoro non deve<br />
dare preavviso, ma può licenziare con effetto imme<strong>di</strong>ato<br />
il lavoratore. Il comportamento del lavoratore deve essere<br />
talmente grave da non consentire la prosecuzione del<br />
rapporto neppure per il tempo previsto per il preavviso <strong>di</strong><br />
licenziamento (come nel caso della “causa grave” del <strong>di</strong>-<br />
Fine del rapporto <strong>di</strong> lavoro<br />
in Italia e in Svizzera - 1 a parte<br />
ritto svizzero). Costituiscono giusta causa ad es. il rifi uto<br />
ingiustifi cato e reiterato <strong>di</strong> eseguire la prestazione lavorativa,<br />
l’insubor<strong>di</strong>nazione, il rifi uto a riprendere il lavoro<br />
dopo <strong>un</strong>a visita me<strong>di</strong>ca <strong>che</strong> <strong>ha</strong> constatato l'insussistenza<br />
<strong>di</strong> <strong>un</strong>a malattia, la sottrazione <strong>di</strong> beni azien<strong>dal</strong>i, le condotte<br />
penalmente rilevanti al <strong>di</strong> fuori del lavoro (ad esempio<br />
<strong>un</strong>a rapina commessa da <strong>un</strong> <strong>di</strong>pendente bancario).<br />
Il “giustifi cato motivo soggettivo” è <strong>un</strong>'ipotesi meno grave<br />
<strong>di</strong> inadempimento degli obblighi contrattuali da parte del<br />
lavoratore, <strong>che</strong> giustifi ca il licenziamento ma con l'obbligo<br />
da parte del datore <strong>di</strong> lavoro <strong>di</strong> concedere il preavviso<br />
previsto o <strong>di</strong> pagare il relativo ammontare an<strong>che</strong> nel caso<br />
rin<strong>un</strong>ciasse alle prestazioni del lavoratore. Costituiscono<br />
giustifi cato motivo soggettivo ad es. l'abbandono ingiustifi<br />
cato del posto <strong>di</strong> lavoro, minacce, percosse, reiterate<br />
violazioni del co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong>sciplinare <strong>di</strong> <strong>un</strong>a certa gravità.<br />
Con preavviso, in Italia si può licenziare il lavoratore an<strong>che</strong><br />
per <strong>un</strong> “giustifi cato motivo oggettivo”, quando il licenziamento<br />
è dovuto ad <strong>un</strong>a riorganizzazione del lavoro,<br />
ragioni relative all'attività produttiva (innovazioni tecnologi<strong>che</strong>,<br />
mo<strong>di</strong>fi ca dei cicli produttivi, ecc.), o da <strong>un</strong>a crisi<br />
azien<strong>dal</strong>e. Costituiscono giustifi cato motivo oggettivo ad<br />
es. la chiusura dell'attività produttiva, la soppressione del<br />
posto <strong>di</strong> lavoro, l’introduzione <strong>di</strong> nuovi macchinari <strong>che</strong><br />
necessitano <strong>di</strong> minori interventi umani, l’affi damento <strong>di</strong><br />
servizi ad imprese esterne. Se il licenziamento interessa<br />
cinque o più lavoratori nell'arco <strong>di</strong> 120 giorni, il datore<br />
deve osservare la <strong>di</strong>sciplina prevista per i licenziamenti<br />
collettivi.<br />
Se an<strong>che</strong> la com<strong>un</strong>icazione per iscritto del licenziamento<br />
in Italia può non contenere le ragioni, su richiesta del<br />
lavoratore queste vanno analiticamente in<strong>di</strong>cate, sono<br />
sostanzialmente immo<strong>di</strong>fi cabili, e qualora mancassero, il<br />
licenziamento si considera come mai intercorso. In caso<br />
<strong>di</strong> licenziamento impugnato e riconosciuto come illegittimo,<br />
il datore <strong>di</strong> lavoro italiano deve pagare al lavoratore<br />
<strong>un</strong>’indennità dai due mesi e mezzo ai sei mesi, o reintegrarlo<br />
sul posto <strong>di</strong> lavoro quando la società <strong>ha</strong> più <strong>di</strong> 15<br />
<strong>di</strong>pendenti (obbligo <strong>che</strong> in Svizzera non esiste).<br />
Analizzeremo nel prossimo numero la conclusione del<br />
contratto <strong>di</strong> lavoro sulla base della volontà concorde delle<br />
due parti.<br />
calderan@altenburger.ch<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
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42<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
CONVENZIONI<br />
INTERNAZIONALI<br />
<strong>di</strong> Paolo Comuzzi<br />
Un nuovo protocollo per la convenzione<br />
tra Italia e Cipro: qual<strong>che</strong> commento 1<br />
Prima <strong>di</strong> andare nei dettagli <strong>di</strong> quanto vogliamo<br />
<strong>di</strong>re dobbiamo dare in<strong>di</strong>cazione <strong>che</strong> non<br />
ci troviamo <strong>di</strong> fronte ad <strong>un</strong>a nuova convenzione<br />
contro le doppie imposizioni tra Italia e<br />
Cipro ma solo davanti ad <strong>un</strong> protocollo <strong>che</strong><br />
<strong>di</strong> fatto è <strong>un</strong> documento <strong>che</strong> procede ad integrare<br />
(e qual<strong>che</strong> volta a mo<strong>di</strong>fi care an<strong>che</strong><br />
in modo profondo) la convenzione in essere<br />
e <strong>che</strong> della stessa convenzione è parte integrante.<br />
È <strong>un</strong> documento (il protocollo) alquanto<br />
interessante perché procede con alc<strong>un</strong>e<br />
mo<strong>di</strong>fi <strong>che</strong> rispetto al documento precedente<br />
(protocollo in vigore) e non manca <strong>di</strong> produrre<br />
alc<strong>un</strong>e conseguenze <strong>che</strong> possono an<strong>che</strong><br />
essere <strong>di</strong> rilievo con riferimento an<strong>che</strong> alla<br />
norma interna. In questa sede è interessante<br />
ripercorrere queste novità e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>scutere<br />
quelli <strong>che</strong> sono i p<strong>un</strong>ti <strong>di</strong> interesse.<br />
Commenti<br />
Il primo p<strong>un</strong>to <strong>che</strong> merita <strong>un</strong>a considerazione è quello<br />
del cre<strong>di</strong>to per le imposte pagate all’estero (ovvero a<br />
Cipro).<br />
Su questa materia il protocollo, nella sua nuova formulazione,<br />
si fa cura <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care <strong>che</strong> “…l’imposta pagata<br />
in Cipro per la quale spetta la detrazione è solo l’ammontare<br />
pro rata corrispondente alla parte del red<strong>di</strong>to<br />
estero <strong>che</strong> concorre alla formazione del red<strong>di</strong>to progressivo<br />
…”.<br />
Si tratta <strong>di</strong> <strong>un</strong>a considerazione <strong>che</strong> si esprime bene<br />
<strong>di</strong>cendo <strong>che</strong> per quanto riguarda i <strong>di</strong>viden<strong>di</strong> <strong>che</strong> siano<br />
eventualmente percepiti da <strong>un</strong> residente fi scale Italiano<br />
e <strong>che</strong> concorrono a formare il red<strong>di</strong>to solo per il<br />
5% del loro ammontare resta chiaro <strong>che</strong> il cre<strong>di</strong>to <strong>di</strong><br />
imposta estero trova <strong>un</strong>a precisa limitazione in questa<br />
parziale concorrenza del <strong>di</strong>videndo alla formazione del<br />
red<strong>di</strong>to e quin<strong>di</strong> il cre<strong>di</strong>to <strong>che</strong> può essere oggetto <strong>di</strong><br />
scomputo <strong>dal</strong>la imposta Italiana dovuta viene fortemente<br />
limitato. Di fatto la norma convenzionale viene<br />
a riba<strong>di</strong>re <strong>un</strong> concetto presente nella norma interna<br />
(concetto <strong>di</strong>scusso prima del suo chiarimento in via<br />
normativa) e <strong>che</strong> si estrinseca nel <strong>di</strong>re <strong>che</strong> quando <strong>un</strong><br />
provento estero concorre in modo parziale alla formazione<br />
del red<strong>di</strong>to an<strong>che</strong> il cre<strong>di</strong>to per imposte estere<br />
concorre nello stesso modo.<br />
Prima del principio (chiarimento) inserito nella normativa<br />
interna <strong>un</strong>a simile impostazione rigorosa (pur con<strong>di</strong>visibile<br />
in genere) era molto <strong>di</strong>scutibile visto an<strong>che</strong><br />
l’andamento della giurisprudenza <strong>che</strong>, seppur scarsa,<br />
era <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso avviso ed <strong>oggi</strong> il problema rimane in<br />
quanto in presenza <strong>di</strong> <strong>un</strong>a convenzione è lecito pensare<br />
[come del resto <strong>ha</strong> affermato dottrina <strong>che</strong> gode <strong>di</strong><br />
autorevolezza] <strong>che</strong> lo specifi co dettato previsto <strong>dal</strong>la<br />
normativa convenzionale possa avere an<strong>che</strong> <strong>un</strong>a prevalenza<br />
sulla norma interna.<br />
Possiamo affermare <strong>che</strong> la norma del protocollo Italia<br />
– Cipro viene ad armonizzare il dettato convenzionale<br />
con la norma interna (armonizzazione esplicita) ed<br />
impe<strong>di</strong>sce <strong>che</strong> il contribuente proceda nella ricerca <strong>di</strong><br />
<strong>un</strong>a scorciatoia per l’utilizzo del cre<strong>di</strong>to estero.<br />
Questa impostazione pattizia pone il primo problema<br />
scientifi co: siccome la convenzione con Cipro non è la<br />
sola a dare problemi <strong>di</strong> compatibilità con il sistema del<br />
cre<strong>di</strong>to <strong>di</strong> imposta estero allora potrebbe essere lecito<br />
affermare <strong>che</strong> in assenza <strong>di</strong> qualsiasi mo<strong>di</strong>fi ca delle<br />
restanti convenzioni la suddetta limitazione non possa<br />
essere invocata <strong>dal</strong>la Amministrazione Finanziaria.<br />
Il secondo p<strong>un</strong>to <strong>che</strong> merita <strong>un</strong>a qual<strong>che</strong> considerazione<br />
è quello relativo allo scambio delle informazioni e<br />
quin<strong>di</strong> al principale strumento <strong>di</strong> lotta alla frode ed alla<br />
evasione fi scale internazionale.<br />
La nuova scrittura del protocollo viene a dare <strong>un</strong> pieno<br />
adeguamento a quello <strong>che</strong> è lo standard previsto<br />
nell’articolo 26 del modello OCSE il cui testo appare<br />
pienamente allineato al dettato del protocollo.<br />
Deve essere posto in evidenza <strong>che</strong> la convenzione parla<br />
chiaramente an<strong>che</strong> <strong>di</strong> <strong>un</strong>a raccolta <strong>di</strong> informazioni “<br />
1 Il contributo trae ampio sp<strong>un</strong>to da: Gusmeroli, Il nuovo modello convenzionale <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to per le imposte estere nel protocollo<br />
con Cipro, Bollettino Tributario N.13/2010.
… an<strong>che</strong> qualora le stesse non siano rilevanti per i fi ni<br />
fi scali interni <strong>di</strong> detto altro Stato …”.<br />
Siamo in presenza <strong>di</strong> <strong>un</strong>a clausola molto ampia <strong>che</strong> non<br />
prevede solo <strong>un</strong>a raccolta <strong>di</strong> informazioni per la gestione<br />
della convenzione e / o della normativa interna degli<br />
Stati contraenti [tipici casi per i quali si scambiano<br />
informazioni] ma an<strong>che</strong> <strong>di</strong> soggetti terzi (ovvero stati<br />
terzi) <strong>che</strong> potrebbero essere (rectius <strong>che</strong> sono) estranei<br />
al documento convenzionale ma <strong>che</strong> potrebbero avere<br />
chiesto ad <strong>un</strong>o dei contraenti <strong>di</strong> avere delle informazioni<br />
per la quali si deve avere la collaborazione del secondo<br />
Stato contraente.<br />
Come si vede siamo <strong>di</strong> fronte a due p<strong>un</strong>ti <strong>che</strong> sono<br />
certamente <strong>di</strong> grande interesse <strong>che</strong> vanno a porsi perfettamente<br />
in linea con 1) quello <strong>che</strong> è il sentire della<br />
Amministrazione Fiscale Italiana la quale molto insiste<br />
su <strong>un</strong>o scambio <strong>di</strong> informazioni <strong>che</strong> <strong>ha</strong> natura ampia e<br />
<strong>che</strong> viene a coprire imposte <strong>di</strong>verse con la conseguenza<br />
<strong>che</strong> molte convenzioni (e non vogliamo ripeterci in questa<br />
sede parlando della convenzione con la Svizzera)<br />
possono risultare an<strong>che</strong> obsolete per il loro riferirsi a<br />
situazioni specifi <strong>che</strong> e <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffi cile gestione; 2) con la normativa<br />
positiva (ovvero normativa vigente) <strong>che</strong> limita il<br />
cre<strong>di</strong>to per imposte assolte all’estero quando il red<strong>di</strong>to<br />
concorre in modo parziale. Eppure, pur con questi passi<br />
avanti, il nuovo protocollo lascia aperti dei p<strong>un</strong>ti <strong>che</strong><br />
non mancano <strong>di</strong> generare qual<strong>che</strong> insod<strong>di</strong>sfazione e <strong>che</strong><br />
consistono a) nel tema del cd benefi ciario effettivo e b)<br />
in quello della tassazione delle plusvalenze <strong>che</strong> nascono<br />
<strong>dal</strong>la alienazione <strong>di</strong> beni mobili.<br />
Con riferimento al tema benefi ciario effettivo non ci<br />
stan<strong>che</strong>remo mai <strong>di</strong> dare conto del fatto <strong>che</strong> la convenzione<br />
contro le doppie imposizione deve essere applicata<br />
in <strong>un</strong>o spirito <strong>di</strong> buona fede e <strong>che</strong> l’utilizzo delle<br />
“entità passanti” deve sempre essere colpito ovvero<br />
impe<strong>di</strong>to (a nostro modo <strong>di</strong> vedere il principio per cui<br />
queste entità non possono avere benefi ci è ormai chiaro<br />
e preciso nel mondo fi scale e non dovrebbe risultare da<br />
co<strong>di</strong>fi <strong>che</strong>).<br />
È proprio la norma in tema <strong>di</strong> effettivo benefi ciario quella<br />
destinata a colpire il cd “treaty shopping” ovvero il<br />
fatto <strong>che</strong> si faccia uso <strong>di</strong> <strong>un</strong>a convenzione al solo scopo<br />
<strong>di</strong> ottenere il benefi cio in essa previsto ma senza averne<br />
<strong>un</strong> pieno <strong>di</strong>ritto e <strong>che</strong> magari si passi <strong>dal</strong>la doppia imposizione<br />
alla non tassazione con tutte le conseguenze<br />
del caso).<br />
La conseguenza è <strong>che</strong> si <strong>di</strong>scute, e questo ormai da<br />
tempo, se il principio del cd benefi ciario effettivo sia<br />
<strong>un</strong> principio insito (<strong>di</strong>ciamo immanente) nel dettato convenzionale<br />
e / o se lo stesso sia da ritenersi applicabile<br />
solo quando lo stesso è esplicitamente in<strong>di</strong>cato (ie nella<br />
convenzione tra Italia e Ungheria questa principio non<br />
esiste). A porre il problema in modo esplicito è <strong>un</strong>a sentenza<br />
della Cassazione (citata <strong>dal</strong>l’autore da cui pren<strong>di</strong>amo<br />
sp<strong>un</strong>to) <strong>che</strong> non pare consentire <strong>un</strong>a introduzione<br />
della suddetta clausola quando la stessa non è prevista<br />
in modo esplicito nel dettato convenzionale.<br />
Di fatto, ove si procedesse con <strong>un</strong>a interpretazione evolutiva<br />
e non solo letterale della convenzione, la suddetta<br />
clausola dovrebbe ritenersi introdotta nel dettato convenzionale<br />
an<strong>che</strong> in assenza <strong>di</strong> <strong>un</strong>a qualsiasi specifi ca<br />
determinazione normativa al riguardo (come se la suddetta<br />
clausola fosse da ritenere implicitamente inclusa<br />
nel dettato convenzionale pur in assenza <strong>di</strong> qualsiasi<br />
menzione al riguardo).<br />
Lasciando stare per adesso il problema della interpretazione<br />
evolutiva del dettato convenzionale (<strong>che</strong> presuppone<br />
alc<strong>un</strong>i aspetti molto complessivi e <strong>che</strong> lascia an<strong>che</strong><br />
aperto il problema <strong>di</strong> come il modello OCSE e le sue<br />
mo<strong>di</strong>fi <strong>che</strong> vengano a porsi in presenza <strong>di</strong> <strong>un</strong>a convenzione<br />
anteriore alle mo<strong>di</strong>fi <strong>che</strong> stesse) possiamo affermare<br />
<strong>che</strong> il problema con Cipro resta del tutto aperto.<br />
In merito alle plusvalenze connesse alla cessione <strong>di</strong> beni<br />
mobili dobbiamo dare conto <strong>che</strong> il dettato convenzionale<br />
lascia aperta (sul piano letterale) la tassazione sia allo<br />
stato della fonte (stato in cui si trova l’oggetto venduto<br />
<strong>che</strong> genera la plusvalenza) sia nello Stato <strong>di</strong> residenza.<br />
Certamente si pone an<strong>che</strong> qui <strong>un</strong> problema storico: nel<br />
1974 in Italia non vi era tassazione relativamente ai capital<br />
gain e quin<strong>di</strong> l’assenza dell’avverbio solamente potrebbe<br />
essere dovuta solo a questa considerazione me<br />
certamente pensare ad <strong>un</strong>a introduzione <strong>di</strong> <strong>un</strong>a parola<br />
<strong>che</strong> manca in ragione <strong>di</strong> <strong>un</strong>a “documentazione storica”<br />
appare rischioso e foriero <strong>di</strong> <strong>un</strong> contenzioso dagli esiti<br />
fortemente incerti.<br />
Conclusione<br />
Appare del tutto evidente <strong>che</strong> a fronte <strong>di</strong> qual<strong>che</strong> chiarimento<br />
esiste ancora <strong>un</strong>a qual<strong>che</strong> zona <strong>di</strong> ombra, zona <strong>che</strong><br />
avrebbe dovuto essere del tutto fugata e <strong>che</strong> si poteva<br />
meglio gestire considerata la importanza del trattato. Diciamo<br />
com<strong>un</strong>que <strong>che</strong> <strong>dal</strong> p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista scientifi co il nuovo<br />
protocollo consente <strong>di</strong> affermare ancora quanto segue:<br />
• Fondamentale importanza della norma in tema <strong>di</strong><br />
cre<strong>di</strong>to <strong>di</strong> imposta e <strong>di</strong> rapporto con la norma interna<br />
(più in generale la mo<strong>di</strong>fi ca attuata pone il problema<br />
del rapporto norma convenzionale / norma<br />
interna quando la prima norma è <strong>di</strong> maggior favore<br />
nella determinazione dovuta <strong>dal</strong> contribuente percettore<br />
del red<strong>di</strong>to); il chiarimento posto nella convenzione<br />
consente <strong>di</strong> far cadere “intere bibliote<strong>che</strong><br />
del <strong>di</strong>ritto” per la specifi ca convenzione ma apre<br />
<strong>un</strong>a <strong>di</strong>scussione generale sul tema.<br />
• Fondamentale importanza della norma in tema <strong>di</strong><br />
scambio <strong>di</strong> informazioni e qui non vogliamo aprire<br />
ulteriori <strong>di</strong>scussioni ma solo <strong>di</strong>re <strong>che</strong> ancora <strong>un</strong>a<br />
volta il mondo cambia e <strong>che</strong> davanti al contribuente<br />
globalizzato deve porsi <strong>un</strong>a amministrazione<br />
globalizzata e tesa a far venire quelle asimmetrie<br />
informative <strong>che</strong> sono la vera piaga nella lotta alla<br />
evasione fi scale ed alla frode internazionale.<br />
• Fondamentale importanza della norma in tema <strong>di</strong><br />
benefi ciario effettivo, norma <strong>che</strong> consente <strong>di</strong> evitare<br />
utilizzi abusivi ed impropri delle convenzioni<br />
internazionali.<br />
• Fondamentale importanza della norma in tema <strong>di</strong><br />
tassazione <strong>di</strong> determinate categorie <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to: se<br />
vogliamo rispettare lo scopo <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re <strong>un</strong>a doppia<br />
imposizione dobbiamo an<strong>che</strong> <strong>di</strong>re chiaramente<br />
dove <strong>un</strong> certo red<strong>di</strong>to deve essere tassato.<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
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Donne in carriera: Veronica Maya<br />
Il privilegio <strong>di</strong> essere donna<br />
Abbiamo avuto il piacere <strong>di</strong> intervistare Veronica, la<br />
bella e brava presentatrice <strong>di</strong> Verdetto fi nale (RaiUno).<br />
La nostra donna in carriera <strong>ha</strong> conseguito<br />
la maturità classica e frequentato successivamente<br />
l’Università <strong>di</strong> Napoli – lingue orientali – senza tuttavia laurearsi<br />
– in quanto <strong>ha</strong> fortemente interferito la sua passione<br />
per la danza classica. Aveva solo cinque anni quando <strong>ha</strong><br />
iniziato a stu<strong>di</strong>are danza: si è <strong>di</strong>plomata nel 1997 a ventanni<br />
e, nel 1998, è decollata la sua carriera <strong>di</strong> ballerina nella<br />
compagnia <strong>di</strong> Renato Greco, con la quale è rimasta fi no al<br />
2000. Poi, <strong>dal</strong> 2001 al 2003, si è de<strong>di</strong>cata al teatro, interpretando<br />
Amici miei, Il bell’Antonio e Pretty Woman nella<br />
versione teatrale, con la regia <strong>di</strong> Mario Monicelli. Nel 2003<br />
è stata la soubrette nello spettacolo <strong>di</strong> Dino Verde Bentornato<br />
Avanspettacolo. Successivamente ci sono state sue<br />
presenze signifi cative sulle televisioni private e pubbli<strong>che</strong>.<br />
Dal 2006 presenta lo Zecchino d’oro e ora è in via <strong>di</strong> defi<br />
nizione la sua partecipazione a questo spettacolo nella<br />
prossima e<strong>di</strong>zione aut<strong>un</strong>no 2010-primavera 2011.<br />
Infi ne Veronica conduce su Rai 1 <strong>dal</strong> 2008 (l<strong>un</strong>edì – venerdì<br />
alle ore 10) la seguitissima trasmissione Verdetto fi nale,<br />
<strong>che</strong> <strong>ha</strong> ottenuto <strong>un</strong>o s<strong>ha</strong>re del 37%, il quale, considerata<br />
l’ora in cui viene mandata in onda, è veramente sinonimo <strong>di</strong><br />
notevole successo!<br />
Ora la sua massima aspirazione sarebbe poter presentare<br />
il Festival <strong>di</strong> San Remo!<br />
Come <strong>di</strong> consueto le abbiamo chiesto cosa signifi ca essere<br />
donna piuttosto <strong>che</strong> uomo in carriera. Per Veronica essere<br />
donna è già <strong>un</strong> vantaggio: sia per la capacità orgnaizzativa<br />
tutta femminile, sia per lo spazio ottenuto in televisione,<br />
ultimamente sempre più “rosa”.<br />
Certo <strong>che</strong> – per farsi apprezzare – sono sicuramente necessari<br />
anni, forse <strong>un</strong>a vita intera!<br />
Le <strong>di</strong>ffi coltà maggiori <strong>un</strong>a donna bella le incontra per farsi<br />
rispettare: com<strong>un</strong>que le donne devono <strong>di</strong>mostrare a loro<br />
stesse quello <strong>che</strong> valgono e non ritenersi in competizione<br />
con l’uomo. Nel campo artistico viene loro riconosciuta<br />
<strong>un</strong>a certa parità, sempre <strong>che</strong> an<strong>che</strong> per lei ci sia spazio<br />
suffi ciente.<br />
“Ostacoli <strong>di</strong> rilievo non dovrebbero esserci per <strong>un</strong>’attrice/<br />
presentatrice, se questa seleziona i rapporti e sceglie la<br />
strada giusta per fare carriera”, afferma Veronica.<br />
“Mi sento molto bene nel mio corpo <strong>di</strong> donna e questo<br />
è per me <strong>un</strong> vantaggio” precisa Veronica “ricordando an<strong>che</strong><br />
<strong>che</strong> sono stata <strong>un</strong>a ballerina o ho ottenuto da questa<br />
<strong>di</strong>sciplina <strong>un</strong>a tecnica <strong>che</strong> – ancora <strong>oggi</strong> – mi serve nel<br />
mio attuale impegno televisivo. Svantaggi <strong>di</strong> rilievo non mi<br />
risultano, mentre il privilegio più importante è – app<strong>un</strong>to –<br />
essere donna!”<br />
“Grande merito <strong>di</strong> <strong>un</strong>a scelta al momento giusto” continua<br />
Veronica “è certamente l’intuito femminile <strong>che</strong> – nel mio<br />
caso – è sempre risultato infallibile per imboccare la strada<br />
<strong>di</strong> Ingeborg Wedel<br />
da percorrere. L’arte della seduzione è per me <strong>un</strong> gioco<br />
<strong>che</strong> affi no giorno per giorno con lo sguardo e questo rende<br />
al 100%” conclude Veronica, sicura del fascino dei suoi<br />
bellissimi occhi <strong>dal</strong> colore indefi nibile <strong>che</strong> “bucano il video”!<br />
La maggiore sod<strong>di</strong>sfazione per lei è riuscire a mantenere<br />
integro il suo privato, <strong>di</strong>viso nettamente da quello pubblico,<br />
an<strong>che</strong> se quest’ultima parte è – almeno attualmente – la<br />
più ingombrante<br />
Secondo la nostra donna in carriera – <strong>che</strong> è sposata, ma<br />
ora <strong>di</strong>visa <strong>dal</strong> marito, <strong>dal</strong> quale non <strong>ha</strong> avuto fi gli – la rin<strong>un</strong>cia<br />
ad <strong>un</strong>a brillante carriera riguarda proprio i fi gli <strong>che</strong><br />
dovrebbero avere tutta l’attenzione della mamma: quin<strong>di</strong>,<br />
secondo lei, è molto meglio attendere <strong>un</strong> periodo più propizio<br />
per allargare la famiglia, se il lavoro al momento è importante.<br />
Per quanto riguarda gli hobby, la nostra Veronica<br />
Maya pre<strong>di</strong>lige i viaggi, le visite alle mostre d’arte, la buona<br />
musica. Riesce ancora a praticare tre volte alla settimana<br />
<strong>un</strong>a ginnastica riservata principalmente alle ballerine: la<br />
tecnica PILATES.<br />
Il lavoro – specialmente in certi perio<strong>di</strong> dell’anno – la coinvolge<br />
molto. La cura particolare <strong>che</strong> de<strong>di</strong>ca alla sua preparazione<br />
<strong>di</strong> conduttrice riduce al minimo la vita privata.<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
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Il valore dell’esempio<br />
Lo sapeva an<strong>che</strong> mia nonna, pur non avendo fatto<br />
l<strong>un</strong>ghi stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> psicopedagogia, ma solo la terza elementare:<br />
l’esempio è la stella polare dell’azione educativa<br />
Le recenti scoperte sull’attività cerebrale, <strong>che</strong> evidenziano<br />
le basi neurologi<strong>che</strong> <strong>di</strong> quel mirabile meccanismo<br />
<strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento chiamato imitazione, ragione: quando<br />
osserviamo qualc<strong>un</strong>o agire il nostro cervello si attiva,<br />
quasi come se stessimo agendo in prima persona, e<br />
così siamo pronti (volendolo ) a imitarlo.<br />
Insomma, l’esempio è la via maestra per imparare<br />
qualcosa da qualc<strong>un</strong>o, in particolare se il “maestro” <strong>di</strong><br />
turno riveste ruoli e cari<strong>che</strong> <strong>che</strong> gli conferiscono <strong>un</strong>’aura<strong>di</strong><br />
modello. Infatti, in questi casi l’attività cerebrale <strong>di</strong><br />
emulazione è ulteriormente stimolata <strong>dal</strong> desiderio <strong>di</strong><br />
assomigliare all’agognato “prototipo”.<br />
Eppure, stando a quanto veicolato dai vari me<strong>di</strong>a, si<br />
<strong>di</strong>rebbe <strong>che</strong> stia <strong>di</strong>ventando <strong>di</strong> moda negare (in modo<br />
implicito o esplicito) l’impatto degli esempi. Come se<br />
lo si volesse occultare, trasformandolo in <strong>un</strong>a sorta <strong>di</strong><br />
elefante invisibile, complici probabilmente <strong>un</strong> paio <strong>di</strong> fe<strong>nome</strong>ni.<br />
In primo luogo, vi è <strong>un</strong>a sorta <strong>di</strong> miope (colpevole?)<br />
rifi uto della responsabilità dei propri atti. Il<br />
termine “responsabilità” deriva <strong>dal</strong> verbo latino respondere,<br />
<strong>che</strong> in origine aveva il signifi cato forte <strong>di</strong> onorare<br />
<strong>un</strong> impegno ass<strong>un</strong>to solennemente. Essere responsabile<br />
signifi ca, infatti, avere la consapevolezza <strong>di</strong> dover<br />
rendere conto degli effetti delle azioni proprie, nonché<br />
<strong>di</strong> quelle <strong>di</strong> affi dati alle nostre cure. Il comportamento<br />
concreto <strong>di</strong> <strong>un</strong> genitore, <strong>di</strong> <strong>un</strong> insegnante, <strong>di</strong> <strong>un</strong> personaggio<br />
pubblico, <strong>di</strong> <strong>un</strong> governante non è <strong>un</strong> fatto meramente<br />
in<strong>di</strong>viduale <strong>che</strong> riguarda solo la singola persona,<br />
ma <strong>ha</strong> ripercussioni – positive o negative a seconda dei<br />
casi- su <strong>un</strong>a moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> altri in<strong>di</strong>vidui. Come? Attraverso<br />
il potere dell’esempio, app<strong>un</strong>to!<br />
In secondo luogo, <strong>di</strong>menticando <strong>che</strong> nella sfera<br />
educativa quel <strong>che</strong> si fa conta molto <strong>di</strong> più <strong>di</strong> quel<br />
<strong>che</strong> si <strong>di</strong>ce. O meglio, ciò <strong>che</strong> <strong>ha</strong> grande valore è la<br />
coerenza tra il <strong>di</strong>re e il fare. In mancanza <strong>di</strong> coerenza<br />
non si è cre<strong>di</strong>bili. Per <strong>un</strong> padre il miglior modo <strong>di</strong> convincere<br />
<strong>un</strong> fi glio della necessità <strong>di</strong> portare il casco quando<br />
Vittoria Cesari Lusso<br />
L’ Elefante L<strong>di</strong><br />
invisibile 1<br />
si va in motorino o si scia, è portarlo lui stesso. La via<br />
maestra per insegnare ai bambini le buone maniere e il<br />
rispetto consiste nell’adottare quoti<strong>di</strong>anamente in famiglia<br />
mo<strong>di</strong> educati e rispettosi. Per <strong>un</strong> docente, il modo<br />
più effi cace per motivare allo stu<strong>di</strong>o i propri allievi è quello<br />
<strong>di</strong> vivere con passione l’insegnamento della propria<br />
materia. Per i governanti la posta in gioco è ancora più<br />
alta. In genere, solo dando l’esempio in prima persona e<br />
mettendo in pratica quello <strong>che</strong> pre<strong>di</strong>cano e chiedono ai<br />
propri “sud<strong>di</strong>ti” essi possono convincerli della necessità<br />
<strong>di</strong> sviluppare comportamenti socialmente utili o <strong>di</strong> compiere<br />
determinati sacrifi ci ritenuti opport<strong>un</strong>i per il bene<br />
com<strong>un</strong>e. Per questo Obama vacanze <strong>di</strong> agosto l<strong>un</strong>go la<br />
costa del Golfo del Messico devastata <strong>dal</strong>la marea nera.<br />
Analogamente, Zapatero <strong>ha</strong> deciso <strong>di</strong> rin<strong>un</strong>ciare alle ferie<br />
e <strong>ha</strong> tagliato le vacanze dei suoi ministri, mentre il<br />
nuovo premier britannico <strong>ha</strong> considerevolmente <strong>di</strong>minuito<br />
lo stipen<strong>di</strong>o del suo governo. Dicono gli scettici <strong>che</strong><br />
tutto ciò non serve a sanare gli effetti delle crisi ambientali<br />
e fi nanziarie. Certo, ma almeno contribuisce ad<br />
alimentare <strong>un</strong> capitale simbolico <strong>di</strong> primaria importanza,<br />
quello della cre<strong>di</strong>bilità <strong>di</strong> chi governa, e <strong>di</strong> chi deve dare<br />
l’esempio. E non è cosa da poco!<br />
,,tto è lecito, ad abbassare cosìo della moralità nel suo<br />
paese.I “cattivi esempi” costituiscono <strong>un</strong>a trappola<br />
particolarmente subdola quando incidono sul comportamento<br />
delle giovani generazioni. Bambini e adolescenti<br />
ne subiscono particolarmente ilturpe fascino. Il<br />
loro cervello, il loro sviluppo morale e i loro meccanismi<br />
<strong>di</strong> autoprotezione sono ancora in formazione. Gli adulti<br />
sono, almeno in teoria, meglio equipaggiati, sebbene<br />
ciò non sempre li renda imm<strong>un</strong>i da deleterie imitazioni<br />
<strong>di</strong> modelli indegni. Capita. Molto <strong>di</strong>pende an<strong>che</strong> <strong>dal</strong> tipo<br />
<strong>di</strong> società e cultura in cui si è immersi.<br />
Se questo contributo suscita in voi commenti o reazioni non<br />
esitate a <strong>di</strong>alogare con l’autrice: vcesari@worldcom.ch<br />
1 Una vecchia leggenda in<strong>di</strong>ana narra <strong>di</strong> <strong>un</strong> elefante <strong>che</strong> pur muovendosi<br />
tra le folle con la sua imponente mole passava com<strong>un</strong>que<br />
inosservato. Come se fosse invisibile…<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
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Nella ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità italiana<br />
Il 2 <strong>di</strong>cembre 1804, sui bor<strong>di</strong> della strada <strong>che</strong><br />
conduceva a Nôtre Dame <strong>di</strong> Parigi, <strong>un</strong>a folla<br />
immensa si era assiepata sin <strong>dal</strong> primo mattino<br />
per vedere passare la sfarzosa sfi lata <strong>di</strong> carrozze<br />
dorate, <strong>che</strong> portavano i cortigiani, i generali, i <strong>di</strong>gnitari,<br />
papa Pio VII e i car<strong>di</strong>nali, <strong>che</strong> si recavano<br />
alla sontuosa incoronazione <strong>di</strong> Napoleone Bonaparte<br />
a imperatore. La fastosa cerimonia e il principesco<br />
e spettacolare corteo fecero ritornare alla<br />
mente <strong>di</strong> molti Francesi i riti <strong>di</strong> nefasta memoria<br />
della monarchia abbattuta <strong>dal</strong>la Rivoluzione. Si<br />
racconta <strong>che</strong> <strong>un</strong> vecchio soldato repubblicano,<br />
più volte ferito sui vari fronti, al quale Napoleone<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
L’Italia e la Svizzera<br />
sotto l’Impero napoleonico<br />
<strong>di</strong> Tindaro Gatani<br />
Festa della Fratellanza rivoluzionaria alla Münsterplatz <strong>di</strong> Basilea (22 gennaio 1792).<br />
aveva chiesto se gli fosse piaciuta la cerimonia, gli<br />
avrebbe risposto: «Sì. Bellissima, maestà. Peccato<br />
però <strong>che</strong> non siano stati presenti i trecentomila<br />
Francesi <strong>che</strong> <strong>ha</strong>nno sacrifi cato la loro vita perché<br />
non ci fossero mai più cerimonie come questa».<br />
Vista la proverbiale abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Napoleone <strong>di</strong><br />
chiedere sempre, con <strong>un</strong>a certa insistenza, il parere<br />
spassionato <strong>di</strong> vecchi commilitoni, la domanda<br />
e la riposta possono sembrare verosimili. Ma an<strong>che</strong><br />
in caso <strong>di</strong> vera e propria invenzione, l’aneddoto<br />
fotografava perfettamente lo stato d’animo e<br />
il pensiero <strong>di</strong> tanti francesi, <strong>che</strong> avevano combattuto<br />
per la libertà, la democrazia e la forma re-
pubblicana del loro Stato. Il resoconto <strong>di</strong> quella<br />
cerimonia ebbe <strong>un</strong> forte impatto negativo an<strong>che</strong><br />
tra i tanti patrioti italiani, <strong>che</strong> si erano battuti per<br />
la Repubblica Cisalpina, soppressa <strong>dal</strong>l’invasione<br />
austro-russa nel 1799 e ricostruita dopo la vittoria<br />
francese <strong>di</strong> Marengo (1800). Le illusioni degli Italiani<br />
si accentuarono nel gennaio del 1802, con<br />
la trasformazione delle Repubblica da Cisalpina<br />
in Italiana e quin<strong>di</strong> in Regno italico (1805), con<br />
a capo il viceré Eugenio <strong>di</strong> Beau<strong>ha</strong>rnais, fi gliastro<br />
dello stesso Napoleone. Erano trascorsi quasi <strong>di</strong>eci<br />
anni da quando il generale, passando <strong>di</strong> vittoria in<br />
vittoria, il 15 maggio 1796, era gi<strong>un</strong>to a Milano<br />
accolto trionfalmente da gran parte della popolazione.<br />
Ai milanesi, <strong>che</strong> chiedevano quelle stesse<br />
«libertà, fratellanza, eguaglianza», imposte <strong>dal</strong>la<br />
Rivoluzione francese, Napoleone promise l’in<strong>di</strong>pendenza<br />
e donò loro la coccarda del tricolore<br />
d’Italia.<br />
La Pace <strong>di</strong> Campoformio<br />
Già allora, Napoleone aveva deluso i patrioti italiani,<br />
imponendo esosi contributi alle sue spese<br />
<strong>di</strong> guerra. Impadronendosi delle casse pubbli<strong>che</strong><br />
e private, aveva fatto poi eseguire confi s<strong>che</strong> e requisizioni<br />
<strong>di</strong> ogni genere. Dalle città lombarde<br />
cominciarono a partire per Parigi l<strong>un</strong>ghe fi le <strong>di</strong><br />
carri carichi <strong>di</strong> opere d’arte e <strong>di</strong> oggetti preziosi,<br />
strappati non solo ai musei, alle bibliote<strong>che</strong> e alle<br />
gallerie pubbli<strong>che</strong> e private, ma an<strong>che</strong> a conventi<br />
e chiese. Si trattava <strong>di</strong> confi s<strong>che</strong> or<strong>di</strong>nate sotto <strong>un</strong>a<br />
regia <strong>di</strong> esperti, <strong>che</strong> sapevano conoscere il valore<br />
artistico e storico delle opere da razziare. An<strong>che</strong> i<br />
duchi <strong>di</strong> Parma e <strong>di</strong> Modena e persino papa Pio VI<br />
furono costretti a pagare grosse somme e a consegnare<br />
preziose opere d’arte ai francesi. Solo <strong>un</strong><br />
quinto <strong>di</strong> quelle immense ric<strong>che</strong>zze fu inviato a<br />
Parigi, il resto fu incamerato <strong>dal</strong>lo stesso Napoleone,<br />
<strong>che</strong> fu largo <strong>di</strong> doni per i suoi collaboratori e<br />
i suoi soldati.<br />
L’Armata d’Italia, come tutte le altre <strong>che</strong> lo seguiranno<br />
poi nelle successive imprese, era ormai<br />
<strong>di</strong>ventata <strong>un</strong>a «cosa sua» e lui sapeva e voleva<br />
ricompensare i suoi fedeli collaboratori a modo<br />
suo. Mentre le altre due armate francesi sul fronte<br />
Nord erano in pratica rimaste inattive, Napoleone,<br />
passato <strong>di</strong> vittoria in vittoria in Italia, si andava delineando<br />
come <strong>un</strong>o dei più gran<strong>di</strong> strateghi <strong>di</strong> tutti<br />
i tempi. Dopo aver messo sottosopra tutta l’Italia,<br />
con le sue iniziative personali egli sconvolse tutti i<br />
piani dello stesso Direttorio, spingendosi oltre gli<br />
obiettivi <strong>che</strong> gli erano stati assegnati. Così, dopo<br />
aver occupato la fortezza <strong>di</strong> Mantova, per non<br />
conceder tregua all’avversario, decise <strong>di</strong> inseguire<br />
gli Austriaci in ritirata, attraversando il Veneto<br />
senza tenere in ness<strong>un</strong> conto la neutralità <strong>di</strong>chiarata<br />
<strong>dal</strong>la Serenissima Repubblica. La sua marcia<br />
inarrestabile p<strong>un</strong>tava ormai <strong>di</strong>rettamente su Vienna.<br />
L’Austria, umiliata <strong>dal</strong>le continue sconfi tte, fu<br />
costretta allora a chiedere <strong>un</strong> armistizio e a fi rmare,<br />
il 17 ottobre 1897, la Pace <strong>di</strong> Campoformio<br />
(Friuli). Con essa la Francia otteneva il Belgio e la<br />
Lombar<strong>di</strong>a, cedendo in cambio all’Austria l’Istria,<br />
la Dalmazia e Venezia, <strong>che</strong> perdeva così la sua<br />
millenaria in<strong>di</strong>pendenza.<br />
Il Club dei patrioti svizzeri<br />
Trattando da pari a pari con l’Impero austriaco,<br />
senza nemmeno consultarsi con il Direttorio,<br />
Napoleone aveva voluto <strong>di</strong>mostrare a tutti <strong>che</strong> la<br />
Francia era lui. Il suo, più <strong>che</strong> <strong>un</strong> vero e proprio<br />
abuso <strong>di</strong> potere, era <strong>un</strong> comportamento <strong>di</strong> <strong>un</strong> <strong>di</strong>ttatore<br />
<strong>che</strong> in patria, visti i brillanti risultati ottenuti<br />
sui campi <strong>di</strong> battaglia, ness<strong>un</strong>o osava più contrastare.<br />
Di fronte a tanto <strong>di</strong>spregio <strong>di</strong> quegli stessi<br />
principi solennemente proclamati <strong>dal</strong>la Rivoluzione,<br />
ai patrioti italiani non restava <strong>che</strong> manifestare<br />
tutta l’amarezza e lo sdegno verso quello <strong>che</strong> ormai<br />
consideravano <strong>un</strong> despota.<br />
Accanto al Regno italico, Napoleone tollererà nella<br />
Penisola il sorgere <strong>di</strong> piccole Repubbli<strong>che</strong> solo<br />
a patto <strong>che</strong> si trattasse <strong>di</strong> organismi suoi vassalli e<br />
tributari. Gran<strong>di</strong> vantaggi ebbe com<strong>un</strong>que dappertutto<br />
l’amministrazione della cosa pubblica con<br />
l’introduzione <strong>di</strong> vaste riforme ispirate al modello<br />
francese.<br />
An<strong>che</strong> in Svizzera Napoleone giocò <strong>un</strong> ruolo<br />
determinante nella trasformazione della vecchia<br />
Confederazione, la cui struttura era tanto complicata<br />
e aggrovigliata <strong>che</strong> a qual<strong>che</strong> osservatore<br />
esterno sembrava «tenuta in pie<strong>di</strong> soltanto <strong>dal</strong>la<br />
Napoleone attraversa il Gran San Bernardo,<br />
in <strong>un</strong> quadro d’epoca.<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
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50<br />
Festa della Rivoluzione a la C<strong>ha</strong>ux-de-Fonds (1792).<br />
Provvidenza <strong>di</strong>vina». Il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> voto, e quin<strong>di</strong><br />
quello <strong>di</strong> essere eletti alle cari<strong>che</strong> politi<strong>che</strong>, era<br />
riservato ad alc<strong>un</strong>e fasce dominanti <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni<br />
tra i quali venivano scelti gli amministratori della<br />
cosa pubblica e i balivi inviati ad amministrare i<br />
territori soggetti. Gli avvenimenti della Rivoluzione<br />
francese provocarono ondate <strong>di</strong> simpatia non<br />
solo nei baliaggi, ma an<strong>che</strong> tra i liberali e le classi<br />
sottomesse della Confederazione. Già nel 1790 a<br />
Parigi veniva fondato <strong>un</strong> «Club <strong>di</strong> patrioti svizzeri»,<br />
con il preciso scopo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere nella Confederazione<br />
le idee della Rivoluzione con scritti,<br />
manifesti e <strong>di</strong>scussioni a tutti i livelli. I fondatori<br />
del Club elvetico erano in maggioranza dei rifugiati<br />
politici friburghesi e vodesi <strong>che</strong>, insieme ad<br />
altri svizzeri residenti a Parigi, parteggiavano per<br />
la Rivoluzione e sollecitavano <strong>un</strong> intervento francese<br />
per far crollare l’impalcatura della vecchia<br />
Confederazione.<br />
Nelle maggiori città svizzere si ergevano intanto<br />
alberi della libertà e si tenevano feste della rivoluzione.<br />
Napoleone Bonaparte, <strong>che</strong> nel frattempo<br />
aveva occupato l’Italia settentrionale e aveva<br />
strappato an<strong>che</strong> la Valtellina alla dominazione grigionese,<br />
era interessato alle vie <strong>di</strong> com<strong>un</strong>icazione<br />
dei Passi alpini svizzeri, attraverso i quali poteva<br />
raggi<strong>un</strong>gere con maggiore celerità Milano, Vienna<br />
e la stessa Germania. La Francia voleva soprattutto<br />
assicurarsi il possesso della strada più breve tra<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
Parigi e Milano, quella del Sempione, <strong>che</strong> apparteneva<br />
al Vallese, stretto alleato degli Svizzeri e in<br />
primo luogo <strong>di</strong> Berna. Bisognava allora neutralizzare<br />
quella città, colpendola innanzitutto nei suoi<br />
interessi con il fomentare la rivolta dei sud<strong>di</strong>ti vodesi.<br />
La prima mossa <strong>di</strong> Napoleone fu quella <strong>di</strong> prendere<br />
uffi cialmente sotto la sua protezione i fautori<br />
delle agitazioni <strong>che</strong> si andavano preparando qua<br />
e là in tutto il territorio elvetico. Per provocare poi<br />
lo scontro aperto, l’8 gennaio 1798, con <strong>un</strong> ultimatum,<br />
intimava al governo bernese <strong>di</strong> espellere<br />
<strong>dal</strong> suo territorio <strong>un</strong> migliaio <strong>di</strong> controrivoluzionari<br />
monarchici francesi <strong>che</strong> vi avevano trovato<br />
asilo politico. Il 18 gennaio, Basilea <strong>di</strong>chiarava<br />
completamente liberi da ogni servitù i territori a<br />
essa soggetti. La tanto attesa rivoluzione svizzera,<br />
<strong>che</strong> sarebbe dovuta scoppiare <strong>di</strong> lì a poco, però<br />
non ci fu.<br />
La Repubblica Elvetica<br />
Il 28 gennaio 1798, i francesi furono costretti a<br />
provocare <strong>un</strong> piccolo incidente <strong>di</strong> frontiera per<br />
trovare la scusa <strong>di</strong> entrare in Svizzera con due armate:<br />
<strong>un</strong>a invase il Giura, posto sotto il protettorato<br />
<strong>di</strong> Berna, e l’altra si <strong>di</strong>resse su Losanna, dove la<br />
notte precedente era stata issata la ban<strong>di</strong>era verde<br />
della «Repubblica Lemanica». Solo allora scoppiarono<br />
piccole rivolte locali: il 28 gennaio a Saint<br />
Maurice, nel Vallese; il 31 a Lucerna; il 4 febbraio<br />
nel Togghenburgo; il 5 a Basilea; il 6 a Sciaffusa e<br />
nella Turgovia; il 21 a Zurigo.<br />
Dopo aver occupato Losanna, le truppe francesi,<br />
provenienti da nord e da sud, il 2 marzo presero<br />
Friburgo e Soletta e quin<strong>di</strong> marciarono su Berna,<br />
dove entrarono il 5 marzo. La caduta <strong>di</strong> Berna segnò<br />
la fi ne della Confederazione dei tre<strong>di</strong>ci Cantoni,<br />
trasformata in Repubblica Elvetica con <strong>un</strong>a<br />
costituzione <strong>un</strong>itaria, redatta a Parigi, sul modello<br />
<strong>di</strong> quella francese. In <strong>un</strong> primo tempo Napoleone<br />
voleva <strong>di</strong>videre la Svizzera, per meglio controllarla,<br />
in tre repubbli<strong>che</strong> in<strong>di</strong>pendenti l’<strong>un</strong>a <strong>dal</strong>l’altra:<br />
la Rodania (Vaud, Vallese e Ticino), la Tellgovia<br />
(la Svizzera primitiva) e l’Elvezia comprendente la<br />
parte restante. Dopo fu <strong>di</strong>visa invece in 18 Cantoni,<br />
ridotti tuttavia a semplici circoscrizioni amministrative<br />
con Aarau capitale. Invece <strong>di</strong> <strong>un</strong>a Confederazione<br />
libera e in<strong>di</strong>pendente, la Svizzera si<br />
era trasformata in <strong>un</strong> paese vassallo della Francia,<br />
<strong>che</strong> si era affrettata ad annettersi Ginevra, Mulhouse,<br />
Bienne e le vallate del Giura. Gli Svizzeri<br />
non potevano poi restare in<strong>di</strong>fferenti alle continue<br />
requisizioni, alle pesanti confi s<strong>che</strong>, agli arbitri,<br />
alle violenze e ai sac<strong>che</strong>ggi perpetrati <strong>dal</strong>le truppe<br />
francesi <strong>che</strong>, venute sotto le mentite spoglie <strong>di</strong><br />
forze liberatrici, si erano trasformate in esercito <strong>di</strong><br />
occupazione. La Rivoluzione non era stata tuttavia<br />
inutile, anzi alc<strong>un</strong>i provve<strong>di</strong>menti presi <strong>dal</strong> Parlamento<br />
della Repubblica Elvetica segnarono i primi<br />
importanti e decisivi passi per la creazione <strong>di</strong> <strong>un</strong>o<br />
Stato federale moderno e democratico.
L’Albero della Confederazione dai primi tre Cantoni<br />
del 1281 a quelli del 1815.<br />
Nel l<strong>un</strong>go elenco degli atti più meritori dell’Elvetica<br />
ci sono la proclamazione dell’uguaglianza dei<br />
citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> fronte alla legge, la parità linguistica, la<br />
libertà <strong>di</strong> pensiero e <strong>di</strong> opinione; la creazione della<br />
citta<strong>di</strong>nanza svizzera, la separazione dei poteri, la<br />
soppressione delle barriere doganali interne, l’<strong>un</strong>ifi<br />
cazione dei sistemi <strong>di</strong> pesi e <strong>di</strong> misure, la riforma<br />
del <strong>di</strong>ritto civile e penale, l’autorizzazione dei matrimoni<br />
misti (cattolici-riformati), la soppressione<br />
della tortura, l’incentivo all’istruzione, l’impulso<br />
alle opere pubbli<strong>che</strong>. Tra i primi provve<strong>di</strong>menti<br />
presi <strong>dal</strong> Parlamento dell’Elvetica ci furono an<strong>che</strong><br />
l’abolizione degli oneri feu<strong>dal</strong>i <strong>di</strong> natura personale<br />
(4 maggio) e la soppressione del prelevamento<br />
delle decime e <strong>di</strong> altri oneri (10 novembre).<br />
Questo ultimo provve<strong>di</strong>mento, <strong>che</strong> doveva costituire<br />
la grande conquista della Rivoluzione ebbe<br />
invece, come nota William Martin, in Storia della<br />
Svizzera, Bellinzona 1980 «<strong>un</strong> quadruplice effetto<br />
negativo: mandò in rovina lo Stato, <strong>di</strong>sorganizzò<br />
l’assistenza pubblica e il bilancio dei Com<strong>un</strong>i,<br />
scontentò i benefi ciari, <strong>che</strong> la trovavano insuffi -<br />
ciente, irritò i proprietari spodestati, sia nobili feudatari<br />
sia capitalisti citta<strong>di</strong>ni e infi ne sollevò contro<br />
il governo tanto i conta<strong>di</strong>ni dei cantoni montani<br />
quanto gli agricoltori dell’altipiano».<br />
L’Atto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>azione<br />
Per questo, l’opposizione all’Elvetica cresceva <strong>di</strong><br />
giorno in giorno. Così, non appena l’esercito fran-<br />
cese cominciò a subire le prime sconfi tte sui fronti<br />
orientali, gli Svizzeri accolsero a braccia aperte le<br />
armate alleate contro la Rivoluzione. Man mano<br />
<strong>che</strong> i Francesi si ritiravano, l’Ancien Régime si ricostituiva<br />
automaticamente. La Svizzera <strong>di</strong>venne<br />
allora campo <strong>di</strong> battaglia della tremenda guerra tra<br />
rivoluzione e controrivoluzione. Le sorti del confl<br />
itto furono decise nelle gran<strong>di</strong> battaglie <strong>di</strong> Zurigo<br />
del 4 giugno (40.000 francesi contro 60.000 austriaci)<br />
e del 25-26 luglio 1799 (40.000 francesi<br />
contro 60.000 austro-russi), nelle quali i francesi<br />
del generale Massena riportarono due splen<strong>di</strong>de<br />
vittorie.<br />
Di conseguenza la Svizzera restava ancora sotto il<br />
giogo francese e Napoleone Bonaparte <strong>di</strong>ventava<br />
l’arbitro assoluto del suo destino. Sarà lui, infatti,<br />
a imporre, il 19 febbraio 1803, l’Atto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>azione<br />
<strong>che</strong> darà alla Svizzera, sconvolta da cinque<br />
anni <strong>di</strong> rivolte e guerre civili, la pace e la stabilità<br />
interna. Nella Confederazione dell’Atto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>azione,<br />
ai 13 vecchi Cantoni si aggi<strong>un</strong>gevano a<br />
parità <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti quelli <strong>di</strong> San Gallo, dei Grigioni,<br />
dell’Argovia, della Turgovia, del Ticino e del Vaud.<br />
Per il momento Ginevra e Bienne restavano annesse<br />
alla Francia, Neuchâtel restava fuori <strong>dal</strong>la<br />
Confederazione e il Vallese <strong>di</strong>ventava <strong>un</strong>a Repubblica<br />
sotto il com<strong>un</strong>e protettorato della Svizzera e<br />
della Francia. Memore del fallimento dell’Elvetica,<br />
Napoleone volle allora dare agli Svizzeri <strong>un</strong> governo<br />
<strong>che</strong> tenesse più conto delle tra<strong>di</strong>zioni locali.<br />
Egli aveva soprattutto capito <strong>che</strong> il cambiamento<br />
era possibile solo nella continuità e per questo<br />
impose <strong>un</strong> regime <strong>che</strong> <strong>di</strong> fatto somigliava più a<br />
quello della vecchia Confederazione <strong>che</strong> a quello<br />
dell’Elvetica. Ann<strong>un</strong>ciando, meglio decretando,<br />
l’Atto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>azione, in <strong>un</strong> appello agli Abitanti<br />
dell’Elvezia, il 30 settembre 1802, Napoleone, tra<br />
l’altro scriveva: «Da due anni offrite <strong>un</strong>o spettacolo<br />
desolante.[...] il vostro governo <strong>ha</strong> espresso il<br />
desiderio <strong>che</strong> si ritirassero le po<strong>che</strong> truppe [francesi]<br />
ancora in Elvezia. Il governo francese <strong>ha</strong> colto<br />
quest’occasione per rendere omaggio alla vostra<br />
in<strong>di</strong>pendenza. E subito i vostri partiti si sono scatenati<br />
con nuova ferocia: il sangue svizzero è stato<br />
sparso da mani svizzere. Per tre anni vi siete azzuffati<br />
senza per questo capirvi. Se vi si lascia fare<br />
continuerete a uccidervi per altri tre anni... È vero<br />
<strong>che</strong> avevo deciso <strong>di</strong> non occuparmi più dei vostri<br />
affari, ma non posso, non devo restare insensibile<br />
alla sventura <strong>che</strong> vi affl igge. Revoco quin<strong>di</strong> la mia<br />
decisione: f<strong>un</strong>gerò da arbitro dei vostri confl itti,<br />
e la mia me<strong>di</strong>azione sarà effi cace. Ogni uomo <strong>di</strong><br />
giu<strong>di</strong>zio sarà persuaso <strong>che</strong> la me<strong>di</strong>azione <strong>di</strong> cui<br />
mi faccio responsabile è per l’Elvezia <strong>un</strong> atto della<br />
Provvidenza». Nonostante i molti effetti negativi,<br />
i rinnovamenti introdotti <strong>dal</strong>l’occupazione napoleonica<br />
sarebbero stati d<strong>un</strong>que utili all’Italia e<br />
alla Svizzera per costruire la loro <strong>un</strong>ità nazionale,<br />
nell’ambito <strong>di</strong> <strong>un</strong> moderno Stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto, ispirato<br />
ai principi <strong>di</strong> democrazia, <strong>di</strong> libertà e <strong>di</strong> uguaglianza<br />
sanciti <strong>dal</strong>la Rivoluzione francese.<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
51
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la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
Italia-Svizzera<br />
Operativo il progetto multime<strong>di</strong>ale<br />
per raccontare ai ragazzi 150 anni<br />
<strong>di</strong> storia com<strong>un</strong>e<br />
È Online la piattaforma www.italiasvizzera150.it, nata <strong>dal</strong>la collaborazione fra l’Ambasciata<br />
<strong>di</strong> Svizzera e il Ministero dell’Istruzione (MIUR) per offrire agli studenti italiani <strong>un</strong>o strumento<br />
<strong>che</strong> ripercorra e approfon<strong>di</strong>sca i profon<strong>di</strong> legami tra i due Paesi.<br />
In vista dei festeggiamenti per i 150 anni<br />
dell’Unità d’Italia, l’Ambasciata <strong>di</strong> Svizzera<br />
in Italia e la Direzione Generale per gli Affari<br />
Internazionali del Ministero dell’Istruzione,<br />
dell’Università e della Ricerca italiano<br />
(MIUR) <strong>ha</strong>nno dato l’avvio al progetto <strong>di</strong>dattico<br />
multime<strong>di</strong>ale “Italia-Svizzera: la storia <strong>dal</strong> 1861 al<br />
2011”.<br />
Finalità principale dell’iniziativa – <strong>che</strong> gode<br />
dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica<br />
Italiana e della Presidente della Confederazione<br />
svizzera – è <strong>di</strong> offrire agli studenti delle<br />
scuole superiori italiane e ai loro docenti <strong>un</strong>o<br />
strumento <strong>di</strong>dattico <strong>che</strong> ripercorra e approfon<strong>di</strong>sca<br />
il legame tra i due Paesi, raccontato da più<br />
angolature, <strong>dal</strong>la storia all’economia, <strong>dal</strong>la politica<br />
alle vie <strong>di</strong> trasporto, <strong>dal</strong>la migrazione alla<br />
lingua. Dalla nascita dello Stato Italiano ad <strong>oggi</strong><br />
numerosi eventi <strong>ha</strong>nno inciso, spesso profondamente,<br />
nella storia tra l’Italia e la Svizzera e<br />
molti elementi accom<strong>un</strong>ano ancora i due Paesi.<br />
Attualmente in Svizzera risiedono oltre 500.000<br />
italiani e il 6,5% dei quasi 8 milioni <strong>di</strong> abitanti<br />
svizzeri parla l’italiano come lingua principale.<br />
Gran<strong>di</strong> protagonisti della storia politica italiana<br />
<strong>ha</strong>nno trovato rifugio in Svizzera nell‘800 e nel<br />
‘900: Giuseppe Mazzini, Carlo Cattaneo, Giuseppe<br />
Garibal<strong>di</strong> e in tempi più recenti il secondo<br />
Presidente della Repubblica Italiana Luigi Einau<strong>di</strong>,<br />
Pietro Nenni e Palmiro Togliatti, <strong>ha</strong>nno vissuto<br />
a l<strong>un</strong>go in Svizzera, trovandovi <strong>un</strong> luogo ideale<br />
per sviluppare e far crescere le idee e le azioni<br />
<strong>che</strong> <strong>ha</strong>nno fatto la storia dell‘Italia.<br />
Uno sguardo all’economia evidenzia inoltre <strong>che</strong><br />
<strong>oggi</strong> il valore cumulativo degli investimenti svizzeri<br />
in Italia raggi<strong>un</strong>ge 19 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> Euro e crea<br />
78.000 posti <strong>di</strong> lavoro. L’iniziativa <strong>ha</strong> preso avvio<br />
lo scorso 13 settembre in concomitanza con<br />
l’inizio dell’anno scolastico 2010-2011, poiché si<br />
rivolge specifi catamente alle giovani generazioni<br />
quale strumento <strong>di</strong> conoscenza e rifl essione<br />
su temi <strong>che</strong> fanno parte del Dna della storia com<strong>un</strong>e<br />
tra Italia e Svizzera e <strong>che</strong> ancora <strong>oggi</strong> si<br />
incrociano in modo estremamente attuale con il<br />
<strong>di</strong>battito politico e culturale in atto in Italia.<br />
Il progetto, <strong>che</strong> prosegue sino alla fi ne dell’anno<br />
2011, prevede:<br />
- il lancio del sito www.italiasvizzera150.it, <strong>che</strong><br />
propone 10 s<strong>che</strong>de temati<strong>che</strong> sui principali<br />
aspetti della storia italo-svizzera <strong>dal</strong> 1861 ai<br />
nostri giorni <strong>che</strong> possono essere integrate nel<br />
percorso <strong>di</strong>dattico:<br />
L’italiano in Svizzera<br />
Gli scrittori della Svizzera italiana<br />
Il federalismo<br />
Scambi in tempi <strong>di</strong>ffi cili<br />
Migrazioni<br />
Le relazioni economi<strong>che</strong><br />
Le vie <strong>di</strong> trasporto<br />
La frontiera com<strong>un</strong>e<br />
Le Alpi<br />
L’Italia vista <strong>dal</strong>la Svizzera.<br />
Le temati<strong>che</strong> sono state in<strong>di</strong>viduate e seguite<br />
da <strong>un</strong> gruppo <strong>di</strong> lavoro italo-svizzero guidato da<br />
parte elvetica <strong>dal</strong> Dr. Sac<strong>ha</strong> Zala, Direttore Documenti<br />
<strong>di</strong>plomatici svizzeri/Università <strong>di</strong> Berna, e<br />
da parte italiana <strong>dal</strong> Prof. Matteo Luigi Napolitano,<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> Guglielmo Marconi<br />
<strong>di</strong> Roma. Le s<strong>che</strong>de <strong>di</strong>datti<strong>che</strong> sono state elaborate<br />
ad hoc da <strong>di</strong>eci autori svizzeri, sotto la<br />
supervisione del Comitato scientifi co svizzero<br />
(Prof. Carlo Moos, Università <strong>di</strong> Zurigo; Prof.ssa<br />
Nelly Valsangiacomo, Università <strong>di</strong> Losanna; coor<strong>di</strong>natore<br />
Dr. Sac<strong>ha</strong> Zala). Ad ogni autore è stato<br />
assegnato <strong>un</strong> referente <strong>di</strong>dattico italiano, del<br />
Liceo Ginnasio Statale Pilo Albertelli, designato<br />
<strong>dal</strong> MIUR. Le s<strong>che</strong>de temati<strong>che</strong>, <strong>che</strong> rispecchiano<br />
nei rispettivi campi i più recenti progressi<br />
storiografi ci, sono state sviluppate in modo da<br />
poter essere inserite nel percorso formativo delle<br />
scuole superiori. Nel sito è stata inoltre creata<br />
<strong>un</strong>’area de<strong>di</strong>cata ai docenti, in cui sono presentate<br />
le varie possibilità <strong>di</strong> utilizzo delle s<strong>che</strong>de<br />
<strong>di</strong>datti<strong>che</strong>.<br />
- <strong>un</strong>a sezione è inoltre de<strong>di</strong>cata alle testimonianze<br />
<strong>di</strong> personalità italiane e svizzere del mondo<br />
dell’impren<strong>di</strong>toria, della cultura, dello sport<br />
come, Sergio Marchionne, Cecilia Bartoli, Pip-
po Pollina, Marco Solari e Lara Gut e molti altri<br />
sulla propria esperienza con l’altro Paese.<br />
- <strong>un</strong> concorso rivolto agli studenti delle classi 3a,<br />
4a e 5a delle scuole superiori italiane statali e<br />
non statali, <strong>che</strong> premia i migliori fi lmati prodotti<br />
su <strong>un</strong>o degli argomenti trattati nelle s<strong>che</strong>de<br />
temati<strong>che</strong> del sito. I fi lmati saranno valutati da<br />
<strong>un</strong>a Giuria nazionale e <strong>un</strong>a Giuria popolare e<br />
agli studenti delle scuole vincitrici sarà offerto<br />
<strong>un</strong> viaggio culturale e <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o in Svizzera.<br />
“Abbiamo <strong>un</strong>a l<strong>un</strong>ga frontiera in com<strong>un</strong>e, <strong>un</strong>a lingua<br />
in com<strong>un</strong>e, l’italiano, <strong>un</strong>a storia, ma la conoscenza<br />
reciproca fra i due Paesi non procede <strong>di</strong> pari<br />
passo con questa importante realtà ed ere<strong>di</strong>tà, soprattutto<br />
presso le giovani generazioni, <strong>che</strong> <strong>ha</strong>nno<br />
la tendenza a fi ssare l’attenzione su Paesi lontani,<br />
perdendo talvolta <strong>di</strong> vista ciò <strong>che</strong> sta loro più vicino”,<br />
<strong>ha</strong> <strong>di</strong>chiarato l’Ambasciatore <strong>di</strong> Svizzera, Bernar<strong>di</strong>no<br />
Regazzoni.<br />
“Si tratta <strong>di</strong> <strong>un</strong> progetto con proposte metodologi-<br />
IL CONCORSO<br />
Un viaggio in Svizzera con i propri compagni <strong>di</strong> classe<br />
per conoscere il Paese con cui l’Italia <strong>ha</strong> con<strong>di</strong>viso,<br />
e continua a con<strong>di</strong>videre, momenti importanti della<br />
propria storia. Questo il premio in palio per il concorso<br />
lanciato <strong>dal</strong>l’Ambasciata <strong>di</strong> Svizzera in Italia e la<br />
Direzione Generale per gli Affari Internazionali del Ministero<br />
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca<br />
italiano (MIUR) nell’ambito del progetto multime<strong>di</strong>ale<br />
“Italia-Svizzera: la storia <strong>dal</strong> 1861 al 2011”.<br />
Rivolto agli studenti delle classi 3a, 4a e 5a delle scuole<br />
superiori italiane statali e non statali, il concorso<br />
premierà i migliori fi lmati realizzati sulla storia italosvizzera<br />
<strong>dal</strong> 1861 ad <strong>oggi</strong>, attraverso i temi proposti<br />
sul sito www.italiasvizzera150.it.<br />
Per partecipare al concorso <strong>un</strong> gruppo <strong>di</strong> lavoro, composto<br />
da massimo quattro studenti e coor<strong>di</strong>nato da <strong>un</strong><br />
docente referente, deve realizzare <strong>un</strong> fi lmato attinente<br />
ad <strong>un</strong>a delle <strong>di</strong>eci s<strong>che</strong>de temati<strong>che</strong> pubblicate sul sito<br />
www.italiasvizzera150.it e in linea con i requisiti tecnici<br />
specifi cati nel regolamento del concorso.<br />
L’invio del fi lmato alla segreteria nazionale organizzativa<br />
del concorso dovrà essere effettuato <strong>dal</strong> <strong>di</strong>rigente<br />
scolastico o <strong>dal</strong> docente <strong>di</strong> riferimento a partire <strong>dal</strong> 1°<br />
ottobre 2010 e non oltre il 31 gennaio 2011.<br />
I fi lmati saranno valutati da <strong>un</strong>a Giuria nazionale e da<br />
<strong>un</strong>a Giuria popolare e i vincitori riceveranno in premio<br />
<strong>un</strong> viaggio in Svizzera <strong>di</strong> 5 giorni organizzato <strong>dal</strong>l’Ambasciata<br />
<strong>di</strong> Svizzera in Italia e l’attestato <strong>di</strong> partecipazione.<br />
La cerimonia uffi ciale <strong>di</strong> premiazione si svolgerà durante<br />
il viaggio premio in Svizzera.<br />
<strong>che</strong> e <strong>di</strong>datti<strong>che</strong> interessanti, <strong>che</strong> tendono ad avvicinare<br />
la storia com<strong>un</strong>e dei nostri Paesi, a rafforzare<br />
la conoscenza reciproca e ad eliminare stereotipi e<br />
luoghi com<strong>un</strong>i”, <strong>ha</strong> affermato Antonio Gi<strong>un</strong>ta La<br />
Spada, Direttore Generale, Direzione Affari Internazionali,<br />
Ministero dell’Istruzione, dell’Università<br />
e della Ricerca.<br />
Il progetto è stato realizzato in collaborazione<br />
con Presenza Svizzera (Dipartimento federale affari<br />
esteri), il Canton Ticino, il Cantone dei Grigioni<br />
e la Pro Grigioni Italiano, ed è sostenuto da:<br />
Accademia della Crusca<br />
Biblioteca Nazionale Centrale, Roma<br />
Com<strong>un</strong>e <strong>di</strong> Roma - Bibliote<strong>che</strong> <strong>di</strong> Roma<br />
<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> italiana in Svizzera<br />
<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> Svizzera in Italia<br />
Istituto dell’Enciclope<strong>di</strong>a Italiana Treccani<br />
Scuola Svizzera <strong>di</strong> Roma<br />
Società Dante Alighieri<br />
Svizzera Turismo<br />
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E-mail: info@hotelvictoriaroma.com<br />
Internet: www.hotelvictoriaroma.com<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
53
Scaffale <strong>di</strong> Liber<br />
Andrea Fazioli<br />
La Saprizione<br />
Guanda<br />
pp 352<br />
€ 18.00<br />
Natalia <strong>ha</strong> <strong>di</strong>ciassette anni, stu<strong>di</strong>a al liceo,<br />
è <strong>un</strong>a ragazza graziosa, con <strong>un</strong>a<br />
vita normale. Ma il dolore bussa alla<br />
sua porta: il padre, <strong>un</strong> me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> Lugano,<br />
muore d’infarto e lei, per affrontare<br />
il lutto, si rifugia con la madre nella loro<br />
casa <strong>di</strong> Corvesco, tra le montagne del<br />
Canton Ticino. E lì <strong>un</strong> delitto sconvolge<br />
il suo già <strong>di</strong>ffi cile equilibrio. Natalia, <strong>di</strong><br />
colpo, smette <strong>di</strong> parlare. I suoi ricor<strong>di</strong><br />
sono confusi, forse <strong>ha</strong> visto qualcosa,<br />
ma non riesce a esprimersi: lo shock<br />
le <strong>ha</strong> chiuso la bocca. Suo padre <strong>ha</strong><br />
lasciato in giro delle carte <strong>che</strong> nascondono<br />
<strong>un</strong> mistero inquietante, e nel<br />
paese cresce la tensione. Natalia <strong>ha</strong><br />
paura, non sa più <strong>di</strong> chi fi darsi, fugge.<br />
Ma poi fa <strong>un</strong>o strano incontro.<br />
Il caso vuole <strong>che</strong> a Corvesco abiti<br />
an<strong>che</strong> Elia Contini, il protagonista dei<br />
precedenti romanzi <strong>di</strong> Andrea Fazioli.<br />
Il fatto <strong>che</strong> abbia smesso <strong>di</strong> fare il<br />
poliziotto privato e si arrabatti in <strong>un</strong><br />
giornale <strong>di</strong> provincia non toglie nulla<br />
alla sua curiosità e alla sua vocazione<br />
a tuffarsi nei guai. Così, suo malgrado,<br />
Contini si trova alle prese con <strong>un</strong><br />
nuovo enigma: cosa faceva Natalia nel<br />
bosco, da chi si sentiva minacciata?<br />
Attorno all’ex detective e alla ragazza<br />
<strong>che</strong> tace si muovono personaggi<br />
soltanto in apparenza irreprensibili:<br />
poliziotti, me<strong>di</strong>ci, avvocati. È nella geografi<br />
a circoscritta del Canton Ticino<br />
<strong>che</strong> si succedono i colpi <strong>di</strong> scena <strong>di</strong><br />
<strong>un</strong>a storia il cui sottile fi lo d’ironia non<br />
cancella i risvolti drammatici.<br />
Andrea Fazioli, nato nel 1978, vive a<br />
Bellinzona, nella Svizzera italiana. Nel<br />
1998 <strong>ha</strong> vinto il Premio internazionale<br />
Chiara giovani. Nel 2005 <strong>ha</strong> pubblicato<br />
il romanzo Chi muore si rivede, per<br />
l’e<strong>di</strong>tore Armando Dadò <strong>di</strong> Locarno.<br />
È giornalista, attualmente lavora alla<br />
RSI (Ra<strong>di</strong>otelevisione Svizzera). Con<br />
L’uomo senza casa (2008) <strong>ha</strong> vinto il<br />
Premio Stresa <strong>di</strong> Narrativa.<br />
Fulvio Ervas<br />
Finché<br />
c’è prosecco<br />
c’è speranza<br />
Marcos y Marcos<br />
pp. 304<br />
€ 16,50<br />
Ferragosto <strong>di</strong> fuoco per l’ispettore Stucky:<br />
in gita tra le colline del prosecco<br />
con le belle vicine <strong>di</strong> casa, si sveglia<br />
in <strong>un</strong> letto non suo, in posizione non<br />
consona. Unica certezza, le stelle.<br />
Di ritorno a Treviso, cercando conforto<br />
tra i calici, trova il suo oste <strong>di</strong> fi ducia<br />
malinconico: non si capacita del suici<strong>di</strong>o<br />
plateale del conte Ancillotto, fornitore<br />
<strong>di</strong> vini d’eccellenza. Perché dovrebbe<br />
suicidarsi, <strong>un</strong> uomo <strong>che</strong> ama le<br />
donne, camminare, guardare il fuoco<br />
e, naturalmente, il vino? Mentre Stucky<br />
indaga a modo suo, conversando con<br />
la governante, l’amante a cottimo e il<br />
prete, piomba in paese Celinda Salvatierra.<br />
È l’<strong>un</strong>ica erede del conte Ancillotto,<br />
e semina il panico tra i viticoltori<br />
minacciando <strong>di</strong> sra<strong>di</strong>care le vigne per<br />
impiantare fi lari <strong>di</strong> banani a per<strong>di</strong>ta<br />
d’occhio. In <strong>un</strong>a notte <strong>di</strong> temporale, tre<br />
colpi <strong>di</strong> pistola si confondono con i tuoni.<br />
L’ingegner Speggiorin, <strong>di</strong>rettore del<br />
cementifi cio, cade nel fango per sempre.<br />
Stucky intravede i soliti intrighi<br />
mondani <strong>di</strong>etro queste morti innaturali<br />
– corna, rivalità, vendetta – ma sa <strong>che</strong><br />
la vera risposta è nei gas, nel vento.<br />
Nelle bollicine del prosecco, nella polvere<br />
<strong>che</strong> si innalza dai camini del cementifi<br />
cio e si posa su insalate, acque,<br />
grappoli dorati. Nella ruggine <strong>che</strong> il<br />
matto del paese gratta sulle tombe dei<br />
concitta<strong>di</strong>ni, impartendo bene<strong>di</strong>zioni,<br />
ma an<strong>che</strong> “fragnoccole a destra e a<br />
sinistra con palo <strong>di</strong> robinia…”<br />
Fulvio Ervas è nato nell’entroterra<br />
veneziano il 23 luglio 1955. Insegna<br />
Scienze Naturali e <strong>di</strong> questo ci racconta<br />
in Follia docente. Insieme alla sorella<br />
Luisa <strong>ha</strong> pubblicato La lotteria (Premio<br />
Calvino 2001) e Succulente.<br />
Dopo Commesse <strong>di</strong> Treviso, Pinguini<br />
arrosto, e Buffalo Bill a Venezia, Finché<br />
c’è prosecco c’è speranza è il quarto<br />
romanzo <strong>che</strong> vede protagonista l’ispettore<br />
Stucky, mezzo persiano e mezzo<br />
veneziano.<br />
Paolo Rumiz<br />
La cotogna<br />
<strong>di</strong> Istanbul<br />
Ballata per tre<br />
uomini e <strong>un</strong>a donna<br />
Feltrinelli<br />
pp: 192<br />
€ 16<br />
Paolo Rumiz scommette sulla forza<br />
delle gran<strong>di</strong> storie e si affi da al ritmo<br />
del verso, della ballata. Ne esce <strong>un</strong><br />
romanzo-canzone singolare, fascinoso,<br />
avvolgente come <strong>un</strong>a storia<br />
narrata intorno al fuoco. Racconta <strong>di</strong><br />
Max e Maša, e del loro amore. Maximilian<br />
von Altenberg, ingegnere austriaco,<br />
viene mandato a Sarajevo per<br />
<strong>un</strong> sopralluogo nell’inverno del ’97.<br />
Un amico gli presenta la misteriosa<br />
Maša Dizdarevic´, “occhio tartaro e<br />
femori l<strong>un</strong>ghi”, austera e selvaggia,<br />
splen<strong>di</strong>da e inaccessibile, vedova e <strong>di</strong>vorziata,<br />
due fi glie <strong>che</strong> vivono lontane<br />
da lei. Scatta qualcosa. Un’attrazione<br />
potente <strong>che</strong> però non <strong>ha</strong> il tempo <strong>di</strong><br />
concretizzarsi. Max torna in patria e,<br />
per quanto faccia, prima <strong>di</strong> ritrovarla<br />
passano tre anni.<br />
Sono i tre anni fati<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> cui parlava<br />
La gialla cotogna <strong>di</strong> Istanbul, la canzone<br />
d’amore <strong>che</strong> Maša gli <strong>ha</strong> cantato.<br />
Maša ora è malata, ma l’amore fi nalmente<br />
si accende. Da lì in poi si leva<br />
<strong>un</strong> vento <strong>che</strong> muove le anime e i sensi,<br />
<strong>che</strong> strappa lacrime e sogni. Da lì in<br />
poi comincia <strong>un</strong>’avventura <strong>che</strong> porta<br />
Max nei luoghi magici <strong>di</strong> Maša, in <strong>un</strong><br />
viaggio <strong>che</strong> è rito, scoperta e resurrezione.<br />
Paolo Rumiz, nato a Trieste, inviato<br />
speciale del Piccolo <strong>di</strong> Trieste ed e<strong>di</strong>torialista<br />
de la Repubblica, esperto del<br />
tema delle Heimat e delle identità in<br />
Italia e in Europa, <strong>dal</strong> 1986 segue gli<br />
eventi dell’area balcanico-danubiana.<br />
Ha vinto il premio Hemingway nel<br />
1993 per i suoi servizi <strong>dal</strong>la Bosnia e<br />
il premio Max David nel 1994 come<br />
migliore inviato italiano dell’anno.<br />
Ha pubblicato, tra l’altro, Danubio.<br />
Storie <strong>di</strong> <strong>un</strong>a nuova Europa (1990),<br />
Vento <strong>di</strong> terra (1994), Mas<strong>che</strong>re per<br />
<strong>un</strong> massacro (1996), La linea dei<br />
mirtilli (1993; 1997), Gerusalemme<br />
(2005).<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
55
56<br />
Carnet<br />
Fino al 9 gennaio 2011 a Zurigo<br />
Magie d’ambra - Amuleti e gioielli della Basilicata antica<br />
Ospitata presso l’Archäologis<strong>che</strong> Seminar dell’Università <strong>di</strong> Zurigo (Rämistrasse 73). La<br />
mostra è organizzata <strong>dal</strong>l’Università <strong>di</strong> Zurigo e sostenuta <strong>dal</strong> Ministero degli Affari Esteri,<br />
<strong>dal</strong> Ministero per i beni e le attività culturali, <strong>dal</strong> Consolato Italiano e <strong>dal</strong>l’Istituto Italiano<br />
<strong>di</strong> Cultura <strong>di</strong> Zurigo e <strong>dal</strong>la Regione Basilicata. Sono previste conferenze e visite guidate<br />
(an<strong>che</strong> in italiano).<br />
Il programma delle conferenze è il seguente:<br />
Ott: 12 - Kulturkontakte in Sü<strong>di</strong>talien zwis<strong>che</strong>n Grie<strong>che</strong>n <strong>un</strong>d Einheimis<strong>che</strong>n. Die neuen<br />
F<strong>un</strong>de in Torre <strong>di</strong> Satriano (Potenza) - Prof. M. Osanna<br />
Ott: 19 - Sculture anti<strong>che</strong> <strong>dal</strong>l’Adriatico: i Bronzi <strong>di</strong> P<strong>un</strong>ta del Serrone (Brin<strong>di</strong>si) - Prof. K.<br />
Mannino<br />
Ott: 26 - Ar<strong>che</strong>ologia in Basilicata: recenti scoperte - Prof. A. De Siena<br />
Nov: 8 - The Blue Horse of Aphro<strong>di</strong>sias - Prof. R.R.R. Smith<br />
Dic: 21 - La dea del Getty: <strong>un</strong> capolavoro della scultura greca classica <strong>dal</strong>la Sicilia - Prof.<br />
C. Marconi<br />
Per maggiori informazioni: http://www.archinst.uzh.ch<br />
Cattedra De Sanctis - ETH<br />
Gianni Vattimo: Ideologie italiane (1950-2000)<br />
ETH - HG E5 e D 1.2 (inizio ore 17)<br />
Rämistrasse 101 - 8092 Zürich<br />
Il corso del prof. Vattimo, aperto al pubblico, si svolge nei<br />
seguenti giorni:<br />
Università <strong>di</strong> Zurigo - Lettorato <strong>di</strong> Italiano<br />
Registi a confronto<br />
a cura <strong>di</strong> Andreina La Fo<strong>che</strong><br />
tutti i martedì: ore 18.15 SOC-1-106<br />
Rämistrasse 69, 8001<br />
Paolo Virzì: 19.10 Ferie d’Agosto – 26.10 Baci e abbracci<br />
– 02.11 My name is Tanino<br />
Settimana pugliese a Zurigo<br />
Nei primi giorni <strong>di</strong> ottobre si svolge a Zurigo la Settimana<br />
pugliese. Numerosi gli app<strong>un</strong>tamenti in programma. Accanto<br />
ad iniziative tese a far conoscere i prodotti e il territorio,<br />
sono previsti momenti <strong>che</strong> ripercorrono tra<strong>di</strong>zioni, usi e<br />
costumi. Se l’8 ottobre nei locali <strong>di</strong> Natuzzi Store (Schützengasse<br />
1) verrà ospita (fi no al 21 ottobre) <strong>un</strong>a mostra <strong>di</strong><br />
pittura, il giorno successivo, sabato 9 ottobre, nel salone<br />
della Casa d’Italia si svolgerà la Giornata della Pizzica, <strong>che</strong><br />
prevede an<strong>che</strong> <strong>un</strong> ‘laboratorio del Tamburello’ (<strong>dal</strong>le 15 alle<br />
17), <strong>un</strong>a conferenza sulle tra<strong>di</strong>zioni popolari <strong>di</strong> Vincenzo<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
Gio. 14 Ott. - Ve. 22 Ott. - Lu. 8 Nov. - Ma. 9 Nov.<br />
Ve. 26 Nov. - Gio. 9 Dic.<br />
Per maggiori informazioni:<br />
http://www.lit.ethz.ch/faq/Italienisch/Lehre/index_IT<br />
Daniele Lu<strong>che</strong>tti: 09.11 La scuola<br />
16.11 Piccoli maestri – 23.11 Dillo con parole mie<br />
Luciano Ligabue: 30.11 Ra<strong>di</strong>o Freccia<br />
07.12 Da zero a <strong>di</strong>eci<br />
Silvio Sol<strong>di</strong>ni: 14.12 Brucio nel vento<br />
Enzo D’Alò: 21.12 La Gabbianella e il gatto<br />
Santoro (ore 18°°), e l’esibizione dei gruppi Malicanti (<strong>dal</strong><br />
Salento) e Tarantolati (da San Gallo) <strong>che</strong> a partire <strong>dal</strong>le 20°°<br />
forniranno <strong>un</strong> saggio <strong>di</strong> pizzica salentina.<br />
Martedì 12 ottobre (ore 20°°) presso il Politecnico federale<br />
<strong>di</strong> Zurigo (ETH - Hg D 1.2)) Pino Aprile parlerà del suo<br />
nuovo libro Terroni (Piemme e<strong>di</strong>tori), mentre domenica 17<br />
ottobre (ore 11°°, Filmpo<strong>di</strong>um) verrà proiettato il fi lm Mine<br />
vaganti <strong>di</strong> Ferzan Ozpetek, ambientato nel Salento, cui<br />
seguirà <strong>un</strong> <strong>di</strong>battito con Luigi de Luce vice<strong>di</strong>rettore Apulia<br />
Film Commision.
Settimana della lingua italiana nel mondo<br />
Franco Supino e Tonino Castiglione all’Università <strong>di</strong> Basilea<br />
ETH - HG E5 Dal 18 al 23 ottobre si terrà nel mondo la X<br />
Settimana della lingua italiana <strong>che</strong> quest’anno <strong>ha</strong> per argomento:<br />
“Una lingua per amica: l’italiano nostro e quello<br />
degli altri”.<br />
An<strong>che</strong> a Basilea si celebrerà la Settimana con <strong>un</strong> ricco e<br />
vasto ciclo <strong>di</strong> conferenze tra le quali spiccano due app<strong>un</strong>tamenti<br />
organizzati <strong>dal</strong>la Fopras (Fondazione per il perfezionamento<br />
professionale e l’assistenza scolastica).<br />
L<strong>un</strong>edì 18 ottobre alle ore 20.15, l’Università <strong>di</strong> Basilea<br />
ospiterà la conferenza, con intermezzi musicali, dello scrit-<br />
Mini rassegna itinerante <strong>di</strong> cinema italiano<br />
Cinque fi lm realizzati fra il 2007 e il 2009 costituiscono la<br />
minirassegna itinerante <strong>di</strong> cinema italiano <strong>che</strong> quest’aut<strong>un</strong>no<br />
verrà programmato in numerose città svizzere: Berna<br />
(Cinématte, 27 settembre – 23 ottobre); Bienne (Filmpo<strong>di</strong>um<br />
24-31 ottobre); Coira (kino Apollo, 6-19 novembre);<br />
Ilanz (Cinema Sil Plaz, 4 – 13 novembre); Lucerna (Stattkino,<br />
fi no al 5 <strong>di</strong>cembre)San Gallo (Kinok Cinéma, 7 – 31<br />
ottobre); Soletta (Kino im Uferbau,, 28 novembre – 26<br />
<strong>di</strong>cembre); Winterthur (Filmfoyer del Kino Loge, 2 – 30 novembre)<br />
Zurigo (Filmpo<strong>di</strong>um, 19 novembre – 8 <strong>di</strong>cembre).<br />
La rassegna è organizzata da Cinélibre in collaborazione<br />
con “Made in Italy”, Istituto italiano <strong>di</strong> cultura Zurigo, con il<br />
patrocinio dell’Ambasciata d’Italia in Svizzera. È cofi nanziata<br />
<strong>dal</strong> Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione<br />
Generale per il Cinema, Roma.<br />
Due convegni a Roma<br />
410 - Il Sacco <strong>di</strong> Roma<br />
Il 24 agosto 2010 ricorrono 1600 anni <strong>dal</strong> sacco <strong>di</strong> Roma<br />
condotto dai goti <strong>di</strong> re Alarico e le sue truppe. La presa<br />
della caput m<strong>un</strong><strong>di</strong> segna <strong>un</strong>a cesura nella storia della città<br />
eterna. Avvertita da pagani e cristiani come evento epocale,<br />
trovò grande risonanza nella letteratura dell’epoca e<br />
venne commentata ben oltre i confi ni <strong>di</strong> Roma. La ricorrenza<br />
<strong>di</strong> questo ‘evento epocale’ verrà presa come sp<strong>un</strong>to per<br />
analizzare la costruzione <strong>di</strong> questo sacco <strong>di</strong> Roma <strong>dal</strong>la<br />
prospettiva <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>scipline e gettare luce sugli orizzonti<br />
del signifi cato dell’anno 410 nella ricezione della città<br />
<strong>di</strong> Roma come simbolo <strong>di</strong> caduta e restauro. Ci si concentrerà<br />
qui, più <strong>che</strong> sulla verifi ca dei fatti storici, su accor<strong>di</strong> e<br />
<strong>di</strong>ssonanze nei concetti <strong>di</strong> caduta e (eventuale) rinascita.<br />
In questa occasione si terranno a Roma nell’aut<strong>un</strong>no 2010<br />
due convegni scientifi ci sul tema della conquista <strong>di</strong> Roma<br />
da parte <strong>di</strong> Alarico nel 410. Dal 7 al 9 ottobre l’Istituto<br />
Svizzero <strong>di</strong> Roma organizza il convegno Der Fall Roms 410<br />
<strong>un</strong>d <strong>di</strong>e Wiederaufersteh<strong>un</strong>gen der ewigen Stadt. La caduta<br />
<strong>di</strong> Roma del 410 e le risurrezioni della città eterna, <strong>che</strong> si<br />
incentra sulla rappresentazione del sacco e la sua recezione,<br />
soprattutto <strong>dal</strong>la prospettiva storico-fi lologica. Sotto<br />
tore Franco Supino Musica Leggera. Die Welt der italienis<strong>che</strong>n<br />
Migrantenkinder im Roman. Franco Supino è a Soletta<br />
nel 1965, fi glio <strong>di</strong> emigrato campano. La conferenza si<br />
terrà nell’aula 119 (Kollegiengebäude, Petersplatz 1).<br />
Venerdì 22 ottobre, ore 20.15, sempre all’Università si<br />
terrà la conferenza-concerto <strong>di</strong> Tonino Castiglione La musica<br />
in testa, le parole altrove (aula 119). Tonino Castiglione<br />
è nato a Bronte (Catania) nel 1956. Cantautore, vive da<br />
quarant’anni a Basilea. Dall’inizio del 2010 è presidente del<br />
locale Comitato Dante Alighieri.<br />
Questi le pellicole selezionate:<br />
GALANTUOMINI (2008) <strong>di</strong> Edoardo Winspeare<br />
GIULIA NON ESCE LA SERA (2009) <strong>di</strong> Giuseppe Piccioni<br />
IL PAPÀ DI GIOVANNA (2008) <strong>di</strong> Pupi Avati<br />
LA RAGAZZA DEL LAGO (2007) <strong>di</strong> Andrea Molaioli<br />
SI PUÒ FARE (2008) <strong>di</strong> Giulio Manfredonia<br />
S<strong>che</strong>de sui fi lm e il programma dettagliato delle proiezioni<br />
si possono scaricare <strong>dal</strong> sito:<br />
www.cinema-italiano.ch.<br />
l’egida dell’Istituto Ar<strong>che</strong>ologico<br />
Germanico <strong>di</strong> Roma si terrà <strong>dal</strong> 4<br />
al 6 novembre il convegno 410<br />
- Die Erober<strong>un</strong>g Roms. Das Ereignis,<br />
seine Vorgeschichte <strong>un</strong>d seine<br />
Auswirk<strong>un</strong>gen. 410 - Il sacco<br />
<strong>di</strong> Roma. Avvenimenti, antefatti e<br />
ripercussioni, <strong>che</strong> si concentrerà<br />
prevalentemente sui dati ar<strong>che</strong>ologici<br />
del sacco <strong>di</strong> Roma del 410,<br />
<strong>di</strong>scutendoli nel contesto <strong>di</strong> antefatti<br />
e ripercussioni. Concluderanno<br />
il convegno due contributi <strong>che</strong><br />
<strong>di</strong>scutono l’evento da prospettive<br />
<strong>di</strong>verse, in considerazione della sua importanza per la fi ne<br />
dell’Impero Romano.<br />
Informazioni<br />
http://www.istitutosvizzero.it<br />
http://www.dainst.org/abteil<strong>un</strong>g_263_de.html<br />
http://www.bsr.ac.uk<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
57
G ET NOTICED.<br />
Bernie’s Donna & Uomo: Zürich Glattzentrum Sihlcity Zollikon Bern Locarno Lugano St. Gallen St. Moritz<br />
www.bernies.ch
Nell’ambito del ‘Ticino a Mosca<br />
Economic Forum & Cultural Discoveries’<br />
Marianne Werefkin (Tula 1860 – Ascona 1938)<br />
Maestri e amici <strong>dal</strong>la Russia<br />
È<br />
stata inaugurata il 9 settembre, negli spazi<br />
della famosa Galleria Statale Tretyakov <strong>di</strong><br />
Mosca, la mostra Marianne Werefkin (Tula<br />
1860 – Ascona 1938). Maestri e amici <strong>dal</strong>la<br />
Russia, organizzata in Russia <strong>dal</strong> Com<strong>un</strong>e e <strong>dal</strong><br />
Museo Com<strong>un</strong>ale d’Arte Moderna <strong>di</strong> Ascona,<br />
nell’ambito della manifestazione indetta <strong>dal</strong>la<br />
Repubblica del Canton Ticino «Ticino a Mosca.<br />
Economic Forum & Cultural Discoveries».<br />
L’esposizione si propone <strong>di</strong> esplorare il percorso<br />
artistico e umano <strong>di</strong> Marianne Werefkin, le<br />
tappe della sua vita, le sue impressioni e frequentazioni<br />
artisti<strong>che</strong>, e la sua l<strong>un</strong>ga gestazione<br />
in <strong>nome</strong> <strong>di</strong> <strong>un</strong>a sua propria identità artistica,<br />
in <strong>un</strong> contesto culturale in mutazione e <strong>di</strong> grande<br />
fermento, dapprima in Russia poi in Europa<br />
Occidentale. In <strong>un</strong>’ottica <strong>di</strong> scambio culturale e<br />
museale, <strong>un</strong>a cinquantina <strong>di</strong> opere della Werefkin,<br />
nonché preziosi libretti <strong>di</strong> schizzi, <strong>di</strong>ari e<br />
documenti, <strong>di</strong> proprietà della Fondazione Marianne<br />
Werefkin, conservati presso il Museo<br />
Com<strong>un</strong>ale d’Arte Moderna <strong>di</strong> Ascona, saranno<br />
esposti a Mosca, a fi anco delle opere dei suoi<br />
contemporanei russi, <strong>di</strong> proprietà della stessa<br />
Galleria Tretyakov. Questi capolavori potranno<br />
poi essere ammirati ad Ascona Museo Com<strong>un</strong>ale<br />
d’Arte Moderna a partire <strong>dal</strong> 2011<br />
Un evento artistico-culturale d’eccezione <strong>che</strong>,<br />
per Luca Pissoglio, Capo Dicastero Cultura<br />
Ascona, rappresenta Il coronamento <strong>di</strong> <strong>un</strong> lavoro<br />
<strong>di</strong> valorizzazione <strong>di</strong> questa grande pittrice, iniziato<br />
già molti anni fa <strong>dal</strong>la precedente Capo Dicastero<br />
Arch. Paola Cerutti. Oltre all’aspetto culturale,<br />
inoltre, vi è l’aspetto turistico, <strong>che</strong> ci permette ad<br />
Ascona <strong>di</strong> presentarsi in <strong>un</strong> potenziale bacino <strong>di</strong><br />
nuovi turisti. Ne deriva, secondo Passoglio, <strong>un</strong>a<br />
positiva ricaduta in termini <strong>di</strong> immagine per il<br />
Borgo locarnese: “Ascona uscirà sicuramente rafforzata<br />
da questo progetto, poiché in questi mesi<br />
<strong>di</strong> preparazione <strong>ha</strong> visto consolidarsi i suoi rapporti<br />
sia con il Cantone <strong>che</strong> con la Confederazione.<br />
In effetti, abbiamo potuto mostrare loro la serietà<br />
del nostro lavoro, e questo a tutto vantaggio della<br />
nostra immagine nei loro confronti”.<br />
<strong>di</strong> Augusto Orsi<br />
Marianne Werefkin,<br />
Autoritratto, 1893.<br />
Marianne Werefkin,<br />
L’albero rosso, 1910.<br />
Responsabile della mostra è Mara Folini, Curatrice<br />
del Museo Com<strong>un</strong>ale d’Arte Moderna<br />
<strong>di</strong> Ascona, <strong>che</strong> da più <strong>di</strong> vent’anni si occupa<br />
dell’opera artistica <strong>di</strong> Marianne Werefkin.<br />
Lei, l’idea <strong>di</strong> poter fare <strong>un</strong>a mostra in Russia,<br />
l’<strong>ha</strong> da subito “considerata come <strong>un</strong>a grande occasione<br />
per poter far chiarezza sui primi passi <strong>di</strong><br />
formazione in patria della Werefkin (tra San Pietroburgo,<br />
Mosca e la Lituania), perché a tutt’<strong>oggi</strong><br />
sono quelli più oscuri a paragone <strong>di</strong> quelli della<br />
maturità a Monaco e in Svizzera”.<br />
Ha così costituito <strong>un</strong> comitato scientifi co <strong>di</strong><br />
specialisti dell’arte russa e <strong>di</strong> Werefkin, <strong>che</strong> <strong>ha</strong><br />
potuto stu<strong>di</strong>are la documentazione conservata<br />
presso l’archivio de<strong>di</strong>cato al Fondo Marianne<br />
Werefkin in particolare quella in lingua<br />
russa. Parallelamente, è riuscita a coinvolgere<br />
gli specialisti della Galleria Statale Tretyakov, i<br />
quali <strong>ha</strong>nno portato, come primo risultato, la<br />
scoperta e la pubblicazione <strong>di</strong> <strong>un</strong>a trentina <strong>di</strong><br />
lettere ine<strong>di</strong>te tra Werefkin e Igor Grabar (suo<br />
amico artista, storico dell’arte e poi Direttore<br />
della stessa Galleria Statale Tretyakov), <strong>che</strong> gettano<br />
nuova luce sui rapporti tra Werefkin e la<br />
Russia.<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
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la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
Ripensando alla retrospettiva <strong>di</strong> Ernst Lubitsch<br />
The Filmmakers’ Filmmaker<br />
La grande retrospettiva de<strong>di</strong>cata a Ernst Lubitsch<br />
nell’ultima e<strong>di</strong>zione del festival <strong>di</strong><br />
Locarno <strong>ha</strong> offerto agli spettatori la possibilità<br />
<strong>di</strong> vedere in formato pellicola tutti i fi lm<br />
conservati <strong>di</strong> <strong>un</strong>o dei più gran<strong>di</strong> registi della storia<br />
del cinema, amatissimo da molti colleghi <strong>che</strong> lo<br />
<strong>ha</strong>nno eletto nel tempo maestro in<strong>di</strong>scusso della<br />
comme<strong>di</strong>a. Ernst Lubitsch è infatti, come <strong>ha</strong> scritto<br />
Kristin Thompson, “The Filmmakers’ Filmmaker”,<br />
il regista dei registi: i suoi più fedeli allievi sono<br />
<strong>di</strong>ventati a volte anch’essi gran<strong>di</strong> cineasti – Billy<br />
Wilder e François Truffaut su tutti – e non <strong>ha</strong>nno<br />
mai negato il debito <strong>di</strong> riconoscenza nei confronti<br />
del genio tedesco. An<strong>che</strong> il pubblico <strong>che</strong> popola<br />
solitamente i festival, <strong>un</strong>a nicchia non così esigua<br />
come si crede, conosce bene la fama <strong>di</strong> Lubitsch,<br />
ma molto spesso associa al suo <strong>nome</strong> soltanto<br />
quattro o cinque titoli della produzione hollywoo<strong>di</strong>ana.<br />
Organizzare questa retrospettiva a Locarno<br />
è stato quin<strong>di</strong> importante per far conoscere, ad<br />
esempio, gli inizi folgoranti della carriera del regista<br />
in territorio tedesco, oppure, per porre l’attenzione<br />
su titoli ingiustamente sottovalutati rispetto<br />
alle gran<strong>di</strong> opere <strong>che</strong> sono assurte in <strong>un</strong> baleno a<br />
canone cinematografi co.<br />
La produzione del regista <strong>di</strong> origini ebrai<strong>che</strong> è sterminata<br />
e raccoglie decine e decine <strong>di</strong> titoli, molti<br />
dei quali risultano ad <strong>oggi</strong> perduti. Pochi sanno ad<br />
esempio <strong>che</strong> Lubitsch, prima ancora <strong>di</strong> approdare<br />
al cinema e <strong>di</strong>ventare regista, <strong>ha</strong> cominciato la carriera<br />
in teatro come attore, più precisamente nella<br />
compagnia <strong>di</strong> <strong>un</strong>o dei più gran<strong>di</strong> riformatori del<br />
teatro europeo: Max Rein<strong>ha</strong>rdt. Questa esperienza<br />
sarà altamente formativa e infl uenzerà l’artista nel<br />
corso <strong>di</strong> tutta la sua carriera. Lubitsch non sfi gura<br />
affatto nella formazione <strong>di</strong> Rein<strong>ha</strong>rdt, an<strong>che</strong> se<br />
fatica a trovare quello spazio <strong>che</strong> meriterebbe. Il<br />
periodo <strong>di</strong> lavoro sotto l’egida del maestro dura<br />
otto anni, <strong>dal</strong>l’inizio del 1910 fi no al 1918, ovvero<br />
fi no a quando il successo cinematografi co non lo<br />
convincerà ad abbandonare le scene. È del 1913<br />
l esor<strong>di</strong>o nella settima arte, sempre come attore,<br />
mentre due anni più tar<strong>di</strong>, con Auf Eis Geführt<br />
(1915), comincerà a <strong>di</strong>rigere le comme<strong>di</strong>e da lui<br />
stesso interpretate.<br />
La retrospettiva del festival ticinese <strong>ha</strong> permesso<br />
<strong>di</strong> apprezzare an<strong>che</strong> il Lubitsch performer: i primi<br />
fi lm da lui <strong>di</strong>retti <strong>ha</strong>nno rivelato <strong>un</strong> artista <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> Mattia Lento<br />
Ernst Lubitsch.<br />
sicuro talento espressivo e <strong>dal</strong>la mimica straor<strong>di</strong>nariamente<br />
in sintonia con il fi lm muto. Una volta<br />
abbandonato il teatro e la recitazione cinematografi<br />
ca, per Lubitsch comincia <strong>un</strong> periodo <strong>di</strong> lavoro<br />
intensissimo in cui alterna comme<strong>di</strong>e e drammi<br />
in costume. In breve tempo, riesce a costruire <strong>un</strong><br />
gruppo affi atato ed effi ciente <strong>di</strong> collaboratori <strong>che</strong><br />
gli permetteranno <strong>di</strong> girare in cinque anni, ovvero<br />
<strong>dal</strong> 1918 al 1922, ben <strong>di</strong>ciannove fi lm <strong>di</strong> grande<br />
sforzo produttivo. Titoli quali Carmen (1918), Madame<br />
Dubarry (1919), Die Puppe (1919) e Anna<br />
Boleyn (1919) sono le p<strong>un</strong>te <strong>di</strong> <strong>di</strong>amante della sua<br />
produzione tedesca. Le comme<strong>di</strong>e mostrano già<br />
<strong>un</strong> ritmo perfetto, <strong>un</strong>a grande consapevolezza del<br />
meccanismo comico e gran<strong>di</strong> capacità <strong>di</strong> gestione<br />
dell’interprete cinematografi co; nel rivedere con<br />
occhio critico le produzioni in costume, com<strong>un</strong>que<br />
formalmente apprezzabili, non ci sentiremmo<br />
<strong>di</strong> contrad<strong>di</strong>re del tutto i più aspri critici della prima<br />
maniera lubitschiana, <strong>che</strong> <strong>ha</strong>nno den<strong>un</strong>ciato<br />
in passato il suo ricondurre tutte le causalità stori-
<strong>che</strong> a pure e semplici passioni in<strong>di</strong>viduali, se non<br />
fosse <strong>che</strong> questi rimbrotti non colgono la volontà<br />
del maestro <strong>di</strong> negare <strong>di</strong>gnità artistica all’affresco<br />
storico stesso, <strong>un</strong> genere da lui utilizzato (e paro<strong>di</strong>ato)<br />
soltanto al fi ne <strong>di</strong> rendere più stuzzicante il<br />
marchingegno comico-erotico delle proprie pellicole.<br />
Del 1923 è il primo fi lm hollywoo<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> Lubitsch,<br />
Rosita (1923), con <strong>un</strong>a splen<strong>di</strong>da Lilian<br />
Gish come protagonista <strong>che</strong> tenta in tutti i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
svestire i panni <strong>di</strong>vistici dell’adolescente puritana<br />
per calarsi in <strong>un</strong> ruolo decisamente più maturo.<br />
Durante il periodo del muto gira an<strong>che</strong> <strong>un</strong>a delle<br />
opere considerate maggiori, ovvero Lady Windermere’s<br />
Fan (1925), in cui le intuizioni wil<strong>di</strong>ane<br />
sono esaltate da scelte registi<strong>che</strong> impeccabili.<br />
Lubitsch riesce a gestire i toni comici e insieme<br />
drammatici della piéce dello scrittore inglese, riducendo<br />
al minimo l’utilizzo delle <strong>di</strong>dascalie e<br />
giocando al meglio sulla sintesi drammatica, sulla<br />
brachilogia, favorendo quin<strong>di</strong> il non-detto rispetto<br />
alla com<strong>un</strong>icazione esplicita. Proprio le omissioni<br />
sono la chiave <strong>di</strong> volta <strong>di</strong> quello <strong>che</strong> è stato defi nito<br />
a partire dagli anni Venti <strong>dal</strong>la critica americana<br />
il “Lubitsch Touch”.<br />
Nella retrospettiva locarnese non potevano mancare<br />
ovviamente i gran<strong>di</strong> capolavori del sonoro: il<br />
pubblico <strong>ha</strong> riempito la sala dell’ex Rex per titoli<br />
quali Trouble in Para<strong>di</strong>se (1932), Design for Living<br />
(1933), The Merry Widow (1934), Ninotchka<br />
(1939) e To Be or Not to Be (1942). Gli ultimi due<br />
sono chiarifi catori del rapporto del regista con<br />
l’ideologia: il primo è <strong>un</strong>a satira <strong>dal</strong> sapore anticom<strong>un</strong>ista,<br />
in cui tre agenti segreti sovietici sono<br />
inviati <strong>dal</strong> governo a Parigi per rivendere alc<strong>un</strong>i<br />
gioielli confi scati a <strong>un</strong>a contessa russa esule nella<br />
capitale parigina.<br />
L’amante <strong>di</strong> quest’ultima, il conte Leon, alter ego<br />
del regista, si oppone a questa ven<strong>di</strong>ta e inizia i<br />
tre uomini ai piaceri della vita parigina. Incaricata<br />
<strong>di</strong> verifi care il comportamento sospetto dei tre,<br />
la spia Ninotchka, interpretata <strong>dal</strong>la Divina Greta<br />
Garbo, è inviata a sorvegliarli, ma an<strong>che</strong> lei non<br />
riuscirà a resistere alle tentazioni occidentali. Nel<br />
secondo fi lm il bersaglio critico <strong>di</strong>viene il nazismo:<br />
ambientato nella Polonia occupata <strong>dal</strong>le truppe<br />
tedes<strong>che</strong>, l’opera narra le vicende <strong>di</strong> <strong>un</strong>a compagnia<br />
<strong>di</strong> attori <strong>di</strong> Varsavia <strong>che</strong> vuole far fuori <strong>un</strong>o<br />
dei gerarchi dell’esercito tedesco. To Be or Not to<br />
Be, insieme al c<strong>ha</strong>pliniano The Great Dictator, è<br />
<strong>un</strong>o dei più gran<strong>di</strong> esempi cinematografi ci <strong>di</strong> satira<br />
antinazista. Nel 1983 Mel Brooks girerà persino<br />
<strong>un</strong> piacevole remake come omaggio al regista.<br />
Oltre ai fi lm, non poteva mancare la tra<strong>di</strong>zionale<br />
tavola rotonda, <strong>che</strong> in ogni e<strong>di</strong>zione affi anca le<br />
proiezioni e accoglie sempre i favori <strong>di</strong> <strong>un</strong> pubblico<br />
sempre più desideroso <strong>di</strong> conoscere la storia<br />
della settima arte. L’introduzione ai singoli fi lm,<br />
altro momento d’alta pedagogia cinematografi ca,<br />
quest’anno è stata affi data allo storico e critico<br />
americano Joseph McBride, <strong>di</strong> cui abbiamo potuto<br />
Una scena <strong>di</strong> Ninotchka, interpretata<br />
<strong>dal</strong>la Divina Greta Garbo.<br />
apprezzare le competenze an<strong>che</strong> durante l’ultima<br />
retrospettiva del festival bolognese Cinema Ritrovato<br />
de<strong>di</strong>cata a John Ford. Accanto a lui cineasti e<br />
critici amanti del regista come Luc Moullet, Jean<br />
Dou<strong>che</strong>t, Pierre Rissient, Lionel Baier, Daniele<br />
Gaglianone, Benoît Jacques <strong>ha</strong>nno supportato lo<br />
stu<strong>di</strong>oso americano nel <strong>di</strong>ffi cile compito <strong>di</strong> introdurre<br />
il pubblico in questo itinerario nel cinema<br />
d’autore. Chicca tra le chic<strong>che</strong>, però, è stato certamente<br />
il documentario Ernst Lubitsch In Berlin<br />
(2006), girato <strong>dal</strong> regista e storico del cinema<br />
Robert Fisher, in cui si ricostruisce la carriera del<br />
regista a partire dai suoi esor<strong>di</strong> fi no alla fi ne del<br />
periodo tedesco.<br />
In questo fi lm, Nicola Lubitsch, fi glia del regista,<br />
guida gli spettatori alla scoperta del periodo più<br />
oscuro della vita del padre. Al suo racconto si alternano<br />
rari frammenti <strong>di</strong> girato, fotografi e da poco<br />
emerse dagli archivi e persino au<strong>di</strong>o originali del<br />
regista e dei suoi attori. La stessa Nicola era presente<br />
alla proiezione del fi lm Ninotchka, <strong>un</strong> fi lm<br />
da lei molto amato, e la sua testimonianza <strong>di</strong>retta<br />
non <strong>ha</strong> mancato <strong>di</strong> commuovere i numerosi spettatori<br />
accorsi.<br />
Accanto a questo documentario è stato possibile<br />
vedere an<strong>che</strong> Lubitsch, le patron (2010), fi lm<br />
francese girato da Jean-Jacques Bernard e scritto<br />
da N.T. Binh, <strong>che</strong>, pur essendo <strong>un</strong>o spassionato<br />
omaggio al regista, arricchisce ulteriormente le<br />
nostre conoscenze lubitschiane. Insomma, questa<br />
retrospettiva è stata <strong>un</strong>o dei più gran<strong>di</strong> successi del<br />
programma voluto da Olivier Père, in <strong>un</strong>’e<strong>di</strong>zione<br />
<strong>che</strong> <strong>ha</strong> saputo rafforzare ancora <strong>un</strong>a volta il ruolo<br />
<strong>di</strong> primo piano del festival <strong>di</strong> Locarno nel <strong>di</strong>fendere<br />
<strong>un</strong>’idea <strong>di</strong> cultura lontana da lustrini, mode<br />
e volgarità.<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
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Sequenze <strong>di</strong> Jean de la Mulière<br />
THE AMERICAIN<br />
<strong>di</strong> Anton Corbijn.<br />
Un killer solitario esperto nel costruire e utilizzare armi.<br />
Una missione fi nita male e la decisione <strong>di</strong> cambiare vita.<br />
Per farlo il sicario si ritira in <strong>un</strong> paesino sugli Appennini<br />
dove fa amicizia con <strong>un</strong> sacerdote e si innamora <strong>di</strong> <strong>un</strong>a<br />
giovane prostituta, ma prima <strong>di</strong> cambiare vita deve portare<br />
a termine l’ultimo incarico assegnatogli: costruire <strong>un</strong><br />
arma estremamente letale.<br />
Il soggetto è così lineare <strong>che</strong> ancora prima <strong>di</strong> vederlo in<br />
molti lo avevano tacciato <strong>di</strong> banalità e scarsa originalità.<br />
In effetti, non è <strong>che</strong> la storia <strong>di</strong> <strong>un</strong> killer tormentato e<br />
incerto sul suo futuro fi no a incamminarsi sulla via della<br />
redenzione sia raccontata per la prima volta.<br />
La sceneggiatura si app<strong>oggi</strong>a su <strong>un</strong> romanzo <strong>di</strong> Martin<br />
Booth, A Very Private Gentleman (1990) ed è sicuramente<br />
molto letteraria se questo signifi ca costruire <strong>un</strong> thriller<br />
in cui le scene d’azione sono quasi completamente assenti,<br />
i <strong>di</strong>aloghi rari e rarefatti e il racconto prosegue più per<br />
impressioni e suggestioni <strong>che</strong> grazie al succedersi <strong>di</strong> fatti<br />
e colpi <strong>di</strong> scena.<br />
NOWHERE BOY <strong>di</strong> Sam Taylor<br />
Immaginate l’infanzia <strong>di</strong> John Lennon. Liverpool 1955: <strong>un</strong> ragazzino<br />
<strong>di</strong> quin<strong>di</strong>ci anni furbo e ribelle, assetato <strong>di</strong> esperienza.<br />
In <strong>un</strong>a famiglia piena <strong>di</strong> segreti, due donne si contendo-<br />
EAT PRAY LOVE<br />
<strong>di</strong> Ryan Murphy<br />
Liz Gilbert <strong>ha</strong> tutto ciò <strong>che</strong> <strong>un</strong>a donna moderna può sognare – <strong>un</strong> marito,<br />
<strong>un</strong>a casa e <strong>un</strong>a carriera <strong>di</strong> successo – ma come tante altre donne,<br />
è insod<strong>di</strong>sfatta, confusa ed è alla ricerca <strong>di</strong> cosa effettivamente<br />
desidera <strong>dal</strong>la vita. Appena <strong>di</strong>vorziata, trovandosi ad <strong>un</strong> bivio, decide<br />
<strong>di</strong> allontanarsi <strong>dal</strong> suo mondo rischiando tutto e, per dare <strong>un</strong> cambiamento<br />
ra<strong>di</strong>cale alla sua vita, intraprende <strong>un</strong> viaggio intorno al mondo,<br />
<strong>un</strong> percorso per ritrovare se stessa. Nel suo viaggio in Italia riscopre il<br />
piacere <strong>di</strong> mangiare; in In<strong>di</strong>a arricchisce la sua spiritualità e, inaspettatamente,<br />
a Bali ritrova il suo equilibrio interiore grazie al vero amore..<br />
Tratto <strong>dal</strong>l’omonimo bestseller <strong>di</strong> Elizabeth Gilbert, Eat Pray Love è<br />
<strong>un</strong> titolo sbrigativo, assertivo, a suo modo essenziale, esattamente<br />
come il fi lm <strong>che</strong> introduce. I temi del libro sono seri, complessi<br />
ed effettivamente attuali, ma il trattamento <strong>che</strong> il fi lm riserva loro<br />
è sempre molto edulcorato, protetto da <strong>un</strong>a ciambella <strong>di</strong> sorrisi e<br />
bambagia. La solitu<strong>di</strong>ne e l’emarginazione a cui la scelta <strong>di</strong> Liz la<br />
espone non dura mai più <strong>di</strong> <strong>un</strong> accenno, la sofferenza è annacquata<br />
nel gelato, la confusione stemperata nell’esotismo <strong>di</strong> <strong>un</strong>a seduta <strong>di</strong><br />
psicoterapia-lampo presso <strong>un</strong> simpatico vecchietto in mutandoni,<br />
<strong>che</strong> non può prendere l’aereo “perché non <strong>ha</strong> i denti” (nel suo nonsense,<br />
<strong>un</strong>a delle battute migliori del fi lm).<br />
no il suo affetto: la severa zia Mimi, <strong>che</strong> <strong>ha</strong> cresciuto John,<br />
e Julia, la madre più permissiva. Nonostante aspiri ad avere<br />
<strong>un</strong>a famiglia normale, John si rifugia nell’eccitante mondo<br />
del “rock’n’roll”, dove il suo giovane talento incontra <strong>un</strong>o<br />
spirito affi ne nell’adolescente Paul Non appena John sta per<br />
iniziare la sua nuova vita, avviene <strong>un</strong> evento tragico. Vincendo<br />
le avversità, il ragazzo riesce a trovare la sua voce - ed il<br />
mondo assisterà alla nascita esplosiva <strong>di</strong> <strong>un</strong>a nuova icona.<br />
Narrare vicende <strong>che</strong> non <strong>ha</strong>nno nulla <strong>di</strong> particolarmente intrigante<br />
da <strong>di</strong>rci, se non fosse <strong>che</strong> coinvolgono personaggi<br />
noti comporta il rischio <strong>di</strong> costeggiare il luogo com<strong>un</strong>e. Lasciamo<br />
aperti gli interrogativi: cosa ci vuol rivelare il fi lm?<br />
Che la complicata vicenda familiare <strong>di</strong> Lennon <strong>ha</strong> infl uenzato<br />
la sua vita e la sua arte? Che per essere dei geni bisogna<br />
aver vissuto <strong>un</strong>’esistenza complicata? Che la ‘ribellione’ del<br />
giovane musicista <strong>ha</strong> buone ragioni <strong>di</strong> essere?<br />
Agli spettatori la propria sentenza.<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
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Diapason <strong>di</strong> Luca D’Alessandro<br />
Nu Braz - Baticumbum (Irma Records)<br />
Il cantante e musicista Emmanuele Cucchi - fi glio <strong>di</strong> Franco il noto trombonista<br />
della «Riverside Jazz Band» - in Baticumbum crea <strong>un</strong> legame con le<br />
tra<strong>di</strong>zioni jazzisti<strong>che</strong> e con le canzoni italiane degli anni cinquanta. Nu Braz<br />
è il suo progetto <strong>che</strong> si ispira alla musica popolare brasiliana, alla bossa<br />
nova, ma non solo. Il suo è <strong>un</strong> <strong>di</strong>sco concepito accuratamente, con brani<br />
acustici, puri, sommersi <strong>di</strong> passione e calore.<br />
Era l’obiettivo <strong>di</strong> Cucchi <strong>di</strong> p<strong>un</strong>tare su <strong>un</strong> livello altamente qualitativo: per<br />
la produzione del <strong>di</strong>sco si è affi ancato a numerosi rappresentanti del jazz<br />
italiano, tra l’altro agli S-Tone Inc., alla famosa cantante Anna D’Amico e al<br />
cantante e chitarrista <strong>di</strong> origine brasiliana Tomaz Di C<strong>un</strong>to, in arte Toco.<br />
Sono loro a dare il tocco fi nale, l’ultima sfumatura a quest’opera piena <strong>di</strong><br />
colori. Un <strong>di</strong>sco meraviglioso!<br />
Cesare Cremonini - 1999-2010 The Greatest Hits<br />
(Warner Music)<br />
I brani più famosi del cantautore bolognese Cesare Cremonini sono raccolti<br />
in 1999-2010 The Greatest Hits, <strong>un</strong> <strong>di</strong>sco <strong>che</strong> contiene il nuovo singolo<br />
Mondo, da <strong>di</strong>verse settimane ai vertici delle classifi <strong>che</strong> italiane, e il brano<br />
ine<strong>di</strong>to Hello cantato in duetto con Malika Ayane. Cremonini in questa retrospettiva<br />
attraversa i suoi primi <strong>di</strong>eci anni <strong>di</strong> carriera; questa <strong>ha</strong> preso il<br />
suo corso alla fi ne del secolo scorso, quando Cremonini faceva parte dei<br />
L<strong>un</strong>apop. Da lì Cremonini è cresciuto, mantenendo com<strong>un</strong>que sempre il suo<br />
legame con il pop-rock genuino, il britpop o il gr<strong>un</strong>ge, <strong>un</strong> genere <strong>che</strong> viene<br />
spesso usato in Gran Bretagna.<br />
È <strong>un</strong>a delle doti del cantautore: combinare la più nobile tra<strong>di</strong>zione italiana<br />
con <strong>un</strong>a scrittura <strong>di</strong> respiro internazionale.<br />
Danilo Rea - Piano Works X: Danilo Rea at Schloss Elmau<br />
«A Tribute to Fabrizio De André» (Act Music)<br />
Il pianista vicentino Danilo Rea è stato defi nito da Thomas Conrad, critico<br />
della rivista American Jazztimes, <strong>un</strong>o dei pianisti italiani più talentuosi del<br />
momento. Non ne dubitiamo: Rea nel suo album da solista, <strong>un</strong> tributo a<br />
Fabrizio De André, lo <strong>di</strong>mostra perfettamente. Le canzoni <strong>di</strong> De André non<br />
solo fanno da base, ma spingono Rea a estrarre da se stesso <strong>un</strong>’immensa<br />
forza creativa. Il pianista si muove fra brani intramontabili come Bocca <strong>di</strong><br />
Rosa e La Canzone <strong>di</strong> Marinella, intense ballate struggenti, <strong>dal</strong> blues allo<br />
swing sincopato, per arrivare persino a passaggi <strong>di</strong> puro free jazz, come<br />
nel brano Girotondo. A Tribute to Fabrizio De André offre l’opport<strong>un</strong>ità al<br />
mondo <strong>di</strong> conoscere due gran<strong>di</strong> artisti italiani, Danilo Rea e Fabrizio De<br />
André, con <strong>un</strong> solo CD.<br />
John Type - L<strong>un</strong>atic Decadence (Irma Records)<br />
Un <strong>di</strong>sco ispirato ai fi lm polizieschi degli anni settanta, ai fumetti d’azione, al<br />
breakbeat, all’elettronica e al jazz. Non manca niente, sia sul piano melo<strong>di</strong>co<br />
sia su quello ritmico: sono brani veloci, melo<strong>di</strong>e assemblate da <strong>un</strong> bouquet<br />
<strong>di</strong> stili e <strong>di</strong> mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi. L<strong>un</strong>atic Decadence è la visione <strong>di</strong> John Type,<br />
<strong>un</strong> produttore e dj <strong>di</strong> origine fi lippina, <strong>che</strong> vive in Italia da <strong>di</strong>versi anni, dove<br />
<strong>ha</strong> collaborato tra l’altro con i Negrita. John Type fa ampio uso <strong>di</strong> sintetizzatori,<br />
campionatori e gira<strong>di</strong>schi, ovvero dei mezzi <strong>di</strong> com<strong>un</strong>icazione degli<br />
anni passati, combinandoli con le musi<strong>che</strong> <strong>di</strong> <strong>oggi</strong>. Nonostante quest’orientamento<br />
verso i suoni multiformi, l’autore nel suo <strong>di</strong>sco evita <strong>di</strong> proporci <strong>un</strong><br />
suono complesso o astratto – non si tratta <strong>di</strong> <strong>un</strong>’alchimia artistica, ma solo<br />
<strong>di</strong> <strong>un</strong>a fusione <strong>di</strong> generi <strong>di</strong>versi tra loro amalgamati alla perfezione.<br />
la Rivista<br />
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la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
Una vera Diva!<br />
Cecilia Bartoli, Annette e Léonard Gianadda Presidente della<br />
celeberrima Fondazione <strong>ha</strong>nno appena tolto il velo alla targa<br />
commemorativa dell’evento in Octodure.<br />
(foto: © Georges-André Cretton - Martigny.
Marco Patr<strong>un</strong>o, <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> www.alpinfo.ch,<br />
la testata transfrontaliera <strong>che</strong> <strong>ha</strong><br />
sede nel Vallese, nelle mura dell’antica città<br />
d’Octodure, <strong>ha</strong> incontro Cecilia Bartoli. A<br />
Martigny, la celebre mezzo-soprano italiana,<br />
residente in Svizzera, <strong>ha</strong> tenuto a battesimo<br />
la Fondazione Annette e Léonard<br />
Gianadda<br />
Recentemente Martigny e la Fondazione<br />
Pierre Gianadda <strong>ha</strong>nno ancora <strong>un</strong>a volta<br />
avuto il privilegio e l’onore d’accogliere<br />
<strong>un</strong>’artista straor<strong>di</strong>naria, Cecilia Bartoli.<br />
La cantatrice italiana è stata la protagonista d’<strong>un</strong><br />
concerto <strong>di</strong> gala <strong>che</strong> <strong>ha</strong> riscosso <strong>un</strong> successo eccezionale.<br />
La sua sublime interpretazione del repertorio<br />
<strong>di</strong> Haendel <strong>ha</strong> suscitato delle forti emozioni<br />
nel numeroso pubblico presente alla serata.<br />
Una platea affascinata <strong>dal</strong> talento e <strong>dal</strong> carisma <strong>di</strong><br />
Cecilia. Alc<strong>un</strong>e persone presenti in sala ci <strong>ha</strong>nno<br />
confessato d’aver provato fremiti tali da far venire<br />
la “pelle d’oca”, talmente la sonorità della sua<br />
voce era avvincente. Noi abbiamo avuto la fort<strong>un</strong>a<br />
e l’onore d’incontrarla il giorno dopo il suo gala<br />
durante le celebrazioni del 75mo compleanno <strong>di</strong><br />
Léonard Gianadda, suo grande estimatore nonché<br />
amico. Quest’ultimo <strong>ha</strong> colto l’occasione della sua<br />
festa per inaugurare la “Fondazione Annette e Léonard<br />
Gianadda” alla quale <strong>ha</strong> donato <strong>un</strong> complesso<br />
immobiliare: <strong>un</strong> asilo-nido e dei monolocali per<br />
attività me<strong>di</strong>co-sociali. I proventi, <strong>che</strong> sono stimati<br />
a circa 350'000 franchi svizzeri annui, saranno<br />
versati all’Amministrazione com<strong>un</strong>ale <strong>di</strong> Martigny<br />
da devolvere alle iniziative sociali del Com<strong>un</strong>e. Cecilia<br />
Bartoli, <strong>ha</strong> reso omaggio al suo amico e alla<br />
sua famiglia accettando d’essere la madrina della<br />
manifestazione.<br />
Un’affascinante personalità<br />
Noi pensavamo d’incontrare <strong>un</strong>a Star…in realtà<br />
abbiamo conosciuto, non solo <strong>un</strong>a vera Diva, ma<br />
an<strong>che</strong> <strong>un</strong>a dama: l’<strong>un</strong>a e l’altra con la “D” maiuscola.<br />
Una “bella persona” come si suol <strong>di</strong>re da noi<br />
in Italia. La sua gentilezza, la sua semplicità e la<br />
sua sensibilità sono i valori aggi<strong>un</strong>ti al suo grande<br />
talento. Una vera Icona del “Bel Canto” <strong>che</strong> ci<br />
inorgoglisce con le sue itali<strong>che</strong> origini. Cecilia era<br />
accompagnata <strong>dal</strong>la madre. An<strong>che</strong> con lei abbiamo<br />
scambiato qual<strong>che</strong> impressione, ciò <strong>che</strong> ci <strong>ha</strong><br />
permesso <strong>di</strong> conoscere meglio, non solo l’artista,<br />
ma an<strong>che</strong> la donna nella sua quoti<strong>di</strong>anità: <strong>un</strong>a vera<br />
perla! La chiacchierata ami<strong>che</strong>vole, <strong>che</strong> abbiamo<br />
avuto con la cantatrice, ci <strong>ha</strong> inoltre permesso <strong>di</strong><br />
scoprire la sua passione per l’arte culinaria. Spesso<br />
è lei stessa <strong>che</strong> prepara per i suoi amici dei piatti<br />
succulenti della cucina italiana e ne con<strong>di</strong>vide<br />
i piaceri a tavola; insomma <strong>un</strong>a “buona for<strong>che</strong>tta”<br />
come ci <strong>ha</strong> confermato la madre.<br />
Interesse per le nostre iniziative<br />
L’artista si è <strong>di</strong>mostrata incuriosita <strong>dal</strong>la nostra testa-<br />
ta giornalistica transfrontaliera Alp-Info. Ha trovato<br />
molto interessante questa iniziativa <strong>di</strong> mettere in<br />
relazione Francesi, Svizzeri e Italiani per sviluppare<br />
nuove idee <strong>dal</strong> valore aggi<strong>un</strong>to. An<strong>che</strong> per lei la com<strong>un</strong>icazione<br />
è fondamentale per il progresso civile<br />
e sociale. Infi ne le abbiamo offerto <strong>un</strong>a copia della<br />
centenaria e prestigiosa pubblicazione La Rivista<br />
e<strong>di</strong>ta <strong>dal</strong>la CCIS (<strong>Camera</strong> del <strong>Commercio</strong> Italiana<br />
per la Svizzera), promettendole <strong>di</strong> pubblicare sulle<br />
sue pagine il resoconto <strong>di</strong> questo avvenimento.<br />
Personalmente, abbiamo constatato la bella amicizia<br />
<strong>che</strong> la lega a Léonard Gianadda, Presidente<br />
della celeberrima Fondazione <strong>di</strong> cui apprezza<br />
l’impegno in favore della cultura. L’Icona del “Bel<br />
Canto”, qual è Cecilia Bartoli, è troppo modesta<br />
per sentirsi ambasciatrice italiana nel mondo. Noi<br />
però ne siamo convinti oltre ad esserne orgogliosi.<br />
La conversazione si è poi portata sugli impegni<br />
prossimo-futuri <strong>che</strong> la vedranno in scena dopo il<br />
concerto <strong>di</strong> gala <strong>che</strong> si terrà al “Lingotto” <strong>di</strong> Torino<br />
in Italia, an<strong>che</strong> a Vienna, Madrid, Basilea ed in altre<br />
località d’Europa e del mondo.<br />
Il nostro <strong>di</strong>scorrere ami<strong>che</strong>vole ci <strong>ha</strong> confermato le<br />
prime impressioni: Cecilia non solo è <strong>un</strong>’artista <strong>di</strong><br />
alto livello ma an<strong>che</strong> <strong>un</strong>a donna <strong>di</strong> <strong>un</strong>a sensibilità<br />
particolare. Disponibile e sorridente, la mezzo-soprano<br />
si è prestata ad essere fotografata con il suo<br />
pubblico.<br />
Da parte nostra le auguriamo calorosamente il meglio<br />
per tutti i progetti <strong>che</strong> nel futuro intraprenderà,<br />
siano essi professionali o <strong>di</strong> vita, e la ringraziamo<br />
per gli istanti in<strong>di</strong>menticabili <strong>che</strong> ci <strong>ha</strong> de<strong>di</strong>cato<br />
senza alc<strong>un</strong>a remora.<br />
Nela foto: Cecilia Bartoli, icona del “Bel Canto, con <strong>un</strong> Marco<br />
Patr<strong>un</strong>o visibilmente emozionato.<br />
(foto: © Georges-André Cretton – Martigny).<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
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WiMu: il nuovo museo del vino<br />
al castello <strong>di</strong> Barolo<br />
Inaugurato lo scorso 12 settembre 2010 al<br />
Castello Falletti <strong>di</strong> Barolo il WiMu– Wine<br />
Museum è l’innovativo museo del vino nato<br />
<strong>dal</strong>la fantasia <strong>di</strong> François Confi no, autore <strong>di</strong><br />
numerosi e apprezzati allestimenti museali in tutto<br />
il mondo fra cui, a Torino, il Museo del Cinema<br />
alla Mole Antonelliana e il restyling del Museo<br />
dell’Automobile.<br />
Il WiMu non poteva <strong>che</strong> sorgere a Barolo. Qui, fra<br />
or<strong>di</strong>nate colline pettinate a vigneto, è nato oltre<br />
due secoli fa quello <strong>che</strong> è riconosciuto come il «re<br />
dei vini», nell’Ottocento <strong>di</strong>venuto vino uffi ciale<br />
della Corte dei Savoia e <strong>oggi</strong> fra i più prestigiosi<br />
ambasciatori internazionali del made in Italy.<br />
Qui, quello <strong>che</strong> non c’era adesso c’è. Il castello<br />
dei mar<strong>che</strong>si Falletti nel cuore dell’abitato riapre<br />
le sue stori<strong>che</strong> sale per ospitare <strong>un</strong> museo <strong>che</strong> aggi<strong>un</strong>ge<br />
<strong>un</strong> importante tassello all’offerta turistica,<br />
culturale ed enogastronomica <strong>di</strong> questa terra acclamata<br />
come meta da visitatori e buongustai <strong>di</strong><br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
tutto il mondo.<br />
Il WiMu è nato <strong>dal</strong>l’accordo tra Regione Piemonte,<br />
Provincia <strong>di</strong> C<strong>un</strong>eo, Com<strong>un</strong>e <strong>di</strong> Barolo e Unione<br />
<strong>di</strong> Com<strong>un</strong>i «Colline <strong>di</strong> Langa e Barolo», con<br />
il sostegno <strong>di</strong> Fondazione Cassa <strong>di</strong> Risparmio <strong>di</strong><br />
C<strong>un</strong>eo, Fondazione Cassa <strong>di</strong> Risparmio <strong>di</strong> Torino<br />
e Compagnia <strong>di</strong> San Paolo, il contributo della<br />
<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> <strong>di</strong> C<strong>un</strong>eo, la partnership<br />
dell’Enoteca Regionale del Barolo, la collaborazione<br />
<strong>di</strong> Atl Langhe Roero e Consorzio Turistico<br />
Langhe Monferrato Roero per la promozione e<br />
della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura<br />
per la com<strong>un</strong>icazione, la <strong>di</strong>rezione artistica e<br />
l’organizzazione dell’evento inaugurale.<br />
Dimenticatevi il classico «museo del vino» con i<br />
tini, le botti e le ba<strong>che</strong><strong>che</strong> zeppe <strong>di</strong> tappi e vecchie<br />
bottiglie. Il WiMu non è <strong>un</strong>a statica collezione<br />
<strong>di</strong> memorabilia, ma <strong>un</strong> viaggio emozionale tra<br />
la produzione, la cultura e la tra<strong>di</strong>zione del vino,<br />
attraverso <strong>un</strong> percorso <strong>di</strong> evocazioni e suggestioni
<strong>che</strong> partono <strong>dal</strong> ruolo <strong>che</strong> il vino come ar<strong>che</strong>tipo<br />
<strong>di</strong> vita riveste da millenni nella cultura umana,<br />
nelle religioni, nell’immaginario delle arti e della<br />
creatività.<br />
Il WiMu è pensato per offrire <strong>un</strong> complemento lu<strong>di</strong>co<br />
all’esperienza del turista <strong>che</strong> da queste parti<br />
- nello spazio <strong>di</strong> pochi chilometri - può godere <strong>di</strong><br />
<strong>un</strong>’esperienza in<strong>di</strong>menticabile <strong>che</strong> va <strong>dal</strong>la visita<br />
alle cantine e produttori del territorio alla scoperta<br />
<strong>di</strong> <strong>un</strong> paesaggio p<strong>un</strong>teggiato <strong>di</strong> castelli me<strong>di</strong>evali,<br />
da <strong>un</strong> sistema ricettivo <strong>che</strong> spazia <strong>dal</strong> b&b familiare<br />
al resort a cinque stelle a <strong>un</strong>’offerta enogastronomica<br />
fra le più celebrate d’Italia, con i suoi<br />
14 vini Doc e Docg e <strong>un</strong> gioiello come il Tartufo<br />
bianco d’Alba.<br />
Il percorso <strong>di</strong> visita del WiMu è <strong>un</strong>a celebrazione<br />
del vino in venticinque sale <strong>di</strong>sposte su cinque piani.<br />
Un viaggio emozionale fra buio e luce, suoni e<br />
colore, fra realtà e mito attraverso i colori e i suoni<br />
delle stagioni, dei tempi del giorno e dell’anno.<br />
L’allestimento – come sempre in Confi no – mescola<br />
rigore scientifi co e <strong>di</strong>vertissement puro, citazioni<br />
colte e ironi<strong>che</strong>, trovate a volte spiazzanti<br />
ma mai banali. Non <strong>un</strong> museo dove si «guarda»<br />
soltanto, ma dove si viene immersi in atmosfere<br />
avvolgenti, colpiti <strong>dal</strong>le suggestioni <strong>di</strong> installazioni<br />
multime<strong>di</strong>ali, <strong>di</strong>orami, teatrini e cappellette,<br />
macchine e pulsanti <strong>che</strong> il visitatore può mettere<br />
in moto e azionare <strong>di</strong> persona.<br />
Si parte <strong>dal</strong>l’ultimo piano. Una <strong>di</strong>scesa fra buio e<br />
luce, fra suono e colore, sopra e sotto le zolle <strong>di</strong><br />
questo suolo miracoloso. Il clima, la terra, i tempi<br />
delle stagioni, i colori dell’aut<strong>un</strong>no e i silenzi<br />
dell’inverno, la sapienza della mano. Il vino nella<br />
storia e nell’arte, in cucina e nel cinema, nella<br />
musica e nella letteratura, nei miti <strong>un</strong>iversali e nelle<br />
tra<strong>di</strong>zioni locali.<br />
Il WiMu è an<strong>che</strong> <strong>un</strong> omaggio alla storia del castello<br />
e ai personaggi illustri <strong>che</strong> lo <strong>ha</strong>nno abitato. Il<br />
mar<strong>che</strong>se Carlo Tancre<strong>di</strong> Falletti e la consorte, la<br />
mar<strong>che</strong>sa Juliette Colbert, più nota come Giulia<br />
<strong>di</strong> Barolo. Il patriota Silvio Pellico, <strong>un</strong>o dei gran<strong>di</strong><br />
protagonisti del Risorgimento italiano, <strong>che</strong> qui fu<br />
bibliotecario e <strong>di</strong> cui è conservata intatta la camera-stu<strong>di</strong>o.<br />
E dopo il vino evocato e narrato, ecco il vino da<br />
vivere e gustare. Si scende al Tempio dell’Enoturista<br />
dove si scatena la pienezza del piacere sensoriale.<br />
Qui incontriamo il Barolo e i gran<strong>di</strong> vini.<br />
Qui possiamo degustarli da soli o sotto la guida <strong>di</strong><br />
esperti. Impariamo giocando a riconoscerne profumi,<br />
aromi, personalità. Scopriamo il legame fra<br />
il vino e il suo territorio. E <strong>di</strong> qui possiamo continuare<br />
il nostro viaggio <strong>di</strong> esplorazione virtuale e<br />
reale alla scoperta <strong>di</strong> <strong>un</strong>a terra ricca e generosa.<br />
Una fi nestra sul paesaggio, i riti, i segreti dei vini<br />
del Piemonte scan<strong>di</strong>ta <strong>dal</strong>le immagini emozionali<br />
del videoclip appositamente scritto e realizzato da<br />
Maurizio Bonino.<br />
L’itinerario si conclude nel modo più appagante<br />
all’Enoteca Regionale del Barolo, rappresentativa<br />
degli 11 paesi del Barolo, sita nelle anti<strong>che</strong> cantine<br />
marchionali del castello <strong>che</strong> tennero a battesimo<br />
questo vino leggendario. Lo spettacolo delle<br />
gran<strong>di</strong> eti<strong>che</strong>tte e delle annate memorabili.<br />
Qui potremo scegliere le nostre bottiglie e portarcele<br />
a casa.<br />
WiMu - Wine Museum,<br />
Castello Com<strong>un</strong>ale Falletti <strong>di</strong> Barolo, Italia<br />
Tel. +39 0173 38 66 97<br />
www.wimubarolo.it<br />
Orari<br />
Lu-dom 9.30 - 19.30, ultimo ingresso 18.30<br />
Chiuso il giovedì <strong>dal</strong> 15 novembre 2010<br />
25 <strong>di</strong>cembre, 1 gennaio<br />
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la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
69
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Sede e iscrizioni FOPRAS, Nauenstrasse, 71, Postfach 2816, 4002 Basel<br />
Segreteria FOPRAS tel 061 271 78 50 fax 061 271 78 56; e-mail info@fopras.ch
Gastronomia:<br />
esperienze <strong>di</strong> formazione<br />
“Lei non ci crederà ma i primi sol<strong>di</strong> <strong>che</strong> ho guadagnato<br />
negli Stati Uniti li ho spesi per formarmi<br />
in ambito gastronomico!” Inizia così il frizzante<br />
incontro con Giorgio Martone, gestore del ristorante<br />
Im Schärme Hofstetten (SO), valente cuoco<br />
<strong>di</strong> origine irpina nato in Svizzera, cresciuto professionalmente<br />
nel modenese, e negli Stati Uniti,<br />
trasferitosi nuovamente nella Confederazione da<br />
cinque anni. Tuttavia sarebbe riduttivo defi nirlo<br />
solo con il termine “cuoco”. Giorgio è <strong>un</strong>a persona<br />
fort<strong>un</strong>ata perché ama il lavoro <strong>che</strong> fa; anzi per<br />
parafrasare Anton Ego, personaggio immaginario<br />
del fi lm d’animazione Ratatouille, lui non ama la<br />
gastronomia, la venera.<br />
Giorgio <strong>ha</strong> tenuto <strong>un</strong>a lezione <strong>di</strong> 8 ore all’interno<br />
del corso “Il vino: conoscerlo abbinarlo e servirlo”<br />
realizzato <strong>dal</strong>la FOPRAS con l’aiuto <strong>di</strong> partner italiani<br />
all’interno <strong>di</strong> <strong>un</strong> progetto <strong>di</strong> formazione <strong>che</strong><br />
prevede la realizzazione <strong>di</strong> corsi gratuiti per gli<br />
italiani residenti in Svizzera a tema gastronomico<br />
e turistico, sia per i semplici amatori <strong>che</strong> per i<br />
professionisti. Il progetto avrà termine nell’aprile<br />
del 2011.<br />
Veramente i primi sol<strong>di</strong> <strong>che</strong> <strong>ha</strong>i guadagnato sono<br />
stati spesi per la tua formazione?<br />
Ebbene sì: era il 1979 e volevo sfruttare subito il<br />
titolo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o tecnico <strong>che</strong> avevo conseguito a Frigento,<br />
in Irpina. Sono andato negli Stati Uniti, a<br />
Waterbury in Connecticut dove avevo <strong>un</strong> parente.<br />
Là lavoravo presso la General Motors. Ma la mia<br />
vera passione premeva. Conobbi il proprietario del<br />
ristorante Diorio e mi accordai con lui: il giorno<br />
lavoravo alla GM e la sera, a pagamento, andavo a<br />
lezione da lui per farmi insegnare il mestiere.<br />
E da li è iniziato <strong>un</strong> percorso, duro certo,<br />
ma denso <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazioni…<br />
Essere defi nito come il cuoco “dei trecento all’ora”<br />
visto <strong>che</strong> sono stato il cuoco <strong>di</strong> Mic<strong>ha</strong>el Schuma<strong>che</strong>r<br />
quando era alla Ferrari e aver lavorato per<br />
Luciano Pavarotti fa gonfi are il petto <strong>di</strong> orgoglio.<br />
Cerco però <strong>di</strong> non <strong>di</strong>menticare <strong>che</strong> ciò è stato possibile<br />
per due ragioni: la passione <strong>che</strong> nutro per<br />
questa arte e la consapevolezza <strong>che</strong> c’è sempre<br />
qualcosa da imparare. Le attività formative sono<br />
per me delle vere miniere: <strong>un</strong>’idea, <strong>un</strong>’intuizione<br />
o <strong>un</strong> <strong>di</strong>verso p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista, può arrivare da <strong>un</strong> addetto<br />
ai lavori come da <strong>un</strong> amatore.<br />
Lo Chef Martone ai fornelli.<br />
È questa l’esperienza <strong>che</strong> <strong>ha</strong> fatto ne corso<br />
“Il vino: conoscerlo abbinarlo e servirlo”?<br />
Esattamente! Durante la giornata <strong>di</strong> lezione sugli<br />
abbinamenti ho trasmesso le mie conoscenze, ma<br />
ho an<strong>che</strong> ascoltato gli sp<strong>un</strong>ti e le perplessità dei<br />
presenti. Formare e allo stesso modo essere formati,<br />
sono occasioni <strong>un</strong>i<strong>che</strong> per docente e <strong>di</strong>scente. Si<br />
<strong>ha</strong> sempre bisogno <strong>di</strong> imparare e confrontarsi con<br />
gli altri. È stato grazie al mio primo investimento<br />
<strong>che</strong> ho iniziato questo mestiere e grazie alle esperienze<br />
fatte come docente al centro <strong>di</strong> formazione<br />
professionale Nazareno <strong>di</strong> Carpi <strong>che</strong> ho conosciuto<br />
persone come Lino Turrini (noto <strong>che</strong>f italiano<br />
ndr), <strong>che</strong> mi <strong>ha</strong> fatto capire come il cibo sia, grazie<br />
a <strong>di</strong>o, più <strong>di</strong> <strong>un</strong> nutrimento per noi.<br />
Insomma la gastronomia come <strong>un</strong> tassello,<br />
an<strong>che</strong> culturale, della nostra vita.<br />
Non potrebbe essere altrimenti, soprattutto per noi<br />
italiani. Perché, e questo non lo dobbiamo mai <strong>di</strong>menticare,<br />
la nostra è <strong>un</strong>a cucina povera. È questa<br />
la ragione per cui nascono ricette come i tortelli al<br />
gambo <strong>di</strong> cipolla, la cipolla serviva per qualcos’altro,<br />
o i quadrucci in brodo <strong>di</strong> coniglio del l<strong>un</strong>edì,<br />
brodo fatto con coniglio avanzato <strong>dal</strong>la domenica.<br />
Queste sono le cose <strong>che</strong> tutti dovrebbero sapere,<br />
amatori e professionisti, per loro piacere personale<br />
o necessità professionale.<br />
Stefano Bion<strong>di</strong>ni<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
71
72<br />
La passata <strong>di</strong> pomodoro<br />
La notizia è ormai uffi ciale: la teoria <strong>che</strong>, secondo<br />
la fi siologia quattro sono i sapori elementari riconosciuti<br />
<strong>dal</strong>la lingua, è tramontata. Ai quattro, dolce,<br />
acido(aspro), salato e amaro, se ne aggi<strong>un</strong>to<br />
<strong>un</strong> quinto: l”Umami. Ne <strong>ha</strong>nno parlato ad <strong>un</strong> convegno<br />
alc<strong>un</strong>i ricercatori inglesi dell’Università <strong>di</strong> Rea<strong>di</strong>ng e Heston<br />
Blument<strong>ha</strong>l, tre stelle Mi<strong>che</strong>lin con il suo ristorante<br />
The Fat Duck nel Berkshire, in Inghilterra, <strong>ha</strong> pubblicato<br />
<strong>un</strong> articolo su <strong>un</strong>a rivista prestigiosa <strong>di</strong> chimica.<br />
Di certo, non capita spesso <strong>che</strong> <strong>un</strong> cuoco pubblichi<br />
articoli su riviste scientifi <strong>che</strong>. Qui, però, non stiamo<br />
parlando <strong>di</strong> <strong>un</strong>o Chef qual<strong>un</strong>que, ma <strong>di</strong> Heston Blument<strong>ha</strong>l,<br />
<strong>che</strong> oltre alle tre stelle Mi<strong>che</strong>lin, è <strong>un</strong>o dei maggiori<br />
esponenti (insieme allo spagnolo Farran Adrià e al<br />
nostro Massimo Bottura) <strong>di</strong> quell’approccio alla cucina<br />
chiamato Gastronomia Molecolare, <strong>che</strong> cerca <strong>di</strong> porre<br />
le conoscenze scientifi <strong>che</strong> al servizio della buona tavola,<br />
per migliorare vecchi piatti e inventarne <strong>di</strong> nuovi. Blument<strong>ha</strong>l,<br />
a proposito del pomodoro, in <strong>un</strong> recente fascicolo<br />
della prestigiosa rivista Journal of Agricoltural and<br />
Food Chemistry, riporta l’analisi <strong>di</strong> acido glutammico e<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
C<strong>di</strong> Domenico Consentino<br />
Convivio<br />
Il sapore <strong>di</strong> “Umami” rinchiuso in bottiglia<br />
<strong>di</strong> 5’ –adenosin monofosfato contenuti in 12 varietà <strong>di</strong><br />
pomodori: da insalata, ciliegino, Sammarzano, costoluto<br />
fi orentino, cuore <strong>di</strong> bue, Belmonte, Pachino, vesuviano<br />
etc. Perché mai –mi sono detto - <strong>un</strong> cuoco dovrebbe<br />
interessarsi a queste molecole, l’ho capito leggendo<br />
l’articolo fi no in fondo. An<strong>che</strong> se, a proposito del quinto<br />
sapore, l’Umami, app<strong>un</strong>to, Blument<strong>ha</strong>l non <strong>di</strong>ce nulla <strong>di</strong><br />
nuovo. È <strong>dal</strong>l’anno duemila <strong>che</strong> l’Umami, in quasi tutti<br />
i paesi occidentali, è stato accettato pianamente tra<br />
i sapori fondamentali. Ma per sapere qualcosa in più<br />
sull’Umami è bene tornare in<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> <strong>un</strong> secolo.<br />
Kik<strong>un</strong>ae Ikeda, padre dell’Umami<br />
Fino al 1908 si credeva <strong>che</strong> i sapori fondamentali fossero<br />
quattro: dolce, salato, acido e amaro. In quell’anno,<br />
il chimico giapponese Kikuma Ikeda stava cercando <strong>di</strong><br />
capire quale fosse il sapore fondamentale <strong>di</strong> <strong>un</strong>a tipica<br />
zuppa giapponese <strong>di</strong> alghe <strong>di</strong> pesce, il dashi, poiché gli<br />
sembrava <strong>di</strong>verso dai quattro conosciuti. Scoprì <strong>che</strong> il<br />
sapore <strong>di</strong> quella zuppa era dovuto principalmente al glutammato,<br />
<strong>un</strong> sale dell’acido glutammico, <strong>un</strong> amminoaci-
do, e decise <strong>di</strong> chiamare Umami il nuovo sapore. Nella<br />
lingua italiana potremmo chiamarlo “sapido”. Così come<br />
il cloruro <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o stimola i recettori del sapore salato,<br />
il glutammato e l’acido glutammico stimolano il sapore<br />
umami. Il chimico giapponese concluse la sua ricerca<br />
scrivendo <strong>che</strong> l’acido glutammico (<strong>di</strong> sapore Umami), è<br />
<strong>un</strong>o degli amminoaci<strong>di</strong> più abbondanti in natura e lo si<br />
può trovare libero in molti alimenti quali il latte, f<strong>un</strong>ghi,<br />
in abbondanza nei pomodori e in alc<strong>un</strong>e alghe utilizzate<br />
<strong>dal</strong>la cucina giapponese.<br />
Imme<strong>di</strong>ato in Asia, lento in Occidente<br />
Nel corso degli anni furono scoperte altre sostanze<br />
<strong>dal</strong> sapore umami nei cibi. Tutte stimolatrici dell’umami.<br />
Sono sostanze naturali <strong>che</strong> per secoli, inconsapevolmente,<br />
i cuochi giapponesi e cinesi <strong>ha</strong>nno utilizzato<br />
per costruire piatti complessi, spesso stimolando tre<br />
o quattro sapori fondamentali contemporaneamente, a<br />
<strong>di</strong>fferenza della cucina occidentale <strong>che</strong> raramente ne<br />
stimola più <strong>di</strong> due alla volta. Il riconoscimento dell’Umami<br />
come sapore fondamentale <strong>di</strong>stinto dai quattro classici<br />
(salato, aspro, dolce amaro) è stato imme<strong>di</strong>ato nella<br />
cultura gastronomica asiatica, lento, molto lento, invece<br />
in quella occidentale, forse per motivo culturale. Nella<br />
cucina occidentale spesso l’umami è stimolato insieme<br />
al gusto salato, e supportato <strong>dal</strong>la presenza <strong>di</strong> grassi<br />
animali. Questo fatto, a mio avviso, può avere ritardato<br />
la sua accettazione come sapore in<strong>di</strong>pendente dagli<br />
altri. Un esempio è il brodo <strong>di</strong> carne, tipico della cucina<br />
occidentale. Nel brodo, ad esempio, a causa della l<strong>un</strong>ga<br />
cottura della carne, si producono molecole <strong>di</strong> glutammato,<br />
<strong>che</strong> in sinergia stimolano l’Umami.<br />
Dal Pomodoro Umami <strong>di</strong> Blument<strong>ha</strong>l …<br />
Stu<strong>di</strong>ando le tipi<strong>che</strong> zuppe giapponesi, come il già citato<br />
dashi, involontariamente, il prof. Kik<strong>un</strong>ae Ikeda, aveva<br />
scoperto <strong>che</strong> il pomodoro è <strong>un</strong>o dei vegetali a più alta<br />
concentrazione <strong>di</strong> acido glutammico libero, concentra-<br />
zione <strong>che</strong> aumenta molto con la maturazione e la cottura.<br />
Il pomodoro contiene an<strong>che</strong> <strong>un</strong> altro stimolatore<br />
dell’umami: il 5’ –adenosin monofosfato (AMP). Queste<br />
due molecole, analizzate da Heston Blument<strong>ha</strong>l, <strong>ha</strong>nno<br />
dato la possibilità al cuoco inglese, tre stelle Mi<strong>che</strong>lin, <strong>di</strong><br />
pubblicare il suo articolo sulla prestigiosa rivista chimica,<br />
sostenendo <strong>che</strong> sono il vero motivo per cui spesso<br />
il pomodoro, in occidente, è stato è viene ancora cotto<br />
con la carne o il pesce: intensifi ca il sapore degli ingre<strong>di</strong>enti<br />
a cui è associato.<br />
Blument<strong>ha</strong>l va oltre. E nella sua analisi, <strong>di</strong>stingue tra la<br />
“carne” del pomodoro, la parte soda <strong>di</strong>rettamente sotto<br />
la buccia e la “polpa”, quella fase semiliquida al centro<br />
del pomodoro <strong>che</strong> contiene i semi,<br />
Un gruppo <strong>di</strong> “assaggiatori” addestrati a riconoscere il<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
73
74<br />
Bottarga <strong>di</strong> tonno grattugiata o da affettare.<br />
sapore umami, <strong>ha</strong> trovato <strong>che</strong> la polpa vicino ai semi<br />
è molto più sapida della carne soda, e le analisi <strong>ha</strong>nno<br />
confermato <strong>un</strong>a maggiore concentrazione <strong>di</strong> acido gluttamico,<br />
an<strong>che</strong> sei volte superiore per alc<strong>un</strong>e varietà <strong>di</strong><br />
pomodori.<br />
L’osservazione <strong>di</strong> Blument<strong>ha</strong>l e degli assaggiatori è culinariamente<br />
interessante, perché spesso la polpa viene<br />
eliminata an<strong>che</strong> per questioni esteti<strong>che</strong>, mentre sarebbe<br />
meglio utilizzarla, dopo aver fi ltrato i semi, come<br />
fanno normalmente tutte le donne del Sud Italia, quando<br />
preparano la salsa <strong>di</strong> pomodoro casalinga.<br />
…alla passata <strong>di</strong> Francesca, Antonietta,<br />
Flora, Mimma, Elsa<br />
A parte il quinto sapore Umami del Pomodoro, sarà <strong>che</strong><br />
la cucina italiana è spesso associata al pomodoro, e<br />
quin<strong>di</strong> è gustosa e saporita; sarà, come <strong>di</strong>ceva lo scrittore-fi<br />
losofo napoletano Luciano De Crescenzo, nel suo<br />
inconfon<strong>di</strong>bile stile, <strong>che</strong>: “La scoperta del pomodoro <strong>ha</strong><br />
rappresentato nella storia dell’alimentazione, quello <strong>che</strong><br />
per lo sviluppo della coscienza sociale, è stata ala rivoluzione<br />
francese”, il viaggiatore goloso confessa <strong>che</strong><br />
quando si trova a Pietragrande in Calabria, per la sua<br />
Cucina a “Luci Rosse”, non può fare a meno <strong>di</strong> quel meraviglioso<br />
prodotto della natura, a forma <strong>di</strong> lampa<strong>di</strong>na,<br />
noto come il pomodoro sammarzano o San Marzano. È<br />
d’obbligo, d<strong>un</strong>que, tra la fi ne del mese <strong>di</strong> luglio e inizio<br />
agosto, quando i pomodori <strong>ha</strong>nno raggi<strong>un</strong>to il massimo<br />
della loro maturazione, preparare la passata <strong>di</strong> pomodoro<br />
quale provvista per tutto l’inverno. Di solito il viaggiatore<br />
goloso riesce ad imbottigliare o invasare, in <strong>un</strong>a<br />
sola giornata, an<strong>che</strong> 200 vasetti da 7 decilitri (quasi 2<br />
quintali <strong>di</strong> pomodori maturi e polposi). Cosa laboriosa,<br />
non facile, naturalmente, ma <strong>di</strong>vertente: bisogna trovare,<br />
innanzitutto il prodotto <strong>di</strong> base buono. E quello non<br />
manca, da quando i <strong>di</strong>rigenti <strong>di</strong> Slow Food per il Sud Italia,<br />
<strong>ha</strong>nno in<strong>di</strong>viduato nel comprensorio <strong>di</strong> San Floro (Valle<br />
del fi ume Corace) l’area più idonea per la coltivazione<br />
del pomodoro San Marzano. Poi avere <strong>un</strong>’attrezzatura<br />
adeguata: contenitori per lavare i pomodori, caldaia in<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
alluminio per cuocere il passato, <strong>un</strong>a macchinetta (elettrica)<br />
“passapomodoro” e i vasetti per invasare e conservare<br />
la passata. Infi ne - cosa importantissima - dei<br />
collaboratori, <strong>che</strong> bisogna saper scegliere.<br />
Il viaggiatore goloso per la preparazione <strong>di</strong> questa profumata<br />
“Crema <strong>di</strong> Pomodoro” , preferisce le donne. Naturalmente<br />
donne “Terragne”!. Di origine conta<strong>di</strong>ne <strong>che</strong><br />
conoscono i prodotti della terra. Donne robuste con i<br />
polsi grossi e forti, <strong>che</strong> oltre alla passata <strong>di</strong> pomodoro<br />
sanno impastare farina, lievito e acqua per fare poi il<br />
pane in casa o la pasta fresca <strong>che</strong> andranno con<strong>di</strong>re<br />
con il ragù <strong>di</strong> capra.<br />
Quest’ anno, il viaggiatore goloso, la su passata <strong>di</strong><br />
pomodoro, l’<strong>ha</strong> preparata con Francesca, Antonietta,<br />
Flora, Elsa e Mimma. Ha lavato insieme a loro tutti i<br />
pomodori, li <strong>ha</strong> tagliati a metà, <strong>ha</strong> estratto e scartato<br />
la parte verde non matura e li <strong>ha</strong> messi a cuocere in <strong>un</strong><br />
“calderone” posto su <strong>un</strong> fornello a gas. Li <strong>ha</strong> passati con<br />
l’aiuto <strong>di</strong> Antonietta e, mentre Mimma e Elsa riempivano<br />
i vasetti con la passata ancora bollente, Flora li tappava,<br />
li avvolgeva in <strong>un</strong> foglio <strong>di</strong> giornale, li metteva coricati in<br />
<strong>un</strong> contenitore e li copriva con delle coperte <strong>di</strong> lana. Il<br />
tempo <strong>che</strong> (<strong>di</strong> solito 5 - 6 giorni ) la passata <strong>di</strong> pomodoro,<br />
così detta con la Febbre, si sia raffreddata ed è già<br />
pronta per la conservazione e l’uso in cucina.<br />
Ricordandosi dello Chef Blument<strong>ha</strong>l e del sapore Umami,<br />
alla fi ne, quest’anno, il viaggiatore goloso <strong>ha</strong> voluto<br />
fare <strong>un</strong> test con le sue donne: <strong>ha</strong> chiesto ad ogn<strong>un</strong>a <strong>di</strong><br />
loro <strong>di</strong> assaggiare la salsa così ottenuta e <strong>di</strong> esprimere<br />
la propria opinione: se fosse venuta buona e <strong>che</strong> sapore<br />
avesse. Le sante donne riempirono <strong>un</strong> cucchiaio da<br />
minestra <strong>di</strong> passata, la portarono alla bocca, la gustarono<br />
ben bene e lasciarono <strong>che</strong> Antonietta rispondesse<br />
per tutte. Che in <strong>di</strong>aletto così parlò: “E’ bbona! Proprio<br />
bbona Sapa proprio e pumadoru nostranu maturu. Poi<br />
rivolgendosi al viaggiatore goloso, concluse, Pecchì<br />
comu avìa e sapira u pumadoru?” Che sarebbe a <strong>di</strong>re:<br />
“E buona, proprio buona. Ha il sapore del pomodoro<br />
nostrano maturo. Perché, <strong>che</strong> sapore <strong>ha</strong> il pomodoro?”
LA RICETTA<br />
PASSATA DI POMODORO CON LA “FEBBRE”<br />
Ingre<strong>di</strong>enti per 180 vasetti:<br />
200 kg <strong>di</strong> pomodori San Marzano maturi<br />
180 vasetti d 7 dl con i propri tappi.<br />
2 contenitori (vanno bene in plastica)<br />
per lavare i pomodori<br />
Una casseruola (calderone)<br />
per far bollire la passata<br />
Un fornello a gas<br />
Un contenitore (grande cartone)<br />
per mettere a letto i vasetti<br />
4 - 5 donne forti e robuste<br />
Come l’<strong>ha</strong>nno preparata<br />
Flora, Antonietta, Elsa e Mimma<br />
Come detto sopra, <strong>ha</strong>nno lavato e pulito i pomodori,<br />
li <strong>ha</strong>nno messi a cuocere, li <strong>ha</strong>nno passati.<br />
Hanno riempito i vasetti con la passata bollente,<br />
li <strong>ha</strong>nno tappati, li <strong>ha</strong>nno avvolti in fogli <strong>di</strong> giornali<br />
(Quoti<strong>di</strong>ano!) e li <strong>ha</strong>nno messi coricati a dormire per<br />
<strong>un</strong>a settimana in <strong>un</strong> contenitore <strong>di</strong> cartone.<br />
Dopo<strong>di</strong>ché, la passata, <strong>che</strong> appartiene alle “Salse<br />
Madri” della cucina italiana, è pronta per essere<br />
usata in mille mo<strong>di</strong>.<br />
LA GASTRONOMIA ITALIANA IN SVIZZERA<br />
Da noi apprezzerete la vera italianità con le nostre<br />
specialità tipi<strong>che</strong>, <strong>che</strong> normalmente solo in Italia potete apprezzare.<br />
Lasciatevi incantare <strong>dal</strong> nostro ambiente me<strong>di</strong>terraneo e da <strong>un</strong><br />
servizio impeccabile, <strong>dal</strong>le nostre eccellenti pizze, preparate<br />
secondo le ricette originali del campione del mondo <strong>di</strong> pizzaioli e<br />
con il marchio «Vera Pizza napoletana DOC», <strong>dal</strong>le tipi<strong>che</strong> pietanze<br />
a base <strong>di</strong> carne o <strong>di</strong> pesce, nonché <strong>dal</strong>la nostra prelibata pasta<br />
fresca e dai succulenti dolci. E se amate le tra<strong>di</strong>zioni culinarie<br />
del bel Paese, da noi troverete consiglio sui migliori, eccellenti vini<br />
selezionati da tutte le regioni italiane.<br />
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Telefono 026 / 322 30 65<br />
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1204 Ginevra<br />
Telefono 022 / 307 99 88<br />
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Telefono 022 / 307 84 44<br />
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Quai Général-Guisan 5<br />
1204 Ginevra<br />
Telefono 022 / 317 40 00<br />
MOLINO Montreux<br />
Place du Marché 6<br />
1820 Montreux<br />
Telefono 021/ 965 13 34<br />
MOLINO S. Gallo<br />
Bohl 1<br />
9000 S. Gallo<br />
Telefono 071/ 223 45 03<br />
MOLINO Thônex<br />
106, Rue de Genève<br />
1226 Thônex<br />
Telefono 022 / 860 88 88<br />
MOLINO Uster<br />
Poststrasse 20<br />
8610 Uster<br />
Telefono 044 / 940 18 48<br />
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Cucina tra<strong>di</strong>zionale!<br />
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1800 Vevey<br />
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8304 Wallisellen<br />
Telefono 044 / 830 65 36<br />
MOLINO Winterthur<br />
Marktgasse 45<br />
8400 Winterthur<br />
Telefono 052 / 213 02 27<br />
MOLINO Zurigo<br />
Limmatquai 16<br />
8001 Zurigo<br />
Telefono 044 / 261 01 17<br />
MOLINO Zurigo<br />
Stauffa<strong>che</strong>rstrasse 31<br />
8004 Zurigo<br />
Telefono 044 / 240 20 40<br />
FRASCATI Zurigo<br />
Bellerivestrasse 2<br />
8008 Zurigo<br />
Telefono 043 / 443 06 06<br />
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Bahnhofstrasse 52<br />
3920 Zermatt<br />
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la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
75
Nuovo Fiat Doblò<br />
La tenuta <strong>di</strong> strada <strong>di</strong> Doblò Cargo, costante e preve<strong>di</strong>bile,<br />
è assicurata an<strong>che</strong> <strong>dal</strong>l’adozione dei più<br />
avanzati <strong>di</strong>spositivi elettronici per il controllo della<br />
stabilità, quali l’ABS con il correttore elettronico <strong>di</strong><br />
frenata EBD e, soprattutto, l’ESP completo del sistema<br />
Hill-holder <strong>che</strong> assiste il guidatore nelle partenze in salita.<br />
Si può avere scegliendo da 11 colori <strong>di</strong> carrozzeria (3<br />
pastello e 8 metallizzati). Oltre alla f<strong>un</strong>zionalità e facilità<br />
d’uso <strong>di</strong> tutti i componenti, è da sottolineare la buona qualità<br />
dei materiali impiegati. È de<strong>di</strong>cato ai professionisti <strong>che</strong><br />
trascorrono a bordo del veicolo molte ore della giornata:<br />
nel traffi co citta<strong>di</strong>no con frequenti situazioni <strong>di</strong> “stop and<br />
go”, per caricare e scaricare le merci, ma an<strong>che</strong> nei veloci<br />
spostamenti interurbani. Doblò Cargo assicura spazio,<br />
economia <strong>di</strong> esercizio, facilità <strong>di</strong> carico. Rispetto al modello<br />
precedente presenta <strong>un</strong> vano <strong>di</strong> carico più spazioso,<br />
squadrato, regolare e pienamente sfruttabile, dotato <strong>di</strong><br />
porte laterali scorrevoli e posteriori <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni<br />
<strong>che</strong> agevolano le operazioni <strong>di</strong> carico e scarico. Realizzato<br />
su <strong>un</strong>a nuova piattaforma, può vantare numerosi primati<br />
nella sua categoria: l<strong>un</strong>ghezza interna, fi no a 2,17 metri,<br />
larghezza tra passaruote <strong>di</strong> 1,23 metri, volumetrie da 3,4 a<br />
4,2 metri cubi, portata da 750 a 1.000 Kg. Chiari i benefi ci<br />
derivanti in termini <strong>di</strong> ottimizzazione della propria attività.<br />
L’aspetto è quello <strong>di</strong> <strong>un</strong> veicolo solido e robusto, esprime<br />
<strong>un</strong>a personalità forte grazie a <strong>un</strong>a linea laterale essenziale,<br />
con parafanghi pron<strong>un</strong>ciati e <strong>un</strong>a zona posteriore <strong>che</strong> mette<br />
in risalto l’accessibilità e l’ampiezza del vano <strong>di</strong> carico.<br />
Il 1.6 Multijet è in grado <strong>di</strong> erogare 105 CV, omologato<br />
Euro5 (È <strong>di</strong>sponibile an<strong>che</strong> nella variante Euro4), il propulsore<br />
si contrad<strong>di</strong>stingue per piacere <strong>di</strong> guida, prestazioni<br />
eccellenti, silenziosità. Nuovo Doblò <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> soluzioni e<br />
dotazioni tecnologi<strong>che</strong> molto avanzate: <strong>dal</strong> climatizzatore<br />
automatico con <strong>di</strong>stribuzione posteriore, al Cruise Control,<br />
ai sensori <strong>di</strong> par<strong>che</strong>ggio, <strong>dal</strong> sistema viva voce integrato<br />
Blue&Me al navigatore “Blue&Me TomTom”. il “top” nella<br />
categoria dei veicoli professionali. La gamma è articolata<br />
su 7 <strong>di</strong>fferenti tipologie <strong>di</strong> scocca: furgone passo corto<br />
e l<strong>un</strong>go, furgone tetto alto, combi 5 posti passo corto e<br />
l<strong>un</strong>go; interessanti le ine<strong>di</strong>te versioni, corte e l<strong>un</strong>ghe, <strong>che</strong><br />
rendono facile ed economica la trasformazione per specifi<br />
<strong>che</strong> attività professionali (celle frigorifero, cassoni fi ssi<br />
Graziano Guerra<br />
Motori M<strong>di</strong><br />
Facilità <strong>di</strong> guida, sicurezza e comfort<br />
In test il Doblò Cargo versione Swiss con motore 1.6 Multijet<br />
e ribaltabili). L<strong>un</strong>ga la lista <strong>di</strong> accessori <strong>che</strong> permette <strong>di</strong><br />
personalizzare il veicolo in f<strong>un</strong>zione della propria attività,<br />
an<strong>che</strong> soluzioni mirate, de<strong>di</strong>cate soprattutto al trasporto<br />
sul tetto, ricoprimenti pianale e pareti, e ganci traino.<br />
SCHEDA TECNICA<br />
Motore Diesel<br />
4 cilindri in linea, trasversale anteriore<br />
Cilindrata (cm3) 1598<br />
Livello ecologico Euro 4/ Euro 5<br />
con Start & Stop e DPF<br />
Potenza max 105 CV a 4000 giri/minuto<br />
Coppia max CE: Nm 290 a 1500 giri/minuto<br />
Alimentazione Iniezione <strong>di</strong>retta Common Rail Multijet<br />
II (Multijet Euro 4) a controllo elettronico, turbo e<br />
intercooler<br />
Trazione Anteriore<br />
Cambio: 5 marce<br />
Peso max rimorchiabile (kg) 1300<br />
Capacità serbatoio (litri) 60<br />
Prezzo base Cargo Swiss L1 24’550.- /L2<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
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78<br />
Chevrolet Cruze<br />
Nuovo motore 2.0 turbo<strong>di</strong>esel<br />
La compatta limousine si è fatta <strong>un</strong> <strong>nome</strong> nel mon<strong>di</strong>ale<br />
turismo WTCC, dove <strong>ha</strong> raccolto importanti<br />
successi. Sta ora incontrando sempre più i favori<br />
del pubblico, sia per il piacevole design sia per i<br />
contenuti tecnici, <strong>di</strong> sicurezza e motoristici. Particolarmente<br />
interessante l’ultima versione dotata <strong>di</strong> <strong>un</strong> “duemila”<br />
turbo<strong>di</strong>esel da 150 CV. La limousine combina spazio<br />
e sportività, senza <strong>di</strong>menticare le rifi niture ben fatte, e i<br />
bassi consumi. Cruze interpreta al meglio le nuove tendenze<br />
stilisti<strong>che</strong> “Chevro”: <strong>dal</strong> caratteristico cravattino<br />
ben in evidenza, alla linea fi lante molto europea, nella più<br />
classica delle varianti: la tre volumi. Pregevole l’equipaggiamento<br />
hi tech, peccato manchi la possibilità del collegamento<br />
bluetooth, per il resto c’è tutto (Navigatore,<br />
Aux per iPod e MP3, eccetera). Il 2,0 litri turbo<strong>di</strong>esel gira<br />
bello pastoso, scevro da vibrazioni importanti e molesti<br />
rumori, i consumi sono decisamente contenuti. La versione<br />
2.0 VCDi LT Automatica è in listino a 33‘440.- franchi.<br />
Provata la nuova Skoda Fabia RS<br />
Bicolore e super sportiva<br />
La super sportiva compatta si riconosce <strong>dal</strong>lo stemma<br />
RS, <strong>dal</strong> nuovo frontale, dai fen<strong>di</strong>nebbia integrati.<br />
Vetri tinti, ruote in lega esclusive RS e pinze dei<br />
freni laccate in rosso, ben visibili <strong>di</strong>etro ai raggi<br />
delle ruote, segnalano la sua vocazione sportiva. Si può<br />
scegliere con il tetto, e relativo spoiler, <strong>di</strong> colore <strong>di</strong>verso:<br />
nero, bianco e argento, in<strong>di</strong>pendentemente <strong>dal</strong>la tinta della<br />
carrozzeria. Lo spoiler <strong>ha</strong> la precisa f<strong>un</strong>zione <strong>di</strong> migliorare<br />
la pressione sul retrotreno alle velocità elevate. Il telaio <strong>ha</strong><br />
<strong>un</strong>a taratura sportiva adeguata alle maggiori prestazioni e<br />
con la combinazione dei sistemi <strong>di</strong> assistenza ESP, ABS e<br />
ASR garantisce alle RS <strong>un</strong> comportamento stra<strong>dal</strong>e agile e<br />
sicuro. Il piacere <strong>di</strong> guida in curva è dovuto al <strong>di</strong>fferenziale<br />
XDS (Di serie). A f<strong>un</strong>zionamento elettronico simula l’effetto<br />
<strong>di</strong> <strong>un</strong> <strong>di</strong>fferenziale meccanico: premendo l’acceleratore in<br />
curva la ruota interna è frenata in modo dosato, migliorando<br />
considerevolmente l’effi cacia della trazione. La tendenza<br />
all’imbardata tiene la macchina sulla traiettoria <strong>di</strong> curva<br />
voluta con <strong>un</strong>’eccellente agilità. Sicurezza in più con il controllo<br />
pressione pneumatici e partenza in salita. Il volante,<br />
regolabile in altezza e profon<strong>di</strong>tà, è <strong>di</strong> tipo sportivo a tre<br />
razze, con palette per il cambio automatico-sequenziale a<br />
7 rapporti DSG, <strong>che</strong> è <strong>di</strong> serie. A richiesta se<strong>di</strong>li con tappezzeria<br />
rossa. Le prestazioni della nuova RS sono degne<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
<strong>di</strong> nota: 224 Km/h (Combi 226 Km/h) e <strong>un</strong>’accelerazione<br />
da 0 a 100 Km/h in 7,3 secon<strong>di</strong>. Fabia RS CHF 29’990 (RS<br />
Combi 31’190).
Nissan<br />
Qashqai e Qashqai+2 MY 2010<br />
Qashqai è senza dubbio il modello <strong>di</strong> maggior successo<br />
<strong>di</strong> Nissan negli ultimi anni. La raffi nata Crossover<br />
è stata aggiornata e le versioni MY 2010 si<br />
presentano con mo<strong>di</strong>fi <strong>che</strong> tecni<strong>che</strong> ed esteti<strong>che</strong>.<br />
Non manca <strong>un</strong> modello Pure-Drive a basse emissioni. Gli<br />
interventi estetici alla linea aero<strong>di</strong>namica <strong>ha</strong>nno riguardato<br />
il frontale, griglia <strong>di</strong> raffreddamento, cofano motore e luci.<br />
Rimodellate an<strong>che</strong> le luci posteriori e lo spoiler al tetto. In<br />
dotazione cerchi in lega leggera.<br />
All’interno è stata ritoccata la strumentazione, ora <strong>di</strong> più<br />
facile lettura e sono stati adottati materiali <strong>di</strong> alta qualità.<br />
Invariato il programma motori, con <strong>un</strong>a variante ECO: Due<br />
propulsori a benzina, e due <strong>di</strong>esel.<br />
Con trazione integrale o anteriore, Qashqai è in listino da<br />
quattro (Da 28‘400.-) a sette (da CHF 30‘950) posti.<br />
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la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
79
80<br />
Starbene<br />
Pillole al posto<br />
della palestra<br />
Perché sudare e faticare<br />
in palestra se, forse, si<br />
gli stessi risultati potremmo<br />
ottenerli ingoiando <strong>un</strong><br />
paio <strong>di</strong> pillole <strong>di</strong> sostanze<br />
benefi <strong>che</strong> prodotte<br />
nel nostro organismo<br />
<strong>dal</strong>l’esercizio fi sico? Si chiama gimnomimetica ed è <strong>un</strong> nuovo<br />
approccio a salute e forma fi sica ipotizzato da alc<strong>un</strong>i<br />
ricercatori dell’Istituto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Terapia Translazionale<br />
dell’<strong>un</strong>iversità della Pennsylvania. Alla domanda: <strong>che</strong> cosa<br />
accade al nostro metabolismo quando facciamo sport? i<br />
ricercatori <strong>ha</strong>nno risposto misurando in 302 volontari 200<br />
sostanze <strong>che</strong> si trovano nel sangue, identifi candone 21 <strong>che</strong><br />
si mo<strong>di</strong>fi cano in maniera evidente dopo essersi sottoposti<br />
a <strong>un</strong>a seduta <strong>di</strong> esercizio aerobico (corsa o allenamento<br />
in palestra). Fra questi, la nicotinamide, sostanza connessa<br />
al metabolismo più “intimo” della cellula e coinvolta nel<br />
meccanismi <strong>di</strong> respirazione, ossidazione e produzione <strong>di</strong><br />
energia, è la molecola <strong>che</strong> parrebbe più interessante: i livelli<br />
crescono moltissimo dopo la corsa, soprattutto in chi è<br />
più veloce, in forma e magro. I ricercatori <strong>ha</strong>nno <strong>di</strong>mostrato<br />
<strong>che</strong> somministrare nicotinamide e altri metaboliti “stimolati”<br />
<strong>dal</strong> movimento a cellule muscolari coltivate in vitro le mo<strong>di</strong>fi<br />
ca: in pratica, rispondono proprio come se i muscoli si<br />
stessero “allenando”. Così, ecco servita l’ipotesi futuribile:<br />
prendere <strong>un</strong>a manciata <strong>di</strong> metaboliti per bocca, ottenendo<br />
quasi gli stessi effetti <strong>di</strong> <strong>un</strong>’ora <strong>di</strong> palestra. Ma il con<strong>di</strong>zionale<br />
è d’obbligo: secondo gli stessi ricercatori: probabilmente i<br />
“metaboliti dello sport” potranno aiutarci a prevenire le malattie<br />
e mantenerci in forma, ma non saranno miracolosi. E<br />
com<strong>un</strong>que occorreranno ancora anni <strong>di</strong> ricer<strong>che</strong> per capire<br />
se davvero questo approccio sia praticabile. Per ora non ci<br />
resta <strong>che</strong> continuare ad allenarci.<br />
Pensare positivo rende più felici<br />
Chi pensa positivo è<br />
<strong>un</strong>a persona più stabile<br />
emotivamente e an<strong>che</strong><br />
più felice. Al contrario,<br />
chi tende a vedere gli<br />
altri negativamente, in<br />
realtà giu<strong>di</strong>ca negativamente<br />
se stesso. È questa la conclusione <strong>di</strong> <strong>un</strong>a ricerca realizzata<br />
da tre psicologi americani, guidati da Dustin Wood<br />
della Wake Forest University, e pubblicata sul Journal of<br />
Personality and Social Psychology.<br />
La percezione <strong>che</strong> si <strong>ha</strong> degli altri rivela, d<strong>un</strong>que, molto<br />
della personalità <strong>di</strong> chi li percepisce.<br />
La ricerca <strong>ha</strong> seguito <strong>un</strong>a complessa metodologia basata<br />
su tre <strong>di</strong>fferenti stu<strong>di</strong>. In sostanza, gli psicologi autori del<br />
lavoro <strong>ha</strong>nno chiesto a <strong>un</strong> gruppo <strong>di</strong> studenti <strong>di</strong> college<br />
<strong>di</strong> esprimere <strong>un</strong>a valutazione su alc<strong>un</strong>e caratteristi<strong>che</strong> <strong>di</strong><br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
Il massaggio rinforza<br />
il sistema imm<strong>un</strong>itario<br />
Buone notizie per chi<br />
ama i massaggi: da<br />
<strong>oggi</strong> ci sono almeno <strong>un</strong><br />
paio <strong>di</strong> ottimi motivi per<br />
starsene sdraiati a farsi<br />
manipolare. Non solo<br />
rilassa e genera benessere:<br />
il massaggio sarebbe an<strong>che</strong> in grado <strong>di</strong> stimolare il<br />
sistema imm<strong>un</strong>itario, rendendo l`organismo più forte contro<br />
malattie e infezioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso tipo.<br />
A sostenerlo <strong>un</strong>o stu<strong>di</strong>o pubblicato su Journal of Alternative<br />
and Complementary Me<strong>di</strong>cine dai ricercatori del Dipartimento<br />
<strong>di</strong> psichiatria e Neuroscienze comportamentali del<br />
Cedar-Sinai Me<strong>di</strong>cal Center Los Angeles (California, Usa)<br />
guidati da Mark Rapaport, secondo cui i massaggi, se<br />
vigorosi al p<strong>un</strong>to giusto, sarebbero in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>minuire i<br />
livelli degli ormoni legati ad aggressività e stress e potenzierebbero<br />
l`attività dei linfociti, migliorando le prestazioni<br />
del sistema imm<strong>un</strong>itario e riducendo i livelli <strong>di</strong> citochine<br />
infi ammatorie.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o è stato condotto su due gruppi <strong>di</strong> adulti stat<strong>un</strong>itensi,<br />
<strong>un</strong>o formato da 29 persone sottoposte a sessioni<br />
<strong>di</strong> 45 minuti <strong>di</strong> massaggio svedese - piuttosto vigoroso,<br />
usato an<strong>che</strong> dagli sportivi per il recupero muscolare - e<br />
altre 24 sottoposte a massaggi della stessa durata, ma<br />
molto più leggeri.<br />
Dei volontari sono stati analizzati campioni <strong>di</strong> saliva e sangue<br />
prima, durante e dopo i massaggi: ed è emerso <strong>che</strong><br />
coloro <strong>che</strong> avevano ricevuto il massaggio svedese <strong>ha</strong>nno<br />
fatto registrare, insieme a <strong>un</strong> aumento dei linfociti, <strong>un</strong>a<br />
signifi cativa <strong>di</strong>minuzione dei livelli dell’ormone arginina vasopressina<br />
(collegato al comportamento aggressivo), del<br />
cortisolo (ormone dello stress) e delle citochine (proteine<br />
infi ammatorie <strong>che</strong> vengono stimolate dai globuli bianchi).<br />
altri studenti <strong>che</strong> già conoscevano. «Chi percepiva gli altri<br />
positivamente — spiegano gli psicologi — era più gioviale<br />
e tendenzialmente con <strong>un</strong>’indole più ami<strong>che</strong>vole e risultava,<br />
inoltre, maggiormente sod<strong>di</strong>sfatto della propria vita.».<br />
Secondo le rilevazioni degli psicologi tra gli “ottimisti”,<br />
erano presenti meno persone <strong>che</strong> soffrivano <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi<br />
<strong>di</strong> personalità, depressione, o con attitu<strong>di</strong>ni antisociali. La<br />
positività nel valutare i conoscenti —precisano i ricercatori<br />
— non è affatto <strong>un</strong>a semplice proiezione su <strong>di</strong> loro delle<br />
buone qualità presenti nell’osservatore. Si tratta proprio <strong>di</strong><br />
<strong>un</strong> modo <strong>di</strong> percepire gli altri, <strong>che</strong> è infl uenzato da come si<br />
è, senza risultare però <strong>un</strong>a semplice proiezione del proprio<br />
modo <strong>di</strong> essere. Naturalmente, tutto questo è confermato<br />
<strong>dal</strong> fatto <strong>che</strong> chi vede coloro <strong>che</strong> lo circondano in modo<br />
negativo, tende ad avere a sua volta tratti <strong>di</strong> personalità<br />
negativi, come depressione, narcisismo, comportamento<br />
antisociale.
Acqua prima dei pasti<br />
per mantenere la linea<br />
Bando a <strong>di</strong>ete improvvisate<br />
e fai-da-te, e spazio<br />
ad <strong>un</strong>a rime<strong>di</strong>o naturale:<br />
due bicchieri d’acqua<br />
prima dei pasti e si mangiano<br />
quasi 100 calorie<br />
in meno a pasto rendendo<br />
più facile <strong>di</strong>magrire. Il segreto è semplice, l’acqua riempie<br />
lo stomaco e induce a mangiare meno.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong>retto da Brenda Davy del <strong>di</strong>partimento <strong>di</strong> Nutrizione<br />
Umana, del Virginia Tech <strong>di</strong> Blacksburg è stato<br />
testato per la prima volta in <strong>un</strong>a sperimentazione clinica:<br />
la “<strong>di</strong>eta dell’acqua”, <strong>un</strong>ita a <strong>un</strong> regime alimentare bilanciato,<br />
fa perdere, in tre mesi, quasi 2,5 kg in più rispetto<br />
alla sola <strong>di</strong>eta ipocalorica. La sperimentazione è stata<br />
condotta su 48 adulti tra i 55 ed i 75 anni, <strong>di</strong>visi in due<br />
gruppi: <strong>un</strong> gruppo doveva bere due bicchieri d’acqua prima<br />
dei pasti e l’altro no. Dopo tre mesi <strong>di</strong> <strong>di</strong>eta il primo<br />
gruppo è <strong>di</strong>magrito quasi otto chili, l’altro invece circa<br />
cinque chili. L’acqua, insomma, aiuta a <strong>di</strong>magrire e berne<br />
due bei bicchieri prima <strong>di</strong> mangiare potrebbe essere <strong>un</strong>a<br />
sana abitu<strong>di</strong>ne <strong>che</strong> chi<strong>un</strong>que può adottare per evitare <strong>di</strong><br />
esagerare a pranzo e a cena.<br />
Zenzero contro<br />
indolenzimento muscolare<br />
Reggere ritmi <strong>di</strong> allenamenti<br />
più intensi potrebbe<br />
trovare <strong>un</strong> alleato<br />
nello zenzero. Secondo<br />
<strong>un</strong>o stu<strong>di</strong>o pubblicato sul<br />
Journal of Pain, la ra<strong>di</strong>ce<br />
della pianta nota da secoli<br />
alla me<strong>di</strong>cina naturale come lenitivo per crampi addominali<br />
e nausea, avrebbe <strong>un</strong> altro positivo “effetto collaterale” sui<br />
muscoli, alleviando fatica e risentimenti an<strong>che</strong> <strong>di</strong> grande entità.<br />
Lo <strong>ha</strong>nno sperimentato i ricercatori del Georgia State<br />
University su <strong>un</strong> gruppo <strong>di</strong> 74 adulti sani sottoposti a dure<br />
sessioni <strong>di</strong> esercizi fi sico per <strong>un</strong><strong>di</strong>ci giorni. Il gruppo è stato<br />
<strong>di</strong>viso i due: chi <strong>ha</strong> ass<strong>un</strong>to lo zenzero crudo o cotto in<br />
supplementi quoti<strong>di</strong>ani <strong>di</strong> 2 grammi e chi <strong>ha</strong> ricevuto solo <strong>un</strong><br />
placebo. Nel primo gruppo il dolore muscolare si è ridotto<br />
in me<strong>di</strong>a del 24%. Secondo i ricercatori, il consumo quoti<strong>di</strong>ano<br />
comporta <strong>un</strong>a riduzione dei dolori acuti dopo attività<br />
<strong>che</strong> possono provocare traumi muscolari. Le indagini delle<br />
proprietà anti-dolore della ra<strong>di</strong>ce prosieguono: dopo le proprietà<br />
lenitive per lo stomaco e per l’apparato muscolare,<br />
infatti, i ricercatori sono intenzionati a valutare l’effi cacia<br />
come antinfi ammatorio generale.<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
81
Dall’apprezzatissimo furgone Daily al peso massimo Stralis: Grazie agli innumerevoli<br />
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10ª mostra internazionale<br />
d’antiquariato
84<br />
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De<strong>di</strong>cato all’innovazione tecnologica per il business<br />
In <strong>un</strong>’ottica <strong>di</strong> consolidamento del percorso intrapreso<br />
negli ultimi anni, il prossimo Smau Milano avrà due anime<br />
ben <strong>di</strong>stinte: Smau Business de<strong>di</strong>cata a manager<br />
e decisori azien<strong>dal</strong>i, non solo IT, decisori azien<strong>dal</strong>i e<br />
rappresentanti delle pubbli<strong>che</strong> amministrazioni centrali<br />
e locali, e Smau Trade, rivolta agli operatori del canale<br />
ICT, ovvero a riven<strong>di</strong>tori, VAR, ISV, system integrator,<br />
software house, ecc.<br />
Smau Business, al pa<strong>di</strong>glione 4, proporrà ai suoi<br />
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<strong>di</strong> 50 minuti, saranno curati in parte dai migliori docenti<br />
ed esperti in parte dai fornitori tecnologici <strong>che</strong> racconteranno<br />
i benefi ci delle moderne tecnologie <strong>di</strong>gitali per<br />
il business attraverso casi concreti <strong>di</strong> imprese e pubbli<strong>che</strong><br />
amministrazioni utenti. Numerose le temati<strong>che</strong><br />
al centro del <strong>di</strong>battito: cloud computing e software as<br />
a service, sistemi gestionali integrati, business intelligence,<br />
CRM, mobile&wireless, fatturazione elettronica<br />
e dematerializzazione dei documenti, enterprise 2.0,<br />
applicazioni Web B2c e servizi <strong>di</strong> marketing online, sicurezza<br />
dei sistemi informativi, <strong>un</strong>ifi ed comm<strong>un</strong>ication<br />
& collaboration, architettura IT, virtualizzazione, stampa<br />
<strong>di</strong>gitale, ICT nella Pubblica Amministrazione e nel settore<br />
Retail e GDO. All’interno dell’area espositiva, <strong>che</strong><br />
ospiterà i più importanti protagonisti del settore a livello<br />
nazionale e internazionale, alc<strong>un</strong>e aree speciali saranno<br />
de<strong>di</strong>cate a Marketing Digitale e e-Commerce,<br />
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n. 10 - Ottobre 2010<br />
Fatturazione Elettronica, Information Security,<br />
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Ogni area prevedrà itinerari <strong>di</strong> visita e formativi<br />
de<strong>di</strong>cati, tavole rotonde <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento con<br />
infl uencer e opinion leader dell’industria e presentazioni<br />
<strong>di</strong> ricer<strong>che</strong> sugli ultimi trend in atto.<br />
Smau Trade, al pa<strong>di</strong>glione 3, sarà il più importante<br />
momento <strong>di</strong> incontro tra addetti ai lavori de<strong>di</strong>cato all’ICT<br />
comm<strong>un</strong>ity: <strong>un</strong>a vera e propria “festa” dove non man<strong>che</strong>ranno,<br />
in primis, le occasioni <strong>di</strong> incontro e <strong>di</strong> generazione<br />
<strong>di</strong> nuovi contatti, ma an<strong>che</strong> le presentazioni <strong>di</strong><br />
nuovi prodotti, soluzioni e servizi, e da ultimo, gli eventi<br />
e le iniziative speciali riservate al mondo del canale e<br />
organizzate dai primattori ICT.<br />
Tra le novità del progetto Smau Trade c’è inoltre il Trade<br />
Village, creato con l’obiettivo <strong>di</strong> focalizzare al massimo<br />
il rapporto tra Vendor e Riven<strong>di</strong>tori con <strong>un</strong>a formula<br />
semplice ed essenziale: <strong>un</strong>o spazio <strong>di</strong> circa 500<br />
metri quadri, con open bar gratuito e area Meeting, con<br />
accesso esclusivo per i Dealer, in cui saranno presenti<br />
25 Vendor partner. Uno spazio ottimizzato in cui i Riven<strong>di</strong>tori<br />
potranno trovare proposte concrete, in termini <strong>di</strong><br />
programmi <strong>di</strong> canale, prodotti e soluzioni a loro riservate.<br />
Il Trade Village è il massimo concentrato della nuova<br />
<strong>di</strong>mensione Trade <strong>di</strong> Smau 2010.<br />
Smau Milano darà spazio alle giovanissime imprese rappresentanti<br />
del “genio made in Italy” grazie all’iniziativa<br />
“Percorsi dell’Innovazione. Dall’Idea al Business”<br />
<strong>che</strong> offrirà a 100 start up italiane <strong>un</strong>a vetrina qualifi cata<br />
per presentare i propri progetti e prototipi altamente<br />
innovativi e ottenere contatti con potenziali fi nanziatori.<br />
All’interno dell’area saranno presenti an<strong>che</strong> gli stand<br />
delle più innovative Regioni, Province e Com<strong>un</strong>i Italiani,<br />
pronti a supportare i giovani impren<strong>di</strong>tori nella trasformazione<br />
delle loro idee in business.<br />
In collaborazione con Comuffi cio, Smau de<strong>di</strong>ca <strong>un</strong>’area<br />
speciale all’Innovazione per il Retail e la Grande Distribuzione<br />
Organizzata. L’iniziativa prevede <strong>un</strong>’offerta espositiva<br />
<strong>di</strong> tecnologie per il p<strong>un</strong>to ven<strong>di</strong>ta e <strong>di</strong> soluzioni <strong>di</strong><br />
controllo e <strong>di</strong> sicurezza, abbinata ad <strong>un</strong> programma <strong>di</strong><br />
convegni mirati <strong>di</strong> alto livello.<br />
PER INFORMAZIONI<br />
<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> Italiana per la Svizzera<br />
Seestrasse 123 - 8027 Zurigo<br />
Tel. 0041 44 289 23 23 - Fax 0041 44 201 53 57<br />
e-mail: fi ere@ccis.ch - www.ccis.ch
BIOTECH 2010: Milano,26 - 28 ottobre 2010<br />
La forza della ricerca<br />
Un settore giovane, consolidato e in continua crescita.<br />
È questo l’identikit dell’industria biotecnologica italiana<br />
<strong>che</strong>, pur partita in ritardo rispetto ad altri Paesi europei,<br />
è ora <strong>un</strong>a realtà affermata con oltre 300 imprese. Molte<br />
<strong>di</strong> queste troveranno in Biotech 2010, l’evento internazionale<br />
e conferenza sulle biotecnologie in programma<br />
<strong>dal</strong> 26 al 28 ottobre a fi eramilanocity, <strong>un</strong> trampolino<br />
<strong>di</strong> lancio per sviluppare ulteriormente il loro business.<br />
Delegazioni da tutto il mondo<br />
A Biotech 2010 è coinvolta an<strong>che</strong> Innovhub, azienda<br />
speciale per l’innovazione della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong><br />
<strong>di</strong> Milano, partner dei progetti europei Enterprise<br />
Europe Network e AlpsBioCluster, grazie ai quali organizzerà,<br />
mercoledì 27 ottobre 2010, <strong>un</strong>a company<br />
mission <strong>che</strong> prevede la presenza <strong>di</strong> numerose delegazioni<br />
estere <strong>di</strong> aziende e centri <strong>di</strong> ricerca del comparto<br />
delle biotecnologie provenienti da Paesi quali Stati<br />
Uniti, In<strong>di</strong>a, Germania, Francia, Svizzera, Olanda, Danimarca,<br />
Austria, Slovenia. Gli oltre cento partecipanti<br />
avranno la possibilità <strong>di</strong> incontrare potenziali partner<br />
lombar<strong>di</strong> per <strong>di</strong>scutere <strong>di</strong> trasferimento tecnologico,<br />
valorizzazione dei risultati <strong>di</strong> ricerca, progetti e ban<strong>di</strong><br />
europei, internazionalizzazione, opport<strong>un</strong>ità <strong>di</strong> business.<br />
Il partnering<br />
Dopo il notevole interesse suscitato a Biotech 2009,<br />
an<strong>che</strong> quest’anno viene riproposto il partnering, il<br />
più effi cace strumento per l’incontro tra domanda e<br />
offerta, ora esteso a Nuce International e Algae Europe.<br />
Il servizio consente incontri mirati tramite il software<br />
partneringONE® <strong>di</strong> EBD Group, considerato<br />
il migliore al mondo per la f<strong>un</strong>zione <strong>di</strong> matching.<br />
L’iscrizione avviene on line in modo rapido e a con<strong>di</strong>zioni<br />
particolarmente vantaggiose, per favorire <strong>un</strong><br />
numero elevato <strong>di</strong> adesioni. Dopo la compilazione del<br />
proprio profi lo, ciasc<strong>un</strong> utente può consultare quelli<br />
degli altri aderenti e richiedere incontri <strong>che</strong>, <strong>un</strong>a volta<br />
accettati, vengono inseriti <strong>dal</strong> software in <strong>un</strong>’agenda<br />
elettronica per poi svolgersi in fi era in <strong>un</strong>’area de<strong>di</strong>cata.<br />
Gli incontri possono offrire nuove possibilità <strong>di</strong> business<br />
come, ad esempio, identifi care nuovi clienti o<br />
fornitori, avviare partnership con <strong>un</strong>iversità e istituzioni,<br />
trovare investitori, valutare opport<strong>un</strong>ità <strong>di</strong> licensing.<br />
Biotech Start Up C<strong>ha</strong>llenge<br />
Nell’ambito dell’attività congressuale, mercoledì 27 ottobre<br />
si terrà il Biotech Start Up C<strong>ha</strong>llenge. L’iniziativa,<br />
organizzata in collaborazione con Aifi (Associazione<br />
Italiana <strong>di</strong> Private Equity e Venture Capital) si rivolge<br />
alle aziende start up <strong>che</strong> abbiano massimo due anni<br />
<strong>di</strong> vita e <strong>un</strong> personale inferiore alle 15 <strong>un</strong>ità, e si propone<br />
<strong>di</strong> dare visibilità alle start up maggiormente in grado <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>ventare competitive grazie alla loro capacità <strong>di</strong> innovazione.<br />
Le start up avranno l’opport<strong>un</strong>ità <strong>di</strong> presentare la<br />
loro attività e i loro progetti a qualifi cati operatori e analisti<br />
fi nanziari (business angel, venture capitalist, valutatori <strong>di</strong><br />
progetti <strong>di</strong> aziende già consolidate, investitori) <strong>che</strong> valuteranno<br />
le migliori proposte. La partecipazione è gratuita,<br />
ma riservata alle prime <strong>di</strong>eci aziende <strong>che</strong> faranno pervenire<br />
l’iscrizione agli organizzatori entro il 15 settembre.<br />
In contemporanea con Biotech 2010 si svolgeranno<br />
altri eventi quali Nuce International, la prima mostraconvegno<br />
nell’area del Me<strong>di</strong>terraneo de<strong>di</strong>cata all’industria<br />
nutraceutica, cosmeceutica, f<strong>un</strong>ctional foods &<br />
drinks e degli health ingre<strong>di</strong>ents, e Algae Europe, la<br />
prima mostra-convegno sulle tecnologie <strong>di</strong> produzione<br />
e sulle applicazioni industriali dell’algacoltura. In questo<br />
contesto sinergico sono state create an<strong>che</strong> le aree<br />
speciali Lab Area, riservata alle aziende <strong>che</strong> operano<br />
nel settore delle apparecchiature <strong>di</strong> processo e per il<br />
laboratorio, ed EXC Area, riservata ai produttori e <strong>di</strong>stributori<br />
<strong>di</strong> eccipienti. La contemporaneità <strong>di</strong> tutti questi<br />
eventi forma <strong>un</strong> nuovo e innovativo concept fi eristico.<br />
PER INFORMAZIONI<br />
<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> Italiana per la Svizzera<br />
Seestrasse 123 - 8027 Zurigo<br />
Tel. 0041 44 289 23 23 - Fax 0041 44 201 53 57<br />
e-mail: fi ere@ccis.ch - www.ccis.ch<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
85
86<br />
SAIE 2010: Bologna 27-30 ottobre 2010<br />
International Buil<strong>di</strong>ng Exhibition<br />
Anno <strong>di</strong> svolta, il 2010, per SAIE. Molte le novità, per i<br />
170.000 visitatori e 1.700 espositori <strong>che</strong> abitualmente<br />
convergono nei 235.000 metri quadri della fi era, ri<strong>un</strong>ite<br />
sotto lo slogan “Integrare per costruire”. Obiettivo <strong>di</strong> SAIE<br />
2010 è fornire infatti <strong>un</strong> contributo <strong>di</strong> eccellenza per arrivare<br />
a <strong>un</strong>a piena ed effi cace integrazione <strong>di</strong> saperi, competenze<br />
e tecnologie, allo scopo <strong>di</strong> spingere l’e<strong>di</strong>lizia verso<br />
quel salto <strong>di</strong> qualità tanto atteso da tutti gli operatori <strong>di</strong><br />
settore. Tre le principali aree temati<strong>che</strong> attraverso le quali<br />
si snoda l’e<strong>di</strong>zione 2010 <strong>di</strong> SAIE: sostenibilità, produzione<br />
e servizi. In ogni area, <strong>un</strong> programma articolato <strong>di</strong> iniziative<br />
offrirà a visitatori ed espositori <strong>un</strong> quadro globale ed esaustivo<br />
delle tendenze più attuali.<br />
Integrare con energia:<br />
SAIENERGIA & SOSTENIBILITÀ<br />
Dopo le due fort<strong>un</strong>ate e<strong>di</strong>zioni del 2008 e 2009, SAIENER-<br />
GIA cresce e <strong>di</strong>venta SAIENERGIA & SOSTENIBILITÀ, ri<strong>un</strong>endo<br />
gli spazi de<strong>di</strong>cati alle energie rinnovabili con quelli<br />
de<strong>di</strong>cati ai materiali, sistemi e componenti fi nalizzati a <strong>un</strong><br />
costruire sostenibile e sicuro. Com’è ormai tra<strong>di</strong>zione, nel<br />
pa<strong>di</strong>glione 14 prenderà corpo la Piazza dell’Energia, fulcro<br />
durante tutta la manifestazione <strong>di</strong> convegni, workshop,<br />
esposizioni, incontri, <strong>di</strong>battiti e conferenze; quest’anno,<br />
inoltre, alla Piazza dell’Energia si affi an<strong>che</strong>ranno altri spazi<br />
tematici, de<strong>di</strong>cati agli infi niti aspetti del costruire energeticamente<br />
sostenibile.<br />
Il cantiere evoluto: SAIECANTIERE & PRODUZIONE<br />
La consueta e consolidata attenzione <strong>che</strong> SAIE, <strong>un</strong>ico nel<br />
panorama nazionale, offre ai produttori <strong>di</strong> attrezzature da<br />
cantiere, si evolve in SAIECANTIERE, salone tematico de<strong>di</strong>cato<br />
alla produzione in-site e off-site, arricchito da <strong>un</strong>a<br />
serie <strong>di</strong> eventi, iniziative e spazi <strong>di</strong>mostrativi pensati appositamente<br />
per presentare nel modo migliore la produzione<br />
nazionale e internazionale.<br />
L’e<strong>di</strong>lizia immateriale: SAIESERVIZI<br />
Con i suoi 20.000 metri quadri de<strong>di</strong>cati ai servizi tecnici<br />
per le costruzioni e l’architettura, SAIESERVIZI rappresenta<br />
il più grande salone tematico in Europa <strong>di</strong> software e<br />
<strong>ha</strong>rdware tecnico e <strong>di</strong> strumenti fi nalizzati al progettare,<br />
costruire e manutenere. A corollario del Salone, <strong>un</strong>a serie<br />
<strong>di</strong> forum e spazi fi nalizzati al confronto tra operatori si<br />
propone come luogo ideale dove reperire e scambiare le<br />
informazioni più aggiornate in materia.<br />
Architettura&Innovazione<br />
Da sempre <strong>un</strong>o dei principali app<strong>un</strong>tamenti annuali del mondo<br />
delle costruzioni, capace <strong>di</strong> interpretare le tendenze più<br />
attuali e anticipare quelle future, Cuore Mostra de<strong>di</strong>ca la<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
sua e<strong>di</strong>zione 2010 all’esperienza dei gran<strong>di</strong> progettisti <strong>che</strong>,<br />
con la loro opera, integrano nuove tecnologie, nuovi materiali<br />
e nuovi sistemi energetici. Architetture innovative <strong>che</strong><br />
grazie all’integrazione <strong>di</strong>ventano vere e proprie “milestone”<br />
per l’intero mondo delle costruzioni.<br />
Il tema della prima e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> SAIESELECTION, concorso<br />
riservato a studenti e giovani progettisti, verte sul tema<br />
dell’integrazione in architettura.<br />
Green & Stone: <strong>un</strong>’idea “verde” per l’urban design<br />
Nel 2008, <strong>dal</strong>la collaborazione tra SAIE, Confi ndustria Marmomacchine<br />
e il Consorzio Pietra Autenticamente Naturale,<br />
nasceva Saie New Stone Age Design, il salone tematico<br />
de<strong>di</strong>cato alla pietra naturale e alle sue numerose declinazioni<br />
in oggetti <strong>di</strong> design. Nel 2010, tema della terza e<strong>di</strong>zione<br />
del salone sarà l’integrazione tra pietra e verde come<br />
sp<strong>un</strong>to per nuove forme <strong>di</strong> urban design.<br />
Guida alle novità<br />
Settima e<strong>di</strong>zione per la cartina al tornasole dell’innovazione<br />
in e<strong>di</strong>lizia, la Guida alle Novità curata da Artec, Archivio<br />
delle Tecni<strong>che</strong> e dei Materiali per l’Architettura e il Disegno<br />
Industriale dell’Università IUAV <strong>di</strong> Venezia, <strong>che</strong> <strong>dal</strong> 2004<br />
raccoglie le principali novità presentate nel corso della<br />
manifestazione bolognese. Assieme a essa, la Selezione<br />
delle Novità ogni anno premia e mette in mostra i più innovativi<br />
prodotti presentati, attraverso <strong>un</strong>’esposizione presso<br />
il Centro Servizi.<br />
SAIECET<br />
Nuovo app<strong>un</strong>tamento a SAIE 2010: la prima e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />
SAIECET, l’<strong>un</strong>ico salone internazionale de<strong>di</strong>cato al mondo<br />
delle Chiusure E<strong>di</strong>li Tecni<strong>che</strong> (chiusure per garage, per<br />
uso industriale, tagliafuoco, antieffrazione, automati<strong>che</strong>,<br />
motorizzazioni, accessori, …). Ospiterà <strong>di</strong>versi eventi e<br />
incontri su <strong>un</strong> tema ricco <strong>di</strong> implicazioni per tutta l’industria<br />
<strong>di</strong> settore.
Fieracavalli: Verona, 4 - 7 novembre 2010<br />
P<strong>un</strong>to <strong>di</strong> riferimento nel panorama<br />
equestre mon<strong>di</strong>ale<br />
Verona, con Fieracavalli, è da oltre <strong>un</strong> secolo il p<strong>un</strong>to <strong>di</strong><br />
riferimento nel panorama equestre mon<strong>di</strong>ale. Nata nel<br />
1898 come semplice mercato equino, è <strong>oggi</strong> <strong>un</strong> app<strong>un</strong>tamento<br />
<strong>di</strong> carattere internazionale in continua crescita:<br />
negli ultimi 5 anni <strong>ha</strong> registrato <strong>un</strong> incremento del 18 %<br />
nel numero <strong>di</strong> visitatori e nella scorsa e<strong>di</strong>zione <strong>ha</strong> superato<br />
quota 150mila. Inoltre sono stati 923 i giornalisti<br />
accre<strong>di</strong>tati, oltre 600 gli espositori provenienti <strong>dal</strong>l’Italia<br />
e <strong>dal</strong>l’estero, e ben 2.500 i cavalli appartenenti a più<br />
<strong>di</strong> 60 razze, su <strong>un</strong>a superfi cie complessiva <strong>di</strong> 350mila<br />
metri quadrati.<br />
La manifestazione gode da sempre della collaborazione<br />
delle principali istituzioni legate al mondo del cavallo,<br />
l’UNIRE (Unione Nazionale per l’Incremento delle Razze<br />
Equine), l’AIA (Associazione Italiana Allevatori), la FISE<br />
(Federazione Italiana Sport Equestri), la FEI (Federazione<br />
Equestre Internazionale) e le principali federazioni<br />
<strong>che</strong> operano nel comparto ippico ed equestre, senza<br />
<strong>di</strong>menticare l’importante app<strong>oggi</strong>o del MIPAAF (Ministero<br />
delle Politi<strong>che</strong> Agricole Alimentari e Forestali) e del<br />
Ministero della Salute.<br />
La signifi cativa e continua crescita della manifestazione<br />
è la <strong>di</strong>mostrazione della bontà del «progetto Fieracavalli»:<br />
da semplice fi era tecnica è <strong>di</strong>venuta <strong>un</strong> vero e<br />
proprio contenitore <strong>di</strong> eventi legati al mondo del cavallo.<br />
Un pubblico internazionale e interessato, <strong>un</strong> ampio<br />
ventaglio <strong>di</strong> operatori professionisti, esperti del settore<br />
<strong>che</strong> cercano in Fieracavalli l’innovazione delle attrezzature,<br />
le novità dell’abbigliamento e degli accessori per<br />
l’equitazione.<br />
Non solo. Accanto al pubblico più specializzato, Fieracavalli<br />
pensa a tutti i curiosi e gli appassionati, proponendo<br />
<strong>un</strong> programma fi tto <strong>di</strong> app<strong>un</strong>tamenti: <strong>dal</strong>la promozione<br />
del territorio nel Salone del Turismo e nel Villaggio delle<br />
Tra<strong>di</strong>zioni, con <strong>un</strong> ampia offerta <strong>di</strong> percorsi a cavallo in<br />
Italia e all’estero, al coinvolgimento dei ragazzini, i cavalieri<br />
<strong>di</strong> domani, all’interno del Villaggio del bambino, <strong>che</strong><br />
presenta aree lu<strong>di</strong><strong>che</strong> e <strong>di</strong>datti<strong>che</strong> pensate per intrattenere<br />
e educare alla natura e al mondo animale; dai Saloni<br />
del cavallo italiano, arabo e spagnolo alle gare del<br />
western show, <strong>dal</strong>le competizioni sportive alla sfi lata dei<br />
migliori esemplari degli allevamenti nazionali ed esteri.<br />
Senza <strong>di</strong>menticare l’intrattenimento, affi dato ad Horselyric,<br />
lo spettacolo serale con magnifi ci cavalli protagonisti<br />
<strong>di</strong> <strong>un</strong>a vera e propria danza, accompagnati <strong>dal</strong><br />
vivo da gran<strong>di</strong> interpreti della lirica internazionale, sotto<br />
il patrocinio della Fondazione Arena <strong>di</strong> Verona. Eccezionale<br />
novità per l’e<strong>di</strong>zione 2010 è il ritorno in Italia della<br />
Real Escuela An<strong>dal</strong>uza<br />
del Arte Ecuestre <strong>di</strong> Jerez<br />
de la Frontera, tra le<br />
più importanti al mondo,<br />
a cui è affi data l’apertura<br />
del Gala, con tre interventi<br />
della durata <strong>di</strong> circa <strong>di</strong>eci<br />
minuti ciasc<strong>un</strong>o. Da non perdere, l’evento agonistico<br />
più atteso dell’anno, Jumping Verona, l’<strong>un</strong>ica tappa<br />
italiana della Rolex FEI World Cup . In questa occasione,<br />
sarà Rolf Lue<strong>di</strong> a <strong>di</strong>segnare i percorsi della<br />
decima e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Jumping Verona. Lo Chef de<br />
Piste svizzero <strong>ha</strong> all’attivo nel suo curriculum ben due<br />
fi nali <strong>di</strong> Rolex FEI World Cup, quella <strong>di</strong> Göteborg nel<br />
2008 e quella del 2010 a Ginevra, e <strong>di</strong>verse tappe <strong>di</strong><br />
Coppa del Mondo: Ginevra (SUI), Mosca (RUS), Zurigo<br />
(SUI), Göteborg (SWE) e Porto Alegre (BRA). Figurano<br />
nel suo carnet an<strong>che</strong> i Campionati d”Europa Giovanili <strong>di</strong><br />
Sc<strong>ha</strong>ff<strong>ha</strong>usen del 2005, e gli CSIO svizzeri <strong>di</strong> Lucerna<br />
e <strong>di</strong> San GalloLue<strong>di</strong> è ben noto in Italia soprattutto per<br />
aver fi rmato le e<strong>di</strong>zione 2007 e 2009 del CSI5* <strong>di</strong> San<br />
Patrignano.<br />
PER INFORMAZIONI<br />
<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> Italiana per la Svizzera<br />
Seestrasse 123 - 8027 Zurigo<br />
Tel. 0041 44 289 23 23 - Fax 0041 44 201 53 57<br />
e-mail: fi ere@ccis.ch - www.ccis.ch<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
87
GOTHA: Parma, 6 - 14 novembre 2010<br />
10ª mostra internazionale d’antiquariato<br />
Dal 1994, GOTHA presenta a Parma le più esclusive proposte<br />
presentate da 80 selezionate gallerie antiquarie<br />
italiane ed estere: arre<strong>di</strong>, pittura,scultura, tappeti, argenti,<br />
gioielli, libri, arte orientale; <strong>dal</strong> primitivo al novecento.<br />
Una delle mostre più prestigiose a livello europeo <strong>di</strong>venuta<br />
<strong>un</strong> app<strong>un</strong>tamento imprescin<strong>di</strong>bile per collezionisti,<br />
investitori, esperti d’arte o semplici amanti del bello.<br />
Le proposte più esclusive dei migliori antiquari. Un riferimento<br />
privilegiato per musei, collezionisti colti e raffi -<br />
nati, appassionati d’arte e antiquariato. GOTHA è come<br />
<strong>un</strong> grande museo dove però tutto è in ven<strong>di</strong>ta. Si tiene<br />
alle Fiere <strong>di</strong> Parma, all’interno <strong>di</strong> Palacassa, <strong>un</strong>o spazio<br />
elegante, moderno e razionale, fastosamente decorato<br />
da Pier Luigi Pizzi, il grande scenografo <strong>che</strong> per questa<br />
e<strong>di</strong>zione si è ispirato al rigore neoclassico dell’architetto<br />
francese Ennemond Alexandre Petitot, <strong>che</strong> nella città<br />
ducale <strong>ha</strong> lasciato importanti vestigia. Gli allestimenti<br />
prime e<strong>di</strong>zioni erano invece ispirati alla Parma dei Farnese.<br />
Parma terra dell’arte, della musica e delle buone proposte<br />
culinarie può incantare qualsiasi visitatore, insieme<br />
alla sua provincia con il castello <strong>di</strong> Torrechiara, la rocca<br />
<strong>di</strong> Fontanellato, il teatro <strong>di</strong> Busseto ed il palazzo ducale<br />
<strong>di</strong> Colorno e, ultima ma non ultima, la possibilità <strong>di</strong><br />
<strong>un</strong> piacevole relax a Salsomaggiore rinomata stazione<br />
termale.<br />
Molti sono i fattori <strong>che</strong> <strong>ha</strong>nno contribuito a questa realtà.<br />
Parma è <strong>un</strong>a città con <strong>un</strong>a popolazione ad alto red<strong>di</strong>to,<br />
conosciuta per il suo stile e art de vivre raffi nato,<br />
connaturato alla sua storia. Si trova al centro <strong>di</strong> <strong>un</strong> terrritorio<br />
impren<strong>di</strong>toriale molto attivo, con gran<strong>di</strong> collezionisti<br />
e fondazioni e collezioni private importanti. Tanto<br />
per citare alc<strong>un</strong>i nomi ricor<strong>di</strong>amo Franco Maria Ricci, la<br />
Fondazione Magnani Rocca, le collezioni d’arte private<br />
Barilla, e Maramotti.<br />
Ragione in più per gli espositori <strong>di</strong> presentare a Got<strong>ha</strong><br />
oggetti d’arte straor<strong>di</strong>nari. Molte le opere <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> artisti<br />
vendute nel corso delle ultime e<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> GOTHA.<br />
Tra questi citiamo Botticelli, Mantegna e Parmigianino.<br />
Poco <strong>di</strong>stante <strong>dal</strong> centro storico, GOTHA è facilmente<br />
raggi<strong>un</strong>gibile <strong>dal</strong>la stazione ferroviaria e <strong>dal</strong>l’autostrada.<br />
PER INFORMAZIONI<br />
<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> Italiana per la Svizzera<br />
Seestrasse 123 - 8027 Zurigo<br />
Tel. 0041 44 289 23 23 - Fax 0041 44 201 53 57<br />
e-mail: fi ere@ccis.ch - www.ccis.ch
Il Mondo in <strong>Camera</strong><br />
Restauratori Liguri<br />
a Bauen & Modernisieren<br />
Un’arte fondamentale<br />
per tramandare il passato<br />
Consegnati i <strong>di</strong>plomi 2010<br />
Iniziati il nuovo corso<br />
per sommellier<br />
In Svizzera <strong>dal</strong> 20 ottobre<br />
al 19 <strong>di</strong>cembre 2010<br />
Sosta in autogrill e trovi Parma<br />
Dal 29 novembre all’1° <strong>di</strong>cembre<br />
2010 in delegazione a Modena<br />
Il biomed oltre la Ferrari e<br />
l’aceto balsamico<br />
Le città d’arte dell’Emilia<br />
Romagna in <strong>un</strong> workshop a Lugano<br />
Switadvice: la nuova guida<br />
per le piccole imprese<br />
Lucania bella scoperta
90<br />
Il mondo in camera<br />
Ha preso il via il Corso per Sommelier<br />
in lingua italiana 2010/2011<br />
I neo <strong>di</strong>plomati con Davide Comoli e Nicola Mattana dell’ASSP.<br />
Lo scorso 25 settembre, per il sesto anno consecutivo,<br />
<strong>ha</strong> preso il via a Zurigo il Corso per Sommelier in lingua<br />
italiana organizzato <strong>dal</strong>la nostra <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> in<br />
collaborazione con l’Association Suisse Sommelier Professionnels<br />
(ASSP) e <strong>dal</strong>l’Associazione Mon<strong>di</strong>ale del Sommelier<br />
(ASI). Il corso <strong>ha</strong> come obiettivo <strong>di</strong> far acquisire<br />
In occasione della<br />
Baumesse 2010<br />
a Zurigo, presenti<br />
con <strong>un</strong>o stand alla<br />
fi era più visitata<br />
dell’e<strong>di</strong>lizia an<strong>che</strong><br />
i restauratori Liguri.<br />
Un progetto<br />
sostenuto da CNA<br />
Liguria, <strong>dal</strong>la Regione<br />
Liguria, e <strong>dal</strong>la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> Cpmmercio Italiana per la<br />
Svizzera, La Baumesse è <strong>un</strong>a vetrina importante, per chi<br />
non <strong>ha</strong> contatti e vuole farsi conoscere sul territorio nel<br />
settore e<strong>di</strong>le. Questa presenza <strong>ha</strong> permesso <strong>di</strong> creare <strong>un</strong><br />
momento d’incontro fra operatori e stampa, durante il quale,<br />
prendendo sp<strong>un</strong>to da <strong>un</strong>a relazione del Dott. Graziano<br />
Tonelli, intitolata “Il restauro in Italia tra passato e presente”,<br />
sono state ripercorse le tappe fondamentali <strong>che</strong> <strong>ha</strong>nno<br />
portato il restauro ad essere considerato, <strong>un</strong> in<strong>di</strong>spensabile<br />
strumento, per tramandare e far conoscer il nostro patrimonio<br />
storico artistico. Partendo <strong>dal</strong> Quattrocento dove il<br />
restauro <strong>di</strong> integrazione, era <strong>un</strong>’azione del tutto usuale, si è<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
ai partecipanti <strong>un</strong> adeguato bagaglio tecnico-culturale del<br />
complesso mondo del vino ed è programmato secondo<br />
moderni canoni <strong>di</strong> formazione professionale. All’e<strong>di</strong>zione<br />
2010/2011 si sono iscritti 19 corsisti e le lezioni si<br />
svolgono presso la rinomata casa vinicola zurighese della<br />
Landolt Weine AG. Strutturato su tre livelli in<strong>di</strong>pendenti tra<br />
<strong>di</strong> loro per <strong>un</strong> totale <strong>di</strong> 36 lezioni il corso prevede lo stu<strong>di</strong>o<br />
della viticultura, tecnica <strong>di</strong> degustazione, legislazione, geografi<br />
a vitivinicola e abbinamento cibi-vini.<br />
In occasione della prima giornata <strong>di</strong> lezioni sono stati an<strong>che</strong><br />
consegnati i <strong>di</strong>plomi sommelier ai corsisti <strong>che</strong> <strong>ha</strong>nno<br />
superato l’esame fi nale del corso 2009/2010 conclusosi<br />
nel giugno scorso. Gli 8 nuovi sommelier: Guarini Carlo,<br />
Scatigna Roberto, Stucchi Gloria, Manduca Br<strong>un</strong>o, Pagliaccio<br />
Antonio, Monney Elisabeth, Morra Carlo, Polonijo<br />
Giacomo. La consegna dei <strong>di</strong>plomi è stata fatta <strong>dal</strong> Signor<br />
Davide Comoli, Presidente della Commissione <strong>di</strong>dattica<br />
dell’ASSP e da Nicola Mattana, <strong>di</strong>rettore dei corsi in lingua<br />
italiana a Zurigo. Ai neo-<strong>di</strong>plomati i più sinceri auguri da<br />
parte <strong>di</strong> tutta la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> Italiana per la Svizzera<br />
e ai nuovi corsisti <strong>un</strong> grosso in bocca al lupo!!<br />
Baumesse 2010: Restauratori Liguri a Bauen & Modernisieren<br />
Un’arte fondamentale per tramandare il passato<br />
passati poi ad analizzare il Settecento, quando per la prima<br />
volta si sono posti i veri quesiti <strong>che</strong> <strong>ha</strong>nno poi portato alla<br />
moderna concezione <strong>di</strong> restauro. Quin<strong>di</strong> <strong>dal</strong> Settecento, si<br />
pensa ad <strong>un</strong> restauro autentico, <strong>che</strong> rispetti l’opera nella<br />
sua originalità ed integrità. Un grande passo avanti lo <strong>ha</strong><br />
fatto Camillo Boito nell’Ottocento, <strong>che</strong> con le sue teorie<br />
considerate all’epoca “rivoluzionarie”, <strong>di</strong>ede alle opere <strong>un</strong><br />
valore documentario, <strong>che</strong> sosteneva <strong>di</strong> rispettare l’opera al<br />
momento dell’intervento, limitandone al mimino i rifacimenti,<br />
<strong>che</strong> dovevano sempre essere riconoscibili.<br />
Dal canto suo, la Dott.ssa Stella Sanguinetti, <strong>ha</strong> parlato del<br />
restauro cartaceo, portando ad esempio <strong>un</strong> il restauro <strong>di</strong> <strong>un</strong><br />
libro catastale. Hanno completato il quadro Ugo Buonasorte,<br />
Gianluca Giordano e Paolo Fabiani della G.S. G. Palla<strong>di</strong>o,<br />
<strong>che</strong> si occupano della parte scientifi ca dell’indagine, pre restauro,<br />
rilöevando come le nuove tecnologia siano sempre<br />
più importanti nella fase <strong>di</strong> investigazione, e presentando<br />
l’utilizzo pulmini mobili, dotati <strong>di</strong> tutta l’attrezzatura necessaria,<br />
per fare delle indagini sul posto, senza dover a volte<br />
spostare l’opera.<br />
www.ligura.cna.it - www.baumesse.ch<br />
www.salonerestaurosarzana.it
In svizzera <strong>dal</strong> 20 ottobre al 19 <strong>di</strong>cembre 2010<br />
Sosta in autogrill e trovi Parma<br />
Stazioni <strong>di</strong> servizio su strade ed autostrade svizzere, centri<br />
commerciali e centri citta<strong>di</strong>ni, stazioni ferroviarie, aeroporti<br />
internazionali e alberghi, queste le location in cui su<br />
tutto il territorio svizzero sono <strong>di</strong>stribuiti i p<strong>un</strong>ti ven<strong>di</strong>ta del<br />
Gruppo Autogrill <strong>che</strong> venderanno per due mesi (<strong>dal</strong> 20 ottobre<br />
al 19 <strong>di</strong>cembre 2010) <strong>un</strong>a selezione delle eccellenze<br />
alimentari <strong>di</strong> Parma.<br />
Si tratta <strong>di</strong> ristoranti (self service o con servizio al tavolo),<br />
bar, negozi <strong>di</strong> alimentari ed altri articoli, chioschi riven<strong>di</strong>tori<br />
<strong>di</strong> piccoli e veloci snack da portar via, pizzerie rinomate.<br />
Tutti questi p<strong>un</strong>ti ven<strong>di</strong>ta appartengono al gruppo Autogrill<br />
con concetti come:<br />
Motta Cafè Bar Milano, Amò Cafè Bar Ristorante,<br />
Passaggio e Pizza Pasta Caffè Ristorante.<br />
7 produttori parmensi rigorosamente selezionati dai buyer<br />
<strong>di</strong> Autogrill commercializzeranno per due mesi, grazie a<br />
questa iniziativa congi<strong>un</strong>ta <strong>di</strong> Parma Alimentare e <strong>Camera</strong><br />
<strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> Italiana per la Svizzera, <strong>di</strong>verse tipologie <strong>di</strong><br />
prodotto come:<br />
“Parmigiano-Reggiano, Prosciutto <strong>di</strong> Parma, Salame<br />
<strong>di</strong> Felino, Coppa <strong>di</strong> Parma, Anolini parmigiani,<br />
Tortelli <strong>di</strong> erbetta, Gnocchi <strong>di</strong> patate, Fagottini al<br />
Prosciutto e sughi al pomodoro<br />
Queste sono alc<strong>un</strong>e delle specialità gastronomi<strong>che</strong> <strong>di</strong> Parma,<br />
riconosciuta con la fama <strong>di</strong> “Food Valley” <strong>che</strong>, singolarmente<br />
o in degustazione abbinata in ricette tipi<strong>che</strong> saranno<br />
testimoni della qualità della tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> territorio.<br />
Per coloro <strong>che</strong> degusteranno i menu parmigiani in palio 3<br />
week end a Parma per 2 persone e 10 basket <strong>di</strong> prodotti<br />
tipici della Provincia. Troverete le specialità parmensi<br />
in tutti i negozi Autogrill presso le stazioni <strong>di</strong> servizio<br />
nei centri commerciali, nelle stazioni, nei centri citta<strong>di</strong>ni e<br />
negli aeroporti della Svizzera.<br />
Dal 29 novembre all’1° <strong>di</strong>cembre 2010 in delegazione a Modena<br />
Il biomed oltre la Ferrari e l’aceto balsamico<br />
Il Distretto biome<strong>di</strong>cale modenese cerca partnership in<br />
Svizzera: Modena (Italia): 29 novembre - 01 <strong>di</strong>cembre<br />
2010.<br />
Dal 29 novembre al 01 <strong>di</strong>cembre 2010 verrà presentato a<br />
Modena (Italia) ad <strong>un</strong>a delegazione <strong>di</strong> buyer provenienti da<br />
Russia, Emirati Arabi, Germania, UK, Francia e Svizzera il<br />
Distretto modenese del Biome<strong>di</strong>cale: www.expomo.com<br />
(clickare sulla voce “biome<strong>di</strong>cale). Circa 117 aziende tra<br />
produttori <strong>di</strong> macchinari fi niti, attrezzature hight tech e parti<br />
elettromeccani<strong>che</strong> fanno <strong>di</strong> Modena da anni <strong>un</strong> centro <strong>di</strong><br />
eccellenza mon<strong>di</strong>ale nel settore.<br />
La CCIS seleziona aziende svizzere operanti nei comparti<br />
<strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> prodotti biome<strong>di</strong>cali, clini<strong>che</strong>, ospe<strong>dal</strong>i<br />
centri benessere interessate a recarsi a Modena in qualità<br />
<strong>di</strong> acquirenti <strong>di</strong> prodotti e tecnologia locale. La CCIS cerca<br />
inoltre opinion leader, giornalisti, esponenti <strong>di</strong> associazioni<br />
<strong>di</strong> categoria <strong>di</strong> settore, interessati a partecipare<br />
per esplorare il Distretto e dare visibilità in Svizzera<br />
alle opport<strong>un</strong>ità più concrete <strong>di</strong> collaborazione. A partire<br />
dai primi <strong>di</strong> settembre verranno <strong>di</strong>ffuse informazioni più<br />
dettagliate a tutti gli interessati.<br />
Informazioni:<br />
Fabrizio Macrì<br />
Tel. 0041 (0) 44 289 23 23<br />
E-Mail: fmacri@ccis.ch<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
91
92<br />
Le città d’arte dell’Emilia Romagna<br />
in <strong>un</strong> workshop a Lugano<br />
Organizzato da Apt Servizi e Unione Città d’Arte, in collaborazione<br />
con la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> Italiana per la<br />
Svizzera, si è svolto a Lugano a Villa Sassa <strong>un</strong> workshop<br />
<strong>che</strong> <strong>ha</strong> messo a confronto operatori emiliano romagnoli e<br />
buyer elvetici<br />
Focus dell’incontro l’offerta culturale ed enogastronomica,<br />
proposte com<strong>un</strong>que legate agli eventi in Emilia Romagna.<br />
Prossimità, storia, tra<strong>di</strong>zione e familiarità, sono questi i<br />
motivi per cui l’Italia mantiene <strong>un</strong>a posizione privilegiata sul<br />
mercato svizzero delle vacanze:<br />
Oltre <strong>che</strong> secondo partner commerciale della Svizzera,<br />
come <strong>ha</strong> p<strong>un</strong>tualmente ricordato il segretario generale<br />
della CCIS Andrea G. Lotti, l’Italia, infatti, è al secondo posto<br />
(dopo la Germania) tra le principali destinazioni verso<br />
l’estero della Confederazione. Per quel <strong>che</strong> riguarda l’Emilia<br />
Romagna, <strong>ha</strong> precisato Chiara Cigolini, responsabile dell’uffi<br />
cio Enit <strong>di</strong> Zurigo, nel 2009 si è registrato <strong>un</strong> incremento<br />
d’arrivi e presenze <strong>di</strong> turisti svizzeri rispetto al 2008:<br />
144.000 gli arrivi per <strong>un</strong> + 6,04% e 853.100 le presenze<br />
con <strong>un</strong>a variazione positiva del 3,26%,.<br />
Questi sono naturalmente gli arrivi “registrati” ma è lecito<br />
ipotizzare <strong>che</strong> gli arrivi reali siano molti <strong>di</strong> più an<strong>che</strong> per via<br />
della vicinanza territoriale, <strong>che</strong> interessa in modo particolare<br />
Ticino.<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
Turismo <strong>che</strong> è sempre più attento an<strong>che</strong> all’offerta culturale<br />
e artistica come <strong>ha</strong> confermato Pietro Fantini dell’Unione <strong>di</strong><br />
Prodotto Città d’Arte, Cultura e Affari dell’Emilia Romagna.<br />
Presente all’incontro an<strong>che</strong> il Console generale d’Italia a<br />
Lugano, Alberto Galluccio, <strong>che</strong> <strong>ha</strong> riba<strong>di</strong>to l’importanza <strong>di</strong><br />
queste manifestazioni <strong>che</strong> sanciscono rapporti <strong>di</strong> vicinato<br />
consolidato e forieri <strong>di</strong> ricadute positive per regioni <strong>di</strong> effettiva<br />
prossimità.<br />
SWITADVICE: LA NUOVA GUIDA PER LE PICCOLE IMPRESE<br />
A conclusione dei lavori <strong>di</strong> totale restyling della “passepartoutbusinessguide”, La <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> Italiana per<br />
la Svizzera è lieta <strong>di</strong> ann<strong>un</strong>ciare <strong>che</strong> sarà operativo il nuovo portale: www.SwItadvice.com.<br />
Questa guida, <strong>di</strong> natura fi scale e legale è rivolta agli impren<strong>di</strong>tori <strong>di</strong> micro, piccole e me<strong>di</strong>e imprese, ed analizza la<br />
realtà italiana e quella svizzera. SWITADVICE vuole presentarsi, ancor <strong>di</strong> più rispetto al passato, come <strong>un</strong>o strumento<br />
<strong>di</strong> supporto <strong>che</strong> si avvale della competenza <strong>di</strong> vali<strong>di</strong> professionisti ed è in<strong>di</strong>rizzato a coloro <strong>che</strong> sono interessati<br />
a trovare nuovi sbocchi sia sul mercato svizzero sia su quello italiano.<br />
La presentazione uffi ciale avrà luogo a Roma, venerdì 22 ottobre 2010, alle ore 11.00 presso la sede dell’Ambasciata<br />
Svizzera in Italia, Via Barnaba Oriani 61.<br />
Informazioni: Christian Pitar<strong>di</strong> - Tel. 0041 (0) 44 289 23 23 - E-Mail: cpitar<strong>di</strong>@ccis.ch
Lucania bella scoperta<br />
La <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> Italiana per la Svizzera (CCIS) e l’Agenzia Nazionale del Turismo (ENIT)<br />
in collaborazione con la Regione Basilicata e l’Agenzia <strong>di</strong> Promozione Territoriale della Basilicata<br />
(APT) lo scorso 1° settembre presso il Z<strong>un</strong>ft<strong>ha</strong>us zur Meisen, Zurigo, <strong>ha</strong>nno organizzato, per<br />
operatori giornalisti, <strong>un</strong> evento <strong>che</strong> <strong>ha</strong> visto la Lucania, attraverso il suo territorio e i suoi prodotti,<br />
come apprezzata protagonista.<br />
Orizzonti lucani, questo lo slogan <strong>che</strong> viene utilizzato<br />
<strong>dal</strong>la Regione Basilicata per promuovere in Italia ed<br />
all’estero il “pac<strong>che</strong>tto Lucania“. Un’offerta alimentare<br />
strettamente legata a questa “terra tra mare e cielo”<br />
<strong>che</strong> gode <strong>di</strong> <strong>un</strong> clima mite e favorevole ad <strong>un</strong>’agricoltura<br />
rigogliosa. I sapori dei prodotti <strong>di</strong> questa terra sono<br />
millenari, scorrendo le s<strong>che</strong>de tecni<strong>che</strong> dei prodotti <strong>che</strong><br />
sono stati presentati lo scorso 1° settembre si scorge<br />
quasi sempre <strong>un</strong> legame con la tra<strong>di</strong>zione antica <strong>di</strong> questa<br />
terra <strong>che</strong> affonda le sue ra<strong>di</strong>ci nella Magna Grecia<br />
e poi nell’Italia latina dominata dai Romani. I prodotti lucani<br />
insomma sono strettamente legati alla tra<strong>di</strong>zione<br />
storica ed alle bellezze naturalisti<strong>che</strong>.<br />
Il connubio enogastronomia e turismo è d<strong>un</strong>que <strong>un</strong><br />
elemento imprescin<strong>di</strong>bile per apprezzare il meglio <strong>che</strong><br />
questa terra <strong>ha</strong> da offrire al turista e all’appassionato o<br />
esperto <strong>di</strong> specialità enogastronomi<strong>che</strong>.<br />
“Enotria” <strong>dal</strong> Greco antico “Oinos” (vino) era il <strong>nome</strong><br />
<strong>che</strong> gli antichi Greci davano a questa terra <strong>che</strong> ancora<br />
<strong>oggi</strong> annovera tra i suoi prodotti alimentari <strong>di</strong> maggiore<br />
spessore questi vini: Aglianico del Vulture DOC, Terra<br />
dell’Alta Val d’Agri DOC, il Matera DOC, il Basilicata GGA<br />
ed Il Grottino <strong>di</strong> Roccanova GGA. An<strong>che</strong> dei formaggi<br />
lucani si trova traccia nella tra<strong>di</strong>zione dei greci e dei<br />
romani: il Pecorino <strong>di</strong> Filiano DOP, il Caciocavallo silano<br />
DOP, il Canestrato <strong>di</strong> Moliterno ed il Cacioricotta lucano<br />
sono quin<strong>di</strong> il p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> arrivo <strong>di</strong> secoli <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zione nel<br />
settore caseario. Degni <strong>di</strong> nota an<strong>che</strong> I legumi, come<br />
i fagioli <strong>di</strong> Sarconi. I fagioli in quest’angolo d’Italia venivano<br />
utilizzati dai Romani come con<strong>di</strong>mento e contorno<br />
<strong>di</strong> altri piatti e sono caratterizzati da <strong>un</strong> leggero sapore<br />
fruttato e da <strong>un</strong>a facile <strong>di</strong>geribilità; <strong>dal</strong>l’alto contenuto<br />
proteico invece e famosi per essere <strong>un</strong>o dei piatti preferiti<br />
da Giuseppe Garibal<strong>di</strong>, eroe dell’Unità d’Italia, sono i<br />
Fagioli Bianchi <strong>di</strong> Rotonda.<br />
Il Peperoncino <strong>di</strong> Senise, il Pane <strong>di</strong> Matera, l’Olio Extravergine<br />
del Vulture, le Melanzane rosse <strong>di</strong> Rotonda,<br />
le Olive <strong>di</strong> Ferran<strong>di</strong>na, il Marroncino <strong>di</strong> Melfi (castagne),<br />
la Lucanica <strong>di</strong> Picerno (salumi essiccati), i Cavoli della<br />
Valle dell’Ofanto, il Miele Lucano e l’Agnello delle Dolomiti<br />
Lucane completano il quadro <strong>di</strong> specialità veramente<br />
<strong>un</strong>i<strong>che</strong> <strong>che</strong> questa Regione <strong>ha</strong> da offrire ai palati<br />
più allenati ed alla ricerca <strong>di</strong> prodotti <strong>dal</strong>l’alto contenuto<br />
qualitative e <strong>dal</strong>la ricca tra<strong>di</strong>zione manufatturiera<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
93
94<br />
Contatti Commerciali<br />
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Riedstrasse – PF<br />
CH – 6343 Rotkreuz<br />
Tel.: ++41 417901188<br />
Fax: ++41 417901061<br />
hubert.sidler@hubertransport.ch<br />
www.hubertransport.ch<br />
Trasporti internazionali<br />
Planzer Transport AG<br />
Lerzenstrasse 14<br />
CH - 8953 Dietikon<br />
Tel: +41 447446222<br />
bviviani@planzer.ch - www.planzer.ch<br />
Materiali e<strong>di</strong>li<br />
PA. MA IMPORT – EXPORT GmbH<br />
Olsbergerstrasse 6<br />
CH - 4310 Rheinfelden<br />
Tel: +41 61 831 44 59<br />
Fax +41 61 831 02 82<br />
E-mail: pa.ma@hotmail.com<br />
Per ulteriori informazioni rivolgersi alla:<br />
<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> Italiana per la<br />
Svizzera, Seestr. 123, casella postale,<br />
8027 Zurigo, Tel. 044/289 23 23,<br />
Fax 044/201 53 57,<br />
info@ccis.ch, www.ccis.ch<br />
Nome ............................................................................................<br />
Cog<strong>nome</strong> .......................................................................................<br />
In<strong>di</strong>rizzo ........................................................................................<br />
Tel. .................................... e-mail .............................................<br />
Intendo sottoscrivere <strong>un</strong> abbonamento annuo<br />
(11 copie) a La Rivista al costo <strong>di</strong> 60CHF (estero: 50 euro)<br />
Data e fi rma ..................................................................................<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
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96<br />
ATTIVITÀ E SERVIZI<br />
Con i suoi circa 800 Soci la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> Italiana per<br />
la Svizzera, fondata nel 1909, è <strong>un</strong>‘associazione in<strong>di</strong>pendente<br />
ai sensi del Co<strong>di</strong>ce Civile Svizzero. Il suo compito precipuo<br />
consiste nella assistenza alle imprese de<strong>di</strong>te all‘interscambio<br />
tra Italia, Svizzera ed il Principato del Liechtenstein. La gamma<br />
dei suoi servizi, certifi cati ISO 9001, è molto variegata e comprende<br />
tra l‘altro:<br />
- Ricer<strong>che</strong> su ban<strong>che</strong> dati <strong>di</strong> produttori, importatori, grossisti,<br />
commercianti, agenti/rappresentanti dei seguenti Paesi: Italia<br />
e Svizzera<br />
- Informazioni riservate su aziende italiane: visure, bilanci, assetti<br />
societari, protesti, bilanci, rapporti commerciali, ecc.<br />
(<strong>di</strong>sponibili on-line in giornata)<br />
- Segnalazioni <strong>di</strong> potenziali fornitori ed acquirenti<br />
- Ricerca e me<strong>di</strong>azione <strong>di</strong> partners commerciali italiani e svizzeri<br />
- Organizzazione <strong>di</strong> incontri e workshop tra operatori, con<br />
l‘ausilio <strong>di</strong> servizi <strong>di</strong> interpretariato e segretariato<br />
- Recupero <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>ti commerciali, con particolare riguardo alla<br />
ricerca <strong>di</strong> soluzioni ami<strong>che</strong>voli e extragiu<strong>di</strong>ziali<br />
PUBBLICAZIONI<br />
- La Rivista perio<strong>di</strong>co uffi ciale mensile (11 e<strong>di</strong>zioni all‘anno)<br />
- Calendario delle Fiere italiane<br />
- Annuario Soci<br />
- In<strong>di</strong>catori utili Italia-Svizzera<br />
- Agevolazioni speciali per i Soci<br />
Seestrasse 123, Casella postale, 8027 Zurigo<br />
Tel. ++41 44 289 23 23, Fax ++41 44 201 53 57<br />
http://www.ccis.ch, e-mail: info@ccis.ch<br />
IVA-Nr. 326 773<br />
RICERCA DI PARTNER COMMERCIALI<br />
la Rivista<br />
n. 10 - Ottobre 2010<br />
RECUPERO IVA ITALIANA<br />
Il servizio, offerto a con<strong>di</strong>zioni<br />
molto vantaggiose, è rivolto sia<br />
alle imprese svizzere <strong>che</strong> recuperano<br />
l’IVA pagata in Italia <strong>che</strong><br />
alle imprese italiane <strong>che</strong> recuperano<br />
l’IVA pagata in Svizzera.<br />
Grazie agli accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> reciprocità tra l’Italia e la Svizzera, la<br />
legislazione italiana consente agli impren<strong>di</strong>tori svizzeri <strong>di</strong> ottenere<br />
il rimborso dell’IVA italiana. La CCIS:<br />
fornisce la necessaria documentazione;<br />
esamina la documentazione compilata;<br />
recapita l’istanza <strong>di</strong> rimborso in Italia all’Autorità fi scale<br />
competente;<br />
avvia e controlla l’iter della Vostra pratica tramite il suo<br />
uffi cio <strong>di</strong> Pescara;<br />
fornisce assistenza legale<br />
- Recupero dell‘IVA svizzera in favore <strong>di</strong> operatori italiani, nonché<br />
dell‘IVA italiana per imprese elveti<strong>che</strong><br />
- Consulenza ed assistenza legale in materia <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto commerciale,<br />
societario e fi scale<br />
- Assistenza e consulenza in materia doganale<br />
- Informazioni statisti<strong>che</strong> ed import/esport<br />
- Informazioni fi nanziarie e riservate sulla solvibilità <strong>di</strong> imprese<br />
italiane e svizzere<br />
- Ricerca <strong>di</strong> prodotti, marchi <strong>di</strong> fabbricazione e reperimento<br />
<strong>di</strong> brevetti<br />
- Azioni promozionali e <strong>di</strong> <strong>di</strong>rect marketing<br />
- Arbitrato internazionale<br />
- Informazioni relative all‘interscambio, normative riguardanti<br />
gli inse<strong>di</strong>amenti in Svizzera ed in Italia<br />
- Seminari e manifestazioni su temi specifi ci <strong>di</strong> attualità<br />
- Traduzioni<br />
- Viaggi <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o<br />
- Certifi cato <strong>di</strong> Italiano Commerciale rilasciato in collaborazione<br />
con la Società Dante Alighieri <strong>di</strong> Roma<br />
- Swiss Desk Porti italiani<br />
- La CCIS fornisce informazioni su Fiere e Mostre italiane. Rappresentanza<br />
uffi ciale <strong>di</strong> Fiera Milano e <strong>di</strong> VeronaFiere<br />
- Recupero cre<strong>di</strong>ti in Svizzera<br />
- Regolamento <strong>di</strong> Arbitrato e <strong>di</strong> Conciliazione<br />
della <strong>Camera</strong> Arbitrale della CCIS<br />
- Compra-ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> beni immobili in Italia<br />
- Costituzione <strong>di</strong> società affi liate <strong>di</strong> imprese estere in Italia<br />
- Il nuovo <strong>di</strong>ritto societario italiano<br />
- Servizi camerali<br />
Rue du Cendrier 12-14, Casella postale, 1211 Ginevra 1<br />
Tel. ++41 22 906 85 95, Fax ++41 22 906 85 99<br />
e-mail: infogva@ccis.ch<br />
IVA-Nr. 326 773<br />
RECUPERO IVA SVIZZERA<br />
Grazie agli accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> reciprocità tra Italia e Svizzera<br />
la legislazione svizzera consente agli impren<strong>di</strong>tori italiani<br />
il rimborso dell’IVA svizzera.<br />
La CCIS:<br />
fornisce <strong>un</strong> servizio <strong>di</strong> informazione e prima consulenza;<br />
<strong>di</strong>venta il Vostro rappresentate fi scale;<br />
esamina la completezza della Vostra documentazione;<br />
invia la documentazione alle autorità svizzere e segue l’iter<br />
della vostra pratica.<br />
Informazioni più dettagliate contattare<br />
la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> Italiana per la Svizzera<br />
+41 (0)44 289 23 23<br />
Grazie alla propria rete <strong>di</strong> contatti e alla conoscenza delle esigenze e dei bisogni del mercato<br />
elvetico e <strong>di</strong> quello italiano, la <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> offre ad imprese sia svizzere<br />
<strong>che</strong> italiane intenzionate ad esportare i propri servizi e prodotti all’estero <strong>un</strong>’accurata<br />
ricerca <strong>di</strong> controparti commerciali. Attraverso <strong>un</strong>’analisi sistematica del mercato obiettivo<br />
ed identifi cati i partner commerciali ritenuti più idonei per le imprese a <strong>di</strong>ventare affi dabili<br />
interlocutori nel settore <strong>di</strong> riferimento, viene organizzato <strong>un</strong> incontro presso le aziende<br />
target così selezionate permettendo alle imprese italiane o svizzere <strong>un</strong> rapido ed effi cace<br />
ingresso sui rispettivi mercati <strong>di</strong> riferimento.<br />
Per ulteriori informazioni ed <strong>un</strong> preventivo sul servizio, potete contattarci al seguente in<strong>di</strong>rizzo mail info@ccis.ch