Giornale dei Navigli n. 10 - 11 marzo 2022
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Venerdì <strong>11</strong> Marzo <strong>2022</strong> SPECIALE UCRAINA 3<br />
E D I TO R I A L E<br />
Focus | Voci dalla Russia e dall’Ucraina che<br />
resistono al nazionalismo<br />
(ces) Ribaltiamo la prospettiva. Non so<br />
voi, ma io sono già stufo delle analisi e<br />
delle “certezz e” di noi Occidentali di<br />
fronte a questa (ultima) tragedia chiamata<br />
guerra. Forse è meglio dare voce<br />
a chi è nato, cresciuto e vive quelle<br />
terre, così vicine e così distanti...<br />
A volte è meglio fare silenzio, leggere,<br />
ascoltare. E smetterla di credere<br />
di aver capito tutto. Perché la realtà è<br />
questa: noi, a occidente, non ci abbiamo<br />
capito proprio un bel niente.<br />
Andrea Demarchi<br />
Jaroslav Gritsak, Ukrainska Pravda,<br />
Ucraina<br />
Oggi noi ucraini non solo siamo in<br />
guerra con il regime di Vladimir<br />
Putin, ma abbiamo problemi anche<br />
con l’opposizione russa. Il 3 <strong>marzo</strong><br />
Dmitrij Bykov, un poeta russo critico<br />
di Putin, che amo e rispetto, ha<br />
rilasciato un’intervista sull’Uc ra i na<br />
e il suo futuro. E sarebbe un’intervista<br />
davvero molto bella, non<br />
fosse per un piccolo dettaglio.<br />
Parlando del futuro della Russia,<br />
Bykov sostiene che quello che sta<br />
succedendo è una novità assoluta,<br />
ma non segna la fine della storia<br />
russa. A suo avviso, questa è solo la<br />
fine della fase “mos covita” d e l la<br />
storia slava. Citando il filosofo e<br />
sociologo russo Igor Cubajs, Bykov<br />
afferma che Mosca ha fallito nel suo<br />
ruolo di costruzione dello stato russo.<br />
E aggiunge che non ha mai affrontato<br />
tale compito nemmeno<br />
a l l’interno dell’intero mondo slavo:<br />
perché Mosca non riesce a emanciparsi<br />
dalla sua aggressività, legata<br />
alle sue radici storiche.<br />
Poi Bykov prevede che ora comincerà<br />
la fase ucraina, o kievana<br />
(con riferimento alla Rus’ di Kiev,<br />
l’unione degli slavi orientali di epoca<br />
medievale), della storia slava. E aggiunge<br />
che il presidente ucraino Volodymyr<br />
Zelenskyj ha caratteristiche<br />
che riportano a quel periodo stor<br />
ico.<br />
Posso dire una cosa su queste<br />
profezie: la fase ucraina della storia<br />
slava non comincerà mai. Perché<br />
gli slavi non sono solo gli ucraini, i<br />
russi e i bielorussi, ma anche i polacchi,<br />
i cechi, gli slovacchi, i sorabi,<br />
gli sloveni, i serbi, i croati, i bulgari, i<br />
macedoni e i bosniaci e i montenegrini.<br />
La maggior parte di loro ha<br />
scelto di stare nell’Unione europea.<br />
Gli ucraini li stanno rapidamente<br />
seguendo, anche grazie agli sforzi di<br />
Pu t i n .<br />
Inutile nostalgia<br />
Il punto è che non esiste un mondo<br />
slavo a sé stante. Ci sono due<br />
paesi slavi isolati – la Russia e la<br />
Bielorussia – e poi c’è il resto del<br />
mondo civile, che comprende alcuni<br />
stati europei con una popolazione<br />
prevalentemente slava.<br />
Forse il periodo “mos covita” n e l la<br />
storia russa è finito. Ma la Rus’ di<br />
Kiev non tornerà. E il mondo slavo<br />
non è mai esistito.<br />
Siamo stanchi di sentir dire ai<br />
liberali russi che l’Ucraina è una<br />
sorta di “Russia migliore”, una specie<br />
di “Ru ssia - d u e”. E siamo stufi <strong>dei</strong><br />
loro rimproveri: sui nostri errori, sul<br />
fatto che non amiamo abbastanza la<br />
cultura russa, la lingua russa…<br />
È come se uno studente scarso che<br />
non ha fatto i compiti rimproverasse<br />
quello bravo perché i suoi bei voti<br />
non sono pienamente meritati, dicendogli<br />
che la prossima volta dovrà<br />
impegnarsi di più.<br />
Anche oggi, con gli ucraini che<br />
muoiono sotto le bombe, Bykov si<br />
preoccupa del fatto che noi ucraini<br />
potremmo lasciarci andare all’au -<br />
to compiacimento.<br />
La differenza tra ucraini e russi<br />
non è la differenza tra uno studente<br />
scarso e uno eccellente. Non è nemmeno<br />
la differenza tra un bocciato<br />
pluriennale e uno studente universitario.<br />
È la differenza tra due mondi.<br />
Che stavolta difficilmente si unirann<br />
o.<br />
(Traduzione di Andrea Pipino)<br />
Leonid Gozman, Novaja Gazeta, Russia<br />
Non so quando e come finirà<br />
quello che oggi siamo obbligati a<br />
chiamare operazione militare speciale.<br />
Ma per me c’è un’altra domanda<br />
altrettanto importante: come<br />
vivremo noi russi d’ora in poi?<br />
Chi è rimasto qui, come me e mia<br />
mo glie.<br />
Perché, a proposito, se fino a ieri<br />
restare rientrava ancora nel campo<br />
delle scelte personali, adesso, ormai,<br />
andarsene è quasi impossibile. I<br />
confini, ufficialmente, non sono<br />
chiusi, ma tutti i voli Aeroflot, per<br />
esempio, sono cancellati.<br />
Ma il punto non è questo.<br />
Il nostro paese, quello in cui abbiamo<br />
vissuto negli ultimi anni, non<br />
c’è più.<br />
Degli inevitabili problemi a livello<br />
economico, della caduta del tenore<br />
di vita, della militarizzazione,<br />
d e l l’inasprirsi della repressione, e<br />
così via, è già stato detto tutto. E della<br />
cosa più tremenda –la perdita di vite<br />
umane – anche. Ma ci sono ancora<br />
due cose.<br />
Da l l’inizio degli anni novanta<br />
centinaia di migliaia, milioni di persone<br />
hanno cominciato a costruire<br />
un nuovo paese. L’entrata di compagnie<br />
straniere nel nostro mercato<br />
non è avvenuta per magia, ma attraverso<br />
una lunga serie di trattative<br />
e accordi che si sono concretizzati<br />
con l’entrata <strong>dei</strong> marchi mondiali in<br />
Russia. I mezzi d’informazione indipendenti<br />
non sono nati con un<br />
decreto del presidente: ci sono voluti<br />
anni per dar loro vita. I celnoki (chi<br />
faceva la spola per rivendere in Russia<br />
merci acquistate all’estero) non<br />
sono usciti di scena da soli: normali<br />
reti commerciali hanno preso il loro<br />
posto grazie a un gran lavoro e alla<br />
determinazione di molti. Come tutto<br />
il resto. Ma nel giro di una notte tutto<br />
si è dissolto e ci ritroviamo con un<br />
pugno di mosche, come nelle favole,<br />
quando finisce l’incantesimo. E la<br />
situazione peggiorerà.<br />
In tarda epoca sovietica, non che<br />
mancassero gli intrighi, tuttavia i<br />
meccanismi per assicurare la sopravvivenza<br />
funzionavano, come,<br />
per esempio, la metropolitana. Quei<br />
meccanismi ormai sono scomparsi<br />
da molto tempo e quelli vecchi ora<br />
vengono distrutti davanti ai nostri<br />
occhi a un’inimmaginabile velocità.<br />
E con loro se ne andrà anche la vita a<br />
cui eravamo abituati: i computer, le<br />
automobili, fare acquisti senza dover<br />
mettersi in fila.<br />
Ma c’è anche un altro problema di cui<br />
nessuno sta ancora parlando.<br />
In un paese ci sono persone di<br />
vario tipo. Ci sono quelli che leggono<br />
e pensano, quelli che vogliono<br />
aiutare il prossimo e quelli a cui<br />
piace graffiare le auto degli altri con<br />
un chiodo. In una società normale<br />
questi ultimi sono tenuti sotto controllo,<br />
o attraverso il deterrente di<br />
una punizione o per mano della<br />
morale vigente che fa loro capire<br />
che, se fanno o dicono una certa<br />
cosa, si ritroveranno ai margini, saranno<br />
esclusi, perderanno il rispetto<br />
degli altri.<br />
Siccome ogni sistema tenta di far<br />
leva su chi è in sintonia con esso, in<br />
vari periodi della storia varie persone<br />
divengono la base del sistema<br />
ed emergono. Da noi, gli sfregiatori<br />
di automobili hanno subodorato<br />
che è arrivato il loro momento. Il<br />
nuovo sistema – nuovo, che però ha<br />
conservato l’amministrazione precedente<br />
– conterà proprio su di loro,<br />
farà di loro le persone giuste, il collante<br />
nazionale, i portatori della spiritualità<br />
e del patriottismo. A dire il<br />
vero, la loro visione del mondo da<br />
tempo veniva riflettuta dalle tv di<br />
stato, dove tuttavia, a fare propaganda,<br />
erano semplicemente persone<br />
pagate e interessate, questi invece<br />
sono in buona fede. Credono a<br />
tutto: nemici, cospirazioni e, naturalmente,<br />
nella vittoria. Saranno incoraggiati,<br />
promossi e alle loro marachelle,<br />
tipo massacri e pestaggi di<br />
persone potenzialmente sospette, si<br />
guarderà con indulgenza. Noi vivremo<br />
in un paese in cui saranno<br />
loro a dettar legge.<br />
E come faremo a vivere con tutto<br />
questo e con tutti loro? Senza canali<br />
di informazione, senza social network,<br />
con i confini chiusi? Con la<br />
minaccia di finire in galera per quella<br />
parola che noi non possiamo non<br />
pronunciare? E come faremo a continuare<br />
a lottare per quella Russia<br />
che vogliamo vedere, quella che,<br />
come ebbe a dire Caterina la Grande,<br />
“è uno stato europeo”?<br />
Scusate, a tutte queste domande<br />
manca ancora una risposta: la cerch<br />
e re m o.<br />
(Traduzione di Alessandra Bertuccelli)<br />
Jaroslav Gritsak è uno storico<br />
ucraino. Leonid Gozman è un politico<br />
russo d’opp osizione.<br />
Su internazionale.it<br />
8 <strong>marzo</strong> <strong>2022</strong><br />
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