"Il cuore grosso dei bocateros", Tempi, 16/06/2020
www.bocatas.io
www.bocatas.io
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Compagnia contagiosa
11 cuore grosso
dei bocateros
...... ·-----
Come tre amici si sono infiltrati nei luridi bassifondi di Madrid
tra spacciatori, clochard e malavitosi per offrire panini ed e finita
con migliaia di famiglie sfamate, accudite, rinate. «Non abbiamo
nessun progetto. L'uomo ha bisogno solo di una cosa: la carita»
di Caterina Giojelli
• Marciva col cancro ma chi lo guardava
non avrebbe immaginato un uomo pitl
felice. Quando approdo alla festa venne
sopraffatto dai bocateros, una foresta vivente
di braccia tese lo travolse: era giugno,
loro sapevano che era stava arrivando
al margine della sua storia e lui sapeva
di non essere solo. Poco distante, que!
figlio appena. ritrova to a cuí aveva chiesto
di accompagnarlo «in un posto», fissava
quena tribu con una sola domanda: «Chi
e mio padre?». Gia, chi era quell'uomo
ricolmo di braccia e baci, dov'era finito
quell'oscuro padre che aveva conosciuto
solo il mese prima e di cui aveva sempre
saputo solo fosse un tossico, che disgustava
la gente al suo passaggio e che nessuno
voleva in torno?
***
«Io credo che lo incornicero, lo stampo
e me lo appendo». Un bonifico che pesa
quanto un boccadillo, «cinque euro, donazione
di un marocchino: eccola, l'oncia
di carita. Che manda all'aria ogni ragionamento».
Ed ecco Chules, al seco lo Jesús
de Alba, madrileno classe 197 4, marchiato
a fuoco da duemila anni di cristianesimo
e da un'awentura iniziata 25 anni fa
sulle zolle della carita. Quella che tutto
crede e tutto spera: per meno della carita
cristiana, cosi incalcolabilmente lontana
da tutto ció che e solo giustizia e assistenzialismo
(pur essendone il sangue e avendo
di queste cose bisogno per incarnarsi),
ora non vedremmo capitani d'industria
in ginocchio o a carponi su quelle zolle,
chini in giacca cravatta e mascherina a
dividere frutta buona e frutta guasta, e
universitari spalare colline di pata te; non
avremmo visto tibie e malleoli a terra, i
calli da contadinii, non avremmo visto
furgoni della posta e camionette militari
carichi di cibo attraversare Madrid du•
rante il lockdown. Non avremmo visto
pubblico, privato, civili, militari, atei e
credenti andare d'improwiso tutti nella
stessa direzione, non ci sarebbe stato
il bonifico del ma.rocchino e nemmeno
quello da ventimila euro di un benedettissimo
sconosciuto. Non ci sarebbe un
giovane cosciente di essere stato il figlio
di un uomo ama toe felice. Non ci sarebbe
stata Bocatas.
***
La storia inizia con un prete. il 1996,
quando don Jorge Dompablo - uno di
14 fratelli, arriva to a Cristo crescendo
SANDOKAJI, SJ!BAS B CIIULBS
TRA RANDAGIBTOSSIC
Nato ne! 1996 su iniziativa di
Jesús de Alba, Ignacio Rodríguez
e Jorge Catalá, Bocatas e un
gruppo di amici (costituiti come
associazione) che si dedica
all'assistenza di persone in
condizioni di emargina:zione
sociale lega ta al mondo della
droga. Nella foto a destra,
"Sandokan", Jesus "Chules"
e Sebas al Meeting di Rimini.
i
:::!:I¡
tra balordi spacciatori e va da sé finito
ad occuparsi di accogliere tossici ed
emarginati - viene assegnato parroco
a San Jorge, quartiere stadio Santiago
Bemabéu: «Dove sono i poveri?», aveva
chies to ai ragazzi della parrocchia, «quali
poveri, questo e un quartiere ricco». Per
tutta risposta don Jorge li aveva portati
fuori dall'oratorio, fino al premere di ombre
negli angoli dello splendido rione, e
poi giu, ne! buio dei sotterranei della via
Azca. Erano franati cosi nella cuila pisciosa
e randagia dei clochard, una bottega
di varia umanita che il prete decise di
affidare ogni venerdi sera a quattro ventenni
di Comunione e liberazione: Jesús
de Alba, appunto, con gli amici Ignacio
"Nacho" Rodríguez, Ingnacio Barbas e
Jorge Catalá. «Ci chiedeva una caritativa,
la chiedeva a tutti un giomo a settimana,
solo che il nostro gruppo sarebbe rimasto
l'unico fedele al gesto ogni venerdi. Chi
vuole smettere di vivere pienamente una
vol ta iniziato?».
Fa freddo la prima sera in cui i ragazzi
si calano in quella farragine di derelitti
che brucia i fuochi nelle latte e alita
aleo!. «Volete un boccadillo?» chiedono
i tre allungando i panini preparati in
parrocchia. La storia dell'amicizia tra ragazzi
e barboni, di un'amicizia vorace di
pane, vita e liberta che solo i cani sciolti
condividono fino all'ultima crosta, inizia
cosi, e ne! racconto di Chules ha il
viso allegro di Macario, "il chatarrero"
che carica carretti di ferraglia raccolta
per Madrid e diventa subito la mascotte
di quelli che per i diseredati sono gia
diventati i "Bocatas": strani ragazzi che
non vogliono cambiar loro la vita, solo
donare la propria, tutta intera. «Iniziammo
a invitarli alle nostre vacanzine, gli
alcolisti si ritrovavano fra le lenzuola e
sotto la doccia in hotel stellati del Portogallo,
a giocare a pallo ne in spiaggia con
le nostre famiglie. Poi li riportavamo sui
loro materassi di marciapiede, negli androni
delle chiese, e loro ci seguivano
coi loro stracci alla vía crucis o nei pub
a bere cerveza. Non c'erano regole, nessuno
voleva sistemare o cambiare la vi ta
all'altro, solo avere la gioia di accompagnarlo.
La Chiesa ci aveva insegnato che
liberta e amicizia recuperano l'umano e
noi un altro metodo di fare la caritativa
non lo conoscevamo».
***
Finché qualcuno decide di chiudere il
sottopasso: e una sera del 2003 quando
Jesús vede alla televisione un servizio su
Las Barranquillas, la baraccopoli della
droga, regno di spettri, bocche sdentate
e braccia trafitte dagli aghi. «Era settembre,
ed erano brividi di paura quelli che
sentivamo mentre attiravamo un crogiulo
di disperati con lo sguardo assente
al nostro chioschetto. Tutti tranne uno.
Ci fissó per un'ora, a debita distanza, in
silenzio, finché ho deciso di avvicinarmi».
«Che fai qua?» gli chiede Chules. E
quello sgrana le pu pille: «Ma che fatevoi
qua?». «Noi offriamo panini». «No, voi
siete pazzi», dice quello che diventera il
loro amico "Meji", il messicano, «siete come
Wisse alle colonne d'Ercole e questo
e un posto pericoloso. Ma quello che fate
«Che fate qua?». «Offriamo
panini». «No, siete pazzi»,
dice "Meji", «siete come
Ulisse a lle colon ne d 'Ercole.
Questo e un pasto
pericoloso. Eppure que!
che fate e straordinario»
e straordinario». 0ggi il Meji fa il custode
di una scuola a Barcellona: e intomo
alla sua amicizia con Chules, Nachos e
gli altri che nasce il primo nocciolo di
ex tossici, Magdalena, Julián "el Juli" e
Sandokan. Jesús -questo il nome di Sandokan
-vive allora in una tenda sprofondata
a Las Barranquillas: cannette, Lsd,
trip, coca, eroina, inganni; per tutti e un
machaca, lavora per le famiglie del narcotraffico,
l'hiv !'ha presa que! giorno di
cui ricorda solo di aver condiviso una siringa.
Poi arrivano questi, i Bocatas, che
hanno sempre panini e voglia di parlare
e si piazzano in cerchio attomo a un falo a
recitare l'Angelus. Lui inizia a guardarli,
smette di andare a rubare con i compari
dopo avere arraffato i panini, ascolta
questi anarchici che credono in Cristo e
non nei sussidi, nella persona e non nella
burocrazia, che credono anche in lui
cosi com'e: e lui marcio, lordo, malato, si
sen te abbracciato e finalmente sbendato.
***
Sandokan e il primo a seguire i boca teros
a Valdemingómez, lungo la Cañada Real,
dove ne! 2009 viene trasferita la sarabanda
infernale di Las Barranquillas, lo
sterminatocampo edifica to dai machaca,
nuova roccaforte di zingari, immigrati,
mafiosi e trafficanti d 'arrni, signori della
droga. E anche qui i Bocatas tornano, a
scaldare pasta e lenticchie su fornelli da
campeggio, offri:re budini a pregiudicali,
straccioni, tossicomani. Tra loro Sebas,
l 'unico ad ave re una carta d 'iden tita il cui
indirizzo e "Cañada Real s / n" al soldo
di uno dei piu importanti clan di zingari
che smercia roba, «mi invito a sal u tare la
mama gitana a capo del traffico per cui
lui lavorava. Viveva in una catapecchia
con le dosi sparpagliate sul tavolo, fuori
i vigilantes armati fino ai denti. Ancora
non lo sapevamo ma Sebas, che quando
era fatto non riusciva nemmeno ad addentare
il panino, aveva un cuore grosso,
enorme». E una sera del 31 dicembre
quando siede al tavolo di Chules col Meji,
Sandokan, c'e anche il prete, c'e la sorella
di Chules, giocano a carte, festeggiano
san Silvestro. Ali.e vacanzine eslive Sebas
si attacca alla carrozzella di Pepe, rimasto
teraplegico dopo un incidente in macchina,
gli offre le sue gambe traballanli e
malconce, si cura che nulla gli manchi. Di
Ji a pochi mesi il buco di una tracheostomia
gli chiude la voce, «il medico gli vieto
di tornare nella sua merdosa stanza alla
Ca nada e il parroco di San Jorge decise di
ospitarlo. Temporaneamente, diceva. Poi
Sebas cucinava troppo bene e la canonica
di vento casa sua. Trascorse gli ultimi anni
a capo della lavanderia di un'impresa
sociale dove lavoravano disabili psichici,
sordi, handicappati. Lui con la gola cucita,
il vol to impenetrabile e quella bomba
di cuore in mezzo ai matti. 11 cancro se
lo porto via in tre, quattro mesi. E lui se
ne e andato ringraziando la vita». Era il
16 luglio di due anni fa, festa della Beata
Vergine del Carmen.
***
Ch u les e laurea to in Giurisprudenza e Gestione
delle imprese, fa il commercialista,
nessun boca teros lavara per Bocatas
ma tutti, di qualunque cosa si occupino,
restano bocateros fino al midollo. «Que!
che e essenziale al pavero e essenziale a
te, per meno dell 'essenziale chi e cosi folle
da uscire dalla schiavitii dei trafficanli
di droga per seguirti fino agli esercizi spirituali
ad Avila? Per questo Bocatas e un
luogo adatto all'uomo: perché risponde a
quello che e l'uomo e non all'immagine
che abbiamo del "disadattato sociale".
Noi non abbiamo un "progetto" su un
gruppo marginale, sfamiamo famiglie,
accompagniamo il reinserimento degli
ex tossici, offriamo una compagnia educativa
a minori gitani, ma lo facciamo
rispondendo a volti ben concreti, con i
quali si intraprende un'amicizia, senza la
quale tutto ritorna al nulla, torni a rifarti.
Senza un vol to, il volto di Sebas, del Meji,
Sando a che serve chiedere soldi, sussidi?
Tutto finirebbe col progetto. Come ha
detto il cardinale Roger Etchegaray, "il
lebbroso ha diritto a essere curato, ma
non ha diritto al bacio di san Francesco;
eppure ne ha tanto bisogno. La carita
esige la giuslizia, ma va oltre: le cure sono
la giustizia, ma il bacio e qualcosa di
piu di cui l'uomo ha bisogno, e la carita".
Non ci tiene insieme un volontarismo
ma la carita che e una gralitudine per la
vita e un'amicizia che porta con sé una
delle sue modalita piu potenli in questo
dedicarsi agli altri». E l'amicizia - lo abbiamo
scritto occupandoci su tempi.it di
Bocatas appena Madrid e stata travolta
da Covid, e di come abbia gemmato fino a
Milano, stazione Garibaldi, binario 10-e
per statuto imprevedibile.
***
Fino a marzo, SO bocateros sfamavano
circa SO famiglie gravitanti intorno a
Santo Tomás, la parrocchia dove ora si
riuniscono, un mese dopo le famiglie da
sfamare sono diventate 1.200, 4 mila le
persone che hanno ricevuto oltre 30 mila
chili di cibo, 420 i volontari, perché il virus
ha trivellato la citta ea migliaia vecchi
e nuovi poveri si sono rivolti alla Caritas.
E la «pasión por el hombre» che ha mosso
i Bocatas ha superato in velocita e contagiosita
il virus: «Oggi dobbiamo svaligiare
il Banco alimentare per stare dietro a tutti.
All'inizio ci ha seguito la gente che ci
vedeva trafficare intomo alla parrocchia
e gli stranieri accolti nel centro parrocchiale,
ci han no indica to loro le "tane",
i garage e i tubi di scolo dove vivevano i
Fino a marzo, in cinquanta
sfamavano circa 50 famiglie,
un mese dopo le famiglie
da sfamare sono diventate
1.200, 4 mila le persone che
hanno ricevuto oltre 30 mila
chili di cibo, 420 volontari
loro connazionali. Poi si sono aggregati
i militari, le poste per recapitare il cibo,
la polizia ci ha permesso di movimentare
cibo in tulla Madrid. A que! punto sono
arrivate le telecamere e i giornali, una
ditta ha donato degli smartphone per il
lavoro e la didatlica a distanza, ci ha aiutato
il patron di Leche Pascual, ci ha chiamato
chiunque, dai direttori finanziari
alla gente semplice, proponendoci cibo,
mascherine, sistemazioni, soldi, tempo:
"Cosa possiamo fare?"».
***
La carita esplode, travolge i Bocatas. A
ogni volontario e affidata la famiglia destinataria
del pacco alimentare, c'e chi
aiuta a pagare l'affitto, chi regala ricariche
telefonice. Chules si e dovuto trasferire
in parrochia per stare diettro a magazzini,
scorte, furgoni, «non si capisce piu chi
e il povero e il volontario, abbiamo dovuto
dividerci in gruppi per occuparci dei bisogni
di chi ha bimbi piccolissimi o di chi
ha bisogno di una sistemazione perché
vive in condizioni inumane. Un'amica
infermiera si e messa a cercare lavoro ai
disoccupati, ora l'aiutano in sedici, siamo
stali contattati da comune e fondazione.
Una squadra di calcio femminile ci ha donato
seimila euro solo perché "tra i tanti
ci ha col pito la vostra amicizia"». Quando
racconliamo a Chules della "malattia del
con trolla" che si e diffusa in Italia insieme
a Covid-19, dalle app di tracciamento
alla resistenza burocratica verso ogni
tentativo di ripartenza delle imprese fino
alle campagne politiche tese a distruggere
tullo cio che melle in discussione il
monopolio statale del "bene comune", il
madrileno sorride: «Scienza e religione
degli argomenti: non sono certo questi a
mancare, diceva Péguy, nel mondo e nella
chiesa del mondo moderno. Manca l'oncia
di carita. Noi non siamo vigilantes, ma
sentinelle, non crediamo nella Gestapo
ma nel cuore grosso. Funziona meglio, e
rapido, e una vita in piena, guardate Madrid.
L'amore, come diceva Giovanni Paolo
11, vince sempre, ma bisogna metiere
insieme l'io, l'immenso io di Dio». Come
Sebas, que! giorno di luglio, accanto il
figlio che aveva cercato e conosciuto appena
un mese prima di morire e che tullo
quello che ora sa di suo padre e che era un
uomo amalo e felice.
■