copri fuoco - CHIAIA MAGAZINE
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IL REPORTAGE <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 5<br />
Benvenuti nel pianeta delle buche<br />
LA DENUNCIA. Fossi, rattoppi, voragini e basoli che saltano: viaggio nel degrado<br />
delle vie di Chiaia. Ridicola la somma impegnata per la manutenzione ordinaria<br />
MASSIMILIANO DE FRANCESCO<br />
Se fosse un’opera di arte contemporanea,<br />
avremmo già<br />
una rosa di titoli: «Il sirtaki dei<br />
crateri; «Io ballo con le buche»,<br />
«Groviera gallery», «E vissero felici<br />
e imbucati». Ma Chiaia non è<br />
un’installazione di Damien Hirst<br />
o una capuzzella di Rebecca Horn:<br />
è un territorio che, visto dall’alto<br />
e vissuto da dentro, è il pianeta<br />
delle buche. Non c’è via che non<br />
sembri uscita da un bombardamento.<br />
I marciapiedi si presentano<br />
come se un un tirannosauro<br />
avesse fatto un’ora di shopping<br />
al centro. Fino a qualche giorno<br />
fa a via Nisco, ad esempio, una<br />
cabina telefonica era stesa per terra<br />
come se fosse stata colpita da<br />
una testata di Zizou. Sradicata e<br />
senza più telefoni sembrava<br />
un’altra opera contemporanea<br />
che, se qualche critico di grido<br />
l’avesse vista, ne avrebbe elogiato<br />
l’intensità espressiva perché simbolo<br />
della «linea spezzata con la<br />
vivibilità».<br />
Cadono lampioni a Chiaia come<br />
alberi di velieri spezzati dalle<br />
tempeste; piovono pietre a<br />
Chiaia, e non è arte quella che<br />
viene giù, ma cornicioni di scuole.<br />
Il caso, poi, fa il resto. La sorte<br />
regola la città. Prendi le Rampe<br />
Brancaccio. A inizio anno, un basolo<br />
salta come un canguro e un<br />
taxi decolla come la Zebra 3 di<br />
Starsky e Hutch. La «Multipla» vola,<br />
si ribalta e si schianta sulle auto<br />
in sosta: tassita salvo. Un caso,<br />
appunto. Cede il corpo di Napoli<br />
e non è ancora arrivata la pioggia.<br />
Via Cavallerizza, stradina caratteristica<br />
del quartiere, non molto<br />
tempo fa rimessa a nuovo, è già<br />
sfiorita. Basta un poco d’acqua e<br />
il fondo stradale va giù. Infatti la<br />
pavimentazione appare decrepita<br />
poiché è stato utilizzato tra i<br />
basoli un impasto di sabbia e cemento<br />
senza procedere alla bitumazione.<br />
Stesso diabolico errore<br />
è stato commesso a via Nardones<br />
(ripavimentata quattro mesi fa).<br />
Conseguenze: l’acqua s’infiltra, i<br />
basoli fanno la danza della pioggia<br />
e lievitano pericolosamente.<br />
Se si aggiunge a questo anche il<br />
disastroso sistema fognario dell’intera<br />
Municipalità 1, è facile<br />
prevedere che, anche quando<br />
«schizzichea», diluvia per l’esigua<br />
squadra di fognatori che opera su<br />
strada. Piove sul bagnato a Chiaia<br />
e i crateri diventano pozzi. Non<br />
c’è nessuna luna da ammirare nel<br />
pozzo di via Partenope, all’altezza<br />
del civico 1. Una voragine,<br />
grossa e grassa, che aspetta la caviglia<br />
giusta da castigare. Da tempo,<br />
ha la bocca spalancata su quel<br />
marciapiede dove l’odore del mare<br />
ti si attacca alle narici. Ma la<br />
buca non è più sola: qualcuno si<br />
è ingegnato un sistema per disinnescarne<br />
la pericolosità: una<br />
tavola di compensato che a malapena<br />
riesce a <strong>copri</strong>re il fosso. Ci<br />
manca una bandierina e un cartello<br />
e l’opera è completa. Non è<br />
più facile colmarla e ridare decoro<br />
alla via? La stessa domanda<br />
LE FOTO DELLO SCANDALO<br />
1. Via San Pasquale: la «buca delle buche».<br />
2. Piazza Amedeo: un ex marciapiede.<br />
3. Via Partenope 1: voragine da record.<br />
4. Via Petrarca: sanpietrini come popcorn.<br />
5. Via dei Mille: il trionfo dei rattoppi.<br />
6. Via Vittoria Colonna: crateri e shopping.<br />
ci accompagna nel nostro viaggio<br />
al termine della buca. Via dei<br />
Mille è uno scuorno. Sul marciapiede<br />
che costeggia un cadente<br />
Palazzo D’Avalos, abbiamo contato<br />
6 buche, un raccoglitore cilindrico<br />
di rifiuti che non riusciamo<br />
a capire come riesca a<br />
stare in piedi e una serie infinita<br />
di rattoppi su rattoppi che trionfano,<br />
nella loro mostruosità contemporanea,<br />
proprio ai piedi di<br />
Palazzo Roccella, sede del Pan milionario,<br />
Museo delle Arti e degli<br />
sprechi di Napoli. Ma basta camminare<br />
per un’altra trentina di<br />
metri e raggiungere quel tratto<br />
di via San Pasquale che porta alle<br />
scale di Parco Margherita. Qui,<br />
sul marciapiede di fronte al «Miles»,<br />
la discoteca coinvolta nell’ultima<br />
bufera movida, scoviamo<br />
la buca delle buche. Recentemente<br />
era stata colmata, ma appartiene<br />
a quella categoria di crateri<br />
«ribelli»: si è riaperta, guadagnandone<br />
in larghezza. Qui il caso<br />
non c’entra: la colmatura è stata<br />
fatta male.<br />
Da un calcolo fatto dal presidente<br />
della Municipalità 1 Fabio<br />
Chiosi, dal vice presidente Maurizio<br />
Tesorone e dall’assessore alla<br />
Manutenzione Alberto Boccalatte,<br />
per le strade e i marciapiedi<br />
di Chiaia il Comune stanzia 7<br />
centesimi al metro quadro all’anno.<br />
Una miseria che si abbina<br />
ad un’altra miseria: «Per ben 2<br />
anni - sostiene Chiosi - la Municipalità<br />
1 non ha avuto la ditta di<br />
manutenzione per incuria ed inadeguatezza<br />
delle procedure messe<br />
in campo dall’amministrazione<br />
comunale». E le insidie dei sanpietrini<br />
e i trabocchetti dei basoli<br />
si moltiplicano. Basta consultare<br />
l’«archivio delibere» sul sito<br />
del Comune di Napoli per trovarci<br />
migliaia di resistenze in giudizio<br />
che il Comune oppone ai<br />
numerosi cittadini che chiedono<br />
di essere indennizzati per aver ceduto<br />
caviglia e altro alla buca.<br />
Per scarsità di risorse la «Groviera<br />
gallery Chiaia», quindi, ha un<br />
futuro bucato. A confermarlo è<br />
Francesco de Giovanni, presidente<br />
della commissione Manutenzione<br />
Urbana della Municipalità<br />
1, da sei anni instancabile<br />
cacciatore di buche. «Per la manutenzione<br />
ordinaria, affidata alla<br />
ditta appaltatrice Procogest, -<br />
afferma de Giovanni - dei 430mila<br />
euro previsti dal giugno 2006<br />
al giugno 2008, la metà è già stata<br />
spesa. Di questo passo per l’estate<br />
2007 non ci saranno più<br />
soldi». «Se fosse la Municipalità a<br />
gestire la cassa, - incalza de Giovanni<br />
- avremmo possibilità maggiori<br />
per risolvere i problemi della<br />
manuntezione del quartiere.<br />
Purtroppo, però, noi siamo dei<br />
“segnalatori”: rileviamo problemi<br />
e li comunichiamo al Servizio<br />
Tecnico Municipale, filiale dell’Ufficio<br />
Tecnico Comunale. E’<br />
sempre il governo centrale della<br />
città che decide e dispone gli interventi<br />
sul territorio».<br />
Crescono buche a Chiaia. Il sirtaki<br />
dei crateri non cede la scena.<br />
IL MORSO DELLA TARANTA<br />
di PAOLO D’ANGELO<br />
CARO PRESIDENTE...<br />
Caro Presidente Giorgio Napolitano è a lei che voglio<br />
dedicare il mio primo articolo del 2007. Come lei sicuramente<br />
saprà, l'anno appena trascorso si è chiuso con un<br />
bilancio sicuramente negativo per la nostra tanto amata<br />
città. E' iniziato male con la criminalità e microcriminalità<br />
più che agguerrita con i tanti morti ammazzati, furti,<br />
scippi e rapine e chi più ne ha più ne metta, ed è poi proseguito<br />
con la catastrofe dell'immondizia che ha finito per<br />
inondare, oltre che le strade, anche tutte le prime pagine<br />
dei giornali nazionali ed internazionali, contribuendo alla<br />
distruzione di quel poco di immagine di rilancio che la<br />
nostra città aveva faticosamente conquistato dal G7 ad oggi.<br />
Dove vorrei però soffermarmi in maniera più approfondita,<br />
è piuttosto su come quest'anno si è concluso. La notizia di<br />
cronaca di cui vorrei parlarle è quella che ha fortemente<br />
scosso l'opinione pubblica cittadina nei giorni antecedenti<br />
al Natale e che ha visto protagonista una giovane donna,<br />
vittima innocente a via Caracciolo. Questa volta però la<br />
vittima c'è stata non per mano della criminalità, ma a causa<br />
del caso e del degrado urbano. Una istruttrice di equitazione,<br />
una madre, una moglie, una figlia, una di noi, che in<br />
sella al suo motorino, e non al suo cavallo, ha affrontato,<br />
suo malgrado, l'ostacolo più duro della sua vita, andando<br />
incontro al suo destino crudele che in una maniera infame<br />
e subdola la sua città le aveva preparato con efferata tempistica<br />
e violenza. Vede Presidente, il mio rammarico e la mia<br />
solidarietà per l'accaduto vanno alla famiglia di questa<br />
giovane donna, anonima eroina metropolitana dei nostri<br />
tempi. Immagino e provo dolore ed indignazione per quello<br />
che i familiari hanno dovuto affrontare e sopportare, oltre<br />
alla perdita della loro cara, anche il valzer delle responsabilità<br />
per l'accaduto, che spesso mai si sono chiarite per il<br />
passato e che forse mai si chiariranno per il futuro. Caro<br />
Presidente, forse le sembrerà strano ma in questo momento<br />
lei rappresenta per noi Napoletani il bene di questa città. Il<br />
suo infaticabile lavoro, la sua dedizione, il suo impegno, la<br />
sua passione per i suoi ideali politici e sociali, ma soprattutto<br />
il suo forte ed evidente attaccamento per le sue radici,<br />
per la sua città. Amore per la sua terra d'origine che lei<br />
quotidianamente dimostra nei fatti anche a costo di qualche<br />
critica di campanilismo. Questo, caro Presidente, fa si<br />
che lei sia come un fascio di luce nel buio pesto di questa<br />
città. Un faro nella notte che spero orienti i Napoletani di<br />
buona volontà e di forti ideali. Sappiamo tutti che ad una<br />
morte così assurda ci sono delle responsabilità penali e<br />
civili che la magistratura certamente dovrà chiarire, ma<br />
sappiamo anche che esistono altre e non meno importanti<br />
responsabilità morali e politiche per tutto ciò che nel<br />
passato non è stato fatto a Napoli dalle amministrazioni.<br />
Responsabilità che vanno altrettanto chiarite se si vuole<br />
dare alla nostra città una classe politica degna del suo<br />
livello. Una classe politica, finalmente forte negli ideali e<br />
nei valori che sia capace di ridare dignità e lustro e che<br />
sappia finalmente orientare le nostre forze, il nostro valore.<br />
Una classe politica che deve essere pronta a rispondere delle<br />
proprie responsabilità e che sappia liberarsi da questa<br />
morsa di insopportabile immobilismo voluto da pochi.<br />
Guarire Napoli significa guarire l'Italia intera e lei Presidente<br />
credo ne convenga. Grazie di cuore per ciò che ha già<br />
fatto e che di sicuro farà ancora per il bene di Napoli.