dossier malpensa - Centro Studi DEMETRA
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QUADERNI DELL’AVIAZIONE CIVILE<br />
COLLANA DEL CENTRO STUDI <strong>DEMETRA</strong><br />
DOSSIER MALPENSA<br />
di<br />
Pierluigi Di Palma<br />
Roberta Sara Paviotti<br />
Prefazione di<br />
Giovanni Minoli<br />
EDIZIONI
Quaderni dell’Aviazione Civile<br />
Collana del <strong>Centro</strong> <strong>Studi</strong> Demetra<br />
Via Filippo Civinini 85 - 00197 Roma<br />
tel. 06 8074497 - info@demetracentrostudi.it<br />
www.demetracentrostudi.it<br />
Comitato Scientifico<br />
Maria Alessandra Sandulli<br />
Pierluigi Di Palma<br />
Nadio Di Rienzo<br />
Raffaele Fitto<br />
Gerardo Mastrandrea<br />
Andrea Pezzoli<br />
Angelo Piazza<br />
Vito Riggio<br />
Nicola Rossi<br />
Gennaro Terracciano<br />
Leopoldo Tullio<br />
© 2008 Edizioni Procom<br />
Via del Tritone 46 - 00187 Roma<br />
tel. 06 696231 - procom@procomgroup.it<br />
ISBN-978-88-95087-07-8
PREFAZIONE<br />
Ho incontrato l’Avvocato Pierluigi Di Palma un po’ più di un anno fa,<br />
eravamo ad un convegno sulla politica del trasporto aereo in Italia. Del<br />
suo intervento mi colpì particolarmente un punto, un’intuizione, o piuttosto,<br />
una visione estremamente lucida riguardo le cause del fallimento del<br />
progetto Malpensa 2000 e la crisi della nostra Compagnia di Bandiera.<br />
Glielo dissi e gli dissi anche che volevo fare qualcosa, occuparmi per “La<br />
Storia Siamo Noi” dell’Alitalia, della sua storia e del suo presente difficile,<br />
ma non avevo ancora deciso come, con che taglio, riflettevo.<br />
Alcuni mesi dopo l’Avvocato Di Palma mi portò le bozze dei primi tre<br />
capitoli, di questo libro, di “Dossier Malpensa”. In quelle prime pagine,<br />
come poi in tutto il libro, l’analisi rigorosa e sistematica, dei documenti<br />
dimostrava come negli ultimi 10 anni le vicende dell’Alitalia non fossero<br />
disgiungibili da quelle di Malpensa.<br />
Il nuovo hub, come il vettore di bandiera, avevano bisogno l’uno dell’altro,<br />
necessitavano di un piano e di un’azione sinergica che consentisse lo<br />
sviluppo di entrambi, avevano cioè bisogno di una politica di trasporto<br />
aereo nazionale che garantisse ad entrambi, stabilità, univocità e coerenza<br />
nelle strategie e nelle decisioni.<br />
Solo 10 anni fa, nella seconda metà degli anni ’90, il piano c’era ed era<br />
un vero piano industriale, che prevedeva, da un lato la realizzazione di<br />
Malpensa 2000, un grande hub nel Sud Europa, concorrente a Francoforte<br />
e Parigi, dall’altro il riassetto proprietario ed economico della compagnia<br />
di bandiera in un grande vettore europeo, in grado di presidiare Malpensa<br />
e sviluppare traffico e passeggeri.<br />
Grandi potenzialità di mercato e circostanze favorevoli avevano consen-
tito, tra il 1996 e il 1998, di creare davvero le condizioni europee e nazionali<br />
per realizzare l’asse Malpensa-Alitalia e rendere appetibile l’hub e la<br />
compagnia italiana per molti vettori stranieri, British Airwais, Lufthansa,<br />
Air France e KLM, in primo luogo.<br />
L’approvazione e l’elezione Comunitaria di Malpensa 2000 nei progetti<br />
della rete TEN e la politica italiana del Primo governo Prodi, avevano di<br />
fatto consentito a Malpensa di vedersi trasferire, almeno “sulla carta” del<br />
“decreto Burlando”, gran parte del traffico di Linate e l’Alitalia aveva di<br />
fatto, realizzato il matrimonio perfetto con la Royal Dutch Airlines, la<br />
KLM.<br />
L’affare era partito e per l’Italia, per il Paese tutto, significava, un’ir -<br />
ripetibile opportunità di sviluppo, significava soldi, occupazione e una rinnovata<br />
centralità nelle strategie economiche e politiche del trasporto aereo<br />
europeo e mondiale.<br />
Dalla joint venture tra Alitalia e KLM, sarebbe nata la più grande compagnia<br />
aerea europea e Malpensa diventava un hub da 24 milioni di passeggeri<br />
l’anno. British Airwais, Lufthansa ed Air France avevano perso<br />
una mano importante e l’Italia, con il partner olandese, aveva il banco:<br />
aveva la possibilità di deviare, su Malpensa, l’asse del trasporto aereo per<br />
l’est e il sud Europa.<br />
Ma il Paese era pronto?<br />
No. Il perché è ben scritto e ricostruito in questo libro.<br />
“Dossier Malpensa” traccia, sin nell’organizzazione dei capitoli, il percorso<br />
analitico sulle cause del fallimento: debolezza del sistema Paese nel<br />
difendere il progetto Malpensa 2000, ritardi nella realizzazione della rete<br />
viaria e ferroviaria di accesso aeroportuale, conflitti di interesse, inadeguatezza<br />
della politica italiana nell’essere europei, scelte a breve termine<br />
anziché strategie di lunga tenuta e liti, soprattutto liti.<br />
Milano contro Roma, Albertini contro Prodi, comune contro governo,<br />
per “conflitto territoriale”.<br />
“L’opportunità Malpensa”, seguendo la documentazione presentata<br />
dagli autori, per il Governo è l’opportunità del Paese, per il sindaco di<br />
Mila no, Albertini, è un affare tutto lombardo.<br />
Il sistema aeroportuale della Lombardia è proprietà dei cittadini della<br />
Lombardia e i cittadini di Milano vogliono che gli aeroporti internazionali<br />
della Lombardia restino due: Malpensa e Linate. Quest’ultimo con voli per
tutte le capitali europee, perchè più comodo, più vicino, meno faticoso e<br />
costoso in trasferimenti e taxi.<br />
Mentre la politica italiana discute sul primato tra Roma e Milano, in<br />
Europa i concorrenti si attrezzano: l’affare “Malpensa 2000-Alitalia-<br />
KLM” va bloccato perché troppo vantaggioso per lo sviluppo del sistema<br />
aeroportuale italiano.<br />
Le compagnie straniere protestano contro il trasferimento dei voli a<br />
Malpensa, scrivono alla Commissione Europea e denunciano l’assenza dei<br />
previsti collegamenti viari e ferroviari per l’aeroporto di Malpensa. Poi il<br />
Ministro italiano all’Ambiente, Edo Ronchi, chiede all’Europa di rimandare<br />
il trasferimento dei voli per un riesame dell’impatto ambientale del progetto<br />
Malpensa 2000, in quanto sito nel Parco del Ticino. A sole ventiquattro<br />
ore dalla messa in opera del progetto Malpensa 2000, il 14 dicembre<br />
1999, il Ministro dei trasporti del Governo D’Alema, Tiziano Treu, annuncia<br />
che, il giorno successivo, non ci sarà il previsto trasferimento dei voli<br />
da Milano Linate a Malpensa.<br />
Dopo 10 anni, sette governi e dopo diversi decreti sul trasferimento dei<br />
voli, il 30 marzo del 2008 la compagnia di bandiera, in vendita ad Air<br />
France, ha ridotto del 70% i voli su Malpensa. Da Malpensa non ci sono più<br />
voli per l’Argentina, la Bielorussia, la Cina, gli Emirati Arabi Uniti, il<br />
Ghana, l’India, l’Iran, il Libano, la Nigeria, il Senegal, la Siria, il Venezuela.<br />
Il 21 aprile 2008 Air France-KLM ritira l’offerta d’acquisto per Alitalia,<br />
alla fine del tentativo di ripetere la storia e il piano del 1998: inglobare<br />
Alitalia e attingere da Linate per alimentare il traffico internazionale dell’hub<br />
Parigi-Charles de Gaulle.<br />
Oggi l’Alitalia, come l’Italia è una responsabilità del Presidente Silvio<br />
Berlusconi e del suo Governo, il sistema aeroportuale Lombardo,<br />
Malpensa e Linate, fanno parte delle responsabilità del Governatore della<br />
Lombardia e del sindaco di Milano, Letizia Moratti.<br />
E questo racconto è poi divenuto parte di “Alitalia come Italia”, l’in -<br />
chiesta presentata da RAI EDUCATIONAL, per la “Storia Siamo Noi” che<br />
intreccia la tessitura di questo libro e ne fa, in alcune fasi, una narrazione<br />
televisiva.<br />
Giovanni Minoli