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PULP libri 001 /

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Che ne pensi del fatto che molti nuovi autori inglesi sono in

realtà pakistani, indiani, africani, irlandesi?

Una delle cose che unisce scrittori quali Salman Rushdie,

Vikram Seth e Roddy Doyle, per esempio, è il loro non essere

oppressi dalla colpa del recente passato colonialista inglese:

vengono da paesi che furono destinatari dell'oppressione, piuttosto

che esserne responsabili.

Penso che questo spieghi perché non c'è, da un po' di tempo

a questa parte, una discendenza di scrittori di origine inglese.

L'Inghilterra è confusa a proposito della sua identità nazionale.

In passato la nostra identità si definiva attraverso le nostre

ambizioni imperialiste: pensavamo che il nostro ruolo fosse di

conquistare e civilizzare le altre nazioni. Una volta realizzata

questa terribile ingiustizia, un grande senso di colpa collettiva

ha tenuto desta l'attenzione della nostra intelligenza liberale.

Essere inglese era qualcosa per cui vergognarsi. Ora stiamo

imparando ad adattarci al fatto ché paragonati all'America,

alla Germania, al Giappone, siamo una ben piccola potenza

(questa era una delle cose che Mrs. Thatcher si rifiutava di

accettare).

Lentamente stiamo acquistando un nuovo senso di identità

nazionale e forse una nuova fiducia. Quindi gli scrittori inglesi

stanno imparando in modo nuovo come scrivere

sull'Inghilterra: un tipo di scrittura che possa celebrare le

nostre virtù come la tolleranza, l'ironia, la giustizia, ma senza

scivolare nell'arroganza imperialista.

Spero che il mio libro possa avere una piccola parte da giocare

in questo movimento e spero che nei prossimi anni emergano

sempre più scrittori da Londra e dalle province inglesi.

Segui un po' la musica? Si direbbe di si, visto che hai un

grande ritmo nella narrazione.

Amo molti generi di musica: barocca, contemporaqea, jazz

(post Miles Davis) e un bel po' di pop e rock. Negli anni 80

suonavo in una band londinese che si chiamava The Peer

Group - ero il tastierista - e questo periodo della mia vita mi

ha ispirato il terzo libro The Dwarves of Death, che sta per

essere tradotto in italiano.

Ho tutt'ora alcuni sintetizzatori, un piccolo studio domestico

e quando ho un po' di tempo compongo.

A cosa stai lavorando? Quale sarà il tuo prossimo romanzo,

se ce lo puoi dire?

In questo momento sto lavorando all'adattamento cinemato­

. grafico di. The Dwarves e ad altri due progetti per film e televisione.

Ho sempre voluto scrivere per il cinema ed ora che La famiglia

Winshaw sta avendo successo alcune persone mi stanno

chiedendo di farlo, il che è fantastico. Sto anche scrivendo un

romanzo che è per metà la storia di un amore ossessivo - portato

ad estremi bizzarri - e parzialmente una storia quasi

scientifica su una clinica per il trattamento del sonnambulismo.

Questo libro sta procedendo abbastanza lentamente e sarà

pubblicato in Inghilterra alla fine del '96 o all'inizio del '97.

A chiusura di La famiglia Winshaw citi Italo Calvino a proposito

del fatto che "non v'è nulla di più intenso di un libro

lasciato incompiuto dal suo autore". Lo fai solo per dare una

chiusura credibile, una stampella come si dice, o ami veramente

questo autore?

Amo tutti i libri di Calvino, in particolar modo Il castello dei

destini incrociati e Se una notte d'inverno un viaggiatore.

Calvino è un altro scrittore che ha ampliato le possibilità delle

forme del romanzo, costruendo nuove strade da esplorare per

tutti quanti noi. La citazione alla fine del mio romanzo è presa

dalla quinta delle sue Sei proposte per il prossimo millennio

(tratta da Lezioni amedcane ).

PULP FICTION

sette

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