L’intervento dell’Arcivescovo Bertolone durante la seduta della Commissione regionale controla 'ndrangheta dedicata alla Giornata della memoria e dell’impegno per le vittime delle mafieStato e Chiesa insieme per la legalitàIN <strong>DI</strong>ALOGO …415 <strong>aprile</strong> 2012Commensali alla festaI cristiani non sono, non devono essereprofeti di sventura, contro ognipur debole epifania di “felicità”, dibeatitudine. Essi sono invece commensalidella festa, che intraprendonocon tenacia la strada dei segnidi solidarietà, di comunione, di riconciliazione,di pace, di compassionee di perdono: così prendonovita i luoghi, le parole, i sentieri offertia tutti in dono, perché sia possibiledare sempre più spazio alla vocazionedel vivere.Bisogna avere la luce dentro, vederlabrillare negli occhi più disperati,senza la presunzione di essere i modelli.Clotilde Albonicopiù facile essere un eroeche un galantuomo. Eroi si«E'moltopuò essere una volta tanto; galantuominisi deve essere sempre. La battutache Luigi Pirandello mette in bocca ad uno deiprotagonisti del suo 'Il piacere dell’onestà' hovoluto diventasse l’incipit della mia riflessionein questa giornata particolare dedicata allamemoria delle vittime della mafia ed a quelprincipio, la legalità, di cui s'avverte semprepiù il bisogno in un contesto in cui cresconopaura ed omertà». Queste le parole dell'arcivescovometropolita di Catanzaro-Squillace,Mons. Vincenzo Bertolone, che è intervenuto il<strong>21</strong> marzo scorso a Reggio Calabria durante laseduta della Commissione regionale contro la'ndrangheta dedicata alla Giornata della memoriae dell’impegno per le vittime dellemafie.Il Presule, alla presenza di numerose autoritàistituzionali, ha riletto il tema su “La legalitànel Magistero della Chiesa”.Per Mons. Bertolone «il <strong>21</strong> marzo è, e devedivenire ancor più, il giorno in cui interrogarsisulla necessità di trasformare la memoria inimpegno quotidiano per liberare definitivamentele nostre terre dalla violenza della'ndrangheta. Dietro i titoli preoccupanti deigiornali e le notizie diffuse dalle televisioni, visono infatti le nostre città, i quartieri, le famiglie;soprattutto, vi sono i volti degli individui– i senza lavoro, gli inoccupati, i disoccupati, isottoccupati, gli anziani malati e con scarsa solidarietàsocio-sanitaria, i ragazzi e i giovaniovvero i volti di tutti coloro che sono stati profondamentecolpiti dalla crisi economica e finanziaria,effetto perverso di unaglobalizzazione mondiale, non governata ogovernata male e poco. I più segnati, infatti –ha ribadito Mons. Bertolone -, sono coloro cheerano già poveri, oppure chi lo è diventatouscendo dal mercato del lavoro; chi non hauna casa e non può averla col sostegno economicodelle banche; chi non ha più una plausibileprospettiva di lavoro (essendo inoccupatoo sotto-occupato o, peggio, uscito irrimediabilmentedal cosiddetto mercato del lavoro);chi al massimo può lottare per sopravvivere.Insomma, gli ultimi».«Legalità, iniziativa e creatività – ha dettoMons. Bertolone - sono le regole da scrivere einterpretare in senso dinamico che chiedonospirito d’iniziativa e creatività da parte dei cristianii quali, pur non essendo del mondo,sono nel mondo, nei quartieri, nelle città enegli Stati. Ecco il senso e l’obiettivo deglistessi interventi del Magistero cattolico in ambitosociale, economico e politico, fondamentodella 'dottrina sociale della Chiesa. Ecco ilsenso della costante opera di educazione allalegalità perseguita dal Magistero, a livello siadi Chiesa universale, sia di Conferenza episcopaleitaliana, e Chiese di Calabria riversataperfino nei catechismi. Il fine, infatti, resta religioso:adoperarsi per educare al Vangelo e,soprattutto, superare creativamente la meralogica della semplice giustizia - che è necessaria,ma non sempre sufficiente – per integrarlacon altre logiche, quali la testimonianza, lapace, la non-violenza, la salvaguardia delcreato, il perdono, il bene comune». «Educarealla legalità significa, in definitiva, anche levarla voce e protestare contro tutti i miti, le violenze,i dispotismi - ha rilanciato Mons. Bertolone-.Significa condannare tanto l’egemoniaeconomica del capitale quanto la dittatura diclasse ammonendo che la vera democratizzazionedell’economia è minacciata sia dal monopolioossia dal despotismo economico di unanonimo conglomerato di capitale privato chedalla forza preponderante di moltitudini organizzatee pronte a usare della loro potenza adanno della giustizia e del diritto altrui. Accantoalla protesta e alla condanna, la proposta,anche tecnica: risolvere alcuni problemicon l’intervento dello Stato; la difesa del dirittouniversale di voto, l’orientamento delvoto dei cattolici verso quei candidati o quelleliste di candidati di cui si ha la certezza che rispetterannoe difenderanno l’osservanza dellalegge divina e i diritti della religione e dellaChiesa, nella vita privata e pubblica».«La formazione delle coscienze e il rinnovamentodello spirito religioso delle popolazionidel Meridione è un compito ecclesiale primariocontro ogni vecchia cultura del rispetto cheporta nuove persone alla 'ndrangheta – ha asseritoMons. Bertolone-. Nella 'ndrangheta, infatti,si entra col mito del rispetto, con lacertezza che prima 'non sei nessunò e poi tuttiti temeranno. Si entra pensando di poter contaresull'amicizia e sulla solidarietà di tutta'l'onorata società', dentro e fuori il propriopaese; si entra pensando di poter fare soldi,tanti soldi, per garantire alla propria famigliauna vita da signori, per costruire un avvenireai figli; si entra perchè 'l'onorata società' haamici influenti, che possono garantire lavoroe buone raccomandazioni per ottenere quelloche altrimenti non si otterrebbe mai. Si entraper tutti questi motivi, ma poi le promesse sirivelano ben presto un grande imbroglio. Nonmeno fondamentale, allora, è l’esigenza d’investirein legalità e fiducia attraverso«un’azione pastorale che miri a cancellare ladivaricazione tra pratica religiosa e vita civilee spinga a una conoscenza più approfonditadell’insegnamento sociale della Chiesa, cheaiuti a coniugare l’annuncio del vangelo conla testimonianza delle opere di giustizia e solidarietà».«E' indispensabile – ha detto ancoraMons. Bertolone- che tutta la società civile e laChiesa rilancino il concetto di legalità, non nelsenso striminzito della pur imprescindibile osservanzadelle norme giuridiche, ma comeespressione di nuova etica pubblica che facciaben comprendere che le leggi vanno fatto colcuore e col cervello e, dopo, osservate datutti». «Ai giorni nostri non ci sono solo dubbi,difficoltà, amarezze: ci sono anche tanti germogli,il desiderio di ritorno alla famiglia, alsenso della Patria, al bisogno di religiosità, cisono tante realtà, che con la ricchezza del loroimpegno fanno ben sperare. C'è sempre, perdirla con Ignazio Silone – ha concluso cosìMons. Bertolone – un seme buono che sta pergermogliare sotto la neve. A noi il compito, ildovere, l’obbligo di coltivarlo perchè diafrutto».
Mons. Francesco Milito eletto Vescovodella diocesi di Oppido Mamertina-PalmiPapa Benedetto XVI ha nominato mercoledìsanto Vescovo di Oppido Mamertina-Palmimons. Francesco Milito, delclero dell’arcidiocesi di Rossano-Cariati, finoranella medesima Vicario Episcopale per l’Ecumenismoe la Cultura e Direttore dell’Archivio Storicodiocesano.Mons. Milito è nato a Rossano il 7 luglio 1948.Entrato nel Seminario Arcivescovile di Rossano,ha poi seguito i corsi di preparazione al sacerdoziopresso il Pontificio Seminario Regionale “SanPio X” di Catanzaro. È stato ordinato sacerdote il12 agosto 1972, per l’arcidiocesi di Rossano-Cariati.Nel 1988 ha conseguito il Diploma di Archivisticapresso la Scuola dell’Archivio Segreto Vaticanoe, nel 2003, quello di Teologia Pastorale alPontificio Istituto Redemptor Hominis dellaPontificia Università Lateranense.Dopo l’ordinazione sacerdotale ha ricopertonell’arcidiocesi di Rossano i seguenti incarichipastorali: Animatore nel Seminario Arcivescovile(1972-1975); Responsabile dell’Archivio Storicodiocesano 1974-1978); Assistente spirituale delSettore Giovani di Azione Cattolica (1974-1978);Rettore del Seminario Arcivescovile (1975-1978).Dal 1978 al 1985 è stato Rettore del PontificioSeminario Regionale “San Pio X” di Catanzaro eDirettore dello Studio Teologico Calabrese.Cappellano di Sua Santità dal 1983, è stato Officialedella Segreteria di Stato dal 1985 al 1988.Rientrato in diocesi, è stato Parroco del SacroCuore a Rossano Scalo (1988-1991); Vicario Generaledi Rossano-Cariati (1988-1992); Segretarioe poi Delegato Generale del Sinodo diocesano(1989-1992); Presidente dell’Associazione CulturaleRoscianum (1989-2005). Docente di Storiadella Chiesa e di Archivistica presso l’IstitutoTeologico Calabro “San Pio X” di Catanzaro dal1992; Canonico Arcidiacono del Capitolo Cattedraledi Rossano dal 1994, è stato Direttore delmensile diocesano “Camminare insieme” dal2000 al 2008.Dal 1993 al 2006 è stato Vicario Episcopale perl’evangelizzazione, la catechesi, la cultura e lascuola dell’arcidiocesi di Rossano-Cariati.Dal 2007 è Vicario Episcopale per l’ecumenismoe la cultura e Direttore dell’Archivio Storicodiocesano.È autore di numerose pubblicazioni, tra saggied articoli, riguardanti la storia ecclesiastica eculturale calabrese.A Mons. Milito formuliamo gli auguri dell’interacomunità diocesana per um camminopastorale secondo il cuore di Dio.Il Seminario Teologico “S. Pio X” di Catanzaroluogo di formazione culturale e spirituale della Chiesa calabreseL’appello ad una cooperazione fraenti ed ambienti ecclesiastici e la societàcivile sembra avere avuto unaqualche attenzione e disponibilità ad affrontarela soluzione di una congiunturadelicata che riguarda il Seminario Maggiore,che, vetusto per la sua vita centenaria,ha bisogno di essere fortificato nel suopercorso culturale e formativo che ridondain Calabria ed oltre. Periclitante potrebbeessere anche l’Istituto Teologico, che giustamentetende ad essere elevato a Facoltà.Il ruolo del Seminario regionale “S. Pio X”è stato trattato con densità e profondità dimotivazioni dall’arcivescovo emerito Cantisani,che ne ha ricostruito con puntualitàl’iter storico ed il fecondo esito formativo.La funzione di un Seminario di ampio respiroe di forte spinta alla comunione interdiocesanaè stata peraltro enunziata daPapa Benedetto XVI in un’esplicita esortazioneall’inizio dell’anno in corso. Questofondante orientamento – da laico – lo interpretocome richiamo e direttiva.Il tema centrale, sviluppato nella relazionetenuta proprio a Catanzaro dal VescovoSegretario della ConferenzaEpiscopale Italiana, Mons. Mariano Crociata,è chiarissimo e forte: «Il carattere interdiocesanosi rivela un’efficace palestra dicomunione, con sensibilità diverse da armonizzarenell’unico servizio alla Chiesa. ISeminari regionali forniscono un incentivoe un concreto contributo al cammino di comunione».Ed ancora: «Bisogna continuamentesuperare limiti, chiusure, malintesi epregiudizi; così il Seminario diventa autenticosegno di unità».Il ceto ecclesiastico riflette con delicatezza,confortata da consapevolezza dellacongiuntura; ma anche Catanzaro, sede diimportanti istituzioni amministrative, deveprodigarsi al fine di non perdere un pezzodi storia e un prestigioso elemento di qualificazione.Catanzaro è distratta da conteseelettorali, ma mi auguro che presto i catanzaresisiano inclinati a concorrere concretamenteal consolidamento della fecondaistituzione di cultura ecclesiale.Allo stesso tavolo debbono sedersi leparti interessate, desiderose tutte di sostenernela piena funzionalità, anche nella prospettivadella fortemente voluta istituzionedella Facoltà teologica e forse anche di unaauspicata nuova Facoltà statale.Sono grato a quanti hanno con slancio paritariosottoscritto la prima Lettera e ancoradi più per l’adesione delle perper le convocazioni sonalità di seguitoelencate, con l’avvertenza di considerare laconcomitante congiuntura della competizioneelettorale. A livello degli enti regionalie provinciali sarebbe importantequalche segno di adesione e di sensibilità.Per ora informo di un secondo gruppo diesponenti oltremodo qualificati che intendonoessere a fianco della Chiesa. Riferiscopertanto le adesioni di Guido Rhodio, sindacodi Squillace e presidente emerito dellaGiunta regionale, Donato Veraldi, già europarlamentare,Rosario Olivo, già sindaco diCatanzaro e presidente della Giunta regionale,Geppino Martino, scrittore e già presidentedella Provincia di Catanzaro,Antonio Argirò, già vice-sindaco e assessorealla Cultura del Comune di Catanzaro,Teobaldo Guzzo, opinionista e già dirigentescolastico, Teresa Gualtieri Garcea, presidentedel Club Unesco, Silvestro Giacoppo,presidente provinciale e consigliere nazionaledel MCL, Franco Brescia, presidentedell’Associazione Amici del Teatro e delTeatro “Tieri”, e Bice Sozzi, presidente dell’AssociazioneMaria Cristina di Savoia.È tempo di Resurrezione, viatico ancheper Catanzaro. A proposito della Pasqua, ritengoopportuno riportare un pensiero delnostro Arcivescovo Metropolita, Mons. VincenzoBertolone: «Cristo ricapitola la storiadi ogni uomo e di tutti gli uomini, con leloro sofferenze e le loro speranze; li prendecon sé nella sua Resurrezione, segno e sorgentedi vita e di gioia». È un messaggioaugurale che ci fortifica.Cesare Mulè515 <strong>aprile</strong> 2012