29.03.2023 Views

La Città Invisibile #191

La Città Invisibile #191 del 29 marzo 2023 - magazine online del Laboratorio Politico perUnaltracittà di firenze

La Città Invisibile #191 del 29 marzo 2023 - magazine online del Laboratorio Politico perUnaltracittà di firenze

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

sommariamente ignorate – basterà nascondersi dietro un velo di pelosa coscienza

ambientale o, un ancor più ipocrita, “ce lo chiede l’Europa”. Per rendersi conto di

ciò basterà osservare la diversa cautela adottata dall’amministrazione nel gestire

un altro input comunitario, la governance del settore della logistica urbana,

ovvero la gestione dello spostamento e della consegna delle merci vendute

tramite e-commerce. In questo caso altroché divieti arbitrari e multe salate! Nel

“Piano Urbano della Logistica Sostenibile” (PULS) – documento elaborato dalla

città metropolitana proprio al fine di calmierare i costi inflitti alla città da questa

industria – tra i principi guida di questo PULS i nostri amministratori parlano di:

“approccio partecipativo pubblico-privato stringente per evitare l’invasività e la

resistenza a soluzioni «calate dall’alto» sugli operatori”; e ancora, di

“complementarietà con pari «dignità» nei target e nei conseguenti indicatori di

monitoraggio tra fattori di sostenibilità ambientale e sociale rispetto a quelli di

sostenibilità economica del sistema operativo della logistica e dei clienti della

stessa”. Insomma, nonostante il linguaggio burocratico-manageriale il punto è

chiaro, gli interessi del capitale e dei consumatori devono essere tutelati. E

questo malgrado, per stessa ammissione del comune, “la componente di traffico

generato dalla movimentazione delle merci in ambito urbano” sia “stata stimata

pari al 10% delle percorrenze veicolari complessive e responsabile per il 24% del

totale delle emissioni di particolato (PM10 allo scarico)”

(https://www.cittametropolitana.fi.it/puls/). Già solo così risulterà oltremodo

chiaro come si sostanzi quella che a tutti gli effetti appare una doppia

legislazione: draconiana e sbrigativa col ceto popolare, conciliatoria e dialogante

col padronato.

Insomma, è ormai pacifico: più grande è il potere economico, più numerosi sono i

diritti a cui si ha accesso. Diritto alla mobilità, all’occupare e attraversare lo

spazio urbano senza varchi, ammende e divieti. Diritti concessi al grande capitale

– ai colossi dell’e-commerce e della logistica, così come al comparto

dell’automotive – così come alla piccola e grande rendita, la quale è libera di

congestionare i centri cittadini dei propri enormi e inquinanti Suv. Vetture

totalmente inadatte alla conformazione urbana delle città italiane, pesantissime e

dunque – soprattutto se paragonate a coeve city car – enormemente inquinanti

eppure vetture permesse se non addirittura incentivate. Ha sollevato la questione

alcuni mesi fa il “Collettivo dellǝ SUVversivǝ” che in due occasioni, prima a

Torino, poi a Milano, ha sgonfiato le gomme dei suv parcheggiati nelle vie del

centro al fine di denunciarne la nocività. Un’azione rivendicata con alcuni

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!