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Italia Poetica
E inciderò una data
di Brunella Belli
Mestre panchine,
lordate di sangue,
sudore, vomito, sputi,
bestemmie e preghiere.
Altruiste disinteressate,
mediatrici di coesioni di solitudini.
Beate panchine
testimoni di risi e sorrisi,
di festosi batlammi di bimbi,
di innoque confidenze.
Come panche di chiese
conoscono tutte le parole belle
e pietose bugie.
Attendono le dolci panchine,
controfigure di noi stessi,
attendono qualcuno che tarda a sedersi
per lasciare andare i propri pensieri.
Qualcuno, stasera, non verrà.
Disattesa, invana speranza.
Agognano compagnia le panchine,
ignare e pazienti
sperando diventare ancora
un tutt'uno col nostro prossimo.
Ma le panchine non conoscono le storie
lontane dal loro spazio
e da questo tempo
che ora non é tempo.
Non sanno ciò che accade loro intorno
e nessuno puó raccontarlo ora.
Chiusi, distanti,
discosti, separati.
Staccati, strappati.
Né parole, né abbracci.
I Quaderni della Rinascita. Poesia. 58