PORTAVOCE DI SAN LEOPOLDO MANDIC - luglio ag. 2019
Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)
Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)
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LETTERE A <strong>PORTAVOCE</strong><br />
SCRIVETE A<br />
altà sacre di cui la creazione è<br />
parte, verso il compimento ultimo<br />
in cui ci sarà Dio che «asciugherà<br />
ogni lacrima dai nostri<br />
occhi e non vi sarà più la morte<br />
né lutto né lamento né affanno,<br />
perché le cose di prima sono<br />
passate» (cf. Ap 21,3b-4).<br />
L’amore oblativo può esistere,<br />
e compiutamente realizzarsi,<br />
esclusivamente tra persone<br />
(anche se non mancano esempi<br />
eroici di qualche animale che<br />
“salva” la vita a un uomo), poiché<br />
solo nell’esercizio di una autentica<br />
libertà creata possiamo<br />
assistere alla scelta consapevole<br />
di perdere la propria vita per un<br />
altro.<br />
Questo non esclude la creazione;<br />
anzi, l’uomo nuovo è<br />
chiamato a donarsi e a lavorare<br />
instancabilmente proprio per<br />
guidare tutto il creato insieme<br />
al «Pastore grande delle pecore»<br />
(Eb 13,20) a poter ricevere<br />
la nuova creazione dove, come<br />
scrive il profeta Isaia, «il lupo<br />
dimorerà insieme con l’<strong>ag</strong>nello,<br />
la pantera si sdraierà accanto al<br />
capretto; il vitello e il leoncello<br />
pascoleranno insieme e un fanciullo<br />
li guiderà. La vacca e l’orsa<br />
pascoleranno insieme; si sdraieranno<br />
insieme i loro piccoli. Il<br />
leone si ciberà di p<strong>ag</strong>lia, come il<br />
bue. Il lattante si trastullerà sulla<br />
buca dell’aspide; il bambino<br />
metterà la mano nel covo di serpenti<br />
velenosi» (Is 11,6-8).<br />
Il punto della questione, a<br />
mio parere, sta nel modo della<br />
relazione, in quell’essere-con<br />
che caratterizza trasversalmente<br />
la vita trinitaria intradivina,<br />
quella di Dio con l’uomo,<br />
quella dell’uomo con i<br />
suoi simili, e quella dell’uomo<br />
con il creato. In quel «con<br />
me» che Gesù sulla croce rivolge<br />
al ladrone quando gli promette<br />
«l’oggi del Paradiso» (cf. Lc<br />
23,43), sono state accolte tutte<br />
le nostre relazioni di bene. E noi,<br />
suoi stessi eredi, siamo invitati a<br />
riferire e portare in Dio la creazione<br />
con cui ci rapportiamo,<br />
vigilando sulla correttezza dei<br />
nostri atteggiamenti verso di essa,<br />
siano questi caratterizzati da<br />
difetto o da eccesso.<br />
Senza le es<strong>ag</strong>erazioni e le<br />
distorsioni che caratterizzano<br />
il nostro tempo, incapace di<br />
affrontare la malattia e la morte,<br />
di creare legami duraturi e<br />
onesti anzitutto tra esseri umani,<br />
preferendo eccentriche o<br />
desolanti compensazioni, tutto<br />
ciò che già qui è fonte di riconoscimento<br />
del Creatore, e di<br />
riconoscenza verso il Padre,<br />
viene abbracciato nella sua<br />
eternità. È di fronte a un bimbo<br />
che piange per il suo cane morto<br />
che Francesco, senza fanatismi,<br />
si permette di rispondere, “sarà<br />
con te” perché «Il paradiso<br />
è aperto a tutte le creature»<br />
(3.12.2014).<br />
Questo non va né sminuito,<br />
né enfatizzato, ma colto dentro<br />
la Misericordiosa condiscendenza<br />
del Dio Uno-Trino che ci<br />
prende e ci parla lì dove siamo e<br />
possiamo udirlo. P<br />
Massimo Ezio Putano<br />
Redazione Portavoce di san Leopoldo<br />
Piazzale S. Croce, 44 35123 Padova e-mail: direttore@leopoldomandic.it<br />
La Redazione si riserva il diritto di sintetizzare le lettere.<br />
È garantito il rispetto dell’anonimato per chi lo richiede.<br />
San Leopoldo, tornato alla casa<br />
del Padre il 30 <strong>luglio</strong> di 77 anni fa,<br />
diceva, con edificante umiltà,<br />
di voler passare sulla terra<br />
«come un’ombra» senza lasciare<br />
traccia della sua persona.<br />
A un suo contemporaneo è purtroppo<br />
toccato un destino simile, non per sua<br />
volontà ma a causa della cattiveria<br />
umana. È praticamente «scomparso»,<br />
all’età di 37 anni, nell’autunno di 75<br />
anni fa. Si chiamava Placido Cortese,<br />
frate e sacerdote dei francescani minori<br />
conventuali. È sparito nel nulla, domenica<br />
8 ottobre 1944, verso le 13.00, quando<br />
fu arrestato dalle SS tedesche davanti<br />
alla basilica del Santo di Padova. Si<br />
seppe molto tempo dopo che fu portato<br />
a Trieste, nella sede della Gestapo, dove<br />
venne interrogato, bastonato, picchiato e<br />
torturato perché fornisse notizie sulla sua<br />
clandestina attività caritativa e rivelasse i<br />
nomi dei suoi collaboratori. Era il punto<br />
di riferimento di un’intensa attività<br />
umanitaria, illuminata dalla fede, che<br />
forniva generi di prima necessità, contatti<br />
con i familiari lontani <strong>ag</strong>li internati<br />
sloveni e croati deportati nel campo di<br />
Chiesanuova di Padova, documenti falsi<br />
per salvare dalla deportazione quanti<br />
erano ricercati dopo l’armistizio dell’8<br />
settembre 1943, ebrei, civili perseguitati,<br />
militari alleati evasi dai campi di prigionia.<br />
Padre Placido accettò con eroismo,<br />
in silenzio e senza tradire nessuno, le<br />
crudeltà e le sevizie della prigionia. Volle<br />
p<strong>ag</strong>are lui solo il prezzo per le tante<br />
persone salvate e restituite alla vita,<br />
alla libertà, alla dignità, <strong>ag</strong>li affetti, alla<br />
speranza di un futuro migliore. Immerso<br />
negli orrori di un tr<strong>ag</strong>ico conflitto<br />
mondiale, in un Paese stremato, in un<br />
primo tempo, dalla guerra e poi dilaniato<br />
al proprio interno da lotte fratricide,<br />
pienamente consapevole dei rischi che<br />
correva, si era sentito interpellato in<br />
prima persona a rispondere al grido dei<br />
sofferenti di ogni razza, nazione o etnia.<br />
Per cinquant’anni la sua vicenda, come<br />
quelle di tantissime altre vittime dell’odio<br />
nazifascista, rimase sepolta e sconosciuta<br />
nel suo epilogo, pur rimanendo il<br />
8 | <strong>PORTAVOCE</strong> | LUGLIO-AGOSTO <strong>2019</strong>