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pdf 6.5 Mb - Azione Cattolica Bologna

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Profili: card. Antonio Pomapastorale”. Uno Statuto coerente con le indicazionidel decreto conciliare sull’apostolato deilaici. “Quanto all’apostolato per l’evangelizzazionee la santificazione degli uomini, i laicidebbono essere particolarmente formati a stabilireil dialogo con gli altri, credenti o non credenti,per annunziare a tutti il messaggio diCristo”.La lieve protrazione del tempo in cui conferireil sacramento della Confermazione offrivaproprio una formidabile occasione formativa.Chi, meglio dell’<strong>Azione</strong> <strong>Cattolica</strong>, avrebbe potutorispondere ad una esigenza nuova che richiedevamolta esperienza nella formazione dei ragazzi?Il card. Poma non ebbe esitazioni. Si dimostròsubito entusiasta dell’iniziativa e nonpassava estate senza che si facesse vivo a Dobbiacoe al Falzarego, o dovunque si tenessero icampi, che non erano più per i soli ragazzi aderentiall’associazione, ma impegnavano l’AC nelsuo compito proprio di essere al servizio dellefinalità generali della Chiesa. Si avviò così unatradizione che poi fece scuola in altre diocesi efu decisiva per incrementare la formazione deiragazzi prima e dei giovani poi, creando anche lecondizioni per una continuità formativa moltopiù generale e diffusa.Questa – che il cardinale accolse con moltoentusiasmo – fu una delle opere che trovaronoattuazione durante il suo episcopato. Mi pareancora di vederla, la sua figura alta e ispirata,lungo il gran viale davanti al Grand Hotel o neicorridoi all’interno, quando – accompagnato daSilvana – visitava la struttura ogni anno un po’più funzionale e passava a salutare in cucina, oincontrava i catechisti a lungo, ascoltando attentamente,senza mai tradire impazienza, o ancorasi fermava a dialogare con i ragazzi che facevanocrocchio intorno a lui dopo la messa.Nell’estate dell’82 non venne a trovare ilcampo giovanissimi. Ci era mancato, ma ciscrisse: “Ho offerto al Signore anche il sacrificiodella mia forzata assenza, perché Egli volessemoltiplicare tanti doni spirituali, per gli adolescentie i giovani della nostra diocesi”.L’accento – si sente – cadeva spontaneamentesull’Eucaristia che era sempre al centro delle sueconversazioni, e si concretizzava immancabilmentenella Carità.A <strong>Bologna</strong> ci sono – non dobbiamo dimenticarlo– le case da lui volute nelle quali essa vienequotidianamente esercitata a favore dei poveri edegli ultimi.Vincenzo ZacchiroliRICCARDO NICOLETTIDomenica 16 ottobre scorso,all’età di 94 anni compiuti,è morto Riccardo Nicoletti.Era stato presidente diocesanodell’Unione uomini di <strong>Azione</strong><strong>Cattolica</strong> dal 1952 al 1960,quando l’AC era impegnata inun vasto ambito della pastoralee l’Unione uomini si occupava,oltre che della formazionee della cultura religiosadei propri aderenti, anchedella moralità, della famiglia,dell’apostolato attraverso lastampa, dell’educazione all’ascoltoradiofonico e poi televisivo,dei giovani militari dileva. Proprio per questi giovaniNicoletti aveva organizzatoun ritrovo al piano terrenodella propria abitazione, invia Cesare Battisti.Nel 1953, raccogliendo lasollecitazione ad “un mondomigliore” lanciata da Pio XII,Nicoletti, assieme ad una ventinadi amici, diede vita all’associazione“Quod superest”che il card. Lercaro benedìcome “Banca della Carità”.Riccardo Nicoletti, che lasciasette figli, fu uno stimato imprenditorenel campo dell’abbigliamentoe un cultore deldialetto bolognese: negli ultimianni aveva pubblicato latraduzione in bolognese delVangelo di Luca (1995) e degliAtti degli Apostoli (2002).Piergiorgio Maiardin. 5 | settembre - ottobre 2005 | agenda | p. 21

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