Maestri Liguri '800 e '900 - 86ª Edizione

Galleria Arte Casa 

Genova 

Maestri Liguri '800 e '900

In copertina 

Sexto Canegallo, Impressione carnevalesca, 1925 ca. 

22 OTTOBRE - 12 NOVEMBRE 2022 

Orario: 9 - 12.30 / 15 - 19 • Tutti i giorni, 1 a e 2 a Domenica comprese

50 ° 

1968 • 2018 

Maestri Liguri '800 e '900 

86 a EDIZIONE 

22 OTTOBRE - 12 NOVEMBRE 2022 

Galleria Arte Casa 

di Diletta Pelizza & C. s.a.s. 

Via Garibaldi, 12 - 16124 Genova 

010 541433 - 338 6619453 

info@galleria-artecasa.it - www.galleria-artecasa.it

Mostra a cura di: 

Tito Pelizza 

Giacomo Goslino 

Presentazione: 

Maria Flora Giubilei 

Schede delle opere: 

Giacomo Goslino 

Scheda dell'opera di Leonardo Bistolfi: 

Andrea Rocco 

Scheda dell'opera di Pietro Gaudenzi: 

Maurizio Romanengo 

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“Ama l’arte. Fra tutte le menzogne è ancora la meno menzognera” 

Gustave Flaubert 

La Galleria Arte Casa non demorde, a dispetto di momenti critici per sconvolgimenti economici, 

pandemici, bellici e, non ultimi, per gusti collezionistici radicalmente mutati: continua a privilegiare 

il prodotto artistico “nostrano”, di territorio, quello che studi scientifici degli ultimi trent‘anni 

hanno riallacciato in modo significativo alle vicende italiane ed europee, riscattandolo da un silenzio 

che durava da troppo tempo, dimostrandone autonomia culturale, novità di ricerca e tempestività 

d‘aggiornamento. Colpa pure del lacunoso sistema di mercato che, in un‘Italia di difficile 

unificazione, non ha saputo difendere gli artisti fuori dai confini nazionali - tanto meno i liguri, così 

prigionieri degli Appennini, così poco disponibili all‘autopromozione imprenditoriale - e, molto 

spesso, neanche garantito loro una sopravvivenza economica in patria. 

Ottocento e Novecento di una Liguria al tempo pronta a confrontarsi con le esperienze artistiche 

più significative nel contesto italiano e straniero sfilano dunque, oggi, davanti ai nostri occhi 

attraverso alcuni exempla di varia temperatura culturale, sintetico stralcio di un manuale in cui è 

scritto un brano di storia dell’arte. 

Opere che aiutano a dimenticare, nei luminosi spazi della Galleria, con la terapia catartica 

dell‘arte, tensioni e inquietudini della “feroce forza delle cose”, per dirla con parole crociane, 

dispensate dall‘anno in corso, non più clemente dei precedenti. 

Dalle splendide vedute, quasi miniate, dello sperimentatore Luigi Garibbo che, tra Genova e 

Firenze, inizia a cimentarsi sul fronte del vero sin dai primi decenni del XIX secolo, aiutando la 

memoria con l’uso della sua “camera lucida”; agli ormai consapevoli en plein air di Agostino 

Fossati - pronto a farcire di racconto quotidiano la sua raffinata marina - e del “grigio” Benedetto 

Musso. Sensibile alla “macchia” toscana, l’artista di Laigueglia si concentra sugli scabri sostegni 

di un pergolato, magnetiche trappole ottiche per la forza prepotente di luce/ombra. 

E se un altro “grigio”, il giovane Santo Bertelli, si concede allo storicismo neomedievale nella 

possente e sinistra figura di boia e dedica il foglio, nel corso del suo pensionato a Roma, il 15 

marzo 1869, a un “caro amico Gaggero” (forse aveva aiutato il pittore dopo l‘arresto, per cospirazione, 

proprio nella capitale?), già profuma di simbolismo nordico il mare di Giuseppe Sacheri, 

gravido di impasti materici. 

Alle esperienze del postimpressionismo si devono un “liquido” Castello di Rapallo, scaturito 

dagli acquerelli virtuosi di Aurelio Craffonara; il luminoso paesaggio montano di Antonio Schiaffino; 

il mare vibrante di Ettore Morteo e quello alacre del porto di Vasco Menegozzo, pronto a 

registrare, sullo sfondo di un fitto traffico marittimo pressoché privo di figure, le antiche palazzate 

di Sottoripa appena toccate dai bombardamenti dell’ultima guerra. Né sfugge al postimpressionismo 

Evasio Montella nella sua Calura di fine anni Venti, pur rimpolpando, con la solida plasticità 

del Novecento, le forme di un paesaggio marino, assolato e immobile. 

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E se Alfredo Ubaldo Gargani apre con timidezza al divisionismo per evocare atmosfere simboliste, 

un fuoriclasse come Sexto Canegallo raccoglie il testimone della tecnica divisa e la trasforma 

in modo ardito, restituendo uno scorcio di paesaggio arricchito dal magico lucore crepuscolare 

di Marius Pictor e realizzando un nucleo di Impressioni carnevalesche assai originali, frutto, con 

ogni probabilità, di un lungo soggiorno a Parigi nel 1925. Non diversamente dal dipinto Carnevale 

del 1915, ma con un’astrazione più algida e debitrice di semplificazioni Déco, Canegallo 

ribadisce il tema carnescialesco, reso evidente dai Pierrot danzanti - maschera romantica per 

eccellenza in Francia - avvolgendo le diverse scene, fotogrammi di un’organica visione teatrale, 

in una pioggia di coriandoli variopinti, e pure macroscopica evoluzione di pointillisme, mentre 

le sinestetiche e sinuose coreografie evocano musical e palcoscenici internazionali. 

Il 1925 ricorre ancora come data per un succoso e vivido ritratto di bimba con pomo in mano, 

frutto o gioco: lo si deve al maturo e corposo pennello, dalle cromie smaltate, di un giovanissimo 

Amighetto Amighetti che interpreta un’antica iconografia legata all’infanzia, già adottata, per 

rimanere nella Liguria del secolo scorso, da Edoardo De Albertis, col Tesoretto, piccolo marmo 

neomichelangiolesco del 1901 (Genova, Musei di Nervi - Galleria d’Arte Moderna), e da Antonio 

Giuseppe Santagata con Maruzza, tela esposta alla Promotrice del 1917 (ibidem). 

Ancora spiaggia e mare per un Mario Gambetta, assorto e metafisico, che cede ai rigori geometrici 

del “ritorno all’ordine” come Paolo Stamaty Rodocanachi, in bilico fra tremule visioni 

morandiane e paesaggi dalla solidità cezanniana. E come Pietro Gaudenzi, elegante e insolito 

interprete del mito di San Giorgio e il drago in una piccola ancona portatile. Le sottili figure, così 

vicine alla plastica martiniana degli anni Trenta, scaturiscono da archeologici blocchi rocciosi e 

balzano agli occhi per le preziose suggestioni neogotiche. 

Completano il percorso le sculture, last but not least: una fremente versione del cosiddetto Cristo 

Brayda a opera di Leonardo Bistolfi, artista che regge il confronto coi più importanti esponenti 

del Simbolismo internazionale; la piccola ceramica masaccesca di un pastore in riposo di Arturo 

Martini, protagonista indiscusso del Novecento italiano; i preziosi legni di Cesare Giarrusso e di 

Agostino Bellebuono, intagliati tra sensualità rodiniane e civettuole inflessioni Déco. 

Voglio infine chiudere, in questo tempo di rivolgimenti climatici, col magnifico gruppo delle 

Hyades, coraggioso capolavoro simbolista di un De Albertis pienamente europeo. L’artista assume 

il mito delle ninfe oceanidi dispensatrici di pioggia, prima della loro trasformazione in costellazione, 

proponendone, nel 1914, un bassorilievo in bronzo (Genova, Musei di Nervi - Galleria 

d’Arte Moderna) e, nella stessa data, l’esemplare a tutto tondo, che oggi si espone, al momento, 

l’unico noto. La mia spassionata lancia di studiosa non può che spezzarsi, dunque, senza riserve, 

per questo bronzo, degno di essere garantito alle collezioni di un museo. 

Maria Flora Giubilei

OPERE

1 Amighetto Amighetti 

(Genova 1902 - ivi 1930) 

Bimba 

Olio su cartone telato 

Cm 47 x 39 

Firmato e datato 9 - 925 in alto a destra 

Sul retro: cartiglio della mostra Amighetto Amighetti 

Provenienza: raccolta eredi dell’artista 

ESPOSIZIONI: 

- Emilio Mantelli, Giuseppe Siccardi, Amighetto Amighetti, Galleria Micheli, Milano 1927 

- Amighetto Amighetti, Scuderie Medicee, Museo Soffici e del 900 Italiano, Poggio 

a Caiano (PO) 2018 

- Amighetto Amighetti, Museo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, Genova 2018 

BIBLIOGRAFIA: 

- Catalogo della mostra Emilio Mantelli, Giuseppe Siccardi, Amighetto Amighetti, a cura di Pietro 

Maria Bardi, Galleria Micheli, Milano 1927, n° 118 di catalogo, riprodotto 

- F. Dioli e W. Darrigo (a cura di), Amighetto Amighetti, catalogo della mostra, De Ferrari, 

Genova 2018, n° 63 di catalogo, riprodotto a pag. 209 

Fautore di una ricerca che lo conduce dapprima a soluzioni espressive vicine alla Nuova 

Oggettività tedesca e, intorno alla metà degli anni Venti, alle forme morbide e definite che 

ricordano la pittura del maestro Carena, Amighetti si muove con disinvoltura tra diverse declinazioni 

novecentiste. 

Una bimba dallo sguardo sereno ed enigmatico al contempo, intenta a giocare con una piccola 

palla, è il soggetto di un’opera straordinaria per qualità cromatica e compositiva. L’interesse 

crescente che circonda l’attività di una delle personalità più originali che la pittura ligure 

abbia conosciuto nei primi decenni del XX secolo è testimoniato dalla recente mostra allestita 

prima al Museo Soffici e poi all’Accademia Ligustica e confermato dall’acquisizione di un 

grande dipinto da parte delle Gallerie Nazionali di Palazzo Spinola a Genova. 

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2 Agostino Bellebuono 

(Genova 1890 - ivi 1941) 

Danzatrice 

Fusione in bronzo 

Cm 17 x 4 x 10 

Firmata 

Probabile datazione: 1920 ca. 

«Egli modella si può dire quasi per un naturale istinto, per sopperire ad una necessità dello 

spirito, innamorato come è dell’arte dalla quale si sente conquistato. Dove ha studiato? Presso 

nessuna scuola. Alla nostra Accademia egli non eseguì più di una dozzina di disegni; le sue 

opere sono frutto del suo pensiero e del suo temperamento. [...] Tutte le volte che egli può 

spaziare liberamente nelle sublimi sfere dell’arte vera e propria egli ne gioisce intimamente e 

dà a queste opere tutto sé stesso» (“A Compagna”, luglio 1929). 

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3 Agostino Bellebuono 

(Genova 1890 - ivi 1941) 

La moda ed il vento 

Scultura in legno 

Cm 40 x 10 x 14 

Firmata e titolata sulla base 


BIBLIOGRAFIA: 

- Agostino Bellebuono, in “A Compagna”, Rivista mensile illustrata, 

anno II, Genova, luglio 1929, riprodotto a pag. 27 

Le informazioni sulla vita e la ricerca plastica dell’artista sono scarse e frammentarie. La sua 

presenza, negli anni Venti, alle mostre della Promotrice genovese, del Sindacato Ligure di Belle 

Arti e alla Biennale di Monza del 1927, ne denota tuttavia un’intensa attività. 

Attraverso un gioco di sottile ironia, l’elegante scultura in legno evidenzia la difficoltà di conciliare 

i capricci della moda con gli impegni della vita quotidiana. Delicati colpi di scalpello 

privano il legno della sua componente grezza e modellano forme morbide e leggere. 

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4 Santo Bertelli 

(Arquata Scrivia (AL) 1840 - Genova 1892) 

Il grande giustiziere 

Acquerello su carta 

Cm 30 x 22 

Firmato in basso a destra 

Dedicato Bertelli al caro amico Gaggero. Roma lì 15 marzo 69 al centro a sinistra 

ESPOSIZIONI: 

- Maestri Liguri dell’Ottocento e del Novecento, Centro d’arte e cultura Liguria, Palazzo Cattaneo 

Mallone, Genova 1978 

BIBLIOGRAFIA: 

- Catalogo della mostra Maestri Liguri dell’Ottocento e del Novecento, a cura di Vitaliano 

Rocchiero, Genova 1978, n° 6 di catalogo 

Ascrivibile al corpus di piccole opere - molte di queste dipinte ad acquerello - realizzate 

dai “grigi” ai raduni invernali nei saloni di Palazzo Doria, Il grande giustiziere è un raffinato 

esempio delle suggestioni storiciste dell’epoca. 

L’interesse per gli ambienti e i costumi medievali, di cui D’Andrade è stato il principale promotore, 

si coniuga con lo studio di figura, che i paesaggisti liguri dell’Ottocento perseguivano 

quando le condizioni climatiche non gli permettevano di dipingere en plein air. 

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5 Leonardo Bistolfi 

(Casale Monferrato (AL) 1859 - La Loggia (TO) 1933) 

Crocefisso Brayda 

Fusione in bronzo su base di legno 

Cm 46,5 x 35,5 



ESPOSIZIONI: 

- Bistolfi 1859 - 1933. Il percorso di uno scultore simbolista, Chiostro di S. Croce, Palazzo Langosco, 

Casale Monferrato (AL) 1984 

BIBLIOGRAFIA: 

- Sandra Berresford (a cura di), Bistolfi 1859 - 1933. Il percorso di uno scultore simbolista, 

Edizioni Piemme, Casale Monferrato (AL) 1984, riprodotto a pag. 90 

Il Crocefisso eseguito in bronzo nel 1901 e collocato nel cimitero di Villarbasse per la Tomba 

Riccardo Brayda, esiste in diversi esemplari, tra cui il bronzo per Buenos Aires, il marmo della 

tomba Metzger-Dorna al Cimitero di Torino e i calchi in gesso di collezione privata torinese, 

del Museo di Palazzo Mazzetti di Asti e nella Galleria d’Arte Moderna di Genova-Nervi. 

La versione ridotta attesta il grande successo di questa figura di Cristo, dai contorni netti e 

dal modellato «estremamente tattile», la stessa dell’ascetico Cristo che cammina sulle acque 

(1896-1898) tradotta nel bassorilevo. Entrambe le opere sono tuttavia «tra le poche sculture 

bistolfiane d’ispirazione e di iconografia che rientrano più o meno nella tradizione cristiana, 

anche se il carattere moderno del primo fece scalpore quando fu esposto a Venezia nel 1899» 

(S. Berresford 1989). 

Andrea Rocco 

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6 Sexto Canegallo 

(Sestri Ponente (GE) 1892 - Genova 1966) 

Riflessi 

Olio su tavola 

Cm 38 x 29 

Firmato e titolato sul retro 


Il fitto reticolato di puntini e filamenti di colore non scompone la quiete e l’atmosfera di sospensione 

temporale che pervade il dipinto. I muri e le strutture del Castello Raggio, edificio Liberty 

costruito a fine ‘800 e demolito nel 1951 dopo aver subito i bombardamenti nella Seconda guerra 

mondiale, emergono silenziosi dalla superficie dell’acqua calma. Unico segno della presenza 

dell’uomo sono le barche solitarie sullo scalo; la luce lunare si riflette sull’acqua e sulle finestre 

del castello. 

Nelle suggestioni del Simbolismo europeo è possibile individuare la genesi poetica di uno dei 

rari esempi di Divisionismo compiuto di Sexto Canegallo. 

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Impressione carnevalesca 


Cm 22,8 x 35 



BIBLIOGRAFIA: 

- Mario Finazzi, Integralismo. La via di Sexto Canegallo agli stati d’animo, in “Luk. Studi e 

attività della Fondazione Ragghianti”, n° 26, Edizioni Fondazione Ragghianti Studi sull’Arte, 

Lucca 2021, fig. 15, riprodotto a pag. 131 

Come gli Stati d’animo, gli Studi d’ambiente, le Pietre preziose e i Ritratti bizzarri, anche le 

Impressioni Carnevalesche costituiscono una serie ordinata di opere. Quattro preziose tavolette 

che aggiungono un tassello importante alla conoscenza dell’attività del pittore negli anni 

Venti inoltrati: due inedite e due recentemente riprodotte a corredo di un saggio comparso su 

“Luk”, la rivista della Fondazione Ragghianti di Lucca. Saggio che ha avuto il grande merito di 

evidenziare le motivazioni storiche e culturali della ricerca di Sexto Canegallo. 

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Cm 22,8 x 35 



Il tema del “carnevale”, affrontato da Canegallo nel celebre dipinto divisionista del 1915 ca. 

- intitolato, appunto, Carnevale - si arricchisce del dinamismo secondo futurista. 

Il movimento delle figure danzanti emerge dallo sfondo scuro e si proietta nel turbinio di 

coriandoli, si interrompe dove finisce la tavola e ricomincia in quella successiva. 

Se nel dipinto del 1915 l’artista guarda alle esperienze divisioniste dei pittori futuristi, con le 

Impressioni carnevalesche, come suggerisce Mario Finazzi, Canegallo «sembra rimeditare in 

chiave déco l’intuizione giovanile del carnevale». 

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Cm 22,8 x 35 



BIBLIOGRAFIA: 

- Mario Finazzi, Integralismo. La via di Sexto Canegallo agli stati d’animo, in “Luk. Studi e 

attività della Fondazione Ragghianti”, n° 26, Edizioni Fondazione Ragghianti Studi sull’Arte, 

Lucca 2021, fig. 14, riprodotto a pag. 130 

All’impostazione naturalista del primo, sulla quale si innesta la divisione del colore, si sostituisce 

infatti il linearismo dinamico delle Impressioni e una miriade di puntini ordinati, i coriandoli, 

si distribuisce sulla superficie dipinta. 

Le coppie danzanti si moltiplicano al fine di rappresentare il movimento, vero debito delle istanze 

futuriste, alla vertigine estetica si accompagna la riflessione sulla condizione psicologica dei 

personaggi e, in particolare, di Pierrot, ingenuo e romantico. 

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Cm 22,8 x 35 



Approda quindi sul mercato un serie completa di opere di un artista che ha saputo incontrare 

il gusto internazionale in un’epoca di grande fermento culturale. 

L’attenzione che il collezionismo privato, l’universo museale e la ricerca accademia hanno 

riservato negli ultimi anni a Sexto Canegallo, contribuiscono e ridefinire la levatura del pittore 

nella temperie artistica della prima metà del XX secolo. 

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11 Enrico “Chin” Castello 

(Rivarolo (GE) 1890 - Genova 1960) 

Il cervello del pazzo 

Sanguigna su carta 

Cm 46 x 30 

Firmato in basso a sinistra 

Titolato e datato 1917 in basso a destra 

Enrico “Chin” Castello orienta la sua poetica al confine tra la cultura del simbolo e il Futurismo, 

giungendo talvolta a risultati di matrice espressionista. 

Il cervello del pazzo è un disegno inedito del 1917 in cui l’artista, mediante segni corposi 

e velature sfumate, esplora i territori dell’inconscio rappresentando la deformazione della 

mente umana. 

Opere dell’artista sono attualmente presenti nel percorso espositivo della mostra Simbolismo 

e Nuova Oggettività. La Galleria del Levante, allestita al Mart di Rovereto e dedicata alla straordinaria 

figura del gallerista Emilio Bertonati. 

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12 Aurelio Craffonara 

(Gallarate (MI) 1875 - Genova 1945) 

Spiaggia di Arenzano 


Cm 18 x 18 



Sul retro: titolo e firma 

«I suoi quadri riproducenti soggetti marinareschi e panorami di città sono pieni di vita, di luce, 

di movimento. Nessun manierismo, ma la più genuina naturalezza balza dalla sua tavolozza 

che sa dare le tinte più smaglianti. 

Genova e la Liguria hanno trovato in lui un benemerito illustratore, e moltissimi sono i lavori 

che a lui si devono, dove è dato di ammirare le bellezze dei nostri paesaggi» (“A Compagna”, 

Anno 1, n° 1, aprile 1928). 

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13 Aurelio Craffonara 

(Gallarate (MI) 1875 - Genova 1945) 

Il castello di Rapallo 


Cm 48 x 48 



Ad Aurelio Craffonara, tra i massimi acquerellisti italiani dell’epoca, si deve il grande merito 

di aver consegnato ai posteri un ampio e variegato affresco degli angoli più rappresentativi di 

una Liguria che non c’è più, riuscendo inconsapevolmente ad assolvere a un compito storico. 

Il virtuosismo della mano esperta del pittore si stempera nella delicatezza di una tecnica che 

non concede ripensamenti e gli permette di descrivere il soggetto senza scadere in manierismi 

privi di contenuto. 

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14 Edoardo De Albertis 

(Genova 1874 - ivi 1950) 

Hyades 


Cm 80 x 40 x 30 


Siglata sulla base 

Provenienza: già proprietà Armida De Albertis 

ESPOSIZIONI: 

- 1911/1925 Genova, Cultura di una città, Banco di Chiavari e della Riviera Ligure, Genova 1973 

BIBLIOGRAFIA: 

- Franco Sborgi (a cura di), L’Ottocento e il Novecento. Dal Neoclassicismo al Liberty, in AA. 

VV. (a cura di), La scultura a Genova e in Liguria. Dal Seicento al primo Novecento, Volume 

II, Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, Genova 1988, fig. n° 622, riprodotto a pag. 443 

- G. Marcenaro e A. Casareto, 1911/1925 Genova, Cultura di una città, catalogo della mostra, 

Genova 1973, n° 120 di catalogo, riprodotto 

Le linee morbide e sinuose segnano l’anatomia suadente e il 

movimento delle tre figure femminili - le Iadi, ovvero le ninfe 

della pioggia figlie di Atlante ed Etra - le cui braccia convergono 

all’interno del bacile posto in corrispondenza della base. 

Tra i massimi e più efficaci esempi della ricerca plastica 

di De Albertis e della scultura ligure dell’epoca, Hyades, 

«bronzo di eccellente fattura e animato da una grande forza 

espressiva» (Franco Sborgi 1988) conosce due varianti. 

Il bassorilievo esposto alla promotrice genovese del 1914, 

vincitore del premio assegnato dal Comune e ora conservato 

presso la Galleria d’Arte Moderna di Nervi e la placca 

destinata ai soci della medesima Società Promotrice. 

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15 Antonio Discovolo 

(Bologna 1874 - Bonassola (SP) 1956) 

Monterosso 


Cm 65 x 60 



Sul retro: cartiglio recante il titolo 

BIBLIOGRAFIA: 

- G. Paganelli e T. Pelizza (a cura di), Antonio Discovolo - Un raggio di sole in una notte di luna 

piena, Artisti di Liguria, De Ferrari Editore, Genova 2002, tav. 67, riprodotto a pag. 111 

Poche sono le immagini capaci di sintetizzare l’essenza della pittura ligure del Novecento 

come quella di un albero a picco sul mare, diventata autentico topos letterario e iconografico. 

Così Discovolo fa del tema ricorrente il proprio e personale ringraziamento nei confronti di 

una terra che lo ha accolto e che tanto ha offerto alla sua fervida immaginazione. 

Le fronde di un castagno, luminose e brillanti, fanno da cornice alla bellezza quasi minerale 

di un mare delicatamente toccato dal vento. 

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16 Berto Ferrari 

(Bogliasco (GE) 1887 - Genova 1965) 

Marina ligure 

Olio su cartone 

Cm 36,5 x 37,5 



Tra i più prolifici interpreti della marina del novecento ligure, il pittore aggiorna il naturalismo 

di fine Ottocento realizzando dipinti di grande freschezza visiva. 

In un’opera in cui sono ravvisabili il debito nei confronti dei marinisti, e in particolare di 

Giuseppe Sacheri, e l’istintiva attenzione alla luce naturale, vero filo conduttore della pittura 

ligure, emergono le migliori qualità di Berto Ferrari. 

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17 Agostino Fossati 

(La Spezia 1830 - ivi 1904) 

Il Golfo di Spezia 

Olio su tela 

Cm 33 x 50 



Il pittore rinuncia allo sviluppo orizzontale in favore di un’impostazione più vicina alla pittura 

tonale, partecipe della condizione climatica e luministica in un particolare momento del giorno. 

Di notevole forza poetica è la luce del sole coperto dalle nuvole che filtra e lambisce la 

superficie del mare in prossimità dell’orizzonte; il temporale è passato e la gente che si accalca 

sulla banchina può salire sulle imbarcazioni e iniziare la traversata del golfo. 

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18 Mario Gambetta 

(Roma 1886 - Albisola (SV) 1968) 

Mattina di vento a Varigotti 

Olio su tela 

Cm 46,5 x 62 



Sul retro: titolo e firma 

Affine per equilibrio compositivo e freschezza cromatica al dipinto Ponentino del 1934, esposto 

alla Seconda Quadriennale d’Arte Nazionale di Roma e ora conservato presso le collezioni 

del Comune di Savona, in Mattina di vento a Varigotti si respirano le atmosfere silenziose e 

rarefatte delle marine di Carlo Carrà. 

Nella semplicità dell’invenzione poetica si esprime il temperamento mite e riflessivo di Mario 

Gambetta, la cui ricerca arricchisce la variegata esperienza novecentista in Liguria e attende 

un miglior inquadramento critico complessivo. 

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19 Alfredo U. Gargani 

(Genova 1898 - ivi 1947) 

Tramonto sul mare 

Olio su tela 

Cm 40 x 50 



I toni bruni e lo sviluppo volumetrico degli elementi del primo piano - il sentiero, i cespugli e 

gli alberi che si stagliano verso l’alto - introducono lo sguardo all’intensa sinfonia cromatica 

del tramonto sul mare e ne amplificano l’impatto emotivo. 

Il rosa, l’arancione e l’azzurro vibrano in un dialogo di tonalità complementari di merelliana 

memoria; i contrappunti bianchi della schiuma delle onde interrompono le modulazioni sfumate 

e riportano l’attenzione alla realtà naturale della rappresentazione. Autore, intorno agli 

anni Venti, di alcune opere di natura compiutamente divisionista, Gargani si iscrive nel novero 

dei pittori che hanno animato la grande stagione della tecnica divisa in Liguria. 

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20 Luigi Garibbo 

(Genova 1784 - Firenze 1869) 

Tempesta nel porto di Genova, 1821 

Acquerello su cartoncino 

Cm 25 x 30 


Firmato in basso al centro 

Sul retro: di pugno dell'artista data e titolo 

L'opera è corredata di un foglio dell'Accademia Ligustica di Belle Arti coevo all'opera recante la 

scritta: numero 58. del signor Luigi Garibbo di Genova detta Tempesta nel porto di Genova 1821 

ESPOSIZIONI: 

- En plein air. Luigi Garibbo e il vedutismo tra Genova e Firenze, Palazzo Rosso, Genova 2011 

BIBLIOGRAFIA: 

- E. Papone e A. Serra (a cura di), En plein air. Luigi Garibbo e il vedutismo tra Genova e Firenze, 

catalogo della mostra, Silvana Editoriale, Genova 2011, fig. 12, n° 78 di catalogo, riprodotto 

a pag. 63 

Come si legge nel catalogo della mostra En plein air. Luigi Garibbo e il vedutismo tra Genova 

e Firenze, l’evento rappresentato è la violenta mareggiata che ha colpito la città di Genova nel 

dicembre del 1821. Il prezioso acquerello è preceduto da uno studio realizzato sul posto a 

matita e seppia, ed è seguito da un’acquatinta dedicata al governatore di Genova, il marchese 

D’Yenne; entrambe le opere sono oggi conservate presso il Centro di Documentazione per la 

Storia, l’Arte, l’Immagine di Genova. 

Nel rielaborare in studio gli appunti tratteggiati nel bozzetto, Garibbo accantona momentaneamente 

l’attitudine vedutistica in favore di un pathos dai contorni romantici. La partecipazione 

emotiva si esprime attraverso il cielo grigio e l’incredibile violenza delle onde che porta le 

imbarcazioni a urtare gli scogli e ad affondare al largo. Il contrasto tra il movimento impetuoso 

del mare e la meticolosa descrizione delle pareti decorate dei palazzi amplifica il trasporto 

emotivo e stimola la percezione sensoriale. 

Tra le poche opere del pittore ancora presenti nel circuito commerciale, non può che incontrare 

il favore del collezionismo più attento. 

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21 Pietro Gaudenzi 

(Genova 1880 - Anticoli Corrado (RM) 

San Giorgio 

Olio e foglia d'oro su tavola 

Cm 77 x 38 



Al concitato scontro tra il Santo e il drago, Gaudenzi preferisce la sospensione che segue la 

lotta, sceglie il momento in cui il giovane cavaliere, quasi incredulo di quanto ha compiuto, 

alza la spada per ringraziare il cielo, che risponde. Il paesaggio in cui è ambientato l’evento è 

un camminamento stretto tra due alte pareti, a sottolineare l’inevitabilità dell’incontro con il 

male da cui Giorgio, grazie alla sua semplicità, esce vittorioso. Una figura angelica tranquillizza 

con un gesto il cavallo e solo il cavallo sembra cogliere la sua presenza. 

Questa piccola pala, nata per un ambiente domestico, coglie bene il personale rapporto che 

Pietro Gaudenzi costruisce con la corrente artistica Novecento: come in quegli artisti le sue 

opere hanno l’aria magica della pausa e la linea semplice e monumentale degli antichi maestri. 

Tuttavia, non tira il vento freddo della ragione ma sono scaldate da una sincera e intima umanità. 

La stretta vicinanza con le opere degli anni Trenta come La visitazione del 1934 ora alla Galleria 

d’Arte Moderna di Novara (di cui una versione venne esposta alla Biennale del 1938) suggerisce 

anche per questo San Giorgio una simile datazione. 

Maurizio Romanengo 

48

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22 Cornelio Geranzani 

(Genova 1880 - ivi 1955) 

Tram nella notte 

Olio su tela 

Cm 38 x 38 

Siglato in basso a destra 


BIBLIOGRAFIA: 

- T. Pelizza e G. Paganelli, Cornelio Geranzani. Geometria e luce, Le Mani, Genova 2008, 

n° 87 di catalogo, riprodotto a pag. 125 

Come nella Luce elettrica, di recente esposta alla mostra Simbolismo e Nuova Oggettività. 

La Galleria del Levante allestita al Mart di Rovereto, il tema del “notturno” illuminato dalla 

luce artificiale è un motivo ricorrente nell’opera di Geranzani. 

Le costruzioni, mediante un processo di semplificazione geometrica delle forme, assumono 

lineamenti totemici; il tram si allontana dal portico illuminato e avanza verso chi osserva il 

dipinto. Tre lampioni che rievocano l’aspetto radiale delle stelle illuminano la notte cittadina. 

50

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23 Cesare Giarrusso 

(Catania 1887 - Genova 1945) 

Vittoria alata 

Scultura in legno 

Cm 55 x 14 x 20 

Firmata sulla base 


Una Vittoria alata - ovvero una Nike, divinità greca figlia del titano pallante e della ninfa Stige - 

morbida e sinuosa, intrisa degli stilemi modernisti che in Liguria hanno trovato ampi sviluppi 

grazie alla presenza di De Albertis. Cesare Giarrusso si esprime in maniera alternativa rispetto 

alla linea classicista dominante negli anni Venti, ispirandosi a modelli simbolisti e déco. 

Dell'artista si conosce un’altra scultura del medesimo soggetto, utilizzata come figura centrale 

del Monumento celebrativo dei caduti di guerra di Nervi; monumento in seguito smantellato 

al fine di riutilizzare il bronzo per l’industria bellica durante la Seconda Guerra Mondiale. 

52

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24 Adolfo Lucarini 

(Genova 1890 - ivi 1959) 

Pudore 


Cm 29 x 10 x 10 

Firmata sulla base 


Memore della Fontanina di Baroni - come puntualmente sottolineato da Franco Sborgi - nel Pudore 

di Lucarini convergono le direttrici entro le quali ha preso forma la poetica dello scultore. 

Il linearismo liberty si coniuga con la stilizzazione di matrice espressionista e con una certa 

tensione verso il non finito di michelangiolesca memoria. 

Presente alle mostre della Promotrice genovese dal 1917 e alla Mostra Internazionale di Arti 

Decorative di Monza nel 1925 e nel 1927, lo scultore rifiuta il monumentalismo tipico di 

quegli anni e concentra la sua ricerca plastica nel medio e piccolo formato. 

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25 Camillo Marchi 

(Sankt Polten (Austria) 1883 - Genova 1966) 

Il porto di Genova 

Olio su tela 

Cm 110 x 150 

Firmato e datato 927 in basso a destra 

Un grande dipinto del porto di Genova, operoso e produttivo anche all’ora del tramonto. 

L’escamotage prospettico del braccio della gru in primo piano conferisce all’opera una 

notevole profondità, cui la piccola barca in movimento contribuisce a rafforzare. 

La descrizione meticolosa delle imbarcazioni - si vedano ad esempio i colpi di luce a illuminare 

gli alberi e i fumaioli delle navi - si addolcisce nei tocchi di colore di matrice post-impressionista. 

Presenza fissa alle mostre organizzate dal Sindacato ligure di Belle Arti e dalla Promotrice 

genovese, il pittore realizza altresì i pannelli decorativi e gli arazzi per i grandi transatlantici. 

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26 Arturo Martini 

(Treviso 1889 - Milano 1947) 

Il pensieroso 

Maiolica dipinta 

Cm 25 x 14 x 11 


ESPOSIZIONI: 

- Mostra individuale del pittore Andor De - Hubay e dello scultore Arturo Martini, Galleria 

Pesaro, Milano 1927 

BIBLIOGRAFIA: 

- Mario Labò (a cura di), Mostra individuale del pittore Andor De - Hubay e dello scultore 

Arturo Martini, Galleria Pesaro, Milano 1927, n° 24 di catalogo 

- C. Chilosi e L. Ughetto (a cura di), La ceramica del Novecento in Liguria, Fondazione Cassa 

di Risparmio di Genova e Imperia, Genova 1955, pag. 88 

Parte della serie di maioliche realizzate dall’artista 

nel 1927, che costituisce il nucleo più consistente 

della produzione di Martini in Liguria, Il pensieroso 

è un distillato dei caratteri innovativi della ricerca 

martiniana. Forme e volumi anticlassici - tanto da 

essere definiti da Gigi Chessa “piccoli monumenti 

da camera” - si animano di un che di ironico nei 

tratti fisionomici e nello sguardo assorto della figura. 

Una versione non dipinta dell’opera è stata recentemente 

donata al Museo Bailo di Treviso, città natale 

di Arturo Martini. 

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27 Vasco Menegozzo 

(Venezia 1886 - Biella 1974) 

Genova, il bacino della Darsena 

Olio su tela 

Cm 50 x 70 



«... e non dimenticando la sua vocazione di “pittore di porto”, ovvero di pittore di cose portuali 

ancora poetiche: velieri, carrette del mare, cavalli da manovra, venditori ambulanti, barcaioli. 

Tutto un mondo portuale coltivato, sui moli di Genova, dai pittori Angelo Balbi, Andrea Figari, 

Orlando Grosso, Alessandro Viazzi e pochi altri. 

Ne ricaviamo la convinzione che l’atmosfera ambientale, la luminosità solare, il cromatismo rosa 

argentato e verde cinerino, parlano un linguaggio prettamente nostrano...» (V. Rocchiero, 1987). 

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Genova, calata oli minerali 

Olio su tela 

Cm 56 x 71 



Prima dell’ammissione all’Accademia Ligustica di Belle Arti il pittore frequenta il Regio Istituto 

Nautico Vittorio Emanuele, diventando macchinista navale e arruolandosi, in seguito, nel Compartimento 

Marittimo di La Spezia. 

Alternando gli studi artistici a quelli in ambito marinaro, Menegozzo sviluppa una certa attitudine 

a rappresentare con fedeltà filologica il mondo delle imbarcazioni, elemento che caratterizza 

oggi i suoi dipinti come documenti del mondo portuale. Alla fredda rappresentazione 

del soggetto riesce comunque a conferire quei caratteri di partecipazione emotiva tipici dei 

marinisti liguri. 

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Genova, il porto vecchio 

Olio su tela 

Cm 100 x 120 



Un grande dipinto del centro storico di Genova osservato dalla acque portuali, nel quale sono 

riconoscibili i palazzi e i monumenti di Sottoripa e Piazza Caricamento. Dalla Torre dei Morchi, 

fra le poche torri medievali ancora integre, dove soggiornarono nel XIX secolo personalità quali 

Mary Shelley, Mark Twain e Stendhal, a Palazzo San Giorgio. 

I palazzi distrutti dai bombardamenti e la ricchezza dei particolari delle imbarcazioni in primo 

piano aggiungono elementi importanti a un’opera dall’elevato valore documentale. 

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30 Evasio Montanella 

(Prà (GE) 1878 - Genova 1940) 

Calura 


Cm 40 x 66,5 


Sul retro: di pugno dell’artista Pittore E. Montanella. Genova Prà; 

cartiglio recante titolo e firma 

La presenza del pittore, tra gli anni Venti e Trenta, alla Galleria Pesaro di Milano e alla Quadriennale 

d’Arte Nazionale di Roma, ne evidenzia l’adesione al clima di rinnovato interesse 

per l’armonia della tradizione figurativa antica che ha segnato il Ritorno all’ordine. 

La partecipazione emotiva alla vita quotidiana del Ponente cittadino, ai modi semplici degli 

abitanti di Prà e al loro profondo legame con il mondo del mare, prende forma nelle atmosfere 

sospese, talvolta quasi metafisiche, che si respirano nei colori accesi dei suoi dipinti. 

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31 Ettore Morteo 

(Alassio (SV) 1874 - Genova 1939) 

Pescatori 


Cm 30 x 37 



Nella densità della materia pittorica e nella pennellata di matrice postimpressionista si ravvisa 

il debito di Morteo nei confronti dei grandi marinisti liguri. I toni rosati, violetti e azzurri, 

elemento peculiare della tavolozza del pittore, brillano nei guizzi luminosi che animano 

la superficie dell’acqua. 

Il taglio fotografico dell’opera segna invece il superamento di tale eredità, nella direzione di 

un naturalismo moderno e vivace. 

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32 Ettore Morteo 

(Alassio (SV) 1874 - Genova 1939) 

Partenza per la pesca 


Cm 50 x 64 



«[...] E il mare! Conosco un mare brulicante d’oro dove le vele sono fiamme esili; uno, impalpabile 

da credere ad un inganno degli occhi; un mare che è tutto uno zaffiro liquefatto in cui 

si vorrebbe stemperarsi. Questo, è una grigia lavagna, appena argentata a levante. Più di tutti 

i mari che so; è questo che amo; esso risveglia in me l’anima avventurosa» (Camillo Sbarbaro, 

Trucioli, 1920). 

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33 Benedetto Musso 

(Laigueglia (SV) 1835 - ivi 1883) 

Il viale 

Olio su cartoncino applicato su tavola 

Cm 16,5 x 12,5 


Sul retro: autentica a firma del nipote Franco Musso 

Provenienza: già raccolta eredi dell'artista 

Nella lontannza dai canoni compositivi tradizionali, nel notire delle contrapposizioni tonali e 

nell'atmosfera metafisica, si concentra la sottile poesia del piccolo olio di ispirazione macchiaiola. 

Inerente all’attenzione del pittore intorno agli aspetti rurali e campestri delle campagne del 

ponente ligure, l’opera rientra a pieno titolo in quell’area culturale da cui ha preso forma il 

naturalismo della Scuola Grigia. 

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34 Eugenio Olivari 

(Genova 1881 - ivi 1917) 

Terrazzo al sole 


Cm 28,5 x 33,5 



Sul retro: cartiglio della Galleria d’Arte Ranzini, Genova 

ESPOSIZIONI: 

- Mostra di pittori genovesi dell’800, Galleria d’Arte Ranzini, Genova 1945 

- Pittori contemporanei e dell’800, Galleria Piccapietra, Genova 1965 

- Maestri della Pittura Ligure del secondo “800” e del primo “900”, Centro d’Arte e Cultura 

“Liguria”, Palazzo Cattaneo Mallone, Genova 1968 

BIBLIOGRAFIA: 

- Attilio Podestà, Pittura ligure dell’800 in una mostra panoramica, “Il Secolo XIX”, Genova, 

9 gennaio 1945, riprodotto 

- Attilio Podestà, Genova: una mostra di pittura ligure dell’800, “Emporium. Rivista mensile 

d’arte e cultura”, vol. CI, Bergamo 1945, riprodotto 

- Vitaliano Rocchiero (a cura di), Maestri della Pittura Ligure del secondo “800” e del primo 

“900”, catalogo della mostra, Centro d’Arte e Cultura “Liguria”, Palazzo Cattaneo Mallone, 

Genova 1968, n° 51 di catalogo, tav. XVIII, riprodotto 

- Sergio Paglieri, Eugenio Olivari e il suo tempo. Pittura ligure tra Ottocento e Novecento, 

Tolozzi Editore, Genova 1969, fig. n° 41 

«Pittore dotato per istinto di un temperamento volto al sentimentalismo, amava cogliere dalla 

natura espressioni consone a questo suo particolare stato d’animo. Abbondano nelle sue tele, 

sensazioni vespertine, tramonti, notti lunari, gemme delicate, mai violenze cromatiche, chè 

evidentemente rifuggivano la sua natura» (Angelo Balbi 1940). 

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35 Romolo Pergola 

(Roma 1890 - Trino (VC) 1960) 

Mareggiata in riviera 

Olio su tela 

Cm 55,5 x 85 



ESPOSIZIONI: 

- XLVI Mostra Maestri Liguri fra Ottocento e Novecento, Galleria Arte Casa, Genova 2003 

BIBLIOGRAFIA: 

- Catalogo della XLVI Mostra Maestri Liguri fra Ottocento e Novecento, a cura di G. Paganelli 

e T. Pelizza, Galleria Arte Casa, Genova 2003, n° 32 di catalogo, riprodotto a pag. 38 

- Giuseppe Luigi Marini (a cura di), Il valore dei dipinti dell’Ottocento e del primo Novecento, 

Edizione XXII, 2004 - 2005, Umberto Allemandi & C., Torino 2005, riprodotto a pag. 623 

Dipinto affascinante e movimentato dove il mare, gli scogli, la vegetazione, il vento e i bagliori 

luminosi della riviera sono protagonisti incontrastati. 

Un equilibrio perfetto, caratterizzato da quella serrata dialettica di toni, di trasparenze e di virtuosismi 

materici di gusto postimpressionista tipica del grande colorista di Camogli. 

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36 Paolo S. Rodocanachi 

(Genova 1891 - ivi 1958) 

La casa rossa 


Cm 16 x 22 

Siglato in basso a destra 

Firmato, titolato e datato Arenzano 1931 sul retro 

«Gli incontri alla casa rossa d’Arenzano - costruita nel 1930 su disegno di Paolo Rodocanachi - 

non erano soltanto cadenzati dalle date fisse. Alla casa e al giardino, in apparente trascurata 

libertà, sempre pieno di fiori, arrivavano lungo l’anno, anche improvvisamente, gli amici, per 

visite, pettegolezzi, prestiti di libri, nuove conoscenze. Era il punto dove ci si incontrava. 

Traccia forse di leggera presunzione, ma costume raffinato, il “Libretto dei visitatori”, dove 

furono raccolte le firme di tutti quelli che visitarono la casa» (G. Marcenaro 1983). Camillo 

Sbarbaro, Angelo Barile, Carlo Emilio Gadda, Eugenio Montale, Elio Vittorini, Agenore Fabbri, 

Mario Mafai, tra le firme apposte sul prezioso libretto... 

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(Genova 1891 - ivi 1958) 

Entroterra ligure 


Cm 70 x 89 


Sul retro: cartiglio della mostra Paolo S. Rodocanachi, Genova 1977 

ESPOSIZIONI: 

- Paolo S. Rodocanachi, Museo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, Genova 1977 

BIBLIOGRAFIA: 

- G. Beringheli e G. Marcenaro (a cura di), Paolo S. Rodocanachi, Sagep, Genova 1977, n° 19 

di catalogo, riprodotto a pag. 53 

«La pittura di Rodocanachi si basa sull’osservazione del dato naturale, indagato e contemplato 

a lungo, quindi ricostruito mediante la lenta sovrapposizione di magre pennellate di colore; 

l’impostazione acquista così una grande forza evocativa, disciplinata dalla volontà costruttiva 

dell’artista, che accoglie in maniera autonoma gli spunti forniti dal Novecento Italiano» 

(G. Paganelli 1995). 

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(Genova 1891 - ivi 1958) 

Paesaggio con casa 


Cm 50 x 60 



Sul retro: cartiglio della mostra Paolo S. Rodocanachi, Genova 1977 

ESPOSIZIONI: 


BIBLIOGRAFIA: 



Le forme e i volumi di matrice novecentista e la riduzione geometrica degli elementi della 

composizione attestano l’adesione del pittore alle istanze artistiche degli anni Trenta. 

Nei contorni che iniziano a perdere la definizione si intravede tuttavia la tensione verso nuovi 

orizzonti poetici. Un dipinto in cui si respira l’introspettiva inclinazione alla leggerezza tipica 

di Rodocanachi. 

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(Genova 1891 - ivi 1958) 

Il golfo di Arenzano 


Cm 70 x 90 


Paesaggio 


Cm 70 x 90 



ESPOSIZIONI: 


BIBLIOGRAFIA: 



Il Golfo di Arenzano - dipinto sul retro di un Paesaggio dai toni vibranti e minerali, esposto in 

occasione della mostra all’Accademia Ligustica - esprime al meglio la poetica del pittore, ben 

definita nella forma e nel colore e, al contempo, dimessa e pacata. Rodocanachi è un artista 

desideroso di rimanere lontano dal frastuono della grande città e decide di stabilirsi, insieme 

alla moglie Lucia Morpurgo, nel piccolo comune alle porte di Genova. 

Come ricorda Marcenaro, «Nel ’30 Paolo e Lucia si sposano e si trasferiscono ad Arenzano [...] 

Paolo voleva dipingere en plein air: sarebbe diventato il pittore degli ulivi. Dovevano restare due 

anni. Si fermarono tutta la vita». 

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(Genova 1891 - ivi 1958) 

Paesaggio 


Cm 28 x 34 



Capace di esprimere l’emozione individuale senza perdere di vista le qualità plastiche e oggettuali 

della rappresentazione, il pittore dà vita a composizioni liriche e di grande levità. 

Denotando comunione di intenti con i poeti Sbarbaro e Montale, l’artista celebra a proprio 

modo i colori della natura delle campagne liguri, tra le fasce, gli ulivi, i sentieri e le case solitarie. 

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(Genova 1891 - ivi 1958) 

Case ad Acqui 


Cm 85 x 60 



Sul retro: cartiglio della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente, Milano; 

cartiglio della III Mostra Nazionale di Pittura "Premio Città di Monza"; cartiglio della mostra 

Paolo S. Rodocanachi, Genova 1977 

ESPOSIZIONI: 


BIBLIOGRAFIA: 



L’artista supera la cesura della metà del secolo senza rinnegare né la solidità del tratto né la 

poetica del contenuto di matrice novecentista. 

Le case di Acqui, piccolo comune termale piemontese, si avvicendano nel dipinto da un punto 

di vista rialzato, mediante una modalità compositiva che ritorna di frequente nelle opere del 

pittore. Esposto alla mostra antologica allestita all’Accademia Ligustica, il dipinto è corredato da 

un ricco curriculum espositivo. 

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42 Alberto Salietti 

(Ravenna 1892 - Chiavari (GE) 1961) 

Meriggio sulla spiaggia di Chiavari 


Cm 50 x 60 


Sul retro: cartiglio dell’artista 

Provenienza: già collezione Donati, Milano 

Nel tentativo di ridimensionare i caratteri illustrativi dell’opera e di metterne in evidenza i valori 

plastici, l’artista non rinuncia a conferire al dipinto quell’attenzione agli aspetti luministici 

tipicamente liguri e mediterranei. 

Punto di riferimento organizzativo e istituzionale del Novecento Italiano - il gruppo di pittori milanesi 

riuniti intorno alla carismatica figura di Margherita Sarfatti - il pittore negli anni Trenta stempera 

così la rigidità delle istanze sarfattiane in più delicate modulazioni cromatiche e formali. 

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43 Giuseppe Sacheri 

(Genova 1863 - Pianfei (CN) 1950) 

Mattino 

Olio su tela applicata su cartone 

Cm 23 x 39 


«Romantico per sentimento, ma di un romanticismo sano e fecondo di commozione, l’artista 

ligure è classico nella forma. Il suo lavoro non è mai una fredda e precisa riproduzione 

dello spettacolo naturale, ma è invece un’invenzione, un ritrovamento, una voce nuova al 

gran coro della vita. 

Perciò i suoi dipinti, nei quali la solidità della linea si associa alla delicata fusione dei toni, vivono 

artisticamente non solo per quello che essi sono, ma anche per quello che appariscono. 

Essi ci rivelano che il pittore è andato spesso oltre la verità tangibile...» 

(A. Colasanti, “Emporium”, 1910). 

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44 Giuseppe Sacheri 

(Genova 1863 - Pianfei (CN) 1950) 

Capo del Pino. Sori 


Cm 23,5 x 30 



La materia corposa distribuita dal vivace pennello di Giuseppe Sacheri anima il piccolo olio 

di rifrazioni luminose e bagliori iridescenti e conferisce, inoltre, una particolare densità volumetrica 

agli elementi della composizione. 

Il taglio fotografico tipico del pittore definisce la prospettiva di un’istantanea dall’atmosfera 

impressionista, dove la schiuma del mare azzurro lambisce la battigia e gli scogli di un breve 

tratto della spiaggia di Sori. 

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45 Antonio Schiaffino 

(Camogli (GE) 1879 - Genova 1968) 

Vallata ligure 


Cm 39 x 61 



In un dipinto di grande respiro e profondità prospettica, il maestro del colore supera la descrizione 

dei dettagli in favore di una semplificazione volumetrica e formale. Campiture ora 

grumose ora piatte e lineari, tonalità ora accese ora sommesse, zone ora in ombra ora in piena 

luce, si rincorrono sulla superficie dipinta. 

Il pittore rappresenta le alture dell’entroterra ligure, probabilmente nei pressi di Uscio, come una 

realtà lirica e idealizzata, il paesaggio come espressione di uno stato d’animo. 

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Ultima di copertina 

Luigi Garibbo, Tempesta nel porto di Genova, 1821 

Finito di stampare nel mese di Ottobre 2022 da Grafiche G7 - Genova 

Foto e Grafica: L’Agorà - Genova 

© Galleria Arte Casa, 2022

galleria-artecasa.it

Maestri Liguri '800 e '900 - 86ª Edizione

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