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Italia Poetica
Primavera
di Francesca La Terza
Da lontano la primavera
Avanzava lenta e incerta
Tra abbagli di luce di un sole nuovo,
nel mondo cauta camminava
E sbocciavano le rose nei giardini solitari
E fiorivano i ciliegi in terre aride e vuote
Da lontano si affacciava un’alba nuova
Già spenta e devastata... mentre intorno
Il mondo moriva
Indisturbata la primavera qui...
Avanzava tra strade deserte e sola vagava
tra città mute e spettrali
Si fermava il tempo per gli uomini al tramonto
Una nuova Era tra noi...
A baciare sabbie bianche un opaco raggio di sole
E non sapevano di primavera i volti di genti nel mondo
I visi di paura segnati e lacrime di sale
Accompagnavano il mattino perso ormai
Primavera inconsapevole e candida e pura
Passeggiava tra le campagne in mezzo alle viole
ed al canto dei passeri...
Leggera calpestava fili d’erba fresca
In un mondo distrutto ormai dal nemico
Invisibile e mortale,
Così calava una lunga notte assetata di anime immacolate...
Occhi lucenti si spegnevano e sparivano i sorrisi
Primavera di solitudine, stanca e deturpata
Raccoglieva brandelli di vita mentre
La speranza accendeva quei volti rimasti al buio
E candida come neve accendeva di nuovo i cuori
Feriti e lacerati all’orizzonte di una tragedia...
Primavera di un sole caldo abbracciava i superstiti
E occhi grigi or tornavano alla Luce
Nel mondo nitido che nasceva
I Quaderni della Rinascita. Poesia. 42