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PORTAVOCE DI SAN LEOPOLDO MANDIC - marzo 2018

Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)

Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)

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Portavoce<br />

N. 2 - MARZO <strong>2018</strong><br />

di san Leopoldo Mandić<br />

Mensile - anno 58 - n. 2 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD<br />

San Leopoldo patrono<br />

dei malati di tumore ?<br />

AVVIATA LA RACCOLTA DELLE FIRME<br />

CONOSCERE E VIVERE<br />

LA FEDE IN CRISTO<br />

INTERVISTA A MONS.<br />

RINO FISICHELLA


PER RICEVERE LA RIVISTA<br />

UN ANNO = 9 NUMERI, CON CALENDARIO<br />

Quota associativa<br />

Italia € 20<br />

Europa € 30<br />

Altri Paesi USD 38<br />

sostenitore da € 50<br />

Portavoce<br />

di san Leopoldo Mandić<br />

Periodico di cultura religiosa<br />

dell’Associazione «Amici di San Leopoldo»<br />

Direzione, Redazione, Amministrazione<br />

Associazione «Amici di San Leopoldo»<br />

Santuario san Leopoldo Mandić<br />

Piazzale Santa Croce, 44 - 35123 Padova<br />

Sito internet<br />

www.leopoldomandic.it<br />

Direttore e Redattore<br />

Giovanni Lazzara<br />

Dir. Responsabile<br />

Luciano Pastorello<br />

Hanno collaborato a questo numero<br />

Aurelio Blasotti, Flaviano G. Gusella,<br />

Costanza Miriano, Paolo Cocco, Ivano<br />

Cavallaro, Alfredo Pescante, Kateri Schmidt,<br />

Anna Artmann e Fabio Camillo<br />

■ versamento su conto corrente postale<br />

n. 68943901, intestato a<br />

«Associazione Amici di San Leopoldo»<br />

■ versamento on-line sul c.c.p. n. 68943901<br />

riservato ai titolari di un conto Bancoposta<br />

o di una carta Postepay,<br />

al sito https: //bancopostaonline.poste.it<br />

■ bonifico intestato a<br />

«Associazione Amici di San Leopoldo»<br />

IBAN: IT07 V076 0112 1000 0006 8943 901<br />

BIC(SWIFT): BPPIITRRXXX<br />

Solo per i Paesi che non usano Euro:<br />

IBAN: IT07 V076 0112 1000 0006 8943 901<br />

BIC(SWIFT): POSOIT22XXX<br />

■ assegno non trasferibile intestato a: «Provincia Veneta dei Frati<br />

Minori Cappuccini» e inviato a: Santuario san Leopoldo Mandić,<br />

piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova<br />

L’associazione, che dà diritto di ricevere la rivista, può decorrere<br />

da qualsiasi mese dell’anno. Il cambio di indirizzo è gratuito:<br />

segnalatecelo al più presto per lettera o email<br />

Impaginazione<br />

Barbara Callegarin<br />

Stampa<br />

Stampe Violato - Bagnoli di Sopra (PD)<br />

Editore<br />

Associazione «Amici di san Leopoldo»<br />

Spedizione in abbonamento postale<br />

Pubblicazione registrata presso il Tribunale<br />

di Padova il 18 ottobre 1961, n. 209 e al R.O.C.,<br />

n. 13870. Con approvazione ecclesiastica<br />

e dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini<br />

Garanzia di riservatezza<br />

Nel rispetto del D.L. n. 196/2003 Portavoce di san<br />

Leopoldo Mandić garantisce che i dati personali<br />

relativi agli associati sono custoditi nel proprio<br />

archivio elettronico con le opportune misure di<br />

sicurezza. Tali dati sono trattati conformemente<br />

alla normativa vigente, non possono essere<br />

ceduti ad altri soggetti senza espresso consenso<br />

dell’interessato e sono utilizzati esclusivamente per<br />

l’invio della Rivista e iniziative connesse<br />

In copertina: Padre Leopoldo consola un<br />

ammalato (Giuseppe Mincato)<br />

Le foto, ove non espressamente indicato, hanno valore<br />

puramente illustrativo<br />

Questa testata non fruisce di contributi statali<br />

Chiuso in prestampa il 16 gennaio <strong>2018</strong><br />

e consegnato a Poste Italiane<br />

tra il 12 e il 17 febbraio <strong>2018</strong><br />

PER CONTATTARCI<br />

Invia una email a:<br />

Redazione: direttore@leopoldomandic.it<br />

Santuario: info@leopoldomandic.it<br />

Telefona a:<br />

Redazione e santuario: 049 8802727<br />

Fax 049 8802465<br />

Scrivi per posta a:<br />

Direttore Portavoce di san Leopoldo M.<br />

Santuario san Leopoldo Mandić<br />

Piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova<br />

Rettore del santuario<br />

Fra Flaviano Giovanni Gusella<br />

Santuario san Leopoldo Mandić<br />

Piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova


Sommario<br />

N. 2 MARZO <strong>2018</strong> ANNO 58<br />

3<br />

8<br />

11<br />

14<br />

18<br />

22<br />

26<br />

28<br />

30<br />

32<br />

Editoriali<br />

STIAMO SCIVOLANDO VERSO L’EUTANASIA? / AI LETTORI / di Giovanni Lazzara<br />

<strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong> SARÀ PATRONO DEI MALATI <strong>DI</strong> TUMORE? / LA VOCE DEL <strong>SAN</strong>TUARIO /<br />

di Flaviano G. Gusella<br />

Attualità ecclesiale<br />

PERISCOPIO CATTOLICO / a cura di Giovanni Lazzara<br />

CONOSCERE E VIVERE LA FEDE IN CRISTO / INTERVISTA / a cura di Giovanni Lazzara<br />

Fede & vita<br />

LA CONFESSIONE, UNA GRANDE VIA <strong>DI</strong> GUARIGIONE / QUARESIMA / di Costanza Miriano<br />

FRIEDRICH JOSEPH HAASS, IL <strong>SAN</strong>TO ME<strong>DI</strong>CO <strong>DI</strong> MOSCA / ECUMENISMO / di Paolo Cocco<br />

San Leopoldo ieri e oggi<br />

PRIMA E DOPO L’ESPERIENZA <strong>DI</strong> FIUME. GLI SCRITTI DELL’ANNO 1923 / TRENT’ANNI CON<br />

<strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong> (1911-1941) / di Ivano Cavallaro<br />

<strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong> AL <strong>SAN</strong>TUARIO ANTONIANO DELL’ARCELLA / di Alfredo Pescante<br />

FATHER LEOPOLD CELEBRATES MASS. LA MESSA IN UN KIT LEGO / di Kateri Schmidt<br />

IL «CRISTO IN CROCE» DELLA CAPPELLA DELLA TOMBA / ARTE IN <strong>SAN</strong>TUARIO /<br />

di Anna Artmann<br />

14 22 32<br />

4<br />

6<br />

35<br />

36<br />

38<br />

Rubriche<br />

LA FOTO RACCONTA<br />

LETTERE A <strong>PORTAVOCE</strong> / di Aurelio Blasotti<br />

GRAZIE, <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong> / a cura della Redazione<br />

VITA DEL <strong>SAN</strong>TUARIO / a cura della Redazione<br />

CALENDARIO LITURGICO / a cura della Redazione<br />

MARZO <strong>2018</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 5


LETTERE A <strong>PORTAVOCE</strong><br />

Mio padre è ricoverato da molto<br />

tempo, prima in ospedale e ora in<br />

una struttura di assistenza. A causa<br />

di una malattia che i medici non<br />

riescono a contenere, versa in una<br />

situazione sempre più precaria e<br />

penosa. Pure come familiari siamo<br />

messi alla prova, perché, oltre alla<br />

sofferenza che ci distrugge, dobbiamo<br />

trovare il tempo e il denaro necessario<br />

per assistenza e visite… Mi<br />

dica: c’è l’obbligo morale di usare<br />

davvero tutti i mezzi per prolungare<br />

una vita?<br />

Lettera firmata<br />

La lettera c’introduce alla<br />

questione etica del “fine vita”,<br />

molto dibattuta ai nostri<br />

giorni. Il 14 dicembre scorso<br />

è diventato legge il cosiddetto<br />

“biotestamento” (o DAT, “disposizioni<br />

anticipate di trattamento”).<br />

La legge, salutata da molti come<br />

espressione di civiltà, in realtà rischia<br />

di aprire le porte all’eutanasia<br />

e al suicidio legalizzato, arrivando a<br />

considerare la nutrizione e l’idratazione<br />

come trattamenti sanitari che<br />

si possono rifiutare. Tutto ruota intorno<br />

a un uso aberrante dell’idea<br />

di autodeterminazione.<br />

Qui cercherò solo di far conoscere<br />

il pensiero della Chiesa, proponendo<br />

una sintesi di un recente<br />

messaggio di papa Francesco, che<br />

offre una risposta chiara e autorevole.<br />

Scrive il Papa: «Le domande<br />

che riguardano la fine della vita<br />

terrena hanno sempre interpellato<br />

l’umanità, ma oggi assumono forme<br />

nuove per l’evoluzione delle conoscenze<br />

e degli strumenti tecnici resi<br />

disponibili dall’ingegno umano. La<br />

medicina ha, infatti, sviluppato una<br />

sempre maggiore capacità terapeutica,<br />

che ha permesso di sconfiggere<br />

molte malattie, di migliorare la<br />

salute e prolungare il tempo della<br />

vita. Essa ha dunque svolto un ruolo<br />

Come comportarsi<br />

con i malati terminali ?<br />

molto positivo. D’altra parte, oggi è<br />

anche possibile protrarre la vita in<br />

condizioni che in passato non si potevano<br />

neanche immaginare. Gli interventi<br />

sul corpo umano diventano<br />

sempre più efficaci, ma non sempre<br />

sono risolutivi: possono sostenere<br />

funzioni biologiche divenute insufficienti,<br />

o addirittura sostituirle, ma<br />

questo non equivale a promuovere<br />

la salute. Occorre quindi un supplemento<br />

di saggezza, perché oggi è<br />

più insidiosa la tentazione di insistere<br />

con trattamenti che producono<br />

potenti effetti sul corpo, ma talora<br />

non giovano al bene integrale della<br />

persona» 1 .<br />

Rifacendosi poi al pensiero di Pio<br />

XII, che già sessanta anni fa riteneva<br />

lecito «non impiegare sempre<br />

tutti i mezzi terapeutici potenzialmente<br />

disponibili» 2 , papa Bergoglio<br />

conferma: «È moralmente lecito rinunciare<br />

all’applicazione di mezzi<br />

terapeutici, o sospenderli, quando<br />

il loro impiego non corrisponde a<br />

quel criterio etico e umanistico che<br />

verrà in seguito definito “proporzionalità<br />

delle cure”» 3 e che «si qualifica<br />

moralmente come rinuncia all’“accanimento<br />

terapeutico”».<br />

In proposito, citando il Catechismo<br />

della Chiesa cattolica 4 , papa<br />

Francesco continua: «Non si vuole<br />

6 | <strong>PORTAVOCE</strong> | MARZO <strong>2018</strong>


così procurare la morte: si accetta<br />

di non poterla impedire. Questa<br />

differenza di prospettiva restituisce<br />

umanità all’accompagnamento del<br />

morire, senza aprire giustificazioni<br />

alla soppressione del vivere». Ogni<br />

tentativo, infatti, di prolungare la<br />

vita non deve essere fatto ad ogni<br />

costo, ma valutato con «un attento<br />

discernimento» e deve essere<br />

«adeguato alla dignità dell’essere<br />

umano».<br />

In questo percorso, la persona<br />

malata riveste il ruolo principale.<br />

Su questo principio assoluto, il<br />

Papa ricorda la parabola del buon<br />

samaritano 5 : «Si potrebbe dire che<br />

l’imperativo categorico è quello<br />

di non abbandonare mai il malato.<br />

L’angoscia della condizione che ci<br />

porta sulla soglia del limite umano<br />

supremo, e le scelte difficili che occorre<br />

assumere, ci espongono alla<br />

tentazione di sottrarci alla relazione.<br />

Ma questo è il luogo in cui ci vengono<br />

chiesti amore e vicinanza, più di<br />

ogni altra cosa, riconoscendo il limite<br />

che tutti ci accumuna e proprio<br />

lì rendendoci solidali. Ciascuno dia<br />

amore nel modo che gli è proprio:<br />

come padre o madre, figlio o figlia,<br />

fratello o sorella, medico o infermiere.<br />

Ma lo dia! E se sappiamo che<br />

della malattia non possiamo sempre<br />

garantire la guarigione, della persona<br />

vivente possiamo e dobbiamo<br />

sempre prenderci cura: senza abbreviare<br />

noi stessi la sua vita, ma anche<br />

senza accanirci inutilmente contro<br />

la sua morte».<br />

In questa situazione la “medicina<br />

palliativa” «riveste una grande importanza<br />

anche sul piano culturale»,<br />

perché si presta «a combattere tutto<br />

ciò che rende il morire più angoscioso<br />

e sofferto, ossia il dolore e la<br />

solitudine».<br />

Per concretizzare il dovere di<br />

«prenderci cura», san Giovanni<br />

Paolo II, tra le attenzioni da non<br />

trascurare, annovera «la somministrazione<br />

di acqua e cibo, anche<br />

quando avvenisse per via artificiale,<br />

perché rappresenta sempre un<br />

“mezzo naturale” di conservazione<br />

della vita, non un “atto medico”. Il<br />

suo uso, pertanto, è da considerarsi,<br />

in linea di principio, “ordinario e<br />

proporzionato”, e come tale moralmente<br />

obbligatorio, nella misura in<br />

cui e fino a quando esso dimostra di<br />

raggiungere la sua finalità propria,<br />

che nella fattispecie consiste nel<br />

procurare nutrimento al paziente<br />

e lenimento delle sofferenze» 6 . E<br />

continua con fermezza: «Lo stato<br />

vegetativo prolungato non può giustificare<br />

eticamente l’abbandono o<br />

l’interruzione delle cure minimali al<br />

paziente, comprese alimentazione<br />

e idratazione. La morte per fame<br />

e per sete, infatti, è l’unico risultato<br />

possibile, in seguito alla loro sospensione».<br />

Circa l’eutanasia, il pensiero della<br />

Chiesa è chiarissimo: «Qualunque<br />

ne siano i motivi e i mezzi, l’eutanasia<br />

diretta consiste nel mettere fine<br />

alla vita di persone handicappate,<br />

ammalate o prossime alla morte. Essa<br />

è moralmente inaccettabile. Così<br />

un’azione oppure un’omissione che,<br />

da sé o intenzionalmente, provoca<br />

la morte allo scopo di porre fine al<br />

dolore, costituisce un’uccisione gravemente<br />

contraria alla dignità della<br />

persona umana e al rispetto del<br />

Dio vivente, suo Creatore. L’errore<br />

di giudizio nel quale si può essere<br />

incorsi in buona fede, non muta la<br />

natura di quest’atto omicida, sempre<br />

da condannare e da escludere» 7 .<br />

Ogni eventuale scelta deve essere<br />

fatta preferendo sempre il malato,<br />

dando amore e attenzione, conforto<br />

e ascolto. E se non si può alleviare<br />

la sofferenza del malato terminale,<br />

si può sempre accompagnarlo nel<br />

suo faticoso cammino. È meglio una<br />

carezza a una persona viva, che un<br />

crisantemo sopra una tomba! Il momento<br />

della morte di una persona è<br />

sempre lo svelamento della verità<br />

per tutti: ciò vale non solo per il malato,<br />

ma anche per ciascuno di noi.<br />

1<br />

Francesco, Messaggio ai partecipanti al<br />

Meeting Regionale Europeo della “World<br />

Medical Association” sulle questioni del<br />

“fine-vita”, 16-17.11.2017.<br />

2<br />

Cf. Acta Apostolicae Sedis XLIX [1957],<br />

1027-1033.<br />

3<br />

Cf. Congregazione per la dottrina della<br />

fede, Dichiarazione sull’eutanasia,<br />

5.5.1980, IV: Acta Apostolicae Sedis LXXII<br />

[1980], 542-552.<br />

4<br />

Catechismo della Chiesa cattolica, n. 2278.<br />

5<br />

Cf. Lc 10, 25-37.<br />

6<br />

Giovanni Paolo II, Discorso al Congresso<br />

Internazionale sulla vita vegetativa,<br />

20.3.2004.<br />

7<br />

Catechismo della Chiesa cattolica, n. 2277.<br />

Mia figlia<br />

è vegetariana<br />

Caro padre, mia figlia è diventata<br />

vegetariana. Mi dice che è una<br />

scelta fatta consapevolmente, perché<br />

vuol bene agli animali. E che<br />

ogni cristiano, se avesse davvero<br />

rispetto per le creature, dovrebbe<br />

cambiare anche la dieta. Non è<br />

esagerato tutto ciò? Non c’è scritto<br />

nella Bibbia che i nostri progenitori<br />

avrebbero potuto mangiare carne?<br />

L.R.<br />

La parola «vegetariano» deriva<br />

dal verbo latino vègere, che<br />

significa «animare, dare forza<br />

e salute». Da qui l’aggettivo<br />

vègetus, ossia «vigoroso,<br />

che sta bene». Anche noi diciamo di<br />

uno che gode buona salute, che «è<br />

vivo e vegeto».<br />

Dalla parola «vegetariano», che<br />

chiaramente ha il suo primo riferimento<br />

al mondo vegetale, sono sorte<br />

diverse teorie filosofiche e dottri-<br />

MARZO <strong>2018</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 7


▶ LETTERE A <strong>PORTAVOCE</strong><br />

ne per realizzare una vita “sana e<br />

perfetta”. Le troviamo già negli insegnamenti<br />

del Budda e di Pitagora,<br />

cinque secoli avanti Cristo.<br />

L’orientamento vegetariano caratterizza<br />

ancora oggi molte confessioni<br />

religiose. È una concezione<br />

che non è quindi un semplice frutto<br />

di ecologismo o salutismo. Oggi<br />

poi c’è una caccia a personaggi<br />

conosciuti (santi, artisti, uomini di<br />

cultura e di sport) per dar credito<br />

alle proposte vegetariane. Lungo la<br />

storia, nella Chiesa ci furono anche<br />

lotte aspre contro i vegetariani, considerati<br />

eretici (cf. i Càtari) perché si<br />

ritenevano gli unici perfetti e quindi<br />

“salvati”.<br />

Ai nostri giorni la motivazione<br />

religiosa non sembra prevalente<br />

nella scelta della dieta vegetariana.<br />

Piuttosto, un nuovo motivo spinge<br />

le persone a diventare vegetariane,<br />

come si legge anche nella lettera<br />

(«mia figlia… vuol bene agli animali»):<br />

oggi c’è più attenzione e cura<br />

per gli animali, e fanno orrore certi<br />

metodi di allevamento intensivo e<br />

di macellazione di tanta industria<br />

della carne.<br />

Una parola va detta anche sui<br />

«vegani»: persone che si nutrono<br />

soltanto di cibi di origine vegetale.<br />

A differenza dei vegetariani, i vegani<br />

non mangiano né latte né uova, né i<br />

prodotti derivati. Inoltre non utilizzano<br />

nessun prodotto derivato dallo<br />

sfruttamento degli animali e, per<br />

questa ragione, non vestono cuoio,<br />

lana, seta, pellicce e così via. Non<br />

utilizzano alcun prodotto cosmetico<br />

che sia testato su animali, né<br />

partecipano agli spettacoli circensi<br />

o a sport come la caccia o l’ippica.<br />

Insomma, i vegani non scelgono<br />

solo un tipo di dieta, ma coltivano<br />

proprio una dottrina di vita.<br />

I vegetariani, invece, escludono<br />

dalla propria alimentazione la carne<br />

di “tutti” gli animali (di terra, di<br />

aria e d’acqua), senza però rinunciare<br />

a prodotti di derivazione animale,<br />

come latte e uova. In genere la loro<br />

scelta si limita alla dieta alimentare,<br />

che pur tuttavia è molto variabile.<br />

Infatti, c’è chi rinuncia alla carne,<br />

ma non al pesce; chi mangia carne<br />

in occasioni rare.<br />

Non apro, invece, la questione posta<br />

dal lettore su cosa dice la Bibbia a<br />

riguardo dell’alimentazione, perché<br />

il discorso si amplierebbe di molto.<br />

Cito solo una frase significativa di<br />

Gesù: «Non c’è nulla fuori dell’uomo<br />

che, entrando in lui, possa renderlo<br />

impuro. Ma sono le cose che escono<br />

dall’uomo a renderlo impuro» (Mc 7,<br />

15s). Come dire: non è un certo cibo<br />

che sporca l’uomo, ma è l’uomo che<br />

può rovinare tutto. P<br />

Aurelio Blasotti<br />

SCRIVETE A<br />

Redazione<br />

Portavoce di san Leopoldo:<br />

Piazzale S. Croce, 44 - 35123<br />

Padova<br />

Fax: 049 8802465<br />

e-mail: direttore@leopoldomandic.it<br />

oppure<br />

fr.aurelioblasotti@gmail.com<br />

La Redazione si riserva il diritto<br />

di sintetizzare le lettere.<br />

È garantito il rispetto dell’anonimato<br />

per chi lo richiede.<br />

È<br />

l’auspicio che fr. Mauro<br />

Jöhri, ministro generale<br />

dell’Ordine dei frati<br />

cappuccini, ha espresso,<br />

con una richiesta scritta,<br />

al cardinale Gualtiero Bassetti,<br />

presidente della Conferenza<br />

episcopale italiana, lo scorso 2<br />

dicembre 2017.<br />

Incoraggiato dalle molte<br />

richieste di fedeli e devoti di san<br />

Leopoldo Mandić, considerato<br />

l’assenso unanime della<br />

Conferenza episcopale del<br />

Triveneto e di quella della Croazia,<br />

del ministro provinciale dei<br />

cappuccini del Triveneto, della<br />

Conferenza dei superiori maggiori<br />

delle famiglie religiose della<br />

Croazia e quella dei cappuccini<br />

dell’Europa Centro Orientale,<br />

espresso già nell’estate del 2016,<br />

il ministro generale ha ritenuto<br />

opportuno farsi portavoce di<br />

medici, ammalati e loro familiari<br />

desiderosi di poter invocare<br />

san Leopoldo per una realtà di<br />

sofferenza che, in questo nostro<br />

tempo, è sempre più diffusa e<br />

dolorosa: il tumore.<br />

La motivazione<br />

L’iniziativa, già promossa da<br />

molti devoti negli anni ’80 del<br />

secolo scorso, è stata nuovamente<br />

sollecitata dopo l’ostensione delle<br />

spoglie mortali del santo della<br />

misericordia nella basilica di San<br />

Pietro nel febbraio 2016, sapendo<br />

che padre Leopoldo morì proprio<br />

a causa di un tumore all’esofago.<br />

La malattia che gli era stata<br />

diagnosticata gli provocava crisi<br />

di dolori così lancinanti da farlo<br />

svenire. Mirabile e paziente nelle<br />

molte sofferenze e infermità che<br />

l’hanno accompagnato in tutto<br />

l’arco della sua esistenza, ha<br />

insegnato, con l’aiuto della grazia<br />

divina, con quale spirito di fede<br />

vanno affrontate anche malattie<br />

incurabili. Volle e seppe offrire<br />

8 | <strong>PORTAVOCE</strong> | MARZO <strong>2018</strong>


LA VOCE DEL <strong>SAN</strong>TUARIO<br />

San Leopoldo sarà patrono<br />

dei malati di tumore?<br />

tutto al Signore per i suoi penitenti e per l’unità tra la<br />

Chiesa ortodossa d’Oriente e quella cattolica di Roma<br />

nel divino sacrificio dell’eucaristia e per intercessione<br />

della Madonna, che chiamava, con amore filiale,<br />

Parona benedetta.<br />

Una quindicina di giorni prima della morte, la<br />

stenosi esofagea era divenuta totale e non permetteva<br />

più alcuna alimentazione, sia naturalmente sia per<br />

mezzo di sonda, nemmeno delle sostanze liquide.<br />

Aveva spesso convulsioni spasmodiche dolorosissime.<br />

Riusciva, tuttavia, ad ingerire — cosa inspiegabile<br />

con mezzi e cognizioni mediche e con stupore dei<br />

medici curanti — soltanto il pane, il vino e l’acqua della<br />

purificazione del calice, durante la santa messa che ha<br />

celebrato ogni giorno fino alla morte (cf. testimonianza<br />

del prof. Enrico Rubaltelli, suo medico e specialista<br />

otorinolaringoiatra).<br />

Chiese e ottenne dal Signore di poter svolgere il suo<br />

ministero fino alla fine dei suoi giorni. Benché stremato,<br />

il 29 luglio 1942, ultimo giorno della sua vita, confessò,<br />

come testimoniano i suoi biografi, circa cinquanta<br />

persone nella stanza dell’infermeria del convento.<br />

Padre Leopoldo e gli ammalati<br />

Padre Leopoldo ebbe sempre molta attenzione<br />

e compassione per le persone ammalate. Una<br />

testimonianza afferma: «Se chiamato da un ammalato,<br />

col permesso dei superiori, si recava presso di lui<br />

sempre molto volentieri. Qualche volta, per recarsi<br />

al letto di qualche ammalato grave lasciò anche la<br />

confessione». Un’altra testimonianza: «Anche coloro<br />

che non avrebbero mai permesso a un sacerdote di<br />

avvicinarsi al proprio letto, appena vedevano padre<br />

Leopoldo, si commuovevano, si confessavano e<br />

spiravano con il conforto della fede».<br />

Un consolatore e un intercessore<br />

Crediamo davvero che padre Leopoldo, che ha<br />

terribilmente sofferto a causa del tumore, ma con<br />

serenità, spirito di abbandono e di fiducia nella bontà<br />

divina, possa essere indicato a quanti sono colpiti da<br />

questa malattia e ai loro familiari come un esempio<br />

nella difficile prova del dolore e come un intercessore<br />

presso Dio per invocare la guarigione, qualora Egli<br />

lo volesse, o la forza per sostenere la sofferenza, con<br />

fiducia e speranza.<br />

Chiediamo la collaborazione di tutti<br />

L’iniziativa del ministro generale dei cappuccini,<br />

condivisa anche da fr. Roberto Tadiello, ministro<br />

provinciale dei cappuccini del Triveneto, ha bisogno<br />

di essere sostenuta innanzitutto con la preghiera<br />

perché venga accolta dalle competenti autorità<br />

ecclesiali, se la riterranno utile e opportuna, e con una<br />

raccolta di firme già avviata all’inizio di quest’anno.<br />

Chiediamo, pertanto, a tutti voi lettori del Portavoce,<br />

nel più breve tempo possibile, di firmare la petizione<br />

e di farvi promotori per la raccolta di altre firme di<br />

persone maggiorenni da inviare al Presidente della<br />

Conferenza episcopale italiana, con il modulo<br />

(per famiglie e gruppi) che è stato predisposto e che<br />

potete trovare: 1. sul retro di questa pagina, 2. nel<br />

sito internet: http://tinyurl.com/sanleopoldopatrono,<br />

3. presso il santuario di san Leopoldo a Padova.<br />

È certamente un gesto di sensibilità e vicinanza<br />

alle moltissime persone che in questo nostro tempo<br />

soffrono a causa di varie tipologie di tumore e ai<br />

loro familiari. Una squisita opera di misericordia di<br />

condivisione e di solidarietà con chi piange e soffre,<br />

con chi si trova nel buio della prova. P<br />

Flaviano Giovanni Gusella<br />

MARZO <strong>2018</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 9


RACCOLTA FIRME<br />

PETIZIONE ALLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA PER NOMINARE<br />

IN STAMPATELLO<br />

<strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong> “PATRONO<br />

DEI MALATI <strong>DI</strong> TUMORE”<br />

POSSONO FIRMARE SOLO PERSONE MAGGIORENNI<br />

NOME E<br />

COGNOME<br />

FIRMA<br />

E DATA<br />

COMUNE <strong>DI</strong><br />

RESIDENZA<br />

TELEFONO<br />

(E-MAIL)<br />

QUESTO MODULO SI PUÒ FOTOCOPIARE PER RACCOGLIERE PIÙ ADESIONI<br />

CONSEGNARE A MANO O SPE<strong>DI</strong>RE A:<br />

<strong>SAN</strong>TUARIO <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong> - P.LE <strong>SAN</strong>TA CROCE 44 - 35123 PADOVA<br />

Informativa ai sensi dell’art. 13 del Decreto Legislativo 196/2003 - Il trattamento dei suoi dati personali è finalizzato unicamente<br />

all’esame della sua petizione. Il trattamento sarà effettuato da soggetti incaricati, con l’utilizzo di procedure anche informatizzate, in<br />

grado di tutelare e garantire la riservatezza dei dati, secondo quanto previsto dal Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196. I dati<br />

stessi non verranno comunicati a terzi.<br />

10 | <strong>PORTAVOCE</strong> | MARZO <strong>2018</strong>


GRAZIE, <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />

«Qua c’è la mano<br />

di padre Leopoldo!»<br />

La testimonianza che segue risale a un fatto<br />

accaduto nel lontano 1926, quando mio nonno<br />

aveva ventun anni e mia madre appena tre.<br />

Il fatto mi è stato raccontato molte volte da<br />

mia madre. Mio nonno si chiamava Mario<br />

Cecchinato (classe 1903), era sposato con Maria<br />

Rossetto (classe 1905) e abitava a Casalserugo, a una<br />

decina di chilometri da Padova. Una mattina del 1926<br />

si recò nella chiesa dei Cappuccini per parlare con<br />

padre Leopoldo riguardo alla difficile situazione in<br />

cui si trovava la sua famiglia. Quel giorno nell’atrio<br />

della chiesa c’erano molti fedeli in attesa di padre<br />

Leopoldo. A un certo punto, però, il frate venne fuori<br />

dal confessionale dicendo ai fedeli: «Scusatemi, ma<br />

questa mattina non posso ascoltare nessuno, perché<br />

ho un impegno». A quel punto tutti si avviarono per<br />

tornare a casa. Padre Leopoldo si fermò e chiamò: «Ehi<br />

tu, giovanotto!». Tutti si voltarono indietro per vedere<br />

a chi si stesse rivolgendo. Padre Leopoldo rivolgendosi<br />

a mio nonno ripeté: «Tu, sì, proprio tu!». E continuò:<br />

«Allora, giovanotto, dimmi: che cosa ti succede?»<br />

Mio nonno rispose: «Ho una figlia di tre anni con la<br />

febbre e la broncopolmonite. Il medico del paese mi ha<br />

detto di rassegnarmi perché anche sua figlia di tre anni<br />

si è ammalata ed è morta di broncopolmonite… Inoltre,<br />

ho tutto il bestiame che da giorni non mangia più e sta<br />

morendo!». Padre Leopoldo, dopo aver ascoltato tutto,<br />

mise una mano sulla spalla del nonno e gli disse con<br />

tono rassicurante: «Torna a casa: vedrai che le cose<br />

si sistemeranno». Nonno Mario fece ritorno a casa e,<br />

sorpresa: trovò la figlioletta che non aveva più la febbre<br />

e il bestiame che aveva ripreso a mangiare. A quel<br />

punto, con le lacrime agli occhi si rivolse a sua moglie e<br />

le disse «Qua c’è la mano di padre Leopoldo!».<br />

I miei nonni Mario e Maria ebbero questa sola figlia,<br />

di nome Norma (classe 1923), che è mia madre! Più<br />

tardi Norma si sposò con mio papà Gerardo Greggio ed<br />

ebbero tre figli: Ines, Lino e Adriana (che sono io che<br />

le scrivo). Sono grata e riconoscente a san Leopoldo<br />

perché grazie a lui mia madre, da bambina, è scampata<br />

alla morte e io ho avuto la possibilità di venire al<br />

mondo assieme ai miei fratelli.<br />

Adriana Greggio, Casalserugo (PD), 17.7.2017<br />

Quella piccola medaglietta<br />

Da molti anni sono appassionato di storia della Seconda<br />

guerra mondiale e, in particolare, di mezzi militari<br />

tedeschi. Qualche tempo fa il mio interesse si è rivolto<br />

alla Volkswagen «Kubelwagen». La mia ricerca mi<br />

ha portato in provincia di Venezia, dove ho potuto<br />

conoscere una persona che aveva deciso di vendere<br />

un esemplare di quella vettura. Ciò che completa la<br />

mia passione, però, è cercare la sua storia passata<br />

dei vari oggetti storici insieme alle persone che li<br />

hanno accompagnati nel corso degli anni. In questo<br />

caso, purtroppo, non sono riuscito a trovare notizie<br />

riguardanti i proprietari della macchina precedenti<br />

a colui che me l’ha venduta. Anche per questo, ho<br />

iniziato a esaminare palmo a palmo la macchina anche<br />

nei punti più nascosti: speravo di trovare un nome<br />

oppure qualche segno inciso dal militare a cui era<br />

stata assegnata. Ebbene, è proprio vero che «chi cerca<br />

trova»… Inizialmente ho trovato una medaglietta di<br />

san Francesco d’Assisi, incollata in un punto piuttosto<br />

nascosto, sotto il cruscotto e all’interno di un rinforzo<br />

dello stesso. Dopo un mese, ciò che all’apparenza<br />

poteva sembrare la testa di un chiodo ribattino, si<br />

è rivelata essere una medaglietta di san Leopoldo<br />

Mandić. Il ritrovamento di questi piccoli oggetti ha<br />

arricchito la “storia” della macchina tedesca, ma<br />

soprattutto mi ha fatto incontrare un santo che non<br />

conoscevo, e chissà che le sorprese continuino!<br />

Emilio Camperi, Vicoforte (CN), 16.10.2016<br />

a cura della Redazione<br />

Scriveteci e inviateci testimonianze e racconti<br />

su grazie ricevute, esperienze umane e spirituali<br />

che riguardano il vostro rapporto con p. Leopoldo.<br />

Redazione Portavoce di san Leopoldo Mandic´<br />

Piazzale Santa Croce, 44 – 35123 Padova<br />

email: direttore@leopoldomandic.it<br />

MARZO <strong>2018</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 35


VITA DEL <strong>SAN</strong>TUARIO<br />

Per la pubblicazione, inviate la foto del vostro<br />

pellegrinaggio di gruppo a: web@leopoldomandic.it<br />

Dal 10 novembre 2017 al 6 gennaio <strong>2018</strong> hanno visitato<br />

il nostro santuario circa 40 gruppi organizzati, per un<br />

totale di circa 2.200 pellegrini, provenienti da Zara<br />

(Croazia), Lucerna (Svizzera), Zagabria (Croazia), San<br />

Giovanni Rotondo, Bjelovar (Croazia), Tezze sul Brenta (VI),<br />

Rimini, Santa Marina (SA), Varese, Mendrisio (Svizzera),<br />

Albignasego (PD), Mestrino (PD), Legnaro (PD), Torre di<br />

Fine (VE), Milano, Fagnano Olona (VA), Cassano Maniago<br />

(VA), Conegliano (TV), Roncade (TV), Fiume (Croazia),<br />

Brescia, Feriole di Bresseo (PD), Piove di Sacco (PD),<br />

Bagnolo di Piano (RE), Busto Arsizio (VA), Fiorano al Serio<br />

(BG), Fiuggi (FR), San Pietro Viminario (PD) e inoltre da<br />

altre località di Croazia e Slovenia<br />

3.10.2017: pellegrini provenienti da Herceg Novi (Montenegro),<br />

città natale di padre Leopoldo<br />

11.10.2017: pellegrini da Cologno al Serio (Bergamo)<br />

Francesco e Cristina Grioni di Castiglione d’Adda<br />

(Lodi) hanno festeggiato il 25mo del loro matrimonio.<br />

Ringraziano san Leopoldo assieme ai loro cari figli Federica<br />

e Andrea<br />

19.11.2017: gruppo di devoti dell’unità pastorale di Pozzoleone<br />

(Vicenza)<br />

30.9.2017: gruppo di ciclisti vicentini<br />

5.12.2017: giovani sacerdoti della diocesi di Brescia,<br />

al quarto anno di sacerdozio, ringraziano san Leopoldo<br />

36 | <strong>PORTAVOCE</strong> | MARZO <strong>2018</strong>


CASTELNUOVO <strong>DI</strong> CATTARO (MONTENEGRO),<br />

INAUGURATO IL «PARK SVETOG LEOPOLDA»<br />

Un parco dedicato a san Leopoldo. È il<br />

regalo che la sua città natale, Castelnuovo<br />

di Cattaro (Herceg Novi in Montenegro), gli<br />

ha fatto lo scorso settembre, pochi giorni<br />

prima dell’arrivo dell’urna con le sue spoglie<br />

mortali. La nuova titolazione del parco –<br />

posizionato nel centro della città, presso<br />

l’antica chiesa e monastero di sant’Antonio<br />

– è stata presentata ufficialmente dal<br />

sindaco Stevan Katić alla presenza di<br />

mons. Ilija Janjić, vescovo di Cattaro/Kotor.<br />

«Attraverso la sua attività e l’impegno per<br />

l’umanesimo e l’ecumenismo», ha detto<br />

il sindaco, «san Leopoldo Mandić si pone<br />

come figura di primo piano, di profilo<br />

internazionale. Più volte espresse nostalgia<br />

per la patria. Diceva, per esempio: “Il<br />

mio cuore è dall’altra parte del mare”…<br />

Siamo orgogliosi che l’odierno governo locale corregga<br />

parzialmente errori dei nostri predecessori nell’esprimere<br />

rispetto per il santo». Nel suo intervento, il vescovo Janjić<br />

ha espresso gratitudine al governo locale per l’iniziativa<br />

di intitolare il parco a san Leopold Bogdan Mandić. «È<br />

bello e significativo che il cippo con la targa sorga vicino<br />

all’albero di olivo, perché l’olivo è un segno di pace.<br />

Lasciate che questo olivo, con il nostro santo Leopoldo,<br />

MASSAFRA (TARANTO), UNA NUOVA CHIESA<br />

DE<strong>DI</strong>CATA A <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />

Mons. Claudio Maniago, vescovo di Castellaneta,<br />

domenica 14 maggio scorso ha posto la prima pietra<br />

della nuova chiesa dedicata a san Leopoldo a Massafra<br />

(Taranto). «L’inizio dell’edificazione di una chiesa è<br />

sempre motivo di gioia e di responsabilità», ha dichiarato,<br />

«si tratta, infatti, della costituzione di un luogo di<br />

aggregazione e di promozione delle relazioni all’insegna<br />

del Vangelo». Il vescovo ha presieduto il solenne rito con<br />

la benedizione dell’area destinata alla nuova chiesa e<br />

poi, insieme al parroco don Michele Quaranta e ad alcuni<br />

testimoni, ha firmato la pergamena redatta e letta da<br />

mons. Cosimo Damiano Fonseca, protonotario apostolico<br />

e presidente della Commissione diocesana per l’arte<br />

sacra e i beni culturali. Nella pietra di forma cubica, alta<br />

50 cm e realizzata in marmo di Carrara, è stato inserito<br />

l’astuccio contenente l’atto sottoscritto dal vescovo<br />

Maniago, dalle due massime autorità istituzionali di<br />

Comune (sindaco Fabrizio Quarto) e Provincia (presidente<br />

Martino Tamburrano) e da testimoni. La pietra, una volta<br />

benedetta, è stata collocata in una buca scavata nel<br />

terreno. Il nuovo edificio di culto, la cui progettazione è<br />

stata affidata agli architetti Giuseppe Danza e Francesco<br />

Di Benedetto, misura circa 600 mq e comprenderà la<br />

cappella feriale nella quale sarà posto il tabernacolo, la<br />

cappella della Riconciliazione e la sacrestia che connetterà<br />

la nuova costruzione alle opere parrocchiali già esistenti.<br />

L’opera sarà realizzata dall’impresa massafrese Magazzile<br />

Rocco Antonio Srl.<br />

(a cura della Redazione)<br />

sia pace per tutti noi, pace per le nostre famiglie, pace<br />

per la città di Herceg Novi, pace per tutti i popoli di buona<br />

volontà… San Leopoldo è un santo famoso, a cui sono<br />

intitolate chiese in Sud America, Africa e soprattutto in<br />

Europa. Il nostro santo Leopoldo porti pace e unità».<br />

Alla cerimonia hanno partecipato i rappresentanti del<br />

governo locale, parlamentari locali, sacerdoti della diocesi<br />

e numerosi fedeli e cittadini. (a cura della Redazione)<br />

MARZO <strong>2018</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 37

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