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AMBIENTE<br />
Piano agricolo e antiche colture<br />
per un nuovo futuro<br />
Pedersano, 1 giugno 2013, dimostrazione tecnica in campo sul<br />
corretto utilizzo delle attrezzature agricole<br />
Nel 2014 Villa Lagarina avrà un Piano<br />
agricolo comunale, linee d’indirizzo<br />
urbanistiche finalizzate alla tutela e<br />
valorizzazione delle aree agricole e<br />
boscate, diversificate sulla base della<br />
vocazioni specifiche dei territori. «Nel<br />
<strong>comune</strong> sono solo otto gli agricoltori<br />
di “prima” - spiega Romina Baroni, apicoltrice<br />
per passione - e quindi l’obiettivo<br />
è quello di creare opportunità di<br />
sviluppo agricolo». Che significa dare<br />
la possibilità a qualche giovane in più<br />
di vivere di quanto la terra offre.<br />
Il Patto d’Area della Destra Adige Lagarina<br />
ha dato attuazione alla prima<br />
fase di un progetto ben più ampio che<br />
ha visto il completamento dei lavori di<br />
recupero di una parte delle infrastrutture<br />
dell’area collinare. L’obiettivo è un<br />
rilancio agrituristico, culturale e paesaggistico.<br />
«Abbiamo promosso un incontro<br />
con i soggetti turistici - aggiunge<br />
la sindaca Baroni - per promuovere<br />
il nuovo percorso fra i castelli, come<br />
itinerario ippo-ciclo-pedonale». Per<br />
valorizzare al meglio la fascia collinare<br />
con i circa 14 km di percorso da Nomi<br />
a Isera e i numerosi sentieri collegati.<br />
In questo processo l’ente pubblico oltre<br />
a curare la regia si occupa anche di<br />
formazione. Un esempio è il corso per<br />
realizzare i muri a secco, organizzato<br />
in collaborazione con la Provincia,<br />
l’Accademia della Montagna e sostenuto<br />
<strong>dal</strong>la Comunità della Vallagarina<br />
e <strong>dal</strong>l’Associazione Artigiani, «che<br />
ripeteremo anche nel corso del 2014<br />
visto che l’esperienza di quest’anno<br />
ha creato un bel gruppo di lavoro tra<br />
tecnici, artigiani, agricoltori e semplici<br />
appassionati». Per i muri a secco è previsto<br />
anche il censimento sul territorio<br />
comunale, un progetto sperimentale<br />
sul paesaggio terrazzato e la sua biodiversità,<br />
proprio per «recuperare ciò<br />
che è stato abbandonato».<br />
Altra iniziativa che coinvolge Villa Lagarina,<br />
proposta e sostenuta <strong>dal</strong>la<br />
Comunità di Valle e <strong>dal</strong>la Provincia<br />
attraverso un protocollo d’intesa con<br />
otto comuni lagarini, è “Api e territorio”<br />
che «si propone di promuovere,<br />
grazie a processi partecipativi, attività<br />
volte al recupero di terreni incolti<br />
e marginali, sia demaniali che privati,<br />
e di sviluppare con un corso teorico e<br />
pratico l’apicoltura». A tale proposito,<br />
nel corso di una giornata informativa<br />
svoltasi il primo giugno a Pedersano,<br />
è stato distribuito e spiegato il nuovo<br />
regolamento sull’utilizzo dei prodotti<br />
fitosanitari in agricoltura che ne ha disciplinato<br />
l’uso corretto in presenza di<br />
apiari.<br />
Per rimanere nell’ambito dell’informazione,<br />
con l’Associazione La Pimpinella<br />
sono stati organizzati degli incontri<br />
sulla tutela della biodiversità: il titolo<br />
di un’iniziativa, “Antiche colture per un<br />
nuovo futuro”, riassume bene l’idea<br />
di fondo del rinnovare antichi saperi.<br />
A questo proposito, in un convegno<br />
promosso a Castellano il 22 agosto<br />
scorso, è stata presentata l’opportunità<br />
della coltivazione della canapa sativa<br />
(atti disponibili su www.<strong>comune</strong>.<br />
villalagarina.tn.it/news/new/la_canapa_sativa_una_opportunita_ecosostenibile).<br />
Gli impieghi della canapa<br />
sono infatti molteplici: <strong>dal</strong>la bioedilizia<br />
alla produzione di alimenti vari<br />
(biscotti, farina, semi, olio, tisane) fino<br />
all’ambito tessile e farmaceutico.<br />
Baroni conclude ricordando che è in<br />
fase di pubblicazione anche una ricerca,<br />
svolta <strong>dal</strong> Museo degli usi e costumi<br />
di San Michele all’Adige, sui birrifici<br />
artigianali trentini che alimentavano<br />
la coltivazione locale di orzo da birra<br />
e piccole quantità di luppolo. Coltivazione<br />
che oggi si potrebbe rilanciare.<br />
di Mattia Frizzera<br />
Fuori Comune<br />
<strong>dal</strong><br />
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