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-----------------------------------la voce ai cittadini--------------------------------------<br />
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documenti di identità, quindi, l’unico modo<br />
per capire chi realmente fosse fu quello di<br />
analizzare i suoi resti, ed è in questo modo<br />
che la dottoressa scoprì che aveva cucito<br />
addosso la sua pagella, il suo tesoro<br />
nascosto. La dottoressa nelle pagine del suo<br />
libro descrive lo sbigottimento che ebbe<br />
quando dispiegando il piccolo plico di carta<br />
lesse, Bulletin scolaire e la lista di alcune<br />
materie: mathematiques, sciences,<br />
physiques.. Quali aspettative, e a quali<br />
progetti ambiva questo ragazzino per<br />
portare con sé la sua pagella? Forse<br />
per lui era un motivo d'orgoglio, un<br />
modo per far comprendere agli altri<br />
che non era solo un numero, ma era<br />
qualcuno, era uno studente, era bravo,<br />
era una persona meritevole. Grazie al<br />
vignettista Makkox questa storia è<br />
venuta a conoscenza del mondo intero.<br />
La vignetta pubblicata dal Foglio l’11 gennaio scorso ha il merito di raccontare un<br />
fatto bruttissimo con il sapore della favola proprio per la delicatezza del tratto con<br />
cui è disegnata. Seduto sul fondo del mare a gambe incrociate c’è un ragazzino<br />
dal volto scuro incorniciato da una massa di capelli ricci e neri che tiene in mano<br />
una pagella e la mostra ai suoi nuovi amici squali, ostriche, pesci, coralli ed a un<br />
grosso polipo che esclama: “Uau, tutti dieci! Una perla rara.” Quasi tutti coloro che<br />
decidono di affrontare un viaggio così pericoloso, ma pieno di speranza ed<br />
aspettative, portano con loro un ricordo, una foto, una tessera di donatore di<br />
sangue. Quando si trova un sacchetto di stoffa a fiori che nasconde un pugnetto di<br />
terra quasi sicuramente la persona proviene dall’Africa subsahariana, se al collo ha<br />
una croce in legno è sicuramente cristiana. Un bambino una volta si è portato un<br />
paio di guanti con l’immagine dell’Uomo Ragno, forse pensava di andare in un<br />
posto dove il clima sarebbe stato freddo. Questi piccoli oggetti, che possono<br />
sembrare senza importanza, molte volte costituiscono l’unico legame tra chi è<br />
partito e chi è rimasto a casa. Sono anche l’unica speranza a cui si aggrappano i<br />
congiunti per poter piangere sul corpo di chi è partito e non arriverà mai. Dare un<br />
nome a tutte queste persone è fondamentale non solo per loro, ma anche per i loro<br />
famigliari. L’identificazione è importante anche dal punto di vista amministrativo.<br />
Tendiamo a pensare che in Africa nessuno cerchi queste persone, ma non è così. In<br />
Senegal, in Gambia esistono delle associazioni di vedove e orfani che senza un<br />
certificato di morte non possono farsi riconoscere i propri diritti. Ad esempio, un<br />
bambino che non ha il certificato di morte del padre, non può usufruire del<br />
ricongiungimento familiare con un parente che vive in Europa.