PORTAVOCE DI SAN LEOPOLDO MANDIC - marzo 2018
Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)
Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)
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Portavoce<br />
N. 2 - MARZO <strong>2018</strong><br />
di san Leopoldo Mandić<br />
Mensile - anno 58 - n. 2 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD<br />
San Leopoldo patrono<br />
dei malati di tumore ?<br />
AVVIATA LA RACCOLTA DELLE FIRME<br />
CONOSCERE E VIVERE<br />
LA FEDE IN CRISTO<br />
INTERVISTA A MONS.<br />
RINO FISICHELLA
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Portavoce<br />
di san Leopoldo Mandić<br />
Periodico di cultura religiosa<br />
dell’Associazione «Amici di San Leopoldo»<br />
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Associazione «Amici di San Leopoldo»<br />
Santuario san Leopoldo Mandić<br />
Piazzale Santa Croce, 44 - 35123 Padova<br />
Sito internet<br />
www.leopoldomandic.it<br />
Direttore e Redattore<br />
Giovanni Lazzara<br />
Dir. Responsabile<br />
Luciano Pastorello<br />
Hanno collaborato a questo numero<br />
Aurelio Blasotti, Flaviano G. Gusella,<br />
Costanza Miriano, Paolo Cocco, Ivano<br />
Cavallaro, Alfredo Pescante, Kateri Schmidt,<br />
Anna Artmann e Fabio Camillo<br />
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Impaginazione<br />
Barbara Callegarin<br />
Stampa<br />
Stampe Violato - Bagnoli di Sopra (PD)<br />
Editore<br />
Associazione «Amici di san Leopoldo»<br />
Spedizione in abbonamento postale<br />
Pubblicazione registrata presso il Tribunale<br />
di Padova il 18 ottobre 1961, n. 209 e al R.O.C.,<br />
n. 13870. Con approvazione ecclesiastica<br />
e dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini<br />
Garanzia di riservatezza<br />
Nel rispetto del D.L. n. 196/2003 Portavoce di san<br />
Leopoldo Mandić garantisce che i dati personali<br />
relativi agli associati sono custoditi nel proprio<br />
archivio elettronico con le opportune misure di<br />
sicurezza. Tali dati sono trattati conformemente<br />
alla normativa vigente, non possono essere<br />
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dell’interessato e sono utilizzati esclusivamente per<br />
l’invio della Rivista e iniziative connesse<br />
In copertina: Padre Leopoldo consola un<br />
ammalato (Giuseppe Mincato)<br />
Le foto, ove non espressamente indicato, hanno valore<br />
puramente illustrativo<br />
Questa testata non fruisce di contributi statali<br />
Chiuso in prestampa il 16 gennaio <strong>2018</strong><br />
e consegnato a Poste Italiane<br />
tra il 12 e il 17 febbraio <strong>2018</strong><br />
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Direttore Portavoce di san Leopoldo M.<br />
Santuario san Leopoldo Mandić<br />
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Rettore del santuario<br />
Fra Flaviano Giovanni Gusella<br />
Santuario san Leopoldo Mandić<br />
Piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova
Sommario<br />
N. 2 MARZO <strong>2018</strong> ANNO 58<br />
3<br />
8<br />
11<br />
14<br />
18<br />
22<br />
26<br />
28<br />
30<br />
32<br />
Editoriali<br />
STIAMO SCIVOLANDO VERSO L’EUTANASIA? / AI LETTORI / di Giovanni Lazzara<br />
<strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong> SARÀ PATRONO DEI MALATI <strong>DI</strong> TUMORE? / LA VOCE DEL <strong>SAN</strong>TUARIO /<br />
di Flaviano G. Gusella<br />
Attualità ecclesiale<br />
PERISCOPIO CATTOLICO / a cura di Giovanni Lazzara<br />
CONOSCERE E VIVERE LA FEDE IN CRISTO / INTERVISTA / a cura di Giovanni Lazzara<br />
Fede & vita<br />
LA CONFESSIONE, UNA GRANDE VIA <strong>DI</strong> GUARIGIONE / QUARESIMA / di Costanza Miriano<br />
FRIEDRICH JOSEPH HAASS, IL <strong>SAN</strong>TO ME<strong>DI</strong>CO <strong>DI</strong> MOSCA / ECUMENISMO / di Paolo Cocco<br />
San Leopoldo ieri e oggi<br />
PRIMA E DOPO L’ESPERIENZA <strong>DI</strong> FIUME. GLI SCRITTI DELL’ANNO 1923 / TRENT’ANNI CON<br />
<strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong> (1911-1941) / di Ivano Cavallaro<br />
<strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong> AL <strong>SAN</strong>TUARIO ANTONIANO DELL’ARCELLA / di Alfredo Pescante<br />
FATHER LEOPOLD CELEBRATES MASS. LA MESSA IN UN KIT LEGO / di Kateri Schmidt<br />
IL «CRISTO IN CROCE» DELLA CAPPELLA DELLA TOMBA / ARTE IN <strong>SAN</strong>TUARIO /<br />
di Anna Artmann<br />
14 22 32<br />
4<br />
6<br />
35<br />
36<br />
38<br />
Rubriche<br />
LA FOTO RACCONTA<br />
LETTERE A <strong>PORTAVOCE</strong> / di Aurelio Blasotti<br />
GRAZIE, <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong> / a cura della Redazione<br />
VITA DEL <strong>SAN</strong>TUARIO / a cura della Redazione<br />
CALENDARIO LITURGICO / a cura della Redazione<br />
MARZO <strong>2018</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 5
LETTERE A <strong>PORTAVOCE</strong><br />
Mio padre è ricoverato da molto<br />
tempo, prima in ospedale e ora in<br />
una struttura di assistenza. A causa<br />
di una malattia che i medici non<br />
riescono a contenere, versa in una<br />
situazione sempre più precaria e<br />
penosa. Pure come familiari siamo<br />
messi alla prova, perché, oltre alla<br />
sofferenza che ci distrugge, dobbiamo<br />
trovare il tempo e il denaro necessario<br />
per assistenza e visite… Mi<br />
dica: c’è l’obbligo morale di usare<br />
davvero tutti i mezzi per prolungare<br />
una vita?<br />
Lettera firmata<br />
La lettera c’introduce alla<br />
questione etica del “fine vita”,<br />
molto dibattuta ai nostri<br />
giorni. Il 14 dicembre scorso<br />
è diventato legge il cosiddetto<br />
“biotestamento” (o DAT, “disposizioni<br />
anticipate di trattamento”).<br />
La legge, salutata da molti come<br />
espressione di civiltà, in realtà rischia<br />
di aprire le porte all’eutanasia<br />
e al suicidio legalizzato, arrivando a<br />
considerare la nutrizione e l’idratazione<br />
come trattamenti sanitari che<br />
si possono rifiutare. Tutto ruota intorno<br />
a un uso aberrante dell’idea<br />
di autodeterminazione.<br />
Qui cercherò solo di far conoscere<br />
il pensiero della Chiesa, proponendo<br />
una sintesi di un recente<br />
messaggio di papa Francesco, che<br />
offre una risposta chiara e autorevole.<br />
Scrive il Papa: «Le domande<br />
che riguardano la fine della vita<br />
terrena hanno sempre interpellato<br />
l’umanità, ma oggi assumono forme<br />
nuove per l’evoluzione delle conoscenze<br />
e degli strumenti tecnici resi<br />
disponibili dall’ingegno umano. La<br />
medicina ha, infatti, sviluppato una<br />
sempre maggiore capacità terapeutica,<br />
che ha permesso di sconfiggere<br />
molte malattie, di migliorare la<br />
salute e prolungare il tempo della<br />
vita. Essa ha dunque svolto un ruolo<br />
Come comportarsi<br />
con i malati terminali ?<br />
molto positivo. D’altra parte, oggi è<br />
anche possibile protrarre la vita in<br />
condizioni che in passato non si potevano<br />
neanche immaginare. Gli interventi<br />
sul corpo umano diventano<br />
sempre più efficaci, ma non sempre<br />
sono risolutivi: possono sostenere<br />
funzioni biologiche divenute insufficienti,<br />
o addirittura sostituirle, ma<br />
questo non equivale a promuovere<br />
la salute. Occorre quindi un supplemento<br />
di saggezza, perché oggi è<br />
più insidiosa la tentazione di insistere<br />
con trattamenti che producono<br />
potenti effetti sul corpo, ma talora<br />
non giovano al bene integrale della<br />
persona» 1 .<br />
Rifacendosi poi al pensiero di Pio<br />
XII, che già sessanta anni fa riteneva<br />
lecito «non impiegare sempre<br />
tutti i mezzi terapeutici potenzialmente<br />
disponibili» 2 , papa Bergoglio<br />
conferma: «È moralmente lecito rinunciare<br />
all’applicazione di mezzi<br />
terapeutici, o sospenderli, quando<br />
il loro impiego non corrisponde a<br />
quel criterio etico e umanistico che<br />
verrà in seguito definito “proporzionalità<br />
delle cure”» 3 e che «si qualifica<br />
moralmente come rinuncia all’“accanimento<br />
terapeutico”».<br />
In proposito, citando il Catechismo<br />
della Chiesa cattolica 4 , papa<br />
Francesco continua: «Non si vuole<br />
6 | <strong>PORTAVOCE</strong> | MARZO <strong>2018</strong>
così procurare la morte: si accetta<br />
di non poterla impedire. Questa<br />
differenza di prospettiva restituisce<br />
umanità all’accompagnamento del<br />
morire, senza aprire giustificazioni<br />
alla soppressione del vivere». Ogni<br />
tentativo, infatti, di prolungare la<br />
vita non deve essere fatto ad ogni<br />
costo, ma valutato con «un attento<br />
discernimento» e deve essere<br />
«adeguato alla dignità dell’essere<br />
umano».<br />
In questo percorso, la persona<br />
malata riveste il ruolo principale.<br />
Su questo principio assoluto, il<br />
Papa ricorda la parabola del buon<br />
samaritano 5 : «Si potrebbe dire che<br />
l’imperativo categorico è quello<br />
di non abbandonare mai il malato.<br />
L’angoscia della condizione che ci<br />
porta sulla soglia del limite umano<br />
supremo, e le scelte difficili che occorre<br />
assumere, ci espongono alla<br />
tentazione di sottrarci alla relazione.<br />
Ma questo è il luogo in cui ci vengono<br />
chiesti amore e vicinanza, più di<br />
ogni altra cosa, riconoscendo il limite<br />
che tutti ci accumuna e proprio<br />
lì rendendoci solidali. Ciascuno dia<br />
amore nel modo che gli è proprio:<br />
come padre o madre, figlio o figlia,<br />
fratello o sorella, medico o infermiere.<br />
Ma lo dia! E se sappiamo che<br />
della malattia non possiamo sempre<br />
garantire la guarigione, della persona<br />
vivente possiamo e dobbiamo<br />
sempre prenderci cura: senza abbreviare<br />
noi stessi la sua vita, ma anche<br />
senza accanirci inutilmente contro<br />
la sua morte».<br />
In questa situazione la “medicina<br />
palliativa” «riveste una grande importanza<br />
anche sul piano culturale»,<br />
perché si presta «a combattere tutto<br />
ciò che rende il morire più angoscioso<br />
e sofferto, ossia il dolore e la<br />
solitudine».<br />
Per concretizzare il dovere di<br />
«prenderci cura», san Giovanni<br />
Paolo II, tra le attenzioni da non<br />
trascurare, annovera «la somministrazione<br />
di acqua e cibo, anche<br />
quando avvenisse per via artificiale,<br />
perché rappresenta sempre un<br />
“mezzo naturale” di conservazione<br />
della vita, non un “atto medico”. Il<br />
suo uso, pertanto, è da considerarsi,<br />
in linea di principio, “ordinario e<br />
proporzionato”, e come tale moralmente<br />
obbligatorio, nella misura in<br />
cui e fino a quando esso dimostra di<br />
raggiungere la sua finalità propria,<br />
che nella fattispecie consiste nel<br />
procurare nutrimento al paziente<br />
e lenimento delle sofferenze» 6 . E<br />
continua con fermezza: «Lo stato<br />
vegetativo prolungato non può giustificare<br />
eticamente l’abbandono o<br />
l’interruzione delle cure minimali al<br />
paziente, comprese alimentazione<br />
e idratazione. La morte per fame<br />
e per sete, infatti, è l’unico risultato<br />
possibile, in seguito alla loro sospensione».<br />
Circa l’eutanasia, il pensiero della<br />
Chiesa è chiarissimo: «Qualunque<br />
ne siano i motivi e i mezzi, l’eutanasia<br />
diretta consiste nel mettere fine<br />
alla vita di persone handicappate,<br />
ammalate o prossime alla morte. Essa<br />
è moralmente inaccettabile. Così<br />
un’azione oppure un’omissione che,<br />
da sé o intenzionalmente, provoca<br />
la morte allo scopo di porre fine al<br />
dolore, costituisce un’uccisione gravemente<br />
contraria alla dignità della<br />
persona umana e al rispetto del<br />
Dio vivente, suo Creatore. L’errore<br />
di giudizio nel quale si può essere<br />
incorsi in buona fede, non muta la<br />
natura di quest’atto omicida, sempre<br />
da condannare e da escludere» 7 .<br />
Ogni eventuale scelta deve essere<br />
fatta preferendo sempre il malato,<br />
dando amore e attenzione, conforto<br />
e ascolto. E se non si può alleviare<br />
la sofferenza del malato terminale,<br />
si può sempre accompagnarlo nel<br />
suo faticoso cammino. È meglio una<br />
carezza a una persona viva, che un<br />
crisantemo sopra una tomba! Il momento<br />
della morte di una persona è<br />
sempre lo svelamento della verità<br />
per tutti: ciò vale non solo per il malato,<br />
ma anche per ciascuno di noi.<br />
1<br />
Francesco, Messaggio ai partecipanti al<br />
Meeting Regionale Europeo della “World<br />
Medical Association” sulle questioni del<br />
“fine-vita”, 16-17.11.2017.<br />
2<br />
Cf. Acta Apostolicae Sedis XLIX [1957],<br />
1027-1033.<br />
3<br />
Cf. Congregazione per la dottrina della<br />
fede, Dichiarazione sull’eutanasia,<br />
5.5.1980, IV: Acta Apostolicae Sedis LXXII<br />
[1980], 542-552.<br />
4<br />
Catechismo della Chiesa cattolica, n. 2278.<br />
5<br />
Cf. Lc 10, 25-37.<br />
6<br />
Giovanni Paolo II, Discorso al Congresso<br />
Internazionale sulla vita vegetativa,<br />
20.3.2004.<br />
7<br />
Catechismo della Chiesa cattolica, n. 2277.<br />
Mia figlia<br />
è vegetariana<br />
Caro padre, mia figlia è diventata<br />
vegetariana. Mi dice che è una<br />
scelta fatta consapevolmente, perché<br />
vuol bene agli animali. E che<br />
ogni cristiano, se avesse davvero<br />
rispetto per le creature, dovrebbe<br />
cambiare anche la dieta. Non è<br />
esagerato tutto ciò? Non c’è scritto<br />
nella Bibbia che i nostri progenitori<br />
avrebbero potuto mangiare carne?<br />
L.R.<br />
La parola «vegetariano» deriva<br />
dal verbo latino vègere, che<br />
significa «animare, dare forza<br />
e salute». Da qui l’aggettivo<br />
vègetus, ossia «vigoroso,<br />
che sta bene». Anche noi diciamo di<br />
uno che gode buona salute, che «è<br />
vivo e vegeto».<br />
Dalla parola «vegetariano», che<br />
chiaramente ha il suo primo riferimento<br />
al mondo vegetale, sono sorte<br />
diverse teorie filosofiche e dottri-<br />
MARZO <strong>2018</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 7
▶ LETTERE A <strong>PORTAVOCE</strong><br />
ne per realizzare una vita “sana e<br />
perfetta”. Le troviamo già negli insegnamenti<br />
del Budda e di Pitagora,<br />
cinque secoli avanti Cristo.<br />
L’orientamento vegetariano caratterizza<br />
ancora oggi molte confessioni<br />
religiose. È una concezione<br />
che non è quindi un semplice frutto<br />
di ecologismo o salutismo. Oggi<br />
poi c’è una caccia a personaggi<br />
conosciuti (santi, artisti, uomini di<br />
cultura e di sport) per dar credito<br />
alle proposte vegetariane. Lungo la<br />
storia, nella Chiesa ci furono anche<br />
lotte aspre contro i vegetariani, considerati<br />
eretici (cf. i Càtari) perché si<br />
ritenevano gli unici perfetti e quindi<br />
“salvati”.<br />
Ai nostri giorni la motivazione<br />
religiosa non sembra prevalente<br />
nella scelta della dieta vegetariana.<br />
Piuttosto, un nuovo motivo spinge<br />
le persone a diventare vegetariane,<br />
come si legge anche nella lettera<br />
(«mia figlia… vuol bene agli animali»):<br />
oggi c’è più attenzione e cura<br />
per gli animali, e fanno orrore certi<br />
metodi di allevamento intensivo e<br />
di macellazione di tanta industria<br />
della carne.<br />
Una parola va detta anche sui<br />
«vegani»: persone che si nutrono<br />
soltanto di cibi di origine vegetale.<br />
A differenza dei vegetariani, i vegani<br />
non mangiano né latte né uova, né i<br />
prodotti derivati. Inoltre non utilizzano<br />
nessun prodotto derivato dallo<br />
sfruttamento degli animali e, per<br />
questa ragione, non vestono cuoio,<br />
lana, seta, pellicce e così via. Non<br />
utilizzano alcun prodotto cosmetico<br />
che sia testato su animali, né<br />
partecipano agli spettacoli circensi<br />
o a sport come la caccia o l’ippica.<br />
Insomma, i vegani non scelgono<br />
solo un tipo di dieta, ma coltivano<br />
proprio una dottrina di vita.<br />
I vegetariani, invece, escludono<br />
dalla propria alimentazione la carne<br />
di “tutti” gli animali (di terra, di<br />
aria e d’acqua), senza però rinunciare<br />
a prodotti di derivazione animale,<br />
come latte e uova. In genere la loro<br />
scelta si limita alla dieta alimentare,<br />
che pur tuttavia è molto variabile.<br />
Infatti, c’è chi rinuncia alla carne,<br />
ma non al pesce; chi mangia carne<br />
in occasioni rare.<br />
Non apro, invece, la questione posta<br />
dal lettore su cosa dice la Bibbia a<br />
riguardo dell’alimentazione, perché<br />
il discorso si amplierebbe di molto.<br />
Cito solo una frase significativa di<br />
Gesù: «Non c’è nulla fuori dell’uomo<br />
che, entrando in lui, possa renderlo<br />
impuro. Ma sono le cose che escono<br />
dall’uomo a renderlo impuro» (Mc 7,<br />
15s). Come dire: non è un certo cibo<br />
che sporca l’uomo, ma è l’uomo che<br />
può rovinare tutto. P<br />
Aurelio Blasotti<br />
SCRIVETE A<br />
Redazione<br />
Portavoce di san Leopoldo:<br />
Piazzale S. Croce, 44 - 35123<br />
Padova<br />
Fax: 049 8802465<br />
e-mail: direttore@leopoldomandic.it<br />
oppure<br />
fr.aurelioblasotti@gmail.com<br />
La Redazione si riserva il diritto<br />
di sintetizzare le lettere.<br />
È garantito il rispetto dell’anonimato<br />
per chi lo richiede.<br />
È<br />
l’auspicio che fr. Mauro<br />
Jöhri, ministro generale<br />
dell’Ordine dei frati<br />
cappuccini, ha espresso,<br />
con una richiesta scritta,<br />
al cardinale Gualtiero Bassetti,<br />
presidente della Conferenza<br />
episcopale italiana, lo scorso 2<br />
dicembre 2017.<br />
Incoraggiato dalle molte<br />
richieste di fedeli e devoti di san<br />
Leopoldo Mandić, considerato<br />
l’assenso unanime della<br />
Conferenza episcopale del<br />
Triveneto e di quella della Croazia,<br />
del ministro provinciale dei<br />
cappuccini del Triveneto, della<br />
Conferenza dei superiori maggiori<br />
delle famiglie religiose della<br />
Croazia e quella dei cappuccini<br />
dell’Europa Centro Orientale,<br />
espresso già nell’estate del 2016,<br />
il ministro generale ha ritenuto<br />
opportuno farsi portavoce di<br />
medici, ammalati e loro familiari<br />
desiderosi di poter invocare<br />
san Leopoldo per una realtà di<br />
sofferenza che, in questo nostro<br />
tempo, è sempre più diffusa e<br />
dolorosa: il tumore.<br />
La motivazione<br />
L’iniziativa, già promossa da<br />
molti devoti negli anni ’80 del<br />
secolo scorso, è stata nuovamente<br />
sollecitata dopo l’ostensione delle<br />
spoglie mortali del santo della<br />
misericordia nella basilica di San<br />
Pietro nel febbraio 2016, sapendo<br />
che padre Leopoldo morì proprio<br />
a causa di un tumore all’esofago.<br />
La malattia che gli era stata<br />
diagnosticata gli provocava crisi<br />
di dolori così lancinanti da farlo<br />
svenire. Mirabile e paziente nelle<br />
molte sofferenze e infermità che<br />
l’hanno accompagnato in tutto<br />
l’arco della sua esistenza, ha<br />
insegnato, con l’aiuto della grazia<br />
divina, con quale spirito di fede<br />
vanno affrontate anche malattie<br />
incurabili. Volle e seppe offrire<br />
8 | <strong>PORTAVOCE</strong> | MARZO <strong>2018</strong>
LA VOCE DEL <strong>SAN</strong>TUARIO<br />
San Leopoldo sarà patrono<br />
dei malati di tumore?<br />
tutto al Signore per i suoi penitenti e per l’unità tra la<br />
Chiesa ortodossa d’Oriente e quella cattolica di Roma<br />
nel divino sacrificio dell’eucaristia e per intercessione<br />
della Madonna, che chiamava, con amore filiale,<br />
Parona benedetta.<br />
Una quindicina di giorni prima della morte, la<br />
stenosi esofagea era divenuta totale e non permetteva<br />
più alcuna alimentazione, sia naturalmente sia per<br />
mezzo di sonda, nemmeno delle sostanze liquide.<br />
Aveva spesso convulsioni spasmodiche dolorosissime.<br />
Riusciva, tuttavia, ad ingerire — cosa inspiegabile<br />
con mezzi e cognizioni mediche e con stupore dei<br />
medici curanti — soltanto il pane, il vino e l’acqua della<br />
purificazione del calice, durante la santa messa che ha<br />
celebrato ogni giorno fino alla morte (cf. testimonianza<br />
del prof. Enrico Rubaltelli, suo medico e specialista<br />
otorinolaringoiatra).<br />
Chiese e ottenne dal Signore di poter svolgere il suo<br />
ministero fino alla fine dei suoi giorni. Benché stremato,<br />
il 29 luglio 1942, ultimo giorno della sua vita, confessò,<br />
come testimoniano i suoi biografi, circa cinquanta<br />
persone nella stanza dell’infermeria del convento.<br />
Padre Leopoldo e gli ammalati<br />
Padre Leopoldo ebbe sempre molta attenzione<br />
e compassione per le persone ammalate. Una<br />
testimonianza afferma: «Se chiamato da un ammalato,<br />
col permesso dei superiori, si recava presso di lui<br />
sempre molto volentieri. Qualche volta, per recarsi<br />
al letto di qualche ammalato grave lasciò anche la<br />
confessione». Un’altra testimonianza: «Anche coloro<br />
che non avrebbero mai permesso a un sacerdote di<br />
avvicinarsi al proprio letto, appena vedevano padre<br />
Leopoldo, si commuovevano, si confessavano e<br />
spiravano con il conforto della fede».<br />
Un consolatore e un intercessore<br />
Crediamo davvero che padre Leopoldo, che ha<br />
terribilmente sofferto a causa del tumore, ma con<br />
serenità, spirito di abbandono e di fiducia nella bontà<br />
divina, possa essere indicato a quanti sono colpiti da<br />
questa malattia e ai loro familiari come un esempio<br />
nella difficile prova del dolore e come un intercessore<br />
presso Dio per invocare la guarigione, qualora Egli<br />
lo volesse, o la forza per sostenere la sofferenza, con<br />
fiducia e speranza.<br />
Chiediamo la collaborazione di tutti<br />
L’iniziativa del ministro generale dei cappuccini,<br />
condivisa anche da fr. Roberto Tadiello, ministro<br />
provinciale dei cappuccini del Triveneto, ha bisogno<br />
di essere sostenuta innanzitutto con la preghiera<br />
perché venga accolta dalle competenti autorità<br />
ecclesiali, se la riterranno utile e opportuna, e con una<br />
raccolta di firme già avviata all’inizio di quest’anno.<br />
Chiediamo, pertanto, a tutti voi lettori del Portavoce,<br />
nel più breve tempo possibile, di firmare la petizione<br />
e di farvi promotori per la raccolta di altre firme di<br />
persone maggiorenni da inviare al Presidente della<br />
Conferenza episcopale italiana, con il modulo<br />
(per famiglie e gruppi) che è stato predisposto e che<br />
potete trovare: 1. sul retro di questa pagina, 2. nel<br />
sito internet: http://tinyurl.com/sanleopoldopatrono,<br />
3. presso il santuario di san Leopoldo a Padova.<br />
È certamente un gesto di sensibilità e vicinanza<br />
alle moltissime persone che in questo nostro tempo<br />
soffrono a causa di varie tipologie di tumore e ai<br />
loro familiari. Una squisita opera di misericordia di<br />
condivisione e di solidarietà con chi piange e soffre,<br />
con chi si trova nel buio della prova. P<br />
Flaviano Giovanni Gusella<br />
MARZO <strong>2018</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 9
RACCOLTA FIRME<br />
PETIZIONE ALLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA PER NOMINARE<br />
IN STAMPATELLO<br />
<strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong> “PATRONO<br />
DEI MALATI <strong>DI</strong> TUMORE”<br />
POSSONO FIRMARE SOLO PERSONE MAGGIORENNI<br />
NOME E<br />
COGNOME<br />
FIRMA<br />
E DATA<br />
COMUNE <strong>DI</strong><br />
RESIDENZA<br />
TELEFONO<br />
(E-MAIL)<br />
QUESTO MODULO SI PUÒ FOTOCOPIARE PER RACCOGLIERE PIÙ ADESIONI<br />
CONSEGNARE A MANO O SPE<strong>DI</strong>RE A:<br />
<strong>SAN</strong>TUARIO <strong>DI</strong> <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong> - P.LE <strong>SAN</strong>TA CROCE 44 - 35123 PADOVA<br />
Informativa ai sensi dell’art. 13 del Decreto Legislativo 196/2003 - Il trattamento dei suoi dati personali è finalizzato unicamente<br />
all’esame della sua petizione. Il trattamento sarà effettuato da soggetti incaricati, con l’utilizzo di procedure anche informatizzate, in<br />
grado di tutelare e garantire la riservatezza dei dati, secondo quanto previsto dal Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196. I dati<br />
stessi non verranno comunicati a terzi.<br />
10 | <strong>PORTAVOCE</strong> | MARZO <strong>2018</strong>
GRAZIE, <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />
«Qua c’è la mano<br />
di padre Leopoldo!»<br />
La testimonianza che segue risale a un fatto<br />
accaduto nel lontano 1926, quando mio nonno<br />
aveva ventun anni e mia madre appena tre.<br />
Il fatto mi è stato raccontato molte volte da<br />
mia madre. Mio nonno si chiamava Mario<br />
Cecchinato (classe 1903), era sposato con Maria<br />
Rossetto (classe 1905) e abitava a Casalserugo, a una<br />
decina di chilometri da Padova. Una mattina del 1926<br />
si recò nella chiesa dei Cappuccini per parlare con<br />
padre Leopoldo riguardo alla difficile situazione in<br />
cui si trovava la sua famiglia. Quel giorno nell’atrio<br />
della chiesa c’erano molti fedeli in attesa di padre<br />
Leopoldo. A un certo punto, però, il frate venne fuori<br />
dal confessionale dicendo ai fedeli: «Scusatemi, ma<br />
questa mattina non posso ascoltare nessuno, perché<br />
ho un impegno». A quel punto tutti si avviarono per<br />
tornare a casa. Padre Leopoldo si fermò e chiamò: «Ehi<br />
tu, giovanotto!». Tutti si voltarono indietro per vedere<br />
a chi si stesse rivolgendo. Padre Leopoldo rivolgendosi<br />
a mio nonno ripeté: «Tu, sì, proprio tu!». E continuò:<br />
«Allora, giovanotto, dimmi: che cosa ti succede?»<br />
Mio nonno rispose: «Ho una figlia di tre anni con la<br />
febbre e la broncopolmonite. Il medico del paese mi ha<br />
detto di rassegnarmi perché anche sua figlia di tre anni<br />
si è ammalata ed è morta di broncopolmonite… Inoltre,<br />
ho tutto il bestiame che da giorni non mangia più e sta<br />
morendo!». Padre Leopoldo, dopo aver ascoltato tutto,<br />
mise una mano sulla spalla del nonno e gli disse con<br />
tono rassicurante: «Torna a casa: vedrai che le cose<br />
si sistemeranno». Nonno Mario fece ritorno a casa e,<br />
sorpresa: trovò la figlioletta che non aveva più la febbre<br />
e il bestiame che aveva ripreso a mangiare. A quel<br />
punto, con le lacrime agli occhi si rivolse a sua moglie e<br />
le disse «Qua c’è la mano di padre Leopoldo!».<br />
I miei nonni Mario e Maria ebbero questa sola figlia,<br />
di nome Norma (classe 1923), che è mia madre! Più<br />
tardi Norma si sposò con mio papà Gerardo Greggio ed<br />
ebbero tre figli: Ines, Lino e Adriana (che sono io che<br />
le scrivo). Sono grata e riconoscente a san Leopoldo<br />
perché grazie a lui mia madre, da bambina, è scampata<br />
alla morte e io ho avuto la possibilità di venire al<br />
mondo assieme ai miei fratelli.<br />
Adriana Greggio, Casalserugo (PD), 17.7.2017<br />
Quella piccola medaglietta<br />
Da molti anni sono appassionato di storia della Seconda<br />
guerra mondiale e, in particolare, di mezzi militari<br />
tedeschi. Qualche tempo fa il mio interesse si è rivolto<br />
alla Volkswagen «Kubelwagen». La mia ricerca mi<br />
ha portato in provincia di Venezia, dove ho potuto<br />
conoscere una persona che aveva deciso di vendere<br />
un esemplare di quella vettura. Ciò che completa la<br />
mia passione, però, è cercare la sua storia passata<br />
dei vari oggetti storici insieme alle persone che li<br />
hanno accompagnati nel corso degli anni. In questo<br />
caso, purtroppo, non sono riuscito a trovare notizie<br />
riguardanti i proprietari della macchina precedenti<br />
a colui che me l’ha venduta. Anche per questo, ho<br />
iniziato a esaminare palmo a palmo la macchina anche<br />
nei punti più nascosti: speravo di trovare un nome<br />
oppure qualche segno inciso dal militare a cui era<br />
stata assegnata. Ebbene, è proprio vero che «chi cerca<br />
trova»… Inizialmente ho trovato una medaglietta di<br />
san Francesco d’Assisi, incollata in un punto piuttosto<br />
nascosto, sotto il cruscotto e all’interno di un rinforzo<br />
dello stesso. Dopo un mese, ciò che all’apparenza<br />
poteva sembrare la testa di un chiodo ribattino, si<br />
è rivelata essere una medaglietta di san Leopoldo<br />
Mandić. Il ritrovamento di questi piccoli oggetti ha<br />
arricchito la “storia” della macchina tedesca, ma<br />
soprattutto mi ha fatto incontrare un santo che non<br />
conoscevo, e chissà che le sorprese continuino!<br />
Emilio Camperi, Vicoforte (CN), 16.10.2016<br />
a cura della Redazione<br />
Scriveteci e inviateci testimonianze e racconti<br />
su grazie ricevute, esperienze umane e spirituali<br />
che riguardano il vostro rapporto con p. Leopoldo.<br />
Redazione Portavoce di san Leopoldo Mandic´<br />
Piazzale Santa Croce, 44 – 35123 Padova<br />
email: direttore@leopoldomandic.it<br />
MARZO <strong>2018</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 35
VITA DEL <strong>SAN</strong>TUARIO<br />
Per la pubblicazione, inviate la foto del vostro<br />
pellegrinaggio di gruppo a: web@leopoldomandic.it<br />
Dal 10 novembre 2017 al 6 gennaio <strong>2018</strong> hanno visitato<br />
il nostro santuario circa 40 gruppi organizzati, per un<br />
totale di circa 2.200 pellegrini, provenienti da Zara<br />
(Croazia), Lucerna (Svizzera), Zagabria (Croazia), San<br />
Giovanni Rotondo, Bjelovar (Croazia), Tezze sul Brenta (VI),<br />
Rimini, Santa Marina (SA), Varese, Mendrisio (Svizzera),<br />
Albignasego (PD), Mestrino (PD), Legnaro (PD), Torre di<br />
Fine (VE), Milano, Fagnano Olona (VA), Cassano Maniago<br />
(VA), Conegliano (TV), Roncade (TV), Fiume (Croazia),<br />
Brescia, Feriole di Bresseo (PD), Piove di Sacco (PD),<br />
Bagnolo di Piano (RE), Busto Arsizio (VA), Fiorano al Serio<br />
(BG), Fiuggi (FR), San Pietro Viminario (PD) e inoltre da<br />
altre località di Croazia e Slovenia<br />
3.10.2017: pellegrini provenienti da Herceg Novi (Montenegro),<br />
città natale di padre Leopoldo<br />
11.10.2017: pellegrini da Cologno al Serio (Bergamo)<br />
Francesco e Cristina Grioni di Castiglione d’Adda<br />
(Lodi) hanno festeggiato il 25mo del loro matrimonio.<br />
Ringraziano san Leopoldo assieme ai loro cari figli Federica<br />
e Andrea<br />
19.11.2017: gruppo di devoti dell’unità pastorale di Pozzoleone<br />
(Vicenza)<br />
30.9.2017: gruppo di ciclisti vicentini<br />
5.12.2017: giovani sacerdoti della diocesi di Brescia,<br />
al quarto anno di sacerdozio, ringraziano san Leopoldo<br />
36 | <strong>PORTAVOCE</strong> | MARZO <strong>2018</strong>
CASTELNUOVO <strong>DI</strong> CATTARO (MONTENEGRO),<br />
INAUGURATO IL «PARK SVETOG LEOPOLDA»<br />
Un parco dedicato a san Leopoldo. È il<br />
regalo che la sua città natale, Castelnuovo<br />
di Cattaro (Herceg Novi in Montenegro), gli<br />
ha fatto lo scorso settembre, pochi giorni<br />
prima dell’arrivo dell’urna con le sue spoglie<br />
mortali. La nuova titolazione del parco –<br />
posizionato nel centro della città, presso<br />
l’antica chiesa e monastero di sant’Antonio<br />
– è stata presentata ufficialmente dal<br />
sindaco Stevan Katić alla presenza di<br />
mons. Ilija Janjić, vescovo di Cattaro/Kotor.<br />
«Attraverso la sua attività e l’impegno per<br />
l’umanesimo e l’ecumenismo», ha detto<br />
il sindaco, «san Leopoldo Mandić si pone<br />
come figura di primo piano, di profilo<br />
internazionale. Più volte espresse nostalgia<br />
per la patria. Diceva, per esempio: “Il<br />
mio cuore è dall’altra parte del mare”…<br />
Siamo orgogliosi che l’odierno governo locale corregga<br />
parzialmente errori dei nostri predecessori nell’esprimere<br />
rispetto per il santo». Nel suo intervento, il vescovo Janjić<br />
ha espresso gratitudine al governo locale per l’iniziativa<br />
di intitolare il parco a san Leopold Bogdan Mandić. «È<br />
bello e significativo che il cippo con la targa sorga vicino<br />
all’albero di olivo, perché l’olivo è un segno di pace.<br />
Lasciate che questo olivo, con il nostro santo Leopoldo,<br />
MASSAFRA (TARANTO), UNA NUOVA CHIESA<br />
DE<strong>DI</strong>CATA A <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />
Mons. Claudio Maniago, vescovo di Castellaneta,<br />
domenica 14 maggio scorso ha posto la prima pietra<br />
della nuova chiesa dedicata a san Leopoldo a Massafra<br />
(Taranto). «L’inizio dell’edificazione di una chiesa è<br />
sempre motivo di gioia e di responsabilità», ha dichiarato,<br />
«si tratta, infatti, della costituzione di un luogo di<br />
aggregazione e di promozione delle relazioni all’insegna<br />
del Vangelo». Il vescovo ha presieduto il solenne rito con<br />
la benedizione dell’area destinata alla nuova chiesa e<br />
poi, insieme al parroco don Michele Quaranta e ad alcuni<br />
testimoni, ha firmato la pergamena redatta e letta da<br />
mons. Cosimo Damiano Fonseca, protonotario apostolico<br />
e presidente della Commissione diocesana per l’arte<br />
sacra e i beni culturali. Nella pietra di forma cubica, alta<br />
50 cm e realizzata in marmo di Carrara, è stato inserito<br />
l’astuccio contenente l’atto sottoscritto dal vescovo<br />
Maniago, dalle due massime autorità istituzionali di<br />
Comune (sindaco Fabrizio Quarto) e Provincia (presidente<br />
Martino Tamburrano) e da testimoni. La pietra, una volta<br />
benedetta, è stata collocata in una buca scavata nel<br />
terreno. Il nuovo edificio di culto, la cui progettazione è<br />
stata affidata agli architetti Giuseppe Danza e Francesco<br />
Di Benedetto, misura circa 600 mq e comprenderà la<br />
cappella feriale nella quale sarà posto il tabernacolo, la<br />
cappella della Riconciliazione e la sacrestia che connetterà<br />
la nuova costruzione alle opere parrocchiali già esistenti.<br />
L’opera sarà realizzata dall’impresa massafrese Magazzile<br />
Rocco Antonio Srl.<br />
(a cura della Redazione)<br />
sia pace per tutti noi, pace per le nostre famiglie, pace<br />
per la città di Herceg Novi, pace per tutti i popoli di buona<br />
volontà… San Leopoldo è un santo famoso, a cui sono<br />
intitolate chiese in Sud America, Africa e soprattutto in<br />
Europa. Il nostro santo Leopoldo porti pace e unità».<br />
Alla cerimonia hanno partecipato i rappresentanti del<br />
governo locale, parlamentari locali, sacerdoti della diocesi<br />
e numerosi fedeli e cittadini. (a cura della Redazione)<br />
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