10.07.2021 Views

TEMPLATE Orvieto

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>Orvieto</strong>.<br />

Luglio 2021<br />

w w w . s k y l a b s t u d i o s . n e t


#2 Template - <strong>Orvieto</strong><br />

Index.<br />

L’Anello. #08<br />

Il Duomo. #14<br />

Museo<br />

Archeologico.<br />

#20<br />

Museo dell’Opera<br />

del Duomo.<br />

#24<br />

Necropoli. #28<br />

Pozzo della Cava. #34<br />

Pozzo di San Patrizio. #38<br />

<strong>Orvieto</strong><br />

Underground.<br />

#44<br />

Torre del Moro. #48<br />

I QrCode, presenti tra le pagine,<br />

vi collegano a contenuti multimediali extra<br />

come audioguide, videoguide LIS, mappe,<br />

virtual tour e videoguide per bambini.<br />

Ogni volta che vedete questa icona<br />

siete nelle vicinanza di un contenuto multimediale<br />

in realtà aumentata. Basta scaricare l’app gratuita Linkar,<br />

inquadrare il marker e il resto lo farà la magia...<br />

skylabstudios.net


Template - <strong>Orvieto</strong> #3<br />

Preface.<br />

Benvenuti in Template.<br />

Template è un progetto nato nei laboratori creativi di Skylab Studios per<br />

accompagnare le persone in un viaggio esperenziale attraverso il patrimonio<br />

italiano e non solo.<br />

Ogni mese una nuova meta raccontata attraverso obbiettivi a 360°, foto, droni,<br />

video, qr code e esperienze in realtà virtuale e aumentata.<br />

Non è un semplice magazine, ma un’esperienza altamente innovativa grazie<br />

all’ app Linkar per la realtà aumentata e la lettura dei qr code.<br />

skylabstudios.net


#4 Template - <strong>Orvieto</strong><br />

Città viva,<br />

esperienza autentica<br />

<strong>Orvieto</strong> è la città più importante del territorio umbro sud-occidentale e<br />

riferimento di quello che viene definito “comprensorio orvietano”.<br />

Tutti i Comuni che fanno parte di questo territorio hanno avuto un forte legame<br />

storico con <strong>Orvieto</strong> e, ad essa, devono in gran parte la loro nascita ed il<br />

susseguente sviluppo urbanistico.<br />

skylabstudios.net


Template - <strong>Orvieto</strong> #5<br />

Le tracce dei primi insediamenti umani nel territorio sono collocabili in aree quali quella del Monte Peglia,<br />

Parrano e lungo Tevere, ma è con l’insediamento e l’espansione della civiltà Etrusca (X secolo a.C.) che si registra<br />

un’organizzazione urbana e sociale più importante e strutturata.<br />

Di questa civiltà <strong>Orvieto</strong> (Velzna) ne divenne il centro principale e, non solo dell’immediato comprensorio, ma, come<br />

dimostrano recenti scavi e l’individuazione di un grande santuario federale (Fanum Voltumnae) ai piedi della rupe<br />

orvietana, anche dell’intera “Lega Etrusca”.<br />

Gli Etruschi modellarono la città di <strong>Orvieto</strong> lasciando un grande patrimonio di organizzazione, conoscenze<br />

ed architettura che, ancora oggi, si può apprezzare nei siti archeologici (necropoli, tempio del Belvedere),<br />

nei sotterranei della città e nei musei cittadini. Lo sviluppo e la prosperità di <strong>Orvieto</strong> etrusca durarono fino<br />

al 264 a.C. anno in cui, il sempre più potente esercito di Roma, dopo aver conquistato numerosi territori di<br />

Umbri ed Etruschi, riuscì ad espugnare anche <strong>Orvieto</strong>. La città umbra fu distrutta ed i suoi abitanti deportati<br />

presso il Lago di Bolsena dove nacque Volsinii Novi.<br />

skylabstudios.net


#6 Template - <strong>Orvieto</strong><br />

Con la dominazione romana e la realizzazione di due nuove grandi vie consolari come la Via Cassia e la Via Traiana<br />

Nova si creò, nel territorio, un’intensa attività di carattere commerciale che se da una parte causò l’isolamento<br />

dell’area di <strong>Orvieto</strong>, dall’altra facilitò la crescita di altri nuclei abitativi che si trovavano sulle rotte commerciali. E’ solo<br />

con la fine dell’Impero romano (V sec. d.C.) che <strong>Orvieto</strong> torna ad essere popolata tuttavia la città dovrà attendere la<br />

fine del tumultuoso periodo delle invasioni barbariche per tornare ad essere, in epoca medievale, un libero Comune<br />

vivo e potente.<br />

E’ in quest’epoca che la città, seppur segnata da continue lotte tra le potenti famiglie locali dei Filippeschi<br />

(ghibellini) e dei Monaldeschi (guelfi), si sviluppa e si arricchisce di palazzi, chiese e monumenti che oggi<br />

ne caratterizzano il centro storico. Dalla Fortezza Albornoz al Palazzo del Popolo, dalla Torre del Moro allo<br />

splendido Duomo.<br />

skylabstudios.net


Template - <strong>Orvieto</strong> #7<br />

Lo sviluppo sociale ed economico della città fu reso possibile anche grazie alla costante presenza sulla rupe di<br />

numerosi papi e delle loro corti; il potere della chiesa facilitò anche il prevalere dei filo papali Monaldeschi sui<br />

Filippeschi. La fine della lunga disputa tra le due famiglie locali permise ai Monaldeschi di governare <strong>Orvieto</strong> per<br />

diversi anni.<br />

La successiva suddivisione della potente famiglia in diversi rami (Monaldeschi della Vipera, della Cervara, del Cane<br />

e dell’Aquila) fece sì che vari discendenti decisero di rafforzare i confini in difesa del territorio orvietano edificando<br />

castelli, rocche e avamposti militari intorno ai quali poi si svilupparono quei centri abitati che oggi rappresentano i<br />

Comuni del comprensorio orvietano.<br />

skylabstudios.net


#8 Template - <strong>Orvieto</strong><br />

<strong>Orvieto</strong> è una città con oltre tremila anni di storia che non<br />

finisce mai di essere scoperta, questo anche perché il suo<br />

sottosuolo cela un’altra città contrapposta a quella “visibile”<br />

è la sua metà sotterranea, un insieme di grotte, pozzi,<br />

cunicoli che si aprono all’interno delle pareti tufacee.<br />

Se alcuni luoghi sotterranei sono utilizzati ancora come<br />

cantine private, altri offrono un’attrattiva imperdibile<br />

al visitatore, dalla profondità del Pozzo di San Patrizio<br />

passando alla complessa e articolazione del Pozzo<br />

della Cava, alla suggestione del Labirinto di Adriano ed i<br />

sotterranei di Sant’Andrea fino alle originali grotte di <strong>Orvieto</strong><br />

Underground.<br />

non vi resta che iniziare<br />

la scoperta di <strong>Orvieto</strong>...<br />

skylabstudios.net


<strong>Orvieto</strong>


#10 Template - <strong>Orvieto</strong><br />

skylabstudios.net


Template - <strong>Orvieto</strong> #11<br />

Lei è la piccola Anna,<br />

una mascotte<br />

interattiva che<br />

accompagna i turisti<br />

più giovani nel<br />

patrimonio di <strong>Orvieto</strong>.<br />

L’Anello.<br />

Basta scaricare<br />

l’app gratuita<br />

Linkar, inquadrare<br />

il personaggio a<br />

fumetti per scoprire<br />

la magia della realtà<br />

aumentata.<br />

Il percorso di trekking urbano “a mezz’aria” si snoda per cinque chilometri lungo<br />

tutta la Rupe di <strong>Orvieto</strong> e permette di toccare realmente con mano la consistenza<br />

del masso tufaceo su cui si è sviluppata la città offrendo molteplici visuali<br />

panoramiche in direzione di tutti i punti cardinali.<br />

Cinque i punti di accesso: Madonna del Velo, Porta Vivaria, Porta Rocca anche detta<br />

Porta Soliana, Palazzo Tiberio Crispo e il parcheggio dell’ex Campo della Fiera.<br />

Nel tratto tra la chiesa della Madonna del Velo e Porta Vivaria, dove si trovano gli<br />

antichi resti della porta medievale detta anche dello Scenditoio, si può incontrare<br />

la Chiesa del Crocefisso del Tufo, una cappella rupestre con un crocefisso<br />

intagliato nella roccia vulcanica probabilmente risalente al XVI secolo. Da qui si può<br />

raggiungere la Necropoli etrusca del Crocefisso del Tufo che prende il nome proprio<br />

dal gioiello custodito nell’antica chiesetta oggi visitabile per gruppi organizzati su<br />

prenotazione.<br />

Proseguendo da Porta Vivaria ci si imbatte nella Grotta della Fungaia, un<br />

enorme cavità artificiale originariamente sfruttata come cava di pozzolana e<br />

successivamente per la coltivazione dei funghi. Passando sotto il pozzo di San<br />

Patrizio, il Tempio etrusco del Belvedere e la Fortezza Albornoz si arriva nella zona<br />

delle Piagge dove è possibile vedere sia i resti del tracciato medievale selciato<br />

che univa la parte orientale della Rupe con la Valle del Paglia sia la galleria della<br />

funicolare che collega <strong>Orvieto</strong> con la stazione ferroviaria. Nella stessa zona anche i<br />

resti della piccola chiesa seicentesca della Madonna della Rosa.<br />

skylabstudios.net


#12 Template - <strong>Orvieto</strong><br />

skylabstudios.net


Template - <strong>Orvieto</strong> #13<br />

La Grotta dei tronchi fossili, come la Grotta della Fungaia visitabile su prenotazione per gruppi organizzati, è la<br />

principale attrazione che si trova nel tratto in direzione di Palazzo Tiberio Crispo, l’edificio rinascimentale disegnato<br />

da Antonio da Sangallo il Giovane, il progettista del pozzo di San Patrizio. Si tratta di una cavità artificiale dove sono<br />

presenti resti di alberi e vegetazione risalenti a 350.000 anni fa successivamente ricoperti da materiali vulcanici<br />

provenienti dalle eruzioni del sistema vulcanico Vulsino di circa 320.000 anni fa. Le eruzioni li hanno inglobati senza<br />

distruggerli completamente e di alcuni è possibile notare perfino gli anelli di accrescimento.<br />

Continuando il percorso si incontra la Necropoli etrusca di Cannicella risalente al VI-IV secolo a.C.. Inserito nel tessuto<br />

della necropoli c’è il Santuario di Cannicella di cui oggi si possono ammirare i resti. Da qui proviene la famosa statua<br />

in marmo greco, la “Venere di Cannicella” conservata nel Museo etrusco “Claudio Faina” che si trova in piazza Duomo.<br />

Nell’ultimo tratto dell’Anello della Rupe è possibile avere una vista panoramica delle aperture delle grotte che si<br />

affacciano a varie altezze lungo la parete verticale del masso tufaceo e dei resti dell’acquedotto medievale che<br />

serviva <strong>Orvieto</strong> già nella prima metà del XIII secolo.<br />

Si arriva infine a Porta Maggiore, il più antico accesso monumentale alla città già da epoca etrusca posto sulla via<br />

che porta al lago di Bolsena. Da qui si snoda un altro sentiero del Parco archeologico ambientale dell’Orvietano, il<br />

“Sentiero del Sasso Tagliato” che conduce al borgo di Sugano passando per gli scavi archeologici del Campo della<br />

Fiera, probabilmente sede del santuario federale degli etruschi Fanum Voltumnae, e il Sasso Tagliato, il masso che,<br />

stando alla tradizione, si aprì al passaggio della processione che recava a <strong>Orvieto</strong> il sacro corporale del miracolo del<br />

Corpus Domini avvenuto a Bolsena.<br />

skylabstudios.net


#14 Template - <strong>Orvieto</strong><br />

Il Duomo<br />

e la cappella di San Brizio.<br />

Simbolo della città, il Duomo di<br />

<strong>Orvieto</strong> è un gioiello dell’architettura<br />

romanico-gotica. Il “Giglio d’oro” delle<br />

cattedrali, per via dei suoi mosaici<br />

dorati che illuminano la splendida<br />

facciata, custodisce i capolavori di<br />

Luca Signorelli e Francesco Mochi e<br />

il sacro lino del Miracolo del Corpus<br />

Domini.<br />

La costruzione del Duomo di<br />

<strong>Orvieto</strong> ebbe inizio nel 1290 per<br />

volontà di Papa Nicolò IV. Il primo<br />

progetto del disegno della facciata<br />

della Cattedrale è probabilmente<br />

da attribuire ad Arnolfo di Cambio<br />

al quale seguì, dopo circa vent’anni,<br />

Lorenzo Maitani. I lavori andarono<br />

avanti per oltre 3 secoli.<br />

La facciata del Duomo di <strong>Orvieto</strong> è<br />

unica al Mondo per i suoi mosaici<br />

e per il rosone di Andrea di Cione<br />

detto l’Orcagna. Il progetto generale<br />

è opera di Lorenzo Maitani, caput<br />

magister della Fabbrica dal 1310 al<br />

1330. A lui si deve l’immagine del<br />

Duomo attuale poiché anche i suoi<br />

successori seguirono il modello e<br />

le indicazioni del maestro senese.<br />

La facciata è impreziosita dai<br />

bassorilievi alla base delle quattro<br />

guglie che raffigurano scene del<br />

Vecchio e del Nuovo Testamento<br />

(Genesi, Albero di Jesse, Episodi della<br />

vita di Gesù e Giudizio Universale)<br />

mentre i mosaici raccontano scene<br />

di vita di Maria: dalla Natività della<br />

Vergine all’Assunzione in cielo,<br />

dall’Annunciazione all’Incoronazione.<br />

La Cattedrale è dedicata a Santa<br />

Maria Assunta in Cielo e la presenza<br />

della Vergine è rappresentata<br />

anche dalla scultura in bronzo posta<br />

sopra il portale centrale mentre<br />

le altre statue, sempre in bronzo,<br />

rappresentano simbolicamente i 4<br />

Evangelisti: l’Angelo (San Matteo),<br />

il Leone (San Marco), l’Aquila (San<br />

Giovanni) il Toro (San Luca).<br />

L’interno della cattedrale ha uno<br />

stile sobrio illuminato dal rosone e<br />

dalla grande vetrata gotica posta<br />

dietro l’altare. Si apprezzano una<br />

grande acquasantiera in marmo, il<br />

fonte battesimale e, sul lato sinistro,<br />

la Madonna in trono con Bambino e<br />

angeli di Gentile da Fabriano (1425).<br />

Nella navata centrale si può ammirare<br />

l’intero ciclo scultoreo degli Apostoli<br />

e dei 4 Santi protettori “tornati” in<br />

Cattedrale nel 2019 dopo 122 anni di<br />

esilio.<br />

Ai lati dell’abside sull’altare maggiore<br />

sono state ricollocate le statue<br />

dell’Annunciazione di Francesco<br />

Mochi. Un capolavoro della scultura<br />

del Seicento che rappresenta l’Angelo<br />

Annunciante e la Vergine Annunciata.<br />

La statua dell’Angelo è considerata la<br />

prima scultura barocca della storia.<br />

Ai lati dell’altare si aprono le due<br />

cappelle: quella del Corporale e<br />

quella Nova (o di San Brizio).<br />

Nella cappella del Corporale,<br />

affrescata con le opere di Ugolino<br />

di Prete Ilario ed altri artisti, si<br />

conserva la reliquia del Miracolo<br />

Eucaristico avvenuto a Bolsena nel<br />

1263 cui è legata l’istituzione della<br />

Festa del Corpus Domini. Sempre<br />

in questa cappella è custodito ed<br />

esposto il Tabernacolo del Corporale.<br />

Sopra l’ingresso della cappella<br />

del Corporale si trova l’organo<br />

monumentale disegnato e scolpito da<br />

Ippolito Scalza, mentre allo stesso<br />

Scalza è attribuito il gruppo scultoreo<br />

della Pietà.<br />

Nella Cappella Nova o di San<br />

Brizio si trova uno dei maggiori cicli<br />

pittorici del Rinascimento avviato da<br />

Beato Angelico e terminato da Luca<br />

Signorelli. Il Giudizio Universale è un<br />

capolavoro del pittore cortonese in un<br />

alternarsi di scene apocalittiche e di<br />

redenzione. Il tema e le raffigurazioni<br />

create dal Signorelli furono di<br />

ispirazione per Michelangelo nella<br />

realizzazione degli affreschi della<br />

celebre Cappella Sistina.<br />

skylabstudios.net


Template - <strong>Orvieto</strong> #15<br />

skylabstudios.net


#16 Template - <strong>Orvieto</strong><br />

skylabstudios.net


Template - <strong>Orvieto</strong> #17<br />

skylabstudios.net


#18 Template - <strong>Orvieto</strong><br />

skylabstudios.net


Template - <strong>Orvieto</strong> #19<br />

skylabstudios.net


#20 Template - <strong>Orvieto</strong><br />

Il Museo archeologico nazionale<br />

espone una vasta ed importante<br />

collezione di reperti archeologici<br />

provenienti da <strong>Orvieto</strong> e dal territorio<br />

circostante.<br />

All’interno del museo, che si trova<br />

in piazza Duomo, sono esposti vasi,<br />

buccheri, bronzi e oggetti di uso<br />

quotidiano di epoca etrusca.<br />

Nella sala principale sono<br />

presentati materiali di antico e<br />

nuovo rinvenimento dalla necropoli<br />

settentrionale di Crocifisso del Tufo.<br />

Notevoli alcuni corredi funerari, ricchi<br />

di oggetti, sia di importazione, sia di<br />

produzione locale, come i buccheri.<br />

La sala attigua contiene alcuni corredi<br />

recuperati nel corso dello scavo nella<br />

necropoli di Porano, uno dei centri<br />

minori che sorgevano a corona della<br />

città sulla rupe. Le sepolture sono di<br />

livello elevato e in alcuni casi sono<br />

state impreziosite da pitture parietali,<br />

fra i pochi esempi di tale espressione<br />

artistica, almeno nell’Etruria<br />

settentrionale interna.<br />

In un ambiente attiguo viene<br />

proposta la ricostruzione delle due<br />

tombe Golini, rinvenute alla fine<br />

dell’Ottocento, le cui pitture, staccate<br />

dalle pareti delle tombe sono state<br />

ricollocate secondo le posizioni<br />

originarie. Gli affreschi illustrano scene<br />

del banchetto funebre, ambientato<br />

nell’oltretomba, alla presenza degli<br />

dei dell’Averno.<br />

L’itinerario prosegue con la sala<br />

dedicata alla necropoli di Cannicella,<br />

sulla pendice meridionale della rupe<br />

di <strong>Orvieto</strong>, solo in parte visibile: nella<br />

zona, occupata da una necropoli<br />

di epoca arcaica, con sepolture ed<br />

organizzazione urbanistica simili a<br />

quelle di Crocifisso del Tufo,<br />

fu realizzata una importante area sacra a partire dalla seconda metà del VI sec.<br />

a.C., con un tempio decorato da importanti terrecotte e con una serie di edifici<br />

collaterali probabilmente destinati a funzioni marginali. Anche in questo caso<br />

vengono esposte ceramiche e bronzi appartenenti al corredo delle tombe, molte<br />

delle quali furono rinvenute nel corso dell’Ottocento, a seguito di ampie campagne<br />

di ricerca.<br />

Un’apposita sala è invece stata allestita con tutti i più recenti ritrovamenti<br />

provenienti dalle campagne di scavo presso il sito di Campo della Fiera, sito che<br />

molti studiosi concordano essere il Fanum Voltumnae, il santuario federale degli<br />

etruschi dove i rappresentanti delle dodici città della lega Etrusca si riunivano in<br />

occasioni speciali.<br />

skylabstudios.net


Template - <strong>Orvieto</strong> #21<br />

Anna stavolta prende<br />

le sembianze di<br />

un’antica cittadina<br />

etrusca e vi introduce<br />

alla <strong>Orvieto</strong> etrusca.<br />

Basta scaricare<br />

l’app gratuita<br />

Linkar, inquadrare<br />

il personaggio a<br />

fumetti per scoprire<br />

la magia della realtà<br />

aumentata.<br />

Museo<br />

Archeologico.<br />

skylabstudios.net


#22 Template - <strong>Orvieto</strong><br />

skylabstudios.net


Template - <strong>Orvieto</strong> #23<br />

skylabstudios.net


#24 Template - <strong>Orvieto</strong><br />

skylabstudios.net


Template - <strong>Orvieto</strong> #25<br />

Anna in versione turista è<br />

pronta per accompagnarti in<br />

tutto il resto del patrimonio<br />

culturale e non solo<br />

Basta scaricare l’app<br />

gratuita Linkar, inquadrare<br />

il personaggio a fumetti per<br />

scoprire la magia della realtà<br />

aumentata.<br />

Museo<br />

dell’Opera<br />

del Duomo.<br />

Nel Museo dell’Opera<br />

del Duomo (M.O.D.O)<br />

la storia della città<br />

di <strong>Orvieto</strong> e del suo<br />

Duomo è ripercorsa<br />

attraverso le preziose<br />

collezioni artistiche<br />

che la Fabbriceria<br />

conserva da più<br />

di otto secoli. Il<br />

percorso interseca il<br />

tessuto urbano della<br />

città, dalla Piazza<br />

del Duomo fino al<br />

millenario quartiere<br />

di San Giovenale e<br />

alla storica Chiesa di<br />

Sant’Agostino.<br />

Il MODO ha sede negli<br />

antichi palazzi papali a<br />

fianco della cattedrale<br />

di <strong>Orvieto</strong>. Il museo<br />

espone sculture e<br />

opere pittoriche di<br />

grande pregio alcune<br />

delle quali facenti<br />

parte del “corredo”<br />

del Duomo. Di grande<br />

rilievo sono anche<br />

preziosi oggetti di arte<br />

orafa ed arredi sacri<br />

anch’essi provenienti<br />

dalla Cattedrale.<br />

Il percorso museale<br />

all’interno dei palazzi<br />

papali si compone<br />

al piano terra<br />

della Galleria degli<br />

Affreschi con dipinti<br />

murali del XIV e XV<br />

secolo. Al primo piano<br />

si trovano la Sala della<br />

Maestà e le Stanze<br />

delle Meraviglie. Qui<br />

si trova il gruppo<br />

scultoreo trecentesco<br />

originale della<br />

Madonna in trono con<br />

Bambino ed Angeli<br />

con opere di pregio<br />

dei più autorevoli<br />

artisti del passato da<br />

Coppo di Marcovaldo<br />

ad Arnolfo di Cambio,<br />

da Simone Martini,<br />

a Luca Signorelli e<br />

Niccolò Circignani.<br />

Infine la Sala delle<br />

Sinopie, dove è<br />

possibile ammirare<br />

bozzetti preparatori<br />

degli affreschi<br />

della Cappella del<br />

Corporale, preziose<br />

oreficerie e sculture di<br />

vario genere.<br />

Da visitare anche<br />

la Libreria Albéri,<br />

il suggestivo<br />

ambiente, inserito<br />

tra la cattedrale<br />

e i palazzi Papali,<br />

che fu edificato nel<br />

1449 per accogliere<br />

la biblioteca<br />

dell’arcidiacono<br />

Antonio Albèri che nel<br />

testamento dispose di<br />

lasciare al Duomo la<br />

sua raccolta: oltre 300<br />

volumi, tra manoscritti<br />

e preziosi incunaboli.<br />

La Libreria Albèri<br />

accoglie un oggetto<br />

straordinariamente<br />

prezioso, carico di<br />

storia e di tradizione<br />

e di una valenza<br />

simbolica che ne<br />

supera il valore<br />

culturale e fa tuttora<br />

parte di una storia viva<br />

e reale: il Reliquiario<br />

del Corporale, il<br />

tabernacolo d’argento<br />

firmato dall’orafo<br />

senese Ugolino di<br />

Vieri nel 1338, che nei<br />

suoi smalti contiene il<br />

racconto figurativo più<br />

antico della storia del<br />

miracolo eucaristico<br />

avvenuto a Bolsena<br />

nel 1263.<br />

Al piano terra del<br />

nobile Palazzo<br />

Soliano si trova<br />

invece il museo d’arte<br />

moderna Emilio<br />

Greco che ospita<br />

una collezione di 32<br />

sculture in bronzo<br />

e 60 opere grafiche<br />

(litografie, disegni e<br />

acqueforti) dell’artista<br />

siciliano Emilio Greco<br />

al quale si devono<br />

anche le sculture<br />

delle porte in bronzo<br />

del Duomo.<br />

skylabstudios.net


#26 Template - <strong>Orvieto</strong><br />

skylabstudios.net


Template - <strong>Orvieto</strong> #27<br />

skylabstudios.net


#28 Template - <strong>Orvieto</strong><br />

Scoperta nell’Ottocento,<br />

rappresenta un documento<br />

straordinario della storia e della<br />

cultura etrusca. La sua visita trova<br />

essenziale complemento in quella<br />

del Museo Archeologico Nazionale<br />

e del Museo Claudio Faina di<br />

<strong>Orvieto</strong>, che ne custodiscono<br />

numerosi reperti, soprattutto i<br />

ricchi corredi ceramici.<br />

Conosciuta come la “città dei<br />

morti”, la Necropoli del Crocefisso<br />

del Tufo prende il nome da un<br />

crocifisso realizzato nel tufo che<br />

si trova all’interno di una deliziosa<br />

e suggestiva chiesa rupestre<br />

raggiungibile dal percorso<br />

dell’Anello della Rupe. Nell’area<br />

archeologica posta ai piedi della<br />

rupe di <strong>Orvieto</strong>, sono presenti oltre<br />

200 tombe di epoca etrusca. La<br />

necropoli fu utilizzata dall’VIII al III<br />

secolo a. C. Al periodo di massimo<br />

sviluppo (VI-V secolo a.C) risale la<br />

pianificazione della necropoli a<br />

isolati, definiti da strade tra loro<br />

ortogonali e occupati da tombe<br />

del tipo “a dado”, secondo una<br />

rigida disposizione che riflette<br />

un’organizzazione sociale di tipo<br />

egualitaria.<br />

Ogni sepoltura era riservata a<br />

singole famiglie identificate dal<br />

nome del capofamiglia inciso<br />

sull’architrave, che svela la presenza<br />

anche di cittadini stranieri ad<br />

<strong>Orvieto</strong>, sempre più cosmopolita.<br />

Forme di ostentazione della<br />

ricchezza raggiunta da un largo<br />

strato di cittadini sono, infine,<br />

espresse dai lussuosi oggetti di<br />

corredo, acquistati sul mercato<br />

greco-orientale.<br />

Necropoli del<br />

Crocifisso del Tufo<br />

e Tempio del<br />

Belvedere.<br />

skylabstudios.net


Template - <strong>Orvieto</strong> #29<br />

skylabstudios.net


#30 Template - <strong>Orvieto</strong><br />

skylabstudios.net


Template - <strong>Orvieto</strong> #31<br />

skylabstudios.net


#32 Template - <strong>Orvieto</strong><br />

La scoperta<br />

di <strong>Orvieto</strong><br />

non finisce mai<br />

di sorprendere.<br />

skylabstudios.net


Template - <strong>Orvieto</strong> #33<br />

Poco distante dalla Necropoli, all’estremità settentrionale della<br />

città, vicino al Pozzo di San Patrizio, si trova il tempio etrusco<br />

del Belvedere. Si tratta del monumento meglio conservato<br />

della <strong>Orvieto</strong> etrusca e da sempre considerato uno degli esempi<br />

“canonici” dell’architettura sacra di quel periodo. Il tempio è oggi<br />

parte del Parco Archeologico e Ambientale dell’Orvietano (PAAO),<br />

un progetto volto alla valorizzazione del patrimonio archeologico<br />

in relazione alle numerose risorse naturalistiche. Dell’edificio<br />

sono anche visitabili le numerose terrecotte architettoniche di<br />

eccezionale qualità che lo decoravano, esposte sia al Museo Claudio<br />

Faina che al Museo Archeologico Nazionale di <strong>Orvieto</strong>.<br />

Del tempio, scoperto nel 1828 a seguito dei lavori per la realizzazione<br />

della via Cassia Nuova, sono conservati i muri e i tagli di fondazione<br />

che restituiscono una pianta dell’edificio articolata in un pronao (la<br />

parte anteriore) con quattro colonne sulla fronte, dietro cui si apre<br />

un ambiente a tre celle affiancate, con la centrale più ampia delle<br />

laterali.<br />

skylabstudios.net


#34 Template - <strong>Orvieto</strong><br />

Pozzo<br />

della Cava.<br />

Una discesa in un affascinante<br />

angolo della <strong>Orvieto</strong> sotterranea<br />

che si snoda sotto le vie e le case<br />

della parte più antica del quartiere<br />

medievale. Un patrimonio di<br />

testimonianze archeologiche<br />

riemerse grazie all’impegno<br />

privato dopo secoli di abbandono.<br />

Nel quartiere medievale di<br />

<strong>Orvieto</strong>, il pozzo della Cava deve<br />

il suo nome alla presenza di un<br />

grande pozzo di origine etrusca<br />

ampliato tra il 1572 e 1530 per<br />

volere di Papa Clemente VII, ma in<br />

realtà l’intero sito è un complesso<br />

archeologico ipogeo che<br />

testimonia diversi periodi e aspetti<br />

della città di <strong>Orvieto</strong>.<br />

La struttura, scoperta nel 1984<br />

durante i lavori di ristrutturazione<br />

dell’abitazione sovrastante, ha<br />

una profondità di 36 metri e un<br />

diametro medio di 3,4 metri. Una<br />

lunga serie di lavori durati una<br />

decina anni ha restituito nove<br />

ambienti diversi sia negli usi che<br />

per l’età a cui appartengono.<br />

Alla fase etrusca compresa tra<br />

il VI e il III secolo a.C. si devono i<br />

canali e le cisterne scavati nella<br />

roccia per raccogliere le acque<br />

piovane e alcune sepolture,<br />

curiosamente lontane dalle<br />

necropoli, collocate di norma fuori<br />

città. Testimonianze della lunga<br />

frequentazione del sottosuolo<br />

sono anche i diversi riutilizzi di<br />

alcune tombe in epoca medievale<br />

come follone, ovvero locali per<br />

lavare e sgrassare i tessuti. Mentre<br />

altri ambienti scavati nello stesso<br />

periodo erano cantine per la<br />

conservazione del vino e altri<br />

ancora fornaci per la produzione<br />

della ceramica. Tra queste<br />

anche una muffola, un forno di<br />

ridotte dimensioni che serviva al<br />

cosiddetto terzo fuoco usato per<br />

far aderire i colori alla ceramica.<br />

Ma nel pozzo della Cava si trovano<br />

anche i pilastri delle fondamenta<br />

degli antichi palazzi nobiliari e con<br />

essi diversi “butti” cioè depositi<br />

dalle pareti squadrati destinati a<br />

rifiuti generici, dalla caratteristica<br />

forma a fiasco, oppure riservati<br />

al vasellame di casa non più<br />

utilizzato. Per questo nel Pozzo<br />

della Cava è anche possibile<br />

ammirare un’ esposizione<br />

di ceramiche medievali e<br />

rinascimentali di <strong>Orvieto</strong>.<br />

Ogni fine anno in questo<br />

suggestivo scenario, in occasione<br />

delle festività natalizie, viene<br />

allestito l’ormai tradizionale<br />

“Presepe nel Pozzo”: una<br />

rappresentazione artistica di storie<br />

della Bibbia legate alla Natività<br />

con ambientazioni ricercate e<br />

con modelli, personaggi e animali<br />

meccanizzati.<br />

skylabstudios.net


Template - <strong>Orvieto</strong> #35<br />

skylabstudios.net


#36 Template - <strong>Orvieto</strong><br />

skylabstudios.net


Template - <strong>Orvieto</strong> #37<br />

skylabstudios.net


#38 Template - <strong>Orvieto</strong><br />

skylabstudios.net


Template - <strong>Orvieto</strong> #39<br />

Pozzo<br />

di<br />

San<br />

Patrizio.<br />

Il Pozzo di San Patrizio<br />

di <strong>Orvieto</strong> è una delle<br />

opere ingegneristiche più<br />

complesse e affascinanti<br />

di ogni tempo, l’esempio<br />

di una sfida vinta<br />

dall’uomo sulla Natura.<br />

Il Pozzo di San Patrizio,<br />

capolavoro dell’ingegneria<br />

del Rinascimento, fu<br />

fatto scavare da Papa<br />

Clemente VII, rifugiatosi<br />

a <strong>Orvieto</strong> dopo “il Sacco<br />

di Roma” ad opera<br />

dalle truppe imperiali<br />

e dai Lanzichenecchi,<br />

per rifornire di acqua la<br />

città in caso di assedio.<br />

L’incarico fu affidato<br />

ad Antonio da Sangallo il<br />

Giovane nel 1527.<br />

Per la costruzione del<br />

Pozzo di San Patrizio Papa<br />

Clemente VI incaricò<br />

Benvenuto Cellini di<br />

coniare una medaglia<br />

con la scritta “Ut bibat<br />

popolus” (“affinchè il<br />

popolo beva”), dove è<br />

rappresentato Mosè che<br />

colpisce con la verga<br />

una roccia da cui sgorga<br />

l’acqua davanti al popolo<br />

ebreo in fuga, mentre<br />

uno di essi ne attinge<br />

con una conchiglia. Gli<br />

esemplari della moneta<br />

sono conservati ai Musei<br />

Vaticani di Roma e al<br />

British Museum. L’opera<br />

fu completata nel 1537<br />

sotto il papato di Paolo III<br />

Farnese.<br />

Il pozzo inizialmente<br />

chiamato “della Rocca”<br />

in quanto prossimo alla<br />

Rocca Albornoz, fu poi<br />

ribattezzato Pozzo di San<br />

Patrizio poiché per la sua<br />

profondità fu accostato<br />

alla grotta su un’isola<br />

di un lago irlandese in<br />

cui il santo si recava per<br />

pregare. La leggenda<br />

narrava che questa cavità<br />

fosse cosi profonda da<br />

essere la porta di accesso<br />

del Purgatorio.<br />

Il Pozzo è profondo circa<br />

54 metri ed è composto<br />

da una struttura a<br />

doppia scala a spirale di<br />

248 gradini, 13 metri di<br />

diametro ed è illuminato<br />

da 72 finestroni ad arco a<br />

tutto sesto da cui filtra la<br />

luce che crea particolari<br />

tonalità sulla parete<br />

esterna scavata nella<br />

pietra viva. Questa geniale<br />

struttura creata dal<br />

Sangallo consentiva<br />

agli animali da soma di<br />

scendere e risalire per<br />

prendere l’acqua senza<br />

mai incontrarsi.<br />

Scendendo giù per il<br />

Pozzo, in prossimità del<br />

fondo, si può notare una<br />

curiosa porticina. Da<br />

qui, attraversando uno<br />

stretto cunicolo scavato<br />

nel tufo, si arriva nei pressi<br />

della fontana di San Zero,<br />

sotto la rupe. La fontana<br />

è collegata all’emissario<br />

che garantisce il livello<br />

costante dell’acqua<br />

in fondo al pozzo<br />

proveniente da una<br />

sorgente naturale. Si<br />

narra che, oltre alla sua<br />

funzione originale, questo<br />

cunicolo ebbe anche<br />

un’importante scopo:<br />

quella di rappresentare<br />

una veloce e sicura via di<br />

fuga per il Papa in caso di<br />

pericolo.<br />

All’ingresso è ancora<br />

posta l’iscrizione che,<br />

al termine dei lavori,<br />

ne espresse tutta la<br />

grandezza: “Quod natura<br />

munimento inviderat,<br />

industria adiecit”<br />

ovvero “ciò che non<br />

fece la natura, l’artificio<br />

aggiunse”.<br />

Accanto al Pozzo di San<br />

Patrizio, collegata da un<br />

passaggio recentemente<br />

recuperato, si trova la<br />

Fortezza o Rocca Albornoz<br />

edificata a partire dal 1364<br />

per volontà del cardinale<br />

Egidio Albornoz ma già<br />

nel 1390 venne distrutta<br />

mentre la città viveva un<br />

periodo di tumultuose<br />

lotte interne. Nel 1450,<br />

sotto il controllo dello<br />

Stato Pontificio la<br />

fortezza venne ricostruita<br />

e continuò ad avere la<br />

sua funzione originale di<br />

struttura di difesa militare<br />

fino alla fine del 1800.<br />

La fortezza divenne un<br />

luogo di aggregazione<br />

per eventi anche<br />

grazie alla costruzione,<br />

al suo interno, di<br />

un anfiteatro con<br />

gradinate e palchi dove si<br />

svolgevano eventi.<br />

Oggi la fortezza ospita<br />

i giardini pubblici<br />

e la casa natale del<br />

giornalista orvietano Luigi<br />

Barzini, il primo inviato<br />

speciale della storia<br />

del giornalismo. Dalle<br />

sue mura si gode di un<br />

bellissimo panorama<br />

della valle sottostante<br />

e recentemente è stato<br />

anche realizzato un<br />

percorso di collegamento<br />

tra la Rocca e il Pozzo di<br />

San Patrizio.<br />

skylabstudios.net


#40 Template - <strong>Orvieto</strong><br />

skylabstudios.net


Template - <strong>Orvieto</strong> #41<br />

skylabstudios.net


#42 Template - <strong>Orvieto</strong><br />

skylabstudios.net


Template - <strong>Orvieto</strong> #43<br />

skylabstudios.net


#44 Template - <strong>Orvieto</strong><br />

<strong>Orvieto</strong><br />

Underground.<br />

Ogni città nasconde parte della<br />

propria identità negli ambienti<br />

che sono stati scavati o costruiti al<br />

disotto della sua trafficata superficie<br />

cittadina nel corso dei secoli.<br />

Questo è ancor più vero per <strong>Orvieto</strong><br />

che, con lo stupefacente numero di<br />

1200 grotte, conserva gelosamente<br />

memoria delle città che furono nel<br />

suo sottosuolo.<br />

Un perfetto esempio è<br />

rappresentato dal Parco delle<br />

Grotte poco distante dal Duomo,<br />

sul lato sud dello sperone tufaceo,<br />

che ospita un dedalo di sotterranei<br />

fruibili grazie al percorso di visita<br />

di <strong>Orvieto</strong> Underground. Qui inizia<br />

un viaggio che conduce alla<br />

scoperta di resti etruschi, medievali<br />

e rinascimentali. Gli studi di questi<br />

ambienti inducono a riferire il loro<br />

utilizzo compreso tra il IX secolo a.<br />

C. e il XX secolo.<br />

In particolare le cavità catalogate<br />

spiccano i suggestivi resti del<br />

frantoio di Santa Chiara, con le<br />

macchine in basalto e le vasche<br />

per la raccolta della sansa,<br />

utilizzate almeno fino alla fine del<br />

XVII secolo, e ancora una cava di<br />

pozzolana e tre condotti verticali a<br />

pedarole di epoca etrusca.<br />

Un ambiente singolare è quello<br />

del colombario dove fitte aperture<br />

regolari, allineate su più livelli,<br />

erano destinate all’allevamento<br />

di colombi a scopo alimentare<br />

fin dal Medioevo. E ancora poco<br />

distanti completano il sistema le<br />

vasche per l’approvvigionamento<br />

di acqua. Le stesse vasche sono<br />

state probabilmente utilizzate nel<br />

XVIII secolo quali ambienti per la<br />

produzione del vasellame in argilla.<br />

skylabstudios.net


Template - <strong>Orvieto</strong> #45<br />

skylabstudios.net


#46 Template - <strong>Orvieto</strong><br />

Pronti a scendere nel<br />

sottosuolo di <strong>Orvieto</strong><br />

in compagnia di una<br />

speciale guida?<br />

Basta scaricare<br />

l’app gratuita Linkar,<br />

inquadrare il personaggio<br />

a fumetti per scoprire<br />

la magia della realtà<br />

aumentata.<br />

skylabstudios.net


Template - <strong>Orvieto</strong> #47<br />

skylabstudios.net


#48 Template - <strong>Orvieto</strong><br />

Torre del Moro.<br />

Palazzo del Popolo e Palazzo dei Sette<br />

La Torre del Moro è un’attrazione imperdibile per chi<br />

vuole toccare il cielo con un dito e ammirare un magnifico<br />

panorama a 360 gradi di <strong>Orvieto</strong> e del suo territorio.<br />

La Torre del Moro fu costruita nel 1200 al centro della<br />

città e divenne il simbolo della potenza comunale. Alta 47<br />

metri e orientata quasi perfettamente secondo i quattro<br />

punti cardinali a dividere oggi i 4 quartieri della città, la<br />

torre inizialmente chiamata “del Papa” e ribattezzata “del<br />

Moro” probabilmente in relazione a Raffaele di Sante detto<br />

“il Moro” personaggio il cui nome era già legato all’intera<br />

contrada ed al palazzo adiacente la torre. A seguito dei<br />

restauri del 1866, sulla torre venne installato l’orologio<br />

meccanico e le due campane civiche. La più piccola,<br />

proveniente dal campanile di Sant’Andrea, e la più grande,<br />

con impressi gli stemmi delle Arti attive nel XIV secolo, dal<br />

palazzo del Popolo.<br />

Su una parete della Torre, all’imbocco di Via della<br />

Costituente, è possibile notare una targa sulla quale sono<br />

incisi alcuni versi del VI Canto del Purgatorio della Divina<br />

Commedia di Dante Alighieri che ricordano le cruente<br />

lotte tra le famiglie orvietane dei Monaldeschi e dei<br />

Filippeschi all’epoca dei comuni. “Vieni a veder Montecchi<br />

e Cappelletti, Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura, color<br />

già tristi, e questi con sospetti!”<br />

Adiacente alla Torre si trova il Palazzo dei Signori Sette<br />

o della Mercanzia, edificato nel XII secolo per ospitare<br />

la magistratura dell’epoca costituita da sette consoli<br />

rappresentanti le Arti. La struttura fu anche la residenza<br />

papale e dimora di Antonio da Sangallo il Giovane nel XVI<br />

secolo.<br />

La Torre del Moro svetta inoltre sulla piazza che ospita il<br />

Palazzo del Capitano del Popolo. Venne costruito alla fine<br />

del 1200 come sede istituzionale del Capitano del Popolo,<br />

una figura molto diffusa all’epoca in Italia ed in altri Comuni,<br />

che aveva un rilevante ruolo di rappresentanza per il<br />

popolo. Il palazzo, così come la piazza in cui è collocato,<br />

ha sempre avuto un forte legame con la popolazione e le<br />

sue dinamiche sociali ed economiche. Infatti ancora oggi<br />

la piazza del Popolo ospita il mercato cittadino. Presenta<br />

una loggia con portici sovrastata dalla magnifica Sala<br />

dei Quattrocento. Nei sotterranei è possibile ammirare le<br />

poderose fondazioni di un tempo etrusco con la lettera A<br />

incisa sui blocchi.<br />

skylabstudios.net


Template - <strong>Orvieto</strong> #49<br />

skylabstudios.net


#50 Template - <strong>Orvieto</strong><br />

Il nostro viaggio con Anna si<br />

conclude con l’<strong>Orvieto</strong> Medioevale<br />

dove poter scoprire gli ultimi segreti<br />

che nasconde la città-.<br />

Basta scaricare l’app gratuita Linkar,<br />

inquadrare il personaggio a fumetti<br />

per scoprire la magia della realtà<br />

aumentata.<br />

skylabstudios.net


Template - <strong>Orvieto</strong> #51<br />

I QrCode, presenti tra le pagine,<br />

vi collegano a contenuti multimediali extra<br />

come audioguide, videoguide LIS, mappe,<br />

virtual tour e videoguide per bambini.<br />

Template <strong>Orvieto</strong><br />

Luglio 2021<br />

Ogni volta che vedete questa icona<br />

siete nelle vicinanza di un contenuto multimediale<br />

in realtà aumentata. Basta scaricare l’app gratuita Linkar,<br />

inquadrare il marker e il resto lo farà la magia...<br />

Art director Leonardo Tosoni<br />

Direttore Marketing Marco Piastra<br />

Photo Tiziano Crescia<br />

Realtà Aumentata Linkar<br />

Grafica Skylab Studios<br />

Testi Comune di <strong>Orvieto</strong><br />

skylabstudios.net


<strong>Orvieto</strong><br />

w w w . s k y l a b s t u d i o s . n e t

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!