La Città Invisibile #191
La Città Invisibile #191 del 29 marzo 2023 - magazine online del Laboratorio Politico perUnaltracittà di firenze
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sommariamente ignorate – basterà nascondersi dietro un velo di pelosa coscienza
ambientale o, un ancor più ipocrita, “ce lo chiede l’Europa”. Per rendersi conto di
ciò basterà osservare la diversa cautela adottata dall’amministrazione nel gestire
un altro input comunitario, la governance del settore della logistica urbana,
ovvero la gestione dello spostamento e della consegna delle merci vendute
tramite e-commerce. In questo caso altroché divieti arbitrari e multe salate! Nel
“Piano Urbano della Logistica Sostenibile” (PULS) – documento elaborato dalla
città metropolitana proprio al fine di calmierare i costi inflitti alla città da questa
industria – tra i principi guida di questo PULS i nostri amministratori parlano di:
“approccio partecipativo pubblico-privato stringente per evitare l’invasività e la
resistenza a soluzioni «calate dall’alto» sugli operatori”; e ancora, di
“complementarietà con pari «dignità» nei target e nei conseguenti indicatori di
monitoraggio tra fattori di sostenibilità ambientale e sociale rispetto a quelli di
sostenibilità economica del sistema operativo della logistica e dei clienti della
stessa”. Insomma, nonostante il linguaggio burocratico-manageriale il punto è
chiaro, gli interessi del capitale e dei consumatori devono essere tutelati. E
questo malgrado, per stessa ammissione del comune, “la componente di traffico
generato dalla movimentazione delle merci in ambito urbano” sia “stata stimata
pari al 10% delle percorrenze veicolari complessive e responsabile per il 24% del
totale delle emissioni di particolato (PM10 allo scarico)”
(https://www.cittametropolitana.fi.it/puls/). Già solo così risulterà oltremodo
chiaro come si sostanzi quella che a tutti gli effetti appare una doppia
legislazione: draconiana e sbrigativa col ceto popolare, conciliatoria e dialogante
col padronato.
Insomma, è ormai pacifico: più grande è il potere economico, più numerosi sono i
diritti a cui si ha accesso. Diritto alla mobilità, all’occupare e attraversare lo
spazio urbano senza varchi, ammende e divieti. Diritti concessi al grande capitale
– ai colossi dell’e-commerce e della logistica, così come al comparto
dell’automotive – così come alla piccola e grande rendita, la quale è libera di
congestionare i centri cittadini dei propri enormi e inquinanti Suv. Vetture
totalmente inadatte alla conformazione urbana delle città italiane, pesantissime e
dunque – soprattutto se paragonate a coeve city car – enormemente inquinanti
eppure vetture permesse se non addirittura incentivate. Ha sollevato la questione
alcuni mesi fa il “Collettivo dellǝ SUVversivǝ” che in due occasioni, prima a
Torino, poi a Milano, ha sgonfiato le gomme dei suv parcheggiati nelle vie del
centro al fine di denunciarne la nocività. Un’azione rivendicata con alcuni