Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
In questo haiku di Shuoshi il sogno è oggettivo. Il poeta si era addormentato<br />
e viene probabilmente svegliato da qualcosa. Forse stava facendo un sogno<br />
particolarmente piacevole, ma si risveglia e si rende conto con sgomento che<br />
la realtà intorno a lui è mutata : è calato il buio sorprendendo il poeta, come<br />
ci suggerisce il secondo verso, che è costretto ad abbandonare il piacevole<br />
calore del sonno (oggettivo o semplicemente dato dal sogno che stava<br />
facendo?) e a fare i conti con la realtà di una sera d'autunno sicuramente<br />
piuttosto fredda. Il kigo è aki no kure, che potrebbe alludere anche a una<br />
sera di fine autunno, accentuando l'atmosfera con una nota ulteriormente<br />
malinconica e solitaria. Nello haiku a seguire, abbiamo una scena simile alla<br />
precedente, ma l'universo interiore dell'autore, e di conseguenza l'espressione<br />
poetica, sono completamente differenti:<br />
uguisu ni<br />
yumesana sareshi<br />
asage kana<br />
ah, l'usignolo<br />
m'ha svegliato dal sogno ‒<br />
il riso del mattino<br />
Yamamoto Ryōkan traduzione di mario Riccò e Paolo (3)<br />
Anche in questo caso il sogno è oggettivo: il poeta stava dormento e viene<br />
svegliato dal canto dell'usignolo, ma egli accoglie di buon grado il nuovo<br />
giorno, in piena aderenza emotiva e interiore alla sua realtà quotidiana,<br />
rappresentata nel terzo verso da un umile e semplice piatto di riso e<br />
rafforzata dal kigo di primavera. In questi versi ritroviamo tutta la semplicità<br />
dell'animo di Ryōkan, la leggerezza e la giocosità che contraddistinguevano<br />
questo monaco poeta.<br />
26