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Febbraio 2019

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-----------------------------------la voce ai cittadini--------------------------------------<br />

46<br />

pubbliche vennero ricoperte da figure<br />

appartenenti al vecchio regime dittatoriale, a<br />

partire dal neo presidente della Repubblica,<br />

Ion Iliescu; il mancato ricambio politico<br />

pertanto pertanto non aveva portato a<br />

nessun evidente cambio di rotta.<br />

E' quindi lo scenario di un paese<br />

che doveva ancora ricominciare<br />

da zero quello che si presentava<br />

agli occhi del giovane Miloud<br />

Oukili, arrivato a Bucarest nel<br />

1992 1992 come animatore all’interno<br />

dell’associazione Handicap<br />

International. Le laceranti contraddizioni<br />

che dividevano da una parte le speranze<br />

del popolo rumeno e dall’altra l’avida<br />

conservazione dello status quo da parte<br />

della classe politica, venivano<br />

esasperate nel disinteresse di quest’ultima nei confronti dei<br />

minori. Con la fine del regime ebbe termine anche il delirio megalomane di<br />

Ceauşescu in merito alla Grande Romania: entro il 2000 la popolazione sarebbe<br />

dovuta raddoppiare, così la dittatura emanò leggi che vietavano l’aborto e l’utilizzo<br />

di metodi contraccettivi e stanziò assegni familiari ai nuclei numerosi. La perdita di<br />

questi finanziamenti e la forte ondata di disoccupazione conseguente alla caduta<br />

del regime resero poi impossibile a molte famiglie, soprattutto nelle zone rurali,<br />

provvedere al sostentamento dei propri figli, che spesso venivano abbandonati o<br />

erano costretti a fuggire e vivere d’espedienti nella capitale.<br />

I ragazzi di Bucarest<br />

Da quel momento in poi si comincerà a parlare del fenomeno dei ragazzi di<br />

Bucarest, una generazione di giovani cresciuta in strada, che di notte trova rifugio<br />

nei canali sotterranei della città riscaldati dai tubi dell’acqua calda, e di giorno<br />

riemerge dai tombini fumanti alla ricerca di un modo per sopravvivere: lavare i<br />

vetri ai semafori delle strade, elemosinare, prostituirsi, tutto pur di rimediare<br />

qualcosa da mangiare, qualche sigaretta, un po’ d’alcool o la colla da sniffare,<br />

fattore onnipresente e distintivo di questa realtà, abusato anestetico di una<br />

condizione umana insopportabile. A loro Miloud decise di donare il suo interesse e<br />

il suo impegno, cercando di stabilire un contatto calandosi nella loro realtà, nei<br />

canali sotterranei. Viveva e dormiva con loro, si batteva per dare loro<br />

un’alternativa di vita, utilizzando l’arte del circo per stimolare la loro curiosità e la<br />

loro voglia di cambiare. Accettandoli venne a sua volta accettato, e nacque così un<br />

rapporto basato sul rispetto e sulla fiducia, capace di offrire loro per la prima volta<br />

una possibilità concreta di cambiamento.<br />

“Non ho mai amato questi bambini per compassione ma perché non ho voluto<br />

altro che essere con loro e che la mia rabbia fosse uguale o più grande della loro”.

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