PORTAVOCE DI SAN LEOPOLDO MANDIC - luglio-agosto 2017
Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)
Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)
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Portavoce<br />
N. 6 - LUGLIO-AGOSTO <strong>2017</strong><br />
di san Leopoldo Mandić<br />
Mensile - anno 57 - n. 6 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD<br />
RIPREN<strong>DI</strong>AMOCI<br />
IL TEMPO<br />
NOVENA E FESTA<br />
<strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />
ECCO PERCHÉ<br />
<strong>LEOPOLDO</strong><br />
ATTRAEVA<br />
I VOLONTARI «AMICI<br />
<strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> FRANCESCO»<br />
AL SERVIZIO<br />
<strong>DI</strong> POVERI<br />
E IMMIGRATI
N. 6 LUGLIO-AGOSTO <strong>2017</strong> ANNO 57<br />
IN QUESTO NUMERO<br />
E<strong>DI</strong>TORIALI<br />
3 / Riprendiamoci il tempo / Ai lettori / di Giovanni Lazzara<br />
6 / Quando muore un santo, è la morte che muore! / La voce del santuario<br />
di Flaviano G. Gusella<br />
ATTUALITÀ ECCLESIALE<br />
9 / Periscopio cattolico / a cura di Giovanni Lazzara<br />
14 / Fatima, 1917-<strong>2017</strong>, l’apparizione mariana più profetica /<br />
di Daniela Del Gaudio<br />
18 / Al servizio di poveri e immigrati / di Serena del Santo<br />
FEDE & VITA<br />
20 / «Sia fatta la tua volontà» / Il «Padre nostro», la preghiera di Gesù > 5 /<br />
a cura di Carlo Roccati<br />
21 / Come fare la volontà di Dio? / del card. Carlo Maria Martini<br />
23 / Come leggere (e interpretare) la Bibbia / di Roberto Giovanni Timossi<br />
<strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong>, IERI E OGGI<br />
25 / Novena e festa di san Leopoldo /<br />
Il fine intuito e la santità di vita: ecco perché Leopoldo attraeva /<br />
di Alessandro Minarello<br />
Ha preso sul serio il vangelo / di Amelio Brusegan<br />
34 / Il battesimo di santa Giustina / Arte in santuario / di Anna Artmann<br />
RUBRICHE<br />
4 / Lettere a Portavoce / di Aurelio Blasotti<br />
33 / Grazie, san Leopoldo / a cura della Redazione<br />
36 / Vita del santuario / a cura della Redazione<br />
38 / Calendario liturgico / di Sisto Zarpellon<br />
COME SOSTENERE «<strong>PORTAVOCE</strong>»<br />
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- con assegno bancario intestato a: «Provincia Veneta dei Frati Minori Cappuccini» e inviato<br />
a: Santuario san Leopoldo Mandić, piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova<br />
Portavoce<br />
di san Leopoldo Mandić<br />
Periodico di cultura religiosa<br />
dell’Associazione «Amici di San Leopoldo»<br />
Direzione, Redazione, Amministrazione<br />
Associazione «Amici di San Leopoldo»<br />
Santuario san Leopoldo Mandić<br />
Piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova<br />
Tel. 049 8802727 - Fax 049 8802465<br />
Redazione: direttore@leopoldomandic.it<br />
Santuario: info@leopoldomandic.it<br />
Direttore e Redattore<br />
Giovanni Lazzara<br />
Dir. Responsabile<br />
Luciano Pastorello<br />
Hanno collaborato a questo numero<br />
Aurelio Blasotti, Flaviano G. Gusella, Daniela<br />
Del Gaudio, Serena del Santo, Carlo Roccati,<br />
card. Carlo M. Martini, Roberto G. Timossi,<br />
mons. Rino Fisichella, Anna Artmann, Sisto<br />
Zarpellon e Fabio Camillo<br />
Impaginazione<br />
Barbara Callegarin<br />
Stampa<br />
Stampe Violato - Bagnoli di Sopra (PD)<br />
Registrazione Tribunale di Padova<br />
n. 209 del 18.10.1961<br />
Iscrizione al R.O.C. n. 13870<br />
Con approvazione ecclesiastica<br />
e dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini<br />
Editore<br />
Associazione «Amici di san Leopoldo»<br />
Spedizione in abbonamento postale<br />
Nel rispetto del D.L. n. 196/2003 Portavoce di san Leopoldo<br />
Mandić garantisce che i dati personali relativi agli associati<br />
sono custoditi nel proprio archivio elettronico con le<br />
opportune misure di sicurezza. Tali dati sono trattati<br />
conformemente alla normativa vigente, non possono<br />
essere ceduti ad altri soggetti senza espresso consenso<br />
dell’interessato e sono utilizzati esclusivamente per l’invio<br />
della Rivista e iniziative connesse<br />
In copertina: un giorno di vacanza nelle Dolomiti<br />
Le foto, ove non espressamente indicato, hanno valore<br />
puramente illustrativo<br />
Chiuso in prestampa il 17.5.<strong>2017</strong><br />
Consegnato alle poste tra il 12 e il 16.6.<strong>2017</strong><br />
Rettore del santuario<br />
Fra Flaviano Giovanni Gusella<br />
Santuario san Leopoldo Mandić<br />
Piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova<br />
Tel. 049 8802727 - Fax 049 8802465<br />
www.leopoldomandic.it
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l’allargamento di visuale delle<br />
aspirazioni del santo: dal desiderio<br />
della riconciliazione dei cristiani<br />
di confessione ortodossa<br />
con i cristiani di confessione<br />
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in età giovanile, alla speranza<br />
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8 | Portavoce | <strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong> <strong>2017</strong>
ATTUALITÀ<br />
ECCLESIALE<br />
Al servizio<br />
di poveri e immigrati<br />
La carica della solidarietà fa 500. Nella schiera<br />
dei volontari «Amici di San Francesco» dirigenti,<br />
insegnanti e pensionati<br />
◼ <strong>DI</strong> SERENA <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong>TO<br />
Sono un esercito spesso invisibile<br />
che serve a tavola<br />
nelle mense per i poveri,<br />
nelle strutture che accolgono<br />
gli immigrati. Un<br />
esercito che si occupa delle pulizie<br />
degli edifici religiosi e di tante<br />
altre incombenze. Collaborano<br />
inoltre alle attività missionarie.<br />
Sono giovani, pensionati, uomini e<br />
donne che con la loro vita testimoniano<br />
lo stile francescano della fraternità.<br />
Si sono presentati in 300 a<br />
Rovigo, l’8 aprile scorso, da tutto il<br />
Triveneto, per festeggiare insieme<br />
l’arrivo della Pasqua. L’associazione<br />
di volontariato «Amici di San<br />
Francesco», a cui aderiscono più<br />
di 500 volontari del Veneto e del<br />
Friuli Venezia Giulia, si è riunita<br />
nella chiesa dei frati Cappuccini<br />
per vivere insieme un momento di<br />
condivisione e di preghiera. A celebrare<br />
la messa fra Albino Boscolo,<br />
insieme al presidente dell’associazione<br />
fra Silvano Galuppi, che si<br />
sono poi uniti ai fedeli e ai volontari<br />
nel vicino convento per consumare<br />
il rinfresco che è stato preparato<br />
per l’occasione.<br />
L’associazione «Amici di San<br />
Francesco» è nata nel 1999 per<br />
volontà dei superiori maggiori<br />
della Provincia veneta dei frati<br />
Cappuccini, a seguito della diminuzione<br />
numerica dei frati e dell’aumento<br />
dei collaboratori volontari,<br />
ed è stata iscritta al registro regionale<br />
veneto delle organizzazioni di<br />
volontariato nel 2000. L’associazione<br />
fa capo a un consiglio regionale<br />
composto da cinque membri, due<br />
dei quali, così come prevede lo statuto,<br />
deve far parte del gruppo dei<br />
fondatori e si rinnova ogni tre anni.<br />
I volontari – giovani, pensionati,<br />
uomini e donne – svolgono una<br />
vera e propria attività di collaborazione<br />
e talvolta anche di supplenza<br />
laddove oggi non possono arrivare<br />
i frati. Prestano la loro opera nelle<br />
mense per i poveri o altre attività<br />
caritative, collaborazione all’attività<br />
missionaria, servizi alle chiese,<br />
ai conventi, ai campi-scuola estivi,<br />
e servizi «per le fraternità» come la<br />
cucina, la sartoria, la portineria, le<br />
pulizie e anche le piccole manutenzioni.<br />
Tuttavia, è fondamentale che<br />
i volontari sappiano non soltanto<br />
«fare», ma anche «testimoniare» lo<br />
stile francescano di fraternità.<br />
L’attività di volontariato diventa<br />
per molti l’offerta di un dono che li<br />
aiuta a mettere se stessi e le proprie<br />
capacità al servizio degli altri.<br />
A livello locale, i volontari fanno<br />
capo al guardiano della fraternità<br />
dei Cappuccini, anche quando<br />
hanno un loro organo direttivo,<br />
con un responsabile e un consiglio<br />
da loro eletto (a Mestre, Padova,<br />
Lendinara, Rovigo e Thiene). Ogni<br />
attività viene svolta sotto la guida,<br />
gli orientamenti e in armonia con<br />
quanto stabilisce il guardiano e la<br />
fraternità dei frati. L’associazione,<br />
sia a livello regionale che a livello<br />
locale, tramite i guardiani o i loro<br />
delegati, provvede a organizzare<br />
momenti di formazione umana,<br />
spirituale, francescana per far sì<br />
che ogni attività sia svolta secondo<br />
uno spirito autentico di donazione<br />
e di gratuità.<br />
Alcune testimonianze<br />
«Il volontariato fa parte della nostra<br />
vita». Così commentano le<br />
loro esperienze gli associati degli<br />
«Amici di San Francesco» di Rovigo<br />
Maurizio Pagliarello e Lauro<br />
Osti. «In un modo o nell’altro siamo<br />
sempre stati coinvolti da associazioni<br />
che avevano lo scopo di<br />
aiutare il prossimo – raccontano –,<br />
chi con i volontari della Protezione<br />
civile, chi con associazioni come<br />
l’Ail (Associazione italiana contro<br />
le leucemie). Ci siamo avvicinati<br />
a questa realtà perché sapevamo<br />
che cercavano altri volontari da<br />
inserire nel loro organico. Siamo<br />
stati inseriti nel servizio mensa e<br />
ci siamo resi conto che, effettivamente,<br />
avevano bisogno di aiuto.<br />
Da qualche decina di bisognosi, il<br />
numero è salito a 60 ed era difficile<br />
riuscire a seguire tutti. Siamo<br />
orgogliosi di quello che facciamo<br />
– sottolineano –. Aiutare gli altri<br />
18 | Portavoce | <strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong> <strong>2017</strong>
Alcuni volontari dell’Associazione «Amici di San Francesco» nell’incontro svoltosi a Rovigo lo scorso aprile<br />
rende felici anche noi e la compagnia<br />
del nostro responsabile, frate<br />
Mario Manfrin, è tra le migliori».<br />
«Credo che ci accomuni il desiderio<br />
di servire gli altri – continua<br />
Alessandra Recchiuti, associata<br />
ed ex presidente dell’associazione<br />
GLI «AMICI <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> FRANCESCO» A PADOVA<br />
Sono circa 80 i volontari dell’associazione Amici di san Francesco che<br />
fanno riferimento al convento di Padova. Il numero più nutrito, circa 60,<br />
presta servizio alla mensa dei frati per i poveri, altri sono impegnati nella<br />
portineria del convento e in alcuni servizi al santuario di san Leopoldo<br />
(negozio di articoli religiosi e pulizie della chiesa) entrando così in contatto<br />
con tante persone che giungono al convento (poveri, pellegrini, fedeli). C’è<br />
anche chi aiuta nell’orto del convento.<br />
La tipologia dei volontari è molto diversa: pensionati che donano il loro<br />
tempo; giovani che vogliono fare esperienza di servizio, in particolare con<br />
i poveri; religiosi che si lasciano maggiormente coinvolgere con la povertà.<br />
Insomma, persone che provengono da cammini e lavori diversi che si<br />
rendono disponibili, con semplicità, a «sporcarsi» le mani per aiutare. Ciò<br />
che caratterizza però il tutto è lo spirito che i frati cercano di coltivare nei<br />
volontari: lo spirito francescano, cioè evangelico, dove primeggia il «dono»:<br />
del tempo, delle capacità, della disponibilità, in sostanza della vita. Gesù ci<br />
ha detto che «non c’è amore più grande di questo: dare la vita per i propri<br />
amici», e questo è quello che hanno vissuto Francesco e Chiara d’Assisi,<br />
lasciandolo in eredità a tutti coloro che li sentono vicini. L’esperienza della<br />
«fraternità» è importante, perché è nello stare insieme che impariamo a<br />
scoprire il bisogno dell’altro, pur nella difficoltà di accogliersi così come si è.<br />
Esperienza umana, esperienza cristiana e francescana: questo è quello che<br />
si respira tra i volontari di Padova.<br />
Se qualche lettore fosse interessato, non abbia paura: chieda e sarà il<br />
benvenuto. Diventare fratelli è quello che ci ha insegnato Gesù e noi, come<br />
piccola scuola, ci rendiamo disponibili. Dimenticavo: alcuni volontari sono<br />
membri dell’Ordine Francescano Secolare, laici che condividono con i frati<br />
il carisma francescano e testimoniano Gesù sullo stile di san Francesco,<br />
sempre rimanendo nel mondo (anche il cammino dell’Ofs è importante e i<br />
frati sono disponibili a farlo conoscere).<br />
Silvano Galuppi<br />
a Rovigo –. Dedichiamo il nostro<br />
tempo libero agli altri e lo facciamo<br />
con il sorriso sulle labbra. Ho<br />
cominciato nel 1998 – racconta – e<br />
in quegli anni eravamo davvero<br />
pochi. Poi il gruppo si è ampliato e<br />
da qui è nata la decisione di istituire<br />
una vera e propria associazione.<br />
Avevo cominciato con il servizio<br />
mensa e la distribuzione del vestiario,<br />
ora mi occupo delle pulizie<br />
della chiesa quando è chiusa al<br />
pubblico. Una delle cose che più<br />
coinvolgono di questa associazione<br />
– prosegue – sono i momenti di<br />
aggregazione, organizzati durante<br />
tutto l’anno, che avvicinano ogni<br />
realtà attiva nel Triveneto. Il più<br />
interessante è forse quello di Posina,<br />
che si tiene ogni settembre».<br />
«Quello che rende speciale il<br />
gruppo di volontari del Triveneto<br />
– evidenzia il presidente frate Silvano<br />
Galuppi – è la condivisione<br />
della spiritualità francescana. La<br />
semplicità, l’umiltà e l’accoglienza<br />
nei confronti del prossimo: sono<br />
una vera testimonianza di fede. È<br />
solo grazie a tutte queste persone<br />
che noi frati possiamo gestire così<br />
tanti servizi distribuiti sul territorio».<br />
«Siamo un gruppo davvero<br />
affiatato – dice con soddisfazione<br />
Roberto Astolfi, presidente locale<br />
degli Amici di San Francesco – che<br />
alterna momenti di servizio a incontri<br />
conviviali, dove possiamo<br />
stare tra di noi e godere di una serata<br />
in compagnia e allegria, rinforzando<br />
ulteriormente l’intesa e<br />
lo spirito del gruppo». P<br />
(da: Il Resto del Carlino, Rovigo, 9 aprile<br />
<strong>2017</strong>)<br />
<strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong> <strong>2017</strong> | Portavoce | 19
FEDE & VITA<br />
fatta la tua volontà,<br />
come in cielo così<br />
in terra». Con questa<br />
«Sia<br />
espressione chiediamo<br />
al Signore ciò che<br />
lui vuole. Non siamo noi che gli<br />
diciamo che cosa deve fare, vogliamo<br />
invece renderci disponibili<br />
al suo progetto. Ma che cosa<br />
significa «volontà di Dio»? In che<br />
senso chiediamo che «si faccia<br />
la volontà di Dio»? Il problema è<br />
intenderla in modo corretto. Nel<br />
Vangelo di Matteo, al capitolo 18<br />
– in cui si parla della Chiesa e della<br />
sua organizzazione –, al termine<br />
della parabola della pecora smarrita<br />
Gesù dice: «Così è volontà del<br />
Padre vostro che è nei cieli, che<br />
neanche uno di questi piccoli si<br />
perda» (v. 14). Ecco la volontà di<br />
Dio: che anche l’essere più piccolo,<br />
«Sia fatta la tua volontà»<br />
considerato meno significante, è<br />
prezioso agli occhi di Dio, che non<br />
vuole vada perduto.<br />
«Neanche uno di questi<br />
piccoli si perda»<br />
Dunque, l’azione di Dio contenuta<br />
nella sua «volontà» riguarda la<br />
«salvezza», cioè la realizzazione<br />
personale di ognuno degli esseri<br />
umani. Possiamo pensare la salvezza<br />
come l’opposto del fallimento:<br />
Dio vuole la nostra salvezza nel<br />
senso che non vuole il nostro fallimento.<br />
Il concetto è forse un po’<br />
difficile da comprendere.<br />
È vero, gli anziani ci hanno insegnato<br />
che «non si muove foglia<br />
che Dio non voglia». Un’affermazione<br />
che può essere pericolosa, se<br />
usata per giustificare tutto il reale:<br />
tutto quello che capita è voluto da<br />
Dio, ma se è voluto da Dio non può<br />
che essere buono.<br />
Il «Padre nostro», la preghiera di Gesù > 5<br />
La volontà di Dio non va identificata semplicemente<br />
con quello che capita o scambiata con i nostri desideri<br />
◼ A CURA <strong>DI</strong> CARLO ROCCATI<br />
Ragionando in questo modo, ci<br />
troviamo di fronte al problema di<br />
mettere insieme la libertà dell’uomo<br />
e il progetto di Dio. Fino a che<br />
punto siamo liberi di agire, se Dio<br />
ci «costringe» a fare ciò che vuole?<br />
E se possiamo fare liberamente ciò<br />
che vogliamo, è possibile anche<br />
compiere qualcosa che lui «non<br />
vuole», e quindi «muovere una foglia»<br />
che lui non vuole?<br />
Conflitti<br />
I casi della vita sembrano presentare<br />
molte situazioni di «conflitto»<br />
tra realtà e volontà, tra libertà<br />
umana e volontà divina. Come<br />
interpretare, per esempio, una situazione<br />
di malattia grave con la<br />
volontà di Dio, che vuole per noi<br />
sempre la salvezza? Forse Dio vuole<br />
la malattia? Non lo sappiamo. È<br />
importante non rispondere con<br />
troppa precipitazione, sia in un<br />
senso che in un altro. Certamente<br />
è azzardato dire che Dio voleva<br />
che quella persona si ammalasse<br />
gravemente; ma è altrettanto difficile<br />
dire che Dio non vuole quella<br />
determinata situazione, quella<br />
malattia. Non abbiamo elementi<br />
sufficienti per dire ciò che pensa<br />
Dio e che cosa vuole. Però una<br />
cosa è chiara: Dio vuole la nostra<br />
20 | Portavoce | <strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong> <strong>2017</strong>
<strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />
IERI E OGGI<br />
Novena e festa<br />
di san Leopoldo<br />
Pellegrini in gruppo, devoti, famiglie e,<br />
come sempre, tanti padovani hanno<br />
espresso la loro devozione verso il frate<br />
dalmata, popolarissimo confessore di<br />
Padova. Nell’anno del 75° anniversario<br />
della sua morte, le diverse parrocchie<br />
del vicariato padovano di Dolo hanno<br />
animato la novena iniziata il 3 maggio.<br />
Una loro rappresentanza era<br />
presente, con i parroci e le autorità<br />
civili e militari di Padova, alla<br />
celebrazione principale del giorno<br />
della festa, quella delle ore 19,<br />
presieduta da S.E. mons. José<br />
Octavio Ruiz Arenas, vescovo<br />
colombiano e segretario<br />
del Pontificio consiglio per<br />
la promozione della nuova<br />
evangelizzazione<br />
Il fine intuito e la santità di vita:<br />
ecco perché Leopoldo attraeva<br />
◼ <strong>DI</strong> ALES<strong>SAN</strong>DRO MINARELLO* - FOTO <strong>DI</strong> DANIELE BETTELLA<br />
Pellegrini di comunità diverse – provenienti<br />
dal vicariato di Dolo e da quella vasta e sempre<br />
attraente zona veneziana conosciuta con<br />
il nome di Riviera del Brenta – sono venuti<br />
nei giorni scorsi in questo santuario, luogo<br />
benedetto dalla presenza umile e santa di padre<br />
Leopoldo, dai tratti accoglienti del suo cuore e dal suo<br />
lungo e fecondo ministero della Misericordia. […]<br />
Siamo qui, personalmente attratti dalla sua figura<br />
umile e santa, per presentare al Signore, con la<br />
sua intercessione, la nostra vita, le nostre personali<br />
intenzioni. E portiamo davanti alla sua tomba anche<br />
la preghiera di tanti nostri fratelli e sorelle che sanno<br />
che noi siamo qui: molti di loro ci hanno affidato le loro<br />
intenzioni, la loro sofferenza, le difficoltà della loro<br />
salute, le loro situazioni familiari...<br />
Sulla scia di tantissime altre persone che il santo<br />
confessore ha incontrato nei trent’anni del suo ministero<br />
sacerdotale esercitato qui a Padova, ci sentiamo<br />
come conosciuti per nome e capiti in tutto quello che<br />
<strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong> <strong>2017</strong> | Portavoce | 25
▶ novena e festa di san leopoldo<br />
abbiamo dentro di noi. A noi non resta che ascoltare<br />
quello il Signore ci dice e ci suggerisce nella Parola<br />
che abbiamo ascoltato e affidare a padre Leopoldo<br />
quello che abbiamo nel nostro cuore.<br />
La prima cosa che vorrei chiedere a padre Leopoldo<br />
è un aspetto della sua vita nel quale egli è cresciuto<br />
molto, umanamente e spiritualmente, fino ad essere<br />
un esemplare testimone di Gesù sull’esempio di san<br />
Francesco.<br />
Il giovane Bogdan Ivan ebbe modo di conoscere a<br />
Castelnuovo di Cattaro, suo paese natale, i frati francescani<br />
cappuccini e avvertì il desiderio di entrare<br />
nella loro fraternità. Era poco più che ragazzo quando,<br />
quasi ventenne, si impegnò a vivere la Regola e lo<br />
spirito di san Francesco.<br />
In questo cammino spirituale aveva il desiderio di<br />
essere missionario nelle terre d’Oriente per promuovere<br />
l’unità dei cristiani cattolici e ortodossi.<br />
Si impegnò molto per prepararsi a questa desiderata<br />
missione, ma le decisioni dei suoi superiori – che, con<br />
sapienza e prudenza, hanno tenuto presenti le sue fragili<br />
condizioni di salute – gli chiesero una obbedienza<br />
diversa. Egli la accolse e, portando per tutta la vita dentro<br />
al suo cuore i suoi desideri, si dedicò con grande<br />
disponibilità a quello che la volontà di Dio gli chiedeva.<br />
Trovo in questa sua obbedienza l’applicazione di<br />
alcune parole che abbiamo ascoltato da san Paolo<br />
nella Seconda lettera ai Corinzi: «Non guardiamo più<br />
nessuno alla maniera umana, se anche abbiamo conosciuto<br />
Cristo alla maniera umana ora non lo conosciamo<br />
più così» (2Cor 5,16).<br />
Credo che padre Leopoldo abbia camminato<br />
nell’obbedienza alla volontà di Dio con la consapevolezza<br />
che obbedire al Signore e alla sua volontà –<br />
anche quando questa richiede sacrifici e rinunce<br />
interiori – è imparare a vedere le cose diversamente,<br />
soprattutto quelle che non scegliamo, ma ci vengono<br />
chieste dagli altri o dalle situazioni della vita.<br />
È questo che attraeva le tante persone che andavano<br />
da lui per essere ascoltate, capite, per ricevere il<br />
perdono: fossero persone semplici, aristocratici, persone<br />
di cultura o di responsabilità, preti. Era il suo<br />
fine intuito e la santità della sua vita che attraeva.<br />
Perché attraeva? Ce ne dà risposta ancora la Parola<br />
di Dio. «Tutto viene da Dio… che ha affidato a noi il<br />
ministero della Riconciliazione… per mezzo nostro è<br />
Dio stesso che esorta…» (cf. 2Cor 5,18-20). «Non siamo<br />
stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e<br />
ha mandato il suo Figlio Gesù perché noi avessimo la<br />
vita per mezzo di lui» (Gv 4,9-10).<br />
Era proprio così. Chi entrava nella sua cella e vi ritornava<br />
volentieri, aveva chiara la percezione di non<br />
incontrare un «mercenario», a cui importava poco o<br />
nulla della loro vita, che nelle cose che diceva si accontentava<br />
di frasi fatte o di belle parole, che indicava<br />
agli altri esigenze alte di vita o chiedeva impegni che<br />
lui non viveva o sfiorava appena con un dito… Chi<br />
entrava nella sua cella, invece, aveva la certezza incontrare<br />
il segno vivo di Cristo Buon Pastore che<br />
conosce per nome, che ama, che dà la vita… Ecco<br />
perché la gente andava e ritornava da lui.<br />
Ho avuto la grazia di essere in Piazza Pietro a Roma<br />
il 2 maggio 1976 per la beatificazione di padre Leopoldo<br />
e il 16 ottobre 1983 per la sua canonizzazione. Da<br />
allora, non più dimenticato quello che disse di padre<br />
Leopoldo il papa Paolo VI.<br />
Ecco le sue belle e significative parole: «Chi è colui,<br />
che oggi ci raccoglie per celebrare nel suo nome beato<br />
una irradiazione del vangelo di Cristo, un fenomeno<br />
inesprimibile, eppure chiaro ed evidente… così umile,<br />
così sereno, così assorto da apparire quasi estatico<br />
in una sua propria interiore visione dell’invisibile<br />
presenza di Dio, eppure a noi, per noi così presente,<br />
così accessibile, così disponibile, che pare quasi ci conosca,<br />
e ci aspetti e sappia le nostre cose e possa leggere<br />
dentro di noi… Guarda bene: è un povero, piccolo<br />
cappuccino, sembra sofferente e vacillante, ma<br />
così stranamente sicuro che ci si sente da lui attratti,<br />
incantati… È una debole, popolare, ma autentica<br />
immagine di Gesù che dice a tutti: “Venite a me voi<br />
tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò”».<br />
Anche noi, oggi, siamo qui per questo. Il Signore<br />
ci conceda di ritornare alle nostre case ristorati nello<br />
spirito. P<br />
*parroco di Dolo e vicario foraneo. Omelia tenuta in santuario<br />
l’11.5.<strong>2017</strong><br />
26 | Portavoce | <strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong> <strong>2017</strong>
S.E. mons. José Octavio Ruiz Arenas presiede la celebrazione principale del giorno della festa.<br />
Nelle altre foto, i sindaci dei comuni del vicariato di Dolo e le autorità civili e militari di Padova<br />
Ha preso sul serio il vangelo<br />
◼ <strong>DI</strong> AMELIO BRUSEGAN*<br />
La devozione a san Leopoldo è molto diffusa<br />
nella nostra comunità di Sambruson. Una<br />
nostra concittadina, la prof. Paola Scalella –<br />
profondamente devota al santo, da lei definito<br />
«amico di famiglia» –, ha fatto parte della<br />
commissione per la ricognizione del corpo del santo,<br />
prima del suo trasferimento a Roma nella basilica di<br />
San Pietro (lo scorso anno, in occasione del Giubileo<br />
straordinario della Misericordia, ndr). La sua devozione<br />
nasce da una fotografia scattata da suo padre<br />
Errico, che raffigura il santo frate, verso la fine della<br />
sua vita, ritratto in piedi e sostenuto dal suo bastone.<br />
Molte persone, poi, visitando frequentemente questo<br />
santuario affermano di avere ricevuto dal santo<br />
confessore le grazie richieste. Ma san Leopoldo è un<br />
modello proponibile per ogni cristiano. Soprattutto è<br />
<strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong> <strong>2017</strong> | Portavoce | 27
▶ novena e festa di san leopoldo<br />
I sindaci di quattro comuni veneziani, Dolo, Fiesso d’Artico, Pianiga e Santa Maria di Sala, rispettivamente Alberto Polo,<br />
Andrea Martellato, Massimo Calzavara e Nicola Fragomeni, hanno offerto l’olio per la lampada votiva della Riconciliazione,<br />
sempre accesa sopra la tomba del santo cappuccino. Sotto, momenti della processione offertoriale<br />
una figura, un santo attuale che ha qualcosa da dire<br />
anche noi cristiani di oggi. Proviamo a puntualizzare<br />
alcuni aspetti dell’attualità di questo santo.<br />
◼ Prima di tutto, san Leopoldo è un cristiano che ha<br />
preso sul serio il vangelo. Non l’ha addolcito, non<br />
ne ha ridotto le pretese. San Leopoldo ha la consapevolezza<br />
che il vangelo contiene un messaggio che<br />
lo riguarda personalmente; contiene parole indirizzate<br />
proprio a lui e che, perciò, esigono una risposta<br />
concreta su un piano di scelte precise, di distacchi da<br />
compiere, di un’avventura da vivere coraggiosamente<br />
e lucidamente con tutti i rischi che comporta.<br />
San Leopoldo si sente interpellato, chiamato in causa<br />
personalmente dal vangelo. E la sua risposta costituisce<br />
un impegno totale, coerente, senza mezze misure.<br />
Non si sogna certo di abolire la croce, né di cancellare<br />
la parola «sacrificio» dalla propria vita. Accetta<br />
le croci più ruvide. Lo fa con gioia. Stimolato anche in<br />
questo dallo spirito del suo stesso ordine francescano.<br />
◼ San Leopoldo è anche un’anima che prega. È una<br />
persona che stabilisce rapporti di armonia con tutto<br />
l’universo, che trova il linguaggio giusto per farsi<br />
ascoltare da tutti. È un santo aperto al senso di meraviglia<br />
per le opere create da Dio. Sa ammirare e gustare<br />
le cose semplici. E fa i complimenti a Dio per tutto<br />
questo, con la preghiera.<br />
◼ San Leopoldo, poi, è un testimone d’eccezione<br />
del Cristo, «luce del mondo». È l’avverarsi puntua-<br />
28 | Portavoce | <strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong> <strong>2017</strong>
le e meraviglioso della predizione di Gesù, quando<br />
parlava ai suoi discepoli. Come il granello di senape,<br />
come il lievito nella pasta, come il seme nella terra:<br />
la parola di Dio, anche oggi, cresce e si diffonde. Non<br />
solo ad opera dei missionari e dei teologi, ma di tutti<br />
coloro che, in qualunque ambito della vita, si mettono<br />
al servizio della parola di Dio: genitori, educatori, catechisti,<br />
religiosi.<br />
◼ Sappiamo che san Leopoldo coltivava un anelito<br />
ecumenico nascosto. Il desiderio di evangelizzazione si<br />
volgeva verso Oriente, eppure egli si sentiva «apostolo»,<br />
mandato da Cristo e dalla Chiesa, nell’ambito ristretto<br />
della cella del suo confessionale. E così san Leopoldo<br />
diventa uno strumento perfetto della infinita misericordia<br />
di Gesù nel sacramento della Riconciliazione.<br />
A quanti erano in afflizione diceva: «Fede! Abbiate<br />
fede! Dio è medico e medicina». E a chi gli faceva osservare<br />
l’esiguità della penitenza che dava, rispondeva<br />
con fermezza: «Metta tutto sulle mise spalle!». Si sentiva<br />
responsabile e colpevole di tutto e per tutti. Lo guidava<br />
la parola di Gesù che illumina il senso della sua<br />
missione tra di noi: «Non sono venuto per condannare<br />
il mondo, ma per salvare il mondo» (Gv 12,47).<br />
Non gradiva la parte di «giudice» che tiene<br />
la condanna in tasca. Ci sono molte cose che<br />
vanno storte, e lui si preoccupa, prima di tutto,<br />
di fare andare diritte le cose dentro di sé. C’è<br />
gente che si prostituisce nel denaro, e lui vive<br />
nella più assoluta e gioiosa povertà. C’è gente<br />
che rincorre dignità e onori, e lui rivendica per<br />
sé l’ultimo posto. San Leopoldo ricorda, con la<br />
testimonianza della propria vita, ciò che gli altri<br />
tendono a dimenticare: cioè che di fronte alla<br />
parola di Dio non si può rimanere indifferenti,<br />
neutrali. La risposta è sempre anche una<br />
scelta: o con Gesù o contro di lui. Il Signore dichiara<br />
«beato» chi ascolta la sua Parola e la mette in<br />
pratica. Mentre per chi lo respinge e non accetta le sue<br />
parole ci sarà un giudizio di condanna.<br />
◼ San Leopoldo è, infine, l’uomo dello straordinario<br />
nell’ordinario. Colui che si fa condurre per mano<br />
da Maria. Diceva: «Abbiamo in cielo un cuore di<br />
madre. La Madonna, madre nostra, che ai piedi della<br />
croce soffrì quanto è possibile ad una creatura umana,<br />
comprende i nostri dolori e ci consola».<br />
Possa questo pellegrinaggio costituire un’occasione<br />
favorevole per riscoprire – nelle radici più antiche e<br />
nei valori perenni – le preziose qualità che il nostro<br />
paese ancora oggi presenta: l’attaccamento alla Chiesa<br />
ai suoi insegnamenti, la fedeltà al lavoro, lo spirito<br />
di appartenenza, l’amore alla famiglia e la forte solidarietà<br />
verso gli ultimi. È questa, a pensarci bene, la<br />
«grazia» più bella che san Leopoldo possa fare a noi<br />
e a tutta la nostra comunità parrocchiale. E noi gliela<br />
chiediamo con una grande fede e soprattutto con un<br />
più grande amore. P<br />
*parroco di Sambruson. Omelia tenuta in santuario il<br />
10.5.<strong>2017</strong><br />
Il vescovo Arenas firma il «libro dei pellegrini»<br />
La corale parrocchiale di Sambruson<br />
<strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong> <strong>2017</strong> | Portavoce | 29
▶ novena e festa di san leopoldo<br />
1<br />
I SACERDOTI<br />
DEL VICARIATO<br />
<strong>DI</strong> DOLO CHE<br />
HANNO<br />
PARTECIPATO<br />
ALLA NOVENA<br />
IN ONORE<br />
<strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />
4<br />
7<br />
30 | Portavoce | <strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong> <strong>2017</strong>
3<br />
2<br />
5 6<br />
8<br />
1 don Alberto Baldan (Pianiga); 2 don Massimo Donà<br />
(Fiesso d’Artico); 3 don Danilo Bovo (Caltana);<br />
4 don Sergio Tosetto D’Adam (Arino); 5 don Giuseppe<br />
Cassandro (cappellania ospedale di Dolo); 6 don Moreno<br />
Bagarella (Mellaredo e Rivale); 7 don Davide Zaffin<br />
(Cazzago); 8 don Amelio Brusegan (Sambruson);<br />
9 don Alessandro Minarello (Dolo)<br />
9<br />
<strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong> <strong>2017</strong> | Portavoce | 31
▶ novena e festa di san leopoldo<br />
Veglia di preghiera «I giovani con san Leopoldo»<br />
Silvana Collodo (Università di Padova) e fra Luca Beato<br />
(assistente spir. IRCCS di Brescia) alla presentazione<br />
del libro di Ivano Cavallaro (il primo a destra)<br />
Padre Flaviano Gusella presenta il confessionale di san Leopoldo<br />
al vescovo mons. Arenas, segretario del Pontificio consiglio<br />
per la promozione della nuova evangelizzazione<br />
Padre Roberto Mocellin accoglie Ernesto Olivero (a sinistra)<br />
e i partecipanti al 5° appuntamento mondiale «Giovani della pace»<br />
che ha radunato a Padova circa 60 mila giovani<br />
Coro di Dubrovnik (Croazia)<br />
32 | Portavoce | <strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong> <strong>2017</strong>
GRAZIE,<br />
<strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />
Con la piccola reliquia in mano…<br />
Vorrei dare testimonianza di un miracolo<br />
avvenutomi recentemente. Il 29<br />
dicembre 2016 sono stata ricoverata con<br />
febbre elevata per una diverticolite con<br />
perforazione ed ernia libera in addome<br />
e… altre complicazioni. Le previsioni non erano<br />
buone, per cui i medici curanti premevano per<br />
una operazione chirurgica al fine di asportare il<br />
pezzo di intestino in peritonite. Dopo sei settimane<br />
e varie insistenze del medico curante di farmi<br />
operare, mi hanno sottoposta a colonscopia<br />
completa e, come dimostrano i referti, l’indagine<br />
non ha evidenziato nulla di quanto sopra, se non<br />
la presenza di diverticoli blandi nel colon sinistro.<br />
Mentre mi eseguivano la colonscopia tenevo<br />
stretta nella mia mano una piccola reliquia di san<br />
Leopoldo raffigurante il santo al capezzale di un<br />
malato. Da anni in famiglia siamo devoti di san<br />
Leopoldo, che ringraziamo tanto.<br />
Ada Ramella Rondanini, Lugano (Svizzera), 7.3.<strong>2017</strong><br />
Salute e lavoro<br />
Caro padre Leopoldo, sono venuta a<br />
trovarti a <strong>luglio</strong> per chiederti tante<br />
cose, soprattutto di essere vicino alla<br />
mia famiglia, preoccupata per un<br />
importante intervento che mia madre<br />
doveva affrontare a seguito di un brutto tumore<br />
alla vescica, e poi per chiederti un avanzamento<br />
di carriera per mio marito che lavora all’università,<br />
lo aspetta almeno da una decina di anni. Bene,<br />
caro padre Leopoldo, mia mamma si è salvata<br />
e oggi debbo dire che sta bene e proprio ieri è<br />
arrivata la notizia per mio marito è passato a un<br />
livello superiore. Grazie di cuore, padre Leopoldo!<br />
Ti siamo davvero riconoscenti e ci impegneremo<br />
sempre a far bene il nostro lavoro ogni giorno,<br />
come ci hai insegnato tu, nel rispetto dei piccoli e<br />
dei poveri, offrendo la nostra vita ogni giorno al<br />
Signore. Con affetto.<br />
Gemma, 20.10.2016<br />
Sono passati tantissimi anni… Ricordo era l’anno<br />
1947 quando subii il primo intervento chirurgico<br />
al basso ventre. Ne ebbi un altro nel 1948.<br />
Avevo dolori strazianti e chiesi a un cappellano<br />
dell’ospedale di Padova la novena di padre<br />
Leopoldo (ne avevo solamente sentito parlare).<br />
Non ancora terminata la novena, mi sentii<br />
improvvisamente meglio. Chiamai il primario che<br />
mi aveva operato e lui stesso, scuotendo la testa, al<br />
visitarmi disse: «Questo è un miracolo!». Soltanto<br />
adesso, a 85 anni di età, sono riuscita a ringraziare<br />
per questa grande grazia che ho ricevuto e per<br />
portare la mia testimonianza. A lungo ho pregato<br />
padre Leopoldo e ancora continuerò fino alla fine<br />
dei miei giorni terreni.<br />
Maria Baldo, Urbana (PD), 30.10.2016.<br />
Ho conosciuto san Leopoldo nella basilica romana<br />
di San Lorenzo al Verano, dove mi ero recata a<br />
pregare lui e padre Pio al loro arrivo a Roma, nel<br />
febbraio dello scorso anno. Avevo chiesto ai due<br />
santi una grazia per mio figlio Michele: il lavoro.<br />
Passati pochi giorni il lavoro è arrivato in modo<br />
prodigioso. Ora sono qui a ringraziare. Prego san<br />
Pio e san Leopoldo tutte le mattine e chiedo che<br />
questo lavoro continui. Franca, Roma, 10.11.2016<br />
a cura della Redazione<br />
Un bassorilievo dedicato a san Leopoldo – opera e dono dello<br />
scultore Romeo Sandrin – è stato inaugurato lo scorso 16.10.<strong>2017</strong>,<br />
nel 33° anniversario della canonizzazione del santo confessore,<br />
all’interno della chiesa parrocchiale di San Giacomo apostolo<br />
a Fratte di Santa Giustina in Colle (Padova). La scultura – che alla<br />
figura del santo unisce anche quella del Cristo che conversa<br />
con la samaritana al pozzo di Sichem – è stata collocata<br />
all’ingresso dei confessionali e rimarrà una testimonianza<br />
preziosa del Giubileo della misericordia e un incoraggiamento<br />
ai fedeli che si accostano al sacramento <strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong> <strong>2017</strong> del perdono | Portavoce divino. | 33
VITA<br />
DEL <strong>SAN</strong>TUARIO<br />
Dal 5 aprile al 14 maggio <strong>2017</strong>, hanno visitato il santuario circa<br />
100 gruppi organizzati, per un totale di circa 5.000 pellegrini,<br />
provenienti da Steinau (Germania), Egna (BZ), Zara (Croazia),<br />
Monselice (PD), Loreggia (PD), Cadoneghe (PD), Padova,<br />
Sant’Ilario d’Enza (RE), Zagabria (Croazia), Caerano (TV), Čapljina<br />
(Bosnia ed Erzegovina), Osijek (Croazia), Sebenico (Croazia),<br />
Sesvete (Croazia), Beratzhausen (Germania), Čakovec (Croazia),<br />
Portese (BS), Verona, Villingen-Schwenningen (Germania),<br />
Scanno (AQ), Ravensburg (Germania), Briana di Noale (VE),<br />
Galliate (NO), Spalato (Croazia), Campodarsego (PD), Melara<br />
(RO), Arre (PD), Carpi (MO), Catania, Triggiano (BA), San Paolo<br />
d’Argon (BG), Roma, Seregno (MB), Augsburg (Germania),<br />
Montemurlo (PO), Robbio (PV), Tezze sul Brenta (VI), Jakovo<br />
(Serbia), Campodoro (PD), Genova, Lucca, Acri (CS), Nonantola<br />
(MO), Novo Mesto (Slovenia), Orth/Donau (Austria), Belforte (MN),<br />
Fiesso d’Artico (VE), Caltana (VE), Arino (VE), Mellaredo e Rivale<br />
(PD), Modena, Caravaggio (BG), Abbiategrasso (MI), Rubano (PD),<br />
San Giovanni in Persiceto (BO), Veternigo (VE), Cazzago (VE),<br />
Sambruson (VE), Dolo (VE), Pianiga (PD), Santhià (VC), Mirano<br />
(VE), Udine, Civitella del Tronto (AP), Noventa Pad. (PD), Ormelle<br />
(TV), Cassola (VI), Bresega di Ponso (PD) e inoltre da altre località<br />
di Montenegro, Slovacchia, Germania e Croazia<br />
19.3.<strong>2017</strong>: 50° di ordinazione sacerdotale di p. Abba HaileAb<br />
(Federico) KidaneMariam, confessore in santuario. Qui con le<br />
sorelle e il fratello<br />
AD<strong>DI</strong>O<br />
P. BENJAMIM<br />
È morto all’ età di 95 anni,<br />
il 4 maggio scorso, per<br />
le conseguenze di una<br />
insufficienza respiratoria<br />
mentre si trovava in<br />
Portogallo per realizzare<br />
il sogno di incontrare papa<br />
Francesco in occasione<br />
della visita programmata al santuario di Fatima<br />
il 13 maggio. Era un sacerdote cappuccino<br />
conosciutissimo e ricercato in tutta la città di<br />
Luanda (capitale dell’Angola), dove viveva nella<br />
fraternità di Nostra Signora di Fatima. Entrato nel<br />
seminario diocesano di Bângalas (presso Malanje),<br />
Benjamim Maiato trascorse l’anno di noviziato<br />
a Bassano del Grappa (VI) tra il 1961 e il 1962<br />
e, ordinato sacerdote nel 1965, diventò il primo<br />
sacerdote angolano dell’Ordine dei Cappuccini.<br />
Esercitò il ministero in diverse missioni aperte dai<br />
Cappuccini veneti nel Nord dell’Angola: Cangola,<br />
Camabatela, Samba Cajú, Quiculungo. Autentico<br />
uomo di Dio, evangelicamente povero e dedicato<br />
al bene di tutti, in particolare dei sofferenti<br />
e dei poveri, padre Benjamim era innamorato<br />
della beata Vergine Maria, che pregava e alla<br />
quale elevava canti che spesso componeva<br />
personalmente. Fu direttore spirituale e<br />
confessore saggio e generoso che si ispirava<br />
all’esempio di san Leopoldo, il cui santuario ha<br />
più volte visitato. Diceva spesso: «Tutti siamo<br />
chiamati a essere santi». Chi lo ha conosciuto non<br />
ha dubbi circa la sua santità. Giovanni Lazzara<br />
19.3.<strong>2017</strong>: gruppo di ciclisti da Casoni di Mussolente (VI)<br />
25.3.<strong>2017</strong>: pellegrini da Monte San Giovanni (BO)<br />
26.3.<strong>2017</strong>: bambini di prima confessione della parrocchia di Donada di<br />
Porto Viro (RO)
26.3.<strong>2017</strong>: bambini di prima confessione della parrocchia di<br />
San Giorgio delle Pertiche (PD)<br />
2.4.<strong>2017</strong>: bambini di prima confessione della parrocchia di Ca’<br />
degli Oppi di Oppeano (VR)<br />
2.4.<strong>2017</strong>: genitori e bambini dell’iniziazione cristiana della<br />
parrocchia di Vanzo (PD), con il parroco don Renzo Bagarolo<br />
UN ANNO FA LA MORTE<br />
<strong>DI</strong> MONS. MANSUETO BIANCHI<br />
A causa di una grave malattia, il 3 <strong>agosto</strong> 2016 morì<br />
a Roma mons. Mansueto Bianchi che fu vescovo di<br />
Volterra (2000-2006) e di Pistoia (2006-2014). Nell’aprile<br />
2014 venne nominato assistente ecclesiastico<br />
generale dell’Azione Cattolica Italiana. Nell’ambito della<br />
Cei, fu anche presidente della Commissione episcopale<br />
per l’ecumenismo e il dialogo. Le funzioni funebri sono<br />
state celebrate il 5 <strong>agosto</strong> 2016 nella Cattedrale a<br />
Pistoia; il 6 <strong>agosto</strong> nella Cattedrale a Lucca e, nel<br />
pomeriggio, presso S. Maria a Colle, suo paese<br />
natale. Il 12 maggio 2013 partecipò con entusiasmo<br />
alla festa di san Leopoldo, presiedendo la solenne<br />
eucaristia serale. Con linguaggio poetico definì padre<br />
Leopoldo «menestrello del vangelo», un «menestrello<br />
povero e inerme, come Francesco, a cui Dio ha<br />
affidato la canzone della riconciliazione, il canto dolce<br />
dell’incontro e dell’abbraccio, perché egli lo andasse<br />
cantando nella notte dei cuori oscurati e impietriti dal<br />
peccato, nella notte delle Chiese, più preoccupate di<br />
rafforzare i recinti e gli ovili, che di uscire a formare<br />
quell’unico gregge che segue l’Agnello-Pastore».<br />
8.4.2917: bambini di prima confessione con i genitori della<br />
parrocchia di Camin (PD)<br />
6.4.<strong>2017</strong>: i giocatori della squadra di calcio A.S. Cittadella
NUOVA E<strong>DI</strong>ZIONE<br />
DEL DOCUMENTARIO<br />
SULLA VITA<br />
<strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />
ORARI DEL <strong>SAN</strong>TUARIO<br />
APERTURA<br />
Chiesa<br />
ore 6.00-12.00 / 15.00-19.00<br />
Cappella del santo<br />
ore 7.00-12.00 / 15.00-19.00<br />
Regia di<br />
Stefano Balbo<br />
PENITENZIERIA<br />
Festivo<br />
ore 6.15-12.00 / 15.00-19.00<br />
Feriale<br />
ore 7.00-12.00 / 15.00-19.00<br />
Il lunedì pomeriggio i frati sono<br />
impegnati in comunità, pertanto<br />
non sono disponibili<br />
per le confessioni<br />
<strong>SAN</strong>TE MESSE<br />
Festivo<br />
ore 6.30, 7.45, 9.00, 10.15,<br />
11.30, 16.00, 18.00<br />
Sabato pomeriggio e vigilia<br />
delle feste sante messe festive<br />
ore 16.00, 18.00<br />
Feriale<br />
ore 7.00, 8.30, 10.00, 18.00<br />
L 16,00<br />
La storia e il ministero sacerdotale<br />
del santo confessore nel contesto dei luoghi<br />
in cui visse: Montenegro, Croazia e Italia.<br />
Le storiche parole dei papi Paolo VI e Giovanni<br />
Paolo II alla beatificazione e canonizzazione.<br />
Immagini esclusive della ricognizione e ostensione<br />
delle spoglie di san Leopoldo (2015-2016)<br />
Per ordini rivolgersi al negozio del santuario<br />
tel. 049 8802727 - fax 049 8802465 - email: info@leopoldomandic.it<br />
PREGARE CON I FRATI<br />
Al mattino ore 6.20:<br />
celebrazioni delle Lodi,<br />
meditazione e s. messa.<br />
Alla sera ore 19.00:<br />
recita del santo rosario<br />
e Vespri (giovedì: Vespri e<br />
adorazione eucaristica)<br />
PELLEGRINAGGI<br />
Per informazioni o prenotazioni,<br />
telefonare al numero<br />
049 8802727 (orario di ufficio),<br />
email: info@leopoldomandic.it<br />
Chiediamo di indicare il numero<br />
dei pellegrini, la data e l’ora prevista<br />
dell’arrivo, la necessità di una<br />
presentazione del santuario,<br />
la vostra intenzione di partecipare<br />
a una funzione religiosa<br />
o di celebrare la santa messa<br />
con un sacerdote del vostro gruppo.<br />
Ricordiamo che il santuario<br />
rimane chiuso dalle 12 alle 15<br />
I<br />
IN CASO <strong>DI</strong> MANCATO RECAPITO, RINVIARE ALL’UFFICIO POSTALE <strong>DI</strong> PADOVA C.M.P., DETENTORE<br />
DEL CONTO, PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TARIFFA