FuoriAsse#17
Officina della Cultura
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perpetrata ingiustizia sociale, rispetto alle moltissime sofferenze psicologiche e fisiche<br />
derivanti da altri pregiudizi storici. Solo un’indagine seria tiene conto e dà testimonianza<br />
di quali pressanti e a volte sconvolgenti atrocità vivono quotidianamente<br />
le donne, e che solo raramente danno vita a un movimento per i propri diritti e la<br />
loro “liberazione”. Femminicidio, mutilazione genitale, schiavitù, abusi e violenze,<br />
mercificazione del corpo, prostituzione: ancora in troppi paesi la donna è un oggetto<br />
per l’uomo. Proprio perché le prevaricazioni subite dalle donne sono moltissime e di<br />
differente grado e livello, non possiamo ancora oggi guardare con sufficienza alla<br />
questione femminile; e anzi vanno supportati i vari movimenti e manifestazioni per<br />
l’emancipazione.<br />
Juliet Mitchell, grazie alla sua esperienza di militanza e alla sua necessità di analizzare<br />
criticamente le origini e gli sviluppi del Women’s Liberation Movement, movimento<br />
che venne alla ribalta nella seconda metà degli anni Sessanta, nel suo saggio<br />
La condizione della donna, esamina non solo l’atmosfera di quegli anni focalizzando<br />
la sua attenzione sulla struttura e sulla organizzazione del movimento in vari paesi,<br />
ma si sofferma anche sulle strutture sociali e familiari che hanno determinato una<br />
certa oppressione sulle donne.<br />
Secondo l’autrice, il problema della subordinazione delle donne e della necessità di<br />
una loro liberazione è stato riconosciuto da tutti i grandi pensatori socialisti dell’Ottocento,<br />
sebbene i movimenti femminili siano sorti proprio a causa del declino<br />
della discussione socialista: «Il problema della subordinazione delle donne […] fa<br />
parte ormai dell’eredità classica del movimento rivoluzionario, eppure, per buona<br />
parte del nostro secolo, è diventato un elemento secondario, per non dire invisibile».<br />
Quel che necessita «è una teoria specifica dell’oppressione della donna» 6 .<br />
Juliet Mitchell propone una sua indagine sulle tesi e sulle concezioni dei grandi<br />
pensatori, tra questi Fourier, Marx, Engels, Bebel (discepolo di Marx). Nel suo saggio,<br />
la Mitchell fa riferimento ad alcune interessanti teorie. In particolare risaltano<br />
quelle di Fourier – forse uno dei più grandi fautori della liberazione femminile –, il<br />
quale aveva scritto: «Il cambiamento di un’epoca storica si può definire sempre dal<br />
progresso femminile verso la libertà perché qui, nel rapporto della donna con<br />
l’uomo, del debole col forte, appare nel modo più evidente la vittoria della natura<br />
umana sulla brutalità. Il grado dell’emancipazione femminile è la misura naturale<br />
dell’emancipazione universale» 7 .<br />
La donna deve essere tutelata fin dalla tenera età. Il nostro Paese sta già facendo<br />
molto, ma sarebbe bello se il Ministero della Salute e il Ministero dell’Istruzione cooperassero<br />
per istituire visite pediatriche nelle scuole dell’obbligo, proprio per salvaguardare<br />
la salute dei bambini. Tali visite tutelerebbero meglio il diritto alla salute<br />
dei bambini sia permettendo controlli alle famiglie meno abbienti sia tutelando di<br />
più le bambine a rischio di mutilazione genitale o di altri abusi.<br />
Caterina Arcangelo<br />
6Cfr. JULIET MITCHELL, La condizione della donna, trad. it. di G. Stefanicich, Torino, Einaudi, 1972 pp. 83-88.<br />
7 Ibidem.<br />
FUOR ASSE 6