copri fuoco - CHIAIA MAGAZINE

Anno II - N.1 gennaio 2007
Distribuzione gratuita
PRIMO PIANO
Sicurezza,
è l’ora di reagire
La scelta è stata facile e amara:
l’apertura di questo numero è dedicata
all’emergenza criminalità. Lo
dicemmo a maggio sullo Speciale
Elezioni, indicando al futuro sindaco
sette priorità: tra esse spiccava il
tema sicurezza. Otto mesi dopo
siamo all’allarme rosso. Chiaia, da
sempre reputata zona franca, si
riscopre teatro di un’escalation che
fa paura. Gli appelli sono rimbalzati
sui palazzi del potere come su
un muro di gomma. Straripa l’illegalità,
rozza, aggressiva e impunita.
E si rischia la vita. Che fare?
Il quartiere è compatto: il tempo è
scaduto, servono leggi speciali.
5 IL REPORTAGE
Strade gruviera:
la mappa delle buche
6 QUARTIERISSIME
Parco Margherita,
l’ascensore dei sogni
11 SOCIETÀ&COSTUME
Viaggio tra i caffè
letterari alla moda
12 ARTE&AFFARI
Lezioni di tendenza
al club dei galleristi
www.chiaiamagazine.it magazine
CHIAIA
SAPER VIVERE LA CITTÀ
In collaborazione con Nuove Botteghe dei Mille
COPRI
la vigilantes.r.l.
la vigilantes.r.l.
ISTITUTO DI VIGILANZA
dal 1946
Edizioni
Iuppiter Group
FUOCO
Mille agenti contro la Malanapoli: la città ci credeva. Sono arrivati?
Se ci sono, non se n’è accorto nessuno. Aggressioni in pieno centro,
auto incendiate, turisti in fuga: a Chiaia teppisti da tutti i quartieri.
•
PAN
•
degli Interni da tre mesi. Ma di «occhi elettronici» nemmeno l’ombra.
Lamberti e Malvano: «Troppi gli sconti di pena. Rivedere le leggi».
Videosorveglianza: il Comune la promette da tre anni e il ministro
pagina 3
LRC 180447 - 23/6/98
Direzione e Centro operativo: 80142 NAPOLI - Via Carlo di Tocco, 82/84
Tel. 081 734 04 24 - 081 734 98 22 - Pronto intwervento 081 734 02 88 - Fax 081 734 98 18
Internet: http//www.la-vigilante.com - E-mail: info@la-vigilante.com
Part. IVA 03577570637 - Camera di Commercio n. 155962 - Iscritta al N 381 - R.I. Tribunale di Napoli

SOS CHIAIA CHIAIA MAGAZINE 2
Come migliorare la Municipalità 1? Scrivi a: info@chiaiamagazine.it
ASCENSORE
DI CHIAIA
FINO A
MEZZANOTTE
NUMERI UTILI
EMERGENZE-SICUREZZA
CARABINIERI 112
Stazione CC (Via Orazio 73)
Tel. 081.681122
Stazione CC (Ferrantina a Chiaia 1)
Tel. 081.417486
POLIZIA 113
Comm. Posillipo (via Manzoni 249)
Tel. 081.5983211
Comm. S. Ferdinando (Riv. di Chiaia 185)
Tel. 081.5980311
POLIZIOTTI DI QUARTIERE
Tel. 335.5292755 (Pattuglia Chiaia)
Tel. 349.2142396 (Pattuglia S. Ferdinando)
Tel. 347.0752926 (Pattuglia Santa Lucia)
POLIZIA STRADALE
Tel. 081.5954111
SOCCORSO STRADALE
Tel. 081.803116
VIGILI URBANI
Tel. 081.7513177
Unità oper. Riviera di Chiaia 105
Tel. 081.7619001
VIGILI DEL FUOCO 115
GUARDIA DI FINANZA 117
PRONTO SOCCORSO 118
AMMINISTRAZIONE
MUNICIPALITÀ 1
Sede Consiglio. Tel. 081.7644876
Anagrafe decentrata Tel. 081.7950501
SANITÀ
PRONTO SOCCORSO LORETO-CRISPI
Tel. 081.2547256
GUARDIA MEDICA LORETO-CRISPI
Tel. 081.7613466
OSPEDALE PAUSILIPON
Tel. 081.2205111
OSPEDALE FATEBENEFRATELLI
Tel. 081.5981111 - 081.5757220
DISTR. SAN. 44
Assistenza Anziani Tel. 081.2547715
Assistenza Diabetologica Tel. 081.2542928
Assistenza Veterinaria Tel. 081.2547074
magazine
CHIAIA
SAPER VIVERE LA CITTÀ
Anno II n. 1 - gennaio 2007
Direttore Editoriale
Nino De Nicola
Direttore Responsabile
Alvaro Mirabelli
Art Director
Massimiliano de Francesco
Responsabile Saper Vivere
Laura Cocozza
Redazione
Iuppiter Group
via dei Mille, 59 - 80121 Napoli
Tel.: 081 19361500 - Fax: 081 2140666
info@chiaiamagazine.it
Società Editrice
Iuppiter Group
via dei Mille, 59 - 80121 Napoli
Concessionaria pubblicitaria
Gianluca Gallo
via Vannella Gaetani, 12 - Napoli
infoline: 347 3728132
gianlucagallo1@hotmail.com
Quelli di Chiaia Magazine
Antonio Biancospino, Aurora Cacopardo,
Silvio Campione, Antonella Carlo, Paolo D’Angelo,
Angelo Giuliani, Massimo Lo Iacono, Renato Rocco,
Francesco Ruggieri, Luca Spoldi, Salvatore Tartaglione,
Fabio Tempesta, Massimiliano Tomasetta, Tommy Totaro.
Stampa
Arti grafiche Litho 2
Via Principe di Piemonte, 118 Casoria
Reg. Tribunale di Napoli n. 93 del 27 dicembre 2005
Tra le segnalazioni che ci sono arrivate - ringraziamo sempre i nostri lettori per la loro preziosa
collaborazione nell’evidenziare problematiche ed emergenze della città - merita di essere citata
quella della signora Raffaela Mustilli che ha scritto questa mail: «Nel settembre 2005 ho raccolto
circa 500 firme per chiedere il prolungamento dell’orario di chiusura dell’ascensore di Chiaia
fino a mezzanotte, almeno nei fine settimana. La petizione è depositata, da allora, in circoscrizione
sensa esiti evidenti. Aiutateci a risolvere questo piccolo grande problema che coinvolge oltre
noi adulti anche tutti i nostri figli che potrebbero più facilmente raggiungere bar e cinema di
Chiaia». Il problema dei parcheggiatori abusivi a Chiaia è sentitissimo dai residenti e da chi
frequenta la zona. Sull’argomento riportiamo una breve lettera firmata i residenti di Chiaia:
«Perché in via Martucci gli spazi delimitati dalle strisce blu sono gestiti da arroganti parcheggiatori
abusivi anziché da Napolipark dalle 17 alle 2 di notte? Sarà un caso ma da quando è attiva
questa banda di parcheggiatori le auto dei residenti vengono spesso danneggiate».
Luci d’arte e lampioni di morte
LA PAROLA AI LETTORI. Dall’installazione luminosa di Holzer
alle illuminazioni che crollano: i tragici paradossi napoletani
LA CITTÀ DOVE REGNANO
SOLO LE COSE INUTILI
Caro direttore,
una festa e una tragedia nel segno della luce:
Napoli offre anche questo grazie a un’amministrazione
che ormai si è allontanata decisamente
dalla città reale. Un lampione, vicino al
mare, cede di schianto e si porta via la vita di
una madre. Un oggetto di pubblica utilità viene
trascurato da chi dovrebbe controllarne l’efficacia
e la sicurezza e si trasforma, purtroppo,
in strumento di morte. A piazza del Plebiscito,
invece, l’artista Jenny Holzer, ha festeggiato il suo
ricco Natale «contemporaneo» con una mega
installazione di scritte luminose. Un oggetto di
pubblica inutilità rappresenta, al meglio, la politica
dei nostri governanti: parole al vento e luce
sprecata. Non sappiamo quanto Holzer abbia
intascato per la sua installazione, ma abbiamo
però assistito, dopo il tragico episodio del lampione
caduto, con quanta tardiva premura il Comune
si sia interessato alla manutenzione delle
illuminazioni. C’è poco da fare: in questa città
a regnare sono le cose e le idee inutili.
Alessandro Tempura
la
S
VIA DEI MILLE
Inutili cordoli
Siamo alle solite: i provvedimenti
che si prendono a Napoli sono sempre
temporanei e poco intelligenti.
Il Comune deve avere un’antipatia
per i cordoli. Segnalammo, mesi fa,
lo spartitraffico mobile di via Carducci,
formato da tanti grossi e
provvisori blocchi di plastica. Rimosso,
è stato sostituito da un cordolo
che prevede tanti paletti piccoli
e per nulla resistenti. Il suddetto
cordolo, da quando è cambiato,
per l’ennesima volta il piano del traffico,
divide anche in due sensi di
marcia un tratto di via dei Mille. Una
divisione solo sulla carta poiché ormai
la palettatura del nuovo sparti-
PIAZZA VITTORIA: LA CARICA
DEI PANNELLI PUBBLICITARI
Gentile redazione,
ho letto con interesse l’articolo del mese scorso
di Chiaia Magazine sulla vergogna dei cartelloni
pubblicitari installati a piazza Vittoria (nella
foto). Si parla tanto di riqualificazione urbana,
di rilanciare il decoro e l’arredo della città,
e poi, dalla sera alla mattina, ti ritrovi una
delle piazze più conosciute di Napoli - una delle
poche con aree di verde - assediata da pannelli
esteticamente infelici e sistemati uno vicino all’altro.
Una domanda: ma sono stati installati
più pannelli per raccogliere più pubblicità? Non
dovrebbe esserci anche un vincolo paesaggistico
prima di fare questi interventi così clamorosi?
Perché i Verdi, molto attivi e impegnati su problematiche
per la difesa dell’ambiente, non hanno
fatto sentire la loro voce sull’argomento? C’è
la possibilità di fare marcia indietro o perlomeno
di eliminare qualche installazione di
troppo? Intanto, quella che una volta era una
piazza, ora sembra un circuito di formula 1. E’
necessario smantellare i pannelli in eccesso.
Cesare Grimaldi
egnalazione
traffico è già completamente saltata,
formando così dei varchi facilmente
percorribili dalle auto (vedi
foto). Inoltre, il cordolo, praticamente
semidistrutto, di notte diventa
quasi invisibile poiché non solo
è privo della maggior parte dei
paletti, ma è anche di un colore giallo
sporco non adatto all’oscurità.
Massimo Gallotta
SCEMPIO AMBIENTALE
CON I VASI COLMI DI RIFIUTI
Caro direttore,
non è sempre colpa dell’amministrazione comunale
se le strade del quartiere Chiaia sono
impresentabili. Tralasciando il grave e indegno
problema degli escrementi dei cani, che tempestano
i marciapiedi senza pietà, fa rabbia vedere
le pochissime piante, qua e là sparse nel
territorio, piene di cartacce e altre schifezze. Segnalo,
ad esempio, alcuni vasi, grandi e ingombranti,
destinati a fiori e piante, completamente
colmi di rifiuti. A via dei Mille, ce n’è
uno (nella foto) che giorno dopo giorno si sta
riempendo a tal punto da somigliare a una bocca
piena di cibo. Le soluzioni per evitare questo
scempio ambientale possono essere due: o si eliminano
gli inutili vasi, diventati dei cesti per
immondizia, o si provvede, seriamente, a riempire
di fiori e verde queste bocche di cemento
e pietra trasformate in discariche. Non credo
che servano molti soldi per questo intervento
che rende il quartiere più godibile per i residenti
e per i turisti.
Fausto Scognamiglio
AI NOSTRI LETTORI
«Sos Chiaia» è un contenitore
di denunce e proteste contro
disservizi, inciviltà ed emergenze
urbane e non.
La nostra intenzione è quella
di affondare il bisturi nel
degrado ambientale, segnalando
tutto nero su bianco e
richiamando chi di competenza
alle proprie responsabilità.
Invitiamo i nostri lettori a
indicarci cosa non va nel quartiere
e a proporci soluzioni per
rendere più vivibile la città.
Contiamo su di voi.
Le lettere, firmate con nome e
cognome, vanno inviate a
Chiaia Magazine
Via dei Mille, 59 - 80121 Napoli
e-mail
info@chiaiamagazine.it

PRIMO PIANO CHIAIA MAGAZINE 3
Invasioni barbariche, Chiaia al tappeto
L’EMERGENZA. Aggressioni spietate, auto incendiate: i predatori alzano il tiro
Il quartiere si scopre indifeso. Le proposte di Fabio Chiosi: subito leggi speciali
ALVARO MIRABELLI
e crolla Chiaia, crolla il ba-
«Sricentro della città»: chi ci
vive ne è convinto. L'orgoglio di
campanile non c'entra: c'entra
invece l'amara considerazione
che non reggono più i tradizionali
argini di contenimento
alle infiltrazioni malavitose, anticorpi
di civiltà che finora avevano
sempre espulso l'illegalità
come corpo estraneo. Notti da
paura, stadio d'assedio, belve feroci
con licenza alla rapina e al
massacro fisico della preda, il
quartiere messo in scacco dai
teppisti: ora si trema davvero. Si
trema, ad esempio, da quando
a Cappella Vecchia un professionista
ha guardato la morte
negli occhi: gli occhi di chi gli
ha rotto la testa dalla nuca allo
zigomo, occhi - ha detto la vittima
- «pieni di odio». Balordi, a
quanto pare, in trasferta dalla
zona flegrea: balordi di fuori
che vanno a ingrossare le file
dei predatori locali.
Paura strisciante. Così, nel
2007, Chiaia si risveglia con l'acqua
alla gola, l'acqua di una
marea che montava da tempo
anche nel salotto buono di Napoli.
Sulle pagine del Mattino,
tempo fa, si chiedeva l'insigne
giurista Piero Craveri: «Ci vorrebbe
una mano dura e responsabile,
quella che si usa anche
in democrazia. Anzi, nei casi
limite, questa mano è necessaria
salvaguardia della credibilità
delle istituzioni. Già, ma
la mano di chi?». E’ ovvio che la
domanda investa Napoli intera.
A Chiaia, però, il rancore che
gli aggressori esibiscono è veleno
puro. E il quartiere lo ha capito
benissimo: «Qui la violenza
d'importazione sta mettendo
radici: e il punto di non ritorno
è vicino». Già, perché la paura
viaggia a braccetto con l'assuefazione
e con la voglia di girarsi
dall'altra parte.
La resistenza. Tutte pecore?
No, per fortuna! Anzi. Un posto
sulla barricata anticaos se l'è subito
assicurato Fabio Chiosi,
presidente della Municipalità
1, che non ha perso tempo nello
scatenare la controffensiva.
Da lui richieste categoriche alle
Istituzioni. La prima ai parlamentari:
fare leggi speciali
per il contrasto al crimine. E
sfoglia le note dolenti: «Oggi, se
non si è pregiudicati, c'è la sospensione
della pena per i reati
predatorii. E ancora: anche
dopo il primo grado di giudizio,
l'esecutività della pena non
scatta. Inoltre: nel processo per
direttissima chi patteggia gode
di ampi sconti e questo deve finire.
La buona condotta, poi, è
un autentico colpo di spugna
sulle responsabilità di chi delinque».
Come curare il cancro
con l'aspirina, lascia intendere
il numero uno del governo di
quartiere. E su questo terreno
parte l'invito al sindaco Iervolino:
«Il Primo Cittadino - dice -
deve convocare le “grandi assise”
di tutti i parlamentari napoletani,
di maggioranza e di
opposizione, per leggi nuove e
più efficaci». Chiosi, poi, è andato
a bussare anche alla porta
del questore per chiedergli di
«potenziare la sorveglianza in
zona e alzare il tiro contro le
bande armate locali». «Bonificare
il territorio - insiste - è necessario
per far comprendere,
anche con la forza e l'autorevolezza
dello Stato, che le Istituzioni
reagiscono». Allarme che
il presidente della Municipalità
1 ha lanciato anche a dicem-
bre, presentando la nascita del
«Comitato Municipale per la Sicurezza»,
che raccoglie tutti i
rappresentanti delle forze dell'ordine
territoriali: «Occorre assediare
- ha tuonato - le aree
criminali per evitare che i malviventi
si infiltrino nelle zone
commerciali, residenziali e della
movida». Né Chiosi ha trascurato
il capitolo, finora dribblato
da enti locali e Governo,
della videosorveglianza: ed ha
subito girato l'urgenza al nuovo
prefetto Alessandro Pansa.
Il quartiere si ribella. Quello
di Chiosi, ad ogni modo, non è
un caso isolato: fermentata a
lungo sottopelle, in zona la voglia
di rivolta è esplosa anche
tra chi di commercio ci vive
(800 operatori, 500 milioni di
fatturato annuale). Così non ci
ha pensato su due volte Nino
De Nicola, presidente delle
«Nuove Botteghe dei Mille», promuovendo
una serrata che ha
coinvolto piccole e grandi griffe.
«Le garanzie di chi opera e vive
a Chiaia sono azzerate - sostiene
lui - e il quartiere è ormai
ostaggio di teppisti e malintenzionati.
Dobbiamo reagire
con fermezza ed esigere la mobilitazione
delle forze dell'ordine,
visto che finora il controllo
del territorio è stato insufficiente.
Una cosa è certa: il
quartiere non si arrende».
Verissimo, a dar retta alla gente
per strada. E a chi glielo chie-
de, il cittadino di qui, consegna
anche il resto: i conti in sospeso
tra la Malanapoli e Chiaia - dicono
- non si riducono alle rapine.
Insieme ai violenti, fanno
danni da tempo anche gli specialisti
della «spaccata» che con
le auto-ariete sfondano le vetrine
delle boutique, ripulendole
in un lampo: nella lista dei depredati
«Ferragamo», «Hogan»,
«Angeli», «Carla G». Né si tirano
indietro le bande del «buco»: fece
ad esempio scalpore il «colpo»
allo show-room Marinella.
Infine, non concedono sconti a
nessuno i vandali professionali
e i parcheggiatori abusivi che
adesso da queste parti hanno
fatto il salto di qualità, incendiando
le automobili altrui.
Chiacchiere eccellenti. Un
carnet criminale che sa di sconfitta
istituzionale: vecchia storia
per una città torchiata da
piccoli e grandi delitti, schiaffeggiata
per giunta dalle promesse
mancate, intossicata dalle
parole all'ingrosso. Solo a incassare,
però, Chiaia non ci sta:
e lo sta dimostrando.
E un contributo, da parte sua,
intende offrirlo anche «Chiaia
Magazine» che a febbraio organizzerà
un forum su «Chiaia
sotto assedio». Sono invitati cittadini
ed esponenti della Municipalità
1. Un modo come un
altro per alzare la voce, per dire
che qui Gomorra la partita la
perde.
CORO UNANIME:
«NO ALL’ESCALATION»
Alessandro Iuliano, con
farmacia in piazza dei
Martiri: «Il controllo c'è.
Ma è il tasso delinquenziale
che è altissimo.
Non si può massacrare,
come è accaduto, per
100 euro. E poi i rapinatori:
ci sono i balordi,
ma altri sono informatissimi
sulle vittime».
Attilio Coscia, gestore
di Vinarium a Cappella
Vecchia: «Rispetto al
resto di Napoli, il
territorio è presidiato.
Ma i malviventi continuano
a fare ciò che
vogliono. E' gente
spavalda: forse perché
la legge è troppo morbida
con loro».
Ciko Orefice, gioielliere
in san Pasquale a
Chiaia: «Poche le divise
in zona. E qui i delinquenti
a momenti
timbrano il cartellino
visto che si presentano
a orari regolari: il
mattino presto e la sera
tardi, proprio quando
non ci sono le forze
dell'ordine».
Marina Maffei, gioielleria
in via Santa Caterina
a Chiaia: «Il controllo
è solo scena: vedo
scarso impegno. E basta
uscire da piazza dei
Martiri per constatare
come il resto di Chiaia
sia alla deriva. Il senso
di impunità dei malviventi
è raggelante».
Paolo Petirro, titolare
del ritrovo «Je goute»:
«Chi ci governa sa che
questa è una zona che,
con la movida, richiama
malintenzionati:
siamo in balia dei
predatori. E così diventa
a rischio un by night
che potrebbe essere
pacifico ed europeo».
Alessandro Iuliano
Attilio Coscia
Ciko Orefice
Marina Maffei
Paolo Petirro

PRIMO PIANO CHIAIA MAGAZINE 4
Il pacchetto sicurezza? Un paccotto
I NUMERI DEL MINISTRO. Dovevano arrivare 1000 agenti, ma non è andata come
previsto. Guerra di cifre sulle presenze effettive in città. Critici Malvano e Lamberti
OSCAR MEDINA
Ad ottobre, di fronte al solito,
pesante bilancio di vittime,
di rapina o di camorra, il ministro
degli Interni Giuliano Amato
ha sfornato il suo pacchetto sicurezza
per la città. E in un autunno
da bollettino di guerra si
è presentato a muso duro: "Si
punta al controllo capillare del
territorio e al contrasto del crimine
organizzato". Incorniciando
la dichiarazione con una promessa:
"Niente interventi tampone,
solo soluzioni strutturali".
E tra le cifre annunciate, una su
tutte : "Subito a Napoli - ha detto
- 1000 uomini in più". 1000 agenti,
in parte da fuori, in parte già
in città ma inchiodati alle scrivanie.
Amato è un tipo riservato:
e quel suo linguaggio forte, insolito,
è piaciuto ai napoletani. Il
piano, poi, è parso davvero un’accelerazione:
in sintesi, 250 poliziotti
in più (150 nuovi), 274 carabinieri
in più (239 nuovi), 70
unità della Guardia di Finanza
(tutti nuovi) e persino 30 elementi
della Forestale. Il ministro
ci ha pure infilato altri 400 tra
poliziotti e carabinieri per i blitz
contro i santuari mafiosi.
Un mare di sigle. Dunque, rinforzi
da sogno: coi nuovi arrivi,
le pattuglie della Ps su Napoli diventavano
50 in più e 29 in più
quelle dell’Arma.
Il ministro, poi, si è persino inventato
il «Rips» (Reparto d’intervento
della Poizia stradale di
Napoli) per vigilare su tangenziale
e autostrade, la «Fir» (Forza
d’intervento rapida) cioè i 400
uomini citati prima per le bonifiche
dei ghetti malavitosi, e la
«Scit» (Squadra di controllo degli
itinerari turistici) per battere le
vie del turismo. Annunciata, infine,
la videosorveglianza a fibre
ottiche per rilevare tipi e targhe
sospette. E così, tra Rips, Fir, Scit
etc, lo scacco matto ai fuorilegge
Era ora. La serrata dei commercianti
a Chiaia per ottenere un maggior
controllo del territorio, soprattutto
dopo l’impennata delle aggressioni in
pieno centro, è servita a qualcosa.
Piazza dei Martiri ha un presidio in
più: una stazione mobile dei carabinieri
(vedi foto) che, dalle 8 alle 20,
sorveglia la zona. Certo non basta, ma
il provvedimento accelera quel processo
di miglioramento della sicurezza
del quartiere che ha subìto, ultimamente,
violenze inaudite. Un incremento
di pattuglie, promesso dal
Comando dell’Arma ai promotori
della serrata, è già partito con 6 unità
in più nell’arco delle 24 ore.
Se il pacchetto Amato, almeno per il
momento, giace sulla carta e non se
ne coglie ancora la forza, chi vive,
lavora e frequenta Chiaia, sa bene
quanto sia importante, di giorno e
nelle ore critiche della notte, vedere lo
Stato, sentire la legalità. Le luci di una
IL FESTIVAL
DELLE PROMESSE
Videosorveglianza: mossa chiave
nel contrasto al crimine. Ma
a Napoli, su questo fronte, le
istituzioni collezionano figuracce
in serie. Ad aprile, poco prima
delle elezioni, l'assessore Nicola
Oddati giurò che avrebbe proposto
la tanto attesa delibera
sull'installazione in città (Chiaia
in testa) di una efficiente rete di
occhi elettronici. Promessa
andata in cancrena. Ad ottobre,
ad una Napoli in ginocchio, è
stato il ministro Amato a garantire,
in tempi stretti, l'indispensabile
tecnologia. Altre parole al
vento. Complimenti.
volante rincuorano sempre. Soprattutto
quando si esce da un cinema o
quando si raggiunge la propria auto
dopo una serata con amici o quando
si sta semplicemente facendo una
passeggiata. Luci che smorzano la
paura in un quartiere che è diventato
il salotto del Bronx. Il coprifuoco, in
quei giorni non toccati dalla movida,
è sembrato fattibile, anche se
qualche scettico ha calcolato che
i nuovi effettivi previsti erano in
realtà appena 489 e che si arrivava
a 1000 solo distogliendo altri
500 elementi dagli uffici o da
altre funzioni. Un trucchetto,
quindi, e a caro prezzo: per ricavare
uomini sul territorio, il piano
abolisce numerosi commissariati
(a Chiaia, ad esempio, salterebbe
il Commissariato Posillipo).
Il presente. Questo accadeva ad
ottobre. L’attuale consuntivo dell’operazione?
Desolante. Chi lo
dice? Praticamente tutti: la gente
che fa la conta dei crani spaccati,
dei turisti braccati, delle pistolettate
e degli ammazzati, poi
i sindacati delle forze dell’ordine,
e anche l’opposizione politica
cittadina che ha vita facile nel
crocifiggere il «pacchetto Amato».
E forse davvero il Viminale
non la conta giusta se ha perso
la pazienza persino la sindaca
Iervolino, spossata da una stagione
di rovesci infiniti. Una cosa
di sicuro non si è capita: i mille
uomini promessi ci sono o no?
La parola a due esperti, espressione
di aree ideologiche contrapposte.
Franco Malvano. L’ex questore,
Franco Malvano: «I mille
uomini promessi dal ministro
Amato? Non sono mai arrivati.
E la nuova Forza d’Intervento
Rapida è in realtà il vecchio
Reparto Mobile riciclato».
senatore con un posto in Commissione
Antimafia, non ha dubbi:
"I mille uomini? Non ci sono.
Per quel che ne so, sono arrivati
60 poliziotti, freschi di corso, e
30 sono ripartiti. La Fir? La Forza
d’Intervento Rapida, progettata
da Amato, in realtà non è
che il vecchio Reparto Mobile: è
stato solo spostato dall’ordine
pubblico al controllo del territorio.
Così riciclato, ha fatto tre
blitz in zone a rischio ed è finita
lì. Con Alto Impatto, qualche anno
fa, gestii in prima persona
1500 agenti che controllavano il
territorio dalle 7 di mattina alle
2 di notte. Ma la cosa più grave è
che la gente ha perso fiducia al
punto che si denuncia la metà
dei reati subìti. Sta cedendo persino
Chiaia: nel quartiere c’è il
coprifuoco. La videosorveglianza
“in tempi immediati”? Altro
bluff. La verità è che il governo
ha fallito. E quello che fa più rabbia
sono i tempi di reazione: al limite
dell’immobilità. Un esempio?
Sul fronte legislativo si doveva
agire rivedendo le leggi premiali
e accelerando il processo
penale. Troppi sconti, invece: e
così chi delinque non paga".
Amato Lamberti. Sociologo, docente
di Politica della Sicurezza
ormai da queste parti è palpabile. E
giustificabile. Da piazza Amedeo a
piazza dei Martiri, ad esempio, percorrendo
via Vittoria Colonna, via dei
Mille e poi via Filangieri, non v’è
presenza delle forze dell’ordine se si
esclude il miniblindato che presidia i
consolati spagnolo e britannico a via
dei Mille. A piazza Santa Caterina,
Amato Lamberti: «Servono
ritocchi di legge. La criminalità
predatoria va giudicata sempre
per direttissima, e il patteggiamento
va bene solo se è senza
sconti di pena».
Sociale, ex presidente della Provincia
di Napoli, Lamberti usa
toni crudi : "Predatori e camorristi?
Certo! Ma diciamola tutta.
Napoli è una città lazzaronesca
senza distinzioni di classe: lo è
l’imprenditore che evade il fisco,
il commerciante e l’artigiano che
assumono a nero, i ceti discriminati
che non hanno futuro. I
politici? Beh! Prendiamo quelli
che, in qualità di consiglieri, siedono
sui banchi delle assemblee
regionale, comunale e provinciale.
In molti sono solo degli
spicciafaccende che vanno per
uffici a soddisfare pratiche e interessi
della propria clientela
elettorale. E’ così da sempre perché
è tradizione che qui gli interessi
privati prevalgano su quelli
collettivi. Una città vittima?
No, una città che ha i politici che
si merita. E se lo sfondo è questo,
il resto è legge da strada e di malavita.
I mille uomini in più? Erano
meglio mille assunzioni tra i
ceti più svantaggiati. In ogni caso
concordo con chi insiste su
una diversa legislazione: ad
esempio, la criminalità predatoria
va giudicata sempre per direttissima,
e il patteggiamento
va bene solo se è senza sconti di
pena.".
Piazza dei Martiri, dopo la serrata ecco i carabinieri
dopo mezzanotte, è fissa una vettura
della «Vigilante», istituto di vigilanza
privata. Il percorso preso a modello a
dimostrazione della scarsità di controllo
del territorio, inoltre, è inadeguatamente
illuminato e privo di un
sistema di videosorveglianza.
Nei giorni caldi della movida (dal
giovedì alla domenica), invece, il
popolo della notte, inevitabilmente è
braccato da quello dell’illegalità:
scippatori, violenti, parcheggiatori
abusivi, «parianti». Manca, o forse è
troppo sguarnito di uomini e mezzi, il
popolo della legge, quello che deve far
sentire ogni cittadino a casa sua.
Ovunque, in qualsiasi momento, in
ogni vicolo o strada.
Piazza dei Martiri è il cuore del cuore
di Chiaia. Fino a pochi giorni fa gli
unici a presidiarla erano tre cani che
hanno messo su tana fuori la Libreria
Feltrinelli. Tre randagi e una stazione
mobile. Si riparte da qui.

IL REPORTAGE CHIAIA MAGAZINE 5
Benvenuti nel pianeta delle buche
LA DENUNCIA. Fossi, rattoppi, voragini e basoli che saltano: viaggio nel degrado
delle vie di Chiaia. Ridicola la somma impegnata per la manutenzione ordinaria
MASSIMILIANO DE FRANCESCO
Se fosse un’opera di arte contemporanea,
avremmo già
una rosa di titoli: «Il sirtaki dei
crateri; «Io ballo con le buche»,
«Groviera gallery», «E vissero felici
e imbucati». Ma Chiaia non è
un’installazione di Damien Hirst
o una capuzzella di Rebecca Horn:
è un territorio che, visto dall’alto
e vissuto da dentro, è il pianeta
delle buche. Non c’è via che non
sembri uscita da un bombardamento.
I marciapiedi si presentano
come se un un tirannosauro
avesse fatto un’ora di shopping
al centro. Fino a qualche giorno
fa a via Nisco, ad esempio, una
cabina telefonica era stesa per terra
come se fosse stata colpita da
una testata di Zizou. Sradicata e
senza più telefoni sembrava
un’altra opera contemporanea
che, se qualche critico di grido
l’avesse vista, ne avrebbe elogiato
l’intensità espressiva perché simbolo
della «linea spezzata con la
vivibilità».
Cadono lampioni a Chiaia come
alberi di velieri spezzati dalle
tempeste; piovono pietre a
Chiaia, e non è arte quella che
viene giù, ma cornicioni di scuole.
Il caso, poi, fa il resto. La sorte
regola la città. Prendi le Rampe
Brancaccio. A inizio anno, un basolo
salta come un canguro e un
taxi decolla come la Zebra 3 di
Starsky e Hutch. La «Multipla» vola,
si ribalta e si schianta sulle auto
in sosta: tassita salvo. Un caso,
appunto. Cede il corpo di Napoli
e non è ancora arrivata la pioggia.
Via Cavallerizza, stradina caratteristica
del quartiere, non molto
tempo fa rimessa a nuovo, è già
sfiorita. Basta un poco d’acqua e
il fondo stradale va giù. Infatti la
pavimentazione appare decrepita
poiché è stato utilizzato tra i
basoli un impasto di sabbia e cemento
senza procedere alla bitumazione.
Stesso diabolico errore
è stato commesso a via Nardones
(ripavimentata quattro mesi fa).
Conseguenze: l’acqua s’infiltra, i
basoli fanno la danza della pioggia
e lievitano pericolosamente.
Se si aggiunge a questo anche il
disastroso sistema fognario dell’intera
Municipalità 1, è facile
prevedere che, anche quando
«schizzichea», diluvia per l’esigua
squadra di fognatori che opera su
strada. Piove sul bagnato a Chiaia
e i crateri diventano pozzi. Non
c’è nessuna luna da ammirare nel
pozzo di via Partenope, all’altezza
del civico 1. Una voragine,
grossa e grassa, che aspetta la caviglia
giusta da castigare. Da tempo,
ha la bocca spalancata su quel
marciapiede dove l’odore del mare
ti si attacca alle narici. Ma la
buca non è più sola: qualcuno si
è ingegnato un sistema per disinnescarne
la pericolosità: una
tavola di compensato che a malapena
riesce a coprire il fosso. Ci
manca una bandierina e un cartello
e l’opera è completa. Non è
più facile colmarla e ridare decoro
alla via? La stessa domanda
LE FOTO DELLO SCANDALO
1. Via San Pasquale: la «buca delle buche».
2. Piazza Amedeo: un ex marciapiede.
3. Via Partenope 1: voragine da record.
4. Via Petrarca: sanpietrini come popcorn.
5. Via dei Mille: il trionfo dei rattoppi.
6. Via Vittoria Colonna: crateri e shopping.
ci accompagna nel nostro viaggio
al termine della buca. Via dei
Mille è uno scuorno. Sul marciapiede
che costeggia un cadente
Palazzo D’Avalos, abbiamo contato
6 buche, un raccoglitore cilindrico
di rifiuti che non riusciamo
a capire come riesca a
stare in piedi e una serie infinita
di rattoppi su rattoppi che trionfano,
nella loro mostruosità contemporanea,
proprio ai piedi di
Palazzo Roccella, sede del Pan milionario,
Museo delle Arti e degli
sprechi di Napoli. Ma basta camminare
per un’altra trentina di
metri e raggiungere quel tratto
di via San Pasquale che porta alle
scale di Parco Margherita. Qui,
sul marciapiede di fronte al «Miles»,
la discoteca coinvolta nell’ultima
bufera movida, scoviamo
la buca delle buche. Recentemente
era stata colmata, ma appartiene
a quella categoria di crateri
«ribelli»: si è riaperta, guadagnandone
in larghezza. Qui il caso
non c’entra: la colmatura è stata
fatta male.
Da un calcolo fatto dal presidente
della Municipalità 1 Fabio
Chiosi, dal vice presidente Maurizio
Tesorone e dall’assessore alla
Manutenzione Alberto Boccalatte,
per le strade e i marciapiedi
di Chiaia il Comune stanzia 7
centesimi al metro quadro all’anno.
Una miseria che si abbina
ad un’altra miseria: «Per ben 2
anni - sostiene Chiosi - la Municipalità
1 non ha avuto la ditta di
manutenzione per incuria ed inadeguatezza
delle procedure messe
in campo dall’amministrazione
comunale». E le insidie dei sanpietrini
e i trabocchetti dei basoli
si moltiplicano. Basta consultare
l’«archivio delibere» sul sito
del Comune di Napoli per trovarci
migliaia di resistenze in giudizio
che il Comune oppone ai
numerosi cittadini che chiedono
di essere indennizzati per aver ceduto
caviglia e altro alla buca.
Per scarsità di risorse la «Groviera
gallery Chiaia», quindi, ha un
futuro bucato. A confermarlo è
Francesco de Giovanni, presidente
della commissione Manutenzione
Urbana della Municipalità
1, da sei anni instancabile
cacciatore di buche. «Per la manutenzione
ordinaria, affidata alla
ditta appaltatrice Procogest, -
afferma de Giovanni - dei 430mila
euro previsti dal giugno 2006
al giugno 2008, la metà è già stata
spesa. Di questo passo per l’estate
2007 non ci saranno più
soldi». «Se fosse la Municipalità a
gestire la cassa, - incalza de Giovanni
- avremmo possibilità maggiori
per risolvere i problemi della
manuntezione del quartiere.
Purtroppo, però, noi siamo dei
“segnalatori”: rileviamo problemi
e li comunichiamo al Servizio
Tecnico Municipale, filiale dell’Ufficio
Tecnico Comunale. E’
sempre il governo centrale della
città che decide e dispone gli interventi
sul territorio».
Crescono buche a Chiaia. Il sirtaki
dei crateri non cede la scena.
IL MORSO DELLA TARANTA
di PAOLO D’ANGELO
CARO PRESIDENTE...
Caro Presidente Giorgio Napolitano è a lei che voglio
dedicare il mio primo articolo del 2007. Come lei sicuramente
saprà, l'anno appena trascorso si è chiuso con un
bilancio sicuramente negativo per la nostra tanto amata
città. E' iniziato male con la criminalità e microcriminalità
più che agguerrita con i tanti morti ammazzati, furti,
scippi e rapine e chi più ne ha più ne metta, ed è poi proseguito
con la catastrofe dell'immondizia che ha finito per
inondare, oltre che le strade, anche tutte le prime pagine
dei giornali nazionali ed internazionali, contribuendo alla
distruzione di quel poco di immagine di rilancio che la
nostra città aveva faticosamente conquistato dal G7 ad oggi.
Dove vorrei però soffermarmi in maniera più approfondita,
è piuttosto su come quest'anno si è concluso. La notizia di
cronaca di cui vorrei parlarle è quella che ha fortemente
scosso l'opinione pubblica cittadina nei giorni antecedenti
al Natale e che ha visto protagonista una giovane donna,
vittima innocente a via Caracciolo. Questa volta però la
vittima c'è stata non per mano della criminalità, ma a causa
del caso e del degrado urbano. Una istruttrice di equitazione,
una madre, una moglie, una figlia, una di noi, che in
sella al suo motorino, e non al suo cavallo, ha affrontato,
suo malgrado, l'ostacolo più duro della sua vita, andando
incontro al suo destino crudele che in una maniera infame
e subdola la sua città le aveva preparato con efferata tempistica
e violenza. Vede Presidente, il mio rammarico e la mia
solidarietà per l'accaduto vanno alla famiglia di questa
giovane donna, anonima eroina metropolitana dei nostri
tempi. Immagino e provo dolore ed indignazione per quello
che i familiari hanno dovuto affrontare e sopportare, oltre
alla perdita della loro cara, anche il valzer delle responsabilità
per l'accaduto, che spesso mai si sono chiarite per il
passato e che forse mai si chiariranno per il futuro. Caro
Presidente, forse le sembrerà strano ma in questo momento
lei rappresenta per noi Napoletani il bene di questa città. Il
suo infaticabile lavoro, la sua dedizione, il suo impegno, la
sua passione per i suoi ideali politici e sociali, ma soprattutto
il suo forte ed evidente attaccamento per le sue radici,
per la sua città. Amore per la sua terra d'origine che lei
quotidianamente dimostra nei fatti anche a costo di qualche
critica di campanilismo. Questo, caro Presidente, fa si
che lei sia come un fascio di luce nel buio pesto di questa
città. Un faro nella notte che spero orienti i Napoletani di
buona volontà e di forti ideali. Sappiamo tutti che ad una
morte così assurda ci sono delle responsabilità penali e
civili che la magistratura certamente dovrà chiarire, ma
sappiamo anche che esistono altre e non meno importanti
responsabilità morali e politiche per tutto ciò che nel
passato non è stato fatto a Napoli dalle amministrazioni.
Responsabilità che vanno altrettanto chiarite se si vuole
dare alla nostra città una classe politica degna del suo
livello. Una classe politica, finalmente forte negli ideali e
nei valori che sia capace di ridare dignità e lustro e che
sappia finalmente orientare le nostre forze, il nostro valore.
Una classe politica che deve essere pronta a rispondere delle
proprie responsabilità e che sappia liberarsi da questa
morsa di insopportabile immobilismo voluto da pochi.
Guarire Napoli significa guarire l'Italia intera e lei Presidente
credo ne convenga. Grazie di cuore per ciò che ha già
fatto e che di sicuro farà ancora per il bene di Napoli.

QUARTIERISSIME CHIAIA MAGAZINE 6
Parco Margherita, un sogno in salita
LA PROPOSTA. L’architetto Amato Rak ha un progetto nel cassetto: un ascensore
per le rampe di San Pasquale. Un’idea per il Comune e un regalo per i residenti
Lo scorcio è suggestivo: quel sistema
di rampe, le «scale di
San Pasquale», si inerpica spavaldo
da via dei Mille a Parco
Margherita. Un pezzo storico di
città obliqua, un nodo pedonale
strategico. Ma con due grossi difetti:
in salita taglia le gambe,
inoltre finisce ciclicamente nel
tritacarne delle polemiche per
un sacco di buoni motivi.
Scale a pezzi, verde da jungla,
buche assassine e immondizia
al massimo storico. La popolarità
delle rampe, poi, è schizzata in
basso con l'addio all'ascensore
privato di Palazzo Coppola Acquaviva:
in passato ne approfittavano
un po' tutti a cominciare
da anziani e mamme con carrozzina.
Poi l'impianto è diventato
inaccessibile al pubblico.
Insomma, una «bolla» terzomondista
nel patinato cuore di
MOTORINI IN SOSTA A VIA DEI MILLE
TRASLOCO CHE ACCONTENTA TUTTI
Dopo petizioni e proteste, finalmente, il Comune
ha provveduto a spostare sul lato opposto la barriera
di motorini che prima parcheggiavano sul
marciapiede su cui si affacciano gli ingressi dei palazzi
e delle vetrine di via dei Mille. Si concludono
così le gimkane e le sofferenze dei passanti (soprattutto
anziani e disabili). Resta ora da intervenire
anche su via Filangieri, Riviera di Chiaia e via
Chiaia. In attesa dei parcheggi interrati.
Chiaia. Una sfida che qualcuno
ha raccolto: Amato Rak, architetto,
uno che coniuga idee e impegno,
abita lì a due passi e da anni
coltiva il chiodo fisso di recuperare
le rampe. Per lui il poten-
SANT’ANNA DI PALAZZO
Mercatino rionale, al via il recupero
Il Comune di Napoli, insieme con il Cat
Confesercenti Campania, ha avviato una
fase di ascolto e sensibilizzazione con i cittadini
interessati per recuperare la struttura
del mercatino rionale di Sant'Anna
di Palazzo, consegnata dall'amministrazione
cinque anni fa, ma che da allora versa
in uno stato di quasi totale inutilizzazione.
Box troppo piccoli per le forniture
e per l'esposizione della merce ed eccessiva
concorrenza degli ambulanti della
zona: questi i principali disagi degli ope-
ziale di quelle scale è formidabile,
ma inespresso. Perciò da un
pezzo ha nel cassetto il suo progetto
di riqualificazione (vedi foto),
cui ha collaborato il professor
Renato Di Martino, e ogni tanto
LA LETTERA
lo sventola sotto il naso di Autorità
un po' distratte.
L'intento è semplice. In pillole,
restyling di tutto l'itinerario, ma
soprattutto: un ascensore a valle
(dove iniziano le prime 2 rampe,
quelle di via dei Mille) e un altro
a monte (dove iniziano le 3 rampe
che sbucano a Parco Margherita).
Il primo supera un dislivello
di 5 metri e sbarca i passeggeri
sull'attuale tratto pianeggiante.
Il secondo, quello più in alto,
supera un dislivello di 12 metri
e i suoi passeggeri li scarica sul
terrazzino ad angolo di Parco
Margherita, ad un metro dalla
quota stradale. Portata: 10/11 persone
ciascuno.
I due ascensori sono immaginati
a destra della salita con minimo
ingombro della superficie.
Le due strutture, poi, hanno ampie
aperture ai lati che permet-
CONTRO IL RINCARO ICI
IN CAMPO UN POOL DI AVVOCATI
Aumenti Ici: a Chiaia fioccano le proteste dei cittadini.
Fabio Chiosi, presidente della Municipalità
1, preannuncia: «Attiveremo un pool di avvocati
per i ricorsi. In zona, infatti, non ci sono collegamenti
con il Metrò, il trasporto pubblico è inefficiente,
l’Ici è già la più alta della città e i fitti sono
stellari. Le nuove aliquote sono, dunque, fuori da
ogni logica e il Comune non può pretendere di fare
cassa a tutti i costi, sulla pelle dei residenti».
ratori all'interno del mercatino; ecco allora
nascere l'esigenza di ripensare l'intero
complesso attraverso soluzioni condivise
che possano ridare vivacità alla struttura,
meritevole di essere ottimizzata, anche
in considerazione della sua collocazione
in una zona centralissima e densamente
abitata. Un'esperienza, dunque, innovativa,
di bilancio partecipativo con la base,
sollecitata attraverso questionari per sapere
direttamente da cittadini e commercianti
della zona come intendono rivalutare
l'ex mercatino di vico Tiratoio.
«Abbiamo scelto di provare a riutilizzare
questa struttura - dichiara l'assessore comunale
al Commercio e all'Artigianato
VIA CHIAIA, STORIA DI UNA CADUTA
A metà ottobre non imperversava Orione dal Cielo, nè c'era
neve e gelo come ci ricorda Parini ne «La caduta», allorché
uscendo dalla farmacia Salus si verificava un evento
impensabile in una strada importante e famosa come è via
Chiaia, evento che ha avuto per me conseguenze molto
pesanti sul piano fisico. È accaduto, infatti, che sporgesse
dal selciato un perno di ferro ben mimetizzato (nella foto),
avendo esso il medesimo colore grigio della pavimentazione
stradale. Il perno reggeva, in origine, un contenitore
cilindrico per la raccolta di carte. A qualcuno, forse,
quest'opera d'arte non piaceva, per cui l'ha divelta. Poi,
ritenendo a ben ragione pericoloso il perno, lo ha ribattuto
ma non completamente, per cui esso si è trasformato in una
insidia che ha fatto sì che molte persone vi inciampassero e
anche io, finendo lunga per terra. È ben vero che con pietosa
sollecitudine mio marito ed altri mi sollevarono da terra,
ma il risultato fu: mano sinistra fratturata, ginocchio
destro contuso con un fortissimo ematoma di liquido e
tono la vista dall'esterno verso
l'interno e sono rivestite con superfici
a specchio che impediscono
di guardare all'esterno. Infine
il motore che è oleodinamico:
10 secondi per schizzare in cima
in 2 tappe.
Sognare conviene. E l'architetto
si fa temerario quando, pensando
alla qualità ambientale dell'area,
accarezza l'apparente utopia
di collegare le rampe ai giardini
dell'adiacente Museo Pan
per spingersi magari fino a quelli
di Palazzo d'Avalos. Spazi privati
questi ultimi, ma inselvatichiti
e meritevoli di recupero:
un'opzione da sondare, misurando
anche la disponibilità dei
proprietari.
Un bel sogno e, tutto sommato,
abbordabile: «700mila euro - si
infiamma Rak - e ce la facciamo».
A patto che il Comune gradisca.
Nicola Oddati - senza decisioni dall'alto,
ma impegnando un po’ tutto il quartiere,
anche chi svolge un'attività commerciale
o ha un ruolo professionale più significativo,
per darci una mano a decidere come
recuperare quest’area». «Sono tante le
cose che qui si potrebbero fare - continua
Oddati - : da un uso artistico, espositivo,
tipo piccola galleria rionale a un mercato
etnico. E ancora penso ad uno spazio
per l'artigianato oppure ad un centro per
la formazione. Dunque le idee ci sono -
conclude - pero è chiaro che vorremmo
tentare questa volta di fare scelte insieme
con residenti e operatori».
Angelo Giuliani
sangue tanto da dover ricorrere ai
medici del Cardarelli. Iniziò così per
me un calvario che non è ancora
concluso. Infatti, nonostante la
bravura dell'ortopedico che al Cardarelli
mi prese in cura, il risultato a
tutt'oggi è che la mano sinistra ha,
solo in parte, recuperato la funzionalità
e che dovrò portare in relazione alla gamba destra
ancora per moltissimo tempo il bastone canadese. Chi vive a
Napoli spesso sperimenta come vi sia in questa città
qualcosa di incomprensibile e di caotico, sfrenatezze verbali,
politiche scadenti, solo i pavidi, e cioè nella democrazia la
maggioranza, non ammettono l'evidenza dei fatti che
invece sottolinea come Chiaia, che dovrebbe essere uno dei
salotti della città, è piena di sporcizia, escrementi di cane,
cicche di sigarette e lattine infilate nelle fioriere sempre più
grigie e sifilitiche, disattenzione colpevole di chi dovrebbe
controllare: l'elenco delle negligenze, a mio parere, è impressionante
ed imperdonabile.
Aurora Cacopardo

QUARTIERISSIME CHIAIA MAGAZINE 7
Fondazione Mondragone, atto secondo
LA SVOLTA. Dopo il cambio di vertice, il neopresidente Parente parla del futuro
L’ex commissaria Elena Perrella: «La mia esclusione? Provincialismo politico»
Le polemiche non sono mancate.
Ora, a distanza di oltre
un mese, i toni aspri che hanno
scandito il passaggio di consegne
al vertice della Fondazione
Mondragone, si sono decisamente
smorzati. Resta il
fatto che dall’11 dicembre in
cabina di regia sono cambiate
le cose. Adesso, infatti, nello
splendido complesso monumentale
a monte di via dei Mille
che accoglie il museo della
moda, da qualche settimana
si è definitivamente insediato
il nuovo presidente dell’ente:
Giulia Parente, ex assessore
comunale prima con Bassolino
e poi con la Iervolino.
Il caso. Il nuovo numero uno
della Fondazione non risparmia
parole distensive sul recente,
movimentato trapasso
di poteri, ma una cosa è certa:
in quelle stanze non si dileguerà
tanto presto l’ombra del
predecessore, Elena Perrella,
sette anni al timone della
struttura nei panni di commissario,
infine bruscamente
congedata, appunto l’11 di dicembre,
con una e-mail firmata
dal governatore Antonio
Bassolino. E’ stato lui a decretare
il passaggio del testimone,
indicando un nuovo consiglio
d’amministrazione in
cui la Perrella non figurava:
forse un atto fisiologicamente
dovuto dopo sette anni di
commissariamento, ma i modi
spicci del governatore non
sono piaciuti. Un allontanamento
on-line, quello piovuto
dall’alto sulla Perrella, che ha
avuto tre effetti: amareggiare
la ormai ex commissaria, imbarazzare
la Parente e consegnare
entrambe alla macina
delle polemiche. Le due sono
amiche e non lesinano reciproci
messaggi di stima, da vicino
o a distanza. Ma per la
Perrella, visceralmente legata
alla Fondazione e ai sette anni
Elena Perrella Giulia Parente
di battaglie spesi per migliorarla,
il distacco dalla propria
«creatura» non è stata indolore:
«Non contesto la scelta, ma
le modalità: sono una donna
delle istituzioni ed una e-mail
di congedo non è stata il massimo
della correttezza. Forse è
colpa di un turn over delle nomine
ormai troppo frenetico:
un segnale di provincialismo
politico». «Nel passaggio di gestione
- concede Giulia Paren-
te - c’è stata qualche tensione
di troppo che non ha consentito
il giusto riconoscimento
ai meriti della dottoressa Perrella».
Il futuro. Pura verità: al suo attivo
la ex commissaria può esibire
7 anni di buongoverno da
manuale. «Lascio una struttura
perfettamente in funzione»,
riassume lei. E la Parente, intanto,
prende le misure all’incarico
e abbozza le priorità: «I
tagli del bilancio regionale alla
cultura non mi facilitano le
cose, ma punterò sul coinvolgimento
dei privati: qui c’è bisogno
di fantasia. Poi il museo
della moda: valorizzarlo - incalza
lei - significa puntare anche
sulla riqualificazione della
zona per attirare turisti e
spingerò anche su questo. Inoltre
occorre insistere sull’attività
di formazione di figure
professionali legate alla moda
e all’abbigliamento: raccolgo
ad esempio in eredità un master
universitario sull’alta moda
con quindici allieve. E questa
è una priorità».
Un’altra cosa, infine, il neopresidente
sa bene: quella di
trovarsi da subito al tradizionale
crocevia tra desideri e
contabilità. Potrebbero, infatti,
non bastare più i 300mila
euro all’anno che finora hanno
garantito la soglia minima
di sopravvivenza alla Fondazione.
Ma la Parente, dicono,
ama le sfide.
ENTE MORALE E MUSEO:
IDENTIKIT DELLA STRUTTURA
Fondazione Mondragone. La sede è
situata nell’omonima piazzetta a
monte di via dei Mille, al confine
tra Chiaia e San Ferdinando, in
uno splendido edificio del ‘600, di
recente restaurato, con annessa
chiesa e giardino. Fu in origine
Conservatorio di Matrone e Vergini
Nobili. Nell’’800 fu denominato
Real Istituto di Mondragone con la
funzione di collegio per «figlie del
popolo». Nel ‘900 fu convitto per
orfane e anche «Convento femminile
di Lavoro». Nel 2003, grazie al
protocollo d’intesa con la Regione
Campania, la Fondazione ha assunto
il ruolo di «Polo Regionale della
Moda Femminile». Con due punti
di forza: il «Museo del Tessile e
dell’Abbigliamento», comprendente
i beni della casata Aldobrandini
e le collezioni di abiti donate da
Fausto Sarli e da Tullia Passerini
Gargiulo, e il centro per la valorizzazione
della tradizione e della
cultura connesse alla moda e al
costume napoletani (corsi, master,
esposizioni etc.). Nel cda sono
rappresentati Comune, Regione,
Curia, Università Federico II e
Università di Salerno: il nuovo
direttivo è presieduto da Giulia
Parente, assistita dai consiglieri
Ida Fornario, Bruno De Maria,
Antonella Oliveti del Castillo,
Mons. Ugo Dovere, Elvira Russo, e
Raimondo Pasquino.
magazine
CHIAIA
Saper vivere il quartiere. Saper vivere la città
Scegli
CHIAIA MAGAZINE
per la tua
pubblicità
Contattaci: 081.19361500
LA TUA PUBBLICITÀ È ANCHE ON LINE SU WWW.CHIAIAMAGAZINE.IT

QUARTIERISSIME CHIAIA MAGAZINE 8
Grenoble, porte aperte sulla Francia
CULTURA. Fondato nel 1919, l’istituto di via Crispi non è solo scuola di lingua,
ma anche centro d’incontro e di scambi artistici. Ricco il carnet di appuntamenti
ANTONELLA CARLO
Continua il nostro viaggio tra
gli istituti culturali del quartiere
Chiaia. Seconda puntata:
Istituto Grenoble. A febbraio
2007 il Goethe Institut.
Le origini del mondo, tra natura
ed archeologia, fotografia
e documentario. Le indagini
giornalistiche sull'Italia
di Berlusconi e i cambiamenti
nella nostra politica negli ultimi
cinquanta anni. Le immagini
suggestive e chic, che testimoniano
“le goût de Naples,
le goût de Capri, le goût de Rome”:
così si può viaggiare, in
pochi scatti, tra mondanità ed
analisi sociologica. Il programma
di eventi proposto dal Grenoble
è davvero senza confini
ed abbraccia, a trecentosessanta
gradi, diverse espressioni artistiche:
la politica culturale
adottata dalla direttrice Danièle
Rousselier (nella foto) si
colloca, perfettamente, nel progetto
«Porte aperte», realizzato
dagli istituti stranieri a Napoli.
«Non vogliamo definirci, in modo
unilaterale, come scuola di
lingua, ma piuttosto come centro
di incontro e di dibattito.
Puntare sull'arte è la strategia
giusta per rivalutare una città
contraddittoria, che sta attraversando
un momento sociale
difficile: noi del Grenoble siamo
forse avvantaggiati, perché
abbiamo radici molto profonde
nel territorio», dice Danièle
Rousselier.
Ed, infatti, l'istituto di francese
ha una lunga ed autorevole storia:
fondato nel 1919, all'indomani
della prima guerra mondiale,
dall'Università di Grenoble,
si sviluppò come una parallela
e distaccata sede accademica.
Negli anni Trenta, l'Institut
Français de Naples venne
spostato dal centro storico a via
Crispi: da allora sino ad oggi, in
questo splendido palazzo, generazioni
di alunni salgono
2000 le firme raccolte. E una
nuova sfida: la sosta gratuita
uno scalone bianco e luminoso
per studiare la lingua e la cultura
di Molière e Baudelaire, di
Verlaine e Prévert. Un grande
spazio (cinematografico e teatrale)
offre accoglienti pareti e
comode poltrone per conferenze,
proiezioni, dibattiti,
mentre le aule destinate alle lezioni
si affacciano su riposanti
e silenziosi angoli di verde.
Scommettendo sul prestigio
del proprio ruolo culturale ed
istituzionale, il Grenoble non si
ferma mai e propone una carrellata
di appuntamenti colorati
ed intriganti sin dai primi
giorni del 2007: si ricomincia,
MOVIMENTO PARCHEGGI A CHIAIA DEGRADO URBANO
Il Movimento Parcheggi a Chiaia
coglie al volo l'assist offerto dalla
recente sentenza della Corte di Cassazione
sul tema sosta. La disposizione
annulla le multe comminate agli
automobilisti che hanno parcheggiato,
senza pagare, sulle strisce blu,
motivando la decisione con la mancanza
di aree di sosta gratuita (strisce
bianche) nei dintorni. Passa,
dunque, il principio della presenza
obbligatoria in centro di zone di
sosta gratuite, peraltro ribadito dal
codice della strada. Sicchè, accanto
alla nostra priorità numero uno
(parcheggi sotterranei a Chiaia),
affianchiamo anche l'obiettivo di
rivendicare per il quartiere un'adeguata
quota di strisce bianche. Ci
sintonizziamo così sul governo della
Municipalità 1, subito schieratosi lo
scorso 9 gennaio. Secondo la presidenza
di quartiere, da anni il Comune
non istituisce aree di sosta gratuita
in rapporto a quelle a pagamento».
E l'assessore municipale alla
Mobilità, Alfonso Brancaccio, insieme
al presidente della Commissione
Mobilità Mario Mele, ha già elaborato
un progetto in merito che sarà
sottoposto all’amministrazione
comunale chiamata a farsi carico del
problema e a fornire risposte secondo
i dettami di legge.
Per capire quanto sia elevata l’emergenza
basti pensare che solo a Chiaia
le richieste di sosta da parte dei
residenti sono 11mila, mentre vi
sono soltanto 5500 stalli in strisce
blu.
Intanto Chiaia Magazine raccoglie
consensi e riscontri dei lettori sull’inchiesta
dedicata ai progetti messi
in campo dalle professionalità napoletane
per realizzare parcheggi
interrati nel territorio di Chiaia. In
questo senso il mensile ribadisce la
massima ospitalità ad ospitare nuove
idee e nuovi contributi.
Per la fine di febbraio, poi, sarà
consegnata all'assessore al traffico
Gennaro Mola una petizione per i
parcheggi interrati in zona (per ora
quasi 2000 le firme).
dopo le vacanze natalizie, il 17
gennaio con un dibattito sulla
galanteria italiana e francese,
interpretata alla luce di film,
libri, fotografie. Da non perdere,
il 29 gennaio ed il 26 febbraio,
i concerti dell' “Appalachian
Ensemble”, con la direzione
di Aldo De Vero: in programma
prima Bridge, Mozart,
Bernstein, Copland, poi Crumb
e Carter.
Riflettori puntati, per questo
nuovo anno, sui grandi fotografi
d'oltralpe: “Les origènes”
surreali ritratte da Claude-
Charles Mollard si potranno intrecciare
con le immagini di
Napoli immortalate dall'obiettivo
di Martine Voyeux. Dall'arte
alla letteratura, dalla letteratura
all'arte, dalla sociologia
all'economia, dall'economia alla
sociologia: la presenza, il 12
febbraio, dello scrittore Marc
Lazar costituirà un'altra, atipica
prospettiva sulle distonie dei
nostri tempi. «Analizzando le
iscrizioni, anno dopo anno,
possiamo dire di avere sempre
bilanci positivi», dice Danièle
Rousselier. «Il segreto del successo?
Qui si parla di Napoli e
di Parigi, dell'Albania e della
Tunisia, dei quartieri spagnoli
e delle banlieues: diverse culture,
diverse lingue, ma con
anime e sensibilità affini».
2. Continua
Sei livelli per imparare
il francese, sei gradini
che testimoniano la
progressione da una
conoscenza base della
lingua ad una sua
padronanza completa:
si parte, con lezioni di
carattere intensivo o
generale, dall’A1 per
arrivare al C2. Tra i
corsi, incentrati su
moduli semestrali, la
possibilità di sostenere
esami riconosciuti dal
Consiglio d’Europa:
sono il DELF ed il DALF,
diplomi che accertano il
grado di comprensione
ed espressione, orale e
scritta, di ciascun candidato.
Nessun limite
d’età è fissato per chi
voglia studiare il francese:
per i bambini e per
gli adulti, il Grenoble
prospetta una gamma
variegata di corsi, basati
sulla moderna ed aggiornata
metodologia
didattica del Français
Langue Etrangère.
Via Chiatamone, quel pannello
degli orrori da smantellare
Continua a Chiaia la battaglia contro
i cartelloni pubblicitari fatiscenti.
Dopo la rimozione del pannello degli orrori
alle Rampe Brancaccio, la nuova sfida
della Municipalità 1 è ripulire via
Chiatamone (nella foto). Tra i più attivi e
ostinati contro la cartellonistica degradata
c’è Diego D’Alessio (Napoli 10), presidente
della Commissione Attività Produttive.
«Dopo la rimozione dell’enorme
e indegno pannello delle Rampe Brancaccio
- dice D’Alessio - ho già segnalato
al presidente Chiosi gli inguardabili cartelloni
che campeggiano, ormai da
troppo tempo, a via Chiatamone». Ma
qual è l’iter per smantellare la tabellonistica
indecorosa? «Il presidente della
Municipalità gira la segnalazione al servizio
della Polizia Amministrativa - spie-
CORSI
ED ESAMI
ga D’Alessio - che, a sua volta, la passa
alla Elpis, la società che gestisce le attività
del settore pubblicità e delle pubbliche
affissioni nel Comune di Napoli.
A questo punto scatta la verifica della Elpis
che, se lo ritiene opportuno, chiama
in causa la squadra rimozione. Ovviamente
ogni azione di smantellamento
deve essere comunicata ai vigili urbani.
Purtroppo può capitare che la segnalazione
rimanga ferma alla Polizia Amministrativa.
In questo caso due sono le
strade: aspettare, rischiando che la pratica
finisca nel dimenticatoio oppure
attivarsi e chiamare in causa direttamente
la Elpis». Quest’ultima strada è
quella che ho seguito per velocizzare la
procedura di rimozione del pannello
delle Rampe Brancaccio».

L’INTERVISTA CHIAIA MAGAZINE 9
Scalera: «Il mio omaggio a Moscati»
L’INIZIATIVA. Il presidente dei medici napoletani presenta il numero speciale
del bollettino dell’Ordine dedicato alla figura del santo. In arrivo il film su Rai 1
Medico e anche santo: irripetibile
e miracolosa
la doppia dimensione di
Giuseppe Moscati. Natali beneventani,
napoletano d’adozione,
il medico santo è
una straordinaria bandiera
per la classe medica partenopea
di cui è punto di riferimento
professionale, etico
e spirituale: sono, ad esempio,
migliaia i medici, napoletani
e non, e i pellegrini
che, in occasione delle ricorrenze
in onore di Moscati,
affollano la Chiesa del Gesù
Nuovo che custodisce le
spoglie del santo.
Un concreto gesto di devozione
per la figura del professore
che coniugò fede e
scienza, fino a diventare il
santo di tutti, ha voluto allora
firmarlo Giuseppe Scalera
(nella foto), presidente
dell’Ordine dei Medici di Napoli
e Provincia, animatore a
dicembre di uno speciale dedicato
a Moscati sul bollettino
dell’Ordine dei Medici
partenopei. L’iniziativa monografica,
collegata ai festeggiamenti
dedicati a Moscati,
ha rappresentato, nelle
intenzioni del presidente
dei medici, «un regalo dell’Ordine
ai suoi iscritti».
«Un piccolo evento, nato da
un atto d’amore», si illumina
Scalera. Vita, professione,
rapporti, commenti: il ritratto
del Santo, articolato a
‘
L’anteprima del tv-movie sulla vita di Moscati
sarà proiettata nell’auditorium della sede
dell’Ordine dei Medici in piazza Torretta.
360 gradi, si snoda in una
trentina di pagine, alimentato
da uno scrupoloso lavoro
documentale. Insomma
un piccolo saggio, nato tra
stanze e corridoi della sede
dell’Ordine in piazza Torretta,
nel cuore di Chiaia,
nel quale ad esempio spicca
la storia importante del rapporto
tra Giuseppe Moscati
ed Enrico Caruso: «Il bollettino
- spiega Scalera - è riuscito
a recuperare la significativa
vicenda umana che
vide il medico diagnostica-
re per primo la fatale malattia
del grande tenore».
Uno slancio riconoscente
quello dell’Ordine nei confronti
di Giuseppe Moscati
che, tuttavia, non si esaurisce
tra le pagine della pubblicazione
professionale.
Scalera, scortato dal consenso
e dalla collaborazione
dei colleghi e degli iscritti, si
è adoperato anche su altri
versanti per un giusto tributo
al medico santo, soprattutto
in previsione delle
imminenti celebrazioni per
l’ottantesimo anniversario
della morte di Moscati (12
aprile): ai responsabili Rai,
qualche tempo fa, il presidente
ha efficacemente rappresentato
l’attenzione dei
medici napoletani verso l’eccezionale
figura del medico
canonizzato nel 1987.
Immediata la sintonia di intenti,
il risultato è, adesso,
un tv-movie in 2 puntate,
prodotto da Raiuno, sulla vita
del medico: la fiction,
scritta e diretta da Giacomo
Campiotti (il giovane regista
già autore di film come:
«Mai più come prima e «Come
due coccodrilli»), è interpretata
da Beppe Fiorello
e Antonella Stefanucci.
Le riprese, concluse a dicembre,
sono state effettuate
a Cosenza (dove è stata ricostruita
una ottocentesca
via Cisterna dell’Olio con la
dimora di Moscati) e a Napoli
(via Tribunali, il Gesù
Nuovo, Villa Pignatelli etc.).
Nel montare, inoltre, il telaio
storico e umano della
narrazione si è rivelato prezioso
il patrimonio di foto
d’epoca, messo a disposizione
dai medici partenopei. Il
film andrà in onda tra breve
sulla rete ammiraglia della
Rai: e «l’ anteprima - anticipa
Scalera - sarà proiettata
nell’auditorium della sede
dell’Ordine in piazza Torretta».
QUANDO IL SANTO SCOPRÌ
LA MALATTIA DI CARUSO
Ricco e da collezione il numero
speciale del bollettino dell’Ordine
dei Medici di Napoli e Provincia
(vedi copertina), tutto incentrato
sulla vita e le opere di Giuseppe
Moscati. Gli autori della pubblicazione,
con un notevole lavoro
d’archivio, hanno recuperato
testimonianze ed episodi inediti o
dimenticati sul medico santo.
Critico ed appassionato, ad esempio,
l’intervento di Moscati nel
dibattito sul piano regolatore di
Napoli del 1919. Suggestiva la
narrazione del suo rapporto con il
luminare Antonio Cardarelli.
Ampio spazio, infine, è dedicato
alla vicenda umana e professionale
che vide incrociarsi le parabole
di vita del medico con il tenore
Enrico Caruso. Moscati gli diagnosticò
esattamente il tumore, ma
ormai era troppo tardi.

DIARIO DELLA MUNICIPALITÀ 1 CHIAIA MAGAZINE 10
Chiosi-opposizione, contesa sui rom
IL CASO. Nomadi a Chiaia: il presidente li sgombera perché molesti e senza regole
Il centrosinistra insorge: «Sono poveri disperati, atto di forza controproducente»
Rom a Chiaia. Sono loro, i nomadi
sparsi per il quartiere,
l’oggetto della contesa che sta divampando
nella Municipalità 1.
Un conflitto a colpi di comunicati,
interrogazioni e scontri in
aula, con due contendenti: il
centrodestra, che amministra il
quartiere, e il centrosinistra all'opposizione.
Ad innescare lo
scontro politico l'azione di sgombero,
condotta a dicembre contro
un gruppo di rumeni insediatisi
in una grotta del Monte
Movida nella zona di via Belledonne (e
dintorni) e in quella dell'Ascensione. Riecco
il caos. Con le feste, se ne sono andati
via anche i dispositivi di traffico e di controllo
che avevano assicurato un buon
compromesso tra esigenze dei residenti
da una parte e dei frequentatori ed esercenti
del by night dall'altra. Così il malumore
degli abitanti è arrivato al presidente
Chiosi e all'assessore municipale al
Divertimento Notturno, Alfonso Brancaccio.
Ecco le loro soluzioni: proposta di
vietare alle auto i vicoli tra via Fiorelli e
piazza dei Martiri e la zona dell'Ascensione
dal giovedì alla domenica, fino alle
4 del mattino; richiesta di presidii contro
sosta selvaggia e per l'ordine pubblico nel-
Echia: iniziativa voluta dal presidente
Fabio Chiosi e concretizzata
dalle forze dell'ordine. Attacca
Chiosi: «Queste persone,
spesso ubriache o violente, non
possono appropriarsi degli spazi
pubblici per viverci. A Monte
Echia c'erano anche minori utilizzati
per raccogliere elemosine.
Tra i rom anche un ricercato
che è stato arrestato. Si è proceduto
ad analoghe operazioni a
via Fedro e largo Sermoneta».
Dissenso frontale del centrosi-
CAOS MOVIDA
Operazione «notte tranquilla»
MUNICIPALITÀ ON LINE
Comune di Napoli on line. Sul sito
ufficiale del municipio partenopeo
(www.comune.napoli.it ) è stata
inaugurata una sezione che è dedicata
alle 10 Municipalità cittadine. E
così ogni Municipalità sta provvedendo
a riempire il proprio spazio con
una scheda in cui siano indicati tutti
i dati più importanti (ubicazione del
governo di quartiere, nominativi del
presidente, del suo vice e degli assessori
di quartiere, il nome del dirigente
amministrativo, e tutti i relativi
recapiti telefonici e di posta elettronica).
Finora, però, l'unica Municipalità
ad aver portato a termine il compito,
battendo sul tempo tutte le altre, è
quella di Chiaia-Posillipo-San Ferdinando
che già da adesso mette il
nuovo servizio a disposizione dei suoi
cittadini. Istruzioni per l'uso: una
volta raggiunto il sito del Comune di
Napoli (vedi sopra), per accedere alla
scheda della Mun. 1 occorre cliccare
su «Il Comune», poi su «Le Municipalità»,
infine su «Chiaia-Posillipo-San
Ferdinando». Il lavoro è stato condotto
egregiamente dal dirigente amministrativo
della Municipalità 1, Angelo
Sacco (nella foto con Chiosi)
nistra, e replica aspra del consigliere
Francesco Esposito (Verdi):
«Il metodo repressivo di Chiosi
offre solo soluzioni di facciata
e si limita a spostare il problema
da un punto all'altro della città.
I nomadi non possono certo sparire:
occorre invece monitorarli,
studiare ogni caso e offrire soluzioni
abitative alternative. Monte
Echia, piuttosto, è una piazza
di spaccio in una zona alla deriva.
Perché Chiosi, invece di perseguitare
i disperati, non si oc-
le aree suddette;
decollo
di «Chiaia notes»,
progetto
di aggregazionegiovanile
ideato da
Brancaccio
per collegare
tra loro i club
della zona;
proposta di
creazione di
uno sportello unico a disposizione dei locali
della movida per agevolazioni amministrative;
vigilanza stretta su sovraffollamento
e irregolarità.
BREVISSIME
TACCUINO ASSEMBLEARE
A dicembre il Consiglio della Municipalità 1 si è riunito 3 volte. Seduta
del 5.12: approvati un ordine del giorno contro chiusura Commissariato
Posillipo e una delibera per regolamento sulle pari opportunità
( 7 assenti: 3 di magg. e e 4 di opp.). Seduta del 7.12: approvati
un ordine del giorno su recupero di piazza Di Giacomo e una delibera
su recupero di vico Santo Spirito di Palazzo (6 assenti: 3 di
magg. e 3 di opp.). Seduta del 12.12: discussione su sito della Gaiola e
incontro col responsabile Asìa (8 assenti: 5 di magg. e 3 di opp.).
COMMISSIONE MANUTENZIONE: L’AGENDA
I lavori di gennaio della Commissione Manutenzione della Mun. 1 (presidente
Francesco de Giovanni). Si è già discusso dei problemi di vico
S. Maria Apparente e di salita S. Carlo alle Mortelle. Ed è stato inviato
il Servizio Fognature per intervenire su caditoie ostruite nel
quartiere. In agenda: il 17 si discute dei problemi dell'illuminazione
publica., il 24 della riqualificazione di via Bausan con invio del Serv.
Arredo Urbano, il 26 si verifica l'installazione dei dissuasori di sosta
in vico Vasto e via Vettriera, il 31 si vagliano le richieste d'intervento
giunte dai cittadini.
GALLERIA UMBERTO, CHIUSO SPORTELLO PER DISABILI
Galleria Umberto I: chiuso lo sportello per i portatori di handicap. Avvertito,
si è attivato il presidente Chiosi: «Ho subito reclamato preso
la direzione delle Poste Italiane, chiedendo la riapertura immediata.
Se il problema non sarà risolto, mi rivolgerò ad altre sedi»
RIQUALIFICAZIONE STRADE, CANTIERI AL PALO
Capitolo interventi di riqualificazione urbana delle strade di Chiaia.
Resta, per adesso, ancora sulla carta la sbandierata agenda dei lavori
di manutenzione. Un mese fa erano stati annunciati interventi, già
appaltati e finanziati, nei tre punti di piazza Amedeo, via Carducci
e via Martucci: apertura progressiva dei cantieri subito dopo Natale,
s'era detto. A gennaio ormai inoltrato la situazione è al palo.
Un secondo blocco di interventi, già muniti di copertura finanziaria
ma non ancora appaltati, è previsto entro il 2007 in via Filangieri,
via dei Mille, via Colonna, via Bausan, vico Vasto a Chiaia, largo Vasto
a Chiaia, via Nisco, salita Ventriera e via Torelli. Su questo versante
non ci sono ancora notizie circa l'assegnazione degli appalti.
Intanto giace ancora in prefettura per i controlli di rito l’appalto relativo
all’atteso restyling della zona di Santa Caterina da Siena.
Sull'intero pacchetto di opere il governo della Municipalità 1 è chiamato
a vigilare severamente.
cupa di problemi seri come sicurezza
e riqualificazione della
Municipalità?». La sinistra, inoltre,
censura Chiosi per il suo atteggiamento
personalistico. Di
sicuro spazi idonei all'accoglienza
non ne esistono. Lo dice
Chiosi, girando l'emergenza al
Comune. Lo dice anche la sinistra
che aggiunge: «Noi su questo
almeno ci stiamo lavorando, insieme
con l'Opera Nomadi e la
Provincia di Napoli». La questione
resta aperta.
ALLARME CROLLI
Controlli a tappeto sulle scuole
Dopo l'allarme suscitato dal crollo del cornicione della scuola De Amicis in via Santa
Teresa a Chiaia, dove si è sfiorata la tragedia, il presidente Chiosi, il vicepresidente
Maurizio Tesorone e il presidente della Commissione Scuola Alberto Pierantoni
riportano l'attenzione sul fatto che i lavori pubblici di recupero e messa
in sicurezza effettuati sul territorio sono condotti in economia ed eseguiti male:
ciò in conseguenza degli eccessivi ribassi d'asta che caratterizzano gli affidamenti.
Sul piano operativo, inoltre, i 3 amministratori della Mun. 1 hanno chiesto al
Servizio Tecnico Municipale e ai Vigili del Fuoco di procedere ad un monitoraggio
di tutte le scuole del quartiere ed hanno, poi, sollecitato l'assessore comunale alla
Pubblica Istruzione/Edilizia Scolastica, Giuseppe Gambale, ad indagare sulle opere
di messa insicurezza già portate a termine sugli edifici scolastici del territorio.
LA «SCOPERTA» DI MARCO ROSSI-DORIA
Noi lo scriviamo da tempo, il maestro di strada ci torna sopra. E tuona su
Repubblica (9 genn.): i poteri delle Municipalità sono «minimi»; non ci sono
risorse economiche; i presidenti «non hanno potere reale»; i consiglieri
fanno troppe riunioni e costano caro; la gente è esclusa dalle decisioni.

LAURA COCOZZA
era un tempo in cui l'intel-
C’ lighenzia italiana trascorreva
ore a ragionare seduta ai tavolini
di un bar. La voluttà di un
caffè, di un thè, di un pasticcino,
di un sorso di liquore o di birra
faceva da soave preludio alle
chiacchiere, ai sussurri, ai silenzi,
agli sguardi insistenti e alle
occhiate distratte, ai conciliaboli,
alle poesie e ai progetti. A volte,
persino ai complotti. Ozio
creativo e noia epicurea convivevano
senza intralciarsi in quei
luoghi che simbolicamente, tra
l’ ‘800 e il ‘900, vennero battezzati
«Caffè letterari», perchè legati
a scrittori, poeti e artisti che
in essi si riunivano, lasciando
tracce del loro passaggio.
Questi luoghi oggi, nel Belpaese,
sono come gli highlanders: ne sopravvivono
pochissimi, forse ne
resterà solo uno. E chissà che
«l'ultimo immortale» non sarà
proprio il Gran Caffè Gambrinus
di Napoli, gioiello incastonato
a Chiaia, meta obbligata di
turisti e presidenti della Repubblica.
Nato dal fervore creativo e
dalle cospicue risorse di don Mariano
Vacca (singolare personaggio
a metà strada tra imprenditore
e mecenate) con la
dichiarata intenzione di raccogliere
nelle proprie sale gli intellettuali
cittadini e meridionali,
il Gran Caffè Gambrinus
viene inaugurato il 3 novembre
del 1890. Il nome del locale concilia
al proprio interno il caffè,
nera bevanda mediterranea, e la
birra, bionda bibita nordica inventata,
secondo la tradizione,
da un leggendario re germanico
di nome Gambrinus. Nelle sue
sale, realizzate da circa 40 tra
scultori e pittori, si affollano artisti
e poeti come Di Giacomo,
Dalbono, Gemito, Murolo, Bovio
e D'Annunzio, politici come Crispi,
Labriola e Miraglia e nobili
come i Filangieri, i Salazar, i Sirignano,
i Caracciolo, i Pignatelli.
Oggi il profumo dei caffè e dei
dolci lambisce ancora le opere a
parete di Volpe, Irolli, Pratella,
Casciaro, Caprile e Postiglione,
invitando il passante a fermarsi
e a godere, soprattutto nell'ora
pomeridiana, di quell'atmosfera
quasi rarefatta. Magari in compagnia
di un buon libro. Complice,
da qualche mese, l'apertura
poco distante, sotto i portici
di Piazza del Plebiscito, della
libreria Treves.
E se il Gambrinus coltiva fieramente
la tradizione, altrove a
Chiaia si fanno strada indirizzi
di nuova generazione. La filosofia
è la stessa ma la forma è quella
del «book bar»: un mix tra luogo
di intrattenimento alla moda,
caffè e salotto di casa. Ci si ritrova
per incontrare gli amici o
per spulciare un libro, per ascoltare
uno scrittore o semplice-
chiaiamagazine
SAPERVIVERE
SOCIETÀ • COSTUME • RELAX • MOVIDA • EVENTI • CURIOSITÀ
Libri, musica e drink: arriva il book bar
LA TENDENZA. Dal Nàis al nuovissimo Penguin, i caffè letterari tornano di moda
Piacevoli, tecnologici e con librerie a vista: cinema e poesia tra i generi più amati
mente buona musica, davanti
ad un drink, ad un pranzo o una
cena veloce. È l'ultima tendenza
in tema di locali: da Milano a Roma
a Palermo, ha attecchito un
po' ovunque, in Italia, ma ha come
antesignano il «The Library
Cafè» di New York, situato tra la
Sessantaduesima e la Seconda.
Il bar dei libri di Piazza dei Martiri
è, invece, quello situato all’interno
della libreria Feltrinelli,
affidato in gestione ad Augustus,
e diventato un luogo di
A sinistra: la copertina del libro «Le ore» consigliato da Diego Nuzzo («Penguin
Cafè»). Sopra: interno del «Nàis», il book bar di via Ferrigni.
ritrovo non solo per bibliofili. All'ora
di pranzo è molto frequentato
dai professionisti che lavorano
in zona e che approfittano
della pausa per godersi un momento
di relax sfogliando una
rivista davanti ad un panino, un
rustico e una macedonia di frutta,
lontano dai rumori della strada.
Molto gettonato, oltre al caffè,
anche il tè pomeridiano con
i pasticcini. La lettura più adeguata
in questi casi? Luigi Morra,
dirigente di area La Feltri-
nelli, non ha dubbi: un buon libro
di poesie. «Penso a “La voce
a te dovuta di Pedro Salinas - dice
Morra - oppure a “La verità vi
prego sull'amore” di W.H. Auden.
O, altrimenti, un bel libro
sulla Patagonia di Bruce Chatwin,
per viaggiare con la fantasia».
Poco distante dalla piazza, in via
Ferrigni, libri, bar e punti di consultazione
on line situati ad ogni
tavolo: è il Nàis, un nome giocato
sulla pronunzia dell'inglese
nice (carino). E che si traduce, nei
fatti, in nice moment, nice music,
nice gallery. Aperto dalle 11
del mattino a poco dopo mezzanotte,
il bar «carino» offre un
ambiente accogliente come un
vero salotto e le possibilità di incontro
di un locale trendy. La
mattina e il pomeriggio funziona
come light bar, dove sorseggiare
il proprio caffè controllando
magari la posta elettronica
dal proprio portatile o scegliendo
uno dei libri sugli scaffali.
Il gestore, Pietro De Matteo,
consiglia tra gli altri, «L'anno che
doveva cambiare l'Italia» di Claudio
Velardi, oppure «D'onde radio»
di Raffaele D'Avanzo. La sera
il locale si trasforma in vero e
proprio luogo di intrattenimento,
con le degustazioni di rum e
i cocktail preparati dalle mani
esperte del barman Marco e le
presentazioni di cd di etichette
indipendenti e di pittori napoletani
emergenti, le cui opere restano
poi in esposizione per uno
o due mesi, come in una galleria
d'arte. L'ultimo happening di
gennaio ha avuto per tema il calendario
2007 «365 nàis moment»,
realizzato da Toni di Pace,
in cui 12 ragazze e ragazzi,
abituali frequentatori del locale,
hanno posato per il calendario,
vestiti dallo stilista Alessio
Visone.
Ultimo in ordine di tempo tra i
book bar è il Penguin Cafè di via
Santa Lucia, aperto dal martedì
al sabato dalle 12 alle 15 e dalle
19 alle 24 e il lunedì solo a pranzo.
Qui la lettura è tematica, poichè
la libreria è tutta dedicata al
cinema, e si accoppia soprattutto
al vino e a degustazioni di affettati,
formaggi, piatti freddi e
torte della nonna.
Gli accostamenti più indicati secondo
Diego Nuzzo, proprietario
del moderno wine bar assieme
a Stefano Rapillo ed Elio
Pandolfi, potrebbero essere la
nuova biografia di Cary Grant
edita da Marsilio da leggere sorseggiando
un Sauvignon Doc St.
Magdalena freddo, e certamente
«Le Ore» di Michael Cunningham,
vincitore nel 1999 del premio
Pulitzer, dal quale è stato
tratto il film «The Hours» che ha
portato un Oscar a Nicole Kidman.
Da leggere bevendo un calice
di Ripassa Della Valpolicella
Zenato.
Per i nottambuli e gli amanti del
jazz, infine, c’è il Chiatamoon
book and jazz cafè di via Chiatamone,
una libreria notturna
con oltre trecento titoli disponibili.
Anche qui si beve, si chiacchiera,
si legge, ci si connette ad
internet. Divani bassi, pouf e tavolini,
la grande libreria di legno,
citazioni leggendarie dietro
il bancone e, all’ingresso, un
vespino da collezione. Un post
serata avvincente tra musica,
cultura e drink.

ARTE&AFFARI CHIAIA MAGAZINE 12
OSCAR MEDINA
Il rischio, il denaro, la fama, a
volte il cinismo: tra le luci di
molte ribalte e le ombre di
qualche illusione, tra talenti
veri o prefabbricati, si aggirano
i missionari dell’estro
contemporaneo. Lo fanno per
fede, o per business, o per
entrambe le cose. Costruendo
carriere: le proprie e quelle
degli artisti che amano. E a
Napoli non fanno eccezione: in
città i galleristi che governano
l’arte, ma anche gli enfant
prodige del mestiere, si concentrano
a Chiaia. Guru e
matricole promettenti che
fanno tendenza e hanno molto
da dire.
ALFONSO ARTIACO
A Napoli è tra i senatori dell’arte contemporanea:
la sua galleria in piazza
dei Martiri 58 è crocevia di rigore
per le griffes nazionali e internazionali
dell’avanguardia artistica. Con
la creatività moderna Alfonso Artiaco
da 20 anni ha stretto un patto di
ferro: il suo primo spazio lo inaugurò
a Pozzuoli nell’’86 e da poco ha festeggiato
il ventennale dell’attività.
1. Nel mio caso escludo un ruolo da
pierre. Se poi per talent scout si intende
uno che cerca la qualità dell’arte
per offrirla a persone che nutrono
la stessa passione, allora sono un talent
scout.
2. Artisti: personaggi difficili per de-
ALFONSO
1
finizione. Sono ipersensibili: occorre
saper aspettare i loro tempi.
3. Fu un fatto divertente, ma anche inquietante.
Anni fa, nella mia galleria
di Pozzuoli, stavamo allestendo la mostra
di un autore tedesco che lavorava
con grossi blocchi di pietra: ci capitò
di notte di dover scaricare da un camion
3 tonnellate di opere.
Un gruppo di balordi iniziò a ostacolarci:
infatti erano convinti che stessimo
rubando gli scogli di corso Napoli.
Per risolvere la situazione ci vollero
ore e l’intervento dei carabinieri.
Compro solo ed esclusivamente opere che mi piacciono.
Vendo molto e vendo bene, faccio tanti soldi.
Ma non acquisto mai pensando a un guadagno futuro.
I più grandi artisti del dopoguerra sono Andy Warhol,
Jackson Pollock e, probabilmente, Damien Hirst.
Charles Saatchi
Il Club dei
GAL
LER
ISTI
4. Gli italiani, i napoletani in particolare,
sono sottostimati e gli anglosassoni
invece sono esaltati.
MIMMO
MIMMO SCOGNAMIGLIO
Nel mestiere s’è fatto le ossa alla corte
di Lucio Amelio, compianto principe
dei galleristi partenopei. Reputazione
di professionista pragmatico
e tenace, Mimmo Scognamiglio,
44 anni, è attivo a Chiaia dal ‘99, con
l’omonima galleria di arte contemporanea
in via Mariano D’Ayala 6.
1. Il gallerista è
più pierre o più
talent scout?
2. Come gestisce
gli artisti?
3. La cosa più
strana che le
è capitata nel suo
lavoro?
4. Gli artisti
sopravvalutati
e quelli
sottovalutati:
che ne pensa?
Tra reticenze e confessioni, i manager dell’arte
raccontano il loro rapporto con gli artisti. Li
giudicano ipersensibili, imprevedibili, fragili,
seri e generosi, ma soprattutto indispensabili.
Firme sopravvalutate? L’argomento è tabù.
2
3
1. Saper gestire la comunicazione è
un elemento indispensabile nel mio
lavoro. Ma amministrare idee e talenti
dà soddisfazioni impagabili. Dalla
mia scuderia creativa sono emersi nomi
le cui opere adesso figurano in collezioni
importanti.
2. L’approccio non facile con l’ego degli
artisti lo affronto con pazienza e
spirito di adattamento. In cambio mi
dànno molto: anche grazie a loro questo
è un mestiere unico.
3. Quella del gallerista è una carriera
movimentata. Le dico l’emozione più
6
LA GALLERIA DEI GALLERISTI
1. Laura Trisorio (Studio Trisorio)
2. Umberto Di Marino (Di Marino Contemporary
Art Gallery)
3. Salvatore Pica (Pica Gallery)
4. Mimmo Scognamiglio (Galleria Mimmo
Scognamiglio.
5. Marco Izzolino (Not Gallery)
6. Alfonso Artiaco (Galleria Alfonso Artiaco)
LE OPERE
In questa pagina: in alto a sinistra particolare
di «Atelier futurista» di Bruno Donzelli.
Nella pagina accanto: in alto «Visions» di
Antonio Adamo; al centro la locandina della
mostra «Visioni» allo Smoking Area; in basso
«Tavolozza Jim Dine» di B. Donzelli.
5
4
intensa: veder lavorare e creare dal vivo
all’inizio degli anni ’90 Jannis Kounellis.
Accadde allo studio Amelio:
Kounellis, a poche ore dall’inaugurazione
di una sua mostra, era davvero
in trance creativa. Per me fu una folgorazione.
4. Artisti sottovalutati e sopravvalutati?
Vecchia storia dell’arte mercatoriale.
Direi piuttosto che ci sono artisti
più sponsorizzati e altri meno: ma nomi
non ne faccio. Ad ogni modo gli
italiani in genere non sono «protetti»:
e proprio tra loro cerco i miei talenti.

ARTE&AFFARI CHIAIA MAGAZINE 13
Vorrei segnalare, tra i tanti, Maddalena
Ambrosio, Peppe e Lucio Perone,
Alfonso Cannavacciuolo.
LAURA TRISORIO
Lo Studio Trisorio, Riviera di
Chiaia 215, è certamente una tra le
tappe canoniche del circuito galleristico
napoletano. Le redini le impugnano
saldamente Lucia Trisorio
e sua figlia Laura, 33 anni. E
malgrado la giovane età, Laura Trisorio,
17 anni di carriera alle spalle,
è da considerarsi una veterana.
1. Le pubbliche relazioni e la ricerca di
nuovi talenti hanno lo stesso peso. Senza
dubbio, però, è emozionante valorizzare
i creativi emergenti, condividerne
le passioni, lavorarci in comune
nel segno della qualità.
2. Occorre delicatezza perché spesso
gli artisti sono persone persino fragili.
Ma non è una regola fissa: con alcuni
ci si intende subito.
3. In questo mestiere ogni passo si fa
nell’imprevisto e nello straordinario.
4. E’ una querelle antica. Chi è davvero
bravo, però, alla fine si afferma sempre.
La fama di un autore, ad ogni modo,
dipende dall’intero «sistema arte»:
critici, musei, galleristi, collezionisti,
pubblico etc.
LAURA
MARCO IZZOLINO
Al club dei giovani galleristi di
successo Marco Izzolino, 31 anni,
direttore creativo della Not Gallery
di piazza Trieste e Trento 48,
può iscriversi di diritto. Merito della
tenacia, della gavetta e di un valore
aggiunto che non di rado caratterizza
la nouvelle vague partenopea
dei gestori d’arte: l’alta
specializzazione.
1. L’uno e l’altro. Ma ribadisco che oggi
la marcia in più dei giovani galleristi
è il fattore «specializzazione». Non
solo: siamo ormai creatori di rete tra
gallerie, creativi (nel mio caso giovani)
e utenti dell’arte. Insomma, «facciamo
sistema».
2. Non è una passeggiata. In alcuni casi
l’artista è estremamente concentrato
su sé stesso e per collegarlo col pubblico
occorre lottare.
3. In questo lavoro l’assurdo è di casa.
Ad esempio, capita di restare in galleria
per concludere disperatamente l’allestimento
di una mostra anche la notte
prima dell’evento, magari con i quadri
freschi di pittura.
4. Artisti sopravvalutati e sottovalutati?
Quanti ne conosco. Nel primo caso,
non faccio nomi: sono però riconoscibili
dalle premure spasmodiche con
cui li circondano le istituzioni.
Nel secondo caso, i nomi li faccio perché
meritano: Bianco Valente, Pennacchio
Argentato e Cristian Leperino, ad
esempio.
MARCO
SALVATORE PICA
Per l’arte contemporanea sgomita
da 40 anni: col chiodo fisso di divulgarla
a colpi di mostre. Salvatore
Pica, 68 anni, un po’ ci gioca
con l’immagine del patriarca, un
po’ si infila compiaciuto nel ruolo
di monumento che molti creativi
gli hanno cucito addosso con ago
e filo della simpatia. Forse perché
è un atipico, rigoroso sì ma trasgressivo
ed ironico. Forse perché il
suo covo, Pica Gallery in via Vetriera
16, è in bilico tra pop e boheme
e lui è l’ultimo dei bon vivant.
1. Le pubbliche relazioni sono necessarie:
tanto vale farle al meglio. Cacciatore
di talenti? Certo! Lo faccio da 40
SALVATORE
«Sono nato a Napoli
e vivo a Caserta, a
San Leucio: amo
svegliami e non
sentire il caos della
metropoli, amo il
verde della natura
che favorisce la mia
ispirazione artistica»,
dice il pittore
Bruno Donzelli. «A
cinquant’anni, con
tanti viaggi ed
esperienze diverse
alle spalle, ho scelto
di dedicarmi alla
fotografia: così mi
guardo dentro, così
scopro il mio io.
Lontano dal mondo,
ma sempre insieme
agli altri», aggiunge
l’artista Antonio
Adamo.
Due creativi differenti,
un’unica mostra:
per parlare di «Visioni»,
particolari,
uniche, irripetibili.
L’art café «Smoking
Area», a via Fusaro
n.248, inizia il 2007
alla grande, con un
evento che, sino al 12
febbraio, attirerà
tutti gli appassionati
di pittura e fotografia:
le opere di
Donzelli ed Adamo,
nelle differenze dei
canali espressivi e
dello stile, ci parlano,
con un linguaggio
universale, delle
inquietudini e dei
sogni più profondi
del nostro animo. Tra
l’atelier Warhol ed il
Moma di New York,
tra la faccia colorata
di Picasso e lo sguardo
malinconico di
Edel, «Smoking area»
si lancia in un
viaggio surreale e
fantastico, ai confini
della realtà. Gioia,
leggerezza, irraziona-
Antonio
Adamo
e Bruno
Donzelli:
visioni
e colori
allo
Smoking
Area
lità nei quadri di
Donzelli; provocazione,
simbologia,
allucinazioni nelle
foto di Adamo.
Eppure trapela,
sempre ineliminabile,
la logica illogica
delle visioni, la
strategia, ora
razionale, ora
bizzarra, ora
statica, ora dinamica,
dell’uso dell’immagine.
Donzelli,
classe 1941, da anni
si dedica agli studi
sulla Pop Art, sul
Dadaismo e sul
Futurismo; Adamo,
classe 1957, dopo
molteplici esperienze
nel mondo della
regia, ha scelto, da
poco tempo, di
dedicarsi in modo
esclusivo alla fotografia.
Entrambi gli
artisti, a marzo,
porteranno le loro
personali a Napoli:
Donzelli al Maschio
Angioino, Adamo
alla galleria di
Salvatore Serio a
piazza Carità. Nella
diversità del loro
stile, Adamo e Donzelli
si dicono d’accordo
su un punto
basilare: l’arte è una
sfida costante, che
coinvolge le leggi
profonde dell’intelletto
e del cuore.
«Sfida è esaltare la
cultura del colore e
della spontaneità, in
un mondo che privilegia
la freddezza ed il
lucido calcolo», dice
Donzelli. «Sfida è
parlare del corpo,
delle sue dinamiche,
delle sue regole. Sfida
è sentirsi malinconici
e riflessivi nel letto di
un albergo, in una
road newyorkese, in
una polverosa strada
egiziana», sostiene
Adamo. Sfidare,
provocare, costringere
il pubblico a
prendere parte al
mistero della creatività:
Donzelli ed
Adamo hanno centrato
questo obiettivo
non solo con le loro
idee, ma soprattutto
con le loro visioni.
Antonella Carlo
anni e qualcuno tra i bravi artisti in circolazione
ha debuttato con me.
2. Io per la verità mi diverto: anzi, dell’imprevedibilità
degli artisti mi nutro
addirittura.
3. Gliene racconto una divertente. Una
sera qualunque degli anni’80 nella mia
galleria cominciarono ad affluire decine
di persone per l’inaugurazione di
una collettiva di giovani artisti napoletani.
Solo che non ne sapevo nulla. E
dopo un po’ sono arrivati gli artisti,
confessandomi che la mostra se l’erano
inventata: alla fine abbiamo festeggiato
lo scherzo in allegria.
4. Le discriminazioni sono fisiologiche
al mondo dell’arte e al commercio che
se ne fa.
UMBERTO DI MARINO
Lucida attitudine manageriale, una
traiettoria professionale tracciata con
acume attico e ampie concessioni all’estro
personale, Umberto Di Marino,
46 anni, dirige l’omonima Contemporary
Art Gallery in via Alabardieri
1 dal maggio 2005. Uno abituato
a risposte nette e a volte controcorrente.
1. Per quanto riguarda il pierre, non mi
sento tale. Forse si può dire che noi galleristi
siamo dei talent scout nelle misura
in cui riconosciamo i giovani artisti
e decidiamo di investirci su. In questo
caso, metto a disposizione la mia
esperienza per aiutare chi credo abbia
un futuro nel campo.
2. Il rapporto difficile tra galleristi e artisti
è un falso problema. I creativi sono
persone che lavorano seriamente
per portare avanti i propri progetti.
L’artista volubile è uno stereotipo.
3. In questo lavoro gli imprevisti sono
all’ordine del giorno.
4. In un caso e nell’altro l’elenco è infinito:
sicuramente si sentono di frequente
dei giudizi azzardati. In ogni
caso, decidere chi resta nella storia dell’arte
e chi invece non ne fa parte è percorso
complesso e ci vuole tempo.
UMBERTO
PAOLA
PAOLA GUADAGNINO
Giovani galleristi crescono. E a volte
hanno la stoffa dei campioni: come
il binomio al timone della Galleria
T293 a piazza Amendola 4:
Paola Guadagnino, 30 anni, e Mar-
co Altavilla, anche lui trentenne. In
5 anni di presenza nel panorama
scivoloso del gallerismo napoletano,
i due si sono ritagliati un solido baricentro
professionale. E qualcuno,
dice Paola Guadagnino, si è accorto
di noi persino all’estero.
1. Nel nostro caso più talent scout. Ad
esempio: la T293 ospita creativi stranieri,
noti all’estero, ma sconosciuti in
Italia. E spesso scelgono la nostra galleria
per le loro «prime» italiane: bella
soddisfazione per noi e per la città di
Napoli.
2. La sorpresa più bella è di qualche
giorno fa. Abbiamo infatti saputo di
essere stati scelti da una commissione
internazionale per la prestigiosa rassegna
d’arte contemporanea «ArtBasel»
del 2007, nella sezione «Statement» dedicata
ai giovani galleristi di tutto il
mondo: a «Statement» sono ammesse
solo 20 gallerie giovani dall’intero panorama
internazionale. Ebbene, due
sono napoletane, anzi di Chiaia: la nostra
e la Galleria Fonti.
3. Con pazienza e determinazione, e
non solo con gli artisti, ma con tutti gli
attori del mondo dell’arte.
4. I sopravvalutati? Tanti, ma niente
nomi. I sottovalutati? Meglio dire gli
sconosciuti: e se sono bravi, ci adoperiamo
per fornire loro visibilità.

SOCIETÀ&COSTUME CHIAIA MAGAZINE 14
Valigie pronte, si va al «Trip»
lo pillo
s
LO SPILLO
NOZZE D’ORO PER LA MAISON ISAIA
PARTY ESCLUSIVO AL BLUENOTE
Quest’anno la kermesse Milano
Moda Uomo è stata ancor di più nel
segno del made in Naples. Infatti tra
gli eventi esclusivi della manifestazione
- nel corso della quale sono
state presentate ben 101 collezioni
per l’autunno-inverno 2007/2008: 51
sfilate per 50 brand, 35 presentazioni
per 34 marchi e altre 17 su appuntamento
- c’è stata la grande festa
per celebrare il cinquantesimo
anniversario della prestigiosa maison
napoletana Isaia. Fondata a
Casalnuovo, è nel 1957 che Enrico,
Corrado e Rosario Isaia varano la
loro prima fabbrica-laboratorio.
L’evento si è tenuto al «Bluenote»,
uno dei locali più esclusivi di Milano
e d’Europa, autentico tempio del
jazz, ed è stato tra i più gettonati
dal jet set della moda.
anteprima nazionale era fissata a Bologna,
L’ in occasione del Motor Show. Great Wall
Motor arriva in questi giorni sulle strade
italiane. E certo non passerà inosservato il
nuovo Suv cinese, l'Hover, caratterizzato da
una linea imponente, ma decisamente piacevole,
equilibrata che esprime sicurezza e
robustezza, qualità quest'ultima che in Suv
non deve ovviamente mancare. L'esclusivista
per Napoli e provincia è Regina, che affianca
al prestigioso marchio Alfa Romeo, il simbolo
della grande muraglia anche se in chiave
automobilistica. L'Hover da 4,62 metri, spinto
da un affidabile motore benzina 2.400 Mitsubishi
SOCH 16 valvole da 130 CV, è, tra l'altro,
in vendita ad un prezzo molto competitivo,
ANTONELLA CARLO
Benvenuti a bordo, signore
e signori: si parte da qui,
da via Martucci, e la meta
non è ancora stabilita. Trip,
libreria, concept store e spazio
espositivo per artisti partenopei
(e non solo), occupa
i 700 mq. di un'ex falegnameria:
il presidente Franco
Rendano e la direttrice Katià
Bazzocchi (nella foto in alto) si
dicono «pronti ad accettare
la sfida, aprendo un nuovo
punto d'incontro nella nostra
città». La sfida, d'altro
canto, era già iniziata a piazza
De Nicola con «Lanificio
25», laboratorio di creazione
e sperimentazione: adesso
con Trip, il cerchio si completa,
stabilendo una stretta
connessione tra zone diverse
del centro di Napoli. «Le opere
prodotte al Lanificio - spiegano
Rendano e Bazzocchi -
saranno esposte anche al
Trip ed il pubblico di entrambi
i locali riuscirà a rin-
AUTOMANIA
REGINA LANCIA L’HOVER, LO SCATTANTE SUV CINESE
NEW ENTRY
Da via Martucci
parte la nuova
sfida di Franco
Rendano e Katià
Bazzocchi: una
megastruttura
per viaggiare
con la cultura
tracciare il filo conduttore di
una politica comune: nei nostri
centri si è liberi di discutere,
di intrattenersi con gli
amici, di curiosare tra installazioni,
libri e fotografie.
Si è liberi di viaggiare con la
mente e con la fantasia», Non
a caso, appena si entra nella
nuova struttura, ci si trova
nella sala «Check-in», in cui si
possono lasciare le borse ed
i cappotti. «I segni dei sogni»
di Gianni Lizio accolgono il
pubblico con immagini che
ricordano Mirò; proseguendo
il percorso, nelle stanze
dedicate a Lucio Amelio, Riccardo
Dalisi ed i suoi allievi
ripropongono opere in rame
ed oro. Le sale si incastrano
l'una dentro l'altra e suggeriscono,
forse, l'interazione
profonda ed ineliminabile
tra diverse forme d'arte: pittura,
scultura, fotografia, e
poi cinema, nello spazio
«Oscar». Il ristorante del Trip
si può trasformare in spazioconferenza:
su tutte la pare-
circa 23 mila euro, comprensivo di tutti gli
optional. Un listino strepitoso vista la qualità
dei materiali (la pelle dei sedili è di ottima
fattura), davvero validi, e la stessa meccanica
che non dovrebbe assolutamente procurare
brutte sorprese ai futuri acquirenti. Il lancio
ufficiale in Europa focalizzerà l'attenzione sul
CUV Hover e il Pick up Deer che rappresentano
i due veicoli di punta nel mercato interno
ed estero. Nell'immediato futuro i due veicoli
saranno allestiti anche con la motorizzazione
diesel, mentre immediata sarà invece la
disponibilità della versione «bi-fuel» a benzina
e GPL. Quest’anno verranno poi introdotti
nuovi modelli appartenenti ai segmenti delle
City Car, Passenger Car e MPV.
ti ci sono grandi ganci bianchi
che permettono di legare
nuovi proiettori. All'insegna
del multimediale, ma soprattutto
seguendo le tracce
dell'estemporaneità: il locale
ospita mostre (da non perdere
la personale di Nicolas
Pascarel, fotografo del dopoguerra
tra Cambogia e Vietnam)
e, nello stesso tempo,
offre l'opportunità di incontro
e di dibattito. Tra le iniziative
interessanti c’è anche
quella di un gruppo di giovani
studiosi, filosofi ed antropologi,
che organizza un
cineforum per i soci della
«Carlo Rendano Association»,
mentre un concorso sul viaggio,
consentirà ai vincitori di
esporre le proprie opere.
«Molte sorprese - tengono a
precisare Rendano e Bazzocchi
- devono essere ancora
svelate al pubblico. Siamo
molto soddisfatti del nostro
primo mese di programmazione:
“chi ben comincia, è a
metà dell'opera”».
LA STANZA
DEL DANDY
di GIANCARLO
MARESCA
TONI ROSSI
LEZIONI DI STILE
Toni Rossi gestisce un negozio
che ha la quadratura e l'atmosfera
di un barbiere, luogo
maschile e confidenziale per eccellenza.
Qualche anno fa decide
di creare una gamma di piccoli
oggetti «pop», in quanto sempre
ispirati alle cose comuni, sebbene
trasformati da contaminazioni
ed usi imprevedibili. Nasce
così «Il Travaso delle Idee», nome
ereditato dal nonno di sua moglie,
Cesare Gobbo, grande vignettista
parmigiano che caratterizzò
col suo tratto la rivista
che portava questa stessa testata.
Come molti commercianti del
suo settore, quello dell'abbigliamento,
avverte profondamente
il momento critico della città.
«C'è tanta gente per
bene a Napoli, ma
si sente isolata. Chi
è la gente per bene?
Quella che fa, è contenta
di fare e vorrebbe
fare di più.
L'altra è quella che
sfrutta, non è contenta
di nulla e vorrebbe
fare ancora
meno. Le istituzioni
dovrebbero dare
un esempio, ma
proprio in questo momento in
cui appaiono inadeguate i cittadini
dovrebbero sentirsi più responsabili.
La città appare come
una frontiera, spaccata tra giacche
blu ed indiani. Ed alla frontiera
prevale il più furbo, il più
prepotente, non il più capace».
Questa dovrebbe essere una rubrica
amena, ma si sa che la lingua
batte dove il dente duole.
Penso che comunque possa bastare
e gli chiedo del ruolo del gusto.
«Quando si parla di gusto si
pensa naturalmente al buon gusto,
che è talento nell'armonizzare
le parti tra loro e col tutto.
Il gusto personale è quello che si
chiama stile. Se è un buon gusto
in tutto, anche nei rapporti, si
può parlare di classe. A cosa serve?
Beh, l'abito, il portamento,
l'arredamento, persino la cucina
di casa, ci raccontano mentre noi
stiamo zitti. E anche se parliamo,
loro hanno una voce più alta
che smaschera ogni trucco. La
consapevolezza, la sicurezza e di
conseguenza la propria immagine
migliorano e si trasmettono
con questi linguaggi non verbali.
Coltivarli non è solo una soddisfazione,
ma un'opportunità».

SOCIETÀ&COSTUME CHIAIA MAGAZINE 15
1
Missione compiuta: l’iniziativa
promossa da Chiaia Magazine
del Gran Burraco di beneficenza
di Natale ha sortito l'effetto
sperato. Grazie ai tanti lettori
e amici che hanno partecipato
alla serata, 1300 euro di ricavato
sono stati donati all'associazione
«Carmine Gallo Onlus»,
rappresentata dalla vicepresidente,
Marie France Boccalatte
(nella foto 1 al centro tra Massimiliano
de Francesco, Nino De
Nicola, Lilly Laudiero e Laura Cocozza).
La somma andrà ad aumentare
il fondo speciale della
Onlus, destinato ad aiutare i
bambini del Dipartimento di Oncoematologia
pediatrica dell’Ospedale
Pausilipon. Il fondo, in
particolare, serve a sostenere l’impiego
di risorse umane, attraverso
borse di studio destinate a infermieri
o medici, per rinforzare
2
l’organico, sempre carente. Per il
2007, grazie ad esso, sarà possibile
confermare la presenza di
due medici e aggiungere quella di
una infermiera professionale, che
presteranno la loro opera nei settori
che più necessitano di personale,
e cioè la Banca del sangue
del cordone ombelicale e il
3
Day Hospital a misura di bambino.
Questo aiuto, in particolare è
estremamente importante per
migliorare la qualità del reparto
e permettere un puntuale aggiornamento
scientifico a medici
ed infermieri, obiettivi principali
dell'Associazione Carmine
Gallo. Ma non è tutto. Non di-
4
GALLERY. Silenzio, si gioca: pinelle e sorrisi in campo. 1. Fabiola Morano chiama le
coppie per l’ultimo e decisivo turno di gioco. 2. Intervallo al tavolo verde: riconosciamo
Giuseppe Letizia, Rosa Lombardi e, in fondo, Leila Cimmino 3. Aldo Foggia si congratula
con un’amica che ha vinto un premio. 4. Al centro la bruna Francesca Morano e la bionda
Elena Petrone. 5. La vulcanica e sorridente Angela Doria.
«Gran Burraco», trionfa la solidarietà
L’EVENTO. Con l’iniziativa di Chiaia Magazine raccolti 1300 euro per l’associazione
Carmine Gallo in favore del Pausilipon. Torneo vinto dalla coppia Morano-Improta
1 2 3
mentichiamo che la serata aveva
anche un risvolto ludico. Nei saloni
dell’Associazione «Ritrovare
il tempo», infatti, si sono dati battaglia
i burrachisti della Napoli
bene che, tra un turno e un altro,
hanno potuto non solo definire
strategie, ma soprattutto gustare
il sontuoso buffet offerto dal
Gran Caffè Cimmino e la prelibata
cioccolata «foresta» donata
da Gay Odin.
E come ogni torneo che si rispetti
- rigorosamente supervisionato
da Fabiola Morano e Massimiliano
Tomasetta - anche quello
di Chiaia Magazine ha avuto i
suoi vincitori. I primi classificati
del girone «A» sono stati gli osannati
Franco Morano e Maria Grazia
Improta (foto 2). A loro le coppe
della vittoria, donate dal San
Paolo Banco di Napoli, e due orologi
offerti da Nino De Nicola.
5
Raggiante il signor Morano, soprannominato
ormai dagli amici,
per la sua indiscutibile abilità
con le carte, «il Professore». Seconda
classificata la coppia Frasca
premiata con regali forniti da
Lotto Zero; i terzi classificati, invece,
hanno conquistato i premi
messi a disposizione dalle gioiellerie
Maffei e Barbara Barra. La
coppia Elvira e Pasquale Mandico
(foto 3), prima classificata del
girone «B», ha portato a casa, oltre
alle coppe, anche i regali firmati
ottica d’Abundo e Whim abbigliamento.
Altri premi (offerti
da Junior, Caracciolo, Marino, Capri
People, Merisol, Divina), a fine
serata, sono stati distribuiti ai
fortunati estratti. Evento magico,
tavoli verdi in grande fermento e
soprattutto, quel che più conta,
una bel contributo per i bambini
dell’Ospedale Pausilipon.

SOCIETÀ&COSTUME CHIAIA MAGAZINE 16
ASPETTANDO IL CARNEVALE. Ancora numeri, ancora
combinazioni per sbancare il lotto: il Carnevale si avvicina e
alla tabaccheria di Largo Ferrantina a Chiaia, Alberto Postiglione
studia e medita i terni della vittoria. «Per gennaio e
inizio febbraio - dice Postiglione - consiglio di credere in due
terni: 5 - 6 - 89 e 8 - 31 - 20. Bisogna giocarli almeno per due
estrazioni a settimana, possibilmente il sabato, sia sulla
terni favole
&
SFIZI&NOTE
di MASSIMO LO IACONO
IL DINAMISMO DELLA SBEGLIA
Con i consueti sorrisi e slanci (che la vedono
tuttavia percorrere sempre pacatamente le
strade di Chiaia, vicino piazza dei Martiri soprattutto),
con il consueto impegno luminoso, che mai
mostrerebbe, celandolo, l’ovvio affanno, che impone
l’adempiere bene tante incombenze, Maria
Sbeglia ha presentato la stagione concertistica 2007
della «Fondazione F. M. Napolitano», di cui è direttrice
artistica, con la presidenza del professore
Sergio Sciarelli. Maria Sbeglia è pianista ed organizzatrice
culturale, dinamica mamma e docente in
Conservatorio (Salerno), solerte nell’attività nell’amministrazione
di Anacapri, sua patria d’elezione,
dove pure d’estate cura un piacevole festival ed una
soddisfacente rassegna concertistica.
Tanto dinamismo va tutto a buon fine anche
perché l’affianca il marito solerte e discreto,
ottimo pianista anche lui, Umberto Zamuner, che
insegna più lontano; e condividono ormai l’entusiasmo
fattivo dei genitori anche i figli adolescenti, tra
studi classici e musicali, magari aiutando in momenti
d’emergenza con piccoli incarichi, e si sentono
fieri e un po’ grandi ormai.
I concerti inizieranno il 24 gennaio con uno spettacolo
di Flamenco nella consueta sede del teatro
Sannazaro, proseguiranno tra Hotel Excelsior, Chiesa
Anglicana di via S. Pasquale, con occasionali
puntate al San Pietro a Maiella, e si terranno come
sempre il mercoledì, fino al prossimo dicembre.
Sono appuntamenti di carattere assai vario, amati
dal pubblico che li segue con assiduità da anni. Tra i
tanti appuntamenti ci sarà anche un concerto con
Maria ed Umberto solisti, il 28 marzo.
AURORA CACOPARDO
La vita ed il pensiero di Luigi Incoronato negli 84
racconti, presentati da Francesco d'Episcopo e
Miriam Lombardi in un volume dal titolo L'imprevisto
ed altri racconti (Tullio Pironti Editore, 16,50
euro), sono un viaggio nella memoria e nella cultura
degli anni 1950-1960. I racconti, pure essendo
diversi tra di loro, compendiano quattro momenti
cruciali - come osserva Miriam Lombardi - della
storia del meridione d'Italia: il fascismo, il primo e
il secondo dopoguerra, la cultura d'avanguardia
degli anni '60. Tali racconti hanno in comune un
personaggio che, sebbene trasformato, è riferibile
all'autore. Nato a Montreal in Canada nel 1920, a
ruota di Napoli che su quella di Roma». Ma non finisce qui.
Postiglione, mentre distribuisce «Batti banco» con la pala, ha
segnato su un foglietto un’altra terzina di numeri: 17 - 14 -
80. «Questo terno - aggiunge - è da giocare sempre e solo su
Bari, la ruota dei sogni, e su Venezia, la ruota del Carnevale.
Non dimenticate mai di puntare anche l’ambo nel terno e di
non esagerare troppo con le puntate». Infine, per tutti quelli
che amano giocare gli ambi, Postiglione dà le sue combinazioni:
«Credete nel 6 e 33, e poi, subito dopo nel 67 e 45. Le
ruote migliori per questi ambi sono Roma, Napoli e Milano.
Potete anche unire gli ambi e giocarvi il terno nella quaterna».
Non ci resta che puntare e sperare.
GIANLUCA GALLO
Dall'esperienza di Giorgio Rosolino,
titolare dello storico
ristorante «La Cantinella» e del
«Club della Cantinella», ormai
punti di riferimento per napoletani
e turisti che vogliono gustare
antiche ricette della cucina napoletana
oppure rivivere l'atmosfera
del night club (e non solo),
nasce a pochi passi dal Borgo Marinari,
a via Nazario Sauro 21, un
nuovo ristorante, La Piazzetta (infotel
081.7646195). L'intento è
quello di rivolgersi ad una clientela
sempre più numerosa ed esigente
- precisa Rosolino - con un
prodotto più giovanile e accessibile,
lasciando inalterata la qualità
e l'atmosfera consolidata della
Cantinella».
Alla «Piazzetta», infatti, è possibile
pranzare, cenare oppure consumare
un aperitivo dalle 19 in
poi «gustando» uno dei panorami
più suggestivi del golfo. Il locale
è un indirizzo sicuro per chi
vuole assaggiare un ventaglio di
proposte della cucina tradizionale
napoletana o un'ottima pizza
realizzata ancora alla vecchia maniera.
Le ampie sale del ristorante
riproducono il clima di un piccolo
sobborgo della Napoli antica,
su tre livelli con due piazzette e
una terrazza (vedi foto); l’ambien-
LIBRIDINE
Luigi Incoronato, il poeta dei racconti brevi
dieci anni si trasferisce con la famiglia in Italia,
trascorre l'adolescenza a Palermo e poi a Pisa. Diviene
adulto con la chiamata alle armi nel 1940, combatte
sul fronte greco albanese, ferito, ritorna in
Italia decorato con medaglia di bronzo. Dopo la
tragedia della guerra assiste al boom economico ma
non morale e al miracolo della società di massa.
Come osserva d'Episcopo gli scritti di Luigi Incoronato
rimarcano il ritorno al racconto breve. In essi
l'autore vuole esprimere il mistero della vita in un
momento particolare della storia d'Italia e della
città di Napoli cioè quella degli anni che vanno dal
1954 al 1961. Anni che segnano una nuova fase
culturale e che coincidono con una crisi della politica;
si colgono, inoltre, le passioni contrastanti del
te, quindi, esclusivo e allo stesso
tempo familiare, è ideale per colazioni
di lavoro o per cene a lume
di candela, ed è adatto a un
pubblico giovanile, dinamico, esigente
e raffinato.
Il ricco menu propone tra gli antipasti
il polpo con sedano e patate,
le scamorzine di Agerola alla
piastra con olive nere e prosciutto
cotto, il classico sauté di
frutti di mare o l’intramontabile
frittura all'italiana. Tra i primi:
fusilli avellinesi allo scarpariello,
vermicelli alle vongole, pasta e
patate e i mitici paccheri di Gragnano
con la genovese classica.
Ci sono poi secondi di mare come
Dio creò l’uomo
e poi gli disse:
«Comincia
pure
senza di me».
Renato Rocco
VIAGGIO NEL GUSTO
Alla «Piazzetta» la tradizione è servita
il pesce azzurro alla griglia o all'acqua
pazza con patate, le seppie
con patate e piselli e filetto di spigola,
oppure secondi di carne come
il coniglio alla cacciatora, chateau
briand, fiorentina e chinina,
pollo con pomodorini e cipolline
novelle e l'entrecòte al pepe verde.
Sono a disposizione anche insalate
fantasiose o le freselle napoletane
con prodotti di terra o di
mare. Tra i dessert: dolci e gelati
al carrello e il sublime soufflè.
Infine, ma non di minore importanza,
anzi, la pizza è sicuramente
una delle migliori di Napoli:
morbida, ben lievitata, leggera.
I prezzi partono dai 10 euro
per una pizza e una birra alla spina,
18 per il menu fisso, 25 per un
pranzo completo a terminare con
cifre leggermente più elevate per
i piatti più sofisticati. Una struttura
polivalente, dunque, che si
presta per riunioni e meeting con
una agenda ricca di incontri dediti
a degustazione di vini e prodotti
campani fino al più mondano
aperitivo, una vera e propria
piazza dove intrattenersi in
piacevoli conversazioni e nuovo
luogo d'incontro per il jet set napoletano
«affamato» di novità.
L'invito di Giorgio Rosolino: «Volate
con noi dove il gusto per la
tradizione della buona cucina napoletana,
è rimasto inalterato».
decennio su citato ed i caratteri fondamentalmente
ambigui di coloro che guidano la città. La cultura
che Incoronato esprime non è solo quella di Napoli
ma più in generale della società italiana della quale
egli ha interpretato i gusti segreti e sotterranei, le
pulsioni, traducendole in un sistema di racconti e
di romanzi. Nei racconti di Luigi Incoronato si
avverte la responsabilità dello scrittore che si pone
come attento testimone di una società tesa a soddisfare
solo i propri bisogni ed a sperperare il superfluo
più che ad ascoltare le esigenze e i dolori altrui.
I suoi personaggi evidenziano la caducità della
vita, la sua relatività rispetto al tempo ed alla storia.
La voce dei protagonisti è la voce dell'anima senza
più memoria con ricordi confusi, la realtà si fonde
con il sogno come avviene nella vicenda di Sebastiano
Criscuolo che smarrisce le coordinate del proprio
essere, per diventare la befana e volare sul
Golfo di Napoli a cavallo di una scopa.

RELAX&MOVIDA CHIAIA MAGAZINE 17
«White», l’eleganza al potere
IL RITROVO. Musica, cocktail e fashion: a vico Satriano il locale
di Aruta e soci fa scintille. Tra i punti forti l’esclusività del design
Via Carlo Poerio, un vocio nella
notte annuncia le magie
del White. Bianco: questa è la parola
chiave del locale, nato nel
2002, in vico Satriano 3. Il primo
impatto con uno dei ritrovi più
gettonati di Chiaia è con l'arredamento:
domina ovviamente il
bianco, regna, poi, un design essenziale
ed elegante, trendy ma
non troppo, ideato da uno dei
proprietari Ernesto Aruta con
la complicità dell'architetto
Edoardo Covino e la supervisione
degli altri proprietari e gestori:
Diego Marengo, Paolo
Aruta, Marco Di Lisio e Stefano
Vitucci. Il White piace anche perché
oltre ai giochi architettonici
moderni ha conservato un legame
con il passato testimoniato
dalle vecchie grate in ferro, gli archi
per le finestre, una mangiatoia
del 700 incastonata ad arte
sulla parete di fondo, la pavimentazione
antica filtrata da lastre
di vetro calpestabili che si
1
g llery
a
GALLERY
1. Sorrisi dal White: Paolo ed Ernesto Aruta.
2. Appuntamento fisso per il popolo della notte è
l’edicola dalle ore piccole della Riviera di Chiaia
dove c’è il sorridente Enrico Monetti.
3. Spazio ai movimentatori della movida doc:
Luigi Niespolo, Alessandro Papadia, Francesco
Falco, Massimo Niespolo.
4. Chi o cosa sta guardando Tony de Rinaldis?
5. Belle e sorprendenti: Marita e Viola.
6. Lucilla Sicoli, Nanni Resi, Giuliana Balia.
Le foto di Gallery sono di Tommy Totaro
fondono in un'unità del tutto
nuova. Sei suite privè, con tende
coprenti, danno, poi, una perfetta
insonorizzazione al locale,
formando degli angoli di relax
davvero esclusivi. Notevoli gli
specchi obliqui di forma pentagonale
distribuiti nella struttura
e convincenti le luci in fibra ottica
per il lungo bancone del bar.
L'eleganza del ritrovo è sottolineata
anche la presenza del
«bubble», divano bianco in po-
VIAGGIO NEL «GIARDINO DELLE DELIZIE»
CON RANUCCI E I MUSICISTI DI NAPOLI-EST
Presentato alla Feltrinelli di piazza dei Martiri il cd «Il giardino
delle delizie» di Vito Ranucci & musicisti di Napoli-Est (CNI-
RaiTrade) Ranucci, compositore, arrangiatore e sassofonista
napoletano per realizzare il cd ha raccolto intorno a sé alcuni
tra i più talentuosi artisti di Napoli-Est: Antonio Imparato, Annalisa
Madonna, Gabriele Borrelli, Tony Miele, Davide Costagliola.
Le «delizie», citate nel titolo, sono quelle del dipinto
di Hieronymus Bosch, celebre metafora della fertilità della
natura, come fertile è il carattere musicale delle composizioni.
Il disco, selezionato per la colonna sonora del film di Mario
Monicelli «Le rose del deserto», è nato grazie alla poliedricità
culturale di Ranucci, il quale ha ripreso i dettami della musica
a programma ma secondo una prospettiva assolutamente
inedita. Lo showcase del disco è stato accompagnato dalla
proiezione di fotografie di Giampiero Assumma, anima visiva
del progetto.
2
4
lietilene disegnato da Philippe
Starck e voluto da Ernesto Aruta.
Divertimento assicurato al White
con i movidiani appoggiati al
sinuoso bancone bar, ad assaggiare
le fantasiose alchimie dei
barman. Tanti sono gli artisti e i
personaggi dello spettacolo che
non mancano di fare un salto ai
numerosi happening del locale
come Francesco Paolantoni, Simone
Schettino, Alessandro e
Andrea Cannavale e tanti altri.
5
3
Da segnalare è il passaggio al
White dei maggiori dj del circuito
napoletano, nazionale ed
internazionale: Marco Piccolo,
Marco Corvino, Roberto Biccari,
Enzo Cipolletta, Marco Carola.
Musica, cocktail e fashion:
il White è un locale camaleontico
che, di volta in volta, nel corso
della notte, si trasforma in teatro
di visioni, paradiso bianco e
circo di sorrisi e specchi.
Tommy Totaro
6
IL PERSONAGGIO
ALBERTAZZI:
«ECCO IL MIO
ADRIANO»
Ha una lunga tunica bianca, che
riporta immagini e figure di
storia antica: eppure indossa, al
posto dei coturni, un bel paio di
scarpe da ginnastica. È l'imperatore
Adriano il protagonista
dell'ultimo lavoro di Giorgio
Albertazzi: rileggendo l'opera di
Marguerite Yourcenar nella
riduzione di Jean Launay, ecco
uno sguardo su un passato
misterioso e difficile, tormentato
e labirintico, soltanto apparentemente
lontano. Proprio
quelle scarpe da ginnastica
sanciscono, infatti, un legame
indissolubile tra ieri ed oggi: i
sogni, le meditazioni, le suggestioni
hanno lo stesso ritmo e la
stessa voce di un tempo.
«Adriano è un uomo di sconcertante
attualità» - racconta
Albertazzi - e in questo lavoro c'è
tutto: il rimpianto per un passato
di giovinezza ed amori, il
sogno della libertà, la paura
della fine. Ci sono vittorie e
sconfitte, rimpianti e rancori,
grandi ideali e piccoli momenti
di meschinità: Adriano è un
imperatore, ma è soprattutto un
uomo contraddittorio».
Di nuovo a Napoli, dopo lo
straordinario successo di «Diario
privato», in scena durante la
scorsa stagione al Mercadante,
Albertazzi è profondamente
legato alla nostra città: «Al Sud
si respira un'aria diversa, che
trasmette forza e carnalità dei
sentimenti. Ho recitato al Politeama,
all'Augusteo, al Mercadante
e al Bellini: i miei amici
più cari sono partenopei e
tornare a Napoli è come proiettarsi
nel passato, arricchendo il
presente. Questa città è appassionata
e nella sua straordinaria
peculiarità potrà trovare, se ben
guidata, l'energia per superare
la crisi. Dalla grandezza delle
proprie radici si trae l'alimento
necessario per guardare al
futuro: ce lo insegna l'imperatore
Adriano, con le sue tormentate
memorie. E forse, per rinascere,
bisognerebbe partire da qui,
dalla bellezza dei monumenti,
dei reperti archeologici: il
passato, molto spesso, è più
ricco e civile del presente. Ed ha
ancora molto, molto da dirci».
Antonella Carlo

EVENTI&CURIOSITÀ
OCCHIO DI RIGUARDO
Villa Pignatelli, i paesaggi di Gigante
Figura tra le più luminose ed autentiche
dell''800 Napoletano, quella di Giacinto Gigante:
a lui è dedicata la mostra di Villa Pignatelli
(Riviera di Chiaia 205). Dell'erede partenopeo
di William Turner e Camille Corot sono
proposte circa 150 opere, in prevalenza di-
L’ESPOSIZIONE
Alla Casina Pompeiana
si «viaggia» con 70 artisti
Arrivi e partenze, trip mentali, esperienze on the road,
nostalgia canaglia, congedi, sogni, speranze, trionfi di
ricordi: questo e altro ancora si può trovare nella mostra
«Cagliari/Napoli, diario di bordo» (alla Casina Pompeiana fino
al 19 febbraio 2007), manifestazione
internazionale d’arte itinerante, che ha
come filo conduttore il tema intramontabile
del viaggio. L’evento, oltre a
collezionare una serie di prestigiosi
patrocini, è stato organizzato dall’Associazione
Culturale di Arte Etnica «Fraria»
(Cagliari) e dal Centro Culturale
Arianna (Napoli), associazioni che sono
riuscite a creare un sodalizio artistico,
costruendo un ponte di colori e sensazioni
tra la Campania e la Sardegna. Il
gemellaggio tra l’arte sarda e quella
partenopea è stato possibile grazie
all’impegno e all’estro degli ideatori e
coordinatori del progetto: Antonio
Ledda e Imma Maddaloni, già insieme
in altre due mostre di successo come «Il
Labirinto» e «Dialoghi e culture a confronto».
Tre i critici d’arte impegnati in
questo «diario di bordo»: Angelo Calabrese, Giorgio Auneddu
e Paolo Sirena. Prima di arrivare a Napoli, l’esposizione
itinerante è stata ospitata alla Cittadella dei Musei a Cagliari e
poi, lo scorso dicembre, a Casa Mesina ad Olzai, comune di
Nuoro. Oltre ai due ideatori dell’evento, ecco gli altri artisti
che espongono: Ahmad Alaa Eddin, Francesco Alessio, Giuseppe
Amura, Sabato Angiero, Francesco Argiolu, Giorgio Auneddu,
Sesella Balletto, Giovanni Boccia, Giuseppe Bosich, Jana
Brike, Laura Bruno, Tegi Canfari, Lorenzo Cazzaniga, Alessandra
Columbu, Tino Columbu, Francesca Corradini, Grazia
Sterlocchi, Giorgio Russo, Pietro Costa, Elena Costin, Elisa
Countandin, Anna Crescenzi, Roberto Cuneo, Luisa Delzotto,
Giampaolo Desogus, Giovanni De Stefano, Giovanni De Vincenzo,
Prisco De Vivo, Carlo Fatigoni, Roberto Floris, Carmela
Foddai, Marta Fontana, Antonio Frusciante, Lucia Gangheri,
Giuseppe Gargiulo, Domenico Giglio, Gennaro Ippolito,
Izaaks Toms, Ilze Jaunberga, Angelo Liberati, Matteo Licitra,
Giovanni Mancini, Marcello Manunza, Makoto, Carla Melis,
Meloniski, Nunzio Meo, Nicola Mette, Adriana Montariello,
Aghim Muka, Davide Paderi, Vincenzo Piatto, Francesco
Pintus, M.L. Eurania Pusceddu, Angela Raimondi, Jill Rock,
Antonietta Rotella, Giorgio Saba, Alberto Scalas, Antonello
Serra, Giovanni Serra, Domenico Severino, Giovanni Simbula,
Caterina Tarantino, Sisinnio Usai, Paolo Uttieri, Diego Vargiu,
Carla Veronese, Matteo Volontè.
(Nella foto: particolare de «Il viaggio» di Imma Maddaloni)
ACCADDE A NAPOLI
QUANDO MATILDE SERAO
GIRAVA IN AUTOMOBILE
Una delle grandi protagoniste del Novecento
è stata, senza dubbio, l'automobile
che inizialmente si chiamava lo automobile
o gli automobili, fin quando Gabriele
D'Annunzio decretò: l'auto è femmina.
Grandi amanti delle quattro ruote furono
i futuristi con il loro amore per lo
«scoppiettante movimento».
L'interessante libro di Giorgio Boatti
Bolidi. Quando gli italiani incontrarono le
prime automobili (Mondadori, 18,00 euro)
pinti ed acquerelli. L'allestimento restituisce
fedelmente il segno romantico che, sullo sfondo
della Scuola di Posillipo, il maestro impresse
al paesaggismo locale, rilevando la lezione del
precursore Anton Pitloo.
Fino al 3 giugno. Tel. 081.669675
TEATRI
è ricco di episodi che sembrano aneddoti
ma sono testimonianze di percorsi storici
importanti che riguardano la politica,
l'economia e la storia del costume. Basti
ricordare che nel 1903 Eduardo Scarfoglio
girava in auto con Matilde Serao
(nella foto) per le vie di Napoli, città nella
quale vi erano solo 31 possessori di
macchine oltre al corpo dei Vigili del
Fuoco ed ovviamente alla società Napoletana
di Automobili, la cui sede era a
Mergellina. Ciò che rende interessante la
lettura del libro è che la storia della
nascita delle automobili in Italia è posta
tra due eventi storici, simboli del secolo
appena trascorso: l'assassinio a Monza
AUGUSTEO (p.tta Duca d’Aosta 263)
Infotel 081.414243
fino al 28 gennaio
«Scugnizzi» di Claudio Mattone. Con Sal Da Vinci
e i suoi scugnizzi. Regia di Bruno Garofalo.
29 gennaio
Concerto del pianista Giovanni Allevi: repertorio
dal classico al pop.
DELLE PALME (via Vetriera a Chiaia 12)
Infotel 081.418134
fino al 27 gennaio
«Bello di papà», scritto, diretto e interpretato da
Vincenzo Salemme.
30 e 31 gennaio
Recital brillante di Simone Schettino.
SANNAZARO (via Chiaia 157)
Infotel 081.411723
fino al 28 gennaio
«Matto da legale», recital comico di Ciro Ceruti
e Ciro Villani
CAPOLAVORI SALVATI
SANCARLUCCIO (via San Pasquale a Chiaia 49)
Infotel 081.405000
dal 25 al 28 gennaio
«Knorrband. Sotto la tua bianca stella», musiche
e parole yiddish per non dimenticare. Di e con
Mario Mauro.
ISTITUTI DI CULTURA
GRENOBLE (via F. Crispi 86)
Infotel 081.669665
22 gen. Per i «Lunedì letterari»: proiezione del
video «L'Atelier d'écriture de Valère Novarina»
(42'). Regia di Pascale Bouhénic. Ore 19.
29 gen. L'«Appalachian Ensemble» esegue brani
di Bridge, Mozart, Bernstein, Porter, Ellington.
Il gruppo «Camerata Key Largo» esegue Copland
e la composizione Appalachian String
Suite. Ore 20.30
CERVANTES (via N. Sauro 23)
Infotel 081.19563311
15 gen. Il pianista Michele Campanella interpreta
Scarlatti, Mompou e Ravel. Ore 18
31 gen. Liliana Bernardi (violino) e Mario Muccitto
(fisarmonica) in brani di Bach, Zilcher,
Piazzolla, Bacalov, Morricone e Precz. Ore 18
7 febbraio. Concerto di Carlo Ambrosio (liutochitarra):
musiche di Neusidler, Dowland,
Kropfganss, Tarrega, de Falla, Ambrosio e Villa
Lobos. Ore 18
GOETHE (Riviera di Chiaia 202)
Infotel 081.411923
Fino al 1° febbraio. Mostra fotografica di Emanuel
Raab. La Personale napoletana del maestro
tedesco, le cui opere sono esposte in tutto
il mondo, è dedicata al tema della patria: il titolo
dell'esposizione, infatti, è «Heimat», che in
tedesco non vuol dire solo patria, ma anche
sentimento del luogo di appartenenza. Clic introspettivi
all’insegna della nostalgia.
Dice tutto il titolo: «Saggi di pulitura. Mostra d'opere d'arte restaurate».
La mostra del Maschio Angioino offre tele mirabili del
'500 e del ' 600, rimosse dalle sedi originarie di chiese terremotate.
Opere sconosciute, da tempo in attesa di recupero e restaurate
in extremis per la gioia del pubblico. Tra esse una «Madonna
della Purità» di Fabrizio Santafede e una «Cena in casa di Simone»
di Leonardo Castellano. Fino all'8 dicembre 2007.
Tel. 081.7955877
del Re d'Italia nel 1900 e l'attentato
all'Arciduca Francesco Ferdinando a
Sarajevo 14 anni dopo. Il Re Umberto
venne colpito mentre procedeva in una
vettura scoperta trainata da cavalli,
l'erede al trono d'Austria era a bordo di
un'auto. In quindici anni il costume era
cambiato così come il concetto di spazio
e tempo. Direi che con l'auto nascono
anche nuove figure diremmo oggi professionali
come lo chauffeur e il meccanico.
Anche lo spirito agonistico assume un
aspetto importante grazie alle organizzazioni
di raid come quella famosa tra
Parigi e Pechino.
Aurora Cacopardo

EVENTI&CURIOSITÀ CHIAIA MAGAZINE 19
LA FOTO
Tito Livio, il coro degli angeli
Natale 2006, scuola media Tito Livio: come
ogni anno il cortile dell’istituto si è
trasformato in Betlemme con il presepe
vivente, animato da tutti gli alunni della
scuola e amorevolmente curato dai docenti,
con la regia, sempre attenta, del-
MOSTRE
fino al 3 febbraio
GALLERIA ARTIACO (piazza dei Martiri 58)
La Galleria ci ha abituato a proposte forti: la personale del
giovane venezuelano Raffaele Luongo non sfugge alla regola.
Lui si racconta con schizzi e disegni su cartoncini
bianchi satinati: e lo fa col sangue, il suo. Più autobiografico
di così! Tel. 081.4976072.
fino al 5 febbraio
DI MARINO ART GALLERY (via Alabardieri, 1)
Jota Castro è creativo socialmente «sensibile». Debutta a
Napoli con «Enjoy your travel». Cinque le installazioni. In
«500 ways» un gommone pieno di monetine, metafora disperata
degli immigrati; poi gli specchi di «Borders», promemoria
del primo confine da valicare: noi stessi; «China»
sintetizza l'impatto dell'invasione cinese sul mercato
mondiale; «Energy» denuncia i tranelli del pregiudizio.
Tel. 081.0609318.
fino al 15 febbraio
GALLERIA LIA RUMMA (via Vannella Gaetani 12)
«Vita di Galileo»: Franco Scognamiglio traccia a suo modo
la parabola umana e storica dello scienziato. Un vano
grigio per simboleggiare la cella del grande prigioniero
dell'Inquisizione, sulle pareti la videoproiezione
di uno spazio cosmico che allude alle teorie dell'astronomo
ed un profilo scandito da aghi che rievocano le
torture subite. Poi 5 light box con immagini simbolo.
Infotel 081.7643619
fino al 3 marzo
STUDIO TRISORIO (Riviera di Chiaia, 215)
Performance di Lucia Romualdi dal titolo «Variazione op.
K10°-n.». Installazioni sospese tra poesia, musica e matematica.
L’artista proietta sulle pareti un film di Lu-
la Preside Giovanna Esposito. Sempre
nell'ambito di questo evento, va ricordato
il sognante concerto natalizio, eseguito
dal coro degli allievi (nella foto) diretto
dalle insegnanti Ida Armano, Francesca
De Angelis e Rosa Orlando.
miere, segni luminosi, numeri e geometrie che rievocano
i movimenti di rematori antichi e annotazioni di
Galilei. Sullo sfondo il ritmo dell’alfabeto Morse. Un coinvolgente
viaggio nel tempo. Infotel 081.414306.
LIBRERIA FELTRINELLI
SEDE DI PIAZZA DEI MARTIRI
Infotel 081.402395
carnet di gennaio
20. L'ossessione delle donne? Bellezza e forma fisica.
Una nevrosi consumista messa a nudo nell'ultimo libro
di Eve Ensler. Se ne parla con l’autrice.
21. L'ensemble Camerata Kei Largo (Francesco Maggio,
violino/Marina Giugliano, violoncello/Aldo De Vero, piano)
esegue brani di Haydn, Mendelssohn e Linkoda.
25. Sul tema appassionante, astratto quanto basta, dell'arte
di ascoltare dibattito aperto in vecchio stile: a «Citarsi
addosso», happening della parola, intervengono
Diego Da Silva e Valeria Parrella.
26. Per tornare da Auschwitz a Torino Primo Levi ci mise
10 mesi e 6.000 km. Nel film «La strada di Levi» il regista
Davide Ferrario e lo scrittore Marco Belpoliti rivisitano
nell'Europa postcomunista quel dolente tragitto.
28. Il pianista Francesco Pareti esegue musiche di Haydn,
Beethoven, Kummel e Schubert.
31. Con Carlo Knight ed il suo ultimo romanzo «Le memorie
postume di lord Grantley» alla scoperta della
straordinaria vicenda di un nobile inglese che si innamora
di Capri e di una popolana. Se ne discute con l'autore.
1 febbraio. «Di sana pianta» è il titolo dell'album solista
di J-Ax (vedi Articolo 31) cui hanno partecipato rockstar
internazionali. 15 pezzi: ascolto dal vivo.
fino al 4 febbraio. «Thailandia, porta d’Oriente»: mostra
fotografica di Giuliano Montieri.
LA BACHECA DI
magazine
CHIAIA
• DOVE PUOI TROVARCI
Oltre 4000 punti selezionati: negozi, teatri, bar, discoteche,
banche, boutique, studi professionali,
gallerie d’arte, ristoranti, circoli sportivi e in tutti
gli eventi culturali e mondani. Distribuzione capillare
palazzo per palazzo; gazebi nei punti strategici
della città per la presentazione del numero
e delle iniziative del mensile.
• CONSULTACI ON LINE
Il mensile Chiaia Magazine è interamente e gratuitamente
scaricabile in formato pdf su
www.chiaiamagazine.it.
• VUOI ANCHE TU IL GIORNALE?
Vuoi Chiaia Magazine nel tuo studio professionale,
nel tuo negozio? Chiamaci (081.19361500) o
mandaci una mail (info@chiaiamagazine.it)
• ARRIVA LA CARD CHIAIA MAGAZINE
Per legare ancora di più i nostri lettori al progetto
Chiaia Magazine, abbiamo pensato di far partire
da febbraio la Exclusive Card di Chiaia Magazine.
Tra i vantaggi per chi sceglie di acquistare
la card: 1o% di sconto in tutti i negozi convenzionati;
speciale sconti nello Shopping Day; eventi
esclusivi riservati ai soli Soci. Se vuoi saperne di
più contattaci al numero 081.19361500 oppure
consulta il sito www.chiaiamagazine.it cliccando
la sezione «Card».
• A FEBBRAIO «SALUTE&BENESSERE»
Chiaia Magazine dal prossimo numero ( in uscita
la seconda settimana di febbraio) diventa più
forte e ricco. Tra le nuove sezioni: «Salute&Benessere»,
pagina interamente dedicata alla sanità con
interviste ai medici e agli operatori sanitari, rubriche
sull’alimentazione, sulla medicina alternativa
e un’interessante finestra sulla veterinaria.
• CERCASI PERSONALE ABBIGLIAMENTO
Nota azienda di Chiaia cerca personale specializzato,
con esperienza abbigliamento, possibilmente
nel settore uomo. Tel. 3356207876

NAPOLI
Via Filangieri, 10 - Tel. 081 415172
Via Toledo, 280 - Tel. 081 4207136
Via Posillipo, 83 - Tel. 081 5757597
CAMICIE
FABIO FINAMORE
N A P O L I
Esclusivisti di zona:
H35
via Carducci, 35
HALLOWEEN
via Ferrigni, 37
VANG
via Alabardieri, 53
www.fabiofinamore.it