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S-GUARDO OLTRE di Mara Ruzza

Catalogo dell'esposizione personale alle Ex Scuderie di Palazzo Moroni Padova, 2016

Catalogo dell'esposizione personale alle Ex Scuderie di Palazzo Moroni Padova, 2016

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<strong>Mara</strong> <strong>Ruzza</strong><br />

S-<strong>GUARDO</strong> <strong>OLTRE</strong>


Progetto grafico<br />

<strong>Mara</strong> <strong>Ruzza</strong><br />

Testi<br />

Virginia Baradel, <strong>Mara</strong> <strong>Ruzza</strong>, Elisabetta Vanzelli<br />

Foto<br />

Giuliano Ghiral<strong>di</strong>ni<br />

Francesco Pertini<br />

Danilo Rigon<br />

<strong>Mara</strong> <strong>Ruzza</strong><br />

Federica Schiavon<br />

La mostra personale <strong>di</strong> <strong>Mara</strong> <strong>Ruzza</strong> S-<strong>GUARDO</strong> <strong>OLTRE</strong>, curata dall’artista e<br />

promossa dall’Assessorato alla Cultura <strong>di</strong> Padova è stata inaugurata il<br />

16 settembre 2016 negli spazi delle Ex Scuderie <strong>di</strong> Palazzo Moroni, Padova.<br />

Durante l’inaugurazione il ritmo naturale della Body Percussion con i Tebato,<br />

a cura <strong>di</strong> Simone Magnoni musicista e musicoterapista, ha evidenziato la<br />

ricchezza sonora del corpo.<br />

Nei fine settimana incontri e conversazioni hanno potuto ampliare le<br />

riflessioni proposte dalle opere in esposizione:<br />

Della Natura e dell’arte.<br />

Alcuni esempi legati al concetto <strong>di</strong> rizoma e oltre<br />

Conversazione tra filosofia ed arte con Elisabetta Vanzelli,<br />

storica dell’arte.<br />

Frammenti d’utopia<br />

Letture poetiche <strong>di</strong> Luciana Roma,<br />

Teatrocontinuo.<br />

Da Madre a Matrice - Perché l’arte serve?<br />

Conversazione tra antropologia e arte terapia con Luisa Fantinel,<br />

storica dell’arte e arte terapeuta.<br />

Veneto antico al femminile: dee, dee madri, donne<br />

Conversazione con Francesca Veronese, Musei Civici <strong>di</strong> Padova, Museo<br />

Archeologico, e Angela Ruta Serafini, archeologa.<br />

si ringraziano<br />

Tutti gli amici che hanno contribuito al buon esito dell’esposizione e in<br />

particolare Giacomo Bettiol, Luisa Fantinel, Giuliano Ghiral<strong>di</strong>ni, Simone<br />

Magnoni e i Tebato, Francesco Pertini, Danilo Rigon, Luciana Roma, Federica<br />

Schiavon, Angela Ruta Serafini, Elisabetta Vanzelli, Francesca Veronese<br />

A <strong>di</strong>sposizione degli aventi <strong>di</strong>ritto per eventuali fonti iconografiche non in<strong>di</strong>viduate.<br />

Nessuna parte <strong>di</strong> questo catalogo può essere riprodotta e trasmessa senza<br />

l’autorizzazione <strong>di</strong> <strong>Mara</strong> <strong>Ruzza</strong>.<br />

<strong>Mara</strong> <strong>Ruzza</strong><br />

ruzzamara@gmail.com<br />

www.mararuzza.it


<strong>Mara</strong> <strong>Ruzza</strong><br />

S-<strong>GUARDO</strong> <strong>OLTRE</strong><br />

Ex Scuderie Palazzo Moroni<br />

Padova 16 settembre-16 ottobre 2016


Natural Land Art, 2009<br />

Fotografie <strong>di</strong> <strong>Mara</strong> <strong>Ruzza</strong> in un sito argilloso sul delta del Po<br />

Omaggio a Terra Tempo Fuoco, 2010<br />

Installazione on site Ex Macello <strong>di</strong> Padova<br />

Foto Natural Land Art, 2009, argilla cruda, pittura <strong>di</strong> terra su tela, vaso raku, terracotta


La caratteristica fondamentale da cui mi pare muovere l’attività artistica <strong>di</strong> <strong>Mara</strong> <strong>Ruzza</strong> si<br />

in<strong>di</strong>vidua nel suo vivere una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> profonda sinergia rispetto alla <strong>di</strong>mensione primaria<br />

della Natura e del Tempo.<br />

L’idea <strong>di</strong> un ritorno alla Natura da parte dell’in<strong>di</strong>viduo, da intendersi come una sorta <strong>di</strong><br />

ricongiungimento progressivo verso la Terra “Mater”, generatrice <strong>di</strong> immagini e <strong>di</strong> vita, vede<br />

l’artista impegnata in una pratica estetica che elabora processi <strong>di</strong> crescita, <strong>di</strong> metamorfosi<br />

e <strong>di</strong> rinnovamento <strong>di</strong> forme e materiali dal richiamo quasi sempre organico.<br />

L’origine <strong>di</strong> ognuno <strong>di</strong> questi ‘acca<strong>di</strong>menti’, la cui reiterazione perpetua potrebbe avvicinarsi<br />

alla teoria dell’eterno ritorno <strong>di</strong> Nietzsche, lascia intendere la presenza <strong>di</strong> un flusso energetico<br />

costante, che nella visione dell’artista costituisce la con<strong>di</strong>zione più autentica e profonda della<br />

natura umana.<br />

Il fatto stesso che linguaggi molto <strong>di</strong>versi tra loro – come pittura, installazioni, video e<br />

fotografia – ripercorrano percorsi immaginativi affini, pone all’origine dell’indagine <strong>di</strong> <strong>Ruzza</strong><br />

un’idea <strong>di</strong> ciclicità e un principio <strong>di</strong> trasformazione delle cose nelle quali la presenza fisica,<br />

anche quando <strong>di</strong>venta minima come nelle piccole Mater <strong>di</strong> ceramica e porcellana, <strong>di</strong>viene<br />

simbolo <strong>di</strong> una <strong>di</strong>mensione aprioristica legata ai concetti sopracitati.<br />

Nelle immagini pur mutevoli <strong>di</strong> opere come Ra<strong>di</strong>ci, Bozzoli o Isole, per fare solo qualche<br />

esempio, risiede dunque una sorta <strong>di</strong> ‘memoria immobile’, che guida e ricongiunge il pensiero<br />

dell’uomo e la definizione del suo essere in maniera quasi speculare, potremmo <strong>di</strong>re,<br />

rispetto ai principi <strong>di</strong> or<strong>di</strong>namento della Terra e della Natura più in generale.<br />

Credo sia interessante ricordare come alcuni esiti poveristi italiani si avvicinarono, dalla fine<br />

degli anni Sessanta del Novecento, a formule <strong>di</strong> pensiero analoghe – penso, ad esempio,<br />

ad alcune opere <strong>di</strong> Giuseppe Penone nelle quali vi era una relazione fondamentale, quasi<br />

una “verità ancestrale”, che legava l’in<strong>di</strong>viduo alla Natura – dove tuttavia dominava<br />

una <strong>di</strong>mensione antropocentrica, tipicamente occidentale, del prendere parte dell’uomo<br />

all’ambiente circostante.<br />

Ciò che emerge nelle opere <strong>di</strong> <strong>Mara</strong> <strong>Ruzza</strong> è invece una sorta <strong>di</strong> rinuncia, per così <strong>di</strong>re,<br />

all’archetipo vitruviano dell’uomo ‘a misura <strong>di</strong> tutte le cose’, che intende piuttosto recuperare<br />

un or<strong>di</strong>ne cosmologico <strong>di</strong> più ampia scala, nel quale l’in<strong>di</strong>viduo, appartenendo ad esso, si<br />

estranea dal controllo della realtà fenomenica.<br />

Tale concetto fonda peraltro su nozioni <strong>di</strong> base taoista che l’artista concretizza in <strong>di</strong>versi<br />

momenti della propria ricerca, nella misura in cui l’opera si fa occasione <strong>di</strong> ricongiungimento<br />

epifanico tra materia e spirito, cielo e terra, movimento e stasi.<br />

In virtù <strong>di</strong> quanto accennato, credo dunque che il valore delle opere <strong>di</strong> <strong>Ruzza</strong> sia identificabile<br />

in una consuetu<strong>di</strong>ne, tutt’altro che scontata, nella quale il momento estetico si me<strong>di</strong>a<br />

con un’esperienza che tende al raccoglimento tale da mettere in atto, secondo quanto<br />

suggerisce l’artista stessa, “un processo <strong>di</strong> rigenerazione spirituale ed estetica” nello scorrere<br />

dell’esistenza umana.<br />

Elisabetta Vanzelli


L’espressione che ricorre più frequentemente nelle riflessioni sul lavoro <strong>di</strong><br />

<strong>Mara</strong> <strong>Ruzza</strong> (come un soffio che arriva dalle viscere della mente; come un<br />

fedele esergo) è Mater Materia, cuore <strong>di</strong> un concetto generativo che unisce le<br />

mani e la fattualità primigenia al pensiero e alle sue vie. Nocchiero è l’occhio<br />

che della mente è estroflessione e per via <strong>di</strong> pupilla, sprofonda nel mistero.<br />

C’è molto lavoro, ricerca, esperienza nelle opere <strong>di</strong> <strong>Mara</strong> <strong>Ruzza</strong> e una passione<br />

antica per la conoscenza: sapere per fare, addentrarsi nei domini della filosofia<br />

per trasformare la materia. L’una senza l’altra patisce, <strong>di</strong>minuisce: non scala<br />

ipotesi d’infinito a partire dalla terra. Una bella vicenda che, come insegnante <strong>di</strong><br />

Storia dell’Arte al tempo degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Mara</strong>, ho visto farsi strada nella passione<br />

per la cognizione della forma, il significato del tempo, l’orizzonte della creazione.<br />

Poco tempo, chiasso d’entusiasmo, coinvolgimento, mire comuni: in<strong>di</strong>menticabili<br />

anni <strong>di</strong> complessità scomposta, generosa, ribollente. L’attenzione <strong>di</strong> <strong>Mara</strong> era<br />

totale, esigente. Una risorsa per tutti, uno stimolo per me. Puntava alla creazione<br />

e sapeva che era molto: ambizione purissima, senza scorciatoie. E poi è andata su<br />

quella strada dritta, decisa, anche se tutta in salita. Ed è arrivata a <strong>di</strong>re, a creare<br />

quello che andava maturando: l’opera come epifania <strong>di</strong> una ragione profonda.<br />

Le <strong>di</strong>verse forme, le <strong>di</strong>verse grandezze delle sue creature sono echi che arrivano<br />

dall’Origine, sono metafore generative. Per questo sanno <strong>di</strong> poesia e <strong>di</strong> musica, <strong>di</strong><br />

creta e <strong>di</strong> assoluto. Ritmi e onde, ni<strong>di</strong> <strong>di</strong> senso. E sappiamo bene, all’oggi, quanto<br />

siano importanti queste soglie.<br />

Virginia Baradel


S-<strong>GUARDO</strong> <strong>OLTRE</strong><br />

L’esposizione S-<strong>GUARDO</strong> <strong>OLTRE</strong> ripercorre gli stili formali e le<br />

tematiche che hanno caratterizzato dal 1986 la mia ricerca artistica.<br />

Eclettica negli interessi e nelle scelte espressive ho sperimentato con versatilità<br />

materiali e linguaggi <strong>di</strong>versi: scultura, pittura, grafica, video, fotografia,<br />

installazioni e azioni artistiche per rappresentare la personale riflessione sul<br />

concetto <strong>di</strong> Tempo.<br />

In particolare le tecniche della ceramica realizzano nelle forme proposte una<br />

significativa esperienza ricostruttiva del vedere e del guardare, manifestando<br />

con la pluralità degli stili formali e delle simbologie la complessità dei processi<br />

<strong>di</strong> trasformazione nella società contemporanea che coinvolgono la natura e<br />

l’essere umano.<br />

Nella mostra S-<strong>GUARDO</strong> <strong>OLTRE</strong> è lo sguardo che coglie/accoglie; guardare<br />

d’essere guardati, lo sguardo è un contatto a <strong>di</strong>stanza. Unici, enormi o molteplici,<br />

occhi multiformi installati in “ripetizione intensificatrice” coinvolgono lo sguardo<br />

dell’osservatore in un <strong>di</strong>alogo che sollecita il saper guardare, il percepire la<br />

molteplicità delle apparenze cogliendone le connessioni.<br />

E’ lo sguardo <strong>di</strong> Madre Terra, “Mater”, archetipo dal duplice aspetto, declinata<br />

in forme <strong>di</strong>verse con le tecniche della ceramica e della porcellana per riportare<br />

l’attenzione sia all’empatica e profonda relazione dell’essere umano con la<br />

natura e con l’ambiente, sia alla responsabilità <strong>di</strong> trasformazione reciproca.<br />

Lo “s-guardo oltre” è richiesto dalla multi<strong>di</strong>mensionalità del tempo<br />

contemporaneo, caratterizzato da una forte esperienza <strong>di</strong> frammentazione.<br />

Attraverso la moltiplicazione come ripetizione “<strong>di</strong>fferente”, lo stile<br />

formale rispecchia le persistenze rintracciate nella contemporaneità:<br />

la sperimentazione dell’incompiuto, la fragilità, la frammentazione della<br />

esperienza umana.<br />

La ricerca è rivolta alla Terra/ambiente nei processi e nei tempi della tecnica<br />

ceramica. Con l’argilla opero nella trasformazione poetica <strong>di</strong> materiali organici<br />

per recuperare un senso dell’esistenza più consapevole. La materia primaria<br />

viene sublimata nei raku <strong>di</strong> Mater, nelle porcellane <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>ci e Bozzoli, nella<br />

fotoceramica <strong>di</strong> Calpestata, nelle contaminazioni <strong>di</strong> Germinazioni, <strong>di</strong> Deserti e<br />

nelle tele, Quali mon<strong>di</strong>?, parte dei primi lavori del 1980, in cui la terra <strong>di</strong>venta<br />

materia pittorica.<br />

L’acqua, indagata fin dal 1995 nei suoi giochi grafici e <strong>di</strong> colore con numerosi<br />

video qui proposti come Acquarelli e nella personale e originale “Pittura d’acqua”<br />

che si sviluppa negli stessi anni con Siamo Isole, serie <strong>di</strong> opere con pietra<br />

su plexiglas, anche sculture luminose, fino alle attuali Plastisfera e Pharo.<br />

Più temi <strong>di</strong> ricerca si intrecciano a formare il percorso espositivo scan<strong>di</strong>to nelle<br />

<strong>di</strong>verse forme del Tempo. La frammentazione, la modularità, la “ripetizione<br />

<strong>di</strong>fferente”, l’istante, lo scorrere, il <strong>di</strong>venire, sottintesi e continui nell’approccio<br />

creativo, caratterizzano lo sviluppo della mia esperienza che può essere<br />

paragonata al modello <strong>di</strong> tempo <strong>di</strong> J.L. Borges: una rete crescente <strong>di</strong> tempi<br />

<strong>di</strong>vergenti, convergenti e paralleli, in una continua ulteriore moltiplicazione <strong>di</strong><br />

percorsi, esemplificati nel labirinto in esposizione Non tempo, non luogo, “isola”<br />

in cui si produce una trasformazione.<br />

Nel Labirinto, nelle Colonne, nei Bozzolo luce, in Pharo, è insito il messaggio<br />

<strong>di</strong> un processo trasformativo analogo a quello che si compie quando l’artista<br />

crea, in connessione profonda tanto con la natura che con il sociale, nel quale<br />

si compie una nuova con<strong>di</strong>zione.<br />

In<strong>di</strong>viduo nell’arte una carica energetica capace <strong>di</strong> incidere nel presente e<br />

confido nel processo <strong>di</strong> rigenerazione spirituale oltre che estetico che l’arte,<br />

ra<strong>di</strong>cata nella vita dell’umanità, può innescare.


Sguardo oltre, 2016<br />

Installazione cm. 70X70x70. Porcellana con oro e platino terzo fuoco,<br />

cad. cm. 9,5x6x7,3<br />

Foto Giuliano Ghiral<strong>di</strong>ni


Foto Federica Schiavon insieme e dettagli<br />

Globo, 2016<br />

Installazione Ø cm. 60, 360 mater “Anima” in raku modellazione a mano, cad. cm. 3X1<br />

ca., <strong>di</strong>sco semirefrattaria modellato a mano, raku Ø cm. 10.


Guar<strong>di</strong>ana del Tempo, 2008-2016<br />

Scultura luminosa: maiolica lustri terzo fuoco, terracotta, fibre ottiche, luce led<br />

cm. 45X75x30<br />

Foto Federica Schiavon


Occhio <strong>di</strong> Shiva, 2016<br />

Installazione cm. 246X11x3.<br />

12 raku modellazione a mano con pietra agata taglio ”Occhio <strong>di</strong> Shiva”<br />

Fotografia Federica Schiavon


Foto Federica Schiavon<br />

COLONNE<br />

La colonna, il pilastro, simbolicamente vengono ricondotti<br />

all’albero come Asse del mondo, l’albero cosmico,<br />

me<strong>di</strong>atore tra le profon<strong>di</strong>tà della terra e le altezze dei cieli.<br />

Diffuso in molte tra<strong>di</strong>zioni e miti è espressione<br />

della vita che si rigenera incessantemente,<br />

della maturazione dalla materia allo spirito.<br />

Spesso l’Albero Cosmico è descritto come “colonna <strong>di</strong> fuoco”,<br />

simbolo dell’illuminazione intellettuale e spirituale e Platone<br />

stesso, lo descrive come “Asse luminoso <strong>di</strong> <strong>di</strong>amante”.<br />

Paul Klee si serve della parabola dell’albero per esprimere<br />

il concetto del processo che opera nell’artista: “l’artista<br />

si limita, al suo posto nel tronco dell’albero, a raccogliere<br />

ciò che emerge dal profondo e a trasmetterlo oltre”.<br />

L’energia vitale dell’albero è associata anche ai poteri femminili<br />

della creazione: nella maggior parte delle tra<strong>di</strong>zioni, in quanto<br />

simbolo <strong>di</strong> vita a tutti i livelli, dall’elementare al mistico,<br />

l’albero è stato assimilato alla madre, e per estensione, è<br />

associato alla terra, principio femminile. L’albero si presenta<br />

anche come la personificazione <strong>di</strong> una Donna Divina, ve<strong>di</strong><br />

le gran<strong>di</strong> dee asiatiche della Natura: Ishtar, Anat, Tammuz<br />

ecc, si ritrova quin<strong>di</strong> l’idea della natura femminile nella forza<br />

universale rappresentata dall’albero.<br />

Octangula, 2016<br />

Colonna circolare in laterizio giallo paglierino e laterizio grigio<br />

ottagonale con stella octangula ( Ø cm. 35), cm. 160X Ø cm. 40<br />

Foto Francesco Pertini<br />

Foto Federica Schiavon


Foto Francesco Pertini<br />

MATER STILITA, 2016<br />

Colonna circolare in laterizio giallo paglierino e laterizio rosso inciso, Mater in terracotta<br />

modellata a mano (cm. 36X27x27) cm. h 190X Ø cm. 30<br />

Foto Federica Schiavon insieme e dettagli


MATER<br />

Come nelle raffigurazioni antiche della Grande Madre, simbolo della Terra-Dea della fertilità, il<br />

corpo è centro della rappresentazione; inoltre la rappresentazione del ventre fecondo e delle<br />

mammelle gonfie, con il rispettivo potere generatore e nutritore, ripropongono la simbologia del<br />

corpo-vaso, del contenere, del vuoto e del pieno in <strong>di</strong>alogo tra loro.<br />

Dalla Mater intesa come Terra Madre mi piace riportare un brano della Lettera del capo in<strong>di</strong>ano<br />

Seattle al presidente Usa Franklin Pierce, del 1854:<br />

«Insegnate ai vostri figli quello che noi abbiamo insegnato ai nostri: la terra è la madre<br />

<strong>di</strong> tutti noi. Tutto ciò che <strong>di</strong> buono arriva dalla terra arriva anche ai figli della terra.<br />

Se gli uomini sputano sulla terra, sputano su se stessi. Noi almeno sappiamo questo: la terra non<br />

appartiene all’uomo, bensì è l’uomo che appartiene alla terra. Questo noi lo sappiamo. Tutte le cose<br />

sono legate fra loro come il sangue che unisce i membri della stessa famiglia. Tutte le cose sono<br />

legate fra loro. Tutto ciò che si fa per la terra lo si fa per i suoi figli. Non è l’uomo che ha tessuto<br />

le trame della vita: egli ne è soltanto un filo. Tutto ciò che egli fa alla trama lo fa a se stesso. ..”<br />

Foto Federica Schiavon<br />

Yin Yang, 2016<br />

Modulo Mater semirefrattaria ramata su residui <strong>di</strong> rame<br />

cm. 27x18x13<br />

Foto Federica Schiavon<br />

Foto Federica Schiavon


Pacha Mama, 2006-2016<br />

Installazione Mater. Semirefrattaria modellata a mano, Raku, misure <strong>di</strong>verse,<br />

vaso semirefrattaria modellato a mano, Raku Ø cm. 15<br />

Foto Federica Schiavon


Prima cena, 2016<br />

Trittico. Semirefrattaria modellata a mano ramata, cm. h 24x6x104<br />

(37+36+31), 12 “Anima” raku modellazione a mano.<br />

Foto retro Federica Schiavon


Prima cena, 2016<br />

Trittico. Semirefrattaria modellata a mano ramata, cm. h 24x6x104<br />

(37+36+31), 12 “Anima” raku modellazione a mano.<br />

Foto fronte Federica Schiavon


Migrations, 2016<br />

Legno spiaggiato cm 217x23x3, 15 ceramica raku “Anima” cm. 11x7x8,5, pellicola a specchio<br />

Foto dettaglio Federica Schiavon<br />

Geografie Possibili, 2012<br />

Cad. cm. 30x46<br />

Fotografie <strong>di</strong> <strong>Mara</strong> <strong>Ruzza</strong>


Migrations, 2016<br />

Legno spiaggiato cm 217x23x3, 15 ceramica raku “Anima” cm. 11x7x8,5, pellicola a<br />

specchio<br />

Foto dettaglio Federica Schiavon


CALPESTATA<br />

Il progetto Calpestata, atto <strong>di</strong> riflessione e denuncia sullo stato<br />

dell’ambiente, iniziato con una installazione che attraversava<br />

le <strong>di</strong>verse fasi della terra ad ottobre 2010 nell’ambito <strong>di</strong> “Terra<br />

Tempo Fuoco, le arti della ceramica” e work in progress.<br />

Calpestata sono lastre <strong>di</strong> argilla con impronte, recuperate da<br />

“Omaggio a Terra Tempo Fuoco”: ho raccolto i frammenti dati dalle<br />

spaccature del ritiro naturale della terra durante l’essicazione e dal<br />

calpestio casuale dei visitatori.<br />

L’argilla accoglie da millenni ogni segno, dal micro al macro,<br />

sono frammenti <strong>di</strong> terra, argilla calpestata, come reperti <strong>di</strong><br />

scritture metropolitane, testimonianza della nostra epoca.<br />

Segni che si incrociano, sovrappongono, formando tracce,<br />

percorsi, geografie, mappe <strong>di</strong> probabili scenari <strong>di</strong> desolazione.<br />

Se si continueranno a percorrere le strade consuete in uno scenario<br />

futuro <strong>di</strong> “umano”(?) ci potranno essere solo frammenti, reperti<br />

non riconoscibili.<br />

Foto <strong>Mara</strong> <strong>Ruzza</strong><br />

2011 - PRAGMATICA. Ipotesi per una collezione d’arte contemporanea, Ex-Macello PD<br />

2011 - RICICLARTI - Riuso creativo e consumo sostenibile, Ex-Macello, PD<br />

2011 - IL RICHIAMO DELLA FORESTA, Villa Pisani Stra, VE<br />

2012 – ESTE GARDEN ART Giar<strong>di</strong>ni del Castello <strong>di</strong> Este / Pescheria Vecchia Este PD


Calpestata è un atto <strong>di</strong> denuncia contro il degrado ambientale, è<br />

la nostra terra calpestata, macellata, “fatta a fette” da interessi<br />

politici, economici e dalla cecità umana, altra cosa dal rispetto dei<br />

cicli e delle risorse naturali. Lastre <strong>di</strong> terracotta con su <strong>di</strong> un lato le<br />

impronte metropolitane, segni <strong>di</strong> inconsapevolezza, dal lato opposto<br />

fotoceramica <strong>di</strong> metaforici <strong>di</strong>sastri ambientali, da mie fotografie<br />

ine<strong>di</strong>te del 2009 che riprendono visioni <strong>di</strong> Venezia attraverso uno<br />

specchio deformato. Le immagini “naturalmente” <strong>di</strong>storte fanno<br />

da specchio e da eco al nostro già triste vissuto, si smaterializzano<br />

nel colore, che <strong>di</strong>venta frammento nel frammento, come in una<br />

scomposizione frattale.<br />

Calpestata IV, 2011<br />

Scultura bifacciale, fotoceramica “Impronte metropolitane” su terracotta,<br />

base in mattone antico fatto a mano<br />

cm. h 30x38x12,5<br />

Foto Danilo Rigon


Deserti, 2016<br />

Installazione on site. Terra cruda, terracotta,<br />

galestro nera con inserti porcellana.<br />

cm. 200X60 circa, altezze <strong>di</strong>verse.<br />

Due fotografie <strong>di</strong> <strong>Mara</strong> <strong>Ruzza</strong> del progetto Calpestata<br />

Foto Federica Schiavon


Ra<strong>di</strong>ografie Calpestata, 2011<br />

Fotografia <strong>di</strong> <strong>Mara</strong> <strong>Ruzza</strong><br />

Cad. cm. 40x53


Deserti, 2016<br />

Foto dettagli installazione Francesco Pertini


Deserti, 2016<br />

Foto dettaglio installazione Federica Schiavon


RADICI<br />

La ricerca espressiva con le tecniche della porcellana manifesta le riflessioni sui processi naturali<br />

<strong>di</strong> trasformazione prendendo dall’ambiente parti organiche che hanno subito una “catastrofe”<br />

nell’ambito del processo vitale, cambiando profondamente forma.<br />

Il progetto “Ra<strong>di</strong>ci” si avvale <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ci spiaggiate che <strong>di</strong>ventano, attraverso i processi della<br />

ceramica con le tecniche della porcellana, moduli <strong>di</strong> sculture variabili.<br />

“Ra<strong>di</strong>ci 3” si compongono in Zenzero, Zenzero Kiss, Ginger Y3, Residui, rivelano tracce<br />

antropomorfe che contengono il senso del tempo bloccato nel suo svolgersi, impronte <strong>di</strong> vita<br />

rimaste a parlare <strong>di</strong> un tempo remoto.<br />

“Ra<strong>di</strong>ce 4” si sviluppa come metafora in Convergenze Divergenti, “origini”, a volte <strong>di</strong>verse,<br />

ma che si compenetrano e comprendono in sé <strong>di</strong>fferenti possibilità <strong>di</strong>namiche.<br />

Foto Federica Schiavon<br />

Zenzero, 2016<br />

Scultura variabile 2 moduli “Ra<strong>di</strong>ce 3”.<br />

Porcellana slip casting, lustri metallici terzo fuoco, cad. cm. h 10x13x31<br />

Foto Francesco Pertini<br />

Ra<strong>di</strong>ce 3, 2013<br />

Scultura variabile 2 moduli. Porcellana slip casting, cad. cm. h 10x13x31<br />

Foto <strong>Mara</strong> <strong>Ruzza</strong><br />

Frammenti, P.d.A. 1994<br />

Incisioni ad acquaforte e a secco, cm. 50x36


Ra<strong>di</strong>ce 3, 2014<br />

Scultura variabile 3 moduli. Porcellana slip casting,<br />

cad. cm. h 10x13x31<br />

Foto Danilo Rigon


Zenzero Kiss, 2014<br />

Scultura variabile 3 moduli “Ra<strong>di</strong>ce 3” cm. 34x27x27.<br />

Porcellana slip casting, lustri terzo fuoco, cad. cm. h 10x13x31.<br />

Foto Danilo Rigon<br />

Ginger Y3, 2015<br />

Scultura variabile 3 moduli “Ra<strong>di</strong>ce 3” cm. 35x25x22.<br />

Porcellana slip casting, lustri terzo fuoco, cad. cm. h 10X13x31.<br />

Zenzero Kiss, 2014<br />

Scultura variabile 3 moduli “Ra<strong>di</strong>ce 3” cm. 34x27x27.<br />

Dettagli<br />

Foto Danilo Rigon<br />

Foto Danilo Rigon


Residui, 2014<br />

Scultura variabile 6 moduli “Ra<strong>di</strong>ce 3” cm. 90x50x20.<br />

Porcellana slip casting, lustri terzo fuoco, cad. cm. h 15x20x40.<br />

Foto Danilo Rigon<br />

Residui, 2014<br />

Scultura variabile 6 moduli “Ra<strong>di</strong>ce 3” cm. 90x50x20.<br />

Foto dettaglio Danilo Rigon


Moduli “Ra<strong>di</strong>ce 4”<br />

Porcellana slip casting, cad. cm. h 7X12x22.<br />

Foto Danilo Rigon


Convergenze Divergenti, 2015<br />

Scultura variabile 7 moduli “Ra<strong>di</strong>ce 4” cm. 44x44x22.<br />

Porcellana slip casting, lustri metallici terzo fuoco, cad. cm. h 7X12x22.<br />

Foto Danilo Rigon<br />

Convergenze Divergenti sviluppa “Ra<strong>di</strong>ce 4” come metafora <strong>di</strong> “origini” <strong>di</strong>verse<br />

che si compenetrano e comprendono <strong>di</strong>fferenti possibilità <strong>di</strong>namiche.


ISOLE<br />

Isole sono come frammenti <strong>di</strong> ciò che può restare della naturalità dell’ambiente e percepite come uno spazio residuo della nostra umanità, della nostra originarietà.<br />

Nel corso del suo seminario (2002) de<strong>di</strong>cato alla lettura incrociata <strong>di</strong> Robinson Crosue e Martin Heidegger, Jacques Derrida chiese: «Che cos’è un isola? Non c’è mondo, ci sono solo isole». Come se un<br />

pensiero dell’isola ci portasse a ripensare il mondo, a mettere in <strong>di</strong>scussione l’idea che c’è un mondo unico, vero, stabile, <strong>di</strong> cui facciamo esperienza.<br />

L’isola ricorre come tema in <strong>di</strong>fferenti perio<strong>di</strong> della mia ricerca artistica, sviluppato con materiali e tecniche <strong>di</strong>versi. Questi spazi appaiono come luoghi <strong>di</strong> epifanie <strong>di</strong>stopiche ancorati ad un mare <strong>di</strong><br />

plastica o a una terra desertica. Dalla serie Siamo isole del 1990/2000 con la personale e originale “Pittura d’acqua” su plexiglas e pietra dolomitica, anche sculture luminose, alle attuali isole sintetiche<br />

Mare Nostrum e Plastisfera con forme organiche in ceramica. Percepite come uno spazio residuo, ciò che può restare del nostro ambiente naturale, anche Deserti e Germinazioni con contaminazioni tra<br />

porcellana e galestro nera, sono frammenti <strong>di</strong> ciò che resta della natura.<br />

Incontrando le riflessioni <strong>di</strong> Deleuze, le mie “isole “ possono essere paragonate sia alle isole continentali, frutto <strong>di</strong> <strong>di</strong>sarticolazione, erosione, derivazione, come esito della separazione anche, da un sapere<br />

consolidato, convenzionale, sia alle isole oceaniche: “Ci sono isole derivate..ma l’isola è anche ciò verso cui si va alla deriva, e ci sono delle isole originarie, ma l’isola è anche origine, l’origine ra<strong>di</strong>cale e assoluta..<br />

Le isole oceaniche sono isole originarie, essenziali, autentiche, che nascono da un’eruzione sottomarina, da un movimento proveniente dai fondali. L’isola oceanica, che spesso è un’isola deserta, <strong>di</strong>venta così la<br />

metafora del senso dell’esistenza umana sulla Terra, della rinascita, del ricominciare, del riemergere in superficie dalla tensione profonda fra L’Oceano e la Terra. (G.Deleuze, L’isola deserta e altri scritti, 2007 G.Einau<strong>di</strong>)<br />

Forse siamo così interessati alle isole perché, come <strong>di</strong>ceva Deleuze, abbiamo fallito e continuiamo a fallire l’incontro con il movimento che produce il loro essere deserte.<br />

Mi piace riportare quanto a riguardo dell’Isola deserta <strong>di</strong> Deleuze ha scritto il filosofo Pier Aldo Rovatti: “Fare isola. Diventare un’isola deserta per scoprire tutte le popolazioni che abitano in noi e che ci<br />

attraversano. Diventare, con questo allontanamento paradossale del già-detto e del già-fatto, dalle parole già morte quando magari hanno appena cominciato a vivere, più vicini alle singolarità che possono<br />

realizzarsi in noi, a quello che siamo anche nel momento in cui rifiutiamo <strong>di</strong> spingerci fuori dal territorio delle nostre presunte identità. L’isola deserta è un movimento paradossale <strong>di</strong> andata e ritorno a noi<br />

stessi. Costruzione dell’isola attraverso incessanti spiazzamenti, continue partenze e fughe. Aprendo ogni volta un deserto.”<br />

Le isole sono proposte come realtà fisica e psichica, momento <strong>di</strong> spiritualità nella crescente insensibilità (anche estetica) del mondo contemporaneo; vogliono aiutarci a riacquistare la capacità <strong>di</strong> rappresentare<br />

l’anima dei luoghi e delle persone. L’”isola” si propone come spazio sacro, lontano dai rumori della contemporaneità, in antitesi con il tempo lineare vissuto nella quoti<strong>di</strong>anità, con il caos del progresso sempre<br />

rivolto ad un fine. Luogo ritirato, costituisce un ambiente “altro”, <strong>di</strong> silenzio e raccoglimento interiore che necessita <strong>di</strong> un <strong>di</strong>stacco fisico dal resto del mondo per <strong>di</strong>schiudere la mente a ciò che per abitu<strong>di</strong>ne<br />

è celato. Lo slancio che spinge l’uomo verso le isole riprende il doppio movimento il quale produce le isole stesse, nella forma <strong>di</strong> una separazione dal mondo e <strong>di</strong> un nuovo inizio.<br />

Altre isole... l’inquinamento degli oceani causato dalla plastica ha un impatto sempre più vasto sugli ambienti marini. E’ noto che negli oceani finiscono 8 milioni <strong>di</strong> tonnellate <strong>di</strong> plastica all’anno, pari a un<br />

camion al minuto, numeri destinati a crescere. I materiali plastici non si biodegradano come gli altre sostanze <strong>di</strong> natura organica: prima si fotodegradano, <strong>di</strong>videndosi in parti sempre più piccole senza però<br />

che le molecole si scompongano rilasciando in acqua polimeri molto simili a quelli che formano il plancton: le mega-<strong>di</strong>scariche nel Pacifico e nell’Atlantico sono formate principalmente da monofilamenti <strong>di</strong><br />

plastiche e da fibre <strong>di</strong> polimeri che si inabissano dalla superficie sino a circa 10 metri <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà.<br />

L’installazione Plastisfera riprende un neologismo che gli scienziati hanno creato per descrivere questo fenomeno. Ricercatori della Whoi – la più grande istituzione privata <strong>di</strong> ricerca oceanografica del<br />

mondo – hanno scoperto che questo tipo <strong>di</strong> rifiuto, chiamato microplastica, ospita anche batteri conosciuti come nocivi per gli animali e per l’uomo, che prosperano in<strong>di</strong>sturbati su queste isolette artificiali.<br />

Questa viene frequentemente ingerita dai pesci o da altri animali marini, contaminando l’ambiente marino e minacciando la bio<strong>di</strong>versità dell’intero ecosistema.<br />

Mare Nostrum evidenzia le trasformazioni operate dal tempo nella materia inorganica e nelle concrezioni naturali che rivestono gli organismi durante lenti processi <strong>di</strong> se<strong>di</strong>mentazione.<br />

La natura si aggrappa all’isola plastica, simbolo del degrado ambientale e sociale.<br />

Mare Nostrum, 2015<br />

Plastica combusta spiaggiata, forme organiche in porcellana<br />

cm. h 21x68x25<br />

Foto Francesco Pertini


Isola, 2016<br />

Ceramica terra galestro modellata a mano con inserti in porcellana<br />

su portafoto in plexiglas.<br />

Foto <strong>di</strong> Federica Schiavon


Siamo Isole- Tre, 2006<br />

“pittura d’acqua” su plexiglas, pietra dolomitica,<br />

cm. h 37x14x4<br />

Foto Federica Schiavon<br />

Siamo Isole - Ali, 2006<br />

“pittura d’acqua” su plexiglas, pietra dolomitica,<br />

cm. h 28,5x33,5x6<br />

Foto Federica Schiavon<br />

Siamo Isole, 2006<br />

“pittura d’acqua” su plexiglas, pietra dolomitica, trachite<br />

cm. h 30x22x7<br />

Foto Federica Schiavon


Plastisfera, 2016<br />

Installazione: ‘”Isola” <strong>di</strong> cm. 100X100 circa composta da 90 mattoncini e cubetti in plexiglas colorati, 1 barra in plexiglas con<br />

pittura d’acqua, una barra angolare in plexiglas con “pittura d’acqua”; 7 “Isole” in ceramica terra galestro modellata a mano,<br />

inserti in porcellana su appoggi in plexiglas trasparente.<br />

Foto <strong>di</strong> Federica Schiavon


Mare Nostrum, 2015<br />

Dettagli<br />

Foto Danilo Rigon


Mare Nostrum, 2015<br />

Residuo <strong>di</strong> plastica combusta spiaggiata, porcellana<br />

Foto Danilo Rigon


ACQUA<br />

L’acqua viene indagata fin dal 1995 nei suoi giochi grafici e <strong>di</strong> colore con numerosi videoclip proposti come Acquarelli e con la personale e originale<br />

“Pittura d’acqua” che riprende su plexiglas i movimenti grafici dell’acqua.<br />

Il tema dell’acqua ed il suo valore antropologico <strong>di</strong> purificazione appare strettamente collegato al più complesso sistema dell’esistenza, anzi della<br />

sopravvivenza del corpo ed emblematicamente dell’anima. Se l’acqua scorrendo asporta e riconduce all’origine, sciogliendo nella sua liqui<strong>di</strong>tà sovrapposizioni<br />

e incrostazioni, essa fornisce anche una risposta ad una sete che non è soltanto biologica ma si proietta verso le ricchezze dell’esistenza interiore.<br />

Non è un caso che l’acqua copra la maggior parte della superficie terrestre, così come costituisce la maggior parte del<br />

corpo umano, da qui l’importanza dell’acqua nella mia ricerca non solo come determinante dei processi ecosistemici<br />

e vitali, da cui tutto prende vita, ma anche dei suoi termini simbolici, legati al movimento e al rinnovamento, al femminile.<br />

Il tempo è stato spesso paragonato allo scorrere dell’acqua, al continuo mutamento <strong>di</strong> qualcosa che appare sempre uguale. L’inafferabilità<br />

dell’acqua, la sua immaterialità, l’energia e la velocità, l’incontrollabilità e la trasparenza, sono tra le infinite variabili del suo stato.<br />

Dal 1996 l’incontro del plexiglas con la cangianza e trasparenza dell’acqua dà vita alla personale “Pittura d’acqua”, una tecnica originale nata<br />

dalla continua ricerca sui materiali nel valorizzare la trasparenza e i giochi grafici dell’acqua nei suoi movimenti naturali, bloccata nel suo fluire<br />

e resa sintetica. La pittura coglie il movimento dell’acqua e si fa matrice <strong>di</strong> luce, <strong>di</strong>venta riflesso, ombra. E’ lo scorrere congelato in materia,<br />

dove la Pittura <strong>di</strong>venta lente d’ingran<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> un punto, un istante nello scorrere del tempo e della memoria, <strong>di</strong>venta frammento, pixel.<br />

In “Siamo Isole”, serie con pietra proseguita dagli anni ‘90, le opere <strong>di</strong>ventano a volte sculture luminose evidenziando la trasparenza<br />

della pittura, sino all’installazione “Plastisfera” del 2015, in cui la terra, il nostro mondo originario simboleggiato dalla materia ceramica,<br />

<strong>di</strong>venta Isola allestita come ricordo su portafotografie che emerge da una più ampia isola <strong>di</strong> plexiglas, mega-isola <strong>di</strong> rifiuti plastici.<br />

La contrapposizione <strong>di</strong> materiali naturali quali la pietra e la ceramica con materiali sintetici quali il plexiglas e la plastica offre l’opportunità <strong>di</strong> restituire<br />

le contrad<strong>di</strong>zioni del vivere attuale in relazione all’ambiente.<br />

VIDEOCLIP<br />

Il fluire dell’acqua e il flusso del video: dal 1995 numerose ore <strong>di</strong> riprese video de<strong>di</strong>cate all’acqua, alla cangianza, ai riflessi, ai mutamenti.<br />

I video non sono ritoccati <strong>di</strong>gitalmente nel colore e nella forma e rimangono aderenti alla naturalità dell’acqua e della luce che creano visioni insolite.<br />

La continua ricerca produce videoclip <strong>di</strong>gitali e un cd-rom interattivo sulle forme del Tempo. Nel 1995 il video “H3O” partecipa alla rassegna <strong>di</strong> corti<br />

“Videominuto”, al Museo Pecci <strong>di</strong> Prato; è stato trasmesso da Videomusic e da Mach Music Television. Nel 1996 Ideazione, sviluppo e produzione del<br />

Cd-Rom “Tempo”, un percorso artistico interattivo e multime<strong>di</strong>ale tra immagini, installazioni, animazioni e musica sul tema car<strong>di</strong>ne delle possibili<br />

rappresentazioni estetiche del tempo indagate dall’artista. Presentato nel 1997 a IBTS (10° International Au<strong>di</strong>o, Video, Broadcasting, Motion Picture<br />

and Telecommunications Show) Milano. Nel 1996 la videoanimazione “TRSF” partecipa alla rassegna <strong>di</strong> corti “Videominuto”, al Museo Pecci <strong>di</strong> Prato.<br />

Vengono presentati i video “Onde <strong>di</strong> luce” a EcoArtContest, Roma 2009, “Canto <strong>di</strong> Gea sui nuovi mon<strong>di</strong>” a Today Mater Lux, Napoli 2009,<br />

“Infiniti Mon<strong>di</strong>” ad Astrarti Padova 2009. I coloratissimi “Acquarelli”, compilation del 2015, continuano la ricerca videografica che non muta la naturalità<br />

dei giochi <strong>di</strong> luce con l’acqua, esaltando con la saturazione del colore l’armonica grafica dei movimenti.<br />

Still dai videoclip Acquarelli<br />

<strong>Mara</strong> <strong>Ruzza</strong><br />

Scatola nera <strong>di</strong> Lost (i volti dell’isola), 2006-2016<br />

Scultura luminosa:“pittura d’acqua”su plexiglas,<br />

pietra abrasiva, luce led, marmo, cm. h 148x32,5x32,5<br />

Foto Francesco Pertini


Pixel d’acqua, 1996<br />

“pittura d’acqua” su plexiglas, residuo pietra abrasiva Ø cm. 25<br />

Foto Federica Schiavon


Foto Francesco Pertini<br />

Foto Francesco Pertini<br />

Utopia, 2009<br />

Scultura luminosa: “pittura d’acqua” su plexiglas,<br />

pietra dolomitica, luce led<br />

cm. h 85x9x11<br />

Foto Federica Schiavon


Pharo, 2015<br />

Una delle lastre maiolicate<br />

Foto Danilo Rigon<br />

Pharo, 2015<br />

Scultura luminosa ottagonale, base in legno d’ebano, lastre in maiolica, pittura<br />

d’acqua su plexiglas<br />

cm. h 60x Ø 50<br />

Foto Federica Schiavon


Galleggiando, 2005<br />

“pittura d’acqua” su plexiglas, residuo legno<br />

cm. h 24x45x10<br />

Foto Federica Schiavon<br />

Istante, 2015<br />

Foto <strong>di</strong> <strong>Mara</strong> <strong>Ruzza</strong>


Con i video, la fotografia, la pittura o gli smalti nella ceramica<br />

la materia d’indagine è il riflesso, l’ombra, la luce, la simultaneità<br />

della visione che realizza un’immagine immateriale, temporale<br />

nella sua consistenza, che si dà solo nel momento in cui è vissuta,<br />

un momento rigorosamente “presente”, un tempo istantaneo,<br />

traccia <strong>di</strong> una realtà evanescente.


TERRA, FUOCO, GERMINAZIONI<br />

Dalla bi<strong>di</strong>mensionalità materica <strong>di</strong> Quali mon<strong>di</strong>?, Terra e fuoco e delle tele degli anni ‘80 <strong>di</strong>pinte con l’argilla,<br />

alla matericità attuale <strong>di</strong> Germinazioni.<br />

Germinazioni si presentano come una porzione <strong>di</strong> terra, una scatola, dove è riposto il seme<br />

dell’idea creativa. Il nome sottolinea il processo <strong>di</strong> sviluppo embrionale del “seme” della creatività.<br />

Il seme rappresentato dal vuoto interno la forma, la fase <strong>di</strong> sviluppo rappresentata dalla faticosa ed energica<br />

spinta ad emergere della porcellana bianca dal magma della terra galestro nera, dai primi faticosi tentativi<br />

sino a delinearsi, magico istante <strong>di</strong> metamorfosi della materia e del pensiero.<br />

Foto Francesco Pertini<br />

Terra e fuoco, 1989/2009<br />

Argilla, pigmenti, foglia oro su tela<br />

cm. 90x60<br />

Foto <strong>Mara</strong> <strong>Ruzza</strong>


Senza titolo, 1986<br />

Argilla, cenere, pigmenti, smalto su tela<br />

cm. 90x60<br />

Foto <strong>Mara</strong> <strong>Ruzza</strong><br />

Quale mondo?, 1990<br />

Argilla, cenere, pigmenti, smalto su tavola<br />

cm. 130x80<br />

Foto <strong>Mara</strong> <strong>Ruzza</strong><br />

Foto Federica Schiavon


Germinazione 1, 2015<br />

Galestro nera modellata a mano con inserti in porcellana<br />

cm. h. 26x20x19<br />

Foto Danilo Rigon


Germinazione 2, 2015<br />

Galestro nera modellata a mano con inserti in porcellana<br />

cm. h. 38x30x12,5<br />

Foto Danilo Rigon


Vaso Germinazione, 2016<br />

Galestro nera modellata a mano con inserti in porcellana<br />

cm. h. 15x18x13,5<br />

Foto Federica Schiavon


Antropovasi, 2012<br />

Terracotta, pit firing<br />

misure <strong>di</strong>verse<br />

Foto Francesco Pertini


BOZZOLI<br />

Nell’organicità del progetto Bozzoli e Pupe, progress dal 2010, la porcellana <strong>di</strong>venta<br />

pelle delicata, la terra viene sollecitata ai limiti della sua resistenza tecnica<br />

per <strong>di</strong>venire simbolo del luogo della metamorfosi, del formarsi e nascere della<br />

vita oltre che la gestazione, l’incubazione e la genesi <strong>di</strong> nuove idee e forme.<br />

Crisali<strong>di</strong> pietrificate raccontano <strong>di</strong> mon<strong>di</strong> segreti, <strong>di</strong> me<strong>di</strong>tazioni, <strong>di</strong> pensieri incubati<br />

come farfalle, <strong>di</strong> spirito condensato in materia, <strong>di</strong> presente che è già futuro. Formate da<br />

un filo <strong>di</strong> porcellana, delicato e sottile, fragile quanto lo possono essere i sogni e altrettanto<br />

prezioso, che si avvolge in anelli irregolari intorno ad un nucleo immaginario, ad<br />

un vuoto pregno <strong>di</strong> significati allusivi.<br />

Il posizionamento sul legno in<strong>di</strong>ca il periodo <strong>di</strong> ricerca del baco per trovare tra i rami il<br />

luogo più adatto dove tessere il bozzolo per operare la metamorfosi, quando questa è<br />

avvenuta, rimane la crisalide.<br />

Nelle sculture luminose Bozzolo luce è insito il significato greco del nome Crisalide e<br />

cioè oro, inteso come fuoco spirituale, essenza <strong>di</strong> ciò che condurrà alla trasformazione.<br />

Bozzolo Luce 1, 2012<br />

Scultura luminosa: base in legno spiaggiato,<br />

porcellana filo a colaggio, luce.<br />

cm. 30x30x50<br />

Foto Danilo Rigon


Bozzolo Luce 2, 2012<br />

Scultura luminosa: base in legno spiaggiato,<br />

porcellana filo a colaggio, luce.<br />

cm. 50x20x25<br />

Foto Danilo Rigon


Più temi <strong>di</strong> ricerca e tecniche <strong>di</strong>verse si intrecciano a formare l’eclettico percorso estetico <strong>di</strong> <strong>Mara</strong> <strong>Ruzza</strong> scan<strong>di</strong>to<br />

dalle forme del Tempo.<br />

Il tema del labirinto deriva dalla percezione della complessità del mondo contemporaneo, dove la realtà effettiva<br />

è colta come un filo nella sconfinata ragnatela delle infinite possibili realtà e si delinea in un tempo plurimo e<br />

ramificato.<br />

Benché racchiuso in uno spazio ben or<strong>di</strong>nato e ritmato da armonie geometriche apparentemente limitate<br />

il labirinto è simbolo universale della ricerca dell’infinito. Materializzazione <strong>di</strong> una prova iniziatica che conduce al<br />

centro, in<strong>di</strong>ca un percorso oltre il limite, verso una <strong>di</strong>mensione ancora da esplorare.<br />

Il labirinto <strong>di</strong>venta un’ “isola” in cui si produce un passaggio evolutivo, il percorso al suo interno si può esperire<br />

come un viaggio nei tortuosi percorsi dell’interiorità per cercare <strong>di</strong> avvicinarsi all’essenza, all’immagine originaria<br />

delle cose, simbolo dell’idea creativa che solo dopo una continua sperimentazione, un continuo cercare che è<br />

<strong>di</strong>svelamento <strong>di</strong> possibilità, prende forma estetica attraverso la materia.<br />

Non Tempo Non luogo, 2013<br />

Labirinto esagonale in mattoncino rosso e sabbia quarzo<br />

Ø cm. 345<br />

Foto Federica Schiavon


La ricerca artistica <strong>di</strong> <strong>Mara</strong> <strong>Ruzza</strong> nasce nel 1986, <strong>di</strong>plomata in pittura<br />

all’Accademia <strong>di</strong> Belle Arti <strong>di</strong> Venezia, avvia la sua professionalità nelle<br />

arti visive con linguaggi <strong>di</strong>versi: pittura, fotografia, video, scultura, che<br />

hanno portato ad esposizioni collettive e personali per rappresentare<br />

la peculiare indagine sulla nozione <strong>di</strong> Tempo, <strong>di</strong> trasformazione.<br />

Da oltre un decennio indaga con progetti, installazioni e performance i<br />

linguaggi <strong>di</strong>fferenti della ceramica dal punto <strong>di</strong> vista tecnico, concettuale<br />

e poetico, manifestando i <strong>di</strong>versi stati della materia nell’opera-processo,<br />

con forme connotate da dense connotazioni temporali e riflessioni sulla<br />

frammentazione nella contemporaneità. Terra cruda, terracotta, maiolica,<br />

fotoceramica, lustri, raku, saggar fire, porcellana realizzano sculture, anche<br />

luminose e oggetti <strong>di</strong> design.<br />

Nella ricerca espressiva l’ideazione e produzione <strong>di</strong> performance, <strong>di</strong> atti<br />

agiti utilizzando <strong>di</strong>fferenti linguaggi, e <strong>di</strong> progetti curatoriali ed eventi<br />

sulla ceramica contemporanea, costituiscono un percorso non secondario.<br />

ESPOSIZIONI CERAMICA<br />

2016 – S-<strong>GUARDO</strong> <strong>OLTRE</strong>, Esposizione personale Scuderie <strong>di</strong> Palazzo Moroni, PD<br />

2016 – CUBE/Compressi Installazione itinerante artisti ceramisti:<br />

Argillà Italia 2016 Palazzo delle Esposizioni “Sala Scura”, Faenza<br />

M.A.C.C. Museo Arte Ceramica Contemporanea, Torgiano<br />

Keramos, Associazione Culturale, Roma<br />

2016 – FRAGILITA’ IL TUO NOME E’ DONNA, Collettiva ceramica contemporanea:<br />

Argillà Italia 2016, Faenza<br />

Museo della Ceramica, Nove VI<br />

2016 – WUNDERKAMMERN DUE, Ex Scuderie Villa Ca’ Nave Cittadella PD<br />

2015 - 3. Künstleraustausch Freiburg/Padua, Friburgo, Germania<br />

2015 - PREMIO INTERNAZIONALE DI ARTE CERAMICA BACCIO DA MONTELUPO<br />

Museo della Ceramica, Montelupo Fiorentino FI<br />

2015 - 9III. INTERNATIONAL CERAMIC TRIENNIAL UNICUM 2015<br />

The National Museum of Slovenia – Ljubljana<br />

2015 - PERSONALE CERAMICHE ARTISTICHE, Centro d’Arte Nin Scolari Teatrocontinuo, PD<br />

2014 - ENSEMBLE 2.0, Collettiva ceramica contemporanea MI<br />

2014 - 9a BIENNALE PER ARTISTI CERAMISTI CONTEMPORANEI SV<br />

2014 - TRIENNALE DI CERAMICA CONTEMPORANEA “Lucio De Maria” TO<br />

2013 - FUTURO ANTERIORE, Le Arti della Ceramica PD<br />

2013 - DIALOGHI CON LA MATERIA, Salone Gran Guar<strong>di</strong>a, PD<br />

2013 - BRICK & BLOCK, Il mattone e le mura, Bastione Alicorno PD<br />

2013 – VOGLIO ESSERE, Oratorio della Beata Vergine del Rosario Limena, PD<br />

2012 - MATER IN FUOCO, Le Arti della Ceramica PD<br />

2012 - ARGILLA’ ITALIA Performance In-vasati, Piazza del Popolo, Faenza<br />

2012 - 8a BIENNALE PER ARTISTI CERAMISTI CONTEMPORANEI SV<br />

2011 - SEGNO E RACCONTO, Le Arti della Ceramica PD<br />

2011 - PRAGMATICA. Ipotesi per una collezione d’arte contemporanea, Ex-Macello PD<br />

2011 - TERRA TEMPO FUOCO, Le Arti della Ceramica, Castello Inferiore Marostica VI<br />

2010 - TERRA TEMPO FUOCO, LE ARTI DELLA CERAMICA Cattedrale ex-Macello, RAM PD<br />

2010 - PERSONALE CERAMICHE ARTISTICHE, Centro Civico La Torre, Padova<br />

AZIONI ARTISTICHE<br />

2013 - OPEN WALL Performance ed installazione collettiva - Bastione Alicorno PD<br />

2013 - STRATIFICAZIONI TEMPORALI AZ. 1, Azione artistica collettiva Azienda S. Marco VE<br />

2013 - STRATIFICAZIONI TEMPORALI AZ. 2 Installazione - Bastione Alicorno PD<br />

2012 - MATER GENESI Azione artistica collettiva, Ex Macello PD<br />

2012 - PUPEES Work in progress collettivo, installazione on site Ex Macello PD<br />

2012 - IN-VASATI Azione artistica collettiva, Faenza ARGILLA’ ITALIA<br />

2011 - IN-VASATI Azione artistica collettiva, Ex Macello PD<br />

2011 - VASI IN-VASATI, CRUDO E COTTO installazione on site Ex Macello PD<br />

COLLETTIVE TEMATICHE AMBIENTALI<br />

2013 - GARDEN_ART Artisti per gli alberi - Parco Europa, PD<br />

2012 – ESTE GARDEN ART Giar<strong>di</strong>ni del Castello <strong>di</strong> Este / Sala Pescheria Vecchia<br />

2011 - IL RICHIAMO DELLA FORESTA, Stra, Venezia<br />

2011 - GARDEN ART, INVITI ALLA LETTURA, Argini del fiume Scaricatore, PD<br />

2011 - ESTE_GARDEN ART, Giar<strong>di</strong>ni,Castello, Este e Sala Pescheria Vecchia, Este<br />

2011 - RICICLARTI - Riuso creativo e consumo sostenibile, Cattedrale Ex-Macello, PD<br />

2010 - DELARSIRLO’ /DE L’ART SUR L’EAU , PD<br />

2010 - IL GIARDINO CONTEMPORANEO, Sacile, Pordenone<br />

2010 - ESTE_GARDEN ART, Giar<strong>di</strong>ni del Castello <strong>di</strong> Este<br />

2009 - L’ACQUA E IL SUO FLUIRE - Mostra <strong>di</strong> Fotografia, Palazzo Moroni , PD<br />

2009 - TODAY MATER LUX, Massaria Luce, Napoli<br />

2009 - PREMIO TERNA02, Roma<br />

2009 - RICICLARTI - Riuso creativo e consumo sostenibile, Cattedrale Ex-Macello, PD<br />

2009 - CONTEMPORARY ECOAART CONTEST – Roma 2009<br />

2009 - ABSTRACT VIII EDIZIONE – I* International Mail Art Per la salvaguar<strong>di</strong>a del Tagliamento<br />

Consiglio Regionale Friuli Venezia Giulia, e nei Comuni <strong>di</strong>: Ragogna, San Vito , S.Daniele<br />

del Friuli, Dignano, Spilimbergo, Sequals.<br />

COLLETTIVE ARTI VISIVE<br />

2014 - ARTISTI AL MURO, GALLERIA D’ARTE CONTEMPORANEA ALL’APERTO<br />

Padova Centro Storico<br />

2012 - LO SPORT NELL’ARTE ATTRAVERSO LO S<strong>GUARDO</strong> DELLE DONNE, PD<br />

2011 - PERCEZIONE, Bastione Alicorno, PD<br />

2011 - LIVE 02/C LiveinMuseum Fabrikarte nei Musei, Museo delle Macchine Termiche Centanin,<br />

Monselice PD<br />

2011 - ASTA DI BENEFICENZA, Centro Culturale Altinate/S.Gaetano, PD<br />

2010 - ARTISTI AL MURO, PD<br />

2010 - XX.9.12 FABRIKArte – Archivio Vinile, Il Molo - Ferrara<br />

2010 - PREMIO TERNA 03, Roma<br />

2010 - PASSAGGI ARTISTICI: L’AURA IN ROSA, BASTIONE SANTA CROCE, PD<br />

2010 - DONNE NELL’ARTE - 50 ARTISTE A PADOVA, Galleria Cavour, PD<br />

2010 - INDIVIDUARTI , Ex Macello, PD<br />

2010 - XX.9.12 FABRIKArte – Archivio Vinile, Bolognesi Arci Culture Club – Ferrara<br />

2009 - VERBAMANENT - Fabbricanti <strong>di</strong> Libri 2009 Aradeo (LE)<br />

2009 - PAESAGGI INTERIORI, Sala della Gran Guar<strong>di</strong>a - PD<br />

2009 - AMERICANA, PD<br />

2009 - TEMPO - Mostra <strong>di</strong> Fotografia, PD<br />

2009 - ASTRARTI, EMOZIONE ARTE E SCIENZA, Anno Internazionale dell’Astronomia<br />

Ex-macello, PD - Palazzo Congressi Lido <strong>di</strong> Venezia<br />

2009 - DISOMOGENEA, Pescheria Vecchia, Este, PD<br />

2009 - IL RISVEGLIO DELL’ARTE, Oratorio Beata vergine del Rosario, Limena PD<br />

2009 - PATAVINITAS IERI E DOMANI Loggia della Gran Guar<strong>di</strong>a, PD<br />

2009 - LIBRI D’ARTISTA, Au<strong>di</strong>torium Centro Culturale Altinate/S.Gaetano, PD


CURA ESPOSIZIONE E CATALOGO<br />

2016 - S-<strong>GUARDO</strong> <strong>OLTRE</strong>, Ex Scuderie Palazzo Moroni PD<br />

2013 - FUTURO ANTERIORE, Le Arti della Ceramica Ex Macello PD<br />

2013 - BRICK & BLOCK, Il mattone e le mura, Bastione Alicorno PD<br />

2012 - MATER IN FUOCO, Le Arti della Ceramica Ex Macello PD<br />

2012 - ARGILLA’ ITALIA Performance In-vasati, Piazza del Popolo, Faenza<br />

2011 - SEGNO E RACCONTO, Le Arti della Ceramica Ex Macello PD<br />

2011 - TERRA TEMPO FUOCO, Le Arti della Ceramica, Castello Inferiore Marostica VI<br />

2010 TERRA TEMPO FUOCO, LE ARTI DELLA CERAMICA Ex-Macello PD<br />

CURA EVENTI<br />

2016 - BODY PERCUSSION CON I TEBATO all’inaugurazione <strong>di</strong> S-<strong>GUARDO</strong> <strong>OLTRE</strong> Ex Scuderie <strong>di</strong> Palazzo Moroni PD<br />

2012 - MATER IN FUOCO, Spirale , Ist. Arte P.Selvatico, installazione on site Ex Macello PD<br />

2011 - LE MANI SULLA TERRA Rea<strong>di</strong>ng poetico <strong>di</strong> Carla Collesei con Associazione Abracalam -Ex Macello PD<br />

2011 - COTTURE CERAMICHE SPERIMENTALI SITE SPECIFIC, Made in Nove Ex Macello PD<br />

2011 - SEGNO E RACCONTO Nitriti Mutanti, Liceo Artistico Mo<strong>di</strong>gliani, installazione on site Ex Macello PD<br />

2010 - RITMI DI TERRA percussionista Ernesttico su ciotole <strong>di</strong> E. Stropparo - Ex Macello PD<br />

CONFERENZE<br />

2016 - S-<strong>GUARDO</strong> <strong>OLTRE</strong> E.M. Vanzelli Della Natura e dell’arte. Alcuni esempi legati al concetto <strong>di</strong> rizoma e oltre<br />

Ex Scuderie <strong>di</strong> Palazzo Moroni PD<br />

2016 - S-<strong>GUARDO</strong> <strong>OLTRE</strong> L. Roma Frammenti d’utopia, Letture poetiche, Ex Scuderie <strong>di</strong> Palazzo Moroni PD<br />

2016 - S-<strong>GUARDO</strong> <strong>OLTRE</strong> L. Fantinel Da Madre a Matrice - Perché l’arte serve?, Ex Scuderie <strong>di</strong> Palazzo Moroni PD<br />

2016 - S-<strong>GUARDO</strong> <strong>OLTRE</strong> A. Ruta Serafini , F. Veronese Veneto antico al femminile: dee, dee madri, donne<br />

Ex Scuderie <strong>di</strong> Palazzo Moroni PD<br />

2013 - BRICK & BLOCK, IL MATTONE E LE MURA - Storia, tra<strong>di</strong>zione e socialità nell’uso degli elementi laterizi<br />

Bastione Alicorno PD<br />

2013 - FUTURO ANTERIORE - F. Veronese Conversazione sulla ceramica nell’antichità - Ex Macello PD<br />

2013 - FUTURO ANTERIORE - M. Zauli Conversazione sulla ceramica contemporanea Ex Macello PD<br />

2012 - MATER IN FUOCO - AAVV. L’arte delle donne tra espressione estetica e comunicazione - Palazzo Moroni PD<br />

2012 - MATER IN FUOCO - A. Cornacchione, I veneti antichi e le custo<strong>di</strong> del fuoco Ex Macello PD<br />

2011 - SEGNO E RACCONTO - C. Zanolli Tra<strong>di</strong>zione artistica nella piastrella ceramica, Ex Macello PD<br />

F. Caoduro La tecnica della fotoceramica - Ex Macello PD<br />

2011 - SEGNO E RACCONTO - A. Bonal<strong>di</strong>, Cottura sculture ceramiche site specific -Ex Macello PD<br />

2011 - SEGNO E RACCONTO - R. Biavati e La Bottega delle stelle - Ex Macello PD<br />

2011 - SEGNO E RACCONTO - G. Scapin, L’arte ceramica tra la concezione estetica occidentale e orientale<br />

Ex Macello PD<br />

2011 - SEGNO E RACCONTO - Made in Nove, Cotture ceramiche sperimentali - Ex Macello PD<br />

MULTIMEDIA<br />

2013 - BRICK & BLOCK, IL MATTONE E LE MURA: Cinema & Video In<strong>di</strong>pendente, Da un mondo segnato da muri<br />

<strong>di</strong> separazione ai vivaci muri <strong>di</strong>pinti della street art - Cinema Fronte del Porto PD<br />

2012 - MATER IN FUOCO Esposizione fotografica e video Fatue, Fotoclub Padova, fotografi in<strong>di</strong>pendenti -Ex Macello PD<br />

2011 - SEGNO E RACCONTO Esposizione fotografica e video artisti, Fotoclub Padova e fotografi in<strong>di</strong>pendenti<br />

Ex Macello PD<br />

LABORATORI DI CERAMICA<br />

2013 - FUTURO ANTERIORE, Le Arti della Ceramica Ex Macello PD<br />

2013 - BRICK & BLOCK, Il mattone e le mura, Bastione Alicorno PD<br />

2012 - MATER IN FUOCO, Le Arti della Ceramica Ex Macello PD<br />

2011 - SEGNO E RACCONTO, Le Arti della Ceramica Ex Macello PD<br />

2010 TERRA TEMPO FUOCO, Le Arti della Ceramica Ex Macello PD


PADOVA OTTOBRE 2016

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