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21 - 22 aprile - ARCIDIOCESI METROPOLITANA DI CATANZARO ...

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L’agenda del VescovoIl “Segno”di una grandecollaborazioneFede, gioia e preghiera: è il trinomioche ci prepara a ricevereil Cardinale Bertone,Segretario di Stato, primo collaboratoredel Santo Padre.La fede ci introduce a guardare laPersona nel suo specifico compito: ilcollaboratore del Papa che adempieuno speciale aiuto al “munus Petrinum”per tutta la Chiesa.Non tanto un onore, quanto unpeso, un’oblatività per aiutare il Papa acurare i fedeli di tutto il mondoTale circostanza è per noi un insegnamento:quanti operiamo nel settoredella collaborazione pastorale dobbiamoarricchirci di quella fede utileperché il servizio si accompagni all’umiltàdell’agire; per questi collaboratoridelle autorità che guidano laChiesa, vi sia la giusta considerazionedi “persone oblate” per la vita dellaChiesa stessa.La gioia per una presenza non comuneche ci avvicina alla Persona delSanto Padre: accanto al primo collaboratoredel Pontefice si vivono emozioniprofonde che radicano maggiormentefede e capacità di amare ancora di piùla Chiesa.La preghiera per sostenere mente ecuore di chi aiuta la vegliarda personadi Benedetto XVI, il Papa teologo cheparla all’intelligenza dell’uomo, maanche il Papa semplice che infonde tenerezzain chi Lo guarda.Tutto converge ad una sola finalità:amare la Chiesa, nostra Madre.Raffaele Facciolo14 <strong>aprile</strong> A San Vito sullo Ionio partecipa all'incontro sullafede e scienza del Prof. Zichichi;ore 18.00 Benedizione chiesa ed altare a Martelletto di Settingiano;15 <strong>aprile</strong> Ore 11.00, amministra le cresime nella parrocchiadi Davoli superiore;ore 17.00 amministra le cresime nella parrocchia del rione“Samà” di Cz;ore 19.00 incontro con i giovani a Soverato;16-18 <strong>aprile</strong> A Crotone partecipa ai lavori della CEC;18 <strong>aprile</strong> ore 18.00, amministra le cresime nella parrocchiadi Isca Marina;19 <strong>aprile</strong> ore 10.00, partecipa all’incontro promosso dallapastorale scolastica;<strong>21</strong> <strong>aprile</strong> ore 17.00, convegno al Teatro politeama alla presenzadel Card. Bertone;<strong>22</strong> <strong>aprile</strong> ore 10.30, concelebrazione in Cattedrale presiedutadal Card. Bertone;ore 18.30 amministra le cresime nella parrocchia di Davolimarina;23 <strong>aprile</strong> ore 10.00, approvazione bilancio Fondazione FiorentinoScoppa;24 <strong>aprile</strong> ore 10.00, Commissione presbiterale nel SeminarioSan Pio X;ore 18.00, amministra le cresime nella parrocchia di Caraffa;25 <strong>aprile</strong> ore 9.00, partecipa al pellegrinaggio diocesano alSantuario “Madonna di Porto” in Gimigliano;ore 17.30 amministra le cresime nella parrocchia di Sersale26 <strong>aprile</strong> ore 17.30, amministra le cresime nella parrocchiaGermaneto di Catanzaro;28 <strong>aprile</strong> ore 18.00, amministra le cresime nella parrocchiadi Sersale;ABBONAMENTOCCP n. 10342889intestato a “Comunità nuova”€ 25,00 per l’Italia€ 40,00 per l’esteroDirettore Resposabile:Mons. Raffaele FaccioloConsiglio di redazione:Francesco Candia (Amministratore)Michele Fontana • Giovanni ScarpinoMarcello Lavecchia • Fabrizio MaranoValeria Nisticò • Rita DoriaSaverio Candelieri • Anna RotundoEditore e Redazione<strong>ARCI<strong>DI</strong>OCESI</strong> <strong>METROPOLITANA</strong><strong>DI</strong> <strong>CATANZARO</strong>-SQUILLACEVia Arcivescovado, 13 88100 - Catanzarotel. 0961.7<strong>21</strong>333e-mail:redazionecn@diocesicatanzarosquillace.itIscritto al n. 2/1982 del Registrodella Stampa del Tribunaledi Catanzaro il 16 gennaio 1982.ISSN: 2039-5132www.diocesicatanzarosquillace.it<strong>21</strong>5 <strong>aprile</strong> 2012


L’intervento dell’Arcivescovo Bertolone durante la seduta della Commissione regionale controla 'ndrangheta dedicata alla Giornata della memoria e dell’impegno per le vittime delle mafieStato e Chiesa insieme per la legalitàIN <strong>DI</strong>ALOGO …415 <strong>aprile</strong> 2012Commensali alla festaI cristiani non sono, non devono essereprofeti di sventura, contro ognipur debole epifania di “felicità”, dibeatitudine. Essi sono invece commensalidella festa, che intraprendonocon tenacia la strada dei segnidi solidarietà, di comunione, di riconciliazione,di pace, di compassionee di perdono: così prendonovita i luoghi, le parole, i sentieri offertia tutti in dono, perché sia possibiledare sempre più spazio alla vocazionedel vivere.Bisogna avere la luce dentro, vederlabrillare negli occhi più disperati,senza la presunzione di essere i modelli.Clotilde Albonicopiù facile essere un eroeche un galantuomo. Eroi si«E'moltopuò essere una volta tanto; galantuominisi deve essere sempre. La battutache Luigi Pirandello mette in bocca ad uno deiprotagonisti del suo 'Il piacere dell’onestà' hovoluto diventasse l’incipit della mia riflessionein questa giornata particolare dedicata allamemoria delle vittime della mafia ed a quelprincipio, la legalità, di cui s'avverte semprepiù il bisogno in un contesto in cui cresconopaura ed omertà». Queste le parole dell'arcivescovometropolita di Catanzaro-Squillace,Mons. Vincenzo Bertolone, che è intervenuto il<strong>21</strong> marzo scorso a Reggio Calabria durante laseduta della Commissione regionale contro la'ndrangheta dedicata alla Giornata della memoriae dell’impegno per le vittime dellemafie.Il Presule, alla presenza di numerose autoritàistituzionali, ha riletto il tema su “La legalitànel Magistero della Chiesa”.Per Mons. Bertolone «il <strong>21</strong> marzo è, e devedivenire ancor più, il giorno in cui interrogarsisulla necessità di trasformare la memoria inimpegno quotidiano per liberare definitivamentele nostre terre dalla violenza della'ndrangheta. Dietro i titoli preoccupanti deigiornali e le notizie diffuse dalle televisioni, visono infatti le nostre città, i quartieri, le famiglie;soprattutto, vi sono i volti degli individui– i senza lavoro, gli inoccupati, i disoccupati, isottoccupati, gli anziani malati e con scarsa solidarietàsocio-sanitaria, i ragazzi e i giovaniovvero i volti di tutti coloro che sono stati profondamentecolpiti dalla crisi economica e finanziaria,effetto perverso di unaglobalizzazione mondiale, non governata ogovernata male e poco. I più segnati, infatti –ha ribadito Mons. Bertolone -, sono coloro cheerano già poveri, oppure chi lo è diventatouscendo dal mercato del lavoro; chi non hauna casa e non può averla col sostegno economicodelle banche; chi non ha più una plausibileprospettiva di lavoro (essendo inoccupatoo sotto-occupato o, peggio, uscito irrimediabilmentedal cosiddetto mercato del lavoro);chi al massimo può lottare per sopravvivere.Insomma, gli ultimi».«Legalità, iniziativa e creatività – ha dettoMons. Bertolone - sono le regole da scrivere einterpretare in senso dinamico che chiedonospirito d’iniziativa e creatività da parte dei cristianii quali, pur non essendo del mondo,sono nel mondo, nei quartieri, nelle città enegli Stati. Ecco il senso e l’obiettivo deglistessi interventi del Magistero cattolico in ambitosociale, economico e politico, fondamentodella 'dottrina sociale della Chiesa. Ecco ilsenso della costante opera di educazione allalegalità perseguita dal Magistero, a livello siadi Chiesa universale, sia di Conferenza episcopaleitaliana, e Chiese di Calabria riversataperfino nei catechismi. Il fine, infatti, resta religioso:adoperarsi per educare al Vangelo e,soprattutto, superare creativamente la meralogica della semplice giustizia - che è necessaria,ma non sempre sufficiente – per integrarlacon altre logiche, quali la testimonianza, lapace, la non-violenza, la salvaguardia delcreato, il perdono, il bene comune». «Educarealla legalità significa, in definitiva, anche levarla voce e protestare contro tutti i miti, le violenze,i dispotismi - ha rilanciato Mons. Bertolone-.Significa condannare tanto l’egemoniaeconomica del capitale quanto la dittatura diclasse ammonendo che la vera democratizzazionedell’economia è minacciata sia dal monopolioossia dal despotismo economico di unanonimo conglomerato di capitale privato chedalla forza preponderante di moltitudini organizzatee pronte a usare della loro potenza adanno della giustizia e del diritto altrui. Accantoalla protesta e alla condanna, la proposta,anche tecnica: risolvere alcuni problemicon l’intervento dello Stato; la difesa del dirittouniversale di voto, l’orientamento delvoto dei cattolici verso quei candidati o quelleliste di candidati di cui si ha la certezza che rispetterannoe difenderanno l’osservanza dellalegge divina e i diritti della religione e dellaChiesa, nella vita privata e pubblica».«La formazione delle coscienze e il rinnovamentodello spirito religioso delle popolazionidel Meridione è un compito ecclesiale primariocontro ogni vecchia cultura del rispetto cheporta nuove persone alla 'ndrangheta – ha asseritoMons. Bertolone-. Nella 'ndrangheta, infatti,si entra col mito del rispetto, con lacertezza che prima 'non sei nessunò e poi tuttiti temeranno. Si entra pensando di poter contaresull'amicizia e sulla solidarietà di tutta'l'onorata società', dentro e fuori il propriopaese; si entra pensando di poter fare soldi,tanti soldi, per garantire alla propria famigliauna vita da signori, per costruire un avvenireai figli; si entra perchè 'l'onorata società' haamici influenti, che possono garantire lavoroe buone raccomandazioni per ottenere quelloche altrimenti non si otterrebbe mai. Si entraper tutti questi motivi, ma poi le promesse sirivelano ben presto un grande imbroglio. Nonmeno fondamentale, allora, è l’esigenza d’investirein legalità e fiducia attraverso«un’azione pastorale che miri a cancellare ladivaricazione tra pratica religiosa e vita civilee spinga a una conoscenza più approfonditadell’insegnamento sociale della Chiesa, cheaiuti a coniugare l’annuncio del vangelo conla testimonianza delle opere di giustizia e solidarietà».«E' indispensabile – ha detto ancoraMons. Bertolone- che tutta la società civile e laChiesa rilancino il concetto di legalità, non nelsenso striminzito della pur imprescindibile osservanzadelle norme giuridiche, ma comeespressione di nuova etica pubblica che facciaben comprendere che le leggi vanno fatto colcuore e col cervello e, dopo, osservate datutti». «Ai giorni nostri non ci sono solo dubbi,difficoltà, amarezze: ci sono anche tanti germogli,il desiderio di ritorno alla famiglia, alsenso della Patria, al bisogno di religiosità, cisono tante realtà, che con la ricchezza del loroimpegno fanno ben sperare. C'è sempre, perdirla con Ignazio Silone – ha concluso cosìMons. Bertolone – un seme buono che sta pergermogliare sotto la neve. A noi il compito, ildovere, l’obbligo di coltivarlo perchè diafrutto».


Mons. Francesco Milito eletto Vescovodella diocesi di Oppido Mamertina-PalmiPapa Benedetto XVI ha nominato mercoledìsanto Vescovo di Oppido Mamertina-Palmimons. Francesco Milito, delclero dell’arcidiocesi di Rossano-Cariati, finoranella medesima Vicario Episcopale per l’Ecumenismoe la Cultura e Direttore dell’Archivio Storicodiocesano.Mons. Milito è nato a Rossano il 7 luglio 1948.Entrato nel Seminario Arcivescovile di Rossano,ha poi seguito i corsi di preparazione al sacerdoziopresso il Pontificio Seminario Regionale “SanPio X” di Catanzaro. È stato ordinato sacerdote il12 agosto 1972, per l’arcidiocesi di Rossano-Cariati.Nel 1988 ha conseguito il Diploma di Archivisticapresso la Scuola dell’Archivio Segreto Vaticanoe, nel 2003, quello di Teologia Pastorale alPontificio Istituto Redemptor Hominis dellaPontificia Università Lateranense.Dopo l’ordinazione sacerdotale ha ricopertonell’arcidiocesi di Rossano i seguenti incarichipastorali: Animatore nel Seminario Arcivescovile(1972-1975); Responsabile dell’Archivio Storicodiocesano 1974-1978); Assistente spirituale delSettore Giovani di Azione Cattolica (1974-1978);Rettore del Seminario Arcivescovile (1975-1978).Dal 1978 al 1985 è stato Rettore del PontificioSeminario Regionale “San Pio X” di Catanzaro eDirettore dello Studio Teologico Calabrese.Cappellano di Sua Santità dal 1983, è stato Officialedella Segreteria di Stato dal 1985 al 1988.Rientrato in diocesi, è stato Parroco del SacroCuore a Rossano Scalo (1988-1991); Vicario Generaledi Rossano-Cariati (1988-1992); Segretarioe poi Delegato Generale del Sinodo diocesano(1989-1992); Presidente dell’Associazione CulturaleRoscianum (1989-2005). Docente di Storiadella Chiesa e di Archivistica presso l’IstitutoTeologico Calabro “San Pio X” di Catanzaro dal1992; Canonico Arcidiacono del Capitolo Cattedraledi Rossano dal 1994, è stato Direttore delmensile diocesano “Camminare insieme” dal2000 al 2008.Dal 1993 al 2006 è stato Vicario Episcopale perl’evangelizzazione, la catechesi, la cultura e lascuola dell’arcidiocesi di Rossano-Cariati.Dal 2007 è Vicario Episcopale per l’ecumenismoe la cultura e Direttore dell’Archivio Storicodiocesano.È autore di numerose pubblicazioni, tra saggied articoli, riguardanti la storia ecclesiastica eculturale calabrese.A Mons. Milito formuliamo gli auguri dell’interacomunità diocesana per um camminopastorale secondo il cuore di Dio.Il Seminario Teologico “S. Pio X” di Catanzaroluogo di formazione culturale e spirituale della Chiesa calabreseL’appello ad una cooperazione fraenti ed ambienti ecclesiastici e la societàcivile sembra avere avuto unaqualche attenzione e disponibilità ad affrontarela soluzione di una congiunturadelicata che riguarda il Seminario Maggiore,che, vetusto per la sua vita centenaria,ha bisogno di essere fortificato nel suopercorso culturale e formativo che ridondain Calabria ed oltre. Periclitante potrebbeessere anche l’Istituto Teologico, che giustamentetende ad essere elevato a Facoltà.Il ruolo del Seminario regionale “S. Pio X”è stato trattato con densità e profondità dimotivazioni dall’arcivescovo emerito Cantisani,che ne ha ricostruito con puntualitàl’iter storico ed il fecondo esito formativo.La funzione di un Seminario di ampio respiroe di forte spinta alla comunione interdiocesanaè stata peraltro enunziata daPapa Benedetto XVI in un’esplicita esortazioneall’inizio dell’anno in corso. Questofondante orientamento – da laico – lo interpretocome richiamo e direttiva.Il tema centrale, sviluppato nella relazionetenuta proprio a Catanzaro dal VescovoSegretario della ConferenzaEpiscopale Italiana, Mons. Mariano Crociata,è chiarissimo e forte: «Il carattere interdiocesanosi rivela un’efficace palestra dicomunione, con sensibilità diverse da armonizzarenell’unico servizio alla Chiesa. ISeminari regionali forniscono un incentivoe un concreto contributo al cammino di comunione».Ed ancora: «Bisogna continuamentesuperare limiti, chiusure, malintesi epregiudizi; così il Seminario diventa autenticosegno di unità».Il ceto ecclesiastico riflette con delicatezza,confortata da consapevolezza dellacongiuntura; ma anche Catanzaro, sede diimportanti istituzioni amministrative, deveprodigarsi al fine di non perdere un pezzodi storia e un prestigioso elemento di qualificazione.Catanzaro è distratta da conteseelettorali, ma mi auguro che presto i catanzaresisiano inclinati a concorrere concretamenteal consolidamento della fecondaistituzione di cultura ecclesiale.Allo stesso tavolo debbono sedersi leparti interessate, desiderose tutte di sostenernela piena funzionalità, anche nella prospettivadella fortemente voluta istituzionedella Facoltà teologica e forse anche di unaauspicata nuova Facoltà statale.Sono grato a quanti hanno con slancio paritariosottoscritto la prima Lettera e ancoradi più per l’adesione delle perper le convocazioni sonalità di seguitoelencate, con l’avvertenza di considerare laconcomitante congiuntura della competizioneelettorale. A livello degli enti regionalie provinciali sarebbe importantequalche segno di adesione e di sensibilità.Per ora informo di un secondo gruppo diesponenti oltremodo qualificati che intendonoessere a fianco della Chiesa. Riferiscopertanto le adesioni di Guido Rhodio, sindacodi Squillace e presidente emerito dellaGiunta regionale, Donato Veraldi, già europarlamentare,Rosario Olivo, già sindaco diCatanzaro e presidente della Giunta regionale,Geppino Martino, scrittore e già presidentedella Provincia di Catanzaro,Antonio Argirò, già vice-sindaco e assessorealla Cultura del Comune di Catanzaro,Teobaldo Guzzo, opinionista e già dirigentescolastico, Teresa Gualtieri Garcea, presidentedel Club Unesco, Silvestro Giacoppo,presidente provinciale e consigliere nazionaledel MCL, Franco Brescia, presidentedell’Associazione Amici del Teatro e delTeatro “Tieri”, e Bice Sozzi, presidente dell’AssociazioneMaria Cristina di Savoia.È tempo di Resurrezione, viatico ancheper Catanzaro. A proposito della Pasqua, ritengoopportuno riportare un pensiero delnostro Arcivescovo Metropolita, Mons. VincenzoBertolone: «Cristo ricapitola la storiadi ogni uomo e di tutti gli uomini, con leloro sofferenze e le loro speranze; li prendecon sé nella sua Resurrezione, segno e sorgentedi vita e di gioia». È un messaggioaugurale che ci fortifica.Cesare Mulè515 <strong>aprile</strong> 2012


Interessante concorso promosso dall’Azione Cattolica DiocesanaLE RA<strong>DI</strong>CI CRISTIANE DEL’EUROPA:La memoria del passato, l’esperienza del presente e la speranza del futuroCon il patrocinio dell’Arcidiocesi Metropolitanae dell’Ufficio ScolasticoRegionale, l’Azione Cattolica, haindetto un concorso artistico-letterario daltema Per una Europa cosciente delle sue radicicristiane: la memoria del passato, l’esperienzadel presente, la speranza del futuroindirizzato a tutti gli studenti frequentantigli ultimi tre anni della Scuola Secondaria diII grado (istituti statali e non statali di qualsiasiindirizzo) presenti nell'ambito del territoriodiocesano. L’interessante iniziativa sipone l’obiettivo di stimolare i giovani ad assumereuna visione europea più ampia chevada al di là delle barriere nazionali, aiutandolia scoprire che l’Europa non può esseresolo quella delle banche e del libero mercatoma è soprattutto un’entità storica, culturale espirituale viva, in quanto è impensabile tagliare«le radici dalle quali si è nati» (GiovanniPaolo II, Angelus del 20 Giugno 2004).Oggi più che mai non possiamo ignorare chei valori fondamentali di libertà, di giustizia,di eguaglianza, il rispetto dei diritti umani, ilconcetto di persona e della sua inviolabilità…,ai quali vuole richiamarsi l’Europa dioggi, trovano una loro ispirazione nell’esperienzacristiana.Sono stati innanzitutto Giovanni Paolo IIed oggi Benedetto XVI, a ricordare come ilCristianesimo abbia «plasmato la cultura delcontinente e si sia intrecciato in modo inestricabilecon la sua storia al punto che questanon sarebbe comprensibile se non si facesseriferimento alle vicende che hanno caratterizzatoprima il grande periodo dell’evangelizzazionee, poi, i lunghi secoli in cui ilcristianesimo, pur nella divisione tra Orienteed Occidente, si è affermato come la religionedegli europei. Anche nel periodo moderno,615 <strong>aprile</strong> 2012quando l’unità religiosa si è andata frantumandosia per le ulteriori divisioni intercorsetra i cristiani, sia per i processi di distaccodella cultura dall’orizzonte della fede (vedila stagione dell’Illuminismo), il ruolo del cristianesimoha continuato ad essere di nonscarso rilievo sino ad oggi» (Giovanni PaoloII, Esortazione Apostolica del 28 giugno 2003). Il concorso è, pertanto, motivato dalla convinzioneche la costruzione di un’anima perl’Europa, un continente unito nel rispettodelle specifiche diversità nazionali, non puòprescindere dalla coscienza del proprio passatoe dalle radici culturali e spirituali di questaunità. Obiettivo precipuo è quello dipromuovere appropriati elaborati letterari,artistici, musicali, intorno “alla forza ispiratricedei valori cristiani”, i quali - tradotti inopere di solidarietà, di religiosità, di arte, dicultura, di pace hanno influito profondamentenella maturazione e nella affermazione,dei valori umani, culturali, sociali,civili, divenuti costitutivi della identità europeae speranza del suo futuro. La propostanon intende però cercare consensi all’assuntosecondo il quale la civiltà europea ha comeradici esclusive il cristianesimo. Il suo scopoè piuttosto quello di promuovere una intelligentericerca di natura propriamente “culturale”:una ricerca che non vuole perciòignorare che la nostra cultura europea è altempo stesso nutrita di tanti e diversi retaggiculturali e umanistici precristiani su cui il cristianesimosi è fecondamente inculturato, cheè fortemente influenzata da significative matriciculturali e che è contrassegnata dal pluralismodei messaggi, derivanti dalle varieespressioni etnico-culturali dei diversi popolieuropei, con cui il cristianesimo ha intessutonel tempo fecondi rapporti. Nella scuola –luogo, per la sua funzione propria, impegnatoa ricercare le dinamiche e i processiculturali - una tale ricerca può essere tantopiù produttiva, quanto più essa è volta a“pensare” e a ricercare con gli “altri”, a “dialogarecon tutti”, intrecciando anche una costanterelazione con il proprio territorio. Lapartecipazione degli studenti consiste nellaproduzione di un elaborato originale sultema. Tre le sezioni previste: LETTERARIA,ARTI FIGURATIVE con Disegni, fumetti, dipinti,sculture, multimedia, graphic design,fotografia e MUSICALe. Una apposita commissione– composta da cinque membri nominatidall'ordinario dell’Arcidiocesi, dallaPresidenza diocesana dell'Azione Cattolica edall’Ufficio Scolastico Regionale esamineràtutti gli elaborati pervenuti e determineràuna graduatoria per l’assegnazione deipremi, tenendo conto della obiettiva validitàed entità dei contributi in relazione alle finalitàgenerali del concorso. La proclamazionedei vincitori sarà effettuata e notificata ai vincitorientro il 31 Maggio . I tre premi in palio– da assegnare per sezione – consistono in unViaggio e soggiorno a BRUXELLES con VI-SITA al PARLAMENTO EUROPEO e allacittà comunemente considerata la capitaledell’Unione Europea. Tali premi saranno consegnatinel corso di una apposita manifestazionea cui saranno invitati a partecipareoltre a tutti i concorrenti anche rappresentanzedegli allievi delle scuole che hannoaderito all’iniziativa. La partecipazione e gratuita.I lavori dovranno essere inviati o consegnatia mano entro il 30 Aprile al seguenteindirizzo: Via dell’Arcivescovado, 3 – 88100Catanzaro.Saverio Candelieri


ARTICOLO 18La via dell'indennizzoIl capitolo "licenziamenti" nella riforma del lavoroLa parola magica attorno alla quale ilgoverno, le forze politiche e quellesindacali, i mass media e buonaparte dei cittadini italiani hanno proposto,discusso, litigato nelle ultime settimane, èstata “reintegro”. Cioè quel che prevede l’art.18 dello Statuto dei lavoratori in caso di licenziamentoindividuale senza giusta causa,nelle aziende con più di 15 assunti. La giustacausa la valutava il giudice; se non la riscontrava,il lavoratore aveva diritto adessere reintegrato nel suo posto di lavoro.Aveva facoltà di chiedere un indennizzo economico,se preferiva andarsene. Parliamo alpassato perché si presume che il prossimofuturo non sarà più così.Ecco: in verità la parola magica doveva essereun’altra. Indennizzo. Perché è su questoche verte la riforma Fornero-Monti in temadi licenziamenti. Ora l’indennizzo è semprepossibile, e la decisione spetta al giudice dellavoro. Cominciamo dal licenziamento disciplinare.Il lavoratore lo può impugnare,l’azienda deve dimostrare la giusta causa o ilgiustificato motivo che l’hanno spinta a talemisura. Se non lo fa, e cioè se il fatto contestatonon c’è stato o non l’ha commesso il lavoratorein questione; o infine se il fattocontestato aveva un’altra procedura di punizioneprevista dai contratti collettivi, allorail giudice annulla il licenziamento e ordina ilreintegro del lavoratore. Ma solo in questicasi.Altrimenti il giudice – rilevando la mancanzadi giusta causa ma comunque riscontrandola fine del feeling tra le parti –dichiara risolto il contratto di lavoro tra leparti e condanna l’azienda al pagamento diun’indennità risarcitoria variabile tra i 12 e i24 mesi di stipendio mensile.Settimane di acerrime discussioni hannoinfine partorito questa disciplina del licenziamentoeconomico (cioè dovuto alla difficoltào all’impossibilità dell’azienda dipagare quello stipendio). Se impugnato,scatta il reintegro solo nel caso in cui il giudiceriscontri la manifesta insussistenza diun giustificato motivo per licenziare. Dettain parole povere: se dietro al licenziamentoeconomico si nasconde una cacciata per questionidisciplinari o, peggio, discriminatori(in quest’ultimo caso il licenziamento è semprenullo e il reintegro obbligatorio). Se nonriscontra la “manifesta insussistenza” masolo che il licenziamento pare azzardato, eccessivo,allora via libera all’indennizzo. Il lavoratorecomunque se ne va, ma si porta intasca da 12 a 24 mensilità di risarcimento.Si dirà: i tribunali esploderanno di cause.Già oggi… Ecco perché è stato previsto lostrumento della conciliazione presso le Direzioniterritoriali del lavoro (Dtl). A questel’azienda comunicherà la sua intenzione dilicenziare Tizio. Entrambe le parti sarannoconvocate dalla Dtl entro sette giorni, edentro venti si dovrà arrivare ad una conclusione(salvo proroghe chieste da entrambe leparti). Se c’è accordo, si fissa il quantum delrisarcimento economico. Se non c’è, via liberaal licenziamento e al possibile ricorso algiudice che però guarderà anche il comportamentodelle parti in sede di conciliazione.Anche per scoraggiare cause temerarie.Infine la tempistica. La riforma prevedeuna corsia privilegiata per le cause di lavoro,che oggi durano in media 18 mesi (un’eternità)e attualmente ne pendono <strong>21</strong>1mila...Insomma, il meccanismo appare abbastanzaequo. È vero: ripristina il licenziamentoindividuale senza reintegro. Ma suquesto bisogna dire qualche verità. La prima:già oggi milioni di lavoratori (quelli assuntiin aziende con meno di 15 addetti, quelli“flessibili”), non ce l’avevano. Quindi delledue l’una: o reintegro generalizzato per tutti,o per nessuno. Si è scelto il “nessuno” ancheperché mai la legge ha detto ciò che invece èemerso dall’applicazione che è stata data all’art.18nel corso di questi 42 anni. Lo Statutodei lavoratori infatti prevede illicenziamento individuale “salvo…”. Nellapratica, i giudici hanno costantemente rilevatola mancanza di giusta causa, trasformandoin pratica la licenziabilità individualein illicenziabilità. Una forzatura molto ideologica,che ha quasi sempre dimenticato divalutare con attenzione caso per caso. E lacasistica è piena di situazioni incredibili,sempre giudicate con lo stesso metro. Creandocosì quella rigidità di sistema – fontepure di ingiustizia – che la riforma Fornero-Monti ha inteso ora cancellare.Nicola SalvagninIMPREN<strong>DI</strong>TORICRISTIANIIl lavoronon esclude la fedeVedere, giudicare, agire. Queste, secondoil card. Peter Appiah Turkson, presidente delPontificio Consiglio della giustizia e della pace,le “tre tappe costitutive e correlate” cui è chiamatoil responsabile d’impresa cristiano. Intervenutonei giorni scorsi a Lione (Francia) alCongresso internazionale promosso dall’Uniapac(Union Internationale des AssociationsPatronales Catholiques) e dalle Edc (Entrepreneurset Dirigeants Chrétiens, la sezione diUniapac che riunisce gli imprenditori e i dirigenticristiani francesi), il card. Turkson hapresentato il documento “Vocazione dei responsabilid’impresa alla luce dei valori cristiani”,pubblicazione elaborata anche con ilcontributo dei partecipanti al seminario internazionaledei dirigenti d’impresa e degli universitaritenutosi nel febbraio 2011 a Roma.All’incontro di Lione, intitolato “Business –Source of Hope”, hanno preso parte duemilaimprenditori di tutto il mondo.Le tre tappe. Secondo il porporato, la “malattiaodierna” comune a molti imprenditoricristiani è la tendenza a “dissociare la fede dallavoro”, mentre la dottrina sociale della Chiesainvita a vivere la vita professionale “in manierepiù unificata e feconda in vista del bene comune”.Compito del responsabile d’impresa èallora “essere guida per gli uomini e le donned’affari che tentano di crescere nella virtù dellacarità secondo la propria vocazione”. Ciò richiedeun processo di discernimento scanditoda tre momenti. Anzitutto “vedere”, ossia interpretare“i segni dei tempi con una particolareattenzione” verso le trasformazioni legatea globalizzazione, nuove tecnologie comunicative,finanziarizzazione del commercio su scalamondiale e cambiamenti culturali. I dirigentid’impresa, osserva il porporato, “accordanosempre più importanza alla massimizzazionedel profitto, i dipendenti tengono sempre piùai propri diritti, e i consumatori esigono immediatagratificazione al minor prezzo possibile”.Per questo, “in una società dove i valorisi sono relativizzati e i diritti sono divenuti piùimportanti dei doveri, spesso viene eclissatol’obiettivo di servire il bene comune”. Il secondopasso è “giudicare”, perché, avverte ilcard. Turkson, “le buone decisioni negli affarisono quelle ancorate nei principi sociali eticifondamentali: il rispetto per la dignità dellapersona umana, il servizio al bene comune, euna visione d’impresa come comunità di persone”.Infine “agire”, che invita ad un impegno“motivato da un sentimento che vada oltreil successo finanziario”. Una sorta di “savoirfaire pratico”, chiarisce il presidente del PontificioConsiglio, che “accoglie e affronta le sfidedel mondo non con cinismo o paura, bensì conle virtù della fede, della speranza e dell’amore”.Questo fa sì che i principi etici richiamati vengano“illuminati dal Vangelo”.715 <strong>aprile</strong> 2012


Cenni biograficidel Segretario di Statodella Città del VaticanoCAR<strong>DI</strong>NALE TARCISIO BERTONESua Em.za il Card. Tarcisio Bertone ènato a Romano Canavese (Provinciadi Torino e Diocesi di Ivrea) il 1° dicembre1934, quinto di otto figli. Ha ricevuto,nella parrocchia dei SS. Pietro eSolutore, il Battesimo il 9 dicembre dellostesso anno.Ha compiuto i suoi studi medi a Torino,nell'oratorio di Valdocco, passando direttamenteal noviziato di Monte Oliveto (Pinerolo)attratto dalla vocazione salesiana. Fecela prima professione religiosa il 3 dicembre1950, e ricevette l'Ordinazione Presbiterale,dalle mani di Sua Eccellenza Mons. AlbinoMensa, Vescovo di Ivrea, il 1° luglio 1960.Conseguì la Licenza in S. Teologia, già allaFacoltà Teologica Salesiana di Torino, conuna dissertazione sulla tolleranza e la libertàreligiosa. Successivamente continuògli studi a Roma, presso ilPontificio Ateneo Salesiano, oveottenne la Licenza e il Dottoratoin Diritto Canonico, con la ricercasu «Il governo della Chiesanel pensiero di Benedetto XIV -Papa Lambertini (1740-1758)».Nel 1967 Don Bertone fu chiamatoa Roma, per assumere lacattedra di Teologia Morale Specialeall'Ateneo Salesiano, poi divenutoUniversità PontificiaSalesiana (1973). Per dieci anniinsegnò i trattati "De Iustitia","De virtute Religionis" e "DePoenitentia". Nel 1976, per lamorte repentina di un eminentegiurista belga, Don Gustave Leclerc,fu chiamato a dirigere laFacoltà di Diritto Canonico, oveha insegnato, fino al 1991 "Diritto PubblicoEcclesiastico" nelle due specifiche trattazioni"Diritto Costituzionale della Chiesa" e "Rapportitra la Chiesa e la Comunità Politica" diventandoProfessore Ordinario di cattedra.Insegnò anche, tra l'altro, "Diritto Internazionale"e "Diritto dei minori" (in consonanzacon la specializzazione pedagogicadell'Università Pontificia Salesiana), e "Legislazionee Organizzazione Catechistica e diPastorale Giovanile".Per la riconosciuta competenza fu invitatodal 1978, come Docente del medesimo "DirittoPubblico Ecclesiastico" presso l'InstitutumUtriusque Iuris della PontificiaUniversità Lateranense.Oltre ad un'intensa attività pubblicistica,815 <strong>aprile</strong> 2012svolse compiti direttivi presso le Comunitàdell'Università Salesiana di Roma: fu Direttoredei Teologi (1974-1976), Decano dellaFacoltà di Diritto Canonico (1979-1985), ViceRettore (1987-1989) e poi Rettore Magnificodell'Università Pontificia Salesiana, l'«Universitàdi don Bosco per i giovani» (1989-1991).Durante l'attività didattica e scientifica aRoma svolse un'intensa azione pastorale indiverse parrocchie romane; contribuì efficacementealla promozione dei laici (Centri diFormazione teologica e apostolica), con interventispecifici in tema di morale sociale erapporto tra fede e politica.Collaborò all'ultima fase della revisionedel Codice di Diritto Canonico e svolseun'intensa attività promozionale per la suaricezione nelle Chiese particolari. Diresse ilgruppo di lavoro che tradusse il Codice initaliano, con l'approvazione della ConferenzaEpiscopale Italiana (Ed. UECI, 1983 e1984 e UELCI, 1997), e visitò un centinaio diDiocesi italiane ed estere per la presentazionedella "grande disciplina della Chiesa".Dagli anni '80 ha esercitato, inoltre, un intensoe qualificato servizio alla Santa Sede,nel governo centrale della Chiesa, come Consultorein diversi Dicasteri della Curia Romana.Ha collaborato attivamente,soprattutto con la Congregazione per la Dottrinadella Fede, in prospettiva teologico-giuridica.Nel 1988 è stato nominato membrodel gruppo di periti che ha accompagnatol'allora Card. Joseph Ratzinger nelle trattativeper la riconciliazione con S. Ecc.zaMons. Lefèbvre.Nel 1989 fa parte del gruppo di rettoridelle Università Cattoliche che collaboravanoalla redazione della futura CostituzioneApostolica «Ex corde Eccclesiae»,sull'identità e la missione dell'Università cattolica.Nel 1990, su incarico della Segreteria diStato, partecipa alle riunioni della «Commissioneeuropea della democrazia attraversoil diritto» creata dal Consigliod'Europa, per un fruttuoso dialogo Est–Ovest, soprattutto per aiutarei paesi di nuova democrazia adarsi testi costituzionali e organismi,come le Corti Suprema,degni della grandetradizione europea.Ha fatto parte di un gruppodi lavoro per la revisione ditutte le delibere delle ConferenzeEpiscopali dopo la promulgazionedel CJC. Hacollaborato con il PontificioConsiglio per la promozionedell'unità dei cristiani per laredazione del "Nuovo Direttorioecumenico" (1993).In data 1° agosto 1991 ilSanto Padre lo ha chiamatoalla guida della più antica Diocesidel Piemonte, come ArcivescovoMetropolita diVercelli.La sua azione pastorale fu orientata innanzituttoa sviluppare una profonda e cordialecomunione con i sacerdoti all'interno delpresbiterio Diocesano. Inoltre si incentrònegli ambiti della fede e della cultura (rapportoChiesa-Università del Piemonte orientale);dell'educazione (pastorale giovanile einsegnamento della religione nelle scuole diogni ordine e grado); della pastorale vocazionale(cfr. Lettera pastorale "Vieni e seguimi",1993).Ha consolidato il rapporto dell'Arcidiocesicon la missione di Isolo (Kenya), propiziandola creazione del Vicariato apostolico econsacrandone il primo Vescovo, Mons.Luigi Locati, poi testimone della fede fino al-


l'effusione del sangue.Ha partecipato al Congresso degli UniversitariEuropei a Santiago de Compostela, accompagnandoanche un gruppo di sacerdotiin pellegrinaggio a Barcellona. Ha visitato lecomunità vercellesi negli Stati Uniti d'America,in Canada e Sud America.In data 28 gennaio 1993 è stato nominatodalla CEI Presidente della Commissione EcclesialeGiustizia e Pace e in tale ufficio hapromosso ricerche e iniziative per l'educazionealla legalità, alla giustizia e alla moralità.In tal ruolo ha firmato e promulgato idue documenti: «Legalità, giustizia e moralità»(1993), e «Stato sociale ed educazionealla socialità» (1995).Il 13 giugno 1995 Giovanni Paolo II lo hanominato Segretario della Congregazioneper la Dottrina della Fede confermando cosìla consegna data da S. Eusebio, protovescovodi Vercelli, e assunta nel motto episcopale:"Fidem custodire concordiam servare".In un fitto rapporto con gli Episcopati ditutto il mondo ha collaborato con il Card. JosephRatzinger nella promozione della dottrinadella fede e del progetto moralecristiano, secondo le finalità proprie dellaCongregazione (si vedano alcuni dei più significatividocumenti: Dichiarazione DominusIesus, Regolamento per l'esame delledottrine, Normativa sui delitti più gravi riservatialla Congregazione per la Dottrinadella Fede, Il primato del successore di Pietronel mistero della Chiesa, Testi del Magisterosulla professione di fede, Notadottrinale circa alcune questioni riguardantil'impegno e il comportamento dei cattolicinella vita politica, ecc.).Ha accompagnato il Card. Ratzinger negliincontri con gli episcopati latinoamericani(Guadalajara 1996) e del Nord America e dell'Oceania(San Francisco 1999).Per mandato della S. Sede si è inoltre recatonella Repubblica Ceca per incontrare isacerdoti appartenenti all'Esarcato bizantinoslavo. È stato incaricato dal Santo Padre dicurare la pubblicazione della terza parte del"segreto" di Fatima (vedi: Il messaggio di Fatima,Libreria Editrice Vaticana 2000) e di occuparsidella mediazione con S. Ecc.Monsignor Milingo, che, dopo l'adesione allasetta dei Moon, si è riconciliato con il Papa,rientrando nella piena comunione cattolica.Giovanni Paolo II il 10 dicembre 2002 lonomina Arcivescovo Metropolita di Genova:l'ingresso in Diocesi avviene il 2 febbraio2003. E' Presidente della Conferenza EpiscopaleLigure. È stato nominato dal SantoPadre Membro del Pontificio Consiglio per iTesti Legislativi e della Congregazione per laDottrina della Fede, della Congregazione peril Clero, della Congregazione per il Culto divinoe per la disciplina dei Sacramenti.Il giorno <strong>21</strong> ottobre 2003 con la solenne celebrazionein San Pietro è stato creato Cardinaledi Santa Romana Chiesa da PapaGiovanni Paolo II, che gli assegna il titulusdi S. Maria Ausiliatrice in via TuscolanaNel suo servizio come Arcivescovo di Genovaha svolto un notevole lavoro in ogniforma di apostolato.La sua azione pastorale si è sviluppata sualcune linee annunciate con il documento diprogrammazione triennale "Coraggio,Chiesa di Genova, il Signore ti chiama"(2003): pur promuovendo un sincero e generosoimpegno di tutta la pastorale ordinaria,ha posto l'accento sulla catechesi per l'iniziazionecristiana e la celebrazione delgiorno del Signore, la pastorale giovanile, lapastorale familiare, la pastorale scolastica(specialmente l'insegnamento della religionenella scuola e la valorizzazione della scuolacattolica). Particolarmente apprezzata la suainsistenza sulla formazione permanente ditutti, sacerdoti e laici, in uno spirito di comunioneefficacemente sintetizzato nella"spiritualità del con".Fedele alla tradizione dell'episcopato genoveseha intrattenuto ottimi rapporti con ilmondo delle istituzioni locali e dell'economia,coadiuvato dall'opera dei Cappellanidel lavoro genovesi, celebrando diverse SS.Messe nei luoghi di lavoro e negli stabilimenti,intervenendo anche nelle vertenzepiù difficili con opera di mediazione.Ha ridato impulso al risveglio di una incisivapastorale vocazionale, ricostituendo ilCentro Diocesano Vocazioni (cf. lettera pastorale"Il tesoro nascosto e la perla preziosa",2004) e avviando il Seminariointerdiocesano; ha promosso l'apertura missionariaintessendo rapporti personali conidiversi missionari genovesi nel mondo e visitandola missione Diocesana nel BarrioGuaricano a Santo Domingo (2004). Su richiestadel Vescovo di Santa Clara a Cuba, haaperto nel 2005 una nuova missione Diocesanain collaborazione con la Diocesi diChiavari. Diverse le occasioni che lo hannoportato ad accrescere la già vasta esperienzainternazionale maturata presso la Congregazioneper la Dottrina della Fede: in questecircostanze, ha sempre incontrato i rappresentatidella Chiesa locale e le autorità. Haaccompagnato pellegrinaggi Diocesani inTerra Santa (per tre volte negli ultimi treanni), in Polonia, a Malta e in Germania inoccasione della Giornata Mondiale dellaGioventù; ha visitato le comunità genovesidi Perù e Argentina, dove ha ricevuto la laureahonoris causa dall'Università Cattolica diSalta (2005); ha celebrato la S. Messa perl'inaugurazione della nuova chiesa dell'operazioneMato Grosso visitando le comunitàdella Sierra; per due volte da Genova si è ancorarecato a Coimbra per incontrare SuorLucia, di cui ha celebrato i funerali come legatodi Giovanni Paolo II (15 febbraio 2005).E' stato apprezzato relatore in diversi convegniecclesiali e civili in Italia e all'estero.In Diocesi ha incontrato le diverse comunitàparrocchiali in occasione della celebrazionedelle cresime, per gli ingressi dei nuoviparroci e in altre circostanze particolari.Molto apprezzata l'iniziativa della visita pastoraleai sacerdoti personalmente nella propriaabitazione e luogo di apostolato.Ha partecipato al Conclave che ha eletto il19 <strong>aprile</strong> 2005 il Santo Padre Benedetto XVI.Il <strong>22</strong> giugno 2006, con una lettera inviata ifedeli dell'Arcidiocesi, il Santo Padre BenedettoXVI annuncia di averlo scelto comenuovo Segretario di Stato Vaticano: la nominasarà firmata il 15 settembre 2006.915 <strong>aprile</strong> 2012


La "Naca" del venerdì santo è per tutti icatanzaresi il punto celebrativo centraledella proprie abitudini religiose. Un eventosacro, ma anche sociale e culturale, che ognianno raccoglie i cuori e le menti della cittàin un unico grande corpo.La processione, presieduta dall’arcivescovometropolita di Catanzaro-Squillace,Mons. Vincenzo Bertolone, quest'anno, èuscita dalla chiesa del Carmine alle 18 inpunto, accolta da un "fiume" di gentepronta con il proprio telefonino ad immortalare,ancora una volta, l'avvenimento. La"Naca" ha iniziato il suo percorso toccandoi punti nevralgici della città, via Jannoni, viaPoerio, piazza Matteotti, San Giovanni,Corso Mazzini, piazza Roma, facendo ritornocon il medesimo giro. I primi aduscire, tra due immense ali di folla, sonostati gli stendardi ed i gonfaloni appartenentialle chiede del San Giovanni, dell'Immacolatae del Rosario, che a rotazione sioccupano dell'organizzazione. A seguire, lequattro croci: la nera, la bianca, la rossa e laceleste ognuna in rappresentanza dellequattro congreghe. Come nella Passione,ogni Cristo ha indossato la sua corona dispine, camminando a piedi nudi circondatodai Giudei. Del tutto abolite le scene rappresentantiil momento della fustigazione.Da sempre considerate estremamente violente,quest'anno si è ben pensato di farne ameno, privando comunque la processionedi un tratto suo caratterizzante che, polemichea parte, regalava attimi di suggestionee riflessione ai fedeli. Dopo l'uscitadei gruppi e delle associazioni religiose,anche i parroci e diaconi si sono inseriti nelpercorso dando il via al suono della bandache, offuscato da un lungo e commosso applauso,ha abbracciato l'uscita della "Naca",sostenuta dalla squadra dei Vigili del Fuocoe scortata ai lati dal picchetto della Guardiadi Finanza e da due Carabinieri in alta uniforme.La processione 2012, alla quale sono intervenutediverse autorità civili e militari, èstata anche la prima presieduta dall'arcivescovomons. Vincenzo Bertolone, che al terminedella processione ha rivolto unpensiero di riflessione che pubblichiamo integralmente.Romana Monteverde1015 <strong>aprile</strong> 2012L’EVENTO DELLA “NACA” DEL VENERDÌ SANTO A <strong>CATANZARO</strong>La riflessione di Mons. Arcivescovoal termine della processioneCarissimi fratelli e sorelle, quest’annoho fatto con voi, per la prima volta,la processione della “Naca”, moltopartecipata e sentita e non solo dai catanzaresi.È una devozione che affonda le radici nellesacre rappresentazioni medievali e nel desideriopenitenziale dei fedeli, che soprattuttodopo il Concilio di Trento, (che proibì le rappresentazioninelle chiese), i membri delleconfraternite iniziarono a proporre le stessescene per le vie delle città, arricchendole neltempo di nuovi simboli.Abbiamo ripercorso simbolicamente la viaCrucis di Gesù, seguendolo verso il calvario.Il cristiano riconosce nel crocifisso lo straordinariomessaggio d’amore al quale si affida,con tutte le fatiche e le ambiguità dellasua fede imperfetta; il non credente pensosoe dubbioso sa che quel simbolo ha un valoreuniversale e spalanca le braccia su tutti.L’unica parola che il cristiano ha da consegnareal mondo è la parola della Croce. “Persapere chi sia Dio devo inginocchiarmi aipiedi della croce”, soleva ripetere il grandeteologo gesuita Karl Rahner.Davanti a un mistero così profondo dimorte e di vita è meglio lasciare la parola aimistici, che hanno fatto un’esperienza interioredella croce, come via e strumento di salvezzaper sé e per gli altri. Essi usano paroleche nascono dalla vita, senza retorica, senzaideologie.- “Dove c’è la croce, la risurrezione è vicina”(D.Bonhoeffer).- “Chi non ha gambe tanto sicure nel camminodella fede, può sempre servirsi dellacroce come bastone” (E. Stein).Le opere di Dio, dunque, nascono e cresconoai piedi della croce.La croce è quel trono di gloria da cui Gesùesercita il suo potere regale di Signore chesalva e redime l’umanità dal peccato e dallamorte. E’segno del giudizio di Dio, che siattua in Cristo, un giudizio non di condanna,ma di pietà e di salvezza. La croce che erastrumento di morte infamante è diventata daallora per i cristiani via di pace, di amore e dimisericordia."Riconoscere il valore culturale del Cro¬cifisso,peraltro, non vuol dire svilirne il significatoreligioso perché la fede con i suoi segnigenera civiltà e cultura che di-ventano patrimonioa disposizione di tut¬ti, come dimostrala ricchezza della no-stra storia nazionalee continentale. Il segno del crocifisso poiparla a tutti, sia ai credenti per i quali è certamenteil se¬gno della propria fede, sia ainon creden¬ti, per i quali lacroce rappresentacomun¬que il segno diquella esperienza umana integraleche ha la propria radicenel sa¬crificio di GesùCristo". "Non ricordo di avermai sentito qualcuno sentirsioffeso da questo segno, anzispesso ho percepito chemolti, anche tra i non credenti,proprio guardando all'uomodella croce, traggonoispirazione e fiducia per andareavanti"“La croce è il più profondochinarsi della divinità sull’uomo.La croce è come untocco dell’eterno amore sulleferite più dolorose dell’esistenzaterrena dell’uomo” (Giovanni Paolo II,Dives in misericordia, n. 8).Ecco perché il segno della croce è in qualchemodo la sintesi della nostra fede perché cidice quanto Dio ci ha amato; ci dice che nelmondo c’è un amore più forte della morte.Quante croci ha elevato l’uomo nel corsodella storia, soprattutto nel secolo scorso?Auschwitz, Dachau, Siberia, Vietnam, Kosovo,Burundi, Mozambico,? Sono vere le paroledi Paolo VI nella Populorum progressio:“L’uomo può costruire il mondo senza Dio;ma alla fine, senza Dio, non fa altro che costruirlocontro l’uomo”.Appannando o misconoscendo le originicristiane l’ Europa rischia di rimanere senzasolide certezze. È indispensabile, dunque, ricostruireil legame tra fede, ragione e storia,che in passato in Europa ed in altre vasteparti del mondo ha dato buona prova di sé.Gesù Cristo è presente nel mondo non soloattraverso i “semina Verbi”, i germi del Verbosparsi nelle culture di tutti i tempi, ma anche


e soprattutto nel volto di tutti gli esseri umanicrocifissi. Coloro che soffrono sono i portatoriprivilegiati della presenza di Gesù. Egli ha indicatogli affamati, i prigionieri, i malati, iprofughi come le persone nelle quali Egli siidentifica in modo particolare (Mt 25, 31-46).Care sorelle e cari fratelli, davanti a Lui deceleriamole nostre giornate, mettiamoci aisuoi piedi come Maria sotto la croce, rientriamoin noi stessi. Smettiamo di innalzarcisugli altri, rinunciamo a sentimenti, pensieri,parole e azioni che creano ostilità e barriere.Il volto sofferente del Crocifisso susciti in noisentimenti e gesti nuovi, come la compassione,la benevolenza, la simpatia, la bontà,l’amore. L’unica gloria dell’uomo è nell’umiltàdel servizio e nella ricerca del benecomune non nella logica effimera e dura dell’autoaffermazionenella contrapposizione. Ilcrocifisso del Signore è stato innalzato davantia noi e al mondo perché distogliessimoalmeno per un po’ lo sguardo da noi stessi olo volgessimo verso il Cristo.Ogni volta che facciamo il segno della crocericordiamo che stiamo facendo memoria delSignore che ha dato la vita per noi. Egli non cicondanna per il nostro egoismo e i nostri peccati,ma con il suo sguardo sofferente si volgea noi quasi supplice per ascoltarlo, per nondimenticare le parole del Vangelo e per impararefinalmente a vivere nel rispetto reciprocoe nell’amore.Il Crocifisso, ai cui piedi oggi desideriamoprostrarci, sia il “punto” su cui oggi tutti noifacciano convergere lo sguardo, per farci illuminaree perché riversi nella nostra mentetanta luce e nel cuore tanto amore.Amen.+ Vincenzo Bertolone, ArcivescovoUna riflessione sulla passione di Cristo offerta dai giovani del Movimento ApostolicoTante presenze alla sacra rappresentazione “Meditando la Passione”Mostrare la bellezza del Vangeloagli uomini ed alle donne del nostrotempo è un qualcosa che haveramente a cuore il Movimento Apostolico.Lunedì santo sono stati gli stessi giovani a ribadirloalla comunità diocesana, presentandonel teatro “Politema” di Catanzaro la sacrarappresentazione “Meditando la Passione”,scritta, musicata e diretta dalla dottoressaCettina Marraffa, presidente del sodalizio.Due rappresentazioni, alle ore 18 e alle <strong>21</strong>,che hanno visto la presenza dell’Arcivescovometropolita di Catanzaro-Squillace, Mons.Vincenzo Bertolone, dell’Arcivescovo emeritoMons. Antonio Cantisani, del vicario genaraleMons. Raffaele Facciolo, del provicario generale, don Maurizio Aloise, delparlamentare Mario Tassone, del consigliereregionale Antonio Scalzo e di numerose autoritàistituzionali della città e della regione,unitamente a tanti fedeli laici che non hannovoluto mancare all’appuntamento propostocome momento di riflessione dalla stessa diocesiper la settimana santa.“Meditando la passione”, già in scena in diversecittà italiane ed a Lourdes, in occasionedel pellegrinaggio nazionaledell’UNITALSI, ha regalato ancora una voltaai presenti immagini suggestive di arcaicabellezza ripercorrendo otto scene: la croce,Gerusalemme in festa, l’ultima cena, Getsemani,la flagellazione, la Via crucis e, infine,la Risurrezione, accompagnate da melodiemusicali articolate tra loro, con un linguaggiocapace di comunicare con timbri, sonoritàe ritmi l'evento narrato.Una riflessione spirituale sulla passione diCristo avvalorata anche dalla lettura dei “meditare”dell’ispiratrice e fondatrice del MovimentoApostolico, Maria Marino, chemanifestano la grandezza di un cuore chevibra d’amore per il Cristo, con un impegnoprofondo di ricordare la Parola di salvezza almondo che l’ha dimenticata.A fine serata l’arcivescovo Bertolone, nell’esprimeun plauso all’autrice ed agli oltrecento giovani interpreti per i contenuti spiritualiemersi dalla sacra rappresentazione, haricordato che ogni linguaggio deve servire atrasmettere la capacità educativa dellaChiesa, la quale con le sue risorse, è chiamataa svolgere nella società e, soprattutto, tra igiovani un’altissima missione sociale chepossa condurre tutti ad una coerente assunzionedi responsabilità in vista della costruzionedi una vera civiltà dell’amore.Infatti, secondo la dottoressa Marraffa «lafinalità di “Meditando la Passione”, è il desideriodi suscitare quella fede nel mistero diCristo morto e risorto. L'impegno dei giovani,nel realizzare attraverso l'arte scenicaquesto mistero d'amore - afferma l’autrice -, èuna forma di testimonianza e di coraggio,una proclamazione di fede di chi desideraservire ed amare senza chiedere nulla in cambio,di chi non ha vergogna e paura ad aprirele porte a Cristo. I giovani sono il futuro dellaChiesa di domani e gioisco nel vedere che"oggi" non hanno perso la speranza e il desideriodi costruire un mondo migliore».Nel cammino del Movimento Apostolico èpresente una viva attualizzazione della Paroladi Gesù, con un vasto programma diistruzione e di catechesi, fortificato dalla graziadei sacramenti. Una semplice storia che iltempo e la grazia di Dio ha consolidato e vivificato,con un popolo sempre più in crescitae in cammino desideroso di testimoniare ilCristo, via, verità e vita.1115 <strong>aprile</strong> 2012


Applausi a scena aperta per la “ViaCrucis” realizzata dall’associazione“Domus Pacis”, in collaborazionecon “Teatro Insieme” e la “scholae cantorum”della cattedrale e della parrocchia di S. Pietro.La rappresentazione delle ultime ore divita di Gesù Cristo è stata proposta il 30marzo scorso nella concattedrale di Squillace,presenti l’arcivescovo metropolita mons. VincenzoBertolone, i parroci don GiuseppeMegna e frate Enzo Lazzaro, il sindaco diSquillace Guido Rhodio, altri amministratori,rappresentanti delle associazioni locali e unLA “VIA CRUCIS” IN SCENA A SQUILLACEnutrito pubblico. “La Via Crucis che proponiamo– ha spiegato Mimmo Laugelli, unodei promotori – non vuole essere un momentodi esaltazione canora o teatrale, ma soprattuttomeditazione e contemplazione, peruna migliore comprensione del mistero dellaChiesa”.Le varie stazioni della Passione di Gesùsono state realizzate in video, utilizzandocome location angoli suggestivi del centrostorico e della marina di Squillace, proiettatein cattedrale con il sottofondo dei canti delcoro polifonico e introdotte da riflessioni letteda Rosario Commodaro, con un’attenzioneparticolare ai sofferenti, ai disoccupati, agliemarginati, agli anziani, ai bambini poveri, aideboli. Molto applaudita l’interpretazionedella figura di Gesù da parte di AntonioAiello, che al termine ha rappresentato dalvivo la resurrezione, fra la commozione deipresenti. Bravi anche gli altri attori: StefanoCaso, Manuela Citraro, Irene Commodaro,Mariapia Commodaro, Rosario Commodaro,Giuseppe Conca, Eraldo Facciolo, GiuseppeGagliardi, Nicole Gagliardi, Emanuela Laugelli,Gerardo Laugelli, Maurizio Leto, NicolaLeto, Antonio Maida, Laura Megna, MimmoMegna, Samuel Merenda, Ilaria Panaia, RobertaPanaia, Vincenzo Panaia, FerdinandoPolito, Franco Polito, Michael Rigo, VitoSamà, Francesco Sestito, Stefano Sia, NicolaTalarico ed Enzo Vaccaro. Con la regia di PinoFiorenza, la parte teatrale e scenica è stata curatada Vincenzo Gallo, mentre Sara Commodaroha curato i costumi. Riprese emontaggio sono stati realizzati da MarioCaso, Giuseppe Conca, Ferdy Polito, VincenzoPanaia e Stefano Caso. Il maestroMimmo Laugelli ha diretto il coro, mentre lamusica è stata eseguita da Gennaro Santillo(flauto), Silvia Lugelli (violino), Vincenzo Panaia(chitarra), Ilaria Panaia ed EmanuelaLaugelli (tastiere). Nel suo intervento, l’arcivescovomons. Bertolone si è soffermato sull’importanza,per i cristiani, di saperriconoscere i propri errori e sul valore delperdono.Carmela CommodaroNel quartiere Piano Casadi Catanzarouna “Via Crucis”per i giovani scomparsiSembravano più vicine alla terra lestelle di quel sereno cielo di marzo, lasera in cui una suggestiva Via Crucisilluminava le vie del quartiere “Piano Casa”,con centinaia di parrocchiani uniti nel ricordodei loro giovani tragicamente scomparsi.“Si tratta di una forte esperienza di comunionee partecipazione, di un’esperienza dipopolo che ha visto bambini, giovani, adultie anziani uniti nella sacralizzazione del ricordodei loro cari”- ha affermato il parrocoDon Salvino Cognetti- “ Fine dell’iniziativa èinfatti aiutare le famiglie di questi giovani (prevalentemente morti in incidenti stradalima anche per malattia ) a vivere nella fede enella speranza le tragedie in cui si sono imbattute,insieme al ricordo pieno di affetto diquesti ragazzi e ragazze, molti dei qualihanno avuto con la parrocchia uno strettorapporto. Ogni anno, il terzo sabato di novembre,viene celebrata una solenne Messain loro suffragio con grande partecipazionedi fedeli e poi, durante la Quaresima,laquarta Via Crucis viene loro dedicata: sisnoda nella preghiera e nella meditazionedelle varie stazioni, con soste presso altarigraziosamente allestiti e ornati, posti lungole strade del quartiere. Particolare attenzione1<strong>21</strong>5 <strong>aprile</strong> 2012viene data al ricordo del voltodi questi ragazzi, gioioso esorridente, che viene inseritoin un filmato musicale prodottoogni annoe proiettato inchiesa. E’ un’esperienza moltoprofonda che tanto contribuiscea creare solidarietà nel dolorema, ancor di più, nellasperanza” - L’iniziativa sisvolge in parrocchia da treanni ed è organizzata dal“Coro Padre Luigi Materdomini”:si tratta di un numeroso gruppo digiovani adulti che è cresciuto insieme in parrocchiae che si è ritrovato con l’appoggio entusiasticodel parroco Don Salvino percontinuare un’esperienza di amicizia ed impegnoecclesiale. Del coro fanno parte alcunecoppie di genitori di ragazzi deceduti.L’Arcivescovo di Catanzaro, mons. VincenzoBertolone, ha voluto partecipare con lasua presenza e con grande vicinanza emotivaalla bella Via Crucis, esprimendo la sua gratitudinea Don Salvino Cognetti per tuttoquello che fa e rivolgendo alla comunità,piena di gioia per la presenza del suo Pastore,riflessioni profonde e parole di consolazione:- Nella Croce di Cristo c’è luce sufficiente percomprendere il mistero della sofferenza. Soltantonella Via Crucis di Cristo comprendiamole nostre vie dolorose, perché la Suaresurrezione illumina la sofferenza. In questosenso partecipare alla Via Crucis non èuna mera devozione, ma diventa compartecipazionealla vicenda di Cristo, se la nostra“resistenza” diventerà “resa”, abbandono fiduciosonel mistero della morte e resurrezionedel Suo figlio. -Percorrere la Via Dolorosa è significatoquindi, per la comunità di Piano Casa, umanizzarela sofferenza davanti al Crocefisso, riconosciutopresente nelle vicende lacerate sìda un dolore assurdo, ma aperte all’annunciodi una speranza grande e affidabile.Anna Rotundo


Anche nel quartiere marinaro di Catanzarola processione del venerdì santoIl Venerdì Santo è una giornata in cui fa“rumore” il silenzio. Niente campane,niente parole. Solo riflessione e preghiera.Per ritrovarsi con Dio. Accanto a Lui.Accanto alla Sua croce. Per condividerne ilpeso e le sofferenze. Per cadere insieme a Lui.Per ripercorrere i momenti della sua Passione.E' anche questoil senso della Via Crucis.Un'antica, maquanto mai moderna,pratica cristiana, cheieri sera, come in moltealtre parti della Calabria,è stata celebrata aCatanzaro Lido, a conclusionedi una giornatadi riti dediti allaPassione di Gesù.Nel primo pomeriggio,nelle varie parrocchiedel quartiere si sono tenute le liturgiereligiose volte a fare rivivere la sofferenza delSignore proprio in concomitanza della Suamorte, avvenuta alle 15. Le celebrazioni sonostate caratterizzate, tra le altre cose, dallacomposta riproposizione del passo del Vangeloche racconta del processo a Gesù, dellaSua condanna alla crocefissione e poi dellaSua morte in croce, e dall'adorazione dellacroce con il consueto “bacio”, che racchiudein sé l' “accettazione della croce” o vale a diredelle sofferenze che fanno parte della vita diogni cristiano. Dopodiché, i fedeli del quartieremarinaro si sono ritrovati alle <strong>21</strong> davantialla chiesa dei frati minori conventualiper continuare il “cammino con Gesù versola crocefissione”. Al richiamo della sofferenzadi Gesù intrisa d'amore, tanti sono statii fedeli che hanno risposto con fede, partecipandoalla Via Crucis, che, da alcuni anni, aCatanzaro Lido, viene celebrata dalla comunitàdella chiesa “Sacro Cuore” unitamentealla parrocchia “S. Maria di Porto Salvo”.Una celebrazionesemplice, composta,sentita, emozionante,tra preghiere, canti emeditazioni, che havisto tutti i fedeli percorrere,assieme allestatue della MadonnaAddolorata e di GesùCrocefisso, la viaprincipale del quartiereper giungere inpiazza Garibaldi davantila porta dellachiesa madre, laddove il “cammino dietro lacroce” è culminato con la cosiddetta “Affruntata”:l'incontro commovente e ricco dipathos tra la Madre Addolorata e il FiglioGesù.La Via Crucis si riconferma, a distanza disecoli dalle sue origini, come un pio esercizio.Che fa bene al cuore. All'animo. Riproponendosiquale efficace meditazione sullescelte di Gesù: coraggiose, inspiegabili agliocchi di molti, ma spinte da un amore puro egrande. Difficile è stato non farsi coinvolgereda queste pratiche religiose pensate per faredel percorso di Gesù quello di ciascuno.Assunta PanaiaGrande successo televisivoper il documentario su NatuzzaIn tre milioni davanti agli schermi dopo la via Crucis.due milioni di telespettatori nel passaggio del sabato santoGrande successo per lo specialetv su Natuzza Evolo. In tre milionihanno seguito lo SpecialeTg1 ''La Via della Croce'' il venerdi'santo ed altri 2 milioni hanno rivistoNatuzza il giorno dopo nel programma'Le amiche del sabato'.''L'interesse su Natuzza Evolo - commentail giornalista Pino Nano, autoreinsieme a Filippo Di Giacomo dello speciale- e' la conferma di quanto gli italianisiano legati a questo giornoparticolare della Settimana Santa".c.i.A Gaglianola Pasquaè “Affruntata”La famosa e tradizionale “Affruntata”,allestita nelle vie dell’antico quartiere cittadinodi Gagliano nel pomeriggio delladomenica di Pasqua ha chiuso, di fatto, iriti della settimana Santa.Nel rispetto della tradizione religiosa,la rappresentazione ha rievocato l’incontrotra la Beata Vergine ed il Cristo Risorto,aiutata da Giovanni Evangelista, il discepoloprediletto di Gesù. La manifestazione,unica nel suo genere e preparata inogni particolare dal comitato dei festeggiamentiha richiamato, come ogni anno,fedeli provenienti da ogni zona della cittàcapoluogo. Circa un migliaio di personehanno affollato le strade del quartiere perassistere ad una “rappresentazione” unicanel suo genere nella città capoluogo. Lafesta dell’Affruntata ha seguito, come daconsuetudine, schemi che si tramandanoda generazione in generazione. La statuadi San Giovanni, portata in spalla dai confratellidella congrega della Madonna delCarmine di Gagliano, ha percorso le viedel centro con andatura spedita alla ricercadi Cristo Risorto. Dopo due tentativied altrettanti incontri con la Beata Vergine,ferma ad aspettare nella piazza centraledel quartiere, San Giovanni ha comunicatola resurrezione del Figlio ritornando con ilCristo Risorto, tra gli applausi dei fedeli.Al termine della rappresentazione, la processionedel Cristo morto e della MadonnaAddolorata, che si è conclusa nella chiesaparrocchiale, anzitempo viste le condizioniatmosferiche.c.i.1315 <strong>aprile</strong> 2012


Lunedì dopo Pasqua da Castel Gandolfo la riflessione del Santo Padre“La corsa delle donne”“Il lunedì dopo Pasqua è in moltiPaesi una giornata di vacanza, incui fare una passeggiata in mezzoalla natura, oppure andare a visitare parentiun po’ lontani per ritrovarsi insieme in famiglia.Ma vorrei che fosse sempre presentenella mente e nel cuore dei cristiani il motivodi questa vacanza, cioè la Risurrezione diGesù, il mistero decisivo della nostra fede”.Lo ha detto Benedetto XVI, guidando la recitadel Regina Cæli con i fedeli e i pellegrini convenutida tutto il mondo nel cortile del Palazzoapostolico di Castel Gandolfo e incollegamento audio-video con piazza San Pietro.La preghiera mariana del Regina Cæli pertutto il tempo pasquale sostituisce l’Angelus.Evento stupendo. “Come scrive san Paoloai Corinzi, ‘se Cristo non è risorto, vuota è allorala nostra predicazione, vuota anche la vostrafede’ – ha ricordato il Pontefice -. Perciò inquesti giorni è importante rileggere le narrazionidella risurrezione di Cristo che troviamonei quattro Vangeli. Si tratta di racconti che,in modi diversi, presentano gli incontri dei discepolicon Gesù risorto, e ci permettono cosìdi meditare su questo evento stupendo che hatrasformato la storia e dà senso all’esistenzadi ogni uomo”.Esperienza speciale. “L’avvenimento dellarisurrezione – ha precisato il Santo Padre - inquanto tale non viene descritto dagli evangelisti:esso rimane misterioso, non nel senso dimeno reale, ma di nascosto, al di là della portatadella nostra conoscenza: come una lucecosì abbagliante che non si può osservare congli occhi, altrimenti li accecherebbe”. Le narrazioniincominciano invece “da quando, all’albadel giorno dopo il sabato, le donne sirecarono al sepolcro e lo trovarono aperto evuoto. San Matteo parla anche di un terremotoe di un angelo sfolgorante che rotolò lagrande pietra tombale e vi si sedette sopra”.Ricevuto dall’angelo l’annuncio della risurrezione,“le donne, piene di timore e di gioia,corsero a dare la notizia ai discepoli, e proprioin quel momento incontrarono Gesù, si prostraronoai suoi piedi e lo adorarono; ed eglidisse loro: ‘Non temete; andate ad annunciareai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno’”.“In tutti i Vangeli – ha sottolineatoBenedetto XVI -, le donne hanno un grandespazio nei racconti delle apparizioni di Gesùrisorto, come del resto è anche in quelli dellapassione e della morte di Gesù”. In realtà, “aquei tempi, in Israele, la testimonianza delledonne non poteva avere valore ufficiale, giuridico,ma le donne hanno vissuto un’esperienzadi legame speciale con il Signore, che èfondamentale per la vita concreta della comunitàcristiana, e questo sempre, in ogniepoca, non solo all’inizio del cammino dellaChiesa”.1415 <strong>aprile</strong> 2012Modello esemplare. Per il Papa, “modellosublime ed esemplare di questo rapporto conGesù, in modo particolare nel suo Mistero pasquale,è naturalmente Maria, la Madre del Signore.Proprio attraverso l’esperienzatrasformante della Pasqua del suo Figlio, laVergine Maria diventa anche Madre dellaChiesa, cioè di ognuno dei credenti e dell’interaloro comunità”. “A Lei – ha aggiunto - cirivolgiamo ora invocandola quale ReginaCaeli, con la preghiera che la tradizione ci farecitare al posto dell’Angelus durante tutto iltempo pasquale. Maria ci ottenga di sperimentarela presenza viva del Signore risorto,sorgente di speranza e di pace”.Saluti plurilingue. Nei saluti in varie lingue,dopo la recita del Regina Cæli, in francese,ha invitato, come hanno Pietro e gliapostoli, “a testimoniare la nostra fede nellarisurrezione di Cristo. Non abbiate paura eandate ad annunciare questa buona novella atutti i vostri fratelli. Rinnovati, infatti, dallafede del nostro battesimo partecipiamo giàalla vittoria pasquale di Cristo. Proclamiamoal nostro mondo che è presente e vivo inmezzo a noi. Con la Vergine Maria siamo iportatori della speranza e della gioia pasquale”.In inglese, in questo giorno, il Ponteficeha esortato a ricordare “con gioia la nostraredenzione dal peccato e dalla morte in GesùCristo”. In tedesco ha affermato: “Il messaggiodi Pasqua è speranza. Gesù è vivo. Egli havinto il potere del peccato e della morte”. Inpolacco ha auspicato che la gioia della risurrezionedi Gesù “riempia sempre i nostricuori, perché la testimonianza della nostrafede attiri gli altri al Signore vivente della gloria”.Infine, il Santo Padre ha salutato “con affettoi pellegrini di lingua italiana, i gruppiparrocchiali e le famiglie”, in particolare lascuola materna “Santa Teresa2 di Sinalunga.“A tutti – ha concluso - auguro una serenagiornata, nella luce e nella pace del Signore risorto.Buona festa oggi e buona settimana.Grazie”.BAMBINIAL SUDPer una vitameno difficileNei giorni scorsi a Roma, Savethe Children e Fondazione conil Sud, insieme alle oltre 20 organizzazionidi “Crescere al Sud”, hannoincontrato il ministro per la Coesione territoriale,Fabrizio Barca, e il sottosegretarioall’Istruzione Marco Rossi Doria, “perrichiamare l'esigenza di maggiori risorseper l'infanzia al Sud, a partire dall'utilizzodei fondi europei”. Infatti, nonostante iprogressi degli ultimi mesi, l'Italia haspeso solo il 19,7% dei 43,5 miliardi dieuro destinati alle Regioni del Sud e rimaneal penultimo posto tra i Paesi europeiper capacità di spesa.La difficile vita dei minori al Sud. L’incontroha fornito l’occasione per rifletteresu alcuni dati riguardanti i minori. Su 100bambini che vivono in Calabria e in Campaniasolo 3 accedono all’asilo nido, main tutto il Mezzogiorno la frequenza è comunque4 volte inferiore alla media nazionale.Anche a scuola si perdono perstrada 3 studenti su 10 che non arrivanoal diploma; servizi spesso essenziali comeil tempo pieno sono disponibili in menodi 1 caso su 10 (8,6% nel Mezzogiorno e7,1% nelle isole), mentre 1 bambino su 2(42,6%) ne può usufruire nel Nord-Ovest.Un percorso di crescita che in 601 Comunidel Sud ad alta densità criminale,su un totale di 1.608, espone bambini eadolescenti a una cultura d’illegalità eviolenza diffuse.Anche sul fronte della povertà sono iminori che vivono nel Mezzogiorno a esseremaggiormente colpiti, con un numerodoppio di bambini e adolescenti incondizioni di povertà relativa (1.<strong>22</strong>7.000sul totale di 1.876.000 in Italia) e 359.000in condizioni di povertà assoluta, il 9,3%di tutta la popolazione minorile meridionale.Alla crisi in atto, che aggrava le condizionieconomiche delle famiglie e in particolaredi quelle con più figli minori, siassocia la contrazione delle risorse pubbliche.I fondi per gli interventi sociali trasferitidallo Stato alle Regioni si sonoridotti tra il 2008 e il 2011 dell’85% (da1.<strong>21</strong>3,2 milioni a 178,5) e, sul fronte dell’educazione,già nel 2008 la spesa dell’Italiasi è collocata al 29° posto su 34Paesi secondo le stime dell’Ocse.


A Serra San Bruno la Giornata della memoriae dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafieIl cuore di tutto è stato, anzi, è quella lunga litaniadei nomi delle vittime innocenti della violenzamafiosa. La proclamazione di ognuno diquei nomi ha rappresentato l’elevazione al cielo di ungrido di dolore che, in quella mattina d’inizio di primavera,si è trasfigurato in preghiera e nella speranza,affidata a Dio e agli uomini, che arrivi finalmente ungiorno in cui quell’elenco non si allunghi più.Il <strong>21</strong> marzo scorso “Libera – Associazione, Nomie Numeri contro le mafie” ha celebrato a Serra SanBruno la “17^ Giornata della memoria e dell’impegnoin ricordo delle vittime delle mafie.” E - comenella celebrazione della Santa Notte di Pasqua,quando si proclama la litania dei Santi - la lettura,ma soprattutto la presa di coscienza, di quei nomi cispinge a credere che non ci si può fermare alla passione,ma bisogna spingersi oltre la morte per trovarela resurrezione.La Passione di Gesù, la sua morte cruenta e ignominiosa,racchiude in se stessa la passione di ognivittima innocente. Le lacrime di Maria sono le lacrimedi ogni mamma che perde il proprio figlio pervia della violenza assassina. Ma la luce della Resurrezioneci dice che la morte, la violenza, il poteremafioso può e deve essere sconfitto e che comeChiesa siamo chiamati ad essere in “prima linea”nel combattere la “buona battaglia”, perché la fedein Cristo è incompatibile non solo con l’adesione aqualsiasi organizzazione mafiosa e criminale, maanche con il tacere di fronte alla lesione dei diritti edella dignità di ogni uomo generata dalla violenza.Nella Chiesa Matrice di Serra San Bruno, la mattinadel <strong>21</strong> marzo, sono risuonate ancora alte, graziealla proiezione del filmato, le parole cheGiovanni Paolo II pronunciò il 9 maggio del 1993ad Agrigento: “I colpevoli che portano sulle loro coscienzetante vittime umane debbono capire che nonsi permette di uccidere degli innocenti. Dio ha dettouna volta: Non uccidere. Non può l’uomo, qualsiasiuomo, qualsiasi umana agglomerazione, qualsiasimafia, non può cambiare e calpestare questo dirittosantissimo di Dio”. E poi ai mafiosi, “Convertitevi:una volta verrà il giudizio di Dio. Questa terravuole la vita!”Ogni terra vuole la vita e di vita hanno parlato itanti ragazzi che hanno partecipato alla “celebrazione”e che con le loro parole hanno messo a nudole coscienze spesso rilassate e rassegnate degliadulti. Alla vita si sono ispirate le riflessioni di donMaurizio Aloise, di monsignor Giuseppe Fiorillo edi don Gerardo Letizia, sollecitandoci ad una vigilanza,ad una solidarietà e ad un impegno più pieni.ITINERARIO DELL’ESPERIENZATURISTICO-RELIGIOSA1° GiornoLAMEZIA TERME – MONACO2° GiornoMONACO - LAGO <strong>DI</strong> CHIEMSEEGianfranco Mammone3° GiornoMONASTERO <strong>DI</strong> ETTAL-CHIESA <strong>DI</strong> WIESCASTELLO <strong>DI</strong> LINDERHOFCASTELLO <strong>DI</strong> NEWSCHWANSTEIN4° GiornoSTRADA ROMANTICA: ROTHENBURG - RATISBONA5° GiornoPASSAU – REICHERSBERG – ALTOETTING6° GiornoALTOETTING – FREISING – MONACO - LAMEZIAVoli di linea Alitalia da Lamezia TermeGuida esperta parlante italiano durante tutto il tourQuota di partecipazione in camera doppia € 1.280Quota di partecipazione in camera singola € 1.425Prenotazioni entro il 15 <strong>aprile</strong>tel. 0961.7<strong>21</strong>333 (int.2) - cell. 338 54834091515 <strong>aprile</strong> 2012


<strong>ARCI<strong>DI</strong>OCESI</strong> <strong>METROPOLITANA</strong><strong>DI</strong> <strong>CATANZARO</strong> - SQUILLACESantuario Diocesano “Madonna di Porto” – Gimigliano (Cz)Consulta Diocesana delle Aggregazioni g Laicalicon il patrocinio dell’Amministrazione Provinciale di CatanzaroCon MariaAMMINISTRAZIONE PROVINCIALE<strong>DI</strong> <strong>CATANZARO</strong>pellegrini sulle strade dell’EternoMERCOLEDÌ 25 APRILE 2012PELLEGRINAGGIO <strong>DI</strong>OCESANO AL SANTUARIO <strong>DI</strong> PORTOpresieduto daS.E. Rev.ma Mons. Vincenzo BERTOLONEArcivescovo Metropolitacon la partecipazione diS.E. Rev.ma Mons. Ignazio ZAMBITOVescovo di Patti (Me)PROGRAMMAOre 9,30: Ritrovo delle aggregazioni laicali sulla Strada Provinciale, nei pressi della via “Camminodel Pellegrino” che conduce al Santuario.Ore 10,00: Partenza del pellegrinaggio a piedi guidato da S.E. Mons. Vincenzo Bertolone,Arcivescovo Metropolita.Ore 11,00: Solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta da S.E. Mons. Ignazio Zambito.Ore 14,30: Ritrovo delle Aggregazioni Laicali in Santuario.Adorazione Eucaristica insieme alle figure di santità laicale della chiesa diocesana.Ore 16,00: Saluto finale di S.E. Mons. Vincenzo Bertolone.Treni speciali delle Ferrovie della Calabria collegheranno Catanzaro al Santuario di Porto, apartire dalle ore 7,30 di mattina.Oltre alla solenne concelebrazione eucaristica delle ore 11,00, verranno celebrate SS. Messealle ore 9,00 - 16,30 - 18,00.Pranzo al sacco.Il Pro - Vicario GeneraleSac. Maurizio AloiseIl Presidente del Cda del SantuarioSac. Vincenzo ZoccoliIl Coordinatore Aggregazioni Laicalidott. Francesco Chiellino1615 <strong>aprile</strong> 2012Visto per l’affissione alle porte delle chieseIl Cancelliere Arcivescovile Sac. Giovanni ScarpinoInfoline: www.madonnadiporto.it - telefono 0961.995046 - amministrazione@madonnadiporto.it

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