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Carico termico invernale

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ISTITUTO TECNICO PER GEOMETRI<br />

“Di Vittorio”<br />

Docente: GILBERTO GENOVESE<br />

IMPIANTI di RISCALDAMENTO<br />

<strong>Carico</strong> <strong>termico</strong> <strong>invernale</strong><br />

Anno Scolastico 2008-2009


CORSO:<br />

Impianti<br />

CONTENUTI:<br />

− Sistema clima – impianto - edificio<br />

− Applicazione della UNI 7357/74 per la determinazione del carico <strong>termico</strong> <strong>invernale</strong><br />

− Carichi dispersi per trasmissione attraverso strutture opache, strutture trasparenti, ponti termici<br />

− Carichi dispersi per ventilazione<br />

− Determinazione carico <strong>termico</strong> totale<br />

PREREQUISITI:<br />

− Conoscere le modalità di trasmissione del calore ed il primo principio della termodinamica.<br />

OBIETTIVI:<br />

− Saper determinare il carico <strong>termico</strong> <strong>invernale</strong> e di conseguenza stimare la potenza dell’impianto di<br />

riscaldamento.


GENERALITA’<br />

SISTEMA CLIMA-EDIFICO-IMPIANTO<br />

Per poter determinare il carico <strong>termico</strong> <strong>invernale</strong> è necessario prendere in esame il<br />

sistema fisico CLIMA-EDIFICO-IMPIANTO.<br />

IL CLIMA<br />

L’EDIFICIO<br />

L’IMPIANTO<br />

TERMOFISICA<br />

DELL’EDIFICIO<br />

CARICHI PER<br />

TRASMISSIONE<br />

CARICHI PER<br />

VENTILAZIONE<br />

CONCLUSIONI<br />

L’insieme dei parametri climatici, che costituiscono il complesso<br />

delle sollecitazioni termiche esterne di disturbo al sistema<br />

edificio.<br />

L’involucro edilizio che racchiude e delimita lo spazio interno nel<br />

quale vogliamo imporre condizioni confortevoli per gli occupanti.<br />

Il mezzo con cui mantenere in ambiente le condizioni volute<br />

contrastando le perturbazioni indotte dalle variazioni climatiche<br />

nell’ambiente esterno.


GENERALITA’<br />

COS’E’ IL CARICO TERMICO INVERNALE<br />

Per carico <strong>termico</strong> <strong>invernale</strong> si intende la massima potenza termica che l’edificio, in precisate condizioni,<br />

univocamente definite, disperde verso l’ambiente esterno. La conoscenza di questa grandezza<br />

consente di dimensionare un impianto di riscaldamento che mantenga all’interno dello spazio occupato<br />

condizioni confortevoli, il che significa garantire un determinato valore di temperatura dell’aria all’interno<br />

dell’involucro edilizio.<br />

Edificio<br />

TERMOFISICA<br />

DELL’EDIFICIO<br />

CARICHI PER<br />

TRASMISSIONE<br />

CARICHI PER<br />

VENTILAZIONE<br />

Impianto<br />

CONCLUSIONI


CONSIDERAZIONI FISICHE<br />

L’edifico costituisce un sistema termodinamico definito dal volume dell’aria interna all’involucro edilizio.<br />

Il sistema termodinamico è definito di tipo “aperto” perché di fatto avvengono sempre scambi di massa<br />

(aria umida) tra l’ambiente interno e l’ambiente esterno, scambi che possono avennire attraverso le<br />

aperture presenti sull’involucro edilizio.<br />

Il Primo Principio della Termodinamica per un sistema aperto si scrive nella forma:<br />

dove:<br />

GENERALITA’<br />

Q è il calore assorbito dal sistema<br />

L è il lavoro eseguito dal sistema<br />

TERMOFISICA<br />

DELL’EDIFICIO<br />

ΔH è la variazione di entalpia del sistema<br />

CARICHI PER<br />

TRASMISSIONE<br />

Q – L = ∆H + ∆E<br />

CARICHI PER<br />

VENTILAZIONE<br />

ΔE è la variazione della somma delle altre forme di energia (meccanica, cinetica, elastica)<br />

CONCLUSIONI


CONSIDERAZIONI FISICHE<br />

Poiché il sistema considerato non ha scambi di lavoro con l’esterno e poiché non si verificano variazioni<br />

apprezzabili della quota né della velocità dell’aria tra le sezioni di immissione ed espulsione, possiamo<br />

affermare che ΔE = 0 e L = 0.<br />

Il Primo Principio della Termodinamica si particolarizza nella forma:<br />

Q = ∆H<br />

Ipotizzando che l’aria si comporti come un gas perfetto, eseguendo un bilancio <strong>termico</strong>, si ottiene:<br />

e quindi:<br />

GENERALITA’<br />

TERMOFISICA<br />

DELL’EDIFICIO<br />

CARICHI PER<br />

TRASMISSIONE<br />

∆H = m c p (T finale – T iniziale)<br />

Q = m c p (T finale – T iniziale)<br />

CARICHI PER<br />

VENTILAZIONE<br />

CONCLUSIONI


GENERALITA’<br />

TERMOFISICA<br />

DELL’EDIFICIO<br />

CONSIDERAZIONI FISICHE<br />

Ogni scambio di calore (Q ≠ 0) porta al cambiamento della temperatura dell’aria interna.<br />

All’equilibrio la differenza (T finale – T iniziale) si annulla per cui:<br />

Si possono verificare le seguenti situazioni:<br />

CARICHI PER<br />

TRASMISSIONE<br />

Q = Δ H = 0<br />

� Se non c’è intervento da parte dell’impianto, le condizioni climatiche esterne<br />

determinano flussi termici negativi, cioè flussi termici uscenti e quindi Q ≠ 0;<br />

� Se c’è intervento da parte dell’impianto, allora il flusso <strong>termico</strong> fornito ( Q impianto positivo<br />

perché entrante) è uguale al flusso <strong>termico</strong> uscente ( Q dispersioni negativo), e quindi si ha:<br />

Q = Q - dispersione + Q + impianto = 0<br />

CARICHI PER<br />

VENTILAZIONE<br />

CONCLUSIONI


GENERALITA’<br />

TERMOFISICA<br />

DELL’EDIFICIO<br />

CARICHI PER<br />

TRASMISSIONE<br />

CONSIDERAZIONI FISICHE<br />

All’ equilibrio la situazione può essere schematizzata nel modo seguente:<br />

Q = Δ H = 0<br />

CARICHI PER<br />

VENTILAZIONE<br />

CONCLUSIONI


GENERALITA’<br />

IPOTESI FONDAMENTALI<br />

Per il calcolo del carico <strong>termico</strong> <strong>invernale</strong> è necessario introdurre le seguenti due ipotesi<br />

fondamentali:<br />

REGIME<br />

STAZIONARIO<br />

CONDIZIONE<br />

PIU’<br />

SFAVOREVOLE<br />

TERMOFISICA<br />

DELL’EDIFICIO<br />

CARICHI PER<br />

TRASMISSIONE<br />

CARICHI PER<br />

VENTILAZIONE<br />

CONCLUSIONI<br />

Un sistema termodinamico si classifica “stazionario” se lo stato<br />

del sistema non varia nel tempo: si decide di considerare come<br />

costanti nel tempo delle grandezze che in realtà non lo sono,<br />

come i parametri climatici.<br />

Nella determinazione del carico <strong>termico</strong> <strong>invernale</strong> è necessario<br />

considerare la condizione più sfavorevole, nel senso più gravosa<br />

(termicamente parlando) per l’impianto di riscaldamento.


GENERALITA’<br />

CALCOLO CARICO TERMICO INVERNALE<br />

Attualmente la normativa italiana di riferimento per la determinazione del carico <strong>termico</strong><br />

<strong>invernale</strong> è la UNI 7357/74, dove si distinguono:<br />

CARICHI<br />

TERMICI PER<br />

TRASMISSIONE<br />

CARICHI<br />

TERMICI PER<br />

VENTILAZIONE<br />

TERMOFISICA<br />

DELL’EDIFICIO<br />

CARICHI PER<br />

TRASMISSIONE<br />

CARICHI PER<br />

VENTILAZIONE<br />

CONCLUSIONI<br />

Rappresentano la quota di potenza termica (calore scambiato<br />

nell’unità di tempo) che viene persa dal fluido aria all’interno<br />

della zona attraverso le strutture edilizie. Lo scambio <strong>termico</strong> si<br />

innesca per differenza di temperatura ed entrano in gioco<br />

fenomeni combinati di conduzione, convezione e irraggiamento.<br />

Rappresentano la quota di potenza termica che viene persa<br />

dall’aria dello spazio riscaldato per la presenza di fenomeni di<br />

infiltrazione dell’aria esterna nell’ambiente (ventilazione naturale,<br />

dovuta alla non ermeticità delle chiusure finestrate e all’apertura<br />

manuale dei serramenti oppure ventilazione meccanica, dovuta<br />

ad un apposito impianto di estrazione-immissione).


CARICHI TERMICI PER TRASMISSIONE<br />

La formula fondamentale per la determinazione del flusso di calore che attraversa una generica parete<br />

di un locale dall’interno verso l’esterno è:<br />

.<br />

dove:<br />

Q D<br />

GENERALITA’<br />

.<br />

QD = A ⋅K<br />

⋅(Ti<br />

− Te<br />

)<br />

è la potenza termica scambiata per trasmissione ed è espressa in [W]<br />

A è l’area della parete espressa in [m 2 ]<br />

K è la trasmittanza della parete misurata in [W/m 2 · °C]<br />

T i è la temperatura dell’aria interna espressa in [°C]<br />

T e è la temperatura dell’aria esterna espressa in [°C]<br />

È necessario inoltre distinguere:<br />

TERMOFISICA<br />

DELL’EDIFICIO<br />

CARICHI PER<br />

TRASMISSIONE<br />

� dispersioni attraverso le strutture opache (murature)<br />

� dispersioni attraverso le strutture vetrate (serramenti).<br />

CARICHI PER<br />

VENTILAZIONE<br />

CONCLUSIONI


GENERALITA’<br />

La formula è valida soltanto sotto l’ipotesi fondamentale di PROPAGAZIONE MONODIMENSIONALE<br />

DEL CALORE, ovvero quando la direzione del flusso <strong>termico</strong> attraverso la parete è univoca.<br />

Se le superfici sono isoterme, il flusso di calore<br />

che attraversa ogni porzione discreta di parete<br />

dA nell’unità di tempo è costante e le linee di<br />

flusso saranno tutte parallele tra loro ed<br />

ortogonali alle superfici isoterme.<br />

Se ci sono perdite di calore attraverso i bordi<br />

della struttura, allora la formula precedente<br />

non è applicabile.<br />

TERMOFISICA<br />

DELL’EDIFICIO<br />

CARICHI TERMICI PER TRASMISSIONE<br />

PONTI TERMICI<br />

CARICHI PER<br />

TRASMISSIONE<br />

CARICHI PER<br />

VENTILAZIONE<br />

CONCLUSIONI


GENERALITA’<br />

FLUSSO TERMICO PER TRASMISSIONE<br />

Il flusso <strong>termico</strong> che fluisce attraverso una parete può essere così determinato:<br />

Ambiente interno<br />

T i<br />

TERMOFISICA<br />

DELL’EDIFICIO<br />

CARICHI PER<br />

TRASMISSIONE<br />

.<br />

Ambiente esterno<br />

T e<br />

QD = A ⋅K<br />

⋅(Ti<br />

− Te<br />

)<br />

CARICHI PER<br />

VENTILAZIONE<br />

CONCLUSIONI


GENERALITA’<br />

TERMOFISICA<br />

DELL’EDIFICIO<br />

CARICHI PER<br />

TRASMISSIONE<br />

CARICHI PER<br />

VENTILAZIONE<br />

DETERMINAZIONE DELLA SUPERFICIE A<br />

CONCLUSIONI<br />

L’area della superficie della parete misurata in [m 2 ] è il parametro geometrico di più facile<br />

individuazione. Poiché le pareti edilizie come quelle esterne perimetrali confluiscono sempre in<br />

situazioni d’angolo bisognerà prendere in considerazione la superficie interna netta di ciascuna parete.


GENERALITA’<br />

TEMPERATURA INTERNA DI PROGETTO<br />

Il termine T i è la temperatura a bulbo secco dell’aria interna al locale da utilizzare per il<br />

calcolo del fabbisogno <strong>termico</strong>; si misura in [°C] e d è la temperatura che si rileva con un<br />

termometro a bulbo secco protetto contro l’irradiazione, all’altezza di 1,50 m dal pavimento<br />

ed al centro del locale considerato.<br />

DPR 412/93<br />

TERMOFISICA<br />

DELL’EDIFICIO<br />

CARICHI PER<br />

TRASMISSIONE<br />

La temperatura interna viene denominata di progetto perché il<br />

valore da assumersi è fissato dal DPR 412/93 (regolamento di<br />

attuazione della Legge 10/91).<br />

Per le residenze T i = 20 ± 2°C<br />

Per le industrie T i = 18°C<br />

CARICHI PER<br />

VENTILAZIONE<br />

CONCLUSIONI


GENERALITA’<br />

TEMPERATURA ESTERNA DI PROGETTO<br />

Il termine T e indica la temperatura dell’aria dell’ambiente contiguo a quello considerato per<br />

il calcolo delle dispersioni:<br />

� se la parete attraverso la quale si<br />

calcola il flusso <strong>termico</strong> è una parete<br />

interna, T e sarà la temperatura dell’aria<br />

del locale adiacente;<br />

TERMOFISICA<br />

DELL’EDIFICIO<br />

� se la parete in esame è una parete<br />

esterna, T e sarà la temperatura dell’aria<br />

esterna, tipica del clima del luogo.<br />

CARICHI PER<br />

TRASMISSIONE<br />

Locale<br />

riscaldato<br />

Locale<br />

riscaldato<br />

T i =20°C<br />

CARICHI PER<br />

VENTILAZIONE<br />

Sottotetto<br />

T i =14°C<br />

T i =20°C<br />

Ripostiglio<br />

T i =18°C<br />

Garage<br />

T i =5°C<br />

CONCLUSIONI<br />

T e =-5°C


GENERALITA’<br />

TEMPERATURA ESTERNA DI PROGETTO<br />

Le temperature T e da usarsi nel calcolo possono essere note solo dopo l’osservazione<br />

climatica di una determinata località per un certo periodo di anni consecutivi.<br />

UNI 5364<br />

Le temperature esterne di progetto sono tabellate per le località<br />

italiane nelle norma UNI 5364 e sono state determinate a seguito<br />

del monitoraggio temporale delle temperature con metodi<br />

statistici.<br />

La normativa UNI 7357 prevede delle correzioni al valore di temperatura esterna da<br />

assumersi con riferimento a tre parametri:<br />

� diversa altitudine sul livello del mare;<br />

� diversa situazione dell’ambiente esterno;<br />

� vicinanza di edifici.<br />

TERMOFISICA<br />

DELL’EDIFICIO<br />

CARICHI PER<br />

TRASMISSIONE<br />

CARICHI PER<br />

VENTILAZIONE<br />

CONCLUSIONI


GENERALITA’<br />

TERMOFISICA<br />

DELL’EDIFICIO<br />

TRASMITTANZA PER SUPERFICI OPACHE<br />

La grandezza K (indicata anche con il simbolo U ) è la trasmittanza unitaria o “coefficiente<br />

globale di trasmissione termica”, si misura in [W/m 2 · °C] e rappresenta il flusso di calore<br />

che nelle condizioni di regime stazionario passa da un fluido ad un altro attraverso una<br />

parete per m 2 di superficie e per °C di differenza tra le temperat ure dei due fluidi.<br />

La formula adottata per la determinazione di K è:<br />

K<br />

= j<br />

1<br />

α<br />

i<br />

CARICHI PER<br />

TRASMISSIONE<br />

+<br />

s<br />

1<br />

k<br />

j<br />

∑ + ∑<br />

R<br />

+<br />

1<br />

k<br />

i=<br />

1 λ j i= 1 α e<br />

CARICHI PER<br />

VENTILAZIONE<br />

CONCLUSIONI


GENERALITA’<br />

ANALISI DELLA TRASMITTANZA<br />

Andiamo ad analizzare i termini che compongo la formula della trasmittanza.<br />

1/α i e 1/α e<br />

TERMOFISICA<br />

DELL’EDIFICIO<br />

Rappresentano le resistenze termiche dello strato laminare<br />

dell’aria rispettivamente sulla superficie interna ed esterna della<br />

parete che si riferiscono ad uno scambio <strong>termico</strong> che è assieme<br />

convettivo e radiativo.<br />

T se<br />

T e<br />

Ambiente<br />

esterno<br />

q c<br />

CARICHI PER<br />

TRASMISSIONE<br />

q r<br />

T pe<br />

CARICHI PER<br />

VENTILAZIONE<br />

q c<br />

q r<br />

T pi<br />

T i<br />

Ambiente<br />

interno<br />

T si<br />

CONCLUSIONI


GENERALITA’<br />

s<br />

j<br />

j<br />

∑<br />

i= 1 λ j<br />

TERMOFISICA<br />

DELL’EDIFICIO<br />

ANALISI DELLA TRASMITTANZA<br />

Questo termine rappresenta la resistenza termica degli strati<br />

omogenei della parete, cioè degli strati le cui caratteristiche<br />

termofisiche possono essere ritenute costanti.<br />

�s è lo spessore dello strato espresso in [m]<br />

�λ è la conduttanza termica misurata in [W/m · °C]<br />

λ<br />

(caratteristico<br />

del materiale)<br />

CARICHI PER<br />

TRASMISSIONE<br />

s<br />

CARICHI PER<br />

VENTILAZIONE<br />

CONCLUSIONI


CONDUCIBILITA’ TERMICA<br />

Il valore della conducibilità termica può essere direttamente ricavata dalla UNI 10351<br />

λ m<br />

apparente<br />

GENERALITA’<br />

TERMOFISICA<br />

DELL’EDIFICIO<br />

CARICHI PER<br />

TRASMISSIONE<br />

CARICHI PER<br />

VENTILAZIONE<br />

CONCLUSIONI<br />

λ<br />

di riferimento


GENERALITA’<br />

k<br />

∑ Rk<br />

i=<br />

1<br />

TERMOFISICA<br />

DELL’EDIFICIO<br />

CARICHI PER<br />

TRASMISSIONE<br />

ANALISI DELLA TRASMITTANZA<br />

Questo termine rappresenta la resistenza termica degli strati<br />

eterogenei della parete, cioè degli strati le cui caratteristiche<br />

termofisiche non possono essere ritenute costanti. Ne sono un<br />

esempio le intercapedini d’aria e le strutture fortemente<br />

eterogenee come i solai.<br />

Struttura eterogenea<br />

CARICHI PER<br />

VENTILAZIONE<br />

CONCLUSIONI


GENERALITA’<br />

TERMOFISICA<br />

DELL’EDIFICIO<br />

CARICHI PER<br />

TRASMISSIONE<br />

RESITENZA TERMICA<br />

CARICHI PER<br />

VENTILAZIONE<br />

Il valore della resistenza termica può essere direttamente ricavata dalla UNI 10355<br />

CONCLUSIONI<br />

Resistenza<br />

termica


GENERALITA’<br />

TRASMITTANZA PER SUPERFICI VETRATE<br />

La grandezza K nelle superfici vetrate rimane sempre rappresentativa dello scambio<br />

<strong>termico</strong> analogamente a quanto definito per le superfici opache.<br />

Il sistema serramento è costituito da due<br />

elementi:<br />

� la parte trasparente (vetro)<br />

� la parte opaca (telaio)<br />

TERMOFISICA<br />

DELL’EDIFICIO<br />

CARICHI PER<br />

TRASMISSIONE<br />

Telaio<br />

Vetro<br />

CARICHI PER<br />

VENTILAZIONE<br />

CONCLUSIONI


GENERALITA’<br />

TRASMITTANZA PER SUPERFICI VETRATE<br />

La normativa di riferimento per il calcolo della trasmittanza attraverso le superfici opache è<br />

la UNI 10345.<br />

Per la determinazione del K del serramento (K W) distinguiamo:<br />

SERRAMENTI A<br />

A gK<br />

g + A fK<br />

K W =<br />

VETRO SINGOLO A g + A f<br />

SERRAMENTI A<br />

A gK<br />

g + A fK<br />

f + LΨ<br />

K W =<br />

DOPPIO VETRO A g + A f<br />

Dove A g e A f sono rispettivamente le aree del vetro e del telaio in [m 2 ] e K g e K f le relative<br />

trasmittanze in [W/m 2 · °C], mentre Ψ è il coefficiente lineare di trasmissione termica e L il<br />

perimetro del vetro.<br />

TERMOFISICA<br />

DELL’EDIFICIO<br />

CARICHI PER<br />

TRASMISSIONE<br />

f<br />

CARICHI PER<br />

VENTILAZIONE<br />

CONCLUSIONI


GENERALITA’<br />

PONTI TERMICI<br />

Nella valutazione del carico <strong>termico</strong> di un edificio bisogna prendere in considerazione<br />

quelle situazioni in cui, soprattutto in prossimità di nodi strutturali e tecnologici, il flusso<br />

<strong>termico</strong> non è riconducibile al modello di propagazione monodimensionale del calore.<br />

Si parla allora di PONTI TERMICI; questi possono essere di:<br />

DI FORMA :<br />

DI STRUTTURA:<br />

TERMOFISICA<br />

DELL’EDIFICIO<br />

La disomogeneità deriva dalla disposizione geometrica di<br />

strutture uguali.<br />

La disomogeneità deriva dall’accostamento di strutture<br />

diverse.<br />

CARICHI PER<br />

TRASMISSIONE<br />

CARICHI PER<br />

VENTILAZIONE<br />

CONCLUSIONI


PONTI TERMICI<br />

Le considerazioni fatte in precedenza di linee di flusso<br />

sempre parallele ed ortogonali alle superfici delimitanti<br />

uno strato omogeneo, non sono più valide.<br />

La formula per il calcolo della dispersione termica di<br />

ogni singolo ponte <strong>termico</strong> è:<br />

dove:<br />

GENERALITA’<br />

.<br />

TERMOFISICA<br />

DELL’EDIFICIO<br />

QDpt = ΨL<br />

⋅L<br />

⋅(Ti<br />

− Te<br />

)<br />

Ψ L è il coefficiente lineico in [W/m·°C]<br />

L è la l’estensione lineare del ponte <strong>termico</strong> in [m]<br />

(T i-T e) è la differenza di temperatura in [°C]<br />

CARICHI PER<br />

TRASMISSIONE<br />

CARICHI PER<br />

VENTILAZIONE<br />

CONCLUSIONI


GENERALITA’<br />

TERMOFISICA<br />

DELL’EDIFICIO<br />

Ponti termici di forma<br />

CARICHI PER<br />

TRASMISSIONE<br />

TIPOLOGIE DI PONTI TERMICI<br />

CARICHI PER<br />

VENTILAZIONE<br />

Ponti termici di struttura<br />

CONCLUSIONI


GENERALITA’<br />

TERMOFISICA<br />

DELL’EDIFICIO<br />

LE CORREZIONI<br />

Il carico <strong>termico</strong> disperso per trasmissione è dato da:<br />

Q dispersione = Q D + Q Dpt<br />

Tale valore va corretto, introducendo dei coefficienti moltiplicativi, per tener conto di alcuni<br />

fenomeni. I tre principali casi in cui si hanno maggiorazioni sono:<br />

� differente esposizione della singola struttura<br />

� correzione della dispersione di un locale per tener conto della temperatura operante<br />

� correzione della dispersione di un intero edificio per differente regime di esercizio<br />

dell’impianto di riscaldamento.<br />

CARICHI PER<br />

TRASMISSIONE<br />

CARICHI PER<br />

VENTILAZIONE<br />

CONCLUSIONI


GENERALITA’<br />

CARICHI TERMICI DI VENTILAZIONE<br />

Rappresentano la quota di potenza che viene persa per la presenza di fenomeni di<br />

infiltrazione dell’aria esterna nell’ambiente (ventilazione naturale dovuta alla non ermeticità<br />

dell’involucro edilizio oppure ventilazione meccanica).<br />

La formula fondamentale per la determinazione del carico <strong>termico</strong> di ventilazione è:<br />

UNI 10344<br />

TERMOFISICA<br />

DELL’EDIFICIO<br />

.<br />

CARICHI PER<br />

TRASMISSIONE<br />

.<br />

QV = ma⋅<br />

cp,<br />

a ⋅(Ti<br />

− Te<br />

)<br />

CARICHI PER<br />

VENTILAZIONE<br />

La normativa, qualora la portata effettiva di ventilazione<br />

risultasse inferiore ad un minimo convenzionale necessario<br />

per la salubrità dell’aria, impone l’installazione di un impianto<br />

di immissione o aspirazione forzata dell’aria.<br />

CONCLUSIONI


La portata di massa dell’aria può essere espressa come:<br />

Quindi:<br />

GENERALITA’<br />

UNI 10339<br />

V .<br />

TERMOFISICA<br />

DELL’EDIFICIO<br />

PORTATA DI VENTILAZIONE<br />

= V ⋅n<br />

.<br />

. ma<br />

V =<br />

ρ<br />

a<br />

Poiché gli agenti inquinanti sono proporzionali al volume<br />

riscaldato, la portata volumetrica di rinnovo necessaria per la<br />

salubrità dell’aria può essere determinata come prodotto del<br />

volume del locale V per il numero n di ricambi d’aria o tasso di<br />

rinnovo.<br />

CARICHI PER<br />

TRASMISSIONE<br />

.<br />

CARICHI PER<br />

VENTILAZIONE<br />

QV = n ⋅ V ⋅ρ<br />

a ⋅c<br />

p,<br />

a ⋅(Ti<br />

− Te<br />

)<br />

CONCLUSIONI


GENERALITA’<br />

TERMOFISICA<br />

DELL’EDIFICIO<br />

CARICO TOTALE DISPERSO<br />

Dunque il carico totale disperso sarà dato da:<br />

Q totale = Q dispersione + Q ventilazione = (Q D + Q Dpt) + Q v<br />

Dimensionamento<br />

CARICHI PER<br />

TRASMISSIONE<br />

dell’impianto di riscaldamento<br />

CARICHI PER<br />

VENTILAZIONE<br />

CONCLUSIONI


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