PHOENIX FANZINE #12

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Sorpreso, Sol si sedette di fianco al cucciolo ma si accorse che da seduto il più corto dei tre era proprio lui e la cosa non gli andava a genio. Di certo l'altezza del draghetto non era nulla in confronto a quello azzurro, ma trovava alquanto inquietante il fatto che un cucciolo di un'altra specie avesse una stazza superiore alla sua. chiese Aki con noncuranza. rispose il presidente accendendosi un nuovo sigaro. Aki sembrava sorpreso nel poter capire quello che dicevano visto che le sue minacce precedenti erano cadute nel vuoto. contestualizzò Sol. Iniziava a innervosirsi, era a conoscenza di solo altri due contatti con creature intelligenti ed entrambe erano state catalogate come sinonimo della parola estinzione. Una delle razze in questione aveva deciso di urinare dal dito sul viso di un ambasciatore umano e venne ritenuta inutile al progresso dell'Eliseo. La seconda fu scoperta nell'incidente più comico della storia, pare che un secondino avesse aperto per sbaglio un portale verso un piano usando come coordinate la data del suo compleanno. Ne sbucarono fuori una marea di creature tondeggianti rosa che saltellarono per tutta la pista di lancio per una settimana, finché i reggenti non presero la decisione di fumigare l'area infestata e rimuovere i corpi. La navetta tremò con un rumore sordo quando i motori nucleari vennero messi in moto e Aki si guardò intorno meravigliato, volente o nolente adesso faceva parte delle contrattazioni. chiese il pelato. Sol voleva strozzarlo con le sue mani, due minuti fa non stava un attimo zitto e adesso non conosceva nemmeno il nome della sua razza. disse ridendo.
singhiozzò il draghetto. concluse il presidente perplesso. rispose. Sia lui che il calvo si sorpresero. chiese il presidente. Aki sembrò rifletterci prima di rispondere, concluse scodinzolando felice. chiese il presidente. Il draghetto sbuffò offeso esclamò girandosi di spalle. Sol stava cominciando a credere che quel microbo stesse dicendo solo un mucchio di balle, voleva dargli a bere che sapeva riconoscere un gioiello vero da uno falso senza uno strumento adatto? disse l'uomo gettando il sigaro ormai esaurito. Fece un cenno a una guardia e quest'ultima gli consegnò una valigetta di ferro arrugginita, Sol si chiese a cosa poteva servire. Il presidente la aprì e la pose davanti ad Aki con aria mesta. chiese l'uomo in abito bianco. Sol sapeva dove voleva spingersi, qualcuno dei gioielli nella valigetta doveva essere falso ma difficilmente il cucciolo li avrebbe riconosciuti se non fosse stato un esperto come sosteneva di essere. Aki ne prese uno a caso iniziando da una collana di diamanti, Il presidente sembrava colpito e difficilmente qualcosa lo colpiva, forse aveva giudicato male il piccoletto dopotutto.
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