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PORTAVOCE DI SAN LEOPOLDO MANDIC - luglio-agosto 2017

Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)

Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)

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Portavoce<br />

N. 6 - LUGLIO-AGOSTO <strong>2017</strong><br />

di san Leopoldo Mandić<br />

Mensile - anno 57 - n. 6 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD<br />

RIPREN<strong>DI</strong>AMOCI<br />

IL TEMPO<br />

NOVENA E FESTA<br />

<strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />

ECCO PERCHÉ<br />

<strong>LEOPOLDO</strong><br />

ATTRAEVA<br />

I VOLONTARI «AMICI<br />

<strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> FRANCESCO»<br />

AL SERVIZIO<br />

<strong>DI</strong> POVERI<br />

E IMMIGRATI


N. 6 LUGLIO-AGOSTO <strong>2017</strong> ANNO 57<br />

IN QUESTO NUMERO<br />

E<strong>DI</strong>TORIALI<br />

3 / Riprendiamoci il tempo / Ai lettori / di Giovanni Lazzara<br />

6 / Quando muore un santo, è la morte che muore! / La voce del santuario<br />

di Flaviano G. Gusella<br />

ATTUALITÀ ECCLESIALE<br />

9 / Periscopio cattolico / a cura di Giovanni Lazzara<br />

14 / Fatima, 1917-<strong>2017</strong>, l’apparizione mariana più profetica /<br />

di Daniela Del Gaudio<br />

18 / Al servizio di poveri e immigrati / di Serena del Santo<br />

FEDE & VITA<br />

20 / «Sia fatta la tua volontà» / Il «Padre nostro», la preghiera di Gesù > 5 /<br />

a cura di Carlo Roccati<br />

21 / Come fare la volontà di Dio? / del card. Carlo Maria Martini<br />

23 / Come leggere (e interpretare) la Bibbia / di Roberto Giovanni Timossi<br />

<strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong>, IERI E OGGI<br />

25 / Novena e festa di san Leopoldo /<br />

Il fine intuito e la santità di vita: ecco perché Leopoldo attraeva /<br />

di Alessandro Minarello<br />

Ha preso sul serio il vangelo / di Amelio Brusegan<br />

34 / Il battesimo di santa Giustina / Arte in santuario / di Anna Artmann<br />

RUBRICHE<br />

4 / Lettere a Portavoce / di Aurelio Blasotti<br />

33 / Grazie, san Leopoldo / a cura della Redazione<br />

36 / Vita del santuario / a cura della Redazione<br />

38 / Calendario liturgico / di Sisto Zarpellon<br />

COME SOSTENERE «<strong>PORTAVOCE</strong>»<br />

QUOTA ASSOCIATIVA PER IL <strong>2017</strong><br />

Italia € 20 - Europa € 30 - altri Paesi USD 38 - Sostenitore: a partire da € 50<br />

Il versamento può essere effettuato:<br />

- alle poste, su conto corrente<br />

Banco Posta n. 68943901 intestato a: «Associazione Amici di San Leopoldo»<br />

- in banca, con bonifico bancario intestato a: «Associazione Amici di San Leopoldo»<br />

coordinate bancarie dello stesso conto: IBAN: IT07 V076 0112 1000 0006 8943 901<br />

BIC(SWIFT): BPPIITRRXXX<br />

solo per i Paesi che non usano Euro: IBAN: IT07 V076 0112 1000 0006 8943 901<br />

BIC(SWIFT): POSOIT22XXX<br />

- con assegno bancario intestato a: «Provincia Veneta dei Frati Minori Cappuccini» e inviato<br />

a: Santuario san Leopoldo Mandić, piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova<br />

Portavoce<br />

di san Leopoldo Mandić<br />

Periodico di cultura religiosa<br />

dell’Associazione «Amici di San Leopoldo»<br />

Direzione, Redazione, Amministrazione<br />

Associazione «Amici di San Leopoldo»<br />

Santuario san Leopoldo Mandić<br />

Piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova<br />

Tel. 049 8802727 - Fax 049 8802465<br />

Redazione: direttore@leopoldomandic.it<br />

Santuario: info@leopoldomandic.it<br />

Direttore e Redattore<br />

Giovanni Lazzara<br />

Dir. Responsabile<br />

Luciano Pastorello<br />

Hanno collaborato a questo numero<br />

Aurelio Blasotti, Flaviano G. Gusella, Daniela<br />

Del Gaudio, Serena del Santo, Carlo Roccati,<br />

card. Carlo M. Martini, Roberto G. Timossi,<br />

mons. Rino Fisichella, Anna Artmann, Sisto<br />

Zarpellon e Fabio Camillo<br />

Impaginazione<br />

Barbara Callegarin<br />

Stampa<br />

Stampe Violato - Bagnoli di Sopra (PD)<br />

Registrazione Tribunale di Padova<br />

n. 209 del 18.10.1961<br />

Iscrizione al R.O.C. n. 13870<br />

Con approvazione ecclesiastica<br />

e dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini<br />

Editore<br />

Associazione «Amici di san Leopoldo»<br />

Spedizione in abbonamento postale<br />

Nel rispetto del D.L. n. 196/2003 Portavoce di san Leopoldo<br />

Mandić garantisce che i dati personali relativi agli associati<br />

sono custoditi nel proprio archivio elettronico con le<br />

opportune misure di sicurezza. Tali dati sono trattati<br />

conformemente alla normativa vigente, non possono<br />

essere ceduti ad altri soggetti senza espresso consenso<br />

dell’interessato e sono utilizzati esclusivamente per l’invio<br />

della Rivista e iniziative connesse<br />

In copertina: un giorno di vacanza nelle Dolomiti<br />

Le foto, ove non espressamente indicato, hanno valore<br />

puramente illustrativo<br />

Chiuso in prestampa il 17.5.<strong>2017</strong><br />

Consegnato alle poste tra il 12 e il 16.6.<strong>2017</strong><br />

Rettore del santuario<br />

Fra Flaviano Giovanni Gusella<br />

Santuario san Leopoldo Mandić<br />

Piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova<br />

Tel. 049 8802727 - Fax 049 8802465<br />

www.leopoldomandic.it


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<strong>LEOPOLDO</strong><br />

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di padre Leopoldo<br />

«Dall’analisi puntuale di passi<br />

di brevi scritti redatti dal Mandić<br />

in lingua latina, l’Autore evidenzia<br />

l’allargamento di visuale delle<br />

aspirazioni del santo: dal desiderio<br />

della riconciliazione dei cristiani<br />

di confessione ortodossa<br />

con i cristiani di confessione<br />

cattolico-romana, nutrito già<br />

in età giovanile, alla speranza<br />

della pacificazione universale,<br />

vissuta negli anni della maturità»<br />

(dalla quarta di copertina)<br />

Giovanni Lazzara<br />

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e scritti (contributi a una rivista francescana<br />

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Per ordini o informazioni rivolgersi al negozio del santuario<br />

telefono 049 8802727 - fax 049 8802465 - email: info@leopoldomandic.it<br />

8 | Portavoce | <strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong> <strong>2017</strong>


ATTUALITÀ<br />

ECCLESIALE<br />

Al servizio<br />

di poveri e immigrati<br />

La carica della solidarietà fa 500. Nella schiera<br />

dei volontari «Amici di San Francesco» dirigenti,<br />

insegnanti e pensionati<br />

◼ <strong>DI</strong> SERENA <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong>TO<br />

Sono un esercito spesso invisibile<br />

che serve a tavola<br />

nelle mense per i poveri,<br />

nelle strutture che accolgono<br />

gli immigrati. Un<br />

esercito che si occupa delle pulizie<br />

degli edifici religiosi e di tante<br />

altre incombenze. Collaborano<br />

inoltre alle attività missionarie.<br />

Sono giovani, pensionati, uomini e<br />

donne che con la loro vita testimoniano<br />

lo stile francescano della fraternità.<br />

Si sono presentati in 300 a<br />

Rovigo, l’8 aprile scorso, da tutto il<br />

Triveneto, per festeggiare insieme<br />

l’arrivo della Pasqua. L’associazione<br />

di volontariato «Amici di San<br />

Francesco», a cui aderiscono più<br />

di 500 volontari del Veneto e del<br />

Friuli Venezia Giulia, si è riunita<br />

nella chiesa dei frati Cappuccini<br />

per vivere insieme un momento di<br />

condivisione e di preghiera. A celebrare<br />

la messa fra Albino Boscolo,<br />

insieme al presidente dell’associazione<br />

fra Silvano Galuppi, che si<br />

sono poi uniti ai fedeli e ai volontari<br />

nel vicino convento per consumare<br />

il rinfresco che è stato preparato<br />

per l’occasione.<br />

L’associazione «Amici di San<br />

Francesco» è nata nel 1999 per<br />

volontà dei superiori maggiori<br />

della Provincia veneta dei frati<br />

Cappuccini, a seguito della diminuzione<br />

numerica dei frati e dell’aumento<br />

dei collaboratori volontari,<br />

ed è stata iscritta al registro regionale<br />

veneto delle organizzazioni di<br />

volontariato nel 2000. L’associazione<br />

fa capo a un consiglio regionale<br />

composto da cinque membri, due<br />

dei quali, così come prevede lo statuto,<br />

deve far parte del gruppo dei<br />

fondatori e si rinnova ogni tre anni.<br />

I volontari – giovani, pensionati,<br />

uomini e donne – svolgono una<br />

vera e propria attività di collaborazione<br />

e talvolta anche di supplenza<br />

laddove oggi non possono arrivare<br />

i frati. Prestano la loro opera nelle<br />

mense per i poveri o altre attività<br />

caritative, collaborazione all’attività<br />

missionaria, servizi alle chiese,<br />

ai conventi, ai campi-scuola estivi,<br />

e servizi «per le fraternità» come la<br />

cucina, la sartoria, la portineria, le<br />

pulizie e anche le piccole manutenzioni.<br />

Tuttavia, è fondamentale che<br />

i volontari sappiano non soltanto<br />

«fare», ma anche «testimoniare» lo<br />

stile francescano di fraternità.<br />

L’attività di volontariato diventa<br />

per molti l’offerta di un dono che li<br />

aiuta a mettere se stessi e le proprie<br />

capacità al servizio degli altri.<br />

A livello locale, i volontari fanno<br />

capo al guardiano della fraternità<br />

dei Cappuccini, anche quando<br />

hanno un loro organo direttivo,<br />

con un responsabile e un consiglio<br />

da loro eletto (a Mestre, Padova,<br />

Lendinara, Rovigo e Thiene). Ogni<br />

attività viene svolta sotto la guida,<br />

gli orientamenti e in armonia con<br />

quanto stabilisce il guardiano e la<br />

fraternità dei frati. L’associazione,<br />

sia a livello regionale che a livello<br />

locale, tramite i guardiani o i loro<br />

delegati, provvede a organizzare<br />

momenti di formazione umana,<br />

spirituale, francescana per far sì<br />

che ogni attività sia svolta secondo<br />

uno spirito autentico di donazione<br />

e di gratuità.<br />

Alcune testimonianze<br />

«Il volontariato fa parte della nostra<br />

vita». Così commentano le<br />

loro esperienze gli associati degli<br />

«Amici di San Francesco» di Rovigo<br />

Maurizio Pagliarello e Lauro<br />

Osti. «In un modo o nell’altro siamo<br />

sempre stati coinvolti da associazioni<br />

che avevano lo scopo di<br />

aiutare il prossimo – raccontano –,<br />

chi con i volontari della Protezione<br />

civile, chi con associazioni come<br />

l’Ail (Associazione italiana contro<br />

le leucemie). Ci siamo avvicinati<br />

a questa realtà perché sapevamo<br />

che cercavano altri volontari da<br />

inserire nel loro organico. Siamo<br />

stati inseriti nel servizio mensa e<br />

ci siamo resi conto che, effettivamente,<br />

avevano bisogno di aiuto.<br />

Da qualche decina di bisognosi, il<br />

numero è salito a 60 ed era difficile<br />

riuscire a seguire tutti. Siamo<br />

orgogliosi di quello che facciamo<br />

– sottolineano –. Aiutare gli altri<br />

18 | Portavoce | <strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong> <strong>2017</strong>


Alcuni volontari dell’Associazione «Amici di San Francesco» nell’incontro svoltosi a Rovigo lo scorso aprile<br />

rende felici anche noi e la compagnia<br />

del nostro responsabile, frate<br />

Mario Manfrin, è tra le migliori».<br />

«Credo che ci accomuni il desiderio<br />

di servire gli altri – continua<br />

Alessandra Recchiuti, associata<br />

ed ex presidente dell’associazione<br />

GLI «AMICI <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> FRANCESCO» A PADOVA<br />

Sono circa 80 i volontari dell’associazione Amici di san Francesco che<br />

fanno riferimento al convento di Padova. Il numero più nutrito, circa 60,<br />

presta servizio alla mensa dei frati per i poveri, altri sono impegnati nella<br />

portineria del convento e in alcuni servizi al santuario di san Leopoldo<br />

(negozio di articoli religiosi e pulizie della chiesa) entrando così in contatto<br />

con tante persone che giungono al convento (poveri, pellegrini, fedeli). C’è<br />

anche chi aiuta nell’orto del convento.<br />

La tipologia dei volontari è molto diversa: pensionati che donano il loro<br />

tempo; giovani che vogliono fare esperienza di servizio, in particolare con<br />

i poveri; religiosi che si lasciano maggiormente coinvolgere con la povertà.<br />

Insomma, persone che provengono da cammini e lavori diversi che si<br />

rendono disponibili, con semplicità, a «sporcarsi» le mani per aiutare. Ciò<br />

che caratterizza però il tutto è lo spirito che i frati cercano di coltivare nei<br />

volontari: lo spirito francescano, cioè evangelico, dove primeggia il «dono»:<br />

del tempo, delle capacità, della disponibilità, in sostanza della vita. Gesù ci<br />

ha detto che «non c’è amore più grande di questo: dare la vita per i propri<br />

amici», e questo è quello che hanno vissuto Francesco e Chiara d’Assisi,<br />

lasciandolo in eredità a tutti coloro che li sentono vicini. L’esperienza della<br />

«fraternità» è importante, perché è nello stare insieme che impariamo a<br />

scoprire il bisogno dell’altro, pur nella difficoltà di accogliersi così come si è.<br />

Esperienza umana, esperienza cristiana e francescana: questo è quello che<br />

si respira tra i volontari di Padova.<br />

Se qualche lettore fosse interessato, non abbia paura: chieda e sarà il<br />

benvenuto. Diventare fratelli è quello che ci ha insegnato Gesù e noi, come<br />

piccola scuola, ci rendiamo disponibili. Dimenticavo: alcuni volontari sono<br />

membri dell’Ordine Francescano Secolare, laici che condividono con i frati<br />

il carisma francescano e testimoniano Gesù sullo stile di san Francesco,<br />

sempre rimanendo nel mondo (anche il cammino dell’Ofs è importante e i<br />

frati sono disponibili a farlo conoscere).<br />

Silvano Galuppi<br />

a Rovigo –. Dedichiamo il nostro<br />

tempo libero agli altri e lo facciamo<br />

con il sorriso sulle labbra. Ho<br />

cominciato nel 1998 – racconta – e<br />

in quegli anni eravamo davvero<br />

pochi. Poi il gruppo si è ampliato e<br />

da qui è nata la decisione di istituire<br />

una vera e propria associazione.<br />

Avevo cominciato con il servizio<br />

mensa e la distribuzione del vestiario,<br />

ora mi occupo delle pulizie<br />

della chiesa quando è chiusa al<br />

pubblico. Una delle cose che più<br />

coinvolgono di questa associazione<br />

– prosegue – sono i momenti di<br />

aggregazione, organizzati durante<br />

tutto l’anno, che avvicinano ogni<br />

realtà attiva nel Triveneto. Il più<br />

interessante è forse quello di Posina,<br />

che si tiene ogni settembre».<br />

«Quello che rende speciale il<br />

gruppo di volontari del Triveneto<br />

– evidenzia il presidente frate Silvano<br />

Galuppi – è la condivisione<br />

della spiritualità francescana. La<br />

semplicità, l’umiltà e l’accoglienza<br />

nei confronti del prossimo: sono<br />

una vera testimonianza di fede. È<br />

solo grazie a tutte queste persone<br />

che noi frati possiamo gestire così<br />

tanti servizi distribuiti sul territorio».<br />

«Siamo un gruppo davvero<br />

affiatato – dice con soddisfazione<br />

Roberto Astolfi, presidente locale<br />

degli Amici di San Francesco – che<br />

alterna momenti di servizio a incontri<br />

conviviali, dove possiamo<br />

stare tra di noi e godere di una serata<br />

in compagnia e allegria, rinforzando<br />

ulteriormente l’intesa e<br />

lo spirito del gruppo». P<br />

(da: Il Resto del Carlino, Rovigo, 9 aprile<br />

<strong>2017</strong>)<br />

<strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong> <strong>2017</strong> | Portavoce | 19


FEDE & VITA<br />

fatta la tua volontà,<br />

come in cielo così<br />

in terra». Con questa<br />

«Sia<br />

espressione chiediamo<br />

al Signore ciò che<br />

lui vuole. Non siamo noi che gli<br />

diciamo che cosa deve fare, vogliamo<br />

invece renderci disponibili<br />

al suo progetto. Ma che cosa<br />

significa «volontà di Dio»? In che<br />

senso chiediamo che «si faccia<br />

la volontà di Dio»? Il problema è<br />

intenderla in modo corretto. Nel<br />

Vangelo di Matteo, al capitolo 18<br />

– in cui si parla della Chiesa e della<br />

sua organizzazione –, al termine<br />

della parabola della pecora smarrita<br />

Gesù dice: «Così è volontà del<br />

Padre vostro che è nei cieli, che<br />

neanche uno di questi piccoli si<br />

perda» (v. 14). Ecco la volontà di<br />

Dio: che anche l’essere più piccolo,<br />

«Sia fatta la tua volontà»<br />

considerato meno significante, è<br />

prezioso agli occhi di Dio, che non<br />

vuole vada perduto.<br />

«Neanche uno di questi<br />

piccoli si perda»<br />

Dunque, l’azione di Dio contenuta<br />

nella sua «volontà» riguarda la<br />

«salvezza», cioè la realizzazione<br />

personale di ognuno degli esseri<br />

umani. Possiamo pensare la salvezza<br />

come l’opposto del fallimento:<br />

Dio vuole la nostra salvezza nel<br />

senso che non vuole il nostro fallimento.<br />

Il concetto è forse un po’<br />

difficile da comprendere.<br />

È vero, gli anziani ci hanno insegnato<br />

che «non si muove foglia<br />

che Dio non voglia». Un’affermazione<br />

che può essere pericolosa, se<br />

usata per giustificare tutto il reale:<br />

tutto quello che capita è voluto da<br />

Dio, ma se è voluto da Dio non può<br />

che essere buono.<br />

Il «Padre nostro», la preghiera di Gesù > 5<br />

La volontà di Dio non va identificata semplicemente<br />

con quello che capita o scambiata con i nostri desideri<br />

◼ A CURA <strong>DI</strong> CARLO ROCCATI<br />

Ragionando in questo modo, ci<br />

troviamo di fronte al problema di<br />

mettere insieme la libertà dell’uomo<br />

e il progetto di Dio. Fino a che<br />

punto siamo liberi di agire, se Dio<br />

ci «costringe» a fare ciò che vuole?<br />

E se possiamo fare liberamente ciò<br />

che vogliamo, è possibile anche<br />

compiere qualcosa che lui «non<br />

vuole», e quindi «muovere una foglia»<br />

che lui non vuole?<br />

Conflitti<br />

I casi della vita sembrano presentare<br />

molte situazioni di «conflitto»<br />

tra realtà e volontà, tra libertà<br />

umana e volontà divina. Come<br />

interpretare, per esempio, una situazione<br />

di malattia grave con la<br />

volontà di Dio, che vuole per noi<br />

sempre la salvezza? Forse Dio vuole<br />

la malattia? Non lo sappiamo. È<br />

importante non rispondere con<br />

troppa precipitazione, sia in un<br />

senso che in un altro. Certamente<br />

è azzardato dire che Dio voleva<br />

che quella persona si ammalasse<br />

gravemente; ma è altrettanto difficile<br />

dire che Dio non vuole quella<br />

determinata situazione, quella<br />

malattia. Non abbiamo elementi<br />

sufficienti per dire ciò che pensa<br />

Dio e che cosa vuole. Però una<br />

cosa è chiara: Dio vuole la nostra<br />

20 | Portavoce | <strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong> <strong>2017</strong>


<strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />

IERI E OGGI<br />

Novena e festa<br />

di san Leopoldo<br />

Pellegrini in gruppo, devoti, famiglie e,<br />

come sempre, tanti padovani hanno<br />

espresso la loro devozione verso il frate<br />

dalmata, popolarissimo confessore di<br />

Padova. Nell’anno del 75° anniversario<br />

della sua morte, le diverse parrocchie<br />

del vicariato padovano di Dolo hanno<br />

animato la novena iniziata il 3 maggio.<br />

Una loro rappresentanza era<br />

presente, con i parroci e le autorità<br />

civili e militari di Padova, alla<br />

celebrazione principale del giorno<br />

della festa, quella delle ore 19,<br />

presieduta da S.E. mons. José<br />

Octavio Ruiz Arenas, vescovo<br />

colombiano e segretario<br />

del Pontificio consiglio per<br />

la promozione della nuova<br />

evangelizzazione<br />

Il fine intuito e la santità di vita:<br />

ecco perché Leopoldo attraeva<br />

◼ <strong>DI</strong> ALES<strong>SAN</strong>DRO MINARELLO* - FOTO <strong>DI</strong> DANIELE BETTELLA<br />

Pellegrini di comunità diverse – provenienti<br />

dal vicariato di Dolo e da quella vasta e sempre<br />

attraente zona veneziana conosciuta con<br />

il nome di Riviera del Brenta – sono venuti<br />

nei giorni scorsi in questo santuario, luogo<br />

benedetto dalla presenza umile e santa di padre<br />

Leopoldo, dai tratti accoglienti del suo cuore e dal suo<br />

lungo e fecondo ministero della Misericordia. […]<br />

Siamo qui, personalmente attratti dalla sua figura<br />

umile e santa, per presentare al Signore, con la<br />

sua intercessione, la nostra vita, le nostre personali<br />

intenzioni. E portiamo davanti alla sua tomba anche<br />

la preghiera di tanti nostri fratelli e sorelle che sanno<br />

che noi siamo qui: molti di loro ci hanno affidato le loro<br />

intenzioni, la loro sofferenza, le difficoltà della loro<br />

salute, le loro situazioni familiari...<br />

Sulla scia di tantissime altre persone che il santo<br />

confessore ha incontrato nei trent’anni del suo ministero<br />

sacerdotale esercitato qui a Padova, ci sentiamo<br />

come conosciuti per nome e capiti in tutto quello che<br />

<strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong> <strong>2017</strong> | Portavoce | 25


▶ novena e festa di san leopoldo<br />

abbiamo dentro di noi. A noi non resta che ascoltare<br />

quello il Signore ci dice e ci suggerisce nella Parola<br />

che abbiamo ascoltato e affidare a padre Leopoldo<br />

quello che abbiamo nel nostro cuore.<br />

La prima cosa che vorrei chiedere a padre Leopoldo<br />

è un aspetto della sua vita nel quale egli è cresciuto<br />

molto, umanamente e spiritualmente, fino ad essere<br />

un esemplare testimone di Gesù sull’esempio di san<br />

Francesco.<br />

Il giovane Bogdan Ivan ebbe modo di conoscere a<br />

Castelnuovo di Cattaro, suo paese natale, i frati francescani<br />

cappuccini e avvertì il desiderio di entrare<br />

nella loro fraternità. Era poco più che ragazzo quando,<br />

quasi ventenne, si impegnò a vivere la Regola e lo<br />

spirito di san Francesco.<br />

In questo cammino spirituale aveva il desiderio di<br />

essere missionario nelle terre d’Oriente per promuovere<br />

l’unità dei cristiani cattolici e ortodossi.<br />

Si impegnò molto per prepararsi a questa desiderata<br />

missione, ma le decisioni dei suoi superiori – che, con<br />

sapienza e prudenza, hanno tenuto presenti le sue fragili<br />

condizioni di salute – gli chiesero una obbedienza<br />

diversa. Egli la accolse e, portando per tutta la vita dentro<br />

al suo cuore i suoi desideri, si dedicò con grande<br />

disponibilità a quello che la volontà di Dio gli chiedeva.<br />

Trovo in questa sua obbedienza l’applicazione di<br />

alcune parole che abbiamo ascoltato da san Paolo<br />

nella Seconda lettera ai Corinzi: «Non guardiamo più<br />

nessuno alla maniera umana, se anche abbiamo conosciuto<br />

Cristo alla maniera umana ora non lo conosciamo<br />

più così» (2Cor 5,16).<br />

Credo che padre Leopoldo abbia camminato<br />

nell’obbedienza alla volontà di Dio con la consapevolezza<br />

che obbedire al Signore e alla sua volontà –<br />

anche quando questa richiede sacrifici e rinunce<br />

interiori – è imparare a vedere le cose diversamente,<br />

soprattutto quelle che non scegliamo, ma ci vengono<br />

chieste dagli altri o dalle situazioni della vita.<br />

È questo che attraeva le tante persone che andavano<br />

da lui per essere ascoltate, capite, per ricevere il<br />

perdono: fossero persone semplici, aristocratici, persone<br />

di cultura o di responsabilità, preti. Era il suo<br />

fine intuito e la santità della sua vita che attraeva.<br />

Perché attraeva? Ce ne dà risposta ancora la Parola<br />

di Dio. «Tutto viene da Dio… che ha affidato a noi il<br />

ministero della Riconciliazione… per mezzo nostro è<br />

Dio stesso che esorta…» (cf. 2Cor 5,18-20). «Non siamo<br />

stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e<br />

ha mandato il suo Figlio Gesù perché noi avessimo la<br />

vita per mezzo di lui» (Gv 4,9-10).<br />

Era proprio così. Chi entrava nella sua cella e vi ritornava<br />

volentieri, aveva chiara la percezione di non<br />

incontrare un «mercenario», a cui importava poco o<br />

nulla della loro vita, che nelle cose che diceva si accontentava<br />

di frasi fatte o di belle parole, che indicava<br />

agli altri esigenze alte di vita o chiedeva impegni che<br />

lui non viveva o sfiorava appena con un dito… Chi<br />

entrava nella sua cella, invece, aveva la certezza incontrare<br />

il segno vivo di Cristo Buon Pastore che<br />

conosce per nome, che ama, che dà la vita… Ecco<br />

perché la gente andava e ritornava da lui.<br />

Ho avuto la grazia di essere in Piazza Pietro a Roma<br />

il 2 maggio 1976 per la beatificazione di padre Leopoldo<br />

e il 16 ottobre 1983 per la sua canonizzazione. Da<br />

allora, non più dimenticato quello che disse di padre<br />

Leopoldo il papa Paolo VI.<br />

Ecco le sue belle e significative parole: «Chi è colui,<br />

che oggi ci raccoglie per celebrare nel suo nome beato<br />

una irradiazione del vangelo di Cristo, un fenomeno<br />

inesprimibile, eppure chiaro ed evidente… così umile,<br />

così sereno, così assorto da apparire quasi estatico<br />

in una sua propria interiore visione dell’invisibile<br />

presenza di Dio, eppure a noi, per noi così presente,<br />

così accessibile, così disponibile, che pare quasi ci conosca,<br />

e ci aspetti e sappia le nostre cose e possa leggere<br />

dentro di noi… Guarda bene: è un povero, piccolo<br />

cappuccino, sembra sofferente e vacillante, ma<br />

così stranamente sicuro che ci si sente da lui attratti,<br />

incantati… È una debole, popolare, ma autentica<br />

immagine di Gesù che dice a tutti: “Venite a me voi<br />

tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò”».<br />

Anche noi, oggi, siamo qui per questo. Il Signore<br />

ci conceda di ritornare alle nostre case ristorati nello<br />

spirito. P<br />

*parroco di Dolo e vicario foraneo. Omelia tenuta in santuario<br />

l’11.5.<strong>2017</strong><br />

26 | Portavoce | <strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong> <strong>2017</strong>


S.E. mons. José Octavio Ruiz Arenas presiede la celebrazione principale del giorno della festa.<br />

Nelle altre foto, i sindaci dei comuni del vicariato di Dolo e le autorità civili e militari di Padova<br />

Ha preso sul serio il vangelo<br />

◼ <strong>DI</strong> AMELIO BRUSEGAN*<br />

La devozione a san Leopoldo è molto diffusa<br />

nella nostra comunità di Sambruson. Una<br />

nostra concittadina, la prof. Paola Scalella –<br />

profondamente devota al santo, da lei definito<br />

«amico di famiglia» –, ha fatto parte della<br />

commissione per la ricognizione del corpo del santo,<br />

prima del suo trasferimento a Roma nella basilica di<br />

San Pietro (lo scorso anno, in occasione del Giubileo<br />

straordinario della Misericordia, ndr). La sua devozione<br />

nasce da una fotografia scattata da suo padre<br />

Errico, che raffigura il santo frate, verso la fine della<br />

sua vita, ritratto in piedi e sostenuto dal suo bastone.<br />

Molte persone, poi, visitando frequentemente questo<br />

santuario affermano di avere ricevuto dal santo<br />

confessore le grazie richieste. Ma san Leopoldo è un<br />

modello proponibile per ogni cristiano. Soprattutto è<br />

<strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong> <strong>2017</strong> | Portavoce | 27


▶ novena e festa di san leopoldo<br />

I sindaci di quattro comuni veneziani, Dolo, Fiesso d’Artico, Pianiga e Santa Maria di Sala, rispettivamente Alberto Polo,<br />

Andrea Martellato, Massimo Calzavara e Nicola Fragomeni, hanno offerto l’olio per la lampada votiva della Riconciliazione,<br />

sempre accesa sopra la tomba del santo cappuccino. Sotto, momenti della processione offertoriale<br />

una figura, un santo attuale che ha qualcosa da dire<br />

anche noi cristiani di oggi. Proviamo a puntualizzare<br />

alcuni aspetti dell’attualità di questo santo.<br />

◼ Prima di tutto, san Leopoldo è un cristiano che ha<br />

preso sul serio il vangelo. Non l’ha addolcito, non<br />

ne ha ridotto le pretese. San Leopoldo ha la consapevolezza<br />

che il vangelo contiene un messaggio che<br />

lo riguarda personalmente; contiene parole indirizzate<br />

proprio a lui e che, perciò, esigono una risposta<br />

concreta su un piano di scelte precise, di distacchi da<br />

compiere, di un’avventura da vivere coraggiosamente<br />

e lucidamente con tutti i rischi che comporta.<br />

San Leopoldo si sente interpellato, chiamato in causa<br />

personalmente dal vangelo. E la sua risposta costituisce<br />

un impegno totale, coerente, senza mezze misure.<br />

Non si sogna certo di abolire la croce, né di cancellare<br />

la parola «sacrificio» dalla propria vita. Accetta<br />

le croci più ruvide. Lo fa con gioia. Stimolato anche in<br />

questo dallo spirito del suo stesso ordine francescano.<br />

◼ San Leopoldo è anche un’anima che prega. È una<br />

persona che stabilisce rapporti di armonia con tutto<br />

l’universo, che trova il linguaggio giusto per farsi<br />

ascoltare da tutti. È un santo aperto al senso di meraviglia<br />

per le opere create da Dio. Sa ammirare e gustare<br />

le cose semplici. E fa i complimenti a Dio per tutto<br />

questo, con la preghiera.<br />

◼ San Leopoldo, poi, è un testimone d’eccezione<br />

del Cristo, «luce del mondo». È l’avverarsi puntua-<br />

28 | Portavoce | <strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong> <strong>2017</strong>


le e meraviglioso della predizione di Gesù, quando<br />

parlava ai suoi discepoli. Come il granello di senape,<br />

come il lievito nella pasta, come il seme nella terra:<br />

la parola di Dio, anche oggi, cresce e si diffonde. Non<br />

solo ad opera dei missionari e dei teologi, ma di tutti<br />

coloro che, in qualunque ambito della vita, si mettono<br />

al servizio della parola di Dio: genitori, educatori, catechisti,<br />

religiosi.<br />

◼ Sappiamo che san Leopoldo coltivava un anelito<br />

ecumenico nascosto. Il desiderio di evangelizzazione si<br />

volgeva verso Oriente, eppure egli si sentiva «apostolo»,<br />

mandato da Cristo e dalla Chiesa, nell’ambito ristretto<br />

della cella del suo confessionale. E così san Leopoldo<br />

diventa uno strumento perfetto della infinita misericordia<br />

di Gesù nel sacramento della Riconciliazione.<br />

A quanti erano in afflizione diceva: «Fede! Abbiate<br />

fede! Dio è medico e medicina». E a chi gli faceva osservare<br />

l’esiguità della penitenza che dava, rispondeva<br />

con fermezza: «Metta tutto sulle mise spalle!». Si sentiva<br />

responsabile e colpevole di tutto e per tutti. Lo guidava<br />

la parola di Gesù che illumina il senso della sua<br />

missione tra di noi: «Non sono venuto per condannare<br />

il mondo, ma per salvare il mondo» (Gv 12,47).<br />

Non gradiva la parte di «giudice» che tiene<br />

la condanna in tasca. Ci sono molte cose che<br />

vanno storte, e lui si preoccupa, prima di tutto,<br />

di fare andare diritte le cose dentro di sé. C’è<br />

gente che si prostituisce nel denaro, e lui vive<br />

nella più assoluta e gioiosa povertà. C’è gente<br />

che rincorre dignità e onori, e lui rivendica per<br />

sé l’ultimo posto. San Leopoldo ricorda, con la<br />

testimonianza della propria vita, ciò che gli altri<br />

tendono a dimenticare: cioè che di fronte alla<br />

parola di Dio non si può rimanere indifferenti,<br />

neutrali. La risposta è sempre anche una<br />

scelta: o con Gesù o contro di lui. Il Signore dichiara<br />

«beato» chi ascolta la sua Parola e la mette in<br />

pratica. Mentre per chi lo respinge e non accetta le sue<br />

parole ci sarà un giudizio di condanna.<br />

◼ San Leopoldo è, infine, l’uomo dello straordinario<br />

nell’ordinario. Colui che si fa condurre per mano<br />

da Maria. Diceva: «Abbiamo in cielo un cuore di<br />

madre. La Madonna, madre nostra, che ai piedi della<br />

croce soffrì quanto è possibile ad una creatura umana,<br />

comprende i nostri dolori e ci consola».<br />

Possa questo pellegrinaggio costituire un’occasione<br />

favorevole per riscoprire – nelle radici più antiche e<br />

nei valori perenni – le preziose qualità che il nostro<br />

paese ancora oggi presenta: l’attaccamento alla Chiesa<br />

ai suoi insegnamenti, la fedeltà al lavoro, lo spirito<br />

di appartenenza, l’amore alla famiglia e la forte solidarietà<br />

verso gli ultimi. È questa, a pensarci bene, la<br />

«grazia» più bella che san Leopoldo possa fare a noi<br />

e a tutta la nostra comunità parrocchiale. E noi gliela<br />

chiediamo con una grande fede e soprattutto con un<br />

più grande amore. P<br />

*parroco di Sambruson. Omelia tenuta in santuario il<br />

10.5.<strong>2017</strong><br />

Il vescovo Arenas firma il «libro dei pellegrini»<br />

La corale parrocchiale di Sambruson<br />

<strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong> <strong>2017</strong> | Portavoce | 29


▶ novena e festa di san leopoldo<br />

1<br />

I SACERDOTI<br />

DEL VICARIATO<br />

<strong>DI</strong> DOLO CHE<br />

HANNO<br />

PARTECIPATO<br />

ALLA NOVENA<br />

IN ONORE<br />

<strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />

4<br />

7<br />

30 | Portavoce | <strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong> <strong>2017</strong>


3<br />

2<br />

5 6<br />

8<br />

1 don Alberto Baldan (Pianiga); 2 don Massimo Donà<br />

(Fiesso d’Artico); 3 don Danilo Bovo (Caltana);<br />

4 don Sergio Tosetto D’Adam (Arino); 5 don Giuseppe<br />

Cassandro (cappellania ospedale di Dolo); 6 don Moreno<br />

Bagarella (Mellaredo e Rivale); 7 don Davide Zaffin<br />

(Cazzago); 8 don Amelio Brusegan (Sambruson);<br />

9 don Alessandro Minarello (Dolo)<br />

9<br />

<strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong> <strong>2017</strong> | Portavoce | 31


▶ novena e festa di san leopoldo<br />

Veglia di preghiera «I giovani con san Leopoldo»<br />

Silvana Collodo (Università di Padova) e fra Luca Beato<br />

(assistente spir. IRCCS di Brescia) alla presentazione<br />

del libro di Ivano Cavallaro (il primo a destra)<br />

Padre Flaviano Gusella presenta il confessionale di san Leopoldo<br />

al vescovo mons. Arenas, segretario del Pontificio consiglio<br />

per la promozione della nuova evangelizzazione<br />

Padre Roberto Mocellin accoglie Ernesto Olivero (a sinistra)<br />

e i partecipanti al 5° appuntamento mondiale «Giovani della pace»<br />

che ha radunato a Padova circa 60 mila giovani<br />

Coro di Dubrovnik (Croazia)<br />

32 | Portavoce | <strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong> <strong>2017</strong>


GRAZIE,<br />

<strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />

Con la piccola reliquia in mano…<br />

Vorrei dare testimonianza di un miracolo<br />

avvenutomi recentemente. Il 29<br />

dicembre 2016 sono stata ricoverata con<br />

febbre elevata per una diverticolite con<br />

perforazione ed ernia libera in addome<br />

e… altre complicazioni. Le previsioni non erano<br />

buone, per cui i medici curanti premevano per<br />

una operazione chirurgica al fine di asportare il<br />

pezzo di intestino in peritonite. Dopo sei settimane<br />

e varie insistenze del medico curante di farmi<br />

operare, mi hanno sottoposta a colonscopia<br />

completa e, come dimostrano i referti, l’indagine<br />

non ha evidenziato nulla di quanto sopra, se non<br />

la presenza di diverticoli blandi nel colon sinistro.<br />

Mentre mi eseguivano la colonscopia tenevo<br />

stretta nella mia mano una piccola reliquia di san<br />

Leopoldo raffigurante il santo al capezzale di un<br />

malato. Da anni in famiglia siamo devoti di san<br />

Leopoldo, che ringraziamo tanto.<br />

Ada Ramella Rondanini, Lugano (Svizzera), 7.3.<strong>2017</strong><br />

Salute e lavoro<br />

Caro padre Leopoldo, sono venuta a<br />

trovarti a <strong>luglio</strong> per chiederti tante<br />

cose, soprattutto di essere vicino alla<br />

mia famiglia, preoccupata per un<br />

importante intervento che mia madre<br />

doveva affrontare a seguito di un brutto tumore<br />

alla vescica, e poi per chiederti un avanzamento<br />

di carriera per mio marito che lavora all’università,<br />

lo aspetta almeno da una decina di anni. Bene,<br />

caro padre Leopoldo, mia mamma si è salvata<br />

e oggi debbo dire che sta bene e proprio ieri è<br />

arrivata la notizia per mio marito è passato a un<br />

livello superiore. Grazie di cuore, padre Leopoldo!<br />

Ti siamo davvero riconoscenti e ci impegneremo<br />

sempre a far bene il nostro lavoro ogni giorno,<br />

come ci hai insegnato tu, nel rispetto dei piccoli e<br />

dei poveri, offrendo la nostra vita ogni giorno al<br />

Signore. Con affetto.<br />

Gemma, 20.10.2016<br />

Sono passati tantissimi anni… Ricordo era l’anno<br />

1947 quando subii il primo intervento chirurgico<br />

al basso ventre. Ne ebbi un altro nel 1948.<br />

Avevo dolori strazianti e chiesi a un cappellano<br />

dell’ospedale di Padova la novena di padre<br />

Leopoldo (ne avevo solamente sentito parlare).<br />

Non ancora terminata la novena, mi sentii<br />

improvvisamente meglio. Chiamai il primario che<br />

mi aveva operato e lui stesso, scuotendo la testa, al<br />

visitarmi disse: «Questo è un miracolo!». Soltanto<br />

adesso, a 85 anni di età, sono riuscita a ringraziare<br />

per questa grande grazia che ho ricevuto e per<br />

portare la mia testimonianza. A lungo ho pregato<br />

padre Leopoldo e ancora continuerò fino alla fine<br />

dei miei giorni terreni.<br />

Maria Baldo, Urbana (PD), 30.10.2016.<br />

Ho conosciuto san Leopoldo nella basilica romana<br />

di San Lorenzo al Verano, dove mi ero recata a<br />

pregare lui e padre Pio al loro arrivo a Roma, nel<br />

febbraio dello scorso anno. Avevo chiesto ai due<br />

santi una grazia per mio figlio Michele: il lavoro.<br />

Passati pochi giorni il lavoro è arrivato in modo<br />

prodigioso. Ora sono qui a ringraziare. Prego san<br />

Pio e san Leopoldo tutte le mattine e chiedo che<br />

questo lavoro continui. Franca, Roma, 10.11.2016<br />

a cura della Redazione<br />

Un bassorilievo dedicato a san Leopoldo – opera e dono dello<br />

scultore Romeo Sandrin – è stato inaugurato lo scorso 16.10.<strong>2017</strong>,<br />

nel 33° anniversario della canonizzazione del santo confessore,<br />

all’interno della chiesa parrocchiale di San Giacomo apostolo<br />

a Fratte di Santa Giustina in Colle (Padova). La scultura – che alla<br />

figura del santo unisce anche quella del Cristo che conversa<br />

con la samaritana al pozzo di Sichem – è stata collocata<br />

all’ingresso dei confessionali e rimarrà una testimonianza<br />

preziosa del Giubileo della misericordia e un incoraggiamento<br />

ai fedeli che si accostano al sacramento <strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong> <strong>2017</strong> del perdono | Portavoce divino. | 33


VITA<br />

DEL <strong>SAN</strong>TUARIO<br />

Dal 5 aprile al 14 maggio <strong>2017</strong>, hanno visitato il santuario circa<br />

100 gruppi organizzati, per un totale di circa 5.000 pellegrini,<br />

provenienti da Steinau (Germania), Egna (BZ), Zara (Croazia),<br />

Monselice (PD), Loreggia (PD), Cadoneghe (PD), Padova,<br />

Sant’Ilario d’Enza (RE), Zagabria (Croazia), Caerano (TV), Čapljina<br />

(Bosnia ed Erzegovina), Osijek (Croazia), Sebenico (Croazia),<br />

Sesvete (Croazia), Beratzhausen (Germania), Čakovec (Croazia),<br />

Portese (BS), Verona, Villingen-Schwenningen (Germania),<br />

Scanno (AQ), Ravensburg (Germania), Briana di Noale (VE),<br />

Galliate (NO), Spalato (Croazia), Campodarsego (PD), Melara<br />

(RO), Arre (PD), Carpi (MO), Catania, Triggiano (BA), San Paolo<br />

d’Argon (BG), Roma, Seregno (MB), Augsburg (Germania),<br />

Montemurlo (PO), Robbio (PV), Tezze sul Brenta (VI), Jakovo<br />

(Serbia), Campodoro (PD), Genova, Lucca, Acri (CS), Nonantola<br />

(MO), Novo Mesto (Slovenia), Orth/Donau (Austria), Belforte (MN),<br />

Fiesso d’Artico (VE), Caltana (VE), Arino (VE), Mellaredo e Rivale<br />

(PD), Modena, Caravaggio (BG), Abbiategrasso (MI), Rubano (PD),<br />

San Giovanni in Persiceto (BO), Veternigo (VE), Cazzago (VE),<br />

Sambruson (VE), Dolo (VE), Pianiga (PD), Santhià (VC), Mirano<br />

(VE), Udine, Civitella del Tronto (AP), Noventa Pad. (PD), Ormelle<br />

(TV), Cassola (VI), Bresega di Ponso (PD) e inoltre da altre località<br />

di Montenegro, Slovacchia, Germania e Croazia<br />

19.3.<strong>2017</strong>: 50° di ordinazione sacerdotale di p. Abba HaileAb<br />

(Federico) KidaneMariam, confessore in santuario. Qui con le<br />

sorelle e il fratello<br />

AD<strong>DI</strong>O<br />

P. BENJAMIM<br />

È morto all’ età di 95 anni,<br />

il 4 maggio scorso, per<br />

le conseguenze di una<br />

insufficienza respiratoria<br />

mentre si trovava in<br />

Portogallo per realizzare<br />

il sogno di incontrare papa<br />

Francesco in occasione<br />

della visita programmata al santuario di Fatima<br />

il 13 maggio. Era un sacerdote cappuccino<br />

conosciutissimo e ricercato in tutta la città di<br />

Luanda (capitale dell’Angola), dove viveva nella<br />

fraternità di Nostra Signora di Fatima. Entrato nel<br />

seminario diocesano di Bângalas (presso Malanje),<br />

Benjamim Maiato trascorse l’anno di noviziato<br />

a Bassano del Grappa (VI) tra il 1961 e il 1962<br />

e, ordinato sacerdote nel 1965, diventò il primo<br />

sacerdote angolano dell’Ordine dei Cappuccini.<br />

Esercitò il ministero in diverse missioni aperte dai<br />

Cappuccini veneti nel Nord dell’Angola: Cangola,<br />

Camabatela, Samba Cajú, Quiculungo. Autentico<br />

uomo di Dio, evangelicamente povero e dedicato<br />

al bene di tutti, in particolare dei sofferenti<br />

e dei poveri, padre Benjamim era innamorato<br />

della beata Vergine Maria, che pregava e alla<br />

quale elevava canti che spesso componeva<br />

personalmente. Fu direttore spirituale e<br />

confessore saggio e generoso che si ispirava<br />

all’esempio di san Leopoldo, il cui santuario ha<br />

più volte visitato. Diceva spesso: «Tutti siamo<br />

chiamati a essere santi». Chi lo ha conosciuto non<br />

ha dubbi circa la sua santità. Giovanni Lazzara<br />

19.3.<strong>2017</strong>: gruppo di ciclisti da Casoni di Mussolente (VI)<br />

25.3.<strong>2017</strong>: pellegrini da Monte San Giovanni (BO)<br />

26.3.<strong>2017</strong>: bambini di prima confessione della parrocchia di Donada di<br />

Porto Viro (RO)


26.3.<strong>2017</strong>: bambini di prima confessione della parrocchia di<br />

San Giorgio delle Pertiche (PD)<br />

2.4.<strong>2017</strong>: bambini di prima confessione della parrocchia di Ca’<br />

degli Oppi di Oppeano (VR)<br />

2.4.<strong>2017</strong>: genitori e bambini dell’iniziazione cristiana della<br />

parrocchia di Vanzo (PD), con il parroco don Renzo Bagarolo<br />

UN ANNO FA LA MORTE<br />

<strong>DI</strong> MONS. MANSUETO BIANCHI<br />

A causa di una grave malattia, il 3 <strong>agosto</strong> 2016 morì<br />

a Roma mons. Mansueto Bianchi che fu vescovo di<br />

Volterra (2000-2006) e di Pistoia (2006-2014). Nell’aprile<br />

2014 venne nominato assistente ecclesiastico<br />

generale dell’Azione Cattolica Italiana. Nell’ambito della<br />

Cei, fu anche presidente della Commissione episcopale<br />

per l’ecumenismo e il dialogo. Le funzioni funebri sono<br />

state celebrate il 5 <strong>agosto</strong> 2016 nella Cattedrale a<br />

Pistoia; il 6 <strong>agosto</strong> nella Cattedrale a Lucca e, nel<br />

pomeriggio, presso S. Maria a Colle, suo paese<br />

natale. Il 12 maggio 2013 partecipò con entusiasmo<br />

alla festa di san Leopoldo, presiedendo la solenne<br />

eucaristia serale. Con linguaggio poetico definì padre<br />

Leopoldo «menestrello del vangelo», un «menestrello<br />

povero e inerme, come Francesco, a cui Dio ha<br />

affidato la canzone della riconciliazione, il canto dolce<br />

dell’incontro e dell’abbraccio, perché egli lo andasse<br />

cantando nella notte dei cuori oscurati e impietriti dal<br />

peccato, nella notte delle Chiese, più preoccupate di<br />

rafforzare i recinti e gli ovili, che di uscire a formare<br />

quell’unico gregge che segue l’Agnello-Pastore».<br />

8.4.2917: bambini di prima confessione con i genitori della<br />

parrocchia di Camin (PD)<br />

6.4.<strong>2017</strong>: i giocatori della squadra di calcio A.S. Cittadella


NUOVA E<strong>DI</strong>ZIONE<br />

DEL DOCUMENTARIO<br />

SULLA VITA<br />

<strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />

ORARI DEL <strong>SAN</strong>TUARIO<br />

APERTURA<br />

Chiesa<br />

ore 6.00-12.00 / 15.00-19.00<br />

Cappella del santo<br />

ore 7.00-12.00 / 15.00-19.00<br />

Regia di<br />

Stefano Balbo<br />

PENITENZIERIA<br />

Festivo<br />

ore 6.15-12.00 / 15.00-19.00<br />

Feriale<br />

ore 7.00-12.00 / 15.00-19.00<br />

Il lunedì pomeriggio i frati sono<br />

impegnati in comunità, pertanto<br />

non sono disponibili<br />

per le confessioni<br />

<strong>SAN</strong>TE MESSE<br />

Festivo<br />

ore 6.30, 7.45, 9.00, 10.15,<br />

11.30, 16.00, 18.00<br />

Sabato pomeriggio e vigilia<br />

delle feste sante messe festive<br />

ore 16.00, 18.00<br />

Feriale<br />

ore 7.00, 8.30, 10.00, 18.00<br />

L 16,00<br />

La storia e il ministero sacerdotale<br />

del santo confessore nel contesto dei luoghi<br />

in cui visse: Montenegro, Croazia e Italia.<br />

Le storiche parole dei papi Paolo VI e Giovanni<br />

Paolo II alla beatificazione e canonizzazione.<br />

Immagini esclusive della ricognizione e ostensione<br />

delle spoglie di san Leopoldo (2015-2016)<br />

Per ordini rivolgersi al negozio del santuario<br />

tel. 049 8802727 - fax 049 8802465 - email: info@leopoldomandic.it<br />

PREGARE CON I FRATI<br />

Al mattino ore 6.20:<br />

celebrazioni delle Lodi,<br />

meditazione e s. messa.<br />

Alla sera ore 19.00:<br />

recita del santo rosario<br />

e Vespri (giovedì: Vespri e<br />

adorazione eucaristica)<br />

PELLEGRINAGGI<br />

Per informazioni o prenotazioni,<br />

telefonare al numero<br />

049 8802727 (orario di ufficio),<br />

email: info@leopoldomandic.it<br />

Chiediamo di indicare il numero<br />

dei pellegrini, la data e l’ora prevista<br />

dell’arrivo, la necessità di una<br />

presentazione del santuario,<br />

la vostra intenzione di partecipare<br />

a una funzione religiosa<br />

o di celebrare la santa messa<br />

con un sacerdote del vostro gruppo.<br />

Ricordiamo che il santuario<br />

rimane chiuso dalle 12 alle 15<br />

I<br />

IN CASO <strong>DI</strong> MANCATO RECAPITO, RINVIARE ALL’UFFICIO POSTALE <strong>DI</strong> PADOVA C.M.P., DETENTORE<br />

DEL CONTO, PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TARIFFA

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