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IL PIACERE
IL PIACERE
Fiori delicati, pianta recalcitrante: la coltura del grano saraceno richiede un grande impegno.
‘50, e con essa scomparvero anche le conoscenze
tradizionali come pure vecchie
varietà, benché per decenni questa pianta,
quale «cibo dei poveri» avesse placato
la fame di parecchi. Il grano saraceno
però non è facile da coltivare. Cresce sì
rigoglioso, con i suoi delicati fiori bianchi,
ma è recalcitrante e mostra i suoi
frutti solo agli occhi allenati e alle mani
zelanti. Il grano saraceno fiorisce durante
tutta l’estate – indubbiamente un piacere
per gli occhi e le api,
Il grano saraceno
è uno pseudocereale,
imparentato
con il rabarbaro.
essenziali per la crescita
del grano saraceno
– ma questo fatto
costituisce per l’agricoltore
un vero e proprio
grattacapo per quanto
riguarda il momento
giusto della mietitura.
I primi chicchi possono essere maturi
entro poche settimane, mentre gli ultimi
possono aver bisogno di altri due mesi di
tempo. Una mietitura industriale risulta
così difficile ed è questo uno dei motivi
per i quali il grano saraceno scomparve.
E, non da ultimo, è uno pseudocereale
e quindi imparentato con il rabarbaro.
Ecco perché non è possibile cucinare
esclusivamente con farina di grano saraceno,
ma è necessario miscelarla con altre
farine.
Ma tutto questo non dà alcun fastidio
a Luigi Giuliani. «Provare, provare, provare».
E perciò è ancora più felice quando
può portare il suo raccolto al Mulino
di Aino a San Carlo, dove gli acheni vengono
macinati per farne farina. Quanto
viene macinato in questo mulino che
risale al XVIII secolo è oggi un prodotto
molto ricercato. Infatti, non essendo un
cereale, il grano saraceno non contiene
glutine ed è quindi digeribile per gli
allergici. È inoltre ricco di sostanze nutritive
e di minerali.
Ma questo non è il punto per Giuliani:
lui vuole ridare nuova vita a una vecchia
tradizione, rendere questa coltura
di nuovo locale. E questa
sarà la sua motivazione
anche quest’anno,
quando in maggio seminerà
il campo e spererà
in un’annata buona. O
lascerà cadere le braccia,
o le terrà in tasca.
In autunno vagherà per
il campo, strizzerà gli occhi, esaminerà le
piante e si chiederà: si potrà raccogliere
o no?
Ricetta con farina di grano saraceno:
«Crespelle» – p. 42
Immagine in alto a sinistra — Valposchiavo Turismo / Altre immagine: Maurice K. Grünig
Se il raccolto è buono, le mani rimangono in tasca: Luigi Giuliani si dedica al grano saraceno.
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