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Italia Poetica
IL 5 MAGGIO 1821 - 2020
di Cira Scoppa
Ei fu. Siccome immobile, non volle piu’ restare
con il Corona virus dovette dialogare
ma dialogando ancora, s’e’ fatta una cert’ora
siam fermi ed inani e pur oggi…usciam domani !
Meglio andare adagio , ne riparliamo il 4 maggio.
Tutto ei provo’ : la gloria maggior dopo il periglio,
la fuga a piazza Vittoria , la sedia e il tristo giaciglio.
Certezza vuol che con Conte, si salti un altro ponte
e con un triste grugno, si passi al 2 di giugno.
E a giugno, ormai e’ estate, mi pago il plexiglass a rate
e vado al mar contenta almen fin quando il vetro non si arroventa.
Mi sento come pianta in una serra
con l’ipotensione sbatto a terra.
Stramazzo sulla riva pronta per la terapia intensiva.
Due volte nella polvere, due volte sull’altar
non dico fare il bagno ma almeno poter pescar!
Con grande disappunto, saluto il mio congiunto
e intanto, poco male: son rientrata nei quindici fortunati del funerale ma son io
l’attrice protagonista , abbandono il mondo gramo come conviene ad un’artista.
E questo è il nuovo 5 maggio
che fa rima con coraggio
perche’ in siffatta occasione, sarebbe scappato pure Napoleone.
Lo disse tutto il popolo, lo decreto’ Manzoni
questo Corona virus e’ una gran rottura di coglioni!
Dalle Alpi alle Piramidi , dal Manzanarre al Reno
non dico in automobile ma almeno con il treno
speravo di tornare dal trombamico amabile
ma nel decreto nuovo, non e’ un affetto stabile
ed e’ per tal motivo , orba di tanto spiro
che per far passeggiate vane , io debba rinascer cane.
I Quaderni della Rinascita. Poesia. 41