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fuori-dal-comune-04

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SOCIETÀ<br />

“Dal Barba”<br />

riapre con tanti nuovi progetti<br />

Rachele Gottardi de “La Ruota” ci<br />

accoglie con un sorriso ed un caffè,<br />

mentre ci accompagna attraverso gli<br />

spazi e le idee di un progetto che, almeno<br />

a livello locale, rappresenta una<br />

novità assoluta.<br />

Gli spazi sono quelli del ristorante “Dal<br />

Barba”, una struttura grande, due piani<br />

di 300 metri quadri ciascuno più un<br />

giardino di circa 800 metri, e le idee<br />

si presentano con molte sfaccettature<br />

che, proprio per questo, offrono<br />

spunti di sviluppo interessanti.<br />

Il proposito della Cooperativa parte<br />

infatti con l’idea di realizzare in questi<br />

spazi un centro culturale dove promuovere<br />

progetti sociali. E a distanza<br />

di un paio di mesi <strong>dal</strong>l’apertura c’è<br />

soddisfazione ma anche la consapevolezza<br />

del lavoro ancora da fare.<br />

La soddisfazione è quella di aver già<br />

coinvolto altre realtà del privato sociale<br />

che utilizzano gli spazi per le loro<br />

attività come, ad esempio, l’Associazione<br />

Ubalda Bettini Girella, l’Anffas<br />

con il Progetto Per.La., ma anche realtà<br />

che intrecciano l’utilità sociale con<br />

idee imprenditoriali come Neocogita,<br />

start up roveretana che si occupa di<br />

progettazione e creazione di dispositivi<br />

tecnologici su base neuroscientifica,<br />

così come privati e associazioni<br />

che propongono corsi (laboratori di<br />

lavorazione del feltro o attività in cucina).<br />

Il lavoro da fare riguarda chiaramente<br />

la volontà di ampliare la rete<br />

dei contatti, per diventare un punto<br />

di riferimento per chiunque intenda<br />

dare il via a laboratori, organizzare<br />

dibattiti, incontri o qualsiasi altra iniziativa<br />

culturale. Nel giardino poi è già<br />

in fase di progettazione una fattoria<br />

didattica che potrà essere un’ulteriore<br />

occasione per far avvicinare l’esterno<br />

a questa realtà. C’è infine una storia<br />

che continua, quella del ristorante,<br />

che si intreccia inevitabilmente con<br />

l’anima sociale del progetto. Da un<br />

lato c’è infatti l’attenzione al biologico<br />

e al “chilometro zero”, ovvero l’utilizzo<br />

per quanto possibile di prodotti locali<br />

certificati, e <strong>dal</strong>l’altro l’attività di ristorazione,<br />

il cui scopo (oltre a garantire<br />

risorse economiche da reinvestire nel<br />

progetto) prevede l’occupazione di<br />

persone con problematiche diverse<br />

per offrire loro un percorso lavorativo<br />

di reinserimento.<br />

L’attenzione poi è anche <strong>dal</strong>l’altro lato<br />

del bancone. Il ristorante è infatti il<br />

primo in Trentino che ha strutturato<br />

gli spazi a favore di quei soggetti con<br />

difficoltà nella comunicazione, applicando<br />

simboli CAA (Comunicazione<br />

Aumentativa Alternativa) nelle varie<br />

stanze. Ad esempio sui tavoli della<br />

sala ristorante troverete le tovagliette<br />

Cooperativa Sociale “La Ruota”<br />

Opera con il fine di favorire la<br />

legittima aspirazione delle persone<br />

alla propria autonomia, gestendo<br />

un servizio di trasporto e<br />

accompagnamento di persone<br />

con disabilità per accedere ai<br />

servizi sociali, sanitari, di lavoro.<br />

La Ruota amplia il proprio servizio<br />

come orario serale e festivo e<br />

alimentari con i principali simboli che<br />

permettono ai commensali di manifestare<br />

i propri bisogni primari, comunicando<br />

attraverso l’indicazione.<br />

Anche qui c’è quindi la tradizione di<br />

un ristorante, “Dal Barba”, che è stato<br />

per tanti anni punto di incontro e di<br />

socializzazione e che vuole tornare<br />

ad esserlo, per il maggior numero di<br />

persone possibile, attraverso formule<br />

innovative di attenzione alla clientela.<br />

Ce lo conferma nuovamente Rachele<br />

perché, dice, «è qui che si giocherà la<br />

nostra idea di comunità aperta; l’idea<br />

di un luogo in cui si possano scambiare<br />

esperienze e relazioni con il mondo<br />

esterno». La strada, per chi ancora<br />

non la conoscesse, la indichiamo noi:<br />

Villa Lagarina, in Via Pesenti 1, al primissimo<br />

metro della Strada Provinciale<br />

20 per il Lago di Cei, c’è un ponte<br />

sulla destra. Un piccolo ponte che vi<br />

guiderà verso un progetto <strong>dal</strong> cuore<br />

grande e con un ottimo ristorante.<br />

di Alberto Zandonati<br />

come intervento accompagnato,<br />

proprio perché il tempo al di <strong>fuori</strong><br />

dell’orario di lavoro è lo spazio<br />

in cui la persona con disabilità è<br />

attualmente più penalizzata. Infine<br />

sensibilizza sui problemi della<br />

disabilità e alla creazione di momenti<br />

di socialità con persone in<br />

situazione emarginata.<br />

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Fuori Comune<br />

<strong>dal</strong>

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