"Il cuore grosso dei bocateros", Tempi, 16/06/2020
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scaldare pasta e lenticchie su fornelli da
campeggio, offri:re budini a pregiudicali,
straccioni, tossicomani. Tra loro Sebas,
l 'unico ad ave re una carta d 'iden tita il cui
indirizzo e "Cañada Real s / n" al soldo
di uno dei piu importanti clan di zingari
che smercia roba, «mi invito a sal u tare la
mama gitana a capo del traffico per cui
lui lavorava. Viveva in una catapecchia
con le dosi sparpagliate sul tavolo, fuori
i vigilantes armati fino ai denti. Ancora
non lo sapevamo ma Sebas, che quando
era fatto non riusciva nemmeno ad addentare
il panino, aveva un cuore grosso,
enorme». E una sera del 31 dicembre
quando siede al tavolo di Chules col Meji,
Sandokan, c'e anche il prete, c'e la sorella
di Chules, giocano a carte, festeggiano
san Silvestro. Ali.e vacanzine eslive Sebas
si attacca alla carrozzella di Pepe, rimasto
teraplegico dopo un incidente in macchina,
gli offre le sue gambe traballanli e
malconce, si cura che nulla gli manchi. Di
Ji a pochi mesi il buco di una tracheostomia
gli chiude la voce, «il medico gli vieto
di tornare nella sua merdosa stanza alla
Ca nada e il parroco di San Jorge decise di
ospitarlo. Temporaneamente, diceva. Poi
Sebas cucinava troppo bene e la canonica
di vento casa sua. Trascorse gli ultimi anni
a capo della lavanderia di un'impresa
sociale dove lavoravano disabili psichici,
sordi, handicappati. Lui con la gola cucita,
il vol to impenetrabile e quella bomba
di cuore in mezzo ai matti. 11 cancro se
lo porto via in tre, quattro mesi. E lui se
ne e andato ringraziando la vita». Era il
16 luglio di due anni fa, festa della Beata
Vergine del Carmen.
***
Ch u les e laurea to in Giurisprudenza e Gestione
delle imprese, fa il commercialista,
nessun boca teros lavara per Bocatas
ma tutti, di qualunque cosa si occupino,
restano bocateros fino al midollo. «Que!
che e essenziale al pavero e essenziale a
te, per meno dell 'essenziale chi e cosi folle
da uscire dalla schiavitii dei trafficanli
di droga per seguirti fino agli esercizi spirituali
ad Avila? Per questo Bocatas e un
luogo adatto all'uomo: perché risponde a
quello che e l'uomo e non all'immagine
che abbiamo del "disadattato sociale".
Noi non abbiamo un "progetto" su un
gruppo marginale, sfamiamo famiglie,
accompagniamo il reinserimento degli
ex tossici, offriamo una compagnia educativa
a minori gitani, ma lo facciamo
rispondendo a volti ben concreti, con i
quali si intraprende un'amicizia, senza la
quale tutto ritorna al nulla, torni a rifarti.
Senza un vol to, il volto di Sebas, del Meji,
Sando a che serve chiedere soldi, sussidi?
Tutto finirebbe col progetto. Come ha
detto il cardinale Roger Etchegaray, "il
lebbroso ha diritto a essere curato, ma
non ha diritto al bacio di san Francesco;
eppure ne ha tanto bisogno. La carita
esige la giuslizia, ma va oltre: le cure sono
la giustizia, ma il bacio e qualcosa di
piu di cui l'uomo ha bisogno, e la carita".
Non ci tiene insieme un volontarismo
ma la carita che e una gralitudine per la
vita e un'amicizia che porta con sé una
delle sue modalita piu potenli in questo
dedicarsi agli altri». E l'amicizia - lo abbiamo
scritto occupandoci su tempi.it di
Bocatas appena Madrid e stata travolta
da Covid, e di come abbia gemmato fino a
Milano, stazione Garibaldi, binario 10-e
per statuto imprevedibile.
***
Fino a marzo, SO bocateros sfamavano
circa SO famiglie gravitanti intorno a
Santo Tomás, la parrocchia dove ora si
riuniscono, un mese dopo le famiglie da
sfamare sono diventate 1.200, 4 mila le
persone che hanno ricevuto oltre 30 mila
chili di cibo, 420 i volontari, perché il virus
ha trivellato la citta ea migliaia vecchi
e nuovi poveri si sono rivolti alla Caritas.
E la «pasión por el hombre» che ha mosso
i Bocatas ha superato in velocita e contagiosita
il virus: «Oggi dobbiamo svaligiare
il Banco alimentare per stare dietro a tutti.
All'inizio ci ha seguito la gente che ci
vedeva trafficare intomo alla parrocchia
e gli stranieri accolti nel centro parrocchiale,
ci han no indica to loro le "tane",
i garage e i tubi di scolo dove vivevano i
Fino a marzo, in cinquanta
sfamavano circa 50 famiglie,
un mese dopo le famiglie
da sfamare sono diventate
1.200, 4 mila le persone che
hanno ricevuto oltre 30 mila
chili di cibo, 420 volontari
loro connazionali. Poi si sono aggregati
i militari, le poste per recapitare il cibo,
la polizia ci ha permesso di movimentare
cibo in tulla Madrid. A que! punto sono
arrivate le telecamere e i giornali, una
ditta ha donato degli smartphone per il
lavoro e la didatlica a distanza, ci ha aiutato
il patron di Leche Pascual, ci ha chiamato
chiunque, dai direttori finanziari
alla gente semplice, proponendoci cibo,
mascherine, sistemazioni, soldi, tempo:
"Cosa possiamo fare?"».
***
La carita esplode, travolge i Bocatas. A
ogni volontario e affidata la famiglia destinataria
del pacco alimentare, c'e chi
aiuta a pagare l'affitto, chi regala ricariche
telefonice. Chules si e dovuto trasferire
in parrochia per stare diettro a magazzini,
scorte, furgoni, «non si capisce piu chi
e il povero e il volontario, abbiamo dovuto
dividerci in gruppi per occuparci dei bisogni
di chi ha bimbi piccolissimi o di chi
ha bisogno di una sistemazione perché
vive in condizioni inumane. Un'amica
infermiera si e messa a cercare lavoro ai
disoccupati, ora l'aiutano in sedici, siamo
stali contattati da comune e fondazione.
Una squadra di calcio femminile ci ha donato
seimila euro solo perché "tra i tanti
ci ha col pito la vostra amicizia"». Quando
racconliamo a Chules della "malattia del
con trolla" che si e diffusa in Italia insieme
a Covid-19, dalle app di tracciamento
alla resistenza burocratica verso ogni
tentativo di ripartenza delle imprese fino
alle campagne politiche tese a distruggere
tullo cio che melle in discussione il
monopolio statale del "bene comune", il
madrileno sorride: «Scienza e religione
degli argomenti: non sono certo questi a
mancare, diceva Péguy, nel mondo e nella
chiesa del mondo moderno. Manca l'oncia
di carita. Noi non siamo vigilantes, ma
sentinelle, non crediamo nella Gestapo
ma nel cuore grosso. Funziona meglio, e
rapido, e una vita in piena, guardate Madrid.
L'amore, come diceva Giovanni Paolo
11, vince sempre, ma bisogna metiere
insieme l'io, l'immenso io di Dio». Come
Sebas, que! giorno di luglio, accanto il
figlio che aveva cercato e conosciuto appena
un mese prima di morire e che tullo
quello che ora sa di suo padre e che era un
uomo amalo e felice.
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