La Città Invisibile #191
La Città Invisibile #191 del 29 marzo 2023 - magazine online del Laboratorio Politico perUnaltracittà di firenze
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industriali, nei cantieri, nelle scuole e negli ospedali o – colmo dei colmi – negli
alberghi di lusso, nei ristoranti stellati di quella stessa città-vetrina in cui ieri gli
si impedì di abitare e oggi anche di circolare.
Chiariamoci ancora una volta, non neghiamo l’assoluta necessità di combattere lo
smog cittadino, ci domandiamo però perché mai l’unico smog che conti sia quello
prodotto da chi ha meno potere e dunque meno responsabilità. Nella città – come
titola La Nazione – “più multata d’Italia” (128 euro annui pro capite fonte:
https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/multa-italia-1.7375338) l’unica soluzione
proposta dal comune a questi cittadini è – non sorprendentemente – ancora più
divieti e ancora più multe (che ben sappiamo non essere correlate in alcun modo
al reddito e dunque, in proporzione, più onerose per le classi meno abbienti) .
Insomma, che la smettano una buona volta di voler circolare nella magnifica cittàvetrina,
si facciano un po’ più in là, che – è ovvio – produrre smog a Novoli o a
Rifredi è più sano e sostenibile, se non per l’ambiente senz’altro per il sistema che
si arricchisce col turismo e il suo indotto.
Ed è proprio in funzione di quello che ancora una volta la soluzione scelta non è
sistemica bensì solo apparente, di facciata. La proverbiale toppa che se non è
peggiore del buco, comunque il buco lo nasconde e basta, occultandolo alla vista
degli unici che contino – turisti e la classe politico-produttiva che con quelli
prospera. Poiché sì, contrariamente a quanto ci racconta il discorso liberalcapitalista,
il problema non è mai individuale bensì collettivo e collettive e non
individuali debbono essere le soluzioni.
In tempi forse più pudici, in cui la narrazione capitalista non era così mimetica e
ubiquitaria, le toppe proposte al problema rappresentato dall’eccesso di smog pur
godevano di una certa impronta egalitaria: poiché il problema era prodotto da
tutti, tutti dovevano esserne toccati. Parliamo dell’ormai quasi dimenticata
circolazione a targhe alterne. Una misura che oggi si farebbe passare come
draconiana e che invece almeno aveva il pregio di non far sconti proprio a quanti
– di sconti – meno avevano bisogno. Altri tempi! Tempi in cui si chiedeva al
sistema economico tutto di rallentare, in nome di un bene comune – la salute
pubblica e ambientale – il quale era predominante e ordinativo rispetto a ogni
considerazione ulteriore. Oggi invece una cosa è chiara, anzi due: se le necessità
del sistema “economico-produttivo” devono essere protette a ogni costo, quelle
delle classi che tale sistema materialmente mandano avanti possono invece essere