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Segantini, Scritti e Lettere

L'edizione introvabile delle lettere e degli scritti di Giovanni Segantini edita dai Fratelli Bocca Editori nel 1910, dall'archivio della Biblioteca d'Aarte del Castello Sforzesco di Milano dove fino al 1943 erano conservati i fogli autografi, andati poi distrutti dai bombardamenti.

L'edizione introvabile delle lettere e degli scritti di Giovanni Segantini edita dai Fratelli Bocca Editori nel 1910, dall'archivio della Biblioteca d'Aarte del Castello Sforzesco di Milano dove fino al 1943 erano conservati i fogli autografi, andati poi distrutti dai bombardamenti.

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14 G. SEGANTINI

nome e cognome ; poi, così in camicia, mi prese nelle

braccia e mi portò a sedere sur una scranna vicino

al fuoco, sciorinò intorno al camino, su delle corde,

i miei vestitini bagnati, poi mi recò davanti una scodella

di minestra calda di riso e fagiuoli che divorai.

Intanto gli uomini avevano finito il loro pasto : si

misero anch’essi vicino al fuoco e insieme alla donna

cominciarono ad interrogarmi parlando dolcemente.

A poco a poco sciolsi la lingua e raccontai l’intera

mia storia da quando era ad Arco colla mamma e

col babbo, e ricordo d’aver narrato a lungo con molti

particolari un incidente capitatomi che mi era sempre

rimasto molto impresso. Un giorno, potevo avere tre

o quattro anni, attraversavo uno stretto ponticello di

legno che da un viale metteva capo ad una tintoria,

posto su un torrente incanalato che serviva a dare la

forza a molti molini di ogni genere d’industria, specialmente

macine di farine. Un ragazzetto più grande

di me, uscito da una porticina con qualche cosa per

prendere acqua, veniva dal lato opposto ; ed io dalla

strada gli andavo incontro. Così c’incontrammo a metà

del ponte. Egli si abbassò per attingere l’acqua ; il ponticello

era stretto, sì che urtandomi precipitai nel torrente.

Mi rammento d’essere passato sotto un ponte di

pietra ; l’acqua correva con violenza ; passato il ponte,

delle lavandaie stavano lungo la riva, e le vedo ancora

colle braccia in alto, coi visi sconvolti, gridare smaniando.

Vedevo sempre ogni qualvolta i miei occhi aperti

emergevano dall’acqua la mia berretta di lana rossa

fatta dalla mia mamma. Per ultimo scorsi la gran ruota

a ingranaggio del mulino del mio padrino che si avvicinava.

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