Parigi Venezia Marsiglia Bologna Ravenna Firenze Perugia Siena Roma Napoli Pompei Paestum Tunisi Palermo Taormina Catania Agrigento Siracusa 500 km Il viaggio di Gunnar Asplund del 1913 40
Gunnar Asplund Anno: 1913 Durata: 6 mesi Età: 28 anni Asplund parte <strong>nel</strong> novembre 1913, lasciando Stoccolma per Parigi. Rimane poco <strong>nel</strong>la capitale parigina, dove si trova spaesato e deluso. Passando per Marsiglia, si dirige verso l’Italia. A dicembre è già a Roma, dove si ferma per circa un mese, disegnando, studiando e vivendo la città con euforia e felicità a tal punto da pensare (come già aveva fatto Goethe) di fissare un suo secondo compleanno <strong>nel</strong> giorno in cui vide la città per la prima volta. Da Roma si dirige verso Napoli. Da qui, insieme all’amico architetto Folke Bensow, prende un piroscafo e il 10 febbraio 1914 arriva a Palermo. Il 13 visitano Monreale, il 15 sono ad Agrigento. Si dirigono verso Enna (Castrogiovanni), Siracusa, Catania e Taormina. Cefalù e ancora Palermo. Il 2 marzo si imbarcano per Tunisi, dove arrivano il 5 e si trattengono una settimana. Ritornano, via Palermo, a Napoli. Visitano Pompei e Paestum. Risalendo passano nuovamente per Roma, dove i due amici si dividono. Asplund torna via Assisi, Perugia, Siena, San Gimignano e Firenze, dove si trattiene tre settimane. Il 5 maggio è a Bologna, poi a Ravenna e, il 9 maggio, Gunnar Asplund, disegno di viaggio, Tunisi, 1913; da: «Lotus International», n. 68, marzo 1991 a Venezia, <strong>nel</strong>la quale si trattiene pera ncora una quindicina di giorni. Il 29 maggio è a Verona dove conclude il viaggio tornando a casa agli inizi di giugno. Materiale consultabile: si conoscono 300 fogli con schizzi e disegni, 800 cartoline illustrate e un numero considerevole di foto scattate durante questo viaggio. Il materiale è consultabile presso la EGA Foundation. 41 Anche il viaggio di Asplund del 1913 è un viaggio iniziatico, contro la tradizione accademica. Un viaggio autofinanziato durante il quale l’architetto rielabora l’antico in termini personali, tralasciando in molti casi l’analisi convenzionale dei monumenti. Ad Agrigento, le sue annotazioni descrivono più una ricerca di empatia con il paesaggio e con il mito, che un’analisi dei canoni universali dei templi: Arrivato - e ho visto la gioia di tutto il mondo - la città posta su un declivio graduale verso sud, i mille mandorli in fiore, i templi greci e il mare blu profondo... È Domenica oggi e Bensow ed io ci siamo divertiti immensamente, godendo di questa dolce vita! Siamo partiti per gli antichi templi greci con un timore reverenziale <strong>nel</strong>le nostre anime. Le strade e le rocce di un giallo che brucia, mandorli pieni di fiori bianchi e rosa radicati sulle pareti di pietra, emanano il loro profumo delizioso e migliaia di petali. L’erba cosparsa di fiori - bianchi e rossi e gialli...