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CLAUDIO BERNARDI INTERVISTA FRANZ 43<br />

a risultati migliori <strong>se</strong> si sdrammatizzano le situazioni e si evita troppa<br />

<strong>se</strong>riosità. Credo, però, che a qualcuno il <strong>se</strong>nso dell’umorismo sia stato<br />

donato e ad altri un po’ meno. Hai <strong>dei</strong> suggerimenti?<br />

Franz: Hai detto bene. Troppa <strong>se</strong>riosità non giova. In teatro cerchiamo<br />

<strong>se</strong>mpre di non guardare nessuno, perché <strong>se</strong> incrociamo facce troppo<br />

<strong>se</strong>rie rischiamo di bloccarci; allora, io personalmente, guardo un punto,<br />

l’uscita di sicurezza solitamente. Lo stesso effetto mi fa dal palcoscenico<br />

uno che guarda il cellulare: io ve lo dico, da lì si vede tutto, perché<br />

vi si illumina la faccia…<br />

Non so dire come si possa coltivare l’ironia, però, <strong>se</strong> si riesce a<br />

sdrammatizzare, i figli respirano un’aria diversa… Ai ragazzi non si deve<br />

trasmettere chiusura, violenza, pesantezza, anche quando ci <strong>sono</strong> problemi<br />

molto gravi. Non si devono cioè scaricare su di loro responsabilità<br />

troppo grandi.<br />

Ho <strong>se</strong>mpre scherzato, anche quando facevo il mio lavoro di educatore<br />

e lo faccio anche con Vincenzo. Penso che ci si debba divertire molto,<br />

ma anche es<strong>se</strong>re molto <strong>se</strong>ri quando è il caso di es<strong>se</strong>rlo. Spesso il sorriso<br />

è visto come <strong>se</strong>gno di superficialità, invece sarebbe bello educare oltre<br />

che all’impegno, allo studio (che <strong>sono</strong> non importanti, ma fondamentali)<br />

anche al sorriso.<br />

Nella mia famiglia un lavoro legato al sorriso equivaleva a non fare<br />

niente, a perdere tempo, ma non è così! Se avessi avuto un figlio gli<br />

avrei detto: “Fai pure questo lavoro, ma fallo con <strong>se</strong>rietà e contemporaneamente<br />

<strong>se</strong>mina anche altre co<strong>se</strong> nella vita”.<br />

C. Bernardi: Cosa ti genera maggiore ansia nel tuo lavoro?<br />

Franz: È un grosso esame il nostro lavoro. Scriviamo <strong>dei</strong> testi, ma non<br />

sappiamo cosa funzionerà e cosa non. Se tu fai una domanda ad uno<br />

studente e gli chiedi cosa ha scritto Aristotele, non metti certo in discussione<br />

quello che ha scritto Aristotele, <strong>se</strong>mmai come te lo riporta lo studente.<br />

Uno che viene a vedere me può, invece, mettere in discussione<br />

quello che ho scritto. Il primo stress è: farà ridere? Solo quando arriva la<br />

prima risata ne <strong>se</strong>i veramente sicuro.<br />

Certo, dopo tanti spettacoli, intuisci quando la gente riderà, quando<br />

arriveranno gli applausi, dopo un po’ impari alcune dinamiche.<br />

C. Bernardi: Che messaggio vuoi lasciare a questi ragazzi?<br />

Acquistato da maria teresa spiga su VitaPensiero_store il 2016-12-13 08:51 Numero Ordine Libreria: 201201600029405 Copyright © 2016, Vita e Pensiero

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