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Segantini, Scritti e Lettere

L'edizione introvabile delle lettere e degli scritti di Giovanni Segantini edita dai Fratelli Bocca Editori nel 1910, dall'archivio della Biblioteca d'Aarte del Castello Sforzesco di Milano dove fino al 1943 erano conservati i fogli autografi, andati poi distrutti dai bombardamenti.

L'edizione introvabile delle lettere e degli scritti di Giovanni Segantini edita dai Fratelli Bocca Editori nel 1910, dall'archivio della Biblioteca d'Aarte del Castello Sforzesco di Milano dove fino al 1943 erano conservati i fogli autografi, andati poi distrutti dai bombardamenti.

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10 G. SEGANTINI

non vidi altro che delle macchie informi; rimasi â

lungo pensoso e distratto....

.... In quelle macchie ricordo che trovai una vita

varia animata di bestie fantastiche, di persone deformi,

che si componeva e scomponeva ad ogni batter di

ciglia; da una composizione triste e melanconica — veniva

fuori una scena — stramba e ridicola ; su quelle

pareti scoprivo un piccolo mondo di curiosi sogni, ma

il sogno che cercavo, il mio spasimo continuo, erano

i verdi prati, i ruscelletti trasparenti dal fondo di fine

sabbia, il mio giardinetto di Arco, quei nascondigli

pieni d’ombra e di frescura che prediligevo. Così sognando

e cullandomi in queste visioni nostalgiche, sopraggiunse

l’inyerno ed io non potei più star fuori sul

pianerottolo ; dovetti chiudermi nella cameretta con un

piccolo scaldino, che alla mattina con pochi centesimi

facevo riempire di bragia dal fornaio. Con questo tenue

calore, senza luce, senza cielo, passavo la mia triste

giornata; ed ogni pensier .verde, ogni azzurra speranza,

svanirono dalla mia mente: tutte le forme vi si cancellarono,

nella mia piccola testa si fe’ buio; non comprendevo

più la gioia, ed il dolore era scomparso. La

primavera tornò ed io ricominciai a stare le giornate

sul pianerottolo. Un mattino che guardavo stupidamente

dalla finestra senza pensare a nulla, mi venne

all’orecchio il chiacchierio di alcune vicine ; parlavano

di un tale che ancora giovinetto partì da Milano a

piedi ed arrivò in Francia dove egli fece di grandi

prodezze; non ricordo il nome di quel personaggio, ma

credo si trattasse dell’eroe di qualche romanzo. Per me

fu come una rivelazione. Si poteva adunque abbandonare

quel pianerottolo, e andarsene lontano.... La co-

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