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TIVOLI TERME - La Voce del Nord Est Romano

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CINEMA C I N E M A<br />

<strong>La</strong> felicità<br />

porta fortuna<br />

Un film di: Mike Leigh<br />

Genere: Commedia Drammatico Durata: 118’ 8’<br />

Nazione: Gran Bretagna Anno: 2008<br />

Distribuzione: Mikado Film<br />

Nelle sale a partire da: venerdì 5 dicembre<br />

Si va attirati dal titolo, tema oggi tanto rivalutato dalla Psicologia, e una volta tanto tradotto<br />

letteralmente, e si va per il regista che vinse a Venezia il Leone d’Oro con “Il segreto di<br />

vera Drake” e la Coppa Volpi per la sua interprete; e cominci ad annoiarti che è una bellezza.<br />

Troppo ci sarebbe stato da tagliare! Si tratta di Pauline-Poppy, insegnante elementare<br />

(Sally Hawkins, Orso d’Argento a Berlino per questa interpretazione), trentenne tardoadolescente,<br />

caotica, curiosa, giramondo, case e vestiti in technicolor, grandi passeggiate tra<br />

la lavanda al vento, simbolica tendenza a (semi)volare quando costruisce maschere di galline<br />

per gli scolari, quando salta sulle mole <strong>del</strong>la palestra, che non fa che sorridere al<br />

mondo di prima mattina e poi via via per tutto il giorno in ogni occasione. In libreria commenta<br />

di un libro intitolato “<strong>La</strong> strada che porta alla realtà”, “e chi ci vuole andare?”. A<br />

tutte le persone tristi o burbere o fallite chiede di sorridere a loro volta alla vita, il che la<br />

può mettere nei guai, come con il laido istruttore di guida, paranoico, privo di autostima,<br />

pericoloso, che sviluppa, su quel sorriso, e sui tacchi degli stivali “che antepongono la<br />

vanità alla sicurezza”, un <strong>del</strong>irio erotomane-persecutorio; ma il più <strong>del</strong>le volte la conduce<br />

a buone occasioni, persino all’amore. Tutto lei comprende e ricompone, tutto sdrammatizza<br />

(ma i sofferenti non si sentiranno svalutati e incompresi?), tutto prende alla leggera<br />

mentre cominci a chiederti se tanto atteggiamento da Candido nel migliore dei mondi possibili<br />

non nasconda che un ebete priva <strong>del</strong>la fondamentale critica esistenziale, ricordandoti perciò<br />

l’adagio che “il riso abbonda sulla bocca degli stolti”. Ad un dato momento il film si<br />

anima, certi contenuti pedagogici sono trattai con acume, esempio la sociogenesi e l’educazione<br />

dei bambini violenti e comunque difficili, la sceneggiatura scoppietta con humor, la<br />

scuola di flamenco potrebbe diventare un cult, e cominci a sperare in un finale interessante.<br />

Che è invece piatto, oleografico, scolastico, e ti riporta all’impressione iniziale. Graziosa<br />

la Musica (Gary Yershon). Non basta. Al regista non si addice la commedia.<br />

Albino Di Giorgio<br />

Giudizio: 2 (su 5), mediocre<br />

Stella<br />

venerdì 12 Dicembre 2008<br />

Questa settimana Dentro ha visto per voi<br />

“<strong>La</strong> felicità porta fortuna” e “Stella”<br />

Un film di: Sylvie Verheyde<br />

Genere: drammatico Durata: 102’<br />

Nazione: Francia Anno: 2008<br />

Distribuzione: Sacher Film<br />

Nelle sale a partire da: venerdì 5 dicembre<br />

Parigi, anni Settanta. <strong>La</strong> timida preadolescente Stella<br />

Vlaminck è un pesciolino fuor d’acqua, non ama particolarmente<br />

la scuola e ha serie difficoltà ad integrarsi in un<br />

ambiente scolastico altoborghese, lei che è figlia di una coppia<br />

di baristi un po’ bohemien e vive, veste, sogna a modo suo.<br />

Pian piano approda al suo primo contatto col reale, scopre la<br />

letteratura e apprende le multiformi spoglie sotto le quali si travestono i concetti imprendibili<br />

di amicizia e amore. Sboccia lentamente, da margherita di campo qual è, ed assiste<br />

all’evoluzione-involuzione inesorabile <strong>del</strong> mondo degli adulti che le ruota attorno, dalla<br />

facciata progressivamente ridottasi in briciole. Sylvie Verheyde, che qui scrive e dirige con<br />

un occhio al proprio stesso vissuto, riesce a <strong>del</strong>ineare sapientemente il ritratto pittoresco di<br />

un’infanzia realistica e incostante, vissuta sempre a qualche metro di distanza dai pericoli<br />

squallidi <strong>del</strong> brutto mondo moderno e al tempo stesso mai completamente al sicuro. Stella<br />

è un piccolo film su una piccola donna: ha la forza di una grande storia universale e il<br />

sapore impagabile di un inno alla diversità, eppure non ha sbavature né indulge in naiveté,<br />

non si prende eccessivamente sul serio né vira al dramma forzato. <strong>La</strong> misura segna il<br />

passo di questa nitida, semplicissima istantanea che congela nell’unico scatto una bambina<br />

particolare e l’infanzia collettiva: la coglie nel sorridere malinconica, ma mai arresa, alle<br />

generazioni inedite che la fissano da questo lato <strong>del</strong>lo schermo. Non dà moniti, non alza la<br />

voce, non irride mai sul serio. Racconta la distaccata cronaca di quegli anni acerbi e lascia<br />

che la pur impeccabile ricostruzione storica di atmosfere e costumi non intacchi la nostra<br />

sensazione di deja-vu: trent’anni dopo, infatti, gli incontri ravvicinati tra umani fatti e finiti<br />

e mini-umani in età scolare restano perigliosi, accidentati, sconnessi. Ci piacerebbe consigliare<br />

la visione di questo gioiellino, oltre che alla più vasta platea avvertita, ai tanti adolescenti<br />

confusi di casa nostra. Ma siamo in Italia, signore e signori. Perciò, probabilmente a<br />

causa <strong>del</strong>la bieca legge <strong>del</strong> contrappasso che sembra perseguitare questa Banana Republik,<br />

la terza sessione <strong>del</strong>la Commissione per la Censura presieduta da Maria Pia Baccari ha<br />

vietato questo film ai minori di 14 anni. No comment.<br />

Domitilla Pirro<br />

Giudizio: 3,5 (su 5), <strong>del</strong>icato

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