16.07.2019 Views

Luglio- Agosto 2019

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

-----------------------------------la voce ai cittadini--------------------------------------<br />

14<br />

cervicale”. Cosa succede a chi è un professionista della bicicletta? “Le geometrie dei<br />

moderni telai costringono ad esasperare tale posizione, poco piacevole per la schiena, ma<br />

efficace nell'ottimizzare la capacità di esprimere potenza sui pedali e, soprattutto nel<br />

rendere più aerodinamici - continua Selmi, fisioterapista - Tuttavia, macinando tanti<br />

chilometri, queste posizioni di “stress” per la colonna possono sfociare in qualche<br />

campanello d'allarme”. E chi invece utilizza le due ruote come passatempo? “Sarebbe facile<br />

ipotizzare che processi infiammatori o degenerativi a carico della colonna vertebrale come<br />

artrosi, discopatie, ernie discali ed altro, possano peggiorare in bicicletta - puntualizza il<br />

dott. Minnella - La posizione in sella, come abbiamo visto, porta infatti a distribuire in<br />

maniera anomala il carico a livello dell'unità funzionale vertebrale e mette i muscoli di tale<br />

distretto in difficoltà nello scaricare le sollecitazioni meccaniche che interessano le strutture<br />

articolari ed i fasci nervosi. Questi meccanismi caratterizzerebbero anche la colonna<br />

cervicale, costretta ad un atteggiamento di iperestensione prolungato”. I disturbi possono<br />

capitare anche a chi è giovane o non ha mai sofferto di particolari patologie. Durante la<br />

pedalata, la colonna è soggetta ad un continuo e ritmico movimento di flessione laterale<br />

soprattutto a carico del tratto lombare in sincronia con le oscillazioni del bacino e il<br />

movimento degli arti inferiori. Il bacino, punto di ancoraggio degli arti inferiori, è<br />

sottoposto<br />

sottoposto a notevoli forze destabilizzanti derivanti<br />

dall'azione di spinta sul pedale. Questa intensa<br />

attività muscolare determina una certa compressione<br />

sulla colonna, indispensabile per produrre<br />

movimento. “L'obiettivo di una adeguata preparazione<br />

atletica è sicuramente quello di ridurne gli effetti. Un<br />

rinforzo mirato della muscolatura stabilizzatrice del<br />

tronco potrebbe essere un'utile arma per andare ad<br />

assorbire e minimizzare le compressioni a livello<br />

osteo-articolare - ci dice Selmi - Per ridurre al minimo<br />

la probabilità la probabilità che che<br />

il carico compressivo continui ad<br />

agire sulle nostre vertebre anche<br />

quando siamo tornati coi piedi per<br />

terra, è utile eseguire degli<br />

esercizi esercizi di allungamento della muscolatura<br />

degli arti inferiori, del bacino e del tronco<br />

una volta terminata la nostra attività.<br />

Secondo gli ultimi studi i fattori di rischio<br />

sarebbero intrinsecamente legati alla<br />

struttura della colonna vertebrale<br />

dell'atleta: si è osservato che i ciclisti<br />

lombalgici cronici tendono ad avere il<br />

cosiddetto “flexion pattern” della colonna<br />

lombare, ossia un atteggiamento, più o<br />

meno strutturato, in cifosi della zona<br />

lombare rispetto ai soggetti ciclisti<br />

asintomatici.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!