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Febbraio 2019

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-----------------------------------la voce ai cittadini--------------------------------------<br />

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documenti di identità, quindi, l’unico modo<br />

per capire chi realmente fosse fu quello di<br />

analizzare i suoi resti, ed è in questo modo<br />

che la dottoressa scoprì che aveva cucito<br />

addosso la sua pagella, il suo tesoro<br />

nascosto. La dottoressa nelle pagine del suo<br />

libro descrive lo sbigottimento che ebbe<br />

quando dispiegando il piccolo plico di carta<br />

lesse, Bulletin scolaire e la lista di alcune<br />

materie: mathematiques, sciences,<br />

physiques.. Quali aspettative, e a quali<br />

progetti ambiva questo ragazzino per<br />

portare con sé la sua pagella? Forse<br />

per lui era un motivo d'orgoglio, un<br />

modo per far comprendere agli altri<br />

che non era solo un numero, ma era<br />

qualcuno, era uno studente, era bravo,<br />

era una persona meritevole. Grazie al<br />

vignettista Makkox questa storia è<br />

venuta a conoscenza del mondo intero.<br />

La vignetta pubblicata dal Foglio l’11 gennaio scorso ha il merito di raccontare un<br />

fatto bruttissimo con il sapore della favola proprio per la delicatezza del tratto con<br />

cui è disegnata. Seduto sul fondo del mare a gambe incrociate c’è un ragazzino<br />

dal volto scuro incorniciato da una massa di capelli ricci e neri che tiene in mano<br />

una pagella e la mostra ai suoi nuovi amici squali, ostriche, pesci, coralli ed a un<br />

grosso polipo che esclama: “Uau, tutti dieci! Una perla rara.” Quasi tutti coloro che<br />

decidono di affrontare un viaggio così pericoloso, ma pieno di speranza ed<br />

aspettative, portano con loro un ricordo, una foto, una tessera di donatore di<br />

sangue. Quando si trova un sacchetto di stoffa a fiori che nasconde un pugnetto di<br />

terra quasi sicuramente la persona proviene dall’Africa subsahariana, se al collo ha<br />

una croce in legno è sicuramente cristiana. Un bambino una volta si è portato un<br />

paio di guanti con l’immagine dell’Uomo Ragno, forse pensava di andare in un<br />

posto dove il clima sarebbe stato freddo. Questi piccoli oggetti, che possono<br />

sembrare senza importanza, molte volte costituiscono l’unico legame tra chi è<br />

partito e chi è rimasto a casa. Sono anche l’unica speranza a cui si aggrappano i<br />

congiunti per poter piangere sul corpo di chi è partito e non arriverà mai. Dare un<br />

nome a tutte queste persone è fondamentale non solo per loro, ma anche per i loro<br />

famigliari. L’identificazione è importante anche dal punto di vista amministrativo.<br />

Tendiamo a pensare che in Africa nessuno cerchi queste persone, ma non è così. In<br />

Senegal, in Gambia esistono delle associazioni di vedove e orfani che senza un<br />

certificato di morte non possono farsi riconoscere i propri diritti. Ad esempio, un<br />

bambino che non ha il certificato di morte del padre, non può usufruire del<br />

ricongiungimento familiare con un parente che vive in Europa.

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