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LRDR_LaScatolaDelTempo

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tutto passi.

Dobbiamo solo aspettare.

E non avere paura.

La notte, però, ogni tanto, arriva questo suono,

lontano, cupo, basso. Appartiene a un animale immenso, che

si avvicina alla chiglia e impiega un’infinità di tempo a passarci accanto.

«È il leviatano» ha detto mio padre, la prima volta che la creatura degli

abissi ci è venuta a trovare. «Non temete, è solo curioso: abita il mare da

prima che noi nascessimo».

Sarà. Ma quando lo sento arrivare, prego, tra i denti, e mi dico che striscia

contro di noi per guidarci, per farci cambiare direzione, e la sua spaventosa

coda di serpente è il timone della nostra misera vita, in cerca di una terra

qualunque su cui sbarcare.

Tutto qui. Non una firma, una parola in più, un disegno. Nulla.

Solo questo destinatario, A TUTTI VOI, e dall’altra parte le dune del

deserto, beffarde.

Ho passato giorni a chiedermi chi potesse averla scritta. Un

ragazzino, tanto per fare uno scherzo? Magari uno che dal deserto

era partito? E poi, dopo averla scritta, l’aveva fatta scivolare fuori di

casa, fino a una buca delle lettere, a un postino, a un ufficio postale,

al mio amico e infine a me? O semplicemente un folle?

Ma era quel destinatario, a tornarmi sempre in mente.

“A tutti voi”, ma noi chi? Noi italiani? Europei? O forse tutti noi...

cioè proprio tutti? E questa grande nave, in un mondo pieno d’acqua?

Certo, certo, direte voi, il diluvio universale, le acque che arrivano e

sommergono ogni cosa, distruggono ponti, templi, città. Al diluvio

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