30.04.2024 Views

In punta di sellino n. 4 - maggio 2024

In punta di sellino n. 4 - maggio 2024

In punta di sellino n. 4 - maggio 2024

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

N. 4 - Maggio <strong>2024</strong><br />

GIRO <strong>2024</strong><br />

L’ULTIMA FUGA DI POZZOVIVO<br />

IGNAZIO MOSER<br />

“La mia passione per la bici”<br />

POGAˇ CAR: anatomia <strong>di</strong> un fenomeno<br />

I TRE MOSCHETTIERI: Tiberi, Biganzoli, Pellizzari<br />

MIRO PANIZZA: il gregario campione<br />

OROPA: l’impresa <strong>di</strong> Pantani


2<br />

in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong><br />

BUONE NOTIZIE<br />

Don Agostino al Giro d’Italia<br />

Passista con la passione per le salite, è semplicemente convinto che andare in bici<br />

faccia molto bene al corpo e allo spirito. E intanto a furia <strong>di</strong> macinar chilometri<br />

ne ha fatta <strong>di</strong> strada…<br />

“Pedalare fa bene al corpo e alla spirito”.<br />

<strong>In</strong>somma, il ciclismo è tutta salute. Parola<br />

<strong>di</strong> don Agostino Frasson, sacerdote<br />

dell’Opera don Guanella. Il don è uno<br />

che se ne intende: 62 anni, fisico asciutto<br />

da passista-scalatore, de<strong>di</strong>ca alla sua<br />

grande passione almeno 6 ore alla settimana:<br />

“Faccio due uscite: una sgambata<br />

piuttosto breve e un giro decisamente<br />

più lungo, a volte persino 140 km attorno<br />

al lago. Mi piacciono le montagne,<br />

certo, ma non sono uno scalatore puro”.<br />

La cooperativa sociale Don Guanella,<br />

in Valmadrera, nata <strong>di</strong>eci anni fa,<br />

è abbarbicata su una collina vista lago.<br />

Oggi è uno splendore d’opera: crea relazioni<br />

e indotto e relazioni economiche.<br />

Dà lavoro a una ventina <strong>di</strong> persone.<br />

Sono occupati giovani stranieri non<br />

accompagnati che qui hanno trovato un<br />

salvagente per la propria vita e l’occasione<br />

per imparare un mestiere. Così<br />

anche per alcuni ragazzi che hanno trovato<br />

un’alternativa al carcere. Ci sono<br />

glia. Aiuta e coor<strong>di</strong>na i lavori. <strong>In</strong>tanto si<br />

allena perché andare su e giù per i terrazzamenti<br />

aiuta a fare il fiato. Di questa<br />

realtà è giustamente fiero, ma come<br />

ogni autentico campione non riesce ad<br />

accontentarsi dei risultati già ottenuti. Il<br />

prossimo obiettivo è la realizzazione <strong>di</strong><br />

un Agri-Bike in piena regola: “Stiamo<br />

per iniziare la ristrutturazione della vecchia<br />

cascina. Speriamo <strong>di</strong> essere pronti<br />

fra due anni. Avremo delle camere per<br />

gli ospiti, si potrà portare la propria bici<br />

oppure noleggiarla. Ci sarà anche un<br />

alloggiamento de<strong>di</strong>cato per i mezzi che<br />

saranno custo<strong>di</strong>ti”. I ciclisti qui avranno<br />

<strong>di</strong> sicuro pane per i propri denti: itinerari<br />

da percorrere in gravel o in mountain<br />

bike, percorsi iconici, la via del lago oppure<br />

le salite. Il Ghisallo non è lontano...<br />

con un compagno <strong>di</strong> avventura, Giorgio<br />

Mazieri, in occasione delle giornate<br />

mon<strong>di</strong>ali della gioventù in corso <strong>di</strong> svolgimento<br />

in Portogallo, con l‘intervento<br />

<strong>di</strong> Papa Francesco. “Quando termino<br />

uno dei miei giri lunghi chiamo sempre<br />

Ernesto Colnago, che mi ha dato la sua<br />

bici, per <strong>di</strong>rgli: guarda dove mi ha portato<br />

la tua C64!”.<br />

Don Agostino è piuttosto uno <strong>di</strong> quei<br />

cicloamatori che amano pedalare a<br />

lungo, spesso in compagnia, e vogliono<br />

godersi il panorama. Con il ciclismo ha<br />

una lunga frequentazione: amico <strong>di</strong> Cadel<br />

Evans, vanno a trovarlo anche Bugno<br />

e Chiappucci. Una passionaccia<br />

contagiosa che non gli ha mai impe<strong>di</strong>to<br />

<strong>di</strong> portare avanti la sua missione. Anzi,<br />

si <strong>di</strong>rebbe che proprio la mentalità del<br />

corridore lo sostenga sempre più: palla<br />

lunga e pedalare...<br />

le stalle con le mucche frisone, i campi<br />

e terrazzamenti per coltivare ogni ben<br />

<strong>di</strong> Dio. Si produce ad<strong>di</strong>rittura la birra e<br />

ci sono un ristorante immerso nel verde<br />

che può ospitare fino a 60 persone<br />

e un laboratorio artigianale per creare<br />

dolci e marmellate. Questo lembo della<br />

Valmadrera, con uno speciale microclima,<br />

è una sorta <strong>di</strong> Para<strong>di</strong>so terrestre<br />

dove le persone hanno cura del creato:<br />

fiori e luppolo, limoni e formaggi. E don<br />

Agostino qui ci sta bene. Vigila e sorve-<br />

La Milano - Sanremo e il<br />

pellegrinaggio sino a Lisbona<br />

E don Agostino? <strong>In</strong> attesa che il progetto<br />

si realizzi, continua a pedalare <strong>di</strong> gusto:<br />

“Quest’anno ho fatto la Milano-Sanremo,<br />

partendo all’alba prima dei professionisti.<br />

Nove ore a circa 30 chilometri<br />

orari. Pedalerò anche al Giro d’Italia,<br />

due o tre tappe, quelle centrali, la Foligno-Perugia<br />

e la Spoleto-Prati <strong>di</strong> Tivo,<br />

perché da quelle parti abbiamo le nostre<br />

case guanelliane”.<br />

Il giro più bello in bici? “Lo scorso anno<br />

un’uscita verso la Svizzera. Da Lecco al<br />

Bernina e poi lo Spluga. Paesaggi mozzafiato”.<br />

Nel 2023 don Agostino è stato<br />

anche a Lisbona, 15 tappe per una pedalata<br />

complessiva <strong>di</strong> 2300 chilometri,<br />

un vero e proprio ciclo pellegrinaggio<br />

Cascina Don Guanella<br />

Quando si arriva ci si accorge che tutto è in or<strong>di</strong>ne. Ognuno<br />

ha cura del dettaglio. La realtà guidata da don Agostino sfrutta<br />

800 mq <strong>di</strong> terreno coltivabile, con i terrazzamenti dove<br />

ci sono i vigneti, la grande stalla con le fassone piemontesi<br />

e le capre. La struttura ospita i laboratori per la trasformazione<br />

dei prodotti e l’agriturismo per la ristorazione. Ci sono<br />

serre, orti, allevamenti <strong>di</strong> galline, gli asini, le oche e anche il<br />

luppolo per produrre la birra. Cascina Don Guanella <strong>di</strong> Valmadrera<br />

è un modello <strong>di</strong> agricoltura sociale nato all’interno<br />

della più ampia Opera Don Guanella per dare ai minori<br />

con <strong>di</strong>fficoltà affidati alla comunità la possibilità <strong>di</strong> formarsi<br />

e inserirsi in un contesto lavorativo. Nella cura del dettaglio<br />

rientrano anche le panchine e il grande tavolo per gli ospiti.<br />

Tutt’intorno ulivi, ognuno de<strong>di</strong>cato a qualcuno che ha avuto<br />

a che fare con la loro opera e uno dei più belli è de<strong>di</strong>cato<br />

all’impren<strong>di</strong>tore Giorgio Squinzi e a sua moglie Adriana,<br />

gran<strong>di</strong> amici del ciclismo con la squadra Mapei.<br />

INFO<br />

Cascina Don Guanella<br />

piazza Rosè, 3 - Valmadrera (LC)<br />

Tel. 334700982<br />

donguanellacascina@gmail.com<br />

www.cascinadonguanella.it


Di Giro in Giro<br />

EDITORIALE | <strong>di</strong> Angelo De Lorenzi<br />

in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong> 3<br />

primo Giro d’Italia partì alle<br />

2.53 da Milano, piazzale Lo-<br />

IL reto. Era il 13 <strong>maggio</strong> 1909.<br />

E come descrive un <strong>di</strong>segno della Domenica<br />

del Corriere a salutare i 127<br />

corridori una folla enorme <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni<br />

e tifosi ad applau<strong>di</strong>re ammirati quel<br />

manipolo <strong>di</strong> coraggiosi. Era il tempo favoloso<br />

dei Giganti della strada. Corridori<br />

che emergono dalla polvere delle<br />

strade <strong>di</strong> allora e dal mito. La classifica<br />

è a punti, le tappe lunghissime, l’insi<strong>di</strong>a<br />

(una rovinosa caduta o una foratura)<br />

sempre <strong>di</strong>etro l’angolo. Vinse Luigi<br />

Ganna da <strong>In</strong>duno Olona, Lombar<strong>di</strong>a.<br />

A oltre 100 anni <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza, nel <strong>2024</strong>,<br />

si ripeterà la magia. Favorito uno sloveno,<br />

Tadej Pogačar, dal sorriso sempre<br />

pronto.<br />

Mano a mano che cresceva questo numero<br />

speciale del giornale de<strong>di</strong>cato<br />

al Giro d’Italia ci accorgevamo dei<br />

continui riman<strong>di</strong> a un altro Giro. Le prime<br />

tappe del Tour de France, infatti,<br />

quest’anno, e per la prima volta, partiranno<br />

dall’Italia. L’ap<strong>punta</strong>mento è a<br />

Firenze, il 29 giugno, poi Rimini, Cesenatico,<br />

Bologna, Piacenza, Torino e<br />

Pinerolo. Ce lo ricorda una straor<strong>di</strong>naria<br />

mostra, dal titolo Ghisallo in Giallo,<br />

organizzata a Magreglio (Como)<br />

dalla Fondazione Museo del Ghisallo,<br />

nel tempio dei ciclisti. Andate a visitarla:<br />

qui troverete la bici <strong>di</strong> Bartali<br />

del 1948, le maglie gialle <strong>di</strong> Coppi, Magni,<br />

Merckx, Hinault e tante altre. Una<br />

mostra temporanea, visitabile sino agli<br />

inizi <strong>di</strong> settembre, che mette in fila una<br />

serie impressionante <strong>di</strong> cimeli che hanno<br />

fatto la storia del Tour de France.<br />

Chissà che cosa avrebbe detto e scritto<br />

Gianni Mura, che è stato il grande cantore<br />

delle gesta ciclistiche d’Oltrealpe?<br />

Il servizio sulla mostra è a pagina 17.<br />

Per presentare questo<br />

Giro siamo andati in Valmadrera<br />

a incontrare<br />

don Agostino Frasson,<br />

fisico asciutto da passista<br />

scalatore, una vita<br />

in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong>, appassionato<br />

<strong>di</strong> ciclismo,<br />

amico dei ciclisti, pedalatore<br />

da due uscite alla<br />

settimana. La Cooperativa<br />

sociale che <strong>di</strong>rige<br />

ispirata al carisma <strong>di</strong><br />

don Luigi Guanella, un<br />

santo educatore attento<br />

ai bisogni delle persone<br />

in <strong>di</strong>fficoltà, offre lavoro<br />

ad oltre venti persone e<br />

fra <strong>di</strong> loro ci sono giovani<br />

stranieri non accompagnati che qui<br />

hanno trovato un salvagente per la<br />

propria vita e l’occasione per imparare<br />

un mestiere, mentre altri sperimentano<br />

un’alternativa al carcere. Qui ci<br />

sono campi da coltivare e animali da<br />

allevare. Si producono formaggi, dolci<br />

e marmellate e c’è persino un laboratorio<br />

<strong>di</strong> birra. Il nostro servizio è nella<br />

pagina a fianco.<br />

<strong>In</strong>somma, leggendo gli articoli <strong>di</strong> questo<br />

speciale si scoprirà che il ciclismo<br />

con i personaggi e le sue imprese è parte<br />

della storia d’Italia.<br />

160 anni<br />

Croce Rossa Italiana<br />

Società del Quartetto <strong>di</strong> Milano<br />

4 <strong>maggio</strong> <strong>2024</strong> ore 20<br />

concerto benefico<br />

Filarmonica della Scala<br />

Zubin Mehta <strong>di</strong>rettore<br />

Maxim Vengerov violino<br />

© Giuseppe Peletti<br />

una produzione <strong>di</strong><br />

Con il patrocinio <strong>di</strong><br />

Con il supporto <strong>di</strong><br />

Con il sostegno <strong>di</strong><br />

Si ringrazia<br />

Me<strong>di</strong>a partner


4<br />

in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong><br />

PROTAGONISTI<br />

Tadej Pogačar, anatomia <strong>di</strong> un campione<br />

Lo sloveno parte con i favori del pronostico. Gli organizzatori del Giro d’Italia<br />

sembra gli abbiano cucito un percorso su misura. Chi è veramente “Pikachu”,<br />

come viene soprannominato da Riccardo Magrini, il commentatore <strong>di</strong> Eurosport?<br />

Ha fatto i fuochi d’artificio a inizio stagione,<br />

ha vinto le Strade Bianche, sul<br />

po<strong>di</strong>o alla Milano-Sanremo, terzo <strong>di</strong>etro<br />

a due velocisti puri, ha poi strapazzato<br />

gli avversari al Catalunya, breve<br />

corsa a tappe dove ha dato <strong>di</strong>stacchi<br />

abissali in salita e ha vinto anche in una<br />

volata a ranghi ristretti.<br />

Pogi è l’incarnazione del ciclista 3.0, la<br />

nouvelle vague del ciclismo o<strong>di</strong>erno che<br />

ha stravolto i canoni dell’altro ieri: attacca<br />

a chilometri <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza, vince al<br />

debutto stagionale, è forte in salita, ma<br />

è anche veloce. Di suo ha il sorriso, la<br />

simpatia, la spensieratezza del vincente.<br />

Punti deboli? La sua vulnerabilità è<br />

sulle salite molto lunghe e ha il <strong>di</strong>fetto<br />

<strong>di</strong> strafare.<br />

Gli organizzatori del Giro d’Italia devono<br />

avergli fatto una corte spietata per<br />

GLI MANCA IL GIRO<br />

averlo quest’anno alla partenza della<br />

corsa rosa. Gli hanno apparecchiato<br />

una tavola imban<strong>di</strong>ta, su misura, adatta<br />

alle sue caratteristiche tecniche. Le prime<br />

tappe, già <strong>di</strong>fficili, sono un invito a<br />

nozze per lo sloveno che potrebbe indossare<br />

subito la maglia rosa. Il profilo<br />

altimetrico dell’ultima settimana appare<br />

un po’ smussato rispetto alle e<strong>di</strong>zioni<br />

passate e questo potrebbe avvantaggiare<br />

Pogačar.<br />

Sfida a <strong>di</strong>stanza con Gianni Bugno<br />

I maliziosi potrebbero pensare che gli<br />

organizzatori del Giro abbiano voluto<br />

fare un <strong>di</strong>spetto a Gianni Bugno, corridore<br />

che nel 1990 riuscì a iniziare e a<br />

terminare il Giro in maglia rosa, dalla<br />

prima all’ultima tappa. Quest’anno<br />

ce la potrebbe fare anche lo sloveno e<br />

Le vittorie. Pogačar ha vinto due Tour de France (nel 2020 e nel 2021),<br />

una Liegi-Bastogne-Liegi (nel 2021), tre Giri <strong>di</strong> Lombar<strong>di</strong>a (nel 2021, nel<br />

2022 e nel 2023), un Giro delle Fiandre (2023), due e<strong>di</strong>zioni della Tirreno-Adriatico<br />

(nel 2021 e nel 2022), due Strade Bianche (nel 2022 e nel<br />

<strong>2024</strong>), due UAE Tour (nel 2021 e nel 2022), una Parigi-Nizza (nel 2023),<br />

un’Amstel Gold Race (nel 2023), una Freccia Vallone (nel 2023), la medaglia<br />

<strong>di</strong> bronzo in linea ai Giochi olimpici 2020 e la medaglia <strong>di</strong> bronzo<br />

in linea ai Mon<strong>di</strong>ali 2023.<br />

Amore. La sua ragazza si chiama Urška Žigart, ed è anche lei ciclista: corre<br />

per la Liv AlUla Jayco e tra le Elite dal 2015, ha vinto due titoli nazionali<br />

sloveni a cronometro.<br />

Rivali: Van der Poel, Roglic e Jonas Vingegaard sono i principali avversari<br />

<strong>di</strong> Tadej, ma al Giro d’Italia quest’anno non ci saranno…<br />

“declassare” il monzese da questa speciale<br />

classifica. Quali sono i segreti <strong>di</strong><br />

Pogačar? Perché va così forte? Alle Strade<br />

Bianche quest’anno si è imposto dopo<br />

una fuga solitaria <strong>di</strong> 81 chilometri.<br />

Al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> ogni logica, eppure ha lo<br />

ha fatto. Era la gara <strong>di</strong> inizio stagione.<br />

Fino ad allora si era solamente allenato.<br />

Sono sufficienti queste considerazioni<br />

per arrivare alla conclusione che<br />

Pogačar abbia dalla sua doti naturali<br />

sopra la me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> molti altri corridori e<br />

un preparatore capace. Sulla prima affermazione<br />

non si <strong>di</strong>scute, vista anche<br />

l’incetta <strong>di</strong> risultati degli anni scorsi. Il<br />

suo preparatore è <strong>In</strong>igo San Millan,<br />

anche l’head of Performance della UAE<br />

Emirates, la squadra per cui corre lo sloveno.<br />

L’allenatore <strong>di</strong> Pogačar è un pala<strong>di</strong>no<br />

dell’allenamento prevalente nella<br />

cosiddetta Z2, che tende a ottimizzare<br />

la funzionalità dei mitocondri, gli organelli<br />

della cellula muscolare che riescono<br />

a elaborare i grassi e i carboidrati in<br />

ATP (adenosina trifosfato) utilizzando<br />

l’ossigeno, grazie a due processi biochimici<br />

come il ciclo <strong>di</strong> Krebs e la fosforilazione<br />

ossidativa. <strong>In</strong> sostanza si allena<br />

il corpo a non far accumulare l’acido<br />

lattico e a utilizzarlo a scopo energetico,<br />

migliorando l’efficienza mitocondriale.<br />

L’importanza dell’allenamento<br />

Anche se può sembrare paradossale,<br />

questo tipo <strong>di</strong> allenamento incrementa<br />

la capacità del corridore <strong>di</strong> gestire l’accumulo<br />

<strong>di</strong> lattato anche ad alte intensità.<br />

Allenarsi in Z2 – senza entrare nei<br />

particolari perché l’argomento occorrerebbe<br />

un approfon<strong>di</strong>mento specialistico<br />

– significa pedalare a un’intensità che<br />

massimizza l’uso dei grassi e del metabolismo<br />

aerobico. L’applicazione delle<br />

tecniche più avanzate <strong>di</strong> allenamento<br />

ha così migliorato ulteriormente le prestazioni<br />

del corridore. Da che cosa si dovrà<br />

<strong>di</strong>fendere invece lo sloveno? Probabilmente<br />

da se stesso, dalla sua smania<br />

<strong>di</strong> strafare, <strong>di</strong> attaccare ovunque, che lo<br />

potrebbe portare a commettere qualche<br />

errore fatale <strong>di</strong> strategia, come già<br />

avvenuto nel passato.<br />

IL RITORNO IN RAI<br />

DI DAVIDE CASSANI<br />

Davide Cassani torna in Rai da commentatore<br />

tecnico del ciclismo, un<br />

ruolo ricoperto dal 1996 al 2014. Poi<br />

lasciò la televisione per accettare il<br />

ruolo <strong>di</strong> commissario tecnico azzurro.<br />

Cassani commenterà infatti il<br />

Giro d’Italia al fianco <strong>di</strong> Francesco<br />

Pancani. E poi toccherà a lui commentare<br />

anche il Tour de France,<br />

che prenderà il via per la prima volta<br />

dal nostro Paese.<br />

Terzo impegno (per ora) che Cassani<br />

ha concordato con il <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> Rai-<br />

Sport Jacopo Volpi e con il responsabile<br />

del ciclismo Alessandro Fabretti<br />

è il commento delle gare <strong>di</strong> ciclismo<br />

ai Giochi Olimpici <strong>di</strong> Parigi.


IL PERCORSO<br />

Tutti pazzi per la maglia rosa<br />

in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong> 5<br />

Sembra un tracciato ideato su misura per Tadej Pogačar, ma lo sloveno dovrà comunque<br />

conquistare la corsa sul campo. La tappa più dura sarà quella da Manerba del Garda<br />

a Livigno Mottolino con l’inserimento della salita del Mortirolo<br />

Il Giro d’Italia <strong>2024</strong> parte dalla reggia<br />

<strong>di</strong> Venaria Reale il 4 <strong>maggio</strong> per concludersi<br />

il 26 <strong>maggio</strong> a Roma. Il tracciato,<br />

nella prima parte, sembra un invito<br />

a nozze per Tadej Pogačar. La prima<br />

frazione, con arrivo a Torino, sorride<br />

allo sloveno che potrebbe prendere subito<br />

la maglia rosa. Il primo traguardo<br />

in salita arriva già il secondo giorno,<br />

quando si salirà verso il Santuario <strong>di</strong><br />

Oropa (Biella) a 25 anni dalla memorabile<br />

rimonta <strong>di</strong> Marco Pantani. Nella<br />

prima settimana Pogačar, corridore<br />

abituato alle partenze a razzo, potrà<br />

già inse<strong>di</strong>arsi ai piani alti della classifica<br />

e consolidare il vantaggio rispetto<br />

agli avversari. La terza settimana, dove<br />

potrebbe avere qualche flessione e<br />

patire soprattutto le salite più lunghe,<br />

si annuncia però meno impegnativa rispetto<br />

alle passate e<strong>di</strong>zioni. <strong>In</strong> ogni caso<br />

non mancano le insi<strong>di</strong>e e c’è modo<br />

per tutti <strong>di</strong> attaccare. Nella prima settimana,<br />

fari <strong>punta</strong>ti anche sulla sesta frazione,<br />

dove il grande protagonista sarà<br />

lo sterrato toscano.<br />

Cima Coppi al Passo dello Stelvio<br />

<strong>In</strong> programma due cronometro in<strong>di</strong>viduali:<br />

la Foligno-Perugia (tappa 7) e<br />

la Castiglione delle Stiviere-Desenzano<br />

del Garda (tappa 14) per un totale <strong>di</strong><br />

68 chilometri contro il tempo. Non sono<br />

un’esagerazione e anche su questo terreno<br />

lo sloveno può <strong>di</strong>fendersi alla grande.<br />

La Cima Coppi sarà il Passo dello<br />

Stelvio (2.758 metri d’altitu<strong>di</strong>ne), inserito<br />

nella fase iniziale della se<strong>di</strong>cesima<br />

Veduta aerea del santuario <strong>di</strong> Oropa.<br />

tappa. Il punto più meri<strong>di</strong>onale è Pompei;<br />

privilegiata ancora una volta Roma<br />

con l’arrivo finale. Milano ancora al palo,<br />

nemmeno sfiorata da una tappa. I<br />

chilometri totali sono 3.386,7, con quattro<br />

frazioni oltre i 200, i metri <strong>di</strong> <strong>di</strong>slivello<br />

complessivi 44.550 contro i 51.400 del<br />

2023. Da circoletto rosso la Spoleto-Prati<br />

<strong>di</strong> Tivo (salita finale <strong>di</strong> 14,6 km al 7%<br />

<strong>di</strong> pendenza me<strong>di</strong>a), la giornata <strong>di</strong> Livigno<br />

(5.200 metri <strong>di</strong> <strong>di</strong>slivello in 220 chilometri),<br />

la tappa del Passo del Brocon<br />

e la penultima frazione con la doppia<br />

scalata del Monte Grappa.<br />

Ri<strong>di</strong>segnata, in maniera considerevole,<br />

l’altimetria della tappa numero 15. A<br />

seguito del mancato permesso, da parte<br />

delle autorità svizzere, per il transito<br />

sul passo della Forcola <strong>di</strong> Livigno,<br />

gli organizzatori della Corsa Rosa hanno<br />

ufficializzato il nuovo tracciato della<br />

frazione che porterà i corridori da Manerba<br />

del Garda proprio a Livigno. <strong>In</strong><br />

particolare, viene tolta l’ascesa prevista<br />

appunto alla Forcola e viene inserito<br />

un passaggio sul Mortirolo. Originariamente<br />

il percorso prevedeva le<br />

salite <strong>di</strong> Lodrino, Colle San Zeno (13,9<br />

km al 6,6%, max. 14%), Aprica e Forcola<br />

<strong>di</strong> Livigno, ma il tragitto della gara<br />

è stato ra<strong>di</strong>calmente cambiato. I giochi<br />

finali per la classifica si faranno nella<br />

tappa numero venti con la doppia scalata<br />

del Monte Grappa, salita <strong>di</strong> 18,2<br />

km all’8,1% <strong>di</strong> pendenza me<strong>di</strong>a e punte<br />

del 14. Primo scollinamento a 77 km<br />

dal traguardo, secondo a 30 dalla conclusione,<br />

posta a Bassano del Grappa.<br />

IL GIRO IN NUMERI<br />

3386,7 Km totali - 44.550 m <strong>di</strong>slivello totale - 161,3 me<strong>di</strong>a km per tappa<br />

Sabato 4 <strong>maggio</strong> - 1ª tappa<br />

VENARIA REALE-TORINO<br />

136 km, <strong>di</strong>slivello 1.850 metri<br />

Domenica 5 <strong>maggio</strong> - 2ª tappa<br />

S. FRANCESCO AL CAMPO-SANTUARIO DI OROPA<br />

150 km, <strong>di</strong>slivello 2.300 metri<br />

Lunedì 6 <strong>maggio</strong> - 3ª tappa<br />

NOVARA-FOSSANO<br />

165 km, <strong>di</strong>slivello 750 metri<br />

Martedì 7 <strong>maggio</strong>, 4ª tappa<br />

ACQUI TERME-ANDORA<br />

187 km, <strong>di</strong>slivello 1700 metri<br />

Mercoledì 8 <strong>maggio</strong>, 5ª tappa<br />

GENOVA-LUCCA<br />

76 km, <strong>di</strong>slivello 1800 metri<br />

Giovedì 9 <strong>maggio</strong>, 6ª tappa<br />

VIAREGGIO-RAPOLANO TERME,<br />

177 km, <strong>di</strong>slivello 1900 metri<br />

Venerdì 10 <strong>maggio</strong>, 7ª tappa<br />

FOLIGNO-PERUGIA<br />

37,2 km cronometro in<strong>di</strong>viduale,<br />

<strong>di</strong>slivello 400 metri<br />

Sabato 11 <strong>maggio</strong>, 8ª tappa<br />

SPOLETO-PRATI DI TIVO<br />

153 km, <strong>di</strong>slivello 3.750 metri<br />

Domenica 12 <strong>maggio</strong>, 9ª tappa<br />

AVEZZANO-NAPOLI<br />

206 km, <strong>di</strong>slivello 1.300 metri<br />

Martedì 14 <strong>maggio</strong>, 10ª tappa<br />

POMPEI-CUSANO MUTRI (BOCCA DELLA SELVA)<br />

141 km, <strong>di</strong>slivello 2.800 metri<br />

Mercoledì 15 <strong>maggio</strong>, 11ª tappa<br />

FOIANO DI VAL FORTORE-FRANCAVILLA AL MARE<br />

203 km, <strong>di</strong>slivello 1.850 metri<br />

Giovedì 16 <strong>maggio</strong>, 12ª tappa<br />

MARTINSICURO-FANO<br />

183 km, <strong>di</strong>slivello 2.100 metri<br />

TAPPA PER TAPPA<br />

Venerdì 17 <strong>maggio</strong>, 13ª tappa<br />

RICCIONE-CENTO<br />

179 km, <strong>di</strong>slivello 150 metri<br />

Sabato 18 <strong>maggio</strong>, 14ª tappa<br />

CASTIGLIONE DELLE STIVIERE-DESENZANO DEL<br />

GARDA<br />

31 km cronometro in<strong>di</strong>viduale,<br />

<strong>di</strong>slivello 100 metri<br />

Domenica 19 <strong>maggio</strong>, 15ª tappa<br />

MANERBA DEL GARDA-LIVIGNO<br />

220 km, <strong>di</strong>slivello 5.300 metri<br />

Martedì 21 <strong>maggio</strong>, 16ª tappa<br />

LIVIGNO-SANTA CRISTINA IN VALGARDENA<br />

(MONTE PANA)<br />

202 km, <strong>di</strong>slivello 4.350 metri<br />

Mercoledì 22 <strong>maggio</strong>, 17ª tappa<br />

SELVA DI VALGARDENA-PASSO BROCON<br />

154 km, <strong>di</strong>slivello 4.200 metri<br />

Giovedì 23 <strong>maggio</strong>, 18ª tappa<br />

FIERA DI PRIMIERO-PADOVA<br />

66 km, <strong>di</strong>slivello 550 metri<br />

Venerdì 24 <strong>maggio</strong>, 19ª tappa<br />

MORTEGLIANO-SAPPADA<br />

154 km, <strong>di</strong>slivello 2.850 metri<br />

Sabato 25 <strong>maggio</strong>, 20ª tappa<br />

ALPAGO-BASSANO DEL GRAPPA<br />

175 km, <strong>di</strong>slivello 4250 metri<br />

Domenica 26 <strong>maggio</strong>, 21ª tappa<br />

ROMA-ROMA<br />

126 km, <strong>di</strong>slivello 300 metri


6<br />

in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong><br />

LA STARLIST<br />

Nel gruppo fioriscono le speranze<br />

Il Giro <strong>2024</strong> è un’occasione per scoprire i nuovi talenti, mentre si attendono<br />

le conferme <strong>di</strong> alcuni corridori. Occhi <strong>punta</strong>ti sui giovani, in particolare sul valtellinese<br />

Davide Biganzoli e sul marchigiano Giulio Pellizzari<br />

Se Tadej Pogačar sarà sicuramente il<br />

faro della corsa, non mancano comunque<br />

i corridori che avranno la possibilità<br />

<strong>di</strong> mettersi in mostra e giocare le<br />

proprie carte al Giro <strong>2024</strong>. Antonio Tiberi<br />

della Bahrain Victorius è un giovane<br />

che promette bene e il suo talento<br />

è ancora da scoprire. Si è messo in evidenza<br />

al Tours of The Alps e potrebbe<br />

<strong>punta</strong>re a qualche tappa oppure ambire<br />

ai piani alti della classifica generale.<br />

Avrà in squadra il veterano Damiano<br />

Caruso, che proverà a essere protagonista<br />

nelle tappe <strong>di</strong> montagna più impegnative.<br />

C’è molta attesa e curiosità per il giovane<br />

Davide Biganzoli, 21 anni, sicuramente<br />

un talento, forte sulle salite lunghe<br />

e competitivo a cronometro. Di lui<br />

si <strong>di</strong>ce un gran bene. Corre nella Polti-Kometa,<br />

è il pupillo <strong>di</strong> Ivan Basso.<br />

Il ciclista valtellinese, <strong>di</strong> Morbegno, ha<br />

conquistato la quinta posizione al Tour<br />

de l’Avenir 2022, è stato terzo nel 2023<br />

alle spalle del messicano Del Toro (ora<br />

pro con la Uae Emirates) e del marchigiano<br />

Giulio Pellizzari, un altro talento<br />

che corre nella Vf Group-Bar<strong>di</strong>ani dei<br />

Reverberi, protagonista anche lui in salita<br />

al Tour of the Alps.<br />

Giulio Pellizzari<br />

Con ambizioni <strong>di</strong> entrare nei piani alti<br />

<strong>di</strong> classifica ci sarà Ben O’Connor, capitano<br />

della Decathlon, che sembra<br />

aver ritrovato la pedalata giusta. Hugh<br />

Carthy sarà il capitano della Ef Educational<br />

Easy-Post: è corridore da top 10<br />

nella classifica generale. Alla <strong>In</strong>eos Grena<strong>di</strong>ers<br />

fanno affidamento su Geraint<br />

Thomas, un veterano, (maglia gialla<br />

al Tour 2018) e su Filippo Ganna,<br />

che oltre a <strong>punta</strong>re alle due cronometro<br />

inserite nel percorso del Giro <strong>2024</strong><br />

potrebbe giocare <strong>di</strong> fantasia e attaccare<br />

in una frazione a lui più congeniale.<br />

<strong>In</strong> una tappa del Tour of the Alps<br />

ha fatto le prove generali con una lunga<br />

fuga. Della stessa squadra dovrebbe<br />

esserci il norvegese Tobias Foss, con il<br />

ruolo <strong>di</strong> importante supporto in montagna<br />

per i leader. Foss ha vinto <strong>di</strong> recente<br />

la prima tappa del Tour of the<br />

Alps <strong>2024</strong>, regolando allo sprint un plotoncino<br />

<strong>di</strong> attaccanti. Il norvegese, già<br />

campione del mondo a cronometro nel<br />

2022, è un corridore dalle forti potenzialità<br />

che potrebbe mettersi ancora in<br />

mostra in qualche tappa <strong>di</strong> questo Giro.<br />

Fra i cacciatori <strong>di</strong> tappa possiamo segnalare<br />

Matteo Trentin, corridore in<br />

grado <strong>di</strong> dare la zampata al momento<br />

giusto e non lasciarsi scappare l’occasione.<br />

Fra i velocisti dovrebbe essere certa<br />

la presenza <strong>di</strong> Fabio Jakobsen della<br />

Dsm-Firmenich PostNL, in grado <strong>di</strong><br />

<strong>punta</strong>re almeno a una vittoria <strong>di</strong> tappa.<br />

Sarà della partita rosa anche Filippo<br />

Zana, che nel 2023 una tappa l’ha conquistata<br />

e che tornerà al Giro <strong>di</strong> nuovo<br />

con una doppia veste, quella <strong>di</strong> sostegno<br />

agli uomini <strong>di</strong> classifica e, quando<br />

possibile, potrà correre da battitore libero.<br />

Alla Lidl Trek fanno affidamento<br />

su Jonathan Milan, il gigante buono rivelazione<br />

al Giro dello scorso anno, ma<br />

che dovrà riprendersi dalla brutta caduta<br />

<strong>di</strong> questa primavera alla Parigi-Roubaix.<br />

Non è detto che farà in tempo ad<br />

essere al via.<br />

Per Tiberi l’anno della verità<br />

Non è vero che il ciclismo italiano sia in crisi. Certo, l’uscita<br />

dal gruppo <strong>di</strong> Vincenzo Nibali ha lasciato molti orfani<br />

fra i tifosi italici. Sarà molto <strong>di</strong>fficile trovare un “sostituto”<br />

allo Squalo, che ha collezionato due e<strong>di</strong>zioni del Giro d’Italia<br />

(2013 e 2016), un Tour de France (2014) e una Vuelta<br />

(2010). Tuttavia non mancano i giovani che si stanno affacciando<br />

alla ribalta del ciclismo internazionale, con le giuste<br />

ambizioni.<br />

Antonio Tiberi è già una realtà. Lo si attende alla prova<br />

per confermare quanto <strong>di</strong> buono ha già fatto e sperare nel<br />

salto <strong>di</strong> qualità. Tiberi, classe 2001, è stato campione del<br />

mondo Juniores a cronometro. Passato nel 2021 tra i professionisti<br />

nella Trek Segafredo si mise in evidenza vincendo<br />

una tappa al Tour de Hongrie. Dopo essere stato<br />

licenziato dalla sua squadra a causa della vicissitu<strong>di</strong>ne legale<br />

che lo ha coinvolto in prima persona, è stato ingaggiato<br />

dal team Bahrain Victorious. Il <strong>2024</strong> per lui sembra<br />

proprio rappresentare il banco <strong>di</strong> prova.


L’ULTIMA FUGA<br />

“Mi piace Chopin”<br />

in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong> 7<br />

A tu per tu con l’Highlander del ciclismo, sopravvissuto a venti anni<br />

<strong>di</strong> professionismo, ai cambiamenti della preparazione e soprattutto alle tante cadute<br />

che hanno caratterizzato la sua carriera<br />

Domenico Pozzovivo, chiamatelo come<br />

volete: l’Highlander del ciclismo,<br />

l’ultimo immortale dell’arte pedalatoria<br />

che a 41 anni sarà al via per il suo ultimo<br />

Giro d’Italia e cercherà così <strong>di</strong> eguagliare<br />

il record <strong>di</strong> partecipazione <strong>di</strong> Wla<strong>di</strong>miro<br />

Panizza.<br />

Quali sono le tue emozioni alla vigilia<br />

della gara?<br />

Rispetto al passato ho fatto meno corse<br />

<strong>di</strong> avvicinamento e ho preferito gli allenamenti.<br />

L’ultima gara è stata il Giro<br />

d’Abruzzo in cui mi sono comportato<br />

bene. Nella tappa regina sono entrato<br />

nei primi 10. Ho rifinito la preparazione<br />

in altura.<br />

Il <strong>2024</strong> sarà la tua ultima stagione:<br />

quando scenderai definitivamente<br />

dalla bici?<br />

Penso <strong>di</strong> concludere la mia carriera al<br />

Giro <strong>di</strong> Lombar<strong>di</strong>a.<br />

Punti a eguagliare il record <strong>di</strong> Panizza<br />

<strong>di</strong> partecipazioni al Giro…<br />

Questa è stata proprio una motivazione<br />

in più per continuare a correre sino alla<br />

mia età.<br />

<strong>In</strong> venti anni <strong>di</strong> professionismo che<br />

cosa è cambiato nel ciclismo?<br />

Ci sono stati cambiamenti che hanno riguardato<br />

soprattutto i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> preparazione<br />

e l’alimentazione. Negli allenamenti<br />

oggi si <strong>punta</strong> <strong>di</strong> più all’intensità<br />

rispetto al volume. Le gare si sono abbreviate<br />

e quin<strong>di</strong> serve anche più esplosività.<br />

Ad esclusione delle gran<strong>di</strong> classiche,<br />

le tappe sono più corte e anche nei<br />

gran<strong>di</strong> Giri non ci sono più i tapponi <strong>di</strong><br />

un tempo.<br />

Come ti alleni? Sei seguito da un preparatore?<br />

Mi preparo da solo. Sfrutto le mie conoscenze<br />

e sono curioso per natura, mi<br />

piace leggere e stu<strong>di</strong>are.<br />

Quando smetterò vorrei fare il coach e<br />

seguire altri corridori. Sono prossimo<br />

alla Laurea in Scienze motorie e vorrei<br />

mettere a frutto le mie conoscenze.<br />

Che rapporto hai con la tua terra, la<br />

Basilicata?<br />

Sono molto legato alle mie ra<strong>di</strong>ci e sono<br />

molto orgoglioso <strong>di</strong> aver fatto anche<br />

il testimonial per la mia regione.<br />

Che cosa c’è nella tua vita oltre al ciclismo?<br />

Mi piace la musica, suono il pianoforte.<br />

Le cadute mi hanno creato qualche<br />

fasti<strong>di</strong>o alle mani, ma continuo a suonare.<br />

Preferenze?<br />

Mi piace interpretare Chopin. Sono un<br />

romantico.<br />

LA BIGLIA PANTANI<br />

Il Giro d’Italia farà tappa a Biella e per celebrare l’evento la città ha ideato una serie <strong>di</strong> iniziative.<br />

Una delle più curiose è la realizzazione <strong>di</strong> 10.000 esemplari <strong>di</strong> una biglia da spiaggia<br />

con l’effigie <strong>di</strong> Marco Pantani e celebra la tappa <strong>di</strong> Oropa del 1999, quando il Pirata<br />

si rese protagonista <strong>di</strong> una rimonta “impossibile” passata alla storia del ciclismo. Nel<br />

cartoncino interno alla biglia che Giuliano Fighera scattò proprio in occasione <strong>di</strong> quella rimonta,<br />

rendendo così o<strong>maggio</strong> non solo al campione, ma anche all’amato fotografo recentemente<br />

scomparso. La biglia commemorativa potrà essere acquistata nei negozi biellesi<br />

nella settimana della tappa aggiungendo 1 euro ai propri acquisti il cui 50% (il netto detratto<br />

dai costi vivi <strong>di</strong> produzione) verrà devoluto alla sede territoriale dell’ANFFAS.<br />

UN BUON SCALATORE<br />

L’atleta <strong>di</strong> Montalbano corre la sua ultima stagione<br />

con la VF Group Bar<strong>di</strong>ani Faizanè, squadra<br />

invitata a partecipare al prossimo Giro d’Italia.<br />

Pozzovivo potrebbe eguagliare il record <strong>di</strong><br />

18 partecipazioni alla Corsa Rosa, attualmente<br />

detenuto da Wla<strong>di</strong>miro Panizza. Sarebbe il<br />

giusto coronamento <strong>di</strong> una carriera tra i professionisti<br />

iniziata nel 2005 e costellata da numerose<br />

cadute e infortuni, che hanno impe<strong>di</strong>to<br />

allo scalatore lucano <strong>di</strong> ottenere un numero<br />

<strong>maggio</strong>re <strong>di</strong> successi rispetto a quelli conquistati.<br />

<strong>In</strong> carriera Pozzovivo ha vinto il Giro del Trentino<br />

2012, una tappa al Giro d’Italia 2012, una tappa<br />

alla Volta Ciclista a Catalunya 2015 e una tappa<br />

al Giro <strong>di</strong> Svizzera 2017. Distintosi per costanza<br />

<strong>di</strong> piazzamenti nelle classifiche generali delle<br />

principali corse a tappe, ha terminato sette volte il<br />

Giro d’Italia nei primi <strong>di</strong>eci. Pozzovivo chiuderà la<br />

carriera nella squadra che lo ha lanciato nel professionismo.


8 in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong><br />

IL RECORD<br />

Miro Panizza, il campione operaio<br />

Detiene il record <strong>di</strong> partecipazioni al Giro d’Italia: ben 18 volte al via, per 9 volte<br />

si è classificato tra i primi <strong>di</strong>eci, ha vinto due tappe e indossato la maglia rosa<br />

per un’intera settimana. Quest'anno sarà una sfida a <strong>di</strong>stanza con Domenico Pozzovivo...<br />

Otto giugno 1967: il giovane neoprofessionista<br />

Miro Panizza da Fagnano<br />

Olona ha staccato tutti e nella bufera<br />

delle Tre Cime <strong>di</strong> Lavaredo si sta rivelando<br />

come il miglior scalatore del<br />

gruppo. <strong>In</strong>dossa la maglia della Vittadello,<br />

azienda <strong>di</strong> Fiesso d’Artico (Venezia)<br />

attiva nel settore tessile; i capitani<br />

sono Michele Dancelli e Aldo<br />

Moser. La sofferenza è in<strong>di</strong>cibile e il<br />

pubblico apprezza: urla, agita ombrelli,<br />

a tratti invade la carreggiata bagnata<br />

da copiosi fiocchi <strong>di</strong> neve. Panizza <strong>di</strong>grigna<br />

i denti e sta per coronare un sogno<br />

cullato da ragazzo. All’improvviso,<br />

però, in prossimità del traguardo, viene<br />

superato dai “padroni del vapore” e Gimon<strong>di</strong><br />

transita per primo sotto lo striscione<br />

dell’arrivo. Cos’è mai accaduto?<br />

Semplice: impietositi dalle con<strong>di</strong>zioni<br />

del meteo, i tifosi hanno cominciato<br />

a spingere i corridori, molti dei quali<br />

si sono anche attaccati alle auto e alle<br />

moto. Miro stava per vincere, senza<br />

spinte e traini.<br />

Al Giro d’Italia del 1980 fece vedere<br />

i sorci ver<strong>di</strong> a Bernard Hinault…<br />

Ma la giuria non si limita a penalizzare<br />

chi non è stato corretto: annulla la<br />

tappa, la 19° della 50° e<strong>di</strong>zione del Giro<br />

d’Italia. <strong>In</strong>izia così, nella rabbia e<br />

nel pianto, l’intenso rapporto <strong>di</strong> Wla<strong>di</strong>miro<br />

Panizza con la corsa rosa. Per<br />

un ventennio il piccolo corridore della<br />

Valle Olona è stato uno dei protagonisti<br />

più amati del Giro, un personaggio<br />

che Adriano De Zan amava invitare<br />

sul palco della Rai. Sapeva che con lui<br />

nulla era scontato: quasi sempre erano<br />

lacrime, spesso scaturiva una polemica.<br />

Perché Miro, passionale, generoso<br />

e istintivo come nessun altro, non le<br />

mandava mai a <strong>di</strong>re.<br />

Dal 1967 al 1985 Panizza ha partecipato<br />

a 18 e<strong>di</strong>zioni del Giro, per 9 volte<br />

si è classificato tra i primi <strong>di</strong>eci, ha vinto<br />

due tappe e indossato la maglia<br />

rosa per una settimana intera (6 tappe).<br />

Purtroppo non si presentò al via<br />

dell’e<strong>di</strong>zione 1968 perché in primavera<br />

venne investito da un camion, mentre<br />

i ritiri furono soltanto due, nel 1970 e<br />

nel 1981, causati da brutte cadute. Sono<br />

numeri irraggiungibili e non saranno<br />

mai più superati: il ciclismo moderno<br />

non consente simili performance.<br />

Proprio per questo un plauso enorme<br />

va in<strong>di</strong>rizzato a Domenico Pozzovivo,<br />

classe 1982, che imperterrito - nonostante<br />

terrificanti cadute e l’età che<br />

avanza - sta percorrendo i sentieri del<br />

Miro. <strong>In</strong> onore del quale, per due volte<br />

(nel ’74 e nel ’75), la carovana del Giro<br />

s’è fermata. La tappa transitava da Cassano<br />

Magnago e lì lo hanno aspettato<br />

al varco moglie, figlio, amici, tifosi,<br />

centinaia e centinaia <strong>di</strong> persone pronte<br />

ad applau<strong>di</strong>re. Miro era amatissimo per<br />

la sua tenacia. Era un combattente mai<br />

domo. Sapeva <strong>di</strong> non essere né Merckx<br />

né Hinault, ma nemmeno con loro rinunciava<br />

a incrociare le lame. Nel 1980<br />

il premio più bello: la maglia rosa, ottenuta<br />

marcando stretto proprio Hinault.<br />

A Roccaraso arrivarono loro due, al<br />

francese la tappa e a Miro la maglia,<br />

che però nessuno aveva previsto potesse<br />

conquistare proprio lui. E perciò la<br />

taglia giusta non c’era. Miro sprizzava<br />

<strong>di</strong> una felicità genuina e contagiosa. Sul<br />

palco, tra le lacrime, <strong>di</strong>sse a De Zan parole<br />

memorabili: “Sono riuscito a 35 anni<br />

a prendere la maglia rosa e per me è<br />

il sogno più bello che si è avverato. Sono<br />

contento così, domani posso anche perderla.<br />

Mio figlio mi <strong>di</strong>rà: no, non è vero,<br />

papà, non è vero. Proprio ieri mi aveva<br />

detto: t’ho visto, t’ho visto. Chissà se mi<br />

pren<strong>di</strong> la maglia rosa e adesso l’ho presa.<br />

Dovessi tenerla anche un giorno soltanto,<br />

adesso so che cos’è la felicità. Ho<br />

faticato, rischiato, sudato tanto in bicicletta:<br />

finalmente ce l’ho fatta”.<br />

Sempre nel “Giro”<br />

Dopo qualche giorno, a Sirmione, altro<br />

siparietto. De Zan organizzò una sorpresa<br />

e invitò sul palco la moglie Maria<br />

Rosa e il figlio Massimiliano. Per<br />

il buon Miro furono nuove lacrime. Il<br />

5 giugno, giorno del suo compleanno,<br />

la fine del sogno: lo Stelvio decretò la<br />

graduatoria finale del Giro e Hinault<br />

si inse<strong>di</strong>ò sul trono lasciando Panizza<br />

a un più che onorevole secondo posto.<br />

“Credevo <strong>di</strong> dover smettere - si lascia<br />

andare al microfono della Rai - adesso<br />

dovrò correre un altro anno”. E poi,<br />

sorprendendo De Zan e tutti gli ascoltatori:<br />

“Da domani devo pensare ad altro<br />

e dovrò de<strong>di</strong>carmi all’esame <strong>di</strong> terza<br />

me<strong>di</strong>a, che mi aspetta a giorni… devo<br />

stu<strong>di</strong>are… non si sa mai, un domani potrà<br />

servire, magari per un posto in banca”.<br />

<strong>In</strong> realtà, sfogata l’amarezza (dettata<br />

dalla fatica <strong>di</strong> una tappa durissima),<br />

Panizza si riconsegnò al suo consueto<br />

ottimismo e alla bicicletta. E corse altre<br />

cinque stagioni, ottenendo qualche<br />

bella vittoria. Conclusa la carriera è stato<br />

poi, per qualche anno, commissario<br />

degli arrivi <strong>di</strong> tappa. Lo si vedeva con<br />

paletta e fischietto a <strong>di</strong>sciplinare auto,<br />

moto e corridori. Poteva mai, il caro Miro,<br />

stare lontano dall’ambiente del Giro<br />

d’Italia? Sofferente <strong>di</strong> cuore, ci ha lasciati<br />

il 21 giugno 2002 a soli 57 anni.<br />

Il giorno dopo la Gazzetta dello Sport<br />

ha scritto: “Non era un fuoriclasse come<br />

Hinault, Moser o Saronni. Però era un<br />

uomo con la u maiuscola”.<br />

Lo scrittore Paolo Costa,<br />

autore dell'articolo<br />

Paolo Costa


in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong> 9<br />

VIP IN BICICLETTA<br />

Moser, ma Ignazio. Quasi tutto suo padre<br />

Sportivo, influencer, personaggio televisivo e ora anche socio <strong>di</strong> un’agenzia <strong>di</strong> sport<br />

e celebrity management... E il 30 giugno convolerà a nozze dopo sette anni <strong>di</strong> fidanzamento<br />

con Cecilia Rodriguez<br />

Chiamarsi Moser e non avere feeling<br />

con la bici sarebbe un delitto. Ignazio,<br />

figlio del grande Francesco è legatissimo<br />

al ciclismo. E allo stesso tempo, come<br />

ci racconta in questa intervista è interessato<br />

a provare nuove esperienze.<br />

Ignazio, che ricor<strong>di</strong> hai del Giro<br />

d’Italia?<br />

Personalmente non ho partecipato al<br />

Giro d’Italia come professionista; la mia<br />

carriera ciclistica si è concentrata principalmente<br />

su competizioni <strong>di</strong> ciclocross<br />

e altre gare su strada a livello<br />

giovanile e <strong>di</strong>lettantistico. Tuttavia, crescendo<br />

nell’ambiente del ciclismo, ho<br />

dei ricor<strong>di</strong> vivi<strong>di</strong> legati a questa storica<br />

competizione, influenzati dalla vincente<br />

carriera <strong>di</strong> mio padre, Francesco Moser.<br />

Crescere in una famiglia con una così<br />

profonda ere<strong>di</strong>tà nel ciclismo mi ha dato<br />

l’opportunità <strong>di</strong> vivere il Giro d’Italia<br />

in un modo molto particolare. Uno dei<br />

ricor<strong>di</strong> che ho del Giro riguarda le storie<br />

<strong>di</strong> mio padre circa la sua vittoria nel<br />

1984. Mi raccontava spesso della tensione<br />

emotiva della corsa, soprattutto delle<br />

tappe <strong>di</strong> montagna dove spesso si decideva<br />

la gara.<br />

Ogni anno, quando il Giro passava dalle<br />

nostre parti, era come rivivere quelle<br />

storie. Nel guardarlo in televisione o<br />

nell’essere sulle strade per veder passare<br />

i corridori, sentivo sempre una connessione<br />

speciale con la competizione. Ricordo<br />

le emozioni delle persone, l’entusiasmo<br />

dei tifosi lungo le strade, e tutto<br />

questo mi faceva sentire parte <strong>di</strong> qualcosa<br />

<strong>di</strong> molto più grande <strong>di</strong> me.<br />

A un certo punto della tua carriera<br />

hai maturato la decisione <strong>di</strong><br />

smettere la carriera ciclistica. Come<br />

hai gestito il cambiamento?<br />

Smettere è stata una delle decisioni più<br />

<strong>di</strong>fficili della mia vita. Il ciclismo è stato<br />

parte <strong>di</strong> me fin da quando ero bambino,<br />

e concludere la carriera ciclistica ha significato<br />

chiudere un capitolo molto<br />

importante. Tuttavia, sapevo che era il<br />

momento giusto per me. La transizione<br />

non è stata facile; c’è stato un periodo <strong>di</strong><br />

adattamento dove ho dovuto riscoprire<br />

chi ero al <strong>di</strong> fuori del ciclismo.<br />

Ho gestito il cambiamento concentrando<br />

la mia energia su nuovi progetti e interessi.<br />

Ho sempre avuto interesse per il<br />

mondo del vino, che è un’altra grande<br />

passione nella mia famiglia, quin<strong>di</strong> ho<br />

iniziato a de<strong>di</strong>carmi <strong>di</strong> più a questo, cercando<br />

<strong>di</strong> apprendere e contribuire al business<br />

familiare.<br />

<strong>In</strong>oltre, ho iniziato a partecipare a programmi<br />

televisivi e a costruire la mia<br />

presenza nel mondo dello spettacolo,<br />

il che mi ha aperto nuove porte e mi ha<br />

dato nuove sfide da affrontare.<br />

Raccontaci quanto ha contato essere<br />

nato in una famiglia <strong>di</strong> campioni del<br />

ciclismo?<br />

Essere nato in una famiglia <strong>di</strong> campioni<br />

del ciclismo ha giocato un ruolo<br />

enorme nella mia vita. Da un lato, è stato<br />

un grande vantaggio perché ho avuto<br />

accesso a una quantità incre<strong>di</strong>bile <strong>di</strong><br />

conoscenze ed esperienze fin da quando<br />

ero molto giovane. Mio padre, Francesco,<br />

non è stato un modello da seguire<br />

solo come atleta, ma anche come persona.<br />

L’etica del lavoro, la de<strong>di</strong>zione e<br />

la passione che lui ha mostrato nel suo<br />

sport sono stati esempi viventi per me.<br />

D’altro canto, c’è anche una certa pressione<br />

che deriva dal portare un cognome<br />

così noto. C’è sempre stata una<br />

aspettativa, sia da parte <strong>di</strong> me stesso sia<br />

dagli altri, <strong>di</strong> raggiungere certi livelli <strong>di</strong><br />

successo nel ciclismo. Questo può essere<br />

motivante, ma a volte anche opprimente.<br />

Ho dovuto trovare il mio percorso e<br />

accettare che il mio viaggio nel ciclismo<br />

potesse essere <strong>di</strong>verso da quello <strong>di</strong> mio<br />

padre.<br />

Per chi tifavi da piccolo?<br />

Da piccolo, ovviamente, il mio primo<br />

idolo è stato mio padre. Vederlo competere,<br />

ascoltare le storie delle sue gare,<br />

e vedere i trofei e le maglie che aveva<br />

vinto era incre<strong>di</strong>bilmente ispirante. Ma<br />

oltre a lui, tifavo anche per altri ciclisti<br />

come Tom Boonen: essendo un grande<br />

cacciatore <strong>di</strong> classiche mi rivedevo in lui<br />

e sognavo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare come lui.<br />

E ora chi ti impressiona <strong>di</strong> più fra i<br />

corridori in attività?<br />

Nel panorama attuale del ciclismo, ci sono<br />

<strong>di</strong>versi corridori che mi impressionano<br />

molto. Tadej Pogačar, per esempio,<br />

è incre<strong>di</strong>bile. La sua capacità <strong>di</strong> dominare<br />

in montagna e <strong>di</strong> essere competitivo<br />

in quasi ogni tipo <strong>di</strong> gara lo rende uno<br />

dei ciclisti più completi negli ultimi anni.<br />

È incre<strong>di</strong>bile vedere come gestisce la<br />

pressione e come riesce mantenendo la<br />

calma in situazioni critiche <strong>di</strong> gara.<br />

Un altro corridore che ammiro molto è<br />

Mathieu van der Poel. La sua versatilità<br />

e il suo spirito competitivo sono straor<strong>di</strong>nari.<br />

Che sia su strada, nel ciclocross<br />

o in mountain bike, lui è sempre in grado<br />

<strong>di</strong> lottare per la vittoria. È un atleta<br />

che trasmette una grande passione e determinazione,<br />

qualità che ritengo fondamentali<br />

in qualsiasi sportivo.<br />

<strong>In</strong>fine, non posso non menzionare<br />

Wout van Aert, che come Mathieu mostra<br />

una capacità incre<strong>di</strong>bile <strong>di</strong> eccellere<br />

in <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>scipline. La sua forza, tecnica<br />

e intelligenza tattica lo rendono uno<br />

dei corridori più eccitanti da guardare.<br />

Sportivo, personaggio televisivo,<br />

commentatore dai microfoni <strong>di</strong><br />

Eurosport e ora anche socio <strong>di</strong><br />

Golden Sabre Agency. Raccontaci<br />

questa nuova avventura.<br />

Mi è sempre piaciuto <strong>di</strong>versificare e non<br />

precludermi nessuna strada e ad inizio<br />

2020 ho scelto <strong>di</strong> investire nella Golden<br />

Sabre Agency, agenzia <strong>di</strong> sport e celebrity<br />

management insieme a Cristina<br />

Lo<strong>di</strong>, che ha gestito e gestisce la mia<br />

immagine dal 2017, e ad Aldo Montano<br />

e Nicola Ventola.<br />

Da sinistra: Nicola Ventola, Aldo Montano,<br />

Cristina Lo<strong>di</strong>, Ignazio Moser<br />

L’agenzia si occupa <strong>di</strong> consulenza strategica<br />

per brand, uffici stampa, centri me<strong>di</strong>a<br />

e piattaforme <strong>di</strong>gitali e segue personaggi<br />

non soltanto del mondo sportivo,<br />

ma anche nell’universo delle celebrity<br />

e degli influencer, grazie all’ingresso <strong>di</strong><br />

Nicola Ventola come socio, l’agenzia si è<br />

avvicinata anche al mondo del calcio.<br />

Oggi Golden Sabre può vantare al suo<br />

interno un ricco team <strong>di</strong> talenti: celebrity,<br />

sportivi, testimonial, blogger, creator<br />

<strong>di</strong>gitali.<br />

Un’ultima domanda: è vero che ti<br />

sposi?<br />

Sì, dopo quasi sette anni <strong>di</strong> fidanzamento<br />

siamo arrivati a questo grande passo.<br />

Ci sposeremo in Toscana, vicino a Firenze.<br />

Un aneddoto molto carino è che<br />

non più <strong>di</strong> un mese fa la wed<strong>di</strong>ng planner<br />

ci ha fatto notare che proprio il giorno<br />

prima del matrimonio partirà il Tour<br />

de France da Firenze; è la prima volta<br />

che succede nella storia. L’ho letto come<br />

un segno del destino: ancora una volta<br />

una tappa importante della mia vita si<br />

lega al mondo del ciclismo.


10 in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong><br />

AMARCORD<br />

Oropa, la rimonta più bella <strong>di</strong> Pantani<br />

Ci fu la sfortuna, un salto <strong>di</strong> catena, il gioco <strong>di</strong> squadra dei compagni della Mercatone<br />

Uno e poi la rincorsa solitaria del Pirata per agguantare gli avversari uno a uno.<br />

Quest’anno il Giro ritornerà sulla salita resa celebre da quell’impresa<br />

30 <strong>maggio</strong> 1999: mancano 8,5 km al<br />

traguardo della quin<strong>di</strong>cesima tappa del<br />

Giro d’Italia, la Racconigi-Oropa. Accade<br />

l’imprevisto: Marco Pantani si ferma.<br />

Il gruppo sta affrontando la salita<br />

finale che porta verso il Santuario de<strong>di</strong>cato<br />

alla Madonna Nera. Il Pirata indossa<br />

la maglia rosa, ha messo da parte<br />

53’’ su Savoldelli e oltre un minuto<br />

su Gotti; l’intenzione è <strong>di</strong> incrementare<br />

il vantaggio. La salita è impegnativa,<br />

ma non particolarmente impervia.<br />

Pendenza me<strong>di</strong>a del 6,2%. Lunghezza<br />

nemmeno 12 km. Ci sono tratti <strong>di</strong> leggero<br />

falsopiano dove i corridori possono<br />

prendere fiato ed altri decisamente<br />

più impegnativi. La tappa, sulla carta,<br />

è favorevole alla maglia rosa. Ma quando<br />

meno te l’aspetti arriva la guigne, la<br />

sciagurata sfortuna, quella che Pantani<br />

ha incontrato più volte (incidenti, attraversamenti<br />

<strong>di</strong> gatti sulla strada, eccetera).<br />

Anche questa volta la malasorte è lì<br />

in agguato, vuole metterci lo zampino<br />

e fa niente se sei il corridore più forte<br />

del momento e gli avversari in salita li<br />

abbatti come birilli. Pantani va con un<br />

altro passo, ha un’altra cadenza. Pedala<br />

in modo <strong>di</strong>verso.<br />

“Attenzione, Pantani ha forato!”. La voce<br />

è quella <strong>di</strong> Adriano De Zan, lo storico<br />

telecronista della Rai. Sbaglia e viene<br />

corretto imme<strong>di</strong>atamente da Davide<br />

Cassani, la sua spalla tecnica al commento<br />

televisivo: “È un salto <strong>di</strong> catena”<br />

Il prosieguo della scena, fotogramma<br />

per fotogramma, sembra un film, un<br />

thriller, un manuale <strong>di</strong> strategia ciclistica,<br />

un’impresa unica, impossibile da replicare.<br />

Il treno della Mercatone Uno<br />

La Mercatone Uno si organizza: Velo e<br />

Borgheresi sono i primi ad attenderlo.<br />

La maglia rosa si mette nella loro scia.<br />

Poi anche Garzelli, Velo e Podenzana<br />

formano il treno della squadra che<br />

stantuffa per riportare Pantani nelle<br />

prime posizioni del gruppo. I compagni<br />

si sacrificano per il leader, Velo è l’ultimo<br />

a mollare, poi Pantani è da solo,<br />

da solo contro tutti. Davanti ci sono Jalabert,<br />

Miceli e Gotti. Il francese sale<br />

elegante con un paio <strong>di</strong> occhiali scuri e<br />

un cappellino <strong>di</strong> tela bianco. La strada<br />

spiana leggermente, i corridori fanno<br />

velocità e prendono un po’ <strong>di</strong> respiro.<br />

Quando ritorna la salita, la strada torna<br />

a essere alleata del Pirata. Pantani vede<br />

le sagome <strong>di</strong> Simoni e Savoldelli e<br />

si mette sulle loro scie. Davanti c’è Jalabert,<br />

che sfodera una sagoma da turista,<br />

stacca Gotti, il suo ritmo non è incontenibile,<br />

ma basta a fare la <strong>di</strong>fferenza.<br />

Pantani è ancora in<strong>di</strong>etro con il gruppetto<br />

<strong>di</strong> Savoldelli. Pochi minuti per riprendere<br />

fiato, poi <strong>di</strong> nuovo all’attacco.<br />

La <strong>di</strong>fesa gagliarda <strong>di</strong> Miceli<br />

Stacca i compagni all’inseguimento <strong>di</strong><br />

Gotti e Miceli. Nei tratti <strong>di</strong> falsopiano<br />

il Pirata respira, quando la strada s’impenna<br />

invece attacca, si alza sui pedali,<br />

l’espressione concentrata, un mondo<br />

a sé. Quando arriva sulla scia <strong>di</strong> Miceli<br />

e Gotti, riparte subito all’attacco. Il bergamasco<br />

pedala legnoso, la pedalata <strong>di</strong><br />

Marco è fluida e potente. Jalabert è lì,<br />

ad appena venti metri. Solo Miceli prova<br />

a stargli in scia, tutti gli altri arrancano.<br />

Quando Pantani arriva sui tubolari <strong>di</strong><br />

Jalabert, prova subito a dare uno strappo,<br />

il francese gli resiste a ruota, ma è<br />

un’illusione perché il romagnolo ha ancora<br />

energie da vendere. Si alza <strong>di</strong> nuovo<br />

sui pedali per l’affondo finale. Lo <strong>di</strong>stanzia<br />

a 3 km dall’arrivo, dandogli alla<br />

fine 20 secon<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>stacco, raggranellati<br />

per la <strong>maggio</strong>r parte nel tratto più duro<br />

della salita. Pantani taglia il traguardo<br />

per primo, ma non solleva le braccia al<br />

cielo. Sembra talmente in trance da non<br />

aver realizzato <strong>di</strong> aver vinto.<br />

25 anni fa l’impresa<br />

Il 5 <strong>maggio</strong> <strong>2024</strong> saranno 25 anni dalla vittoria del 1999<br />

<strong>di</strong> Marco Pantani che dominò una tappa che sembrava<br />

persa rimontando tutto il gruppo dopo la caduta della<br />

catena. Oropa per l’occasione sarà anche la «montagna<br />

Pantani» del Giro.<br />

La corsa rosa renderà infatti o<strong>maggio</strong> al Pirata<br />

con la seconda tappa in programma<br />

domenica 5 <strong>maggio</strong>. Partenza da San Francesco<br />

al Campo, arrivo al Santuario <strong>di</strong> Oropa.<br />

Percorso facile nella prima parte e vallonato<br />

nel finale. Il punto decisivo della<br />

frazione sarà la salita che da Biella porta<br />

al santuario mariano, un luogo <strong>di</strong> profonda<br />

devozione per la presenza della statua della<br />

Madonna nera. Secondo la tra<strong>di</strong>zione, la<br />

statua venne portata da Sant’Eusebio dalla<br />

Palestina nel IV secolo d.C. mentre fuggiva dalla furia<br />

della persecuzione ariana; adoperandosi per la <strong>di</strong>ffusione<br />

della devozione mariana, Sant’Eusebio avrebbe<br />

nascosto la statua tra le rocce dove ora sorge la Cappella<br />

del Roc, costruita nella prima metà del<br />

Settecento dagli abitanti <strong>di</strong> Fontainemore,<br />

località valdostana ancora oggi fortemente<br />

legata al Santuario dall’antica processione<br />

che si snoda ogni cinque anni tra i monti<br />

che separano le due vallate.<br />

Durante i lavori <strong>di</strong> restauro eseguiti nei primi<br />

mesi del 2005 sono emerse sulla volta<br />

decorazioni risalenti al XVII secolo, caratterizzati<br />

da motivi floreali giallo ocra su campo<br />

<strong>di</strong> colore azzurro, recente scoperta <strong>di</strong> un<br />

passato che ha ancora misteri da svelare.


L’AVVENTURA<br />

Dall’alba al tramonto, in bicicletta<br />

in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong> 11<br />

Il 22 giugno torna la Chase the Sun, da Cesenatico a Tirrenia, lungo un percorso<br />

che coincide (in <strong>di</strong>rezione opposta) con un tratto della tappa del Tour de France<br />

da Firenze a Rimini. Si pedala in un sol giorno per quasi 280 chilometri<br />

Nel giorno più lungo dell’anno, sabato<br />

22 giugno, si rinnova l’ap<strong>punta</strong>mento<br />

con la Chase the Sun, la più romantica<br />

esperienza ciclistica sulla lunga <strong>di</strong>stanza.<br />

Si parte da Cesenatico e si arriva a<br />

Tirrenia. Non è una gara, è una ride a<br />

ritmo libero dall’alba al tramonto.<br />

Si pedala in un solo giorno, dall’Adriatico<br />

al Tirreno. Si va da costa a costa, da est<br />

a ovest, dalle colline romagnole a quelle<br />

del Chianti e oltre. Da mare a mare.<br />

Nessun numero <strong>di</strong> gara, ma un nastrino<br />

arancione che si lega al <strong>sellino</strong> e che<br />

simboleggia un “raggio <strong>di</strong> sole” e ricorda<br />

che si pedala al ritmo del proprio passo<br />

col sole che fa da cronometro naturale.<br />

La Chase The Sun si svolge, a partire dal<br />

2017, in prossimità del solstizio d’estate,<br />

il giorno che inaugura la stagione estiva<br />

e che regala se<strong>di</strong>ci ore <strong>di</strong> luce ininterrotta.<br />

Ed è una sfida con se stessi lunga<br />

quasi 280 chilometri (con 2.600 m <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>slivello) che mette al centro sport, avventura,<br />

natura e cultura.<br />

Dall’Adriatico al Tirreno<br />

Un viaggio <strong>di</strong> un giorno e un’esplorazione<br />

ciclistica attraverso la pianura che abbraccia<br />

Forlì e Cesena, il paesaggio ondulato<br />

del Chianti, la storia <strong>di</strong> Vinci e<br />

le strade <strong>di</strong> Leonardo, il crinale <strong>di</strong> Cerreto<br />

Gui<strong>di</strong> con vista sulle dolci colline e<br />

oliveti e scorci panoramici sulla Certosa<br />

<strong>di</strong> Calci e sulla basilica <strong>di</strong> San Piero<br />

a Grado. Ci si immerge nelle foreste casentinesi,<br />

un’oasi <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità nel cuore<br />

dell’Appennino tosco-romagnolo e<br />

nell’arte <strong>di</strong> Firenze e Pisa seguendo l’intero<br />

corso dell’Arno dal Monte Falterona<br />

alla sua foce.<br />

È possibile partecipare alla Chase The<br />

Sun in<strong>di</strong>vidualmente oppure in squadra,<br />

con la formula della staffetta composta<br />

da tre persone e il vincolo <strong>di</strong><br />

includere almeno una donna. È in<strong>di</strong>spensabile<br />

essere muniti <strong>di</strong> luci anteriori<br />

e posteriori ed è obbligatorio transitare<br />

dai punti <strong>di</strong> controllo e ristoro per<br />

certificare il proprio passaggio. Il primo<br />

punto controllo (e cambio staffetta per i<br />

team) è al km 93,5 (Bar Cavallino), il secondo<br />

al km 176 (Ristorante Il Pinone), il<br />

terzo al km 238 (Ristorante I Cristalli) per<br />

chi affronta la salita opzionale al colle<br />

<strong>di</strong> Calci (i due percorsi si riuniscono pochi<br />

chilometri prima, alla Certosa <strong>di</strong> Calci)<br />

e il quarto al km 247 (Bike Village) a<br />

San Giuliano.<br />

A ogni partecipante viene consegnato<br />

il rider passport e la traccia gpx del<br />

percorso, che può essere scaricata da fine<br />

<strong>maggio</strong> e non per forza suggerisce la<br />

via <strong>di</strong>retta per arrivare sulla costa tirrenica,<br />

ma pre<strong>di</strong>lige Strade Zitte, piacevolmente<br />

lontane dalla confusione e dai<br />

pericoli del traffico motorizzato. Si parte<br />

da Cesenatico, la capitale italiana del cicloturismo,<br />

e si arriva al litorale pisano<br />

immergendosi nel Parco Regionale <strong>di</strong><br />

Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli<br />

senza doversi preoccupare del ritorno<br />

perché l’organizzazione a cura <strong>di</strong> Turbolento<br />

Thinkbike trasporta il bagaglio<br />

per avere tutto a portata <strong>di</strong> mano quando<br />

si conclude l’impresa e magari si vuole<br />

fare un tuffo in mare.<br />

Il rientro è previsto con navette che collegano<br />

Milano, Bologna, Viareggio/Pisa.<br />

E per l’e<strong>di</strong>zione <strong>2024</strong> ci sono alcune novità.<br />

“Quella più interessante è il ritorno della<br />

cena <strong>di</strong> benvenuto. Grazie al supporto<br />

del Comune <strong>di</strong> Cesenatico, che mette<br />

a <strong>di</strong>sposizione il cortile del Museo della<br />

Marineria lungo il porto-canale, i partecipanti<br />

avranno modo <strong>di</strong> interagire e conoscersi<br />

per costruire gruppi con andature<br />

simili per affrontare il percorso del sabato.<br />

Anche se la vera e gran<strong>di</strong>ssima novità<br />

del <strong>2024</strong> è la quasi concomitanza con<br />

la Grande Boucle, che il sabato successivo<br />

percorrerà da ovest a est parte delle nostre<br />

strade passando dal Bar Cavallino e<br />

dal valico Tre Faggi, primo GPM del Tour<br />

<strong>2024</strong>. Dulcis in fundo, come preannunciato<br />

da Davide Cassani in occasione della<br />

sua partecipazione nel 2023, nel <strong>2024</strong><br />

iniziamo a lavorare per la creazione del<br />

percorso permanente Italy Coast to Coast,<br />

da Cesenatico alle Terre <strong>di</strong> Pisa, coinvolgendo<br />

le due regioni interessate, i Comuni<br />

<strong>di</strong> transito e i moltissimi WOW!point<br />

<strong>di</strong> percorso”, ha commentato Paolo Tagliacarne,<br />

fondatore e anima <strong>di</strong> Turbolento<br />

Thinkbike.<br />

Percorso vallonato<br />

e gran prova Tour de France<br />

Si pedala dalla costa adriatica a quella<br />

tirrenica, lungo un tragitto molto vario,<br />

con la pianura che lascia il posto a un<br />

percorso vallonato e a salite <strong>di</strong> tutto rispetto.<br />

La prima ascesa inizia al km 38:<br />

in 7 km si sale <strong>di</strong> 305 metri, fino in cima<br />

a Rocca delle Caminate, poi una <strong>di</strong>scesa<br />

abbastanza tecnica porta a Predappio,<br />

dove si affronta la seconda asperità:<br />

Valico Tre Faggi. Eletto a Cima Coppi,<br />

mette nelle gambe 860 metri <strong>di</strong> <strong>di</strong>slivello<br />

in poco meno <strong>di</strong> 40 km, con la seconda<br />

parte decisamente più impegnativa.<br />

La terza salita è a Carmignano e inizia<br />

al km 162; si sale <strong>di</strong> 380 metri in circa<br />

12 chilometri e si scollina a 420 m slm.<br />

A questo punto il ciclocomputer segna<br />

176 chilometri e si può decidere se affrontare<br />

o meno la quarta e ultima scalata.<br />

Opzionale, conduce al Colle <strong>di</strong> Calci,<br />

da Buti: si sale <strong>di</strong> 610 m in circa 11<br />

km lungo la strada provinciale del Monte<br />

Serra (per chi sceglie <strong>di</strong> allungare il <strong>di</strong>slivello<br />

totale è 3.200 m).<br />

Fra le novità <strong>2024</strong> può essere annoverato<br />

anche il passaggio del Tour de France<br />

(a fine giugno) al valico Tre Faggi.<br />

I dati tecnici<br />

Si prende il via intorno alle 5,15 - col sole<br />

che sorge alle spalle - dal faro del Porto<br />

Canale <strong>di</strong> Cesenatico, uno dei simboli<br />

della riviera adriatica, e si conclude - col<br />

sole in fronte che si tuffa nel mare ai bagni<br />

Siria <strong>di</strong> Tirrenia - sul litorale delle<br />

Terre <strong>di</strong> Pisa, in una fascia oraria compresa<br />

fra le 18 e le 22.00. Per quel che<br />

riguarda la partecipazione in squadra,<br />

è richiesto anche il supporto <strong>di</strong> un’auto<br />

al seguito, che sarà condotta a rotazione<br />

da uno dei tre componenti del team.<br />

Ciascun partecipante della squadra<br />

– che deve presentarsi in partenza e in<br />

arrivo al completo – ha la responsabilità<br />

<strong>di</strong> coprire in bicicletta due terzi del percorso<br />

totale, pari a 185 chilometri, ma<br />

non necessariamente in successione. Chi<br />

guida l’auto dovrà fornire assistenza ai<br />

compagni <strong>di</strong> team ed essere pronto a intervenire,<br />

se necessario, per offrire aiuto<br />

a tutti i partecipanti (solidarietà ciclistica).<br />

IL PROGETTO STRADE ZITTE<br />

A organizzare il tutto è Turbolento<br />

Thinkbike, società sportiva ciclistica<br />

nata a Milano il 21 marzo<br />

1993 per far incontrare velocità e<br />

lentezza, sport e <strong>di</strong>vertimento. Oggi<br />

è una Società Sportiva Dilettantistica<br />

a responsabilità limitata riconosciuta<br />

dal Coni, affiliata alla<br />

Federazione Ciclistica Italiana e<br />

iscritta alla Camera <strong>di</strong> Commercio<br />

<strong>di</strong> Milano. Ha iniziato a creare<br />

percorsi cicloturistici nel 1999 per<br />

la Provincia <strong>di</strong> Milano, scegliendo<br />

fin da subito strade su cui pedalare<br />

in tranquillità e sicurezza. Nel<br />

2005, ispirandosi a una canzone<br />

<strong>di</strong> Paolo Conte, ha ideato le Strade<br />

Zitte, “itinerari da collezione”<br />

che uniscono strade secondarie<br />

<strong>di</strong> campagna e <strong>di</strong> montagna, lungo<br />

le vie meno battute e lontane<br />

dal turismo <strong>di</strong> massa. Al momento<br />

le Strade Zitte comprendono 271<br />

percorsi <strong>di</strong> qualità per incentivare<br />

il turismo sportivo ciclistico.<br />

Entro l’estate il progetto Strade Zitte<br />

avrà raggiunto un traguardo significativo:<br />

300 Strade Zitte in<br />

grado <strong>di</strong> incentivare il turismo sostenibile,<br />

il benessere psicofisico legato<br />

all’attività fisica e la scoperta<br />

delle meraviglie paesaggistiche e<br />

culturali <strong>di</strong> cui è ricca l’Italia. Ogni<br />

Strada Zitte ha una traccia gpx corredata<br />

da una galleria fotografica e<br />

da una scheda tecnica con utili dettagli<br />

su lunghezza, <strong>di</strong>slivello e punti<br />

<strong>di</strong> interesse incontrati durante<br />

la pedalata. La visualizzazione del<br />

tracciato su sfondo cartografico <strong>di</strong>gitale<br />

è ingran<strong>di</strong>bile a proprio piacimento,<br />

mentre la scheda riassuntiva<br />

contiene i parametri <strong>di</strong> ricerca<br />

per regione e in<strong>di</strong>ca la tipologia <strong>di</strong><br />

percorso e il livello <strong>di</strong> impegno richiesto.<br />

Il campo per la ricerca libera<br />

permette <strong>di</strong> trovare il percorso<br />

inserendo le proprie preferenze<br />

o il nome <strong>di</strong> una località.<br />

Per informazioni<br />

Facebook.com:<br />

turbolento.lestradezitte<br />

<strong>In</strong>stagram:<br />

turbolento_cyclingclub<br />

YouTube: Turbolento Thinkbike<br />

Web: www.turbolento.net


12<br />

in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong><br />

IL RACCONTO<br />

La corsa rosa fra storia e geografia<br />

Fatta l’Italia c’era da fare il Giro d’Italia. La corsa a tappe più amata dagli italiani<br />

è ancora oggi la cartina al tornasole dello Stivale: registra umori, slanci e tenerezze.<br />

Serba anche i ricor<strong>di</strong> delle vittorie mancate e dei gran<strong>di</strong> tra<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> giornata<br />

Il Giro d’Italia è ancora oggi un rito<br />

collettivo. La corsa appartiene a quel<br />

patrimonio <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zioni con<strong>di</strong>vise che<br />

per il popolo sono ra<strong>di</strong>cate nella propria<br />

storia, come le ra<strong>di</strong>ci degli alberi.<br />

A partire dalla prima e<strong>di</strong>zione del<br />

1909 il Giro è il riflesso dell’Italia, con<br />

i suoi drammi, i suoi eroi, la sua storia.<br />

Il tracciato che viene <strong>di</strong>segnato ogni anno<br />

è come il filo che lega pezzi <strong>di</strong> terra,<br />

lambisce e attraversa regioni, si spinge<br />

da Nord (quest’anno partenza dal Piemonte)<br />

a Sud (fino alla Campania), per<br />

poi risalire lo Stivale con l’idea <strong>di</strong> inerpicarsi<br />

sulle montagne. Trasferimento<br />

con l’aereo e gran finale nella Capitale.<br />

Ci rimangono male le città più meri<strong>di</strong>onali<br />

- il Giro fa fatica ad arrivarci<br />

- e Milano, che da qualche anno a questa<br />

parte sembra snobbata, trascurata, a<br />

<strong>di</strong>spetto <strong>di</strong> una tra<strong>di</strong>zione antica e gloriosa<br />

che la vedeva in prima fila a concedere<br />

l’ultimo traguardo che incorona<br />

la maglia rosa. E a <strong>di</strong>spetto, anche, della<br />

conclamata fede ciclistica del sindaco,<br />

Giuseppe Sala.<br />

Come erano belli gli arrivi all’interno<br />

del Velodromo Vigorelli, il santuario<br />

laico del ciclismo, e persino sul tartan<br />

dell’Arena Civica.<br />

Gli scrittori inviati<br />

La corsa a tappe ciclistica nazionale per<br />

eccellenza è una lezione <strong>di</strong> geografia e<br />

<strong>di</strong> storia a cielo aperto, fuori dalle anguste<br />

aule <strong>di</strong> scuola. Lo intuirono i giornali,<br />

che spe<strong>di</strong>vano al seguito della Carovana<br />

fior <strong>di</strong> scrittori in veste <strong>di</strong> inviati:<br />

Dino Buzzati, Anna Maria Ortese, Vasco<br />

Pratolini, Achille Campanile, <strong>In</strong>dro<br />

Montanelli, Enzo Biagi, Paolo<br />

Monelli, Giorgio Bocca, Orio Vergani<br />

e altri. Non bastava scrivere la cronaca<br />

sportiva, ci voleva anche il pezzo cosiddetto<br />

<strong>di</strong> colore, il racconto evocativo. <strong>In</strong><br />

assenza delle immagini, inoltre, la scrittura<br />

svolgeva un ruolo fondamentale,<br />

basilare. La ra<strong>di</strong>o portò all’interno delle<br />

case degli italiani le cronache sportive le<br />

vittorie <strong>di</strong> Bartali, le fughe <strong>di</strong> Coppi. Dove<br />

mancava l’accuratezza del dettaglio<br />

<strong>di</strong> cronaca, spiccava il volo la fantasia.<br />

Con l’arrivo della televisione le cose<br />

cambiano. Assurge a notorietà la figura<br />

del telecronista, si organizzano le interviste<br />

<strong>di</strong> fine corsa. Sergio Zavoli inventa<br />

il Processo alla tappa, una sorta<br />

<strong>di</strong> salotto dove si <strong>di</strong>squisisce non solo<br />

<strong>di</strong> tecnica e gambe (stanche). Vengono<br />

invitati alla trasmissione anche personaggi<br />

<strong>di</strong> cultura, scrittori e giornalisti,<br />

come Montanelli e Pasolini; duettano<br />

con campioni e gregari, personaggi sanguigni<br />

e popolari come l’abruzzese Vito<br />

Taccone. È l’Italia nelle sue <strong>di</strong>fferenze:<br />

l’alto e il basso e viceversa. Su e giù per<br />

le montagne, verso le spiagge, lungo i<br />

laghi e per le colline. Il mondo del pedale<br />

sembra nutrire l’ambizione <strong>di</strong> tenere<br />

dentro tutto: “tout se tient”, <strong>di</strong>rebbero<br />

i francesi”, che la sanno lunga,<br />

ma “che le balle ancora gli girano”,<br />

come canta Paolo Conte, ricordano<br />

le gesta dell’immenso Gino Bartali.<br />

“Il Garibal<strong>di</strong>”<br />

Il Bel Paese visto dal Giro è esemplificato<br />

in una guida. Fin dal 1909, a<br />

ogni e<strong>di</strong>zione della gara, l’organizzazione<br />

<strong>di</strong>stribuisce a tutto il seguito della<br />

corsa un Atlante programmato ufficiale,<br />

una sorta <strong>di</strong> guida che registra<br />

tutti i dati tecnici della competizione:<br />

i tracciati, le altimetrie e persino le informazioni<br />

turistiche sui territori attraversati<br />

dalla gara. Dal secondo<br />

dopoguerra questo libretto è stato<br />

ribattezzato “Il Garibal<strong>di</strong>”, e proprio<br />

come l’eroe italico tiene unita<br />

l’Italia sotto forma <strong>di</strong> cartine e<br />

profili altimetrici. Fatta l’Italia, insomma,<br />

c’era da fare il Giro d’Italia.<br />

La gara ciclistica <strong>di</strong>venne presto come<br />

una grande rappresentazione teatrale<br />

a cielo aperto, lungo i tornanti e le <strong>di</strong>scese,<br />

sulle salite e ai punti <strong>di</strong> ristoro. A<br />

dare propulsione alla macchina organizzativa<br />

ci pensò Vincenzo Torriani, il<br />

patron del Giro, l’organizzatore vulcanico<br />

e geniale per quasi mezzo secolo, dal<br />

1949 al 1993, alla ricerca <strong>di</strong> nuovi arrivi,<br />

percorsi, salite ine<strong>di</strong>te. Valorizzò i panorami<br />

dolomitici, come le strade<br />

del sud. Fece arrivare il Giro a<br />

Venezia, fra le acque. Si inventò<br />

finali mozzafiato e romantici come<br />

l’ultima tappa all’Arena <strong>di</strong> Verona.<br />

Il Giro d’Italia è una corsa<br />

<strong>di</strong> eroi e <strong>di</strong> trage<strong>di</strong>e. Pensiamo al<br />

suo esor<strong>di</strong>o, e<strong>di</strong>zione 1974, quando<br />

perse la gara per soli 12 secon<strong>di</strong>,<br />

un’inezia. Ricor<strong>di</strong>amo il cosiddetto<br />

tra<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> Sappada, vale a <strong>di</strong>re<br />

il giorno in cui la rivalità tra Roche e<br />

Visentini deflagrò. L’italiano in maglia<br />

rosa, in crisi, perse il Giro. Un terremoto<br />

che sconquassò tutto: la storia del Giro<br />

d’Italia, la carriera dell’irlandese, la carriera<br />

e la vita <strong>di</strong> Roberto Visentini.<br />

Angelo De Lorenzi<br />

L'arrivo al Vigorelli<br />

La cronometro a Milano<br />

Gianni Motta<br />

Baronchelli e Saronni<br />

Bartali e Coppi<br />

Eddy Merckx maglia rosa nel 1974<br />

Il giro d'onore del Cannibale<br />

al Vigorelli


ITINERARI IN CITTÀ<br />

Bologna la rossa si colora <strong>di</strong> giallo<br />

in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong> 13<br />

Due anni fa il Giro d’Italia passò per la città felsinea mentre quest’anno la grande<br />

novità è l’arrivo della seconda tappa del Tour de France che parte da Cesenatico.<br />

Sarà un bagno <strong>di</strong> folla, un o<strong>maggio</strong> all’Italia e ai gran<strong>di</strong> corridori romagnoli<br />

Il Palazzo d'Accursio in Piazza Maggiore<br />

Bologna gioca a fare la prima della classe,<br />

la città dove è nata la prima Università<br />

del mondo occidentale, capitale<br />

della gola e, recentemente, la prima<br />

metropoli italiana a <strong>di</strong>ventare Città 30,<br />

un grande progetto <strong>di</strong> mobilità sostenibile<br />

che va oltre il limite della velocità<br />

e prevede nuove aree ver<strong>di</strong>, piazze pedonali,<br />

piste ciclabili e strade più sicure.<br />

La Romagna, terra <strong>di</strong> motori, ha sempre<br />

ben accolto anche le biciclette e non pare<br />

un caso che la seconda tappa del Tour<br />

de France <strong>2024</strong> partirà da Cesenatico il<br />

30 giugno (o<strong>maggio</strong> a Marco Pantani),<br />

per arrivare proprio a Bologna.<br />

Il tracciato prevede gli impegnativi tornanti<br />

del Colle <strong>di</strong> San Luca, passando<br />

per la Cima Gallisterna e l’autodromo<br />

Enzo e Dino Ferrari <strong>di</strong> Imola, due luoghi<br />

legati ai Mon<strong>di</strong>ali <strong>di</strong> Ciclismo del<br />

2020. Un percorso che attraverserà i<br />

Comuni <strong>di</strong> Cesenatico, in provincia <strong>di</strong><br />

Forlì-Cesena; Cervia, Ravenna, Russi,<br />

Faenza, Brisighella, Riolo Terme in<br />

provincia <strong>di</strong> Ravenna; Imola, Dozza, Castel<br />

San Pietro Terme, Ozzano dell’Emilia,<br />

San Lazzaro <strong>di</strong> Savena, Pianoro,<br />

in provincia <strong>di</strong> Bologna, oltre al comune<br />

capoluogo punto <strong>di</strong> arrivo della tappa.<br />

Questa tappa romagnola rende onore,<br />

in qualche modo, anche ad Arnaldo<br />

Pambianco, vincitore del Giro d’Italia<br />

del 1961, scomparso nel 2022 a 87 anni.<br />

“Gabanin” era <strong>di</strong> Bertinoro, romagnolo<br />

<strong>di</strong> collina, e vinse quel Giro senza nemmeno<br />

aggiu<strong>di</strong>carsi una tappa. Il tracciato<br />

della seconda tappa del Tour passerà<br />

poco <strong>di</strong>stante da Forlì e il pensiero<br />

non può non andare a Ercole Bal<strong>di</strong>ni,<br />

scomparso nel 2023, oro alle Olimpia<strong>di</strong>,<br />

un mon<strong>di</strong>ale su strada e un grande Giro.<br />

Bologna, prima o dopo la tappa del<br />

Tour, vale una visita. Si inizi pure dalla<br />

centralissima Piazza Maggiore dove<br />

spicca il maestoso “Crescentone”, una<br />

pavimentazione elevata in granito bianco<br />

e rosa. Circondato da alcuni dei più<br />

prestigiosi e<strong>di</strong>fici della città, questo luogo<br />

è un vero gioiello da esplorare. Qui si<br />

trovano Palazzo d’Accursio, che ospita<br />

il Comune e la Torre dell’Orologio; la<br />

maestosa Basilica <strong>di</strong> San Petronio; Palazzo<br />

dei Banchi, un e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> grande<br />

fascino; e infine il Palazzo del Podestà.<br />

La piccola Venezia<br />

La Basilica <strong>di</strong> San Petronio è il cuore<br />

spirituale <strong>di</strong> Bologna, nonché una delle<br />

L'ingresso del Parco della Montagnola<br />

chiese più imponenti d’Europa. Costruita<br />

tra il XIV e il XVII secolo, è de<strong>di</strong>cata<br />

al santo patrono della città ed è visitabile<br />

gratuitamente. Oltre ai numerosi monumenti,<br />

Bologna riserva percorsi originali,<br />

quasi nascosti. La città, durante il<br />

Me<strong>di</strong>oevo, era attraversata da un intricato<br />

sistema <strong>di</strong> canali, utilizzati per alimentare<br />

mulini per la seta e per agevolare<br />

il trasporto <strong>di</strong> merci e persone.<br />

Nel corso del tempo, molti <strong>di</strong> questi canali<br />

sono stati coperti, ma ancora oggi<br />

è possibile scorgerne uno: il Canale<br />

delle Moline che può essere ammirato<br />

attraverso una suggestiva finestrella<br />

nascosta sotto il portico <strong>di</strong> via Piella,<br />

conosciuta anche come “La piccola<br />

Venezia”. Meta tra<strong>di</strong>zionale per le passeggiate<br />

dei bolognesi è il portico che<br />

conduce sino al Santuario <strong>di</strong> San Luca,<br />

luogo mariano e iconico della città.<br />

Qui si conclude anche il Giro dell’Emilia,<br />

una gara tosta del calendario del ciclismo<br />

professionistico.<br />

Se Bologna conquista con la sua allegria<br />

– è una città universitaria – , la vita<br />

a pie<strong>di</strong> sotto i portici, le prelibatezze culinarie,<br />

l’arte e lo stu<strong>di</strong>o, non si può tralasciare<br />

le numerose possibilità per un<br />

biker offerte dagli imme<strong>di</strong>ati <strong>di</strong>ntorni;<br />

colli e colline, per intenderci, dove è<br />

bello scorazzare non solo in moto.<br />

La fontana del Nettuno<br />

CITTÀ EFFERVESCENTE E PERCORSI BIKE<br />

Città in continua trasformazione, a Bologna è stata inaugurato da pochi mesi<br />

il Museo Ottocento Bologna (mobologna.it) che ospita la pittura bolognese<br />

tra il 1850 e il 1930.<br />

Meta irrinunciabile per i cinefili è il Modernissimo (cinetecabologna.it), che<br />

è stato da poco riaperto.<br />

Numerosi poi sono i percorsi bike in Romagna per gli appassionati delle due<br />

ruote. Si segnala, ad esempio, la Ciclovia del Santerno da Mordaro a Castel<br />

del Rio, passando per Imola. <strong>In</strong>fo su cicloviadelsanterno.net.<br />

All’in<strong>di</strong>rizzo internet www.imolafaenza.it si possono scoprire i percorsi <strong>di</strong> Romagna4Bike<br />

MTB Trail, un anello <strong>di</strong> 225 km tra Faenza, Brisighella, Castel<br />

del Rio e Riolo Terme.<br />

Le due torri: Garisenda e degli Asinelli


14 in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong><br />

APPUNTAMENTI<br />

Mantova, la kermesse del cicloturismo<br />

Per i più romantici c’è anche Il Giro d’Italia d’epoca pedalato con le magliette <strong>di</strong> lana e<br />

le biciclette <strong>di</strong> Ganna. E al Bam si ritroveranno i viaggiatori a due ruote <strong>di</strong> tutta Europa<br />

per una kermesse che si annuncia imper<strong>di</strong>bile<br />

Il 4 <strong>maggio</strong> scatterà da Torino la sesta<br />

e<strong>di</strong>zione del Giro-E Enel. Sono venti le<br />

tappe, come l’anno scorso, per una lunghezza<br />

totale <strong>di</strong> 1.150 chilometri e un<br />

<strong>di</strong>slivello straor<strong>di</strong>nario: quasi 20 mila<br />

metri. Dal Piemonte al Lazio, da Torino<br />

a Roma, in un viaggio ideale tra le<br />

due capitali d’Italia. Quest’anno tante<br />

città coinvolte: Bacoli, Benevento,<br />

Bolzano, L’Aquila, Lucca, Massa, Montichiari,<br />

Savona, Siena e Tolmezzo. La<br />

conclusione a Roma il 26 <strong>maggio</strong>.<br />

Novara sarà meta <strong>di</strong> partenza per la<br />

terza tappa del Giro d’Italia che si svolgerà<br />

lunedì 6 <strong>maggio</strong>. La città ha preparato<br />

un lungo programma <strong>di</strong> ap<strong>punta</strong>menti.<br />

Il Castello annuncia la terza<br />

tappa del Giro Novara-Fossano, con<br />

l’immagine <strong>di</strong> Coppi e Bartali. Dal 7<br />

aprile il Comune, la Barriera e la fontana<br />

della Questura sono già illuminati<br />

<strong>di</strong> rosa, la Cupola dal 2 al 6 <strong>maggio</strong>. Torna<br />

Gravel Gourmet nelle valli <strong>di</strong> Parma,<br />

in programma l’11 e il 12 <strong>maggio</strong>.<br />

Pedalare e mangiare<br />

Il piatto principale della due giorni nella<br />

Valli <strong>di</strong> Parma sarà sicuramente il<br />

gravel, con cinque percorsi ad anello<br />

(due il sabato e tre la domenica) in grado<br />

<strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare tutti i palati. Sarà Collecchio<br />

a ospitare arrivo e partenza dei<br />

percorsi <strong>di</strong> sabato 11 <strong>maggio</strong>, tra<strong>di</strong>zionale<br />

antipasto <strong>di</strong> Gravel Gourmet. Per<br />

chi vuole provare solo un assaggio <strong>di</strong><br />

quello che l’attende domenica il percorso<br />

<strong>di</strong> 35 Km e 470 metri <strong>di</strong> <strong>di</strong>slivello<br />

GLI APPUNTAMENTI DELL’EROICA<br />

Il calendario <strong>2024</strong> degli eventi Eroica in realtà ha già regalato le prime emozioni<br />

con Eroica Cuba, lo scorso mese <strong>di</strong> febbraio. <strong>In</strong> Toscana ad aprile si è svolta<br />

l’Eroica Juniores – Coppa delle Nazioni con squadre nazionali in arrivo da tutto<br />

il mondo. La gara si è svolta tra le province <strong>di</strong> Grosseto, Siena ed Arezzo ed<br />

avrà un seguito a <strong>maggio</strong> con la Coppa Andrea Meneghelli. La stagione <strong>2024</strong><br />

sarà lunga, intensa e mon<strong>di</strong>ale con ap<strong>punta</strong>menti <strong>di</strong> spicco a Montalcino, Buonconvento,<br />

Castel del Monte e San Can<strong>di</strong>do e culminerà con l’evento più atteso,<br />

L’Eroica che fin d’ora promette un nuovo record <strong>di</strong> partecipazione a Gaiole<br />

in Chianti. Ecco il calendario dei prossimi ap<strong>punta</strong>menti “eroici”.<br />

26 <strong>maggio</strong>: Eroica Montalcino - Montalcino (SI)<br />

8 giugno: NOVA Eroica Gran Sasso - Castel del Monte (AQ)<br />

15 giugno: NOVA Eroica Switzerland - Sion – Valais<br />

22 giugno: NOVA Eroica Buonconvento - Buonconvento (SI)<br />

23 giugno: NOVA Eroica Family - Buonconvento (SI)<br />

29 giugno: Eroica Valkenburg - Valkenburg – Limburg<br />

24 agosto: Eroica Germania - Eltville – Rheingau<br />

7 settembre: Eroica Dolomiti - San Can<strong>di</strong>do (BZ)<br />

14 settembre: NOVA Eroica California - Cambria – California<br />

15 settembre: Eroica California - Cambria – California<br />

5 e 6 ottobre: L’Eroica - Gaiole in Chianti (SI)<br />

è l’ideale, mentre per chi ha intenzioni<br />

serie da subito ci sono 55 Km e 840 metri<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>slivello per mettere alla prova<br />

gambe e fondo. Nella cornice <strong>di</strong> Rocca<br />

Sanvitale partiranno e si concluderanno<br />

invece i percorsi <strong>di</strong> domenica<br />

12 <strong>maggio</strong>. Per i meno allenati, quello<br />

breve <strong>di</strong> 37 km e 540 metri <strong>di</strong> <strong>di</strong>slivello<br />

rappresenta un gustoso assaggio <strong>di</strong><br />

Gravel Gourmet, mentre chi ha voglia<br />

<strong>di</strong> mettersi alla prova potrà cimentarsi<br />

con il me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 63 Km e 1150 metri <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>slivello. Ma Gravel Gourmet offre pane<br />

per i denti anche per i più allenati<br />

con il percorso Gravel Grinder: 96 Km e<br />

1640 metri <strong>di</strong> <strong>di</strong>slivello complessivo. Saranno<br />

i Boschi <strong>di</strong> Carrega ad aprire la<br />

giornata, per raggiungere la prima merenda<br />

all’Azienda Agricola Vini Palazzo.<br />

Da qui si proseguirà attraverso Langhirano,<br />

poi si andrà verso Sivizzano<br />

e le colline <strong>di</strong> Traversetolo. Prima <strong>di</strong><br />

rientrare a Sala Baganza è previsto il<br />

passaggio ai pie<strong>di</strong> del Castello <strong>di</strong> Torrechiara<br />

e per Felino. Il percorso me<strong>di</strong>o<br />

<strong>di</strong> 60 Km, invece, costeggia il Torrente<br />

Parma, raggiungendo subito il<br />

Castello <strong>di</strong> Torrechiara. Sul percorso<br />

<strong>di</strong> 35 Km, invece, dopo aver guadato il<br />

Torrente Baganza si rientra verso l’arrivo<br />

passando per Barbiano e Felino.<br />

Dal 7-9 giugno i viaggiatori in bicicletta<br />

<strong>di</strong> tutta Europa si ritrovano ancora una<br />

volta al BAM!, l’acronimo <strong>di</strong> Bicycle<br />

Adventure Meeting, il più grande raduno<br />

in Europa de<strong>di</strong>cato ai viaggiatori<br />

in bicicletta. Bikepacking, cicloturismo<br />

classico, gran<strong>di</strong> viaggi, gravel, esplorazione<br />

in bicicletta, ultracycling e viaggi<br />

per famiglie.<br />

Si dorme in tenda<br />

Saranno migliaia le persone che pedaleranno,<br />

da tutta Europa, per ritrovarsi<br />

nello stesso posto. Quella del <strong>2024</strong> sarà<br />

la decima e<strong>di</strong>zione: dopo Livigno, Noale<br />

(VE) e il Rifugio Lausen (VR), lo scenario<br />

sarà ancora quello meraviglioso<br />

dei laghi <strong>di</strong> Mantova, <strong>di</strong> fronte ai quali<br />

si potrà piantare la tenda. La filosofia<br />

dell’evento è semplice: arrivarci in<br />

IL GIRO D’ITALIA D’EPOCA<br />

bicicletta partendo da casa. Anno dopo<br />

anno BAM! è <strong>di</strong>ventato un riferimento<br />

internazionale e ad ogni e<strong>di</strong>zione sono<br />

non solo aumentati i partecipanti, ma<br />

anche i km fatti per raggiungere il festival:<br />

esperienze che <strong>di</strong>ventano storie, incontri<br />

e alimentano la passione. Il programma<br />

dell’evento, che inizia venerdì<br />

pomeriggio e prosegue sino alla domenica,<br />

prevede musica, incontri, workshop<br />

e pedalate.<br />

Sfida tra le Dolomiti<br />

Con la prossima BMW HERO Südtirol<br />

Dolomites del 15 giugno <strong>2024</strong>, inizierà<br />

ufficialmente la sfida del circuito<br />

<strong>di</strong> gare Mountain Bike Marathon che<br />

scatta dall’Italia e toccherà la Germania<br />

con la Black Forest ULTRA Bike<br />

Marathon e la Svizzera con la Iron<br />

Bike Race. Una prova che vedrà gli uomini<br />

impegnati su 287 chilometri e oltre<br />

11.180 metri <strong>di</strong> <strong>di</strong>slivello e le donne<br />

su 261 chilometri e quasi 9.880 metri<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>slivello. Servirà essere allenati e resistenti:<br />

una prova per <strong>di</strong>ventare TITAN<br />

HERO. Un progetto che vuole unire le<br />

eccellenze tra le competizioni <strong>di</strong> mountain<br />

bike sulla <strong>di</strong>stanza marathon, che<br />

hanno il pregio <strong>di</strong> avere al via i più forti<br />

atleti della <strong>di</strong>sciplina sulle cui scie pedalano<br />

migliaia <strong>di</strong> amatori. Ed è così<br />

che nasce HERO Series, un’iniziativa<br />

transnazionale capace <strong>di</strong> convogliare<br />

l’interesse <strong>di</strong> tre storiche manifestazioni<br />

<strong>di</strong> riferimento nei rispettivi Paesi.<br />

I TITAN HEROes della <strong>2024</strong> HERO Series<br />

saranno incoronati il 22 settembre durante<br />

il BikeSide MTB Festival, al cui<br />

interno si svolge l’Iron Bike Race.<br />

Sulle ali della nostalgia e della storia si svolge anche il Giro d’Italia d’epoca,<br />

14 ap<strong>punta</strong>menti per chi vuole pedalare con bici vintage e magliette <strong>di</strong> lana<br />

come ai tempi <strong>di</strong> Binda e Galetti. Organizzano l’evento Michela Moretti Girardengo<br />

(pronipote dell’in<strong>di</strong>menticato Costante) e Gioia Bartali, nipote <strong>di</strong> Gino.<br />

Ecco le prossime date della manifestazione:<br />

4-5 <strong>maggio</strong> – La 99 Curve Vintage – San Vincenzo (Li)<br />

18-19 <strong>maggio</strong> – La Barocca – Marina <strong>di</strong> Ragusa (Rg)<br />

1 giugno – La Matta – Noci (Ba)<br />

8-9 giugno – La Canavesana – Albiano d’ Ivrea (To)<br />

15-16 giugno – La Titanica – San Marino (Rsm)<br />

22-23 giugno – La Polverosa – Monticelli Terme (Pr)<br />

28-29-30 giugno – La Mitica – Castellania Coppi (Al)<br />

24-25 agosto – La Scaligera – Soave (Vr)<br />

31 agosto-1 settembre – Giro della Romagna – Lugo (Ra)<br />

7-8 settembre – La Viscontea – Rovescala (Pv)<br />

20-21-22 settembre – La Francescana – Foligno (Pg)<br />

25-26-27 ottobre – La Divina – Cervia (Ra)


IL RICORDO<br />

Zanazzi, il ciclismo e la memoria<br />

in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong> 15<br />

Vinse tre tappe al Giro d’Italia e per tre giorni indossò la maglia rosa.<br />

Lo ha celebrato una serata al Velodromo Vigorelli Maspes.<br />

È stato ricordato il corridore che continua a vivere nell’affetto <strong>di</strong> chi ama il ciclismo<br />

Erano in molti venerdì sera 5 aprile in<br />

una sala del Velodromo Vigorelli Maspes,<br />

la cattedrale del ciclismo meneghino,<br />

assiepati, raggruppati, in fila<br />

come i corridori, a ricordare Renzo Zanazzi<br />

che avrebbe compiuto 100 anni.<br />

Zanazzi, che ci ha lasciato il 28 gennaio<br />

2014, è stato corridore <strong>di</strong> rango, <strong>di</strong>rettore<br />

sportivo, allenatore, <strong>di</strong>rigente e anche<br />

gustoso affabulatore.<br />

La parrocchia, la consorteria a due ruote<br />

ha risposto presente all’invito <strong>di</strong> riunirsi<br />

per ricordare il grande “Manetta”.<br />

Ad officiar la messa laica il gran cerimoniere<br />

Pastonesi, parroco e allo stesso<br />

tempo chierichetto, affabulatore e giornalista<br />

<strong>di</strong> razza attento al dettaglio. Sono<br />

intervenuti giornalisti, scrittori, tecnici<br />

e <strong>di</strong>rigenti del ciclismo.<br />

Sull’“altare” Franco Cribiori, Cor<strong>di</strong>ano<br />

Dagnoni, Marino Vigna. <strong>In</strong> prima fila<br />

Stefano Allocchio, Dino Zandegù,<br />

Gino Cervi, Filippo Cauz. Appiccicato<br />

al muro Paolo Costa e poi nel gruppo<br />

Alfredo Bonariva, Franco Cribiori,<br />

Domenico De Lillo, Rossella Galbiati,<br />

Alberto Morellini, Morena Tartagni,<br />

Clau<strong>di</strong>o Gregori, Gianfranco Josti, Albano<br />

Marcarini, Sergio Meda, Angelo<br />

Giangregorio, Stefano De Agostini ,<br />

Fabio Monti, Roberto Damiani, Giacomo<br />

Pellizzari, Ezio Zanenga, Tito Boeri<br />

e poi Angelo Giacomino, Leo Levati<br />

e tanti altri, scusate le <strong>di</strong>menticanze. A<br />

contribuire alla riuscita della serata Beppe<br />

Figini, Giovanna Rossignoli, Paolo<br />

Tagliacarne <strong>di</strong> Turbolento e gli amici<br />

del Comitato Velodromo Vigorelli.<br />

La serata, solo con qualche isolata <strong>di</strong>gressione<br />

comunque bonariamente<br />

ben accetta, era de<strong>di</strong>cata a Renzo Zanazzi<br />

che è stato tante cose nel ciclismo:<br />

ogni invitato alla kermesse giornalistica<br />

letteraria aneddotica aveva a <strong>di</strong>sposizione<br />

tre minuti: chi a braccio, chi leggendo<br />

un testo scritto ha raccontato,<br />

sviscerato Renzo Zanazzi. Ernesto Colnago,<br />

92 anni e non sentirli, ha raccontato<br />

<strong>di</strong> quando gli mostrò una ruota <strong>di</strong><br />

sua invenzione, piombata, cioè con una<br />

serie <strong>di</strong> piombini attaccati al cerchione<br />

capaci <strong>di</strong> creare un effetto volano. Colnago<br />

vide che era cosa buona e giusta<br />

e l’adottò per i suoi corridori, in primis<br />

per il suo pupillo, Giuseppe Saronni.<br />

Pastonesi ha estratto vari conigli dal<br />

suo cilindro sempre generoso: al circuito<br />

degli assi a Milano che si <strong>di</strong>sputò<br />

l’8 luglio 1945, la prima corsa del dopoguerra,<br />

50mila spettatori – “Zanazzi arrivò<br />

secondo <strong>di</strong>etro a Fausto Coppi, che<br />

era un po’ come arrivare comunque primo,<br />

e con i sol<strong>di</strong> del premio acquistò una<br />

macchina per cucire a sua sorella”. Gino<br />

Cervi ispirandosi alla Z come Zanazzi,<br />

ma anche come Zorro, ha evocato, citato<br />

e ricordato i nomi dei ciclisti che contengono,<br />

una o più volte, l’ultima lettera<br />

dell’alfabeto.<br />

CHIEDIMI CHI ERA ZANAZZI,<br />

O “ZANASSI”<br />

Zanazzi vinse tre tappe al Giro d’Italia e<br />

tre giorni in maglia rosa, fu gregario <strong>di</strong><br />

Coppi e <strong>di</strong> Bartali, è stato anche allenatore<br />

e <strong>di</strong>rigente sportivo.<br />

Molto conosciuto fra gli appassionati<br />

milanesi del pedale percorreva in allenamento<br />

la Bassa Milanese, partendo<br />

dalla casa <strong>di</strong> via Solari, attraversava<br />

il ponte <strong>di</strong> barche sul Ticino, esplorava i<br />

navigli prima <strong>di</strong> fare ritorno a casa.<br />

Angelo De Lorenzi<br />

VUOI CEDERE LE TUE COLLEZIONI?<br />

FRANCOBOLLI • VINILI • MEMORABILIA • MONETE • LIBRI<br />

ANTICHE BOTTIGLIE • OGGETTI DI DESIGN • GIOCATTOLI • CARTOLINE • FUMETTI<br />

SI POSSONO MONETIZZARE AL GIUSTO VALORE<br />

CHIEDICI<br />

COME<br />

340 7273052


16<br />

in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong><br />

IN LIBRERIA<br />

Il ciclismo come un romanzo<br />

La corsa rosa è un affare per scrittori, gli unici capaci <strong>di</strong> raccontare le atmosfere<br />

oniriche <strong>di</strong> una fuga o gli incubi <strong>di</strong> una sconfitta: il talento <strong>di</strong> Buzzati,<br />

la verve affabulatrice <strong>di</strong> Ballestracci...<br />

Gino Cervi e Paolo Facchinetti<br />

IL GIRO D’ITALIA<br />

Strade storie oggetti <strong>di</strong> un mito<br />

Per immergersi nell’atmosfera della corsa<br />

rosa si suggerisce la lettura <strong>di</strong> un volume<br />

<strong>di</strong> Bolis E<strong>di</strong>zioni apparso nel 2009,<br />

ma ancora utile allo scopo: Il Giro d’Italia.<br />

Strade storie oggetti <strong>di</strong> un mito, a<br />

cura <strong>di</strong> Gino Cervi e Paolo Facchinetti<br />

e con una preziosa testimonianza <strong>di</strong> Felice<br />

Gimon<strong>di</strong> (1942-2019).<br />

<strong>In</strong> questo testo c’è un po’ <strong>di</strong> tutto <strong>di</strong> ciò<br />

che occorre sapere: la storia, gli aneddoti,<br />

le parole-chiave (tornanti, sconfinamenti,<br />

pioggia, freddo e neve) e tante<br />

immagini a colori.<br />

AA.VV.<br />

CRONACHE DEL PRIMO GIRO D’ITALIA<br />

Cronache del primo Giro d’Italia <strong>di</strong><br />

Otto/Novecento raccoglie gli articoli<br />

apparsi sulla Gazzetta dello Sport<br />

dell’e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> esor<strong>di</strong>o della corsa rosa.<br />

L’introduzione <strong>di</strong> Ermanno Paccagnini,<br />

professore universitario e critico letterario,<br />

si sofferma sul linguaggio dei cronisti,<br />

degli inviati e degli scrittori mandati<br />

sulla strada a raccon tare le gesta dei<br />

corridori. Il fenomeno del Giro prende<br />

consistenza nel racconto scritto, fra eleganza<br />

<strong>di</strong> stile e cadute negli stereotipi<br />

del linguaggio giornalistico.<br />

IL SEGUITO DI JACK FRUSCIANTE<br />

Il vecchio Alex<br />

tornerà a pedalare<br />

Marco Ballestracci<br />

1961<br />

L’anno in cui vinse il fantasma <strong>di</strong> Coppi<br />

Marco Ballestracci racconta con il piglio<br />

del cantastorie il Giro d’Italia vinto<br />

da Arnaldo Pambianco nel 1961. Scritto<br />

in prima persona, in forma narrativa<br />

mischiando italiano e <strong>di</strong>aletto, l’autore<br />

ci accompagna fino al punto <strong>di</strong> vista del<br />

corridore, raccontando le tappe in presa<br />

<strong>di</strong>retta; non un campione, Pambianco,<br />

ma un bravo ciclista, un romagnolo<br />

che vinse fra lo stupore <strong>di</strong> tanti. <strong>In</strong> questo<br />

libro <strong>di</strong> E<strong>di</strong>ciclo l’autore mostra il ritratto<br />

collettivo <strong>di</strong> un ciclismo schietto,<br />

popolare e soprattutto orfano del grande<br />

Fausto Coppi, scomparso l’anno precedente.<br />

A settembre uscirà il seguito <strong>di</strong> Jack Frusciante è uscito dal gruppo (1974), un<br />

libro che, stampato inizialmente in sole 200 copie, <strong>di</strong>venne in poco tempo un<br />

best seller da due milioni <strong>di</strong> copie vendute. Improvvisamente, il suo autore, Enrico<br />

Brizzi, <strong>di</strong>venne il Salinger italiano e il suo Jack un “giovane Holden che vive<br />

a Bologna”. Vedremo così, per la gioia dei numerosi fan dell’autore, il suo personaggio<br />

sfrecciare ancora in bicicletta su e giù per i colli bolognesi o dovremo<br />

adattarci a una visione più accomodante? Brizzi, allora autore esor<strong>di</strong>ente, aveva<br />

appena 19 anni, amava la bici e anche oggi, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> trent’anni, non l’ha abbandonata.<br />

Lo scrittore, appassionato <strong>di</strong> ciclismo, per i suoi spostamenti quoti<strong>di</strong>ani<br />

si muove spesso in bicicletta.<br />

Dino Buzzati<br />

DINO BUZZATI AL GIRO D’ITALIA<br />

<strong>In</strong> qualsiasi libreria che si rispetti non<br />

può mancare un autore come Dino<br />

Buzzati e <strong>maggio</strong>r ragione in una raccolta<br />

<strong>di</strong> libri de<strong>di</strong>cati al ciclismo. Consigliamo<br />

vivamente la lettura <strong>di</strong> Dino<br />

Buzzati al Giro d’Italia (Oscar Mondadori),<br />

antologia postuma <strong>di</strong> articoli scritti<br />

dal giornalista per Il Corriere della<br />

Sera sul Giro del 1949 vissuto da inviato.<br />

Buzzati fu giornalista, scrittore ed anche<br />

pittore. Nel celeberrimo attacco<br />

che scrisse per il giornale il giorno della<br />

Cuneo - Pinerolo al Giro d’Italia 1949,<br />

Buzzati paragonò Coppi ad Achille e<br />

Bartali a Ettore. “Quando oggi, su per le<br />

terribili strade dell’Izoard, vedemmo Bartali<br />

che da solo inseguiva a rabbiose pedalate,<br />

tutto lordo <strong>di</strong> fango, gli angoli della<br />

bocca piegati in giù per la sofferenza<br />

dell’anima e del corpo – e Coppi era già<br />

passato da un pezzo, ormai stava arrampicando<br />

su per le estreme balze del valico<br />

– allora rinacque in noi, dopo trent’anni,<br />

un sentimento mai <strong>di</strong>menticato”.<br />

Per lo scrittore Il Giro d’Italia in bicicletta<br />

era come “una delle ultime città della<br />

fantasia, un caposaldo del romanticismo,<br />

asse<strong>di</strong>ato dalle squallide forze del progresso,<br />

e che rifiuta <strong>di</strong> arrendersi”. E i corridori<br />

erano visti come “cavalieri erranti<br />

che partono a una guerra senza terre da<br />

conquistare”.<br />

Siamo dalle parti de Il deserto dei tartari,<br />

celebre opera dello scrittore inventata<br />

durante le serate trascorse al Corriere<br />

della Sera, dove aveva l’incarico <strong>di</strong><br />

scrivere le notizie raccolte da altri.


MEMORABILIA<br />

Il Ghisallo rende o<strong>maggio</strong> al Tour<br />

in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong> 17<br />

Per l’evento ciclistico dell’estate, con partenza da Firenze il 29 giugno e le prime tappe<br />

in Italia toccando Rimini, Cesenatico, Bologna, Piacenza, Torino e Pinerolo, il Museo<br />

del Ghisallo ha inaugurato una retrospettiva de<strong>di</strong>cata alla Grande Boucle<br />

La “Mostra Ghisallo in Giallo” è l’o<strong>maggio</strong><br />

che la Fondazione Museo del<br />

Ciclismo Madonna del Ghisallo <strong>di</strong> Magreglio<br />

ha preparato per la straor<strong>di</strong>naria<br />

partenza del Tour de France dall’Italia.<br />

Una ripartenza anche per la storia<br />

della Grande Boucle, che rivive nella<br />

casa dei ciclisti, grazie al contributo <strong>di</strong><br />

molti appassionati e delle istituzioni,<br />

che non <strong>di</strong>menticano e proseguono il<br />

racconto della storia del ciclismo. Il Museo<br />

del Ghisallo <strong>di</strong> Magreglio, in provincia<br />

<strong>di</strong> Como, ha pre<strong>di</strong>sposto, infatti, una<br />

grande rassegna per il Tour de France.<br />

Sabato 20 aprile nelle sale de<strong>di</strong>cate alle<br />

mostre temporanee si è tolto il velo<br />

a una grande retrospettiva dalla prima<br />

e<strong>di</strong>zione del 1903, che mette in fila, in<br />

un racconto quasi cinematografico, una<br />

serie impressionante <strong>di</strong> cimeli che hanno<br />

fatto la storia del Tour de France. La<br />

Grande Partenza del Tour ha scatenato<br />

la passione per i memorabilia che è nel<br />

dna del Museo del Ghisallo e lo ha tinto<br />

<strong>di</strong> giallo. La rassegna ideata da Carola<br />

Gentilini, <strong>di</strong>rettrice del Museo, ha potuto<br />

contare sulla collaborazione <strong>di</strong> Beppe<br />

Conti, firma storica del ciclismo e<br />

voce <strong>di</strong> Raisport.<br />

La bici <strong>di</strong> Bartali del ’48<br />

Ad arricchire l’esposizione una serie <strong>di</strong><br />

biciclette storiche, in prestito dalla collezione<br />

Bolgè, rappresentative <strong>di</strong> marchi<br />

iconici <strong>di</strong> produttori <strong>di</strong> biciclette,<br />

che sono state anche le prime squadre<br />

a partecipare al Tour. Fra queste l’Automoto,<br />

marchio caro a Bottecchia, l’Alcyon,<br />

marchio usato da Nicolas Frantz<br />

nel ’27 e ’28 per vincere due e<strong>di</strong>zioni, ed<br />

una Peugeot, già marca in auge per le<br />

vittorie <strong>di</strong> Thys nel ’13 e ’14 e successivamente<br />

<strong>di</strong> Lambot nel ’22. Luce gialla<br />

<strong>punta</strong>ta poi sul più classico dei tris mitici:<br />

la bicicletta <strong>di</strong> Bartali del 1948, collezione<br />

Museo del Ghisallo, la bicicletta<br />

<strong>di</strong> Coppi in prestito da Bruno Carraro<br />

e quella <strong>di</strong> Magni, Wilier triestina (che<br />

vinse il Fiandre del ‘49, ma è probabile<br />

sia stata usata anche per il Tour de<br />

France). Il cannibale Eddy Merckx è<br />

protagonista con bici e maglie dei perio<strong>di</strong><br />

Faema e Molteni, tutte della Collezione<br />

Museo del Ghisallo. Da Pinarello<br />

un tris <strong>di</strong> eccezione ci proietta nel<br />

ciclismo moderno con la Dogma F8 <strong>di</strong><br />

Chris Froome, bicicletta che ha segnato<br />

in maniera importante lo sviluppo dei<br />

prodotti Performance con la collaborazione<br />

sempre più attiva del Team SKY<br />

al fianco degli ingegneri della Casa produttrice.<br />

La seconda bicicletta è la Dogma<br />

F12 <strong>di</strong> Egan Bernal vittorioso in<br />

maglia <strong>In</strong>eos. La terza è la Pinarello <strong>di</strong><br />

Jan Ullrich (vincitore del Tour 1997, secondo<br />

alle spalle <strong>di</strong> Pantani nel 1998).<br />

La Colnago <strong>di</strong> Tadej Pogačar<br />

<strong>In</strong> esposizione anche una bici della<br />

squadra <strong>di</strong> Marco Pantani. Poi tre<br />

Colnago: Colnago Prototipo Tour de<br />

France 2022 utilizzata da Tadej Pogaˇcar<br />

, la Colnago TT1 utilizzata dal<br />

corridore spagnolo del team UAE Marc<br />

Soler durante l’e<strong>di</strong>zione 2022 e la Colnago<br />

V3Rs Tour de France limited<br />

e<strong>di</strong>tion, bici ufficiale della Grande<br />

Boucle. Un focus emozionante anche<br />

su Fabio Casartelli: con la sua bicicletta<br />

<strong>di</strong> scorta al Tour della <strong>di</strong>sgrazia che<br />

ci ha portato via il grande campione<br />

olimpico.<br />

Maglie storiche<br />

Le maglie sono sempre state il pezzo<br />

forte del Museo. Soprattutto quelle rosa,<br />

con la collezione più grande al mondo<br />

in collaborazione con RCS Sport La<br />

Gazzetta dello Sport. Quest’anno ci<br />

sarà la sana concorrenza delle Maglie<br />

del Tour: sono 40, fra <strong>di</strong> esse quelle<br />

gialle, a pois, quelle bianche e quelle<br />

ver<strong>di</strong>. <strong>In</strong> esposizione anche alcune maglie<br />

replica <strong>di</strong> squadre storiche , corrispondenti<br />

alle biciclette “eroiche”:<br />

Alcyon, Peugeot, Automoto e Francoise.<br />

Fra le top maglie gialle quelle <strong>di</strong><br />

Coppi, Bartali, Magni, Merckx, Hinault,<br />

<strong>In</strong>durain, Nibali, Chiappucci, Pantani,<br />

Froome, Contador, Vingeegaard.<br />

Ci sarà in mostra anche il Trofeo Skoda<br />

del centenario del Tour. <strong>In</strong>somma,<br />

una mostra infinita <strong>di</strong> oggetti, biciclette,<br />

maglie, fotografie, cimeli e memorabilia<br />

appartenuti ai più gran<strong>di</strong> campioni<br />

del ciclismo. Un’esposizione che<br />

intende valorizzare gli oggetti legati alla<br />

corsa francese in collezione permanente<br />

al Museo, ma che al contempo si impreziosisce<br />

grazie ad importanti prestiti<br />

e collaborazioni con collezionisti privati,<br />

a partire dal vicino Santuario Madonna<br />

del Ghisallo ed altri importanti musei<br />

italiani e stranieri del mondo<br />

del ciclismo, fra cui il Museo del<br />

Ciclismo Gino Bartali <strong>di</strong> Firenze,<br />

Spazio Pantani, Fondazione Pirelli,<br />

la neonata Casa Museo <strong>di</strong><br />

Ottavio Bottecchia, il Koers Museum<br />

<strong>di</strong> Roselaire (Belgio), il Musée<br />

du Vélo della Svizzera.<br />

La mostra celebrerà innanzitutto<br />

i nostri eroi che hanno vinto nel<br />

tempo la corsa francese: Ottavio<br />

Bottecchia cent’anni fa esatti<br />

(nel 1924 e ’25), Bartali e Coppi,<br />

Nencini e Gimon<strong>di</strong>, Pantani<br />

e Nibali, ma anche quelli che pur<br />

non vincendo sono stati protagonisti,<br />

oltre ai leggendari campioni<br />

stranieri, in primis Eddy Merckx e che<br />

comprendono tanti altri personaggi, dai<br />

“giganti della strada” d’inizio novecento<br />

sino a Hinault, <strong>In</strong>durain, Anquetil,<br />

arrivando a Pogačar e Vingegaard,<br />

gli attuali gran<strong>di</strong> interpreti della sfida<br />

più importante del ciclismo. La mostra<br />

è realizzata grazie al supporto <strong>di</strong> BCC<br />

Brianza Laghi, Fondazione Ambrogio<br />

Molteni, SAL Milano, Gruppo Cimbali<br />

- Mumac (Museo della macchina del<br />

Caffè), Trafilspec ITS e le società ciclistiche<br />

Bindella, Ciclistica Erbese, Pedale<br />

Lecchese. Con il patrocinio <strong>di</strong> Comune<br />

<strong>di</strong> Magreglio, Comune <strong>di</strong> Bellagio, Lago<br />

<strong>di</strong> Como GAL - OltreLario, Comunità<br />

Montana Triangolo Lariano, Lago<br />

<strong>di</strong> Como - Un mondo unico al mondo.


18<br />

in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong><br />

UN GIRO IN BICI<br />

Anche l’occhio vuole la sua parte<br />

Pedalare con la bici <strong>di</strong> un “prof”? È il sogno <strong>di</strong> tanti. Ecco il modello Settanta<br />

<strong>di</strong> De Rosa, la storica azienda alle porte <strong>di</strong> Milano che vende bici in tutto il mondo<br />

Il sogno <strong>di</strong> tanti appassionati è pedalare<br />

su uno dei modelli <strong>di</strong> bici utilizzati<br />

dai corridori professionisti. Compatibilmente<br />

con le proprie <strong>di</strong>sponibilità economiche<br />

è un desiderio realizzabile. La<br />

Settanta realizzata da De Rosa, storica<br />

azienda che si trova a Cusano Milanino,<br />

nel nord Milano, è la bici utilizzata<br />

per il <strong>2024</strong> da Domenico Pozzovivo e<br />

dai suoi compagni <strong>di</strong> squadra della Vf<br />

Group Bar<strong>di</strong>ani-Csf Faizanè, team che<br />

parteciperà al Giro d’Italia. Progettata<br />

dal centro stile e design <strong>di</strong> Pininfarina,<br />

il telaio è realizzato in carbonio ad alto<br />

modulo, <strong>di</strong>stribuito in modo uniforme e<br />

progressivo mentre il carro è realizzato<br />

in carbonio 12K con texture visibile. Le<br />

bici del team <strong>2024</strong> sono equipaggiate<br />

con il gruppo Campagnolo Super Record<br />

Wireless e ruote Hyperon Ultra.<br />

Le selle, personalizzate sulle esigenze <strong>di</strong><br />

ogni atleta, sono fornite da Selle SMP.<br />

Il manubrio integrato, invece, è <strong>di</strong> Vision,<br />

modello Metron 5D. Completano<br />

l’equipaggiamento: il ciclocomputer<br />

Bryton S800, i pedali Favero Assioma<br />

DOVE TROVARE LE COPIE DELLA RIVISTA<br />

Centro Culturale Il Pertini<br />

Piazza N. Confalonieri 3, Cinisello Balsamo<br />

(MI), tel. 02 6602 3542<br />

Cicli Ghezzi<br />

Viale G. Marconi 68, Cusano Milanino<br />

(MI), tel. 02 619 6117<br />

Velodromo Parco Nord<br />

Bresso (MI)<br />

Upcycle Milano Bike Cafè<br />

Via Andrea Maria Ampère 59, Milano,<br />

tel. 02 83428268<br />

Duo con misuratore <strong>di</strong> potenza, il portaborracce<br />

Elite Custom Race Plus e le<br />

coperture Vittoria Corsa.<br />

La sicurezza prima <strong>di</strong> tutto<br />

La Delite GTTouring della Riese & Muller<br />

è un’elettrica con elevati standard <strong>di</strong><br />

sicurezza. La sospensione totale è adeguata<br />

al carro posteriore e permette una<br />

guida sportiva e un’eccellente trazione<br />

anche ad alta velocità. La bici monta potenti<br />

freni a <strong>di</strong>sco Magura che garantiscono<br />

un arresto imme<strong>di</strong>ato, quando è<br />

necessario, e un’ottima modulabilità.<br />

Accuratezza nel sistema <strong>di</strong> illuminazione:<br />

la luce <strong>di</strong>urna del fanale Supernova<br />

M99 Mini Pro con funzione abbagliante<br />

assicura la luminosità ideale per spostarsi<br />

quando è buio e rende particolarmente<br />

visibili durante il giorno. Anche in<br />

caso <strong>di</strong> frenata la visuale sul percorso resta<br />

invariata nonostante l’abbassamento<br />

della forcella ammortizzata, mentre il<br />

fanale posteriore Supernova M99 Tail<br />

Light con luminosità eccezionale e luce<br />

freno garantisce la sicurezza.<br />

20092 cafè<br />

Piazza Confalonieri 3<br />

Cinisello Balsamo (MI)<br />

La Griffe - Calzature-Abbigliamento-<br />

Accessori Uomo/Donna<br />

Via Mascagni 36/40, Cinisello Balsamo<br />

(MI), tel 02 400 25 922<br />

_____<br />

Sei interessato a <strong>di</strong>stribuire le copie<br />

cartacee della rivista?<br />

Scrivi a in<strong>punta</strong><strong>di</strong><strong>sellino</strong>@gmail.com<br />

Sono numerose le informazioni raccolte<br />

nel <strong>di</strong>splay a colori Kiox 300, che riporta<br />

i dati attraverso lo Smart System.<br />

L’attacco manubrio ad angolazione regolabile<br />

del cockpit consente <strong>di</strong> scegliere<br />

una posizione sportiva oppure una più<br />

confortevole. <strong>In</strong> più, con l’RX chip, si ha<br />

la garanzia <strong>di</strong> una eBike sempre connessa,<br />

per ricevere alert in caso venga spostata<br />

e per sapere sempre dove si trova.<br />

Caratteristiche tecniche<br />

Colore del telaio: Tundra Grey Matt<br />

Altezza del telaio: 51 cm – Statura 170<br />

– 190 cm<br />

Display: LED Remote<br />

Batteria: Bosch Powertube 750 Vertical<br />

Sospensioni: forcella e ammortizzatore FOX<br />

Cambio: Shimano Deore XT a 11 rapporti<br />

Pneumatici: Schwalbe Johnny Watts 60-584<br />

Freni: Magura MT4 e MT5 <strong>di</strong>sc brake<br />

Prezzo: a partire da 7.000 €<br />

Elettrica e gravel<br />

La Synapse Neo Allroad della Cannondale<br />

unisce i due trend del momento, il<br />

gravel e l’elettrico. Di suo ha una piacevole<br />

estetica con linee aero<strong>di</strong>namiche e<br />

una ricercatezza nelle geometrie. Se si<br />

è alla ricerca <strong>di</strong> una bici dalle linee originali<br />

questo modello può rappresentare<br />

una scelta azzeccata. Il mezzo si basa<br />

sull’esperienza della Cannondale nella<br />

realizzazione <strong>di</strong> bici da strada per lunghe<br />

<strong>di</strong>stanze. La bici promette prestazioni<br />

elevate non solo su asfalto, <strong>di</strong>spone<br />

un leggero telaio in carbonio, un potente<br />

motore e i supporti per portapacchi. I<br />

pneumatici sono più larghi della me<strong>di</strong>a<br />

per rendere bene su tutte le strade. <strong>In</strong><br />

sintesi siamo al cospetto <strong>di</strong> una bicicletta<br />

gravel elettrica veloce, comoda e versatile.<br />

Il mezzo <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> un motore Bosch<br />

SX, batteria da 400Wh e gruppo wireless<br />

SRAM Force AXS XPLR a 12 velocità.<br />

Prezzo da 6.900 €<br />

Per i biker avventurosi<br />

La Cicli MBM <strong>di</strong> Cesena lancia una<br />

e-GRAVEL dal nome evocativo che riprende<br />

quello <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> nativi<br />

americani e come loro pronta a spingersi<br />

su qualsiasi terreno: KERES Plus. Questo<br />

modello è nato intorno ad un telaio<br />

in alluminio idroformato, leggerissimo e<br />

dalle geometrie estreme perché creato<br />

grazie alla spinta <strong>di</strong> un fluido portato a<br />

pressioni elevatissime. Keres Plus è dotata<br />

<strong>di</strong> caratteristiche “premium” quali la<br />

guarnitura FSA Omega, il cambio posteriore<br />

Sram a 11 velocità, i freni idraulici<br />

Sram con <strong>di</strong>schi da 160 (fronte e retro),<br />

la forcella in carbonio, il nuovo motore<br />

(posizionato sul mozzo posteriore) FSA<br />

System HM 1.0 da 42 Nm e la batteria<br />

da 250 Wh, integrata nel tubo obliquo e<br />

con presa per la ricarica posizionata sopra<br />

il mozzo centrale. Quando si hanno<br />

in programma giri piuttosto lunghi, c’è<br />

la possibilità <strong>di</strong> aggiungere una seconda<br />

batteria (sempre da 250 Wh) posizionandola<br />

nel porta-borraccia. Le due batterie<br />

non lavorano in parallelo e così a scaricarsi<br />

per prima sarà la principale e soltanto<br />

dopo interverrà la seconda.<br />

Elegantissime<br />

Le bici start-up milanese Mauá in esposizione<br />

nella vetrina milanese <strong>di</strong> corso<br />

Garibal<strong>di</strong> 38 non passano sicuramente<br />

inosservate: il costruttore <strong>punta</strong> sull’estetica<br />

e sul design “minimal”. <strong>In</strong> questo<br />

piccolo negozio c’è la conferma che<br />

la bici rappresenta un oggetto <strong>di</strong> culto:<br />

la si vede per le strade, naturalmente,<br />

ma non stupisce <strong>di</strong> trovarla in casa, in<br />

ufficio, nelle vetrine dei negozi o esposta<br />

nei musei e nelle collezioni private. Realizzate<br />

a Buccinasco, vicino a Milano,<br />

le biciclette Mauà, <strong>di</strong>sponibili sia nella<br />

versione elettrica che muscolare, hanno<br />

un’estetica sofisticata e tecnologica.


NEWS<br />

La bicicletta piace e fa tendenza<br />

in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong> 19<br />

Cresce l’interesse per il cicloturismo, come attesta la quarta e<strong>di</strong>zione del Rapporto<br />

“Viaggiare con la bici <strong>2024</strong>”. L’identikit del cicloturista: giovane e colto<br />

I BIKE TOURS DI STAZIONE RADIO<br />

Si chiama Stazione Ra<strong>di</strong>o ed è un progetto per viaggiare in bicicletta,<br />

con<strong>di</strong>videre esperienze, ascoltare podcast. È una casa <strong>di</strong> produzione<br />

au<strong>di</strong>o e un centro culturale del vivere sostenibile. Il luogo fisico del progetto<br />

è rappresentato dall’ex sottostazione elettrica <strong>di</strong> Milano Centrale<br />

che ospita Stazione Ra<strong>di</strong>o: 1.400 mq affacciati a sud-est sui binari<br />

della Stazione Centrale e a nord-ovest sulla ciclovia che collega Milano<br />

a Lecco. È qui che si inseriscono le attività <strong>di</strong> Stazione Ra<strong>di</strong>o, volte a raccontare<br />

i territori e le persone che hanno reso vivi quei luoghi, coinvolgendo<br />

quelle che oggi continuano ad animarli. Fra le attività proposte,<br />

anche la possibilità <strong>di</strong> noleggiare una bicicletta (un trike o un tandem,<br />

per la precisione). Si può scegliere <strong>di</strong> viaggiare assieme a un accompagnatore<br />

oppure in autonomia selezionando il mezzo più adatto.<br />

<strong>In</strong>fo: https://stazionera<strong>di</strong>o.eu/<br />

UCI, SANTINI E DECATHLON: UNA NUOVA COLLEZIONE<br />

IN ESCLUSIVA PER GLI STORE ITALIANI<br />

NUOVE PROPOSTE DA INDOSSARE PER LA PRIMAVERA-ESTATE<br />

Bianchi Milano torna con la proposta <strong>di</strong> nuove colorazioni per<br />

la collezione Spring Summer <strong>2024</strong>. Dopo aver fatto il suo ritorno<br />

sul mercato dell’abbigliamento da ciclismo, il brand italiano<br />

si ripresenta per la stagione estiva con cinque capsule<br />

pronte a sod<strong>di</strong>sfare tutte le tipologie <strong>di</strong> ciclisti.<br />

Il fascino dello stile <strong>di</strong> Bianchi è declinato da Bianchi Milano in<br />

una collezione <strong>di</strong>namica e colorata, con capi <strong>di</strong>segnati e progettati<br />

nel nostro Paese, e caratterizzati da un’attenta selezione<br />

<strong>di</strong> materiali premium ad alte prestazioni. L’azienda <strong>punta</strong><br />

alla cura del comfort e al massimo della prestazione, con un<br />

occhio <strong>di</strong> riguardo all’estetica.<br />

NASCE L’ASSAGO TEAM EVOLUTION<br />

Novità in casa del team Galbiati Sport. La società della ex professionista Rossella<br />

Galbiati ha cambiato nome e si chiamerà Assago Team Evolution: con l’obiettivo<br />

<strong>di</strong> promuovere il territorio <strong>di</strong> Assago, a sud <strong>di</strong> Milano, porterà in strada una<br />

squadra <strong>di</strong> giovanissimi ciclisti. I nuovi progetti comprendono inoltre la <strong>di</strong>sciplina<br />

<strong>di</strong> Nor<strong>di</strong>c Walking <strong>di</strong> cui Rossella Galbiati è istruttrice ACSI. La novità del Nor<strong>di</strong>c<br />

Walking si propone come preparazione al ciclismo agonistico e come <strong>di</strong>sciplina<br />

che promuove il movimento completo del corpo, utile anche nella fase <strong>di</strong> riabilitazione<br />

dopo alcune malattie e infortuni. <strong>In</strong>oltre, Assago Team Evolution si<br />

occuperà dell’attività <strong>di</strong> cicloturismo in collaborazione con l’ammistrazione comunale<br />

<strong>di</strong> Assago. Il giovedì, per esempio, è de<strong>di</strong>cato ai citta<strong>di</strong>ni che desiderano<br />

pedalare alla scoperta del territorio partendo da Velostazione Punto Parco Sud.<br />

La collaborazione tra Santini, UCI e Decathlon, iniziata nel 2021 con la creazione<br />

<strong>di</strong> una collezione UCI <strong>di</strong> capi e accessori dai colori iridati e ampliata<br />

nel 2022 con la firma <strong>di</strong> un accordo <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione globale, continua nel<br />

<strong>2024</strong> con una nuova collezione destinata solo ai negozi italiani. «Siamo<br />

entusiasti <strong>di</strong> proseguire la nostra collaborazione <strong>di</strong> successo con Decathlon<br />

anche nel <strong>2024</strong> – commenta Monica Santini, Amministratore Delegato <strong>di</strong><br />

Santini Cycling –. La partnership è stata una fonte <strong>di</strong> successo in questi anni,<br />

e siamo determinati a portarla avanti con ancora <strong>maggio</strong>re slancio. Siamo<br />

sicuri che Le due linee proposte nei negozi colpiranno i gusti e le esigenze<br />

dei tanti amatori italiani».<br />

UN ABBIGLIAMENTO SPECIALE FIRMATO SANTINI<br />

A BOLOGNA CHE OSPITA IL TOUR DE FRANCE<br />

Santini, partner ufficiale del Tour, ha svelato il completo d’abbigliamento, tributo<br />

a Bologna. Per la seconda tappa del Tour l’azienda ha confezionato un completo<br />

che cattura lo spirito della città felsinea. I colori sono quelli del Bologna calcio: il<br />

rosso e il blu. Sul retro i simboli della città: la Torre degli Asinelli, la ban<strong>di</strong>era del<br />

Comune e il tridente della fontana <strong>di</strong> Nettuno.<br />

IL RAPPORTO “VIAGGIARE CON LA BICI <strong>2024</strong>”<br />

La quarta e<strong>di</strong>zione del Rapporto “Viaggiare con la bici <strong>2024</strong>”, realizzata da Isnart e Legambiente, in collaborazione con Bikenomist, e presentata alla Fiera del<br />

Cicloturismo <strong>di</strong> Bologna, presenta un trend positivo per le vacanze in bici. Il cicloturismo nel nostro Paese lo scorso hanno<br />

ha fatto registrare 56,8 milioni <strong>di</strong> presenze (il 6,7% <strong>di</strong> tutte le presenze turistiche in Italia), tornando così ai livelli pre-pandemia,<br />

anzi, superando del 4% il dato del 2019 (54 milioni <strong>di</strong> presenze). Il fatturato del settore è stimato in 5,5 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro<br />

facendo segnare un +19% sul 2019 e un +35% sul 2022. Secondo la ricerca, il cicloturista spende in me<strong>di</strong>a 95 euro al giorno<br />

per l’acquisto <strong>di</strong> beni e servizi, un importo che per gli stranieri sale a 104,5 euro. I dati dell’Osservatorio sull’Economia del<br />

Turismo delle Camere <strong>di</strong> Commercio restituiscono, poi, il profilo ben definito della domanda. Il cicloturista in Italia nell’estate<br />

2023 è in prevalenza un Millennial (47%, +10% sul 2022), ovvero è nato tra il 1981 e il 1995, ha un livello <strong>di</strong> istruzione<br />

me<strong>di</strong>o-alto e <strong>di</strong>chiara un red<strong>di</strong>to me<strong>di</strong>o (52%), ad<strong>di</strong>rittura me<strong>di</strong>o-alto (24%), il che lo rende un target economicamente appetibile.<br />

Per quanto riguarda la tipologia <strong>di</strong> bici scelta, quasi la metà degli intervistati (49%) ha optato per la Mtb/gravel, il 24%<br />

ha preferito la bici da corsa, il 15% la bici da città/passeggio e il 12% ha optato per l’e-bike.<br />

Supplemento a NordMilano24<br />

N. 4 - Maggio <strong>2024</strong><br />

Marketing e pubblicità: DeiNaviganti 3453971562 - 3407012503<br />

E<strong>di</strong>tore: Prima Società Cooperativa Sociale a r.l.<br />

via Canzio 11, 2092 Cinisello Balsamo (MI)<br />

Testi: Angelo De Lorenzi e Paolo Costa<br />

Grafica e impaginazione: Yurij Pezzini<br />

Stampa: La Tipografia - Buccinasco (Mi)<br />

Immagini: Angelo De Lorenzi (pag. 2, pag. 4 foto in basso e in alto a destra, pag. 8 in basso,<br />

pag. 12 in basso, pag. 13, pag. 15), Archivio NordMilano24 (quarta immagine dall’alto), Bianchi<br />

Milano (pag. 19), Cannondale (pag. 19), Cicli MBM (pag. 19), Circuito Mountain Bike Marathon<br />

(pag. 14), De Rosa (pag. 19), da Wikipe<strong>di</strong>a (pag. 12 in alto), Francesco Oliverio (pag. 4), Franco<br />

Brambillasca (pag. 12), Ignazio Moser (pag. 9 e in copertina), Massimiliano Panizza (pag. 8),<br />

Mauà Bici (pag. 19), Museo del Ghisallo (pag. 17), Riese & Muller (pag. 19), Santini (pag. 19),<br />

Santuario <strong>di</strong> Oropa (pag. 5, pag. 10), Ufficio stampa Eroica (pag. 19), VF Group Bar<strong>di</strong>ani-CSF<br />

Faizanè e Sprintcyclingagency (pag. 6, pag. 7 e in copertina), Turbolento Thinkbike (pag. 11).


20<br />

in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong>

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!