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PORTAVOCE DI SAN LEOPOLDO MANDIC - giugno 2019

Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)

Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)

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Portavoce<br />

N. 5 - GIUGNO <strong>2019</strong><br />

di san Leopoldo Mandić<br />

IL PAPA AI GIOVANI:<br />

«SIETE L’ADESSO <strong>DI</strong> <strong>DI</strong>O»<br />

L’ESORTAZIONE «CHRISTUS VIVIT»<br />

Mensile - anno 59 - n. 5 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD<br />

<strong>DI</strong>O NELLA BIBBIA<br />

LA CREAZIONE<br />

PARLA <strong>DI</strong> <strong>DI</strong>O<br />

100 ANNI FA<br />

I GIORNI<br />

DELL’ESILIO<br />

<strong>DI</strong> P. <strong>LEOPOLDO</strong>


PER RICEVERE LA RIVISTA<br />

UN ANNO = 9 NUMERI, CON CALENDARIO<br />

Quota associativa<br />

Italia € 20<br />

Europa € 30<br />

Altri Paesi USD 38<br />

sostenitore da € 50<br />

Portavoce<br />

di san Leopoldo Mandić<br />

Periodico di cultura religiosa<br />

dell’Associazione «Amici di San Leopoldo»<br />

Direzione, Redazione, Amministrazione<br />

Associazione «Amici di San Leopoldo»<br />

Santuario san Leopoldo Mandić<br />

Piazzale Santa Croce, 44 - 35123 Padova<br />

Sito internet<br />

www.leopoldomandic.it<br />

Direttore e Redattore<br />

Giovanni Lazzara<br />

Dir. Responsabile<br />

Luciano Pastorello<br />

Hanno collaborato a questo numero<br />

Massimo E. Putano, Flaviano G. Gusella,<br />

Gianfranco Tinello, Roberto Tadiello,<br />

Ivano Cavallaro, Marco Roveroni<br />

e Fabio Camillo<br />

Impaginazione<br />

Barbara Callegarin<br />

Stampa<br />

Stampe Violato - Bagnoli di Sopra (PD)<br />

Editore<br />

Associazione «Amici di san Leopoldo»<br />

Spedizione in abbonamento postale<br />

Pubblicazione registrata presso il Tribunale<br />

di Padova il 18 ottobre 1961, n. 209 e al R.O.C.,<br />

n. 13870. Con approvazione ecclesiastica<br />

e dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini<br />

Garanzia di riservatezza<br />

Nel rispetto del D.L. n. 196/2003 Portavoce di san<br />

Leopoldo Mandić garantisce che i dati personali<br />

relativi agli associati sono custoditi nel proprio<br />

archivio elettronico con le opportune misure di<br />

sicurezza. Tali dati sono trattati conformemente<br />

alla normativa vigente, non possono essere<br />

ceduti ad altri soggetti senza espresso consenso<br />

dell’interessato e sono utilizzati esclusivamente per<br />

l’invio della Rivista e iniziative connesse<br />

In copertina: papa Francesco e alcuni giovani<br />

alla Giornata mondiale della gioventù di<br />

Cracovia (Polonia) nel 2016<br />

Le foto, ove non espressamente indicato, hanno<br />

valore puramente illustrativo<br />

Questa testata non fruisce di contributi statali<br />

Chiuso in prestampa il 15 aprile <strong>2019</strong><br />

e consegnato a Poste Italiane<br />

tra il 13 e il 17 maggio <strong>2019</strong><br />

■ versamento su conto corrente postale<br />

n. 68943901, intestato a<br />

«Associazione Amici di San Leopoldo»<br />

■ versamento on-line sul c.c.p. n. 68943901<br />

riservato ai titolari di un conto Bancoposta<br />

o di una carta Postepay,<br />

al sito https: //bancopostaonline.poste.it<br />

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IBAN: IT07 V076 0112 1000 0006 8943 901<br />

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Solo per i Paesi che non usano Euro:<br />

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■ assegno non trasferibile intestato a:<br />

«Provincia Veneta dei Frati Minori Cappuccini» e inviato a:<br />

Santuario san Leopoldo Mandić,<br />

piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova<br />

L’associazione, che dà diritto di ricevere la rivista, può decorrere<br />

da qualsiasi mese dell’anno. Il cambio di indirizzo è gratuito:<br />

segnalatecelo al più presto per lettera o email<br />

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Redazione: direttore@leopoldomandic.it<br />

Santuario: info@leopoldomandic.it<br />

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Redazione e santuario: 049 8802727<br />

Scrivi per posta a:<br />

Direttore Portavoce di san Leopoldo M.<br />

Santuario san Leopoldo Mandić<br />

Piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova<br />

Rettore del santuario<br />

Fra Flaviano Giovanni Gusella<br />

Santuario san Leopoldo Mandić<br />

Piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova


Sommario<br />

N. 5 GIUGNO <strong>2019</strong> ANNO 59<br />

3<br />

9<br />

10<br />

14<br />

16<br />

19<br />

28<br />

38<br />

4<br />

6<br />

30<br />

32<br />

36<br />

Editoriali<br />

AGITE COME SE LA VOSTRA CASA ANDASSE A FUOCO / AI LETTORI / di Giovanni Lazzara<br />

BENEDETTO XV: L’UNICO PAPA INCONTRATO DA PADRE <strong>LEOPOLDO</strong> /<br />

LA VOCE DEL <strong>SAN</strong>TUARIO / di Flaviano G. Gusella<br />

Attualità ecclesiale<br />

FRANCESCO: CARI RAGAZZI, SIETE «L’ADESSO <strong>DI</strong> <strong>DI</strong>O» / LA PAROLA DEL PAPA /<br />

a cura della Redazione<br />

EMPATIA, POSITIVITÀ E AFFIDARSI A QUALCUNO <strong>DI</strong> PIÙ GRANDE / INTERVISTA /<br />

di Gianfranco Tinello<br />

Fede & vita<br />

LA CREAZIONE PARLA <strong>DI</strong> <strong>DI</strong>O. IL LIBRO DELLA GENESI / <strong>DI</strong>O NELLA BIBBIA > 1 /<br />

di Roberto Tadiello<br />

San Leopoldo ieri e oggi<br />

I GIORNI DELL’ESILIO / 100 ANNI FA / di Giovanni Lazzara<br />

LA VIA ECUMENICA <strong>DI</strong> P. <strong>LEOPOLDO</strong> IN UN QUADRO A U<strong>DI</strong>NE / di Ivano Cavallaro<br />

RICOR<strong>DI</strong> E PRESAGI <strong>DI</strong> GUERRA / UNA CREATURA NASCOSTA > 5 / FUMETTO /<br />

di Marco Roveroni<br />

Rubriche<br />

LA FOTO RACCONTA<br />

LETTERE A <strong>PORTAVOCE</strong> / di Massimo Ezio Putano<br />

GRAZIE, <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong> / a cura della Redazione<br />

VITA DEL <strong>SAN</strong>TUARIO / a cura della Redazione<br />

CALENDARIO LITURGICO / di Gianfranco Tinello<br />

GIUGNO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 5


ATTUALITÀ ECCLESIALE<br />

Francesco: cari ragazzi<br />

siete «l’adesso di Dio»<br />

È<br />

lo stesso Papa Francesco a<br />

definire «pietra miliare» la<br />

sua Esortazione apostolica<br />

Christus vivit, un documento<br />

che porta a compimento il<br />

cammino sinodale avviato nell’ottobre<br />

2016, quando annunciò il tema<br />

del Sinodo dei vescovi sui giovani:<br />

«I giovani, la fede e il discernimento<br />

vocazionale».<br />

Uno scritto che segnerà una tappa<br />

fondamentale del pensiero Chiesa-giovani<br />

e costituirà per il prossimo<br />

futuro un punto di riferimento<br />

imprescindibile della pastorale giovanile<br />

e vocazionale nelle diverse<br />

realtà ecclesiali, parrocchie, diocesi,<br />

movimenti.<br />

Il Santo Padre spiega subito di essersi<br />

«lasciato ispirare dalla ricchezza<br />

delle riflessioni e dei dialoghi del<br />

Sinodo dell’anno scorso. Non potrò<br />

raccogliere qui tutti i contributi…<br />

ma ho cercato di recepire le proposte<br />

che mi sembravano più significative»<br />

(n.4).<br />

IL CONTENUTO<br />

DELL’ESORTAZIONE APOSTOLICA<br />

Il primo capitolo dell’Esortazione<br />

– che si compone di 299 numeri,<br />

raccolti in 9 capitoli – parte dalla domanda:<br />

«Che cosa dice la Parola<br />

di Dio sui giovani?», ripercorrendo<br />

varie pagine dell’Antico e del<br />

Nuovo Testamento. Il secondo capitolo,<br />

invece, concentra l’attenzione<br />

su «Gesù Cristo sempre giovane»,<br />

soffermandosi sulla giovinezza del<br />

Signore per passare a considerare<br />

la giovinezza della Chiesa, di cui i<br />

La parola del Papa Nell’Esortazione apostolica<br />

Christus vivit (Cristo vive) il forte appello di Francesco<br />

a vivere la gioventù come un dono e la fede come<br />

una missione. In ascolto delle nuove generazioni,<br />

la Chiesa può rinnovarsi e diventare più credibile<br />

santi – in primis la Vergine Maria –<br />

costituiscono la più luminosa manifestazione.<br />

Il terzo capitolo ha come titolo<br />

«Voi siete l’adesso di Dio» e si<br />

impegna a riscattare la gioventù<br />

contemporanea dalla visione pessimistica<br />

che il mondo degli adulti<br />

spesso ne offre, anche dentro la<br />

Chiesa. Esiste oggi una pluralità di<br />

mondi giovanili, segnati da sfide<br />

concrete (violenza, ideologizzazione,<br />

emarginazione ed esclusione<br />

sociale). Un’attenzione speciale è<br />

rivolta al corpo e alla sessualità, essenziali<br />

per la costituzione dell’identità<br />

personale; all’ambiente digitale,<br />

tanto pervasivo quanto ambivalente;<br />

ai giovani migranti, «paradigma<br />

IL PAPA INVITA<br />

A CAMMINARE ASSIEME<br />

PER AFFRONTARE<br />

LE SFIDE POSTE DAGLI<br />

AMBIENTI <strong>DI</strong>GITALI,<br />

DALLA QUESTIONE<br />

DEI MIGRANTI, DAL<br />

PROBLEMA DEGLI ABUSI<br />

del nostro tempo»; alle vittime di<br />

abusi (di potere, economici, di coscienza,<br />

sessuali), in particolare<br />

quelli commessi da ministri della<br />

Chiesa. Accanto a questi ultimi, non<br />

mancano però – aggiunge il Santo<br />

Padre – coloro «che ogni giorno si<br />

spendono con onestà e dedizione<br />

al servizio dei giovani»: essi sono la<br />

maggioranza e «la loro opera è una<br />

foresta che cresce senza fare rumore»<br />

(n. 99).<br />

Il quarto capitolo si sofferma sul<br />

«grande annuncio per tutti i giovani».<br />

L’annuncio cristiano è quello<br />

di sempre ma va riproposto con forza<br />

ai giovani d’oggi: Dio è amore e<br />

ama gli uomini, ha inviato suo Figlio<br />

nel mondo per salvarci e attraverso<br />

lo Spirito Santo continua a comunicarci<br />

sua la vita.<br />

Il quinto capitolo traccia alcuni<br />

«percorsi di gioventù», individuando<br />

nella giovinezza un «tempo<br />

di sogni e di scelte», caratterizzato<br />

dalla «voglia di vivere e di sperimentare».<br />

La crescita e la maturazione<br />

devono nutrirsi di fraternità, impegno<br />

fattivo e testimonianza missionaria<br />

coraggiosa.<br />

Nel sesto capitolo, intitolato<br />

«Giovani con radici», ritorna un tema<br />

caro al Santo Padre: il rapporto<br />

10 | <strong>PORTAVOCE</strong> | GIUGNO <strong>2019</strong>


tra giovani e anziani, anche alla luce<br />

della profezia di Gioele 3 sui sogni<br />

degli anziani e le visioni dei giovani.<br />

Il settimo capitolo offre alcune grandi<br />

coordinate per la pastorale giovanile,<br />

che oggi dev’essere «sinodale»,<br />

cioè favorire il protagonismo di<br />

tutti, riconoscendo i doni e i carismi<br />

di cui i giovani sono portatori e con<br />

cui possono arricchire la comunità<br />

cristiana. Queste linee pastorali si<br />

estendono alle istituzioni educative,<br />

a partire dalla scuola, senza dimenticare<br />

le dimensioni della preghiera,<br />

del servizio, dell’arte e dello sport,<br />

nell’impegno a edificare una «pastorale<br />

giovanile popolare», capace<br />

di includere tutti, nessuno escluso.<br />

Dopo aver ricordato l’importanza<br />

dell’accompagnamento da parte<br />

di adulti competenti e generosi, l’ottavo<br />

capitolo descrive la vocazione<br />

come chiamata all’amicizia con Gesù,<br />

che si concretizza nel servizio<br />

missionario verso gli altri. Il Papa<br />

affronta qui i temi dell’amore e della<br />

famiglia, del lavoro e delle vocazioni<br />

a una consacrazione speciale.<br />

LA COMUNITÀ CRISTIANA<br />

DEVE LIBERARSI «DA<br />

COLORO CHE VOGLIONO<br />

RENDERLA IMMOBILE E<br />

INVECCHIARLA», MA NON<br />

CREDA «CHE È GIOVANE<br />

PERCHÉ CEDE A TUTTO<br />

CIÒ CHE IL MONDO<br />

LE OFFRE»<br />

Il nono capitolo, infine, è dedicato<br />

al discernimento, insistendo sulla<br />

formazione della coscienza, sul rapporto<br />

con Cristo, sull’arte dell’ascolto<br />

e dell’accompagnamento.<br />

ALCUNI ASPETTI DEL DOCUMENTO<br />

Se è vero che l’incipit di un Documento<br />

ecclesiastico offre solitamente<br />

una chiave per comprendere<br />

l’intero testo, il titolo Christus vivit è<br />

già un messaggio importante. Papa<br />

Francesco intende dire a voce alta,<br />

soprattutto alle nuove generazioni,<br />

che Gesù Cristo non appartiene<br />

solo al passato, ma anche al<br />

presente e al futuro, perché Egli<br />

è l’eterno Vivente. Ogni generazione<br />

di credenti scopre in Cristo un<br />

contemporaneo e un compagno<br />

di viaggio. Quest’idea, proclamata<br />

con forza nel n. 1, ritorna più avanti,<br />

quando il Papa consegna idealmente<br />

ai giovani tre verità fondamentali,<br />

«che tutti abbiamo bisogno di ascoltare<br />

sempre, più volte» (n. 111): «Dio<br />

ti ama», «Cristo ti salva» e, appunto,<br />

«Egli vive!» (cf. nn. 112-129).<br />

Così leggiamo, in particolare, al<br />

n. 124: «Egli vive! Occorre ricordarlo<br />

spesso, perché corriamo il rischio<br />

di prendere Gesù Cristo solo come<br />

un buon esempio del passato, come<br />

un ricordo, come qualcuno che ci<br />

ha salvato duemila anni fa. Questo<br />

non ci servirebbe a nulla, ci lascerebbe<br />

uguali a prima, non ci libererebbe.<br />

Colui che ci colma della sua<br />

grazia, Colui che ci libera, Colui che<br />

ci trasforma, Colui che ci guarisce e<br />

ci conforta è qualcuno che vive. È<br />

GIUGNO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 11


FRANCESCO: CARI RAGAZZI SIETE «L’ADESSO <strong>DI</strong> <strong>DI</strong>O»<br />

Cristo risorto, pieno di vitalità soprannaturale,<br />

rivestito di luce infinita.<br />

Per questo san Paolo affermava:<br />

“Se Cristo non è risorto, vana è la<br />

vostra fede” (1Cor 15,17)».<br />

Al tempo stesso, aggiunge Papa<br />

Francesco, Gesù vivo domanda a<br />

tutti gli uomini – in particolare ai<br />

giovani – di essere a loro volta «vivi»,<br />

cioè persone che accolgono fino<br />

in fondo il dono della vita e lo<br />

fanno fruttificare nell’amore. Così<br />

leggiamo ancora nel n. 1: «Tutto<br />

ciò che Lui tocca diventa giovane,<br />

diventa nuovo, si riempie di vita.<br />

Perciò, le prime parole che voglio<br />

rivolgere a ciascun giovane cristiano<br />

sono: Lui vive e ti vuole vivo!».<br />

Dai giovani il Papa si aspetta che afferrino<br />

in pienezza la loro esistenza,<br />

nonostante le contraddizioni e le<br />

difficoltà dell’ora presente, per vivificare<br />

con l’entusiasmo della loro<br />

età la Chiesa e il mondo, che non<br />

di rado appaiono invecchiati. Ecco,<br />

allora, che l’Esortazione non manca<br />

di affrontare il tema della giovinezza<br />

della Chiesa, cioè del suo<br />

rinnovamento, confidando che i<br />

giovani possano aiutarla in quest’opera<br />

(cf. nn. 34-42).<br />

Un secondo aspetto dell’Esortazione<br />

è la sua caratterizzazione<br />

mariana, ben evidenziata dalla<br />

scelta simbolica del Santo Padre di<br />

firmarla a Loreto, nella casa di Maria,<br />

il 25 marzo scorso. In quell’occasione,<br />

parlando ai fedeli accorsi sul<br />

sagrato della Basilica, tra cui numerosi<br />

giovani, papa Francesco ha affermato:<br />

«La Santa Casa è la casa dei<br />

giovani, perché qui la Vergine Maria,<br />

la giovane piena di grazia, continua<br />

a parlare alle nuove generazioni, accompagnando<br />

ciascuno nella ricerca<br />

della propria vocazione». Maria,<br />

«la ragazza di Nazaret», è indicata<br />

come «il grande modello per una<br />

Chiesa giovane che vuole seguire<br />

Cristo con freschezza e docilità»<br />

(n. 43). Al suo “sì” giovanile fa eco<br />

il “sì” di tanti altri santi giovani di<br />

diverse epoche, tra i quali il Papa<br />

ricorda s. Sebastiano, s. Francesco<br />

d’Assisi, s. Giovanna d’Arco, il b. vietnamita<br />

Andrew Phû Yên, la s. nordamericana<br />

Kateri Tekakwitha, s.<br />

Domenico Savio, s. Teresa di Gesù<br />

Bambino, il b. argentino Ceferino<br />

Namuncurá, il b. congolese Isidoro<br />

Bakanja, il b. italiano Pier Giorgio<br />

Frassati, il b. francese Marcel Callo,<br />

la b. italiana Chiara Badano (cf. nn.<br />

49-63). Ad essi il Papa affianca, ai nn.<br />

104-106, il servo di Dio Carlo Acutis,<br />

morto a soli 15 anni, che ha fatto di<br />

Internet uno strumento per testimoniare<br />

la fede, annunciare il Vangelo<br />

e trasmettere valori e bellezza. Tutti<br />

costoro testimoniano che la santità<br />

è giovane ed è possibile a tutti i<br />

giovani.<br />

CON CRISTO SI PUÒ SEMPRE<br />

GUARDARE AVANTI<br />

Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella<br />

giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca<br />

diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò,<br />

le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane<br />

cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo!<br />

Lui è in te, Lui è con te e non se ne va mai. Per quanto<br />

tu ti possa allontanare, accanto a te c’è il Risorto, che<br />

ti chiama e ti aspetta per ricominciare. Quando ti senti<br />

vecchio per la tristezza, i rancori, le paure, i dubbi o i<br />

fallimenti, Lui sarà lì per ridarti la forza e la speranza. […]<br />

Possiamo smettere di lamentarci e guardare avanti,<br />

perché con Cristo si può sempre guardare avanti. Questa<br />

è la sicurezza che abbiamo. Gesù è l’eterno vivente.<br />

Aggrappati a Lui, vivremo e attraverseremo indenni tutte<br />

le forme di morte e di violenza che si nascondono lungo<br />

il cammino. (cf. ChV, 1-2.127)<br />

IN<strong>DI</strong>VIDUARE PERCORSI DOVE<br />

ALTRI VEDONO SOLO MURI<br />

Oggi noi adulti corriamo il rischio di fare una lista di<br />

disastri, di difetti della gioventù del nostro tempo.<br />

Alcuni forse ci applaudiranno perché sembriamo esperti<br />

nell’individuare aspetti negativi e pericoli.<br />

Ma quale sarebbe il risultato di questo atteggiamento?<br />

Una distanza sempre maggiore, meno vicinanza, meno<br />

aiuto reciproco.Lo sguardo attento di chi è stato<br />

chiamato a essere padre, pastore e guida dei giovani<br />

consiste nell’individuare la piccola fiamma che continua<br />

ad ardere, la canna che sembra spezzarsi ma non si è<br />

ancora rotta. È la capacità di individuare percorsi dove<br />

altri vedono solo muri, è il saper riconoscere possibilità<br />

dove altri vedono solo pericoli.<br />

Così è lo sguardo di Dio Padre, capace di valorizzare<br />

e alimentare i germi di bene seminati nel cuore dei<br />

giovani. Il cuore di ogni giovane deve pertanto essere<br />

12 | <strong>PORTAVOCE</strong> | GIUGNO <strong>2019</strong>


Un terzo aspetto che mi preme rilevare<br />

è lo «stile dialogale» dell’Esortazione,<br />

la quale assume esplicitamente<br />

la forma di una «lettera» (cf.<br />

n. 3) indirizzata anzitutto ai giovani:<br />

per questo, in molte occasioni il<br />

Papa si rivolge direttamente a loro,<br />

dando a ciascuno del “tu”. D’altra<br />

parte è lo stile che caratterizza il<br />

Santo Padre nei suoi incontri con i<br />

giovani, ai quali parla sempre con<br />

franchezza, semplicità, tenerezza<br />

e simpatia. Da notare, poi, che tra<br />

i giovani a cui si rivolge, Francesco<br />

comprende anche i non credenti,<br />

coloro che non si riconoscono in<br />

Gesù Cristo e nella sua Chiesa, ma<br />

sono comunque in ricerca (cf. n.<br />

4). Il suo è davvero un esempio di<br />

pastorale inclusiva, cioè capace di<br />

accogliere tutti. Facendo sua un’esortazione<br />

del Documento finale<br />

del Sinodo, il Papa invita a «costruire<br />

una pastorale giovanile capace di<br />

creare spazi inclusivi, dove ci sia posto<br />

per ogni tipo di giovani e dove si<br />

manifesti realmente che siamo una<br />

Chiesa con le porte aperte» (n. 234);<br />

una pastorale in cui ci sia «spazio<br />

anche per “tutti quelli che hanno<br />

altre visioni della vita, professano<br />

altre fedi o si dichiarano estranei<br />

all’orizzonte religioso. Tutti i giovani,<br />

nessuno escluso, sono nel cuore<br />

di Dio e quindi anche nel cuore della<br />

Chiesa”» (n. 235). Christus vivit è<br />

una lettera consegnata ai pastori, ai<br />

consacrati e consacrate, ai catechisti<br />

e agli educatori, ai fedeli giovani<br />

e adulti, perché tutti insieme possano<br />

contribuire a rendere i giovani<br />

protagonisti nella Chiesa. Con la<br />

speranza che ne venga un “ringiovanimento”<br />

del volto della Chiesa<br />

stessa. Per il bene di tutti. P<br />

a cura della Redazione<br />

(Sulla base della presentazione del card.<br />

L. Baldisseri alla conferenza stampa della<br />

presentazione del documento papale, il<br />

cui testo completo si può leggere qui:<br />

https://tinyurl.com/papa-giovani)<br />

considerato “terra sacra”, portatore di semi di vita<br />

divina e davanti al quale dobbiamo “toglierci i sandali”<br />

per poterci avvicinare e approfondire il Mistero.<br />

(cf. ChV, 66-67)<br />

GIOVANI, NON OSSERVATE<br />

LA VITA DAL BALCONE<br />

Dobbiamo perseverare sulla strada dei sogni. Per<br />

questo, bisogna stare attenti a una tentazione che<br />

spesso ci fa brutti scherzi: l’ansia. Può diventare una<br />

grande nemica quando ci porta ad arrenderci perché<br />

scopriamo che i risultati non sono immediati. I sogni più<br />

belli si conquistano con speranza, pazienza e impegno,<br />

rinunciando alla fretta. Nello stesso tempo, non bisogna<br />

bloccarsi per insicurezza, non bisogna avere paura di<br />

rischiare e di commettere errori. Piuttosto dobbiamo<br />

avere paura di vivere paralizzati, come morti viventi,<br />

ridotti a soggetti che non vivono perché non vogliono<br />

rischiare, perché non portano avanti i loro impegni o<br />

hanno paura di sbagliare. Anche se sbagli, potrai sempre<br />

rialzare la testa e ricominciare, perché nessuno ha il<br />

diritto di rubarti la speranza.<br />

Giovani, non rinunciate al meglio della vostra giovinezza,<br />

non osservate la vita dal balcone. Non confondete la<br />

felicità con un divano e non passate tutta la vostra vita<br />

davanti a uno schermo. Non riducetevi nemmeno al<br />

triste spettacolo di un veicolo abbandonato.<br />

Non siate auto parcheggiate, lasciate piuttosto sbocciare<br />

i sogni e prendete decisioni. Rischiate, anche se<br />

sbaglierete. Non sopravvivete con l’anima anestetizzata<br />

e non guardate il mondo come se foste turisti.<br />

Fatevi sentire! Scacciate le paure che vi paralizzano,<br />

per non diventare giovani mummificati.<br />

Vivete! Datevi al meglio della vita! Aprite le porte<br />

della gabbia e volate via! Per favore, non andate in<br />

pensione prima del tempo.<br />

(cf. ChV, 142-143)<br />

GIUGNO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 13


ATTUALITÀ ECCLESIALE<br />

Tra le corsie del reparto di Oncologia<br />

Pediatrica del Policlinico<br />

Gemelli di Roma abbiamo<br />

incontrato Carla Capuano<br />

e Carmela Di Lauro, due brave<br />

infermiere. La loro esperienza<br />

e sensibilità emerge anche dalle risposte<br />

alle domande che abbiamo<br />

loro posto.<br />

La prima che incontriamo è Carla<br />

Capuano, laureatasi in Scienze<br />

infermieristiche presso l’Università<br />

Cattolica del Sacro Cuore, sempre<br />

a Roma. Dopo il mese di tirocinio<br />

presso l’Oncologia Pediatrica, si rese<br />

disponibile per lo stesso reparto,<br />

nel quale venne inserita per la sostituzione<br />

di una maternità. Lavora in<br />

questo reparto dal 2007<br />

Empatia, positività e affidarsi<br />

a qualcuno di più grande<br />

Intervista a due infermiere che operano tra i piccoli ricoverati nel reparto<br />

di Oncologia pediatrica del Policlinico Gemelli di Roma<br />

d i G i a n f r a n c o Ti n e l l o<br />

Carla, hai maturato tanti anni<br />

di esperienza. Come reagisce<br />

il paziente alla malattia?<br />

«Dipende dall’età. Il bambino è più<br />

o meno consapevole di ciò che sta<br />

vivendo. Quando si tratta di adolescenti,<br />

cerchiamo di comunicare loro<br />

lo stato di salute, salvaguardando<br />

la fiducia verso di noi e verso i genitori.<br />

Il problema è che spesso vanno<br />

a informarsi su Internet e là trovano<br />

di tutto: notizie e ricerche vere, ma<br />

pure altre, false e tendenziose. Ho<br />

notato in tutti un meccanismo di<br />

protezione che nasce nei confronti<br />

dei genitori: non vogliono farli preoccupare».<br />

Quale importanza hanno le<br />

persone che stanno attorno ai<br />

malati? Cosa consiglieresti loro?<br />

«Sono di vitale importanza, contribuiscono<br />

in massima parte a come<br />

il ragazzo reagisce alla malattia. Di<br />

fronte a un genitore che si fa vedere<br />

sofferente e non reagisce, il bam-<br />

bino ammalato è sempre nervoso,<br />

insicuro, depresso. Mentre un genitore<br />

positivo fa tanto. Per questo,<br />

consiglierei positività, senza esagerare<br />

o sminuire le cose. Intendo<br />

“positività” verso la vita e nei confronti<br />

della terapia».<br />

Quanto incide l’esperienza di fede<br />

nei pazienti e nei genitori?<br />

«La comunicazione della malattia è<br />

sempre un momento di crisi. Ci sono<br />

due reazioni opposte: chi si aggrap-<br />

14 | <strong>PORTAVOCE</strong> | GIUGNO <strong>2019</strong>


Carla Capuano e Carmela Di Lauro,<br />

ogni giorno tra i bambini ammalati<br />

pa totalmente alla fede e chi, invece,<br />

la rifiuta. Ci sono famiglie che credono<br />

fino in fondo. È tenero vedere<br />

genitori che fanno dire la preghiera<br />

della sera al bambino e cercano di<br />

mantenere le abitudini quotidiane».<br />

Carla, quanto è importante la fede<br />

nel tuo lavoro?<br />

«La fede mi aiuta tanto. Certo, in determinati<br />

momenti mi pongo delle<br />

domande. Alcuni giorni dico a Dio:<br />

“Io sono arrivata fin qui, adesso io<br />

non so più che fare”. Nei momenti<br />

brutti la fede è una consolazione,<br />

perché posso affidarmi a Qualcuno<br />

di più grande. A volte vedi sofferenze<br />

grandissime, genitori sollevati<br />

dall’arrivo della morte. La perdita<br />

c’è, il dolore non è descrivibile, ma<br />

è anche un sollievo la fine di certe<br />

atroci sofferenze. La fede mi fa continuare<br />

a stare nel reparto, perché<br />

tutto non finisce con la morte».<br />

Incontriamo anche una donna<br />

che da un maggior numero di anni<br />

si trova qui. Carmela Di Lauro,<br />

anch’essa laureata in Scienze infermieristiche<br />

presso Università Cattolica,<br />

lavora nel reparto di Oncologia<br />

Pediatrica dal 1997.<br />

Carmela, come sei approdata<br />

a questo reparto?<br />

«Sono stata “chiamata”. Mi voleva la<br />

suora responsabile: forse aveva colto<br />

in me alcune caratteristiche...».<br />

E quali caratteristiche servono<br />

per lavorare qui?<br />

«Devi essere disponibile con gli altri,<br />

saper cogliere… Una cosa importante<br />

è l’empatia. Io mi chiedo sempre:<br />

“Se ci fossi io lì?”».<br />

C’è qualcuno che suggerisce<br />

di essere distaccati...<br />

«No, non siamo macchine. Sono<br />

infermiera e persona. Non posso<br />

andare a casa e dimenticarmi assolutamente<br />

dei bambini che ci sono<br />

in corsia».<br />

Hai mai pensato di cambiare<br />

reparto?<br />

«Ricordo che durante il periodo<br />

della gravidanza avevo pensato di<br />

non ritornare. Poi, però, prima che<br />

scadesse il termine, mi richiamò la<br />

suora perché era andata via una collega.<br />

Così sono rientrata. La stessa<br />

suora mi disse: “Tu non devi essere<br />

qui per i bambini: loro hanno già<br />

la mamma. Tu devi stare qui per le<br />

mamme”».<br />

Qual è l’atteggiamento che occorre<br />

assumere nei confronti dei<br />

genitori?<br />

«È importante saperli ascoltare, senza<br />

essere pietosi. Non vogliono pietà.<br />

Quando si può, qualche deroga<br />

alle regole la devi concedere, perché<br />

non è una situazione normale<br />

avere figli malati. Se si potesse, io<br />

metterei stanze singole con tutti e<br />

due i genitori, perché alla sera vedere<br />

andare via un genitore è brutto.<br />

Una delle cose che mi riempie<br />

il cuore è vedere che le mamme,<br />

quando arrivo per la notte, sono<br />

contente che ci sei».<br />

Mi hai raccontato di provenire da<br />

una famiglia con principi religiosi.<br />

Che evoluzione ha avuto la tua<br />

fede nel corso di questi anni?<br />

«Devo ammettere che la mia fede<br />

è stata messa molto in crisi. Vedo<br />

le preghiere di tante mamme e mi<br />

chiedo perché non vengano esaudite.<br />

Se esiste un mondo superiore,<br />

chi potrà superare questi bambini<br />

che hanno sofferto così tanto? Questi<br />

bambini sono delle creature meravigliose…<br />

Un’altra cosa che mette<br />

in crisi sono le preghiere mnemoniche,<br />

quelle che ci hanno insegnato a<br />

recitare. Mi chiedo a cosa servano?<br />

Io non riesco più a pregare così. Mi<br />

pare vano pregare, per me è più significativa<br />

la vicinanza o un gesto di<br />

affetto. Non voglio annullare tutto<br />

quello che mi hanno insegnato, ma<br />

questa esperienza ha sbaragliato le<br />

idee religiose tradizionali. A volte<br />

senti tante “parolone” anche nelle<br />

prediche. Bisogna essere semplici,<br />

veri. In ogni caso, io credo che ci<br />

deve essere Qualcuno di superiore<br />

a darci supporto per fare le manovre<br />

giuste e a darci le parole giuste».<br />

E cosa hai potuto intuire della fede<br />

dei genitori?<br />

«Prima vedevo molti che moltiplicavano<br />

le preghiere. Ora, in chi è<br />

credente, vedo una fede più consapevole<br />

e matura».<br />

Ricordi un’esperienza che ti ha<br />

segnato particolarmente?<br />

«Uno dei primi anni, morì una bambina<br />

alla quale ero molto affezionata.<br />

Proprio non accettavo quella<br />

morte. Da lì ho iniziato a prendere<br />

un po’ le distanze. Quando vedo<br />

che le cose si mettono male, cerco<br />

di non ripetere quel dolore».<br />

Cosa pensi del dibattito sul come<br />

affrontare la malattia quando non<br />

ci sono quasi più speranze? Come<br />

porsi tra accanimento terapeutico<br />

ed eutanasia?<br />

«Oggi abbiamo dei sistemi molto<br />

avanzati per la “terapia del dolore”.<br />

Sono d’accordo di accompagnare i<br />

malati (terminali, ndr), ma senza<br />

portarli avanti con terapie inutili<br />

che hanno solo il risultato di prolungare<br />

la sofferenza. Questo sarebbe<br />

davvero un accanimento terapeutico.<br />

Non so come facciano quelli che<br />

praticano l’eutanasia. Per noi, anche<br />

quando sono morti, staccare le<br />

macchine è una sensazione brutta.<br />

Credo che accompagnarli fino alla<br />

fine sia l’ideale. E per quanto possiamo,<br />

cerchiamo di farli sorridere<br />

e stare sereni». P<br />

GIUGNO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 15


GRAZIE, <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />

«Grazie per avermi accolta<br />

tra le tue braccia»<br />

Carissimo padre Leopoldo, il giorno 15 <strong>giugno</strong><br />

2016 mi era stato diagnosticato un carcinoma<br />

alla mammella sinistra. Ero disperata. Il mondo<br />

si stava sgretolando sotto i miei piedi. La mia<br />

prima preoccupazione era di non riuscire a<br />

veder crescere la mia amata figlia, che è stata sempre<br />

protetta da te dal momento in cui ho avuto la certezza<br />

di aspettarla, tenendomi sul pancione il tuo santino.<br />

Prima della visita chirurgica e oncologica, ho sentito<br />

il bisogno di venire da te, per affidarti le mie pene.<br />

Ho pregato sulla tua tomba affinché mi aiutassi a<br />

superare questa durissima prova. Ricordo che mi sono<br />

fermata davanti alla tua statua e ho pregato ancora,<br />

piangendo disperata ma sottovoce. A fianco a me si è<br />

materializzata una donna, che non conoscevo. Lei mi<br />

ha guardata dolcemente e, sorridendomi, mi ha detto:<br />

«Vedrai: andrà tutto bene. Sei nel luogo giusto». E mi ha<br />

abbracciata. Ho sentito un calore dentro mai provato<br />

prima! Il 27 dicembre 2016 ho finito la chemioterapia.<br />

In totale ne ho fatte 16. Il successivo 2 febbraio 2017<br />

mi hanno operata e il 14 aprile ho fatto la mia 30ma e<br />

ultima radioterapia.<br />

Ho trascorso questi nove mesi in serenità, dentro<br />

avevo una forza che nemmeno io sapevo e tutt’ora so<br />

spiegarmi. È trascorso un anno e per ora tutti gli esami<br />

sono perfetti. Sono tornata a ringraziarti e a dirti che<br />

hai ragione tu: «Dio è medico e medicina». Ho avuto<br />

fede e continuerò a tenerla viva. In questi quasi due<br />

anni ho sentito la necessità di aiutare le altre persone<br />

che stanno affrontando la mia stessa battaglia e, a<br />

modo mio e con il tuo aiuto, le sto aiutando. Grazie<br />

per avermi accolta tra le tue braccia e per avermi dato<br />

la forza di combattere per me, per mia figlia, per mio<br />

marito, per la mia famiglia, e per tutti coloro che mi<br />

sono cari e che hanno pregato tanto affinché riuscissi a<br />

vincere la mia battaglia.<br />

Daniela Rubin, Padova, 6.6.2018<br />

La mia mano<br />

sul reliquiario e poi…<br />

Rendo grazie a Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo per<br />

l’intercessione di san Leopoldo. Il 30 agosto 2015 mi<br />

sono recata a pregare al santuario dei Cappuccini<br />

di Padova, dove è esposta la reliquia della mano di<br />

san Leopoldo. Dovendo subire il secondo intervento<br />

al seno sinistro il 3 settembre 2015, avevo pensato<br />

di rivolgermi all’intercessione di san Leopoldo. Mi è<br />

accaduto un fatto che ritengo soprannaturale e voglio<br />

raccontare.<br />

Quel giorno, ho recitato la preghiera appoggiando<br />

prima la mano destra, in seguito ho appoggiato la<br />

mano sinistra sul reliquiario in vetro nella cappella di<br />

san Leopoldo, dove è esposta la sua mano. Ho sentito<br />

un’attrazione verso la sua mano come se ci fosse una<br />

calamita che mi teneva la mano sul vetro del reliquiario,<br />

senza poterla staccare. Così ho prolungato la mia<br />

preghiera recitando sette Pater, Ave e Gloria, poi ho<br />

sentito come un battito di cuore pulsante tra la mia<br />

mano e il reliquiario con la mano del santo. Era come<br />

avere un cuore in mano! Solo in quel momento ho<br />

potuto staccare la mano dal vetro del reliquiario. Il 3<br />

settembre 2015 ho poi subito il secondo intervento<br />

al seno. Il giorno in cui ho ritirato l’esito dell’esame<br />

istologico, il professore – il chirurgo oncologo che mi<br />

aveva operato – ha detto che è successa una cosa che<br />

non ha capito, infatti ha voluto fare due volte l’esame<br />

istologico perché non era convinto del primo esito.<br />

Rendo grazie all’intercessione di san Leopoldo per la<br />

grazia ricevuta!<br />

Beatrice Belletti, Cesenatico (FC), 26.8.2018<br />

Un sogno<br />

che mi tranquillizzò<br />

Dopo alcuni accertamenti, nel mese di luglio 2016 mi<br />

fu diagnosticato un tumore maligno alla prostata. Fui<br />

30 | <strong>PORTAVOCE</strong> | GIUGNO <strong>2019</strong>


operato a Castelfranco Veneto (TV) il 4 ottobre 2016.<br />

In attesa dell’intervento, mi recavo spesso a pregare<br />

presso la tomba di san Leopoldo affidandomi a lui.<br />

Qualche giorno prima dell’intervento, sognai che<br />

stavo pregando san Leopoldo poggiando la mano sul<br />

vetro dell’urna, quando il santo alzò la mano e la pose<br />

pari alla mia. Questo sogno mi tranquillizzò molto e<br />

affrontai l’intervento con fiducia. Dopo l’operazione<br />

chirurgica, i medici dissero che era un tumore<br />

che poteva diramarsi, per questo motivo dovevo<br />

sottopormi alla radioterapia. Tuttavia io volli aspettare<br />

prima di farla. Ebbene, dopo quasi due anni gli esami<br />

dicono che la mia salute va bene. Grazie, san Leopoldo!<br />

A. M., Padova, 19.9.2018<br />

Un giorno una signora mi portò il libro di padre<br />

Leopoldo. Leggevo e piangevo: «Padre Leopoldo,<br />

perché non guarisci anche me?». Poi, una notte, me<br />

lo sognai a fianco del letto che mi diceva: «Ai piedi del<br />

letto, c’è una nuvoletta, là in mezzo c’è la Madonna! Tu<br />

non la vedi ma io la vedo: pregala e mangia, vedrai che<br />

guarisci». Mi svegliai e dissi a mia mamma: «Mamma,<br />

ho visto padre Leopoldo qui a fianco. Mi ha detto di<br />

mangiare e che sarei guarita». Ho mangiato subito<br />

qualcosa e non ho più vomitato. Ero guarita! Di ciò sono<br />

riconoscente a padre Leopoldo e lo prego dicendo: «O<br />

glorioso padre Leopoldo, in ogni luogo e per ogni via<br />

facci sempre compagnia con Gesù e con Maria».<br />

Bruna Dugo, Agna (PD), 6.11.2018<br />

Malgrado<br />

la macchina a fuoco<br />

In occasione del 51mo anniversario del nostro<br />

matrimonio, lo scorso 8 ottobre 2018, abbiamo voluto<br />

coronare finalmente il sogno di visitare il santuario<br />

di san Leopoldo a Padova. Dopo esserci fermati<br />

per qualche tempo, nel viaggio di ritorno verso<br />

casa abbiamo sentito un odore di bruciato, ma non<br />

pensavamo al peggio. Arrivati in prossimità di casa,<br />

appena scesi dalla macchina, una grande fiammata<br />

ci ha colti all’improvviso, invadendo il motore e<br />

rendendo in poco tempo l’automobile inutilizzabile.<br />

Abbiamo provato uno spavento tale da rimanere senza<br />

parole. E se fosse accaduto prima? Non vogliamo<br />

nemmeno pensarci. Non finiremo mai di ringraziare<br />

padre Leopoldo, questo grande santo, per averci<br />

graziati e sostenuti in questa situazione.<br />

Renzo Sartori e Rosetta Rossi, Aldeno (TN), 19.10.2018<br />

«Vedrai che guarisci»<br />

Sono una mamma, nonna e bisnonna di 90 anni. In<br />

occasione del mio 90° compleanno, mio figlio Paolo<br />

ha voluto portarmi al santuario di san Leopoldo. Colgo<br />

l’occasione per raccontare il “miracolo” che ho avuto<br />

da san Leopoldo. Dall’età di 6 anni ho molto sofferto<br />

a causa di un forte vomito. Quando ero colpita dagli<br />

attacchi di vomito, non trattenevo né cibo né acqua,<br />

mi dovevano tenere la testa dagli sforzi che facevo. A<br />

causa degli acidi intestinali, poi, mi si screpolava la<br />

gola e la lingua. A 17 anni si è aggiunta la pleure con<br />

una ghiandola polmonare. Un dottore mi disse: «Con i<br />

conati di vomito, le cose si complicano».<br />

In breve<br />

Vorrei ringraziare san Leopoldo per avere interceduto<br />

per me presso Dio e per essere stata esaudita. L’ho<br />

conosciuto nel 2016 a Loreto (durante l’ostensione del<br />

corpo di san Leopoldo, ndr) mentre ero di passaggio.<br />

Da allora l’ho sempre sentito vicino. È il mio piccolo,<br />

grande santo!<br />

Maria Luigia Donnola, Grottole (MT), 16.7.2018<br />

Lo scorso 25 aprile 2018 sono venuta a Padova in<br />

pellegrinaggio per ringraziare padre Leopoldo, di cui<br />

sono devota. Cinque anni fa ho avuto un tumore detto<br />

melanoma. Da questo sono stata guarita e oggi sono<br />

fuori pericolo. Con tanta emozione e gioia ringrazio<br />

padre Leopoldo.<br />

Anna Pattaro, Rovigo, 17.8.2018<br />

Sono una giovane di 38 anni. Nel 2014 ho subito<br />

un intervento che però è riuscito male, causandomi<br />

una peritonite. I medici si sono esposti dicendo<br />

che era difficile affrontare la vita. Ma io in sala<br />

rianimazione sentivo la presenza di padre Leopoldo<br />

e grazie a lui io sono qui a pregarlo e a ringraziarlo di<br />

avermi ridonato la vita e di essermi stato vicino nella<br />

malattia. Grazie!<br />

Emili Perini, Chioggia (VE), 15.9.2018<br />

a cura della Redazione<br />

Scriveteci e inviateci testimonianze e racconti su<br />

grazie ricevute, esperienze umane e spirituali che<br />

riguardano il vostro rapporto con p. Leopoldo.<br />

Redazione Portavoce di san Leopoldo Mandić<br />

Piazzale Santa Croce, 44 – 35123 Padova<br />

email: direttore@leopoldomandic.it<br />

GIUGNO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 31


VITA DEL <strong>SAN</strong>TUARIO<br />

Per la pubblicazione, inviate la foto<br />

del vostro pellegrinaggio di gruppo a:<br />

web@leopoldomandic.it<br />

Dal 10 marzo al 7 aprile <strong>2019</strong>,<br />

hanno visitato il nostro santuario<br />

circa 65 gruppi, per un totale di<br />

circa 3.500 persone provenienti<br />

da Plitvička Jezera (Croazia), Zagabria<br />

(Croazia), Perarolo di Vigonza (PD),<br />

Chiuppano (VI), Polverara (PD),<br />

Campodarsego (PD), Baviera (Germania),<br />

Gospić (Croazia), Selvazzano Dentro (PD),<br />

Novara, Padova, Torino, Vienna (Austria),<br />

Pieve d’Alpago (BL), Ivanić-Grad (Croazia),<br />

Spalato (Croazia), Monte San Pietro (BO),<br />

Cento (FE), Novalja (Croazia), Albignasego<br />

(PD), Vignola (MO), Pieve di Curtarolo<br />

(PD), Pozzonovo (PD), Pontevigodarzere<br />

(PD), Brindisi, Chirignago (VE), Osijek<br />

(Croazia), Chioggia (VE), Clonmel (Irlanda),<br />

Pola (Croazia), Zanè (VI), Brugine (PD),<br />

Nin (Croazia), Ostiglia (MN), Rosolina<br />

(RO), Pescara, Trieste, Este (PD), Abano<br />

terme (PD), Chioggia (VE), Rivalta sul<br />

Mincio (MN), Fonzaso (BL), Mostar<br />

(Bosnia-Erzegovina), Karlovac (Croazia),<br />

Sant’Ilario d’Enza (RE), Casalserugo (PD),<br />

Campocroce di Mirano (VE),<br />

Reggio Emilia, Varsavia (Polonia),<br />

Livorno e inoltre da altre località<br />

di Austria, Croazia, Slovenia e Germania<br />

15.3.<strong>2019</strong>: gruppo del catechismo dalla parrocchia di Campodarsego (PD)<br />

con il parroco don Enrico<br />

16.3.<strong>2019</strong>: gruppo dalla parrocchia del Sacro Cuore di Abano Terme (PD)<br />

16.3.<strong>2019</strong>: bambini del catechismo con i genitori dalla parrocchia San Domenico di Selvazzano Dentro (PD)<br />

32 | <strong>PORTAVOCE</strong> | GIUGNO <strong>2019</strong>


19.3.<strong>2019</strong>:<br />

dalla parrocchia<br />

San Michele Arcangelo<br />

di Chiuppano (VI)<br />

21.3.<strong>2019</strong><br />

la squadra di calcio<br />

A.S. Cittadella<br />

con dirigenza e<br />

accompagnatori<br />

23.3.<strong>2019</strong>: bambini della prima confessione con genitori da<br />

Monte San Pietro (BO) col parroco don Giuseppe<br />

23.3.<strong>2019</strong>: bambini del catechismo<br />

da Carpanedo di Albignasego (PD)<br />

<strong>2019</strong>.3.23 pellegrini da Cento (FE) con p. Ivano Pucetti, cappuccino<br />

<strong>2019</strong>.3.24 gruppo dalla parrocchia di Pieve di Curtarolo (PD)


24.3.<strong>2019</strong>: ragazzi dalla parrocchia<br />

di Pontevigodarzere (PD)<br />

24.3.<strong>2019</strong>: gruppo dalla parrocchia di Pozzonovo (PD)<br />

con il parroco<br />

26.3.<strong>2019</strong>: giovani veneti, lombardi e croati in accoglienza e<br />

postulanti cappuccini<br />

28.3.<strong>2019</strong>: ex-allievi dell’oratorio salesiano di Chioggia con<br />

don Rossano<br />

29.3.<strong>2019</strong>:<br />

bambini di prima<br />

confessione<br />

dalla parrocchia<br />

SS. Pietro e Paolo<br />

di Zanè (VI)<br />

29.3.<strong>2019</strong>: gruppo di 170 studenti da Pola (Croazia)<br />

34 | <strong>PORTAVOCE</strong> | GIUGNO <strong>2019</strong>


30.3.<strong>2019</strong>: ministranti dalla parrocchia San Tommaso<br />

di Albignasego (PD) con don Fabio<br />

30.3.<strong>2019</strong>: bambini del catechismo dalla parrocchia di Altichiero (PD)<br />

31.3.<strong>2019</strong>: pellegrini da Pescara<br />

31.3.<strong>2019</strong>: gruppo da Rosolina (RO)<br />

<br />

6.4.<strong>2019</strong>:<br />

famiglie da Sant’Ilario<br />

d’Enza (RE)<br />

6.4.<strong>2019</strong>:<br />

bambini di prima<br />

confessione dalla parrocchia<br />

di Campocroce di Mirano (VE)<br />

7.4.<strong>2019</strong>: pellegrini da Livorno<br />

6.4.<strong>2019</strong>: gruppo del catechismo dalla parrocchia<br />

di Casalserugo (PD)<br />

GIUGNO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 35


IL TUO «5 X MILLE»<br />

PER LE OPERE <strong>DI</strong> CARITÀ<br />

DEI FRATI CAPPUCCINI<br />

Devolvi il «5 x 1000» al l’Associazione<br />

di volontariato «Amici di san Francesco»,<br />

a beneficio delle opere di carità<br />

dei cappuccini del Triveneto.<br />

Non ti costa nulla.<br />

Basta la tua firma e scri vere<br />

il numero di codice fiscale 90082970279<br />

nella dichiarazione dei redditi<br />

(modello CUD, 730, UNICO)<br />

ORARI DEL <strong>SAN</strong>TUARIO<br />

APERTURA<br />

Chiesa<br />

ore 6.00-12.00 / 15.00-19.00<br />

Cappella del santo<br />

ore 7.00-12.00 / 15.00-19.00<br />

PENITENZIERIA<br />

Festivo<br />

ore 6.15-12.00 / 15.00-19.00<br />

Feriale<br />

ore 7.00-12.00 / 15.00-19.00<br />

Il lunedì pomeriggio i frati<br />

sono impegnati in comunità,<br />

pertanto non sono disponibili<br />

per le confessioni<br />

<strong>SAN</strong>TE MESSE<br />

Festivo<br />

ore 6.30, 7.45, 9.00, 10.15,<br />

11.30, 16.00, 18.00<br />

Sabato pomeriggio e vigilia<br />

delle feste sante messe festive<br />

ore 16.00, 18.00<br />

Feriale<br />

ore 7.00, 8.30, 10.00, 18.00<br />

PREGARE CON I FRATI<br />

Al mattino ore 6.20:<br />

celebrazioni delle Lodi,<br />

meditazione e s. messa.<br />

Alla sera ore 19.00:<br />

recita del santo rosario<br />

e Vespri (giovedì: adorazione<br />

eucaristica e Vespri)<br />

PELLEGRINAGGI<br />

Per informazioni o prenotazioni, telefonare alllo 049 8802727 (orario di ufficio),<br />

email: info@leopoldomandic.it. Chiediamo di indicare il numero dei pellegrini, la<br />

data e l’ora prevista dell’arrivo, la necessità di una presentazione del santuario,<br />

l’intenzione di celebrare la santa messa con un sacerdote del gruppo.<br />

Ricordiamo che il santuario rimane chiuso dalle 12 alle 15<br />

I<br />

IN CASO <strong>DI</strong> MANCATO RECAPITO, RINVIARE ALL’UFFICIO POSTALE <strong>DI</strong> PADOVA C.M.P., DETENTORE<br />

DEL CONTO, PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TARIFFA

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