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-----------------------------------la voce ai cittadini--------------------------------------<br />
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venne dato dai fondi europei, particolarmente<br />
considerevoli nel periodo compreso tra il 2000 e il 2006,<br />
quando la Romania entrò a far parte del programma di<br />
pre-adesione all’Unione europea. A 10 anni dalla sua<br />
fondazione, Parada poteva vantare dei risultati<br />
nettamente positivi. Con sei appartamenti sociali, 400<br />
beneficiari solamente nel 2006 e un organico di trenta<br />
operatori, la Fundatia Parada era in grado di fornire<br />
un ottimo servizio d’assistenza e di recupero. Alcuni<br />
di questi operatori erano gli stessi ragazzi che per<br />
primi ricevettero il sostegno dell’associazione come ci<br />
ricorda Paola, un’operatrice italiana che ha svolto il<br />
suo tirocinio universitario con Parada.<br />
Lontani dalla strada<br />
Tenere il ragazzo il più lontano possibile dalla strada e dalle<br />
sue dinamiche era il principio che stava alla base di tutti i<br />
suoi progetti: l’assistenza sociale diurna e l’unità mobile notturna, detta anche<br />
“Caravana”, erano le modalità con cui l’associazione tentava di instaurare un primo<br />
contatto con il giovane in strada, fornendogli un supporto medico di base,<br />
stimolando la sua curiosità attraverso l’equipe di animazione e invitandolo a<br />
frequentare quello che era il vero e proprio punto di riferimento dell’associazione, il<br />
centro diurno. Qui aveva inizio il percorso di recupero del ragazzo, come descrive<br />
Paola, al quale era proibito innanzitutto l’uso di sostanze psicotrope come alcool e<br />
stupefacenti; si provvedeva quindi a fornirgli cibo, vestiti puliti e la possibilità<br />
di lavarsi. A seconda delle necessità di ogni ragazzo, gli<br />
operatori strutturavano un percorso individualizzato che<br />
partiva dal suo riconoscimento a livello legale e dalla sua<br />
regolarizzazione, procurandogli i documenti d’identità nel<br />
caso ne fosse sprovvisto. Dopo avergli garantito il necessario<br />
supporto sanitario-psicologico, il ragazzo veniva coinvolto in<br />
attività formative per il reinserimento scolastico dirette al<br />
conseguimento di un titolo, e in attività<br />
artistiche come i corsi di giocoleria con l’equipe<br />
circense. Per i ragazzi più grandi o con<br />
particolari necessità economiche venne istituito<br />
APEL, un servizio di avviamento al lavoro che<br />
provvedeva alla ricerca di offerte di impiego<br />
adatte alle loro capacità. L’obiettivo finale era<br />
quello di dare ai ragazzi una più stabile e<br />
serena opportunità di vita: nel caso in cui fosse<br />
stato possibile, gli operatori seguivano il<br />
giovane nella sua reintegrazione all’interno<br />
della famiglia di origine,