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CINQUE CERCHI D'ARGENTO numero 5 e 6_gennaio-giugno 2018

La rivista Cinque Cerchi d'Argento, edita dalla Associazione Pensionati CONI (APEC), prosegue l'excursus informativo sullo sviluppo dell’impiantistica sportiva della Capitale nella prima metà del secolo passato. Su questo numero l’interesse è rivolto alla zona del quartiere Flaminio, foriera di interessanti notizie e di simpatiche curiosità. Sono pubblicati inoltre altri articoli di storia e cultura dello sport, tra i quali un significativo ricordo di Cesare Rubini, grande allenatore di basket nonché unico atleta italiano che vinse medaglie olimpiche in due diverse discipline sportive.

La rivista Cinque Cerchi d'Argento, edita dalla Associazione Pensionati CONI (APEC), prosegue l'excursus informativo sullo sviluppo dell’impiantistica sportiva della Capitale nella prima metà del secolo passato. Su questo numero l’interesse è rivolto alla zona del quartiere Flaminio, foriera di interessanti notizie e di simpatiche curiosità. Sono pubblicati inoltre altri articoli di storia e cultura dello sport, tra i quali un significativo ricordo di Cesare Rubini, grande allenatore di basket nonché unico atleta italiano che vinse medaglie olimpiche in due diverse discipline sportive.

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Documentario<br />

ZONA A VOCAZIONE IPPICA<br />

La presenza di un impianto sportivo in una determinata zona (sia esso un paese, un comprensorio extraurbano, o anche<br />

uno spazio più circoscritto, come può esserlo un quartiere di una città) spesso costituisce un elemento trainante<br />

perché si sviluppi tra la popolazione residente voglia di partecipazione, anche attiva, nei riguardi di quella o quelle<br />

discipline sportive cui è stato finalizzato l’impianto medesimo. È il caso, per restare all’area del Flaminio, del mondo<br />

sportivo dei cavalli, ove è “tangibile” ancor oggi la vocazione sportiva della zona. Per riassumere: abbiamo detto che<br />

nel 1908 fu realizzato il Campo Corse Parioli, destinato al galoppo. Poi nel 1925, sotto la rupe di Villa Glori, tra la via<br />

Flaminia e l’estremità del viale dei Monti Parioli (…l’area dell’odierno Auditorium) venne costruito l’Ippodromo, che<br />

restò in funzione fino alla fine degli anni ’50. Negli ultimi anni di vita del Villa Glori il sodalizio Roma Polo Club cercò<br />

di svolgere una certa attività, ma poi dovette alzare bandiera bianca per l’inagibilità della struttura, con le tribune<br />

abbandonate diventate rifugio dei senza tetto del vicino Campo Parioli. Oggi comunque in questa zone, nonostante le<br />

vicissitudini sociali e le significative trasformazioni effettuate per le Olimpiadi del ‘60 e con la realizzazione del Parco<br />

della Musica, c’è ancora, pur se di modeste dimensioni, un importante insediamento dedicato all’equitazione: il maneggio<br />

della SS Lazio Equitazione “Villa Glori”, sito in via Maresciallo Pilsudski, sotto le pendici della omonima villa.<br />

drammatico stop per l’aggravarsi degli eventi politici<br />

e militari, fu il Derby del 1943, che fu chiamato “Nastro<br />

Azzurro”, vinto da cavallo leggendario, Mistero,<br />

guidato dal celebre fantino Ugo Bottoni.<br />

L’ippodromo Villa Glori riprese la sua attività<br />

nel 1947 ed il 29 <strong>giugno</strong>, festività dei santi patroni<br />

di Roma, Pietro e Paolo, ospitò di nuovo il Derby.<br />

Sempre in quell’anno, il 18 ottobre, ebbe luogo la sfilata<br />

delle Forze di Polizia. L’Italia era diventata una<br />

Repubblica, e alla manifestazione, per mettersi idealmente<br />

alle spalle tutte le passate rassegne fasciste,<br />

assistette il Capo dello Stato Enrico De Nicola. L’ippodromo,<br />

nonostante che la zona fosse diventata un<br />

agglomerato di misere baracche, rifugio di sfollati e<br />

di nomadi, immersa in un disagio sociale e di povertà<br />

molto evidente, restò in funzione fino al dicembre<br />

del 1957, allorquando fu dismesso ed abbattuto per<br />

lasciare spazio alla costruzione del Villaggio Olimpico<br />

per i Giochi del 1960. Le attività di trotto furono<br />

dirottate nel nuovo impianto di Tor di Valle, che fu<br />

inaugurato il 26 dicembre del 1959.<br />

VICINI ILLUSTRI<br />

L’argomento può sembrare “fuori luogo” (…non certo<br />

per il tema trattato, ma solo per localizzazione topografica),<br />

però è doveroso quantomeno darne una<br />

brevissima traccia, non avendone parlato nello scorso<br />

<strong>numero</strong>, quando affrontammo la narrazione sul Foro<br />

Italico. E così, per la giusta legge del “date a Cesare<br />

quel ch’è di Cesare” vogliamo ricordare che al di là del<br />

Tevere, sotto Monte Mario dal 1928 nacque la più antica<br />

scuola d’equitazione della Città Eterna, la Società<br />

Ippica Romana, meglio conosciuta come “la Farnesina”.<br />

Gli impianti furono ricavati nel 1928 da una antica<br />

fornace ai piedi dei Monti della Farnesina. Ed è lì, in<br />

quelle scuderie e su quei campi che sono nati e si sono<br />

plasmati le leggende dell’equitazione nazionale, come<br />

Piero e Raimondo d’Inzeo, che impararono a cavalcare<br />

sotto la severissima guida del padre, il maresciallo<br />

Carlo Costante D’Inzeo. Indubbiamente la “vocazione<br />

ippica” del quartiere Flaminio fu rafforzata ancor<br />

più da simile prestigiosa vicinanza.

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