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pdf 6.5 Mb - Azione Cattolica Bologna

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Campi estiviIncontrare Gesù e gli altri43 campi, 1.556 iscritti, 36 sacerdoti, 43 responsabili,280 educatori e 72 parrocchie. A voltei numeri hanno un senso. Nel nostro caso hanno ilsenso di un’estate in cui in tanti hanno scelto didedicarsi al Signore partecipando ai numerosicampi estivi proposti dai vari settori dell’<strong>Azione</strong><strong>Cattolica</strong>Cerco l’estate tutto l’anno, aspetto il campoestivo.Tre parole, opinabili e soggettive, per riassumerneil significato profondo: incontro (con Dioe con gli altri), preghiera e formazione.La dimensione del campo come luogo d’incontropuò sembrare banale… ma non se la siguarda dal punto di vista delle relazioni. “La fraternitàsi esprime in una cura attenta e sensibilealle relazioni tra le persone. Accoglienza e attenzionesono alcune delle forme che dicono il riconoscimentodella realtà dell’altro e il suo esseredono di Dio” (dal Progetto formativo, p.53). Mi avvicino a te perché riconosco in te unfratello, perché sei un dono che Dio mi ha fatto,perché non è un caso se siamo qui insieme. Perquesto è molto importante che Giulia (11 anni) cidica che “è stato bello giocare insieme, con ragazzisimpatici, e divertirsi così tanto” al suocampo cresima alla scoperta del dono dello Spirito,pronti per cominciare l’avventura dell’ACR.Parlando poi di ‘Incontri’ con la I maiuscola,penso allo slogan del campo 16: ‘La vita è bella!’.“Quale può essere la risposta di un cristiano allediverse manifestazioni del male, oggi come nelpassato?” si chiede e ci chiede Francesco, educatore.Nelle scelte d’amore, di dono totale dellavita, possiamo costruire la storia e il mondo incui viviamo concretizzando il nostro essere cristiani!Ecco la scoperta che hanno fatto tanti giovanissimi.Tra una tappa e l’altra di questo camposemi-itinerante, (San Giovanni in Persiceto,Montesole, Veggio, San Benedetto Val di Sambrole tappe più importanti) i ragazzi si sono confrontatisu argomenti come l’‘impegno politico’nella loro esperienza scolastica (il ruolo di rappresentantidi classe e di istituto). “Quello chepiù mi ha fatto riflettere – ha detto Luca – è statocapire che in tante situazioni il nostro agire onon agire, come il fatto di non schierarsi, puòfare la differenza. Penso all’esempio di GiuseppeFanin, che abbiamo conosciuto grazie alla testimonianzadella signora Forni Vanelli, sua amicadi infanzia. Lui davvero ha lottato per quello incui credeva, nonostante tutte le avversità”.Se è proprio vero che il campo è luogo privilegiatod’incontro, capiamo che l’‘Incontro’ chepiù ci soddisfa è quello con Gesù Cristo. O meglio…conJesus Christ superstar per coloroche, con tutta la carica e l’entusiasmo dei loro 15anni, hanno vissuto i nove giorni del campo conl’unica, vera superstar del nostro mondo: Gesù.“Abbiamo guardato alla vita di Gesù nell’incontrocon le altre persone, come la samaritana e ilcieco nato. Come lo avremmo accolto al loro posto?Abbiamo conosciuto il Gesù che anche oggisi avvicina a noi e ci siamo interrogati su comesentiamo la sua presenza nella nostra vita. È luiche si propone, “si vuole sposare con noi comealle nozze di Cana”. Così Silvia e Francesca, educatricidoc, ricordano questa esperienza che halasciato tanto nel cuore dei ragazzi. Anche nelcuore di Rebecca, 15 anni: “Abbiamo parlaton. 5 | settembre - ottobre 2005 | agenda | p. 3

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